Scosse Profonde

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    Era notte fonda ormai erano passate le tre di notte, Vanelope si trovava nel suo letto dopo il suo turno lavorativo. Stava dormendo ma a giudicare da come si spostava continuamente rigirandosi nel letto, era chiaro che avesse degli incubi. Sognava di correre e di appesantirsi sempre più, cercava di fuggire dai suoi fratelli che la stavano incalzando, erano così vicini che presto l'avrebbero catturata, l'ansia cresceva mentre pensava che avrebbe dovuto rinunciare al suo pasto. Non poteva farci nulla i suoi fratelli erano molto più forti di lei, l'avrebbero sopraffatta. Improvvisamente il letto iniziò a tremare, non poteva essere lei, quella sensazione la conosceva bene. Si svegliò bruscamente e vide subito il lampadario sul soffitto muoversi e gli oggetti sul suo comodino tremare: un terremoto. Non durò a lungo, non era di certo una perturbazione grave, eppure Vanelope iniziò a provare la paura. Non tanto del terremoto ma di ciò che avrebbe potuto causarlo. Si alzò dal letto vestendosi in fretta, indossando dei corti shorts di jeans, un body bianco senza maniche con delle strisce viola ai lati e le sue comode scarpe da ginnastica. Lasciò i suoi lunghi ricci verdi sciolti, non aveva tempo per sistemarli. Si precipitò in strada correndo velocemente verso il porto, il cuore le batteva forte nel suo petto, e la paura che la sua famiglia la stesse cercando le attanagliava la gola. Superò vicoli, persone che in pigiama andavano in strada spaventati, il vicolo delle prostitute poi finalmente arrivò al porto. Ansava pesantemente, non correva in quel modo da parecchio tempo, si accasciò a terra sedendosi sul bordo della banchina con le gambe che penzolavano sopra all'acqua. Una distesa nera con bagliori argentati per via delle luci artificiali. Le ricordavano molto il sottosuolo dove per anni e anni era costretta a vivere. Portò una mano sul petto ascoltando il ritmo del suo battito cardiaco che si calmava pian piano. Da quanto tempo non si sentiva a quel modo? L'adrenalina che scorreva in corpo, lo stomaco che si contorceva al pensiero di un padre severo che la voleva a casa. Iniziò a ridere fissando l'acqua sotto ai suoi piedi: solitamente amava quella sensazione di pericolo, quando si diceva "mi sento viva". Eppure l'ansia che provava nel sospetto che la sua famiglia la stesse cercando non le piaceva affatto. Era fuggita da loro, non aveva alcuna intenzione di tornare, sapeva tuttavia che se loro l'avessero trovata, l'avrebbero sicuramente costretta a farlo. Così fissò l'enorme distesa di acqua con la paura di vedere delle creste di Kaiju far capolino da sotto la superficie marina.
    Dimmi che è solo un fottuto terremoto del cavolo. disse mentre lo sguardo si perdeva fra i riflessi argentei.

