Dati anagrafici.:
Nome: Lucien
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Cognome: Yostor
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Soprannome: Bluephin
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Età: Dimostra di avere intorno ai 30 anni, ma in realtà ne ha 232.
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Descrizione Fisica: Lucien è un ragazzo atletico, strutturato e ben delineato. La sua forma umana è alta circa un metro e ottantacinque, di un peso variabile intorno agli ottanta chili. Ma non c’è traccia di grasso su di lui. I muscoli ricoprono la sua figura, rendendola estremamente attraente al sesso opposto. Gli uomini lo guardano con invidia, convinti che debba tutto alla fortuna e agli steroidi. Ma non è così. Ogni fibra muscolare del suo corpo è frutto di un costante allenamento nella piscina, per cercare di mantenere la struttura che aveva quando ancora viveva sott'acqua. Là non aveva mai avuto bisogno di sudare per stabilire il proprio fisico, doveva semplicemente vivere. Adesso si muoveva in continuazione. E pian piano la sua fisicità era diventata un punto d’orgoglio e di vanto. Non amava indossare molti abiti, lo impacciavano nei movimenti e lo costringevano come se fosse in una rete. Indossava una felpa che mai abbottonava, appoggiata il più delle volte semplicemente sulle spalle. Ne aveva di diversi colori, ma tutte della stessa forma e fattezza. Indossava un paio di pantaloni corti, o il costume. Al massimo poteva mettersi per le cerimonie ufficiali un paio di jeans morbidi. Ai piedi portava o le infradito o le scarpe da ginnastica. Solo un elemento gli era fondamentale e non trascurabile: un paio di occhialini da nuoto, leggermente modificati, che gli servivano per abbattere i forti raggi solari. Certo non ci vedeva comunque bene, ma meglio che uscire senza protezioni. Senza la vista si sente perso a causa della sua natura, anche se deve proprio ad essa la sua capacità di vedere molto bene al buio o nelle profondità marine. Sono di un colore dei mari del nord, un blu intenso e glaciale, come anche il suo sguardo. Il volto è leggermente allungato, ma per niente affilato. La bocca sottile, tremendamente sensuale e accattivante. I capelli sono di un blu molto scuro, quello delle profondità marine. Nell'acqua sono morbidi e fluttuano liberi, mentre in superficie perdono molta della loro lucentezza e flessibilità. Quando ritorna alla sua forma originaria, Lucien raggiunge una lunghezza complessiva di quasi due metri e mezzo, dovuta alla coda simile a quella dei delfini. Alcune parti del corpo si ricoprono di un tessuto simile alle squame, di un colore tra l’argenteo e il celeste. La coda inizia all'altezza dei fianchi e si allunga sinuosa, terminando nella pinna caudale. Il suo colore è di un blu cobalto, dai riflessi di perla. Odia non poterla sentire, ma per la sua vita, ormai, è necessario avere le gambe.
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Descrizione Psicologica: Strafottente. Irritato. Menefreghista. Rissoso. Baldanzoso. Borioso. Perennemente con lo sguardo indecifrabile. Ecco come appare agli altri. E come anche è in realtà. Odia tutte le razze che calpestano la terra, dalla prima all'ultima. Se potesse farebbe avere la stessa sorte che è toccata alla sua famiglia. I primi decenni sulla superficie sono stati un trauma, una fuga e una lotta continua. Quando viveva ancora al riparo delle profondità marine non era così: era dolce e gioviale con tutti, il classico tipo che va d’accordo con chiunque. Anche ora riesce ad avere un carattere piuttosto mite e bonario, nelle giornate in cui è di buon umore, o se qualcuno gli sta particolarmente simpatico. Ritiene le donne della sua razza preziose e rare, da trattare come degli anemoni appena sbocciati. Le altre le ritiene solo un mezzo per raggiungere il proprio piacere. Mere creature prive di sentimenti, dedite solo a se stesse. Alcune ormai riposano nel fondo delle baie di qualche porto commerciale. Lucien pensa solo a se stesso. E alla sua gente. Tutto il resto è noia e barbarie. Non sopporta la disciplina terrestre, non sopporta la giustizia, così diversa dalla sua! Non tollera i governi e odia più di ogni altra cosa tutto ciò che riguarda la scienza e l’esercito. Perché gli hanno tolto le cose che più amava al mondo: la sua vita, la sua famiglia, la sua terra. Profugo, in terra sconosciuta, ha dovuto adattarsi e imparare a vivere da solo, usando come punti di riferimento gli animali che incontrava al suo passaggio. Trascorse così i primi decenni a comportarsi come un selvaggio. Poi iniziò a frequentare gli umani e le altre razze senzienti della Terra e imparò ad odiarle ancora di più. Adesso nutre per loro un semplice e puro disprezzo, che a volte può sfociare in attacchi di rabbia e violenza, altre volte invece li prende in simpatia e ama ridere con loro. L’unico posto in cui si sente veramente a casa è quando sta da solo, immerso nell'acqua di una piscina, senza alcun rumore intorno: lì raggiunge finalmente la pace.
