Perhaps at your woman there's a rose to rise

right between her lips you find a new surprise. (X Raven)

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    Sabato sera. Lucien era affacciato alle grandi vetrate scure del proprio appartamento e guardava il sole rosso fuoco che si suicidava lentamente, gettandosi tra le onde del mare. L'acqua si screziava di rosso e arancio e i gabbiani volavano bassi, riscaldando un'ultima volta le ali stanche. Era un paesaggio unico e irripetibile, perché non vi era mai un crepuscolo uguale a quello del giorno precedente. Quella sera non aveva voglia di passarla chiuso in casa. Aveva voglia di stare un po' all'aria aperta, in perfetta solitudine. Aveva scoperto tempo addietro, un piccolo bosco non troppo lontano da Londra, ma abbastanza da poterlo definire "oasi di pace": l'aria era limpida, la vegetazione rigogliosa e indomita. Molti animali circolavano durante le ore più disparate in quelle zone e seguendole aveva trovato una piccola fonte dall'acqua azzurra e pura tanto da sembrare frizzante. Afferrò una sacca impermeabile e si diresse nei sotterranei. Arrivato lì si denudò, mise i panni nella borsa e uscì in mare aperto. Nuotò in profondità, mentre la sua forma originale prendeva il sopravvento su quella fittizia umana. La corrente da seguire non era tanto facile e sperava di orientarsi bene sul canale giusto da risalire. In realtà era poco più che un piccolo ruscello e doveva stare attento a non finire nelle reti di qualche pescatore di contrabbando. Grazie alla sua vista particolare, in acqua e al buio vedeva come gli umani durante le giornate col sole più luminoso. La nuotata fu piacevole e tranquilla. Affiorò un paio di volte per essere sicuro di riconoscere il momento in cui emergere. Scorse un grosso albero che aveva usato precedentemente come punto di riferimento e salì sulla terra ferma, aiutandosi con le braccia. Dopo poco riassunse la forma umana e le sue belle squame scomparvero, lasciando il posto alla pelle fragile e pallida. Si infilò il suo solito costume scuro, le infradito e si inoltrò nel bosco. Non sopportava quando le piante gli sfregavano lungo le parti intime né che i sassi gli si conficcassero sotto i piedi: per questo si era vestito. Mantenne un buon passo e raggiunse finalmente quel magico posto idilliaco: natura incontaminata. Strani fiori luminescenti rischiaravano le enormi piante che torreggiavano intorno a lui. Minuscole farfalle colorate svolazzavano nell'ambiente circostante, mentre un languido ruscello di acqua pura spezzava a metà il paesaggio. In cima, vi era la sorgente che si allargava in un naturale bacino idrico non particolarmente grande, ma abbastanza da poter sguazzare allegramente senza toccare i bordi o il fondo. Ecco, la pace che cercava. Guardando quella natura così rigogliosa e vitale, si sentì parte di un mondo ancora indomito e puro. Gettò di lato la sua roba e in un secondo fu di nuovo ammollo. "Questa sì che è vita" Disse sereno al mondo intorno a sé.
     
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    Era un semplice sabato sera quello, avevo una tremenda voglia di uscire. Stare rinchiusa in Albergo non faceva altro che confermare la mia teoria. Volevo uscire, esplorare quel nuovo mondo che mi si è parato davanti agli occhi e magari trovare un luogo tranquillo dove sonnecchiare in santa pace.
    I rumori dell'albergo mi davano fastidio, le persone con i loro falsi sorrisi mi irritavano in un modo incredibile. Non posso farci nulla, odio che quando voglio dormire mi vengono a disturbare!
    Uscì dalla mia stanza, mi sentivo oppressa e stare in albergo non mi piaceva affatto.
    Uscì con i miei soliti vestiti: Pantaloncini corti neri, maglietta nera senza maniche e delle scarpe da tennis.
    Incominciai ad camminare per Londra immersa nei miei pensieri e dopo aver visto le persone che c'erano decisi che era meglio andare fuori, certi umani è meglio evitarli.
    Passeggiando piano mi trovai davanti un piccolo bosco, senza perdere tempo mi addentrai all'interno e con calma presi tempo per guardarmi in giro. Girai intorno per molto tempo, esaminavo ogni angolo di quello che sarebbe stato il mio prossimo luogo-perfetto-per-dormire.
    Dopo poco mi trovai di fronte uno spettacolo che mi fece emozionare: c'erano dei fuori luminescenti, piante che torreggiavano e farfalle che volavano in giro. I miei occhi iniziarono a luccicare dalla meraviglia. Al centro vi era un un ruscello che spezzava a metà il paesaggio, mi avvicinai all'acqua e riuscì a specchiarmi: Le mie orecchie si notavano immediatamente visto che erano completamente rizzate in alto, i miei occhi assorbendo la temperatura di quel luogo aveva assunto un colore molto chiaro.
    Visto che non avevo un cambio era meglio per me non fare un bagno quindi optai per la cosa che volevo fare già da prima: Sonnecchiare.
    Mi allontanai e mi distesi sull'erba allargando le braccia, chiusi gli occhi e mi lasciai traspostare dal suono della natura in un sonno tranquillo.
    Poco dopo sentì diversi rumori come il rumore d'acqua smossa o anche delle parole come “Questa si che è vita”.
    Mi alzai assonnata e guardai chi aveva parlato, grazie alla mia vista offuscata dal sonno però non riuscivo così tanto vedere. Mi stiracchiai alzando un braccio e portando l'altro a reggere quello.
    Ciao.” Dissi poco dopo alzando la mano e piegando la testa di lato esponendo in questo modo il mio candido collo.