    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 23/12/2014, 21:01
     
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  2. †_†yun yun †_†
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    Quanti di voi riuscirebbero a resistere fuori dal proprio elemento naturale, sopprimendo i propri istinti per molti giorni di fila? Beh anche i più stoici alla fine hanno dei cedimenti. E così era successo a Lucien. Era quasi passata una settimana da quando aveva potuto muoversi nella sua vera forma per un discreto periodo di tempo, sicuramente superiore a quello impiegato per andare o tornare da lavoro. Così aveva atteso che la notte scendesse, aveva usato il suo varco speciale e in un attimo era tornato alle proprie sembianze naturali. Un piccolo fagotto legato dietro la schiena conteneva una delle sue felpe preferite e un costume da gara di nuoto, nero e viola. Era il massimo che riusciva a sopportare sulla terraferma. Reputava gli esseri umani degli sciocchi a nascondere le proprie forme. Anche se era pienamente convinto che certuni avrebbero dovuto indossare degli scafandri completi. Assaporò sulla pelle la salsedine marina. Subito decine e decine di pesci gli nuotarono intorno, fieri e contenti della sua presenza là. Le squame brillarono radiose alla luce filtrata della luna, rivelando un colore madreperlaceo. La sua pinna si sgranchiva, allungandosi e contorcendosi come se si fosse svegliata dopo un lungo sonno. La accarezzò carico di nostalgia. Poi guardò le profondità marine diventare sempre più scure e un guizzo di adrenalina lo sconvolse. Tanto domani non ho niente da fare, voglio nuotare finché non sbatterò il naso contro una terra" Si disse. Salutò i pesci colorati e nuotò come se non ci fosse un domani. Ecco la vera bellezza della vita. Ecco il motivo per cui ogni giorno valeva continuare a vivere e a cercare. Quell'immensità fredda e buia era più calda e lucente di un abbraccio del sole. Amava il mare, gli oceani e ogni altra fonte contenesse acqua. Tutto il resto non importava. Durante il suo girovagare incontrò un gruppo di delfini, gli animali a lui simili per la coda e fu un momento di gioia frenata. Si diedero alle danze acrobatiche e a canzoni allegre che causarono un'ilarità generale. Uno dei mammiferi si fermò, come se dovesse ascoltare un messaggio di una voce lontanissima. E così era. Tramite gli ultrasuoni vennero a sapere che non molto lontano da lì stava per accadere un forte terremoto. Ma a loro cosa importava? Sarebbero nuotati da un'altra parte. Lucien invece era affascinato. Durante la sua lunga vita aveva sentito diversi terremoti e alcuni tsunami. Si chiese se la scossa sismica sarebbe stata abbastanza potente da creare quelle onde meravigliose. Con una sferzata di pinna si mosse in direzione del rumore, sperando di poter arrivare in tempo.
    Vide la terraferma stagliarsi netta di fronte a lui, come una barriera. Concentrandosi un poco assunse la sua forma umana, non poteva avvicinarsi alla terra quando era un leviatano. Rimanendo sott'acqua si avvicinò lentamente alla battigia del porto di una città che non aveva mai visto. Chissà dove era arrivato...
    Mentre cercava un punto preciso dove emergere vide la figura di una bella donna che guardava in basso, verso di lui. "Che mi abbia visto?" Si domandò. Ma era notte, lui a circa 20 metri sott'acqua. Rimanendo in attesa per qualche istante, osservò la donna dalla corporatura nient'affatto esile della donna. Notò benissimo i lunghi capelli verdi e gli abiti succinti. Vide anche che aveva un'espressione molto serie: forse aveva paura dei terremoti. Lucien sghignazzò, aveva deciso che quella sera si sarebbe un po' divertito. Indossò al volo il costume e legò la felpa in vite e pian piano riemerse. Una volta che fosse arrivato quasi in superficie sarebbe riemerso con uno scatto, schizzando quasi sicuramente sulla donna. "Hai paura dei terremoti? Sai che se resti qui, rischi di beccarti la prima ondata dello tsunami?" Non ne aveva la certezza, ma era quello che più si augurava in quella nottata. Guardò la donna e ne osservò le reazioni.
     
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    Aveva intravisto qualcosa sotto alla superficie dell'acqua, qualcosa che riluceva ma la notte nascondeva quasi subito.
    Si inginocchiò sull'orlo della banchina chinandosi verso l'acqua con la testa mentre le mani erano serrate sull'angolo, una posizione pericolosa e poco stabile ma necessaria per vedere meglio. Sentì di nuovo il cuore battere all'impazzata: i rivoli di schiuma marina, le piccole correnti dell'acqua e il buio iniziarono a farle vedere cose che non esistevano. L'agitazione le mostrava immagini di elementi di un corpo gigantesco, ma continuava a dirsi che non poteva essere, che si stava sbagliando. Poi improvvisamente una voce maschile alle sue spalle. Era così concentrata a guardare verso l'acqua che non aveva sentito alcun passo e quel suono improvviso la spaventarono. Le scivolarono le mani in avanti, non trovò più alcun appiglio vicino e finì in acqua, un tuffo secco che la fece andare per qualche metro sotto al pelo dell'acqua. Fortunatamente sapeva nuotare. Spalancò gli occhi e vide che non c'era nulla di strano, piccoli pesci le passarono davanti, in lontananza le pance delle barche, nessuna cresta Kaiju vicina. Si sentì sollevata, ma non aveva avuto il tempo di prendere una buona boccata di ossigeno, dovette tornare sulla superficie in fretta. Si aggrappò alla banchina tirandosi su quel tanto che bastava per farle prendere una rumorosa boccata d'aria.
    Cercò poi con lo sguardo il proprietario della voce, pronta a rimproverarlo, ma ciò che vide la lasciò senza parole. Un ragazzo giovane di bell'aspetto, magro ma allenato, ciò che però la lasciò senza parole fu il suo abbigliamento: un costume da bagno, a petto nudo con una felpa bagnata attorno ai fianchi. Non poteva essere un marinaio, e come metodo per cercare donne le sembrava esagerato. Non poteva mica pretendere che le ragazze si fidassero di un tipo che gira in città in quel modo no? Non se la sentì di criticarlo, lei poteva essere anche più strana.