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Background: La prima cosa che vide aperti gli occhi fu il blu. Un colore avvolgente e conturbante. Un colore freddo e immenso. Viveva con la sua famiglia nelle profondità oceaniche: padre, madre sorelle. Una famiglia come tante, una famiglia normale. Crebbe immerso nel loro amore e nella spensieratezza. Amava giocare con gli amici e studiare sempre nuove materie. Un giorno, intorno ai cento anni, a causa di una forte burrasca, venne sbattuto in superficie, là dove la luce filtra di più nel mare. Là dove stanno le creature del terreno. Non le aveva mai viste –ovviamente-, ma ne aveva sentito parlare, come di esseri dotati di gambe che camminano sulla terra. Corpi perlopiù flaccidi, senza stimoli, infiacchiti. E anche corpi logori, devastati dalle brutalità dei loro mondi. Giusto per curiosità, si avvicinò a delle rocce sporgenti, per vedere i colori di quel paese così diverso dal suo. Si accorse che poteva respirare anche in superficie e gli parve meraviglioso. Osservò con gli occhi sgranati un paesaggio che andava dal marrone al verde, dal rosso al giallo. Sentì la brezza sulla sua pelle e adorò gli animali che volavano sopra di lui. Gli pareva un posto incantevole. Rimase ad oziare ancora un po’ per fare tesoro nella sua mente di quel luogo, poi tornò giù promettendosi di non farne parola con nessuno. Alcuni anni dopo, mentre riposava nella sua capasanta, sentì dei rumori atroci, quasi meccanici, squarciare la quiete del mare. Poi giunsero le grida. Ed infine l’odore del sangue. Guizzò alla ricerca della propria famiglia, mentre con lo sguardo notava intorno a sé delle strane macchine, con delle reti attaccate: erano tutti in pericolo. Gli uomini di sopra avevano trovato un modo per raggiungerli e adesso li stavano catturando. Come nelle storie di paura che si raccontano ai bambini per togliere loro la voglia di andare in superficie. Li avrebbero anche studiati, analizzati e seviziati come dicevano le loro storie? Lucien non voleva pensarci. Cercò disperato, chiamando a gran voce la propria famiglia in ogni anfratto di mare. Vagò per giorni tra le rovine, ormai solo, senza voce e senza quasi più forze. Si abbandonò in lacrime nella piazza principale, con la sola compagnia dei pesci.
