Una casa a metà tra i mondi

di Lucien Yostor

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  1. †_†yun yun †_†
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    Non aveva i soldi per permettersi di possedere un edificio come quello in cui viveva, ma di pagare l'affitto in uno dei suoi appartamenti sì. Era un insieme di vecchi edifici che pian piano, nel corso degli anni erano stati ristrutturati. La zona non era in centro, anzi. Si trovava vicino alla foce del Tamigi. E per lui era l'ideale per poter andare a lavoro senza spendere nemmeno un soldo, gli bastava semplicemente risalire il corso del fiume. E lui poteva accederci direttamente dai sotterranei. Gli edifici non si alzavano sulla superficie, tant'è che avevano tutti un solo piano a livello del terreno, ma sotto, dove a volte si estendevano per diversi metri. E finivano proprio a picco sul mare. Era uno spettacolo unico, da mozzare il fiato. L'aria sapeva di salmastro e di libertà. Gli edifici erano collegati tra di loro da un delizioso cortile in porfido dai colori della sabbia, mentre alcune piante selvatiche crescevano qua e là. la luce era la padrona assoluta di quel luogo. Per questo Lucien aveva preso in affitto un appartamento "sotterraneo": non per il costo minore, ma per la minore presenza di luce. Tramite un ascensore interno si abbassava per diversi metri sottoterra, raggiungendo un locale di circa 100 mq, spazioso e comodo. Quasi a livello del mare. le stanze erano arredate con cura e con mobili perlopiù moderni, come piacevano a lui. L'ambiente trasmetteva un senso di vuoto e di solitario, segni tangibili che vi viveva un uomo solo. Ma era tutto perfettamente in ordine: Lucien odiava il caos e vedere gli oggetti sparsi a casaccio nelle stanze. Nel salotto, la stanza che più amava, aveva fatto portare un enorme divano, dove generalmente dormiva.
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    Intorno intere pareti cosparse di libri e tomi di diverse epoche, degli autori più disparati. Amava leggere. Non possedeva grandi comodità elettroniche, preferiva una vita più semplice e meno stressata. Da una porta secondaria del proprio appartamento si scendeva giù per una stretta scala, mal illuminata, ma per lui era come se fosse sempre giorno. In fondo si apriva un locale immenso, voluto dal primo ristrutturatore dell'intero complesso residenziale: una parete interamente affacciata sul mare. Certo, un robusto vetro separava l'ambiente marino dall'interno, ma tramite esso era possibile vedere le profondità marine. E anche poter passare di là senza essere visto. Si era trasferito da poco quando aveva notato una speciale apertura nella parete e una volta, vinto dalla curiosità, aveva aperto la porta. Tramite un intricato congegno di macchinari, la stanzetta a metà tra i due mondi permetteva di passare dall'uno all'altro. Un sogno che per lui sembrava quasi un miracolo. Era da lì che poteva entrare e uscire per raggiungere la capitale. Era da lì che si muoveva per muoversi in tutto il mondo non visto. Era lì, in fondo la sua vera casa...
     
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