    Mi hai fatto prendere un colpo! esordì dandogli subito del tu, per poi tirarsi sulla banchina con la forza delle sue braccia. In ogni caso avrebbe rifiutato l'aiuto del giovane se si fosse avvicinato. Una volta fuori dall'acqua il giovane avrebbe potuto notare il suo fisico muscoloso, ben allenato ma armonioso e sensuale, reso ancora più evidente dai panni bagnati. Si vedeva perfino il suo seno abbondante ma sodo, si potevano notare anche le aureole e i capezzoli turgidi per via del freddo ma lei non sembrò accorgersi di nulla.
    Non è un bel posto questo per nuotare, i marinai ci buttano di tutto in acqua. fece mentre si strizzava i capelli.
     
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  4. †_†yun yun †_†
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    Lucien fissò la donna, osservandone la corporatura muscolosa e ben più sviluppata della sua. Era la prima volta vedeva un corpo femminile così massiccio e strutturato. Pensò che se fosse rimasta ulteriormente nell'acqua sarebbe andata a fondo. Ma ovviamente non si protese nemmeno a tenderle la mano. Non era nella sua natura aiutare le creature del mondo in superficie. Invece le rivolse delle parole modeste:"Non era mia intenzione spaventarti" Era sincero in quel momento. Mentre la sconosciuta si tirava su osservò ancora meglio il suo fisico statuario e la sua attenzione venne colpita da quel morbido e tornito davanzale. A causa del bagno improvviso e della temperatura notturna, i capezzoli si erano inturgiditi e avevano assunto le sembianze di due bottoni. Lei non sembrava provarne vergogna e lui la apprezzò per questo. Chi si vergogna del proprio corpo vuol dire che ha qualcosa da nascondere di poco simpatico. "Stavo aspettando le onde anomale. Mi piace cavalcarle." Sorrise sornione. Ovviamente non aveva una tavola da surf, non ne aveva bisogno. A lui bastava il proprio corpo. La donna prese a tamponarsi i capelli. Se Lucien fosse stato un gentiluomo le avrebbe offerto la propria felpa, ma non lo fece. Anche questo non era nella sua natura. "I marinai e non solo. Ho visto un paio di corpi ondeggiare poco più in là. Avevano i piedi immersi nel cemento" Disse con una nota di disgusto. Era soddisfatto quando vedeva morire un terrestre, ma odiava quando lasciavano putrefare i cadaveri nel mare, inquinandolo. Si sedette per terra, osservando nel buio cose che solo lui forse riusciva a vedere. Era una notte stupenda, rovinata solo dal vociare frenetico dei bipedi impauriti. Che esseri sciocchi e deboli. Ma la donna accanto a lui non sembrava affatto debole. Le rivolse la parola, per la prima volta cercando il suo sguardo. "Mi chiamo Lucien. Hai avuto paura del terremoto della terra, o di uno interiore?" Indagava perché era nella sua natura. La sua capacità di osservazione era molto acuta, sviluppata negli anni del vagabondaggio. Leggeva il cuore degli umani molto più facilmente che in quello dei suoi simili. La sua razza era molto più riservata dei piedipiatti dai facili sentimenti. Con un gesto quasi galante invitò la donna a raggiungerlo al suo fianco. In fondo non aveva niente da fare.
     