    Chiedo perdono se ho scritto poco. Volevo dirti che Alexy nella risposta sarebbe arrivata prima di Lucien ^^'' se non va bene lo cambio, eh!
     
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    Era talmente assorto dalla bellezza e dall'armonia di quel luogo da non essersi accorto di avere compagnia. Mentre permetteva alle sue fulgide squame di purificarsi e riprendere vigore, sentì la schiena irrigidirsi un chiaro segno che qualcosa intorno a lui non andava. Si immerse rapidamente, dandosi mille volte dello stupido. Aveva abbassato la guardia: un errore talmente sciocco e banale da renderlo un inetto. Si sarebbe auto-picchiato, una volta risolto il problema. Ora la questione era: con chi aveva a che fare? Non era semplice riuscire a capirlo rimanendo nascosto sotto l'acqua. Per un breve istante pensò di trasformarsi nuovamente in umano, uscire allo scoperto e vedere come andava. Ma fu solo un pensiero fugace. Era nel suo elemento naturale, con il favore delle tenebre e già in assetto di difesa, se fosse stato un pericolo era in quel modo che doveva presentarsi. Senza perdere ulteriore tempo, affiorò a pelo d'acqua, guardando circospetto intorno a sé. Silenzio. Non era trascorso molto tempo da quando si era immerso, giusto una manciata di secondi, ma erano bastati a far cambiare l'aria della radura. C'era un odore selvatico, strano, che stonava con l'armonia della natura. Un odore da umano. No, non proprio. Come se fosse un umano a metà. Incuriosito emerse ulteriormente, avvicinandosi al bordo: il suo petto muscoloso era completamente fuori dall'acqua, bagnato e lucente al chiarore della luna. Una voce femminile, leggermente impastata lo fece voltare verso la direzione giusta. "Buona sera a te, fanciulla" Disse amichevole. Notò semi-distesa per terra una giovane donna che prima non aveva affatto visto. Sì, stava decisamente invecchiando o incitrullendo. La prima cosa che lo colpì furono i lunghi capelli bianco, tendenti con la luce notturna quasi all'argenteo. Molto particolari. La studiò silenzioso ancora per qualche istante, guardingo, poi pian piano si rilassò. Appoggiò le braccia incrociate all'argine del laghetto e sopra vi ciondolò bonariamente la testa. "Spero di non aver disturbato il tuo sonno, creatura" Sì, aveva qualcosa di strano e differente dagli uomini, lo percepiva. E lo incuriosiva anche. La pinna, nascosta dalle acque scure, batteva a destra e sinistra, languida, in attesa.

    Va benissimo anche a questa maniera, non farti scrupoli di questo tipo ;)
    Unico consiglio che mi sento di darti è solo a livello di scrittura: i verbi al passato remoto (riuscì, uscì) se alla prima persona singolare, come hai impostato il testo si scrivono con due ii, senza l'accento altrimenti se lo scrivo con l'accento sembra sia la terza persona singolare. Ma ho visto che hai impostato il testo come se parlassi in prima persona ( mi piace un sacco, perché ho notato che ci si esprime meglio) e sennò si crea un po' di confusione a livello di lettura. Spero di essere stata abbastanza chiara e di non averti infastidita con la mia pignoleria xD
     
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    Dopo il mia saluto sentii il rumore di acqua smossa, mi portai le mani agli occhi e incominciai a sfregare su di loro per far passare il velo che era caduto su di loro. Dagli occhi passai alla bocca per nascondere lo sbadiglio che mi era nato. Me la stavo prendendo con calma in quanto non avvertivo nessun pericolo, avevo le orecchie abbassate sul capo e grazie a questo non si notavano molto.
    "Buona sera a te, fanciulla"
    Aveva usato un tono amichevole, possibile che fosse solo un modo per scherzare o prendere in giro? Uhm..
    Notai solo in quel momento il petto muscoloso era fuori dall'acqua, bagnato e lucente al chiarore della luna.
    Sembrava teso o meglio, guardigno, quindi lasciai tranquillamente che mi studiasse ma poi piano piano si rilassò. Appoggiò le braccia incrociate all'argine del laghetto e sopra vi appoggiò la testa.
    "Spero di non aver disturbato il tuo sonno, creatura"
    Creatura? Ah, forse non aveva notato le orecchie e nemmeno la coda visto che era nascosta dietro di me.
    Non si preoccupi.” Dissi calma sorridendogli, drizzai le orecchie e spostai la coda di lato in modo da fargli capire che ero un ibrido animale. Volevo proprio vedere la sua reazione, alzai la coda alla base per poi abbassarla formando una piccola onda bianca.
    Incrociai le gambe per poi perdermi ad osservare il viso del mio interlocutore, gli occhi erano di colore blu intenso e i capelli erano anch'essi blu ma di tonalità più scura.
    Immediatamente mi sorse un sospetto ma era meglio non fare immediatamente domande.
    E io spero di non aver disturbato la vostra nuotata serale.” piegai le labbra in un sorriso leggero, calma e tranquilla grazie al luogo in cui ci trovavamo.