Dopo alcuni giorni passati a piangersi addosso, una furia incontenibile lo invase e cieco di rabbia nuotò furiosamente verso la superficie, pronto a sfogare la sua ira su chiunque. Ma il primo problema si porse non appena raggiunta la spiaggia: come poteva muoversi se non aveva le gambe? Come poteva sopravvivere in un mondo come quello? Fu la sua forza d’animo a sostenerlo, strisciando con fatica su quei terreni impervi, cibandosi di quello che trovava e gli pareva commestibile. Passarono anni e la sua rabbia era ancora lì, viva e forte più che mai, mentre il suo corpo si modificava lentamente: pian piano le pinne si tramutarono in piedi palmati e la coda si separava, andando a formare due lunghe gambe instabili. Barcollava appoggiandosi ai rami, continuando imperterrito a camminare senza una meta. Di giorno si nascondeva, di notte usciva allo scoperto, muovendosi nel buio. Ogni volta che pioveva le sue squame riaffioravano sulla pelle, lasciandolo nostalgico per settimane. Incontrò animali con i quali convisse per diverso tempo, imparando da loro a nascondersi e a cacciare. Incontrò dei bambini bipedi che lo lasciarono sbalordito e commosso: anche loro si muovevano instabili, ma quando cadevano si rialzavano con le proprie forze. Quando compì circa i duecento anni era ormai in grado di muoversi tra gli umani senza problemi: aveva imparato la loro lingua e i loro costumi, vestiva e agiva come se fosse uno di loro. Solo di notte si concedeva il lusso di tornare alle proprie origini, sprigionando la sua natura acquatica. Si tuffava nei ruscelli, guizzava nei laghi limpidi e poco profondi, nuotava controcorrente nei fiumi per rivivere le esperienze della sua casa natale. Tuttavia durante il trascorrere degli anni il suo odio nei confronti delle creature terrestri non è andato scemando, anzi. Ogniqualvolta in cui incontra un leviatano fa di tutto per prodigarsi in mille aiuti, arrivando ad uccidere chi anche solo redarguiva un suo “compaesano”. In cento anni si è adattato alla società terrestre, ora vuole trovare un modo per riprendersi la sua famiglia e la sua vita di un tempo.
Una notte decide di andare a sgranchirsi un po' la pinna, decidendo di farsi una bella nuotata e di procedere fino all'arrivo di una terra. Giunge così nei presi del porto di New Vegas, un posto decisamente inospitale, dove però incontra la bella Vanelope. Tra le due creature non umane si instaura presto un rapporto di complicità, che sfocia con la voglia di divertirsi in mare: unendo i loro poteri riescono a creare un'onda anomala che si infrange sulla città, provocando diversi danni. Euforici, decidono di sfogare la loro adrenalina appena accumulata rotolandosi tra le coperte. I due si salutano allegramente con la promessa di rivedersi in futuro. O per sfogarsi o per creare qualche altro danno. [
+] Ma le notti di avventura non finiscono lì: il suo corpo ha bisogno costante di muoversi per tenersi in allenamento e neppure tutte quelle ore passate in piscina sono sufficienti. Così, appena il sole cala sul mare, Lucien si dirige verso una piccola radura boscosa, scoperta per caso. Là sveglia accidentalmente una
giovane volpacchiotta, che nella vita ne ha passate di cotte e di crude proprio come lui. Forse i passati simili, forse la natura non umana, forse complice la splendida visione della natura incontaminata, fanno risvegliare i loro ormoni che li portano ad un amplesso tormentato e avvolgente allo stesso tempo. Poi, cessata la voglia e la magia, i due si separano senza parole di troppo, come due fiere antiche e solitarie. [
+] Le sue giornate tornano a trascorrere nella normalità e nell'apatia, ma durante la notte cerca di scoprire e di portarsi avanti con le disperate ricerche della sua famiglia. Un suo amico gli rivela una possibilità, un posto chiamato 'Laboratory', a Roma. Lucien perciò parte non sapendo bene cosa aspettarsi. Una volta giunto al locale la sua delusione è immensa, ma non sempre tutto il male viene per nuocere. Una bella quanto inaspettata
suora in incognito si rivela una donna dalle mille sorprese e lui non può fare altro che aiutarla nella sua impresa improvvisata. Dopo una serie di incomprensioni e di colpi sotto la cintura, il fascino del sirenetto ha la meglio e i due si uniscono in una notte di rivalsa, cercando qualcosa di indefinito l'uno nell'altra. Si salutano prima che faccia giorno, con il sorriso sul volto e mille preoccupazioni nei cuori. [
+]