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    Vanelope era rozza almeno quanto Lucien, in fin dei conti nemmeno lei era umana e certe convenzioni sociali non le aveva afferrate del tutto. Quindi non diede alcun peso alla sua mancanza di "galanteria", probabilmente Vanelope neanche conosceva il significato di quella parola, figurarsi prendersela per una mancanza del genere. Si tolse la giacca quindi strizzandola, i panni bagnati addosso sopratutto se imbottiti erano fastidiosi. Stranamente però non faceva freddo, merito forse del clima rovinato dall'inquinamento, anche se bisognava dar conto anche alla dura pellaccia di Vanelope. Lucien attirò subito la sua attenzione parlando di onde anomale e "cavalcarle". Lo guardò scettica, poi curiosa.
    Davvero si può fare una cosa del genere? era parecchio interessata, sembrava un passatempo in cui si ci poteva divertire sul serio. Tuttavia non vide al momento onde anomale in arrivo quindi rimase lì a curiosare. Lucien commentò poi ciò che disse rivelando di aver visto anche qualche cadavere con i piedi nel cemento, stava per ridere pensando fosse una battuta, ma poi si ricordò del modo di dire che a quanto pare era letterale da quelle parti.
    A quanto pare vedere le scarpe di cemento non ti ha scoraggiato eh? Bravo mi piacciono gli uomini coraggiosi. fece dandogli una pacca energica sulle spalle per poi farsi una allegra risata. A quanto pare non era l'unica a trovare il pericolo stimolante, Lucien era riuscito ad attirare la sua attenzione. Sembrava una gran bella serata, se non fosse per i rumori di urla e caos che arrivavano da lontano. A quanto pare gli umani non erano abituati ai terremoti, e pensare che era stata di bassa entità.
    No, non ho paura dei terremoti, dove sono cresciuta era all'ordine del giorno, certe volte mi facevano da sveglia. spiegò al ragazzo senza scendere nel dettaglio: non poteva dirgli che la sua famiglia di Kaiju di classe 4 e 5 più alti di 10 o 15 metri, con i loro passi o le loro litigate creavano terremoti, e spesso erano gli epicentri di tale fenomeno. Era interessata comunque al "cavalcamento" delle onde. Non lo aveva mai visto fare, era curiosa e se le onde anomale erano grandi abbastanza probabilmente poteva sostenere anche un peso massimo come lei. Accolse l'invito del ragazzo sedendosi vicino a lui, attese assieme a quel tipo l'arrivo delle onde, voleva provarlo assolutamente.
    Io sono Vanelope. Senti ma come si fa a cavalcare le onde? Vorrei tanto provarci, sembra una cosa divertente. fece curiosa lasciando vagare lo sguardo sulla grande distesa d'acqua. Le brillavano gli occhi sembrava entusiasta, ma allo stesso tempo si poteva intuire che si stava trattenendo, a nessuno piacevano le donnone che squittivano per la gioia.
     
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  6. †_†yun yun †_†
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    Quella donna, così spontanea e semplice non gli dispiaceva. Forse nemmeno lei era una semplice umana. Tuttavia era una supposizione, ma per quanto potesse considerare fastidiose le galanterie terrestri, riteneva che andare a chiedere direttamente certe informazioni, soprattutto ad una donna, fosse da veri villani. "Beh, non tutti possono farlo. Molti ho visto che usano delle tavole da surf. Io no." Non gli piaceva dare troppe informazioni non richieste. Se avesse voluto sapere altro, le sarebbe bastato domandare. Lucien aveva visto davvero tanto nella propria vita, dovuto anche all'età reale, al mondo da cui veniva, alla moltitudine di traversie che aveva sopportato. Vedere dei corpi che galleggiano in fondo al mare e non spaventarsi non era una questione di coraggio. Semplicemente non gli importava. "Non sono legato a nessuno. Un copro morto non mi fa né caldo né freddo. Mi