    Affatto, anzi: ti ringrazio del consiglio. è che sono abituata a scrivere in quel modo quindi certe volte mi sfuggono mentre scrivo e al secondo controllo. Se hai nuovi consigli su come migliorare la mia scrittura li accetto volentieri ^^
     
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    La giovane si stava riprendendo da un sonnellino piuttosto importante a giudicare dal modo plateale con cui si stiracchiava e si riprendeva dal riposino. Lucien ebbe così modo di poterla studiare per bene. Fisico minuto e lineare, curve moderate ma non per questo inesistenti. Eppure notava delle forme strane, non umane, che le conferivano un'aria diversa. Fu solo alla fine, quando lei glielo permise, che poté vedere la sua natura. Era un'ibrido. Non riusciva bene a distinguere l'animale di appartenenza, un gatto, una volpe o forse un cane. Non poteva dirlo con sicurezza dalla sua posizione. Si rilassò ulteriormente, lasciandosi carezzare il viso dall'erba alta. Tra creature non umane, generalmente correva una sorta di patto di non beligeranza. Tuttavia era ancora indeciso se rivelarsi: come sempre il terrore di svelare la propria natura ad un estraneo gli attanagliò il cuore. Fu lo sguardo della fanciulla, così rilassato e sereno, che lo convinse a mostrarsi. Con apparente noncuranza fece schioccare le lunga coda oltre il livello di quell'acqua rigenerante. La pinna blu brillò attraverso i riflessi madreperlacei, come se fosse fatta di pietre preziose. Poi scomparve altrettanto velocemente sotto l'acqua. "Non abbiate timore. Ero qui solo per rilassarmi." Continuò educato. La conversazione si stava svolgendo a ritmi placidi, senza brusche interruzioni ma senza nemmeno forzature. Era tuttavia curioso di sapere a quale specie appartenesse, sebbene il suo innato seno dell'educazione gli impedisse di fare domande così esplicite. Decise quindi di prenderla alla larga. "Non trovate anche voi che sia una notte splendida signorina...? perdonate non credo di sapere il vostro bel nome." La voce modulata e gli occhi da seduttore fecero la sua comparsa. Era un peccato non fare conoscenza, vista la situazione in cui si erano ritrovati per puro caso. Qualora le avesse risposto, Lucien si sarebbe presentato in maniera altrettanto educata e garbata, fornendo il nome completo. Poi si sarebbe voltato ad ammirare la magnificenza della natura che dominava incontrastata il mondo intorno a loro, avrebbe voltato il corpo, dandole le spalle e con assoluta tranquillità si sarebbe appoggiato con entrambe le braccia distese al bordo. Una posizione di assoluta tranquillità e spensieratezza, volta a mettere chiunque a proprio agio. Con fare da innocuo seduttore avrebbe girato di poco la testa verso di lei per parlarle: "Perché non vi unite a me? E' uno spettacolo troppo bello, per essere visto da solo, senza nessuno con cui parlarne." Se la ragazza si fosse aggregata a lui, avrebbero potuto scambiare qualche parola sulle loro origini e sulle proprie condizioni. Magari avrebbero stretto amicizia, magari avrebbero condiviso esperienze simili. Oppure avrebbero sempre potuto passare una piacevole serata...


    Per consigli da ruolare non credo per ora di avertene da dare. Invece se cerchi qualche consiglio last minute, ti suggerisco di guardare qua, c'è di tutto e un po' :)
     
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    Sembrò rilassarsi ancora, ora ne ero sicura; non era un umano. E a dimostrarmelo fu lo stesso ragazzo che alzò la sua pinna blu- aspetta, aspetta... Pinna? Un triton- ah, no come si chiamava?! Dannazione, Cervello incomincia a lavorar- Leviatano! Ah-ha, mi sento un genio.
    Non ebbi modo di guardare meglio viste le mie pippe mentali (DANNAZIONE!), l'aveva riportata in acqua uffa.
    Non abbiate timore. Ero qui solo per rilassarmi.
    Era educato, questo è poco ma sicuro. Sentirmi dare del lei mi faceva sentire a disagio, non ero abituata alla formalità. In ogni caso ero davvero curiosa, non avevo mai incontrato una creatura diversa da un umano.
    Non trovate anche voi che sia una notte splendida signorina...? perdonate non credo di sapere il vostro bel nome.
    Sentii a dosso gli occhi da seduttore del ragazzo, la voce modulata mi fece quasi dimenticare quel “vostro bel nome.” Quasi, eh!
    Sospirando calma e muovendo di tanto in tanto la coda gli risposi sorridendo;
    Il mio nome è Alexy. Alexy Dhell.
    La mia voce era serena e calma, al contrario della mia mente. Era nel più completo caos.
    Anzi; è meglio dire che nella mia testa ci fosse un manicomio e un circo insieme. E si, lo ammetto. Anche un divano. Non è colpa mia! A volte adoro rilassarmi e il divano mi sembrava la scelta adatta... magari era meglio un letto. Bah.
    Il ragazzo si voltò dandomi le spalle, probabilmente per osservare la natura, e con tranquillità si appoggiò con entrambe le braccia distese al bordo. Sussultai sorpresa quando girò di poco la testa verso di me, pensavo che mi avrebbe ignorato e si sarebbe rilassato a sua volta guardando lo spettacolo che offriva la natura.
    Perché non vi unite a me? E' uno spettacolo troppo bello, per essere visto da solo, senza nessuno con cui parlarne.
    Sorrisi felice, ormai il sonno era andato e di rimettermi a dormire non mi andava. Gattonai fino ad avvicinarmi al bordo, lontana mezzo metro dal ragazzo per non dargli fastidio.
    Concordo, è la prima volta che vedo un luogo del genere.
    Perché la mia voce è così dannatamente calma? Perché è sempre il contrario della mia testa? Perché?! Ah, giusto. Se la seguisse in continuazione mezzo mondo sarebbe morto o io sarei stata uccisa dal primo che passava, era meglio così. Decisamente.





    Se sbaglio qualcosa avverti pure, eh! ^^
     
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  7. †_†yun yun †_†
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    "Alexy... Mmm, sì avevo ragione è proprio un bel nome." Lo pronunciò facendolo scivolare dolcemente fuori dalle labbra, come se si stesse gustando ogni lettera, carezzandola suadente. Non c'era una ragione precisa al suo comportamento. Appena l'aveva vista lì, semi-addormentata, indifesa quasi, qualcosa era scattato dentro di sé. Il tipico istinto animalesco maschile? Forse. I suoi ormoni ribollivano all'interno del suo corpo più freddo di quello umano, ma non per questo meno affascinante o caloroso. Anzi. Sapeva quando le donne umane amassero il suo corpo ben definito e allenato, e i suoi modi di fare così attenti e adeguati per ogni situazione lo rendevano affabile oltre misura. Gli occhi di ghiaccio dell'ibrido si fecero più grandi man mano che si avvicinava a gattoni verso di lui. Poté vedere per la prima volta la sua coda: doveva essere morbida e setosa. Osservandola meglio non sembrava un incrocio con un gatto, forse più una volpe. Non è che avesse antipatia per i felini, solo che per natura propria non riusciva a farseli piacere. Sarebbe stato un problema avvicinarsi troppo ad uno di essi senza giungere ai graffi. La fanciulla lo raggiunse tenendosi però abbastanza lontana, diciamo oltre la sua portata, poco oltre la fine della mano. Era rilassato. E visto che non correva pericolo, decise di abbandonare lentamente le sue riserve di autocontrollo, permettendo alla sua natura di espandersi libera sul corpo fantoccio. Piccole squame argentee fecero capolino sulle spalle. sugli zigomi e sul dorso delle mani. Fu solo in quel momento che si accorse di non essersi presentato a dovere: "Perdoni la mia maleducazione. Sono Lucien. E come avrà notato non provengo dalla terra." Disse voltandosi verso il suo volto giovanile. Si distese ancora di più nel bordo, appoggiando la nuca sul terreno erboso, mentre allungava la sua amata coda. Ora la pinna affiorava leggermente sopra il livello dell'acqua, giocando aggraziata con l'aria fresca della notte. Alexy sembrava leggermente sulle spine, nonostante il tono di voce calmo e Lucien si chiese il perché. Inarcò un sopracciglio, come per studiarla meglio, mentre studiava le sue curve e le sue movenze. Aveva un corpo non troppo maturo ma perfettamente abbellito là dove era necessario. Si chiese anche quanti anni avesse. Per smorzare un eventuale silenzio la invitò a unirsi a lui, lì nell'acqua. "Vi garantisco che lo dico con tutta la mia sincerità. E' una notte troppo bella per passarla in solitudine. E' un momento magico da condividere con qualcun altro." Sì ormai il suo intento era chiaro: ci stava provando di sana pianta. Chissà quanto avrebbe resistito prima di cedere al fascino del sirenetto.
     
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    Un bel nome? Il mio? Seh, certo. Se un nome associato col cognome “Dhell” è bello allora sono una regina, è come se dicessi che ti piace l'inferno! Anche se ad alcuni potrebbe anche piacere.
    In ogni caso: mi sedetti tranquilla piegando le gambe di lato e poggiai sopra di esse la coda.
    Sembrava rilassato, infatti piccole squame argentee iniziarono a comparire sulle pelle; spalle sigomi e il dorso delle mani ne era ricoperte.
    Non mi preoccupai molto del suo aspetto, almeno lui riusciva a nasconderli.
    Sentii la sua voce parlarmi di nuovo, ero attenta a ogni parola. Volevo osservarlo a mia volta, capire il suo comportamento e adeguarmici.
    Perdoni la mia maleducazione. Sono Lucien. E come avrà notato non provengo dalla terra.
    Al sentire il suo nome mossi la punta della coda facendola volteggiare in aria, staccata dalla terra di un paio di centimetri.
    Anche Lucien è un bel nome
    Rilassai le spalle, infondo non avevo nulla di cui preoccuparmi. Si voltò verso il mio volto e si distese ancora di più sul bordo, appoggiando la nuca sul terreno. I miei occhi corsero sulla pinna che affiorava sopra l'acqua, era di colore blu con dei riflessi madreperlacei.
    Il mio sguardo si diresse di nuovo verso il viso di Lucien, aveva inarcato un sopracciglio e aveva iniziato a studiare il mio corpo.
    Il silenzio che stava per scendere venne rotto di nuovo dal ragazz- aspetta, ma quanti anni aveva? Ah, dopo glielo chiedo. Mi invitò a unirmi a lui nell'acqua, poi disse:
    Vi garantisco che lo dico con tutta la mia sincerità. E' una notte troppo bella per passarla in solitudine. E' un momento magico da condividere con qualcun altro.
    Un sorriso iniziò a dipingersi sulle mie labbra, ci stava provando questo era chiaro come il sole. Però...
    “Non rifiuto mai una sfida” avevo detto. E se Lucien vuole giocare... giochiamo.
    Annuii con calma, mi alzai per incominciare a svestirmi e entrare in acqua: Diedi il fianco a Lucien e presi l'orlo della maglietta con entrambe le mani, l'alzai con calma scoprendo piano piano la mia pelle bianca.
    Quando me la tolsi rimasi solo col reggipetto a coprirmi il seno, passai ai pantaloncini sbottonandoli e facendo scendere la zip, li abbassai rimanendo in intimo. Mi sedetti per togliermi le scarpe e le calze, appena tolsi tutto piegai i miei vestiti e li misi in ordine. Non mi imbarazzai, essere mezza nuda davanti a uno sconosciuto non mi sconvolgeva più di tanto. E poi... pensava che io sarei caduta al suo fascino? Si sbagliava.
    Stando attenta a non dargli le spalle, grazie mille cicatrici, mi portai le mani alla schiena sganciando il reggiseno. Lo poggiai sopra i vestiti per poi passare a togliere anche l'intimo, lo feci scivolare lungo le mie gambe rimanendo nuda davanti agli occhi di Lucien; avrebbe potuto osservare il mio seno sodo, con i capezzoli rosa che spiccavano sulla pelle bianca. Grazie alla genetica e un ottima cura personale la mia pelle era completamente liscia, ne andavo fiera. Vi era un leggero alone rossastro su una natica, segno di una settimana prima, il giorno in cui persi la mia verginità.
    Mi girai verso l'acqua, sempre stando attenta a non mostrargli le cicatrici, e mi immersi anche io. Mi ero avvicinata di qualche centimetro al ragazzo.
    La mia coda, sotto l'acqua, sembrava un lungo e grosso serpente bianco. Girai la testa verso Lucian e gli dissi sorridendo provocatoria, un sorriso pieno di promesse...
    Posso sapere quanti anni hai?
    Infrante. Si, ero tremendamente crudele.
     
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    Aveva accolto il suo invito senza neanche rifletterci troppo e subito aveva preso a spogliarsi. Non aveva chiesto di denudarsi, se avesse voluto avrebbe potuto entrare in acqua anche vestita. Eppure, senza battere ciglio o mostrarsi indecisa, Alexy aveva afferrato i bordi della maglia per sfilarsela. Ogni lembo di pelle che scopriva era terribilmente sensuale e candido, da far venire voglia di macchiarlo con la propria presenza. I pantaloncini vennero depositati a terra. Compiva quei gesti così lentamente da far partire ai nervi anche ad un santo. Ma Lucien era un essere paziente e si godette ogni attimo della vestizione, guardandola di lato. In fondo non gli aveva detto di non guardare. Alla luce della luna la sua carnagione sembrava ancora più bianca e candida; ipotizzò che fosse anche liscia e vellutata, più della seta. Pian piano anche gli ultimi indumenti caddero a terra lasciando la fanciulla senza niente a protezione delle proprie intimità: era come se l'era immaginata. Pura, leggermente acerba, ma sensuale. Il tipo di donna su cui scommetti per il futuro. Molto probabilmente non aveva avuto nemmeno molte esperienze di quel campo, ma sapeva mostrarsi molto accattivante. Forse era proprio quell'aria da fanciulla sbarazzina ad attrarlo verso di lei. Mentre la osservava con rispetto, Alexy non si mostrò né turbata, né imbarazzata né intimidita. Lo raggiunse in acqua, a poca distanza dall'acquatico. Se avesse allungato la mano verso di lei avrebbe potuto toccarla senza difficoltà. Riuscire a resistere a quella tentazione fu un'altra prova della sua innata pazienza. Poi qualcosa scattò nella mente della fanciulla che si rivolse a lui con uno sguardo audace e molto provocatorio. Lucien non aspettava altro. Ascoltò la domanda e si immerse, facendo schioccare la coda. Dopo nemmeno un attimo riemerse davanti a lei: i loro copri potevano quasi sfiorarsi, ma si mantenne ad una distanza tale che ciò era impossibile. Era sopra di lei, eppure non la toccava, ma i loro visi potevano studiarsi da vicino. Avrebbero addirittura potuto contare il numero di ciglia l'uno dell'altra, se avessero voluto. Ma i corpi rimanevano ancora separati. L'acqua era piacevole, trasmetteva un senso di primordiale e animalesco nelle loro essenze. "Per il computo umano ho circa 30 anni." Le disse. In effetti era quella l'età che ormai da anni spacciava di avere. Tuttavia non corrispondeva affatto alla realtà. La razza cui faceva parte era particolarmente longeva e una volta raggiunta la maturità impiegava secoli prima di avviarsi verso il decadimento. Con un lieve movimento del bacino, ondeggiò qualche centimetro più avanti. Gli occhi guizzavano felici e irriverenti al tempo stesso. Coprì la distanza che li separava in modo da sussurrarle all'orecchio: "Ma se vuoi sapere quando sono nato... Direi più di duecentotrenta anni fa..." Si allontanò di poco per vedere la sua espressione, mantenendosi nuovamente a distanza di privacy da lei. Era assolutamente curioso di vedere le sue reazioni! Quando Alexy avesse assorbito la notizia le avrebbe chiesto la sua di età. "Spero che tu non mi consideri troppo vecchio per queste cose." Le disse con fare nuovamente da uomo di altri tempi, allargando un braccio per indicare prima il luogo in cui si trovavano, poi la vicinanza tra loro.
    Intanto la sua mente vorticava per reprimere l'istinto di afferrarla tra le proprie braccia e stringerla a sé, in quel lago screziato di argento.
     
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    Dopo la mia domanda Lucien si immerse facendo schioccare la coda, riemerse di fronte a me. I nostri corpi potevano quasi sfiorarsi, un idea folle incominciò ad invadermi la mente ma l'avrei messa in atto più tardi. Era sopra di me ma non mi toccava, per ora, potevo osservare le scaglie sul suo viso senza problema alcuno.
    Per il computo umano ho circa 30 anni.
    30? Ma dai, sto attirando i vecchietti (che però non sembrava ma lo avrei testato, poco ma sicuro.).
    Con un movimento del bacino si avvicinò di qualche centimetro, i suoi occhi sembravano felici... stavo guadagnando punti o sbaglio? Avevo le orecchie alzate, quando mi si avvicinò per sussurrarmi qualcosa avvertii un brivido salirmi lungo la schiena.
    "Ma se vuoi sapere quando sono nato... Direi più di duecentotrenta anni fa..."
    … Ancora meglio, insomma. Si allontanò di poco ma pote vedere solo il mio volto confuso, oramai attiravo solo persone più vecchie di me... anzi, la cosa mi fa anche piacere. Infondo che male c'era.
    Mi chiese la mia età per poi dire con fare da uomo di altri tempi(molto vecchi, cofcof):
    "Spero che tu non mi consideri troppo vecchio per queste cose."
    Allungò un braccio per inicare il luogo e poi la vicinanza tra i nostri corpi, sentii le risate nascermi in gola ma quando diedi loro voce sembravano molto leggere.
    Ho 17 anni e no, per me l'età non conta.
    Senza che lo notasse feci scivolare piano piano la coda oltre di lui, l'alzai un poco per poi toccargli la schiena con essa. Si sarebbe preso uno bello spavento.
    Ora dipende da te... non sono un po' troppo giovane?
    Domandai di nuovo, ero sinceramente curiosa. Che avrebbe fatto ora che sapeva la mia età?
    Ero immersa fino a mezzo petto, col seno quasi totalmente immerso nell'acqua.

     
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    17 anni. Aveva appena detto... 17 anni. Lucien fece finta di annegare. Abbassò il capo, facendolo sprofondare nell'acqua. Dato che era un signore, ebbe l'accortezza di chiudere gli occhi: non voleva che la ragazza pensasse di lui come ad un pervertito maniaco e molestatore. Oltre che pedofilo. Ragionò un attimo: a che età era consentito legalmente fare sesso con un minore, lì in Britannia? Rischiava la galera? Poteva essere perseguibile per legge? Per un attimo si vide davvero vecchio: l'aveva sì stimata giovane ma non così tanto. Eppure, il suo corpo e suoi atteggiamenti erano quelli di una persona piuttosto esperta del mondo! Ah, come erano cambiati i tempi. Scosse il capo, riemergendo. La fissò negli occhi. Non sembrava né spaventata né intimorita. Eppure le sue intenzioni erano chiare. Cavolo, mica necessitava di un disegnino, vero, per spiegarle cosa aveva intenzione di fare? Fu Alexy stessa a togliere qualsiasi dubbio: mentre il suo cervello galoppava veloce per decidere il da farsi, la fanciulla aveva già elaborato un piano. Si sentì avvolgere da quella che era presumibilmente la sua coda, setosa e morbida anche se bagnata. Il suo tocco sulla sua schiena fu delicato e improvviso ma dolce allo stesso tempo. Pareva quasi che un'alga marina lo sfiorasse. Socchiuse gli occhi e per un attimo la mente si perse nei ricordi. Ma fu la sua voce a farlo tornare sulla realtà. Cavoli, stava davvero per prendere un granchio! Da titano di onore quale si riteneva, aveva giudicato male la persona di fronte a sé: dove aveva visto un tenero virgulto di anemone, stava invece un'affascinante squalo, pronta a divorarlo. Sorrise piacevolmente divertito. "Colpito e affondato mia giovane amica. Sappi che se per te non è un problema, io non ho assolutamente niente in contrario." Le rispose sornione. E detto questo si dichiarò praticamente sconfitto. Non che gli dispiacesse. E per farle capire che aveva carta bianca e per aiutarla a stare a galla in quell'acqua meravigliosa, la afferrò delicatamente per i fini fianchi e con una rapida piroetta capovolse la situazione: lui si trovava di sotto, più vicino al fondo dello stagno, mentre lei era più vicina alla superficie. Se solo si fosse mossa un pochino le sue natiche avrebbero assaporato tutta la brezza notturna. Continuando a sorridere divertito eccitato le chiese all'orecchio: "Mia giovane fanciulla... Avete una richiesta... Un desiderio per me...? Magari potrei accontentarvi..."
     
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    Sorrisi divertita quando fece finta di affogare, sembrava che mi avesse giudicato male. Riemerse per poi guardami negli occhi, sembrava pensieroso. Quando la mia coda gli toccò la schiena invece di spaventarlo come avevo immaginato socchiuse gli occhi, perdendosi probabilmente nei ricordi.
    Sorrise divertito a quello che dissi.
    Colpito e affondato mia giovane amica. Sappi che se per te non è un problema, io non ho assolutamente niente in contrario.
    Mi afferrò con delicatezza per i fianchi e con una giravolta capovolse le nostre posizioni; ora ero io che stavo sopra, lui era si sotto, più vicino al fondo. Se mi fossi mossa probabilmente lle mie natiche sarebbero state in superficie. Continuando a sorridere divertito mi chiese all'orecchio:
    Mia giovane fanciulla... Avete una richiesta... Un desiderio per me...? Magari potrei accontentarvi...
    Un sorriso molto più provocatorio si dipinse sulle mie labbra, portai la mano destra verso la guancia dell'uomo e la sinistra al collo.
    Primo: Dammi del tu.” Gli sussurrai sensuale, tenendogli fermo il viso con la mano poggiai le mie labbra sulle sue, un bacio casto all'inizio ma dopo qualche secondo passai la mia lingua sulle sue labbra.
    Mi staccai di qualche centimetro dalle labbra per potergli sussurrare con calma:
    Non tutto è ciò che sembra. Per farti capire ti faccio un esempio: Prima avevo 9 code.
    Io posso avere 17 anni, certo, ma ho anche sopportato torture inimmaginabili. Spostai piano la mano sinistra lungo il petto riprendendo quello che stavo facendo prima.
    Se capiva quel che intendevo allora si meritava un oscar, spesso le mie parole risultavano strane e incomprensibili.
     
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  13. †_†yun yun †_†
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    "Va bene Alexy. Diamoci pure del tu. E poi..? Nient'altro?" Chiese nuovamente suadente. Quando ci si metteva di impegno riusciva ad essere davvero molto convincente. E questa era una di quelle occasioni. Fin dal primo sgaurdo che si erano scambiati, aveva deciso che quella fanciulla sarebbe stata sua, in un modo o nell'altro. E se era lei a cadere così spontaneamente tra le sue braccia... Beh era decisamente un bel vantaggio.
    Le sue dita erano fresche e delicate quando si posarono sul suo corpo, ma lui le avvertì comunque più calde: la sua razza era formata da gente con il corpo più freddo, così non solo la sua temperatura era più bassa del normale ma anche e di conseguenza pure quella dei suoi liquidi, qualunque essi fossero.
    Senza perdersi in ulteriori preamboli vide il viso della giovane avvicinarsi e al momento opportuno socchiuse gli occhi, gustandosi però l'immagine di lei che lo raggiungeva alla cieca. Dischiuse le labbra e assaporò quel bacio dolce e allo stesso tempo selvatico, quali erano le loro differenti razze. Ben presto poté sentire il sapore della sua lingua, che sbarazzina si intrometteva benvoluta sulle sue labbra. Alexy interruppe il bacio per fornirgli una strana informazione. A cosa si riferiva la faccenda delle 9 code? Agrottò le sopracciglia, ma non gli diede troppo peso. Per lui in quel momento poteva avere anche 10 braccia: avrebbe continuato a desiderare comunque il suo corpo.


    ora che entriamo nel vivo della role, ti suggerisco di approfondire bene sensazioni ed emozioni, in modo da rendere rutto più piacevole e intrigante ;)
     
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    Questa era solo la seconda volta che baciavo qualcuno, la prima ero totalmente impacciata ma è stato fantastico. Il ricordo delle sue mani sulle mie braccia, di come mi bloccava e di come mi penetrava è semplicemente spettacolare. Avrei voluto che un altro uomo riuscisse a dominarmi così... purtroppo non se ne trovano molti in giro.
    Il mio cuore batteva velocemente, segno che l'adrenalina aveva incominciato ad correre, e brividi su brividi incominciavano ad animarmi. Brividi d'aspettativa. Chissà come sarà questa seconda volta...
    "Va bene Alexy. Diamoci pure del tu. E poi..? Nient'altro?" sorrisi alla voce suadente dell'uomo, pensava che fossi caduta tra le sue braccia? Si sbagliava. Sarà lui a chiedermi di continuare, sarà lui ad desiderare il mio corpo e sarà sempre lui quello che rimarrà sconvolto davanti alle cicatrici. Chissà che faccia farà se le vedrà... sarà interessante.
    Approfittai delle labbra dischiuse per introdurre la mie lingua dentro la sua bocca, andando a stuzzicare il suo muscolo per invitarlo in una danza.
    A quanto pare non aveva capito il riferimento, peccato. Sarebbe stato interessante vedere il suo viso sconvolto.
    Non gli avrei dato altri ordini, prima volevo conoscerlo; conoscere il suo comportamento e magari adeguarmici... o magari dominandolo. Da questa posizione poteva osservare un morso abbastanza evidente vicino al collo, un altro segno datomi dall'uomo insieme al alone rossastro sulla natica.
    Continuavo a muovere la mano sul suo petto mentre muovevo sinuosamente la coda sott'acqua creano delle piccole onde.


    Grazie del consiglio! Ti volevo informare che ho aggiornato la scheda di Alexy, la parte sulla psicologia folle di lei.


    Edited by White Raven - 8/4/2015, 21:13
     
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  15. †_†yun yun †_†
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    Quanto avrebbe voluto dare una piccola lezione di educazione alla piccola impertinente. Sentiva dal suo corpo, attraverso i flebili legami che li univano, quanto lei si sentisse padrona della situazione. Al momento era sì in quel modo, ma solo perché lui lo desiderava. Se era questo ciò che serviva per farla sentire a proprio agio, allpra lui glielo avrebbe dato. In fondo era un amante premuroso, se la situazione lo richiedeva. E questa a suo giudizio lo era. Perciò lasciò a lei il controllo e la gestione della fase preliminare. Rispondeva ai suoi baci con calma, senza fretta, in modo da far conoscere le proprie bocche. Sentiva la saliva calda di lei mischiarsi con la sua e donargli piacevoli brividi che finivano immancabilmente lungo la schiena. Tuttavia non era uno stoccafisso e nemmeno un pesce in rete. Lentamente, come a conquistarsi la sua fiducia avvicinò le mani al suo tenero viso, spostandosi pian piano lungo i suoi capelli argentei. Se non avesse trovato resistenza, allora sarebbe sceso ulteriormente, poggiandole una mano sulla gola che si sarebbe fermata all'altezza dello sterno; mentre l'altra sarebbe discesa lungo la colonna vertebrale. E solo allora avrebbe sentito i segni sul suo adorabile corpo. Per un attimo si fermò. Immobile. Voleva accertarsi di non esersi sbagliato. E allora intuì il vero senso di quella frase sibillina che aveva udito poco prima. Non ne era certo ma molto probabilmente era stata seviziata e toerurata per la sua natura. Contrasse la mascella e serrò i pugni. Forse avevano fatto ad Alexy le stesse cose che poteva aver subito la sua famiglia. Tra i denti le chiese: "Dimmi solo... se hai bisogno di una mano... Per fargliela pagare." La rabbia era malamente contenuta dalle sue labbra. Gli occhi chiusi esprimevano tutto il suo risentimento verso gli umani.
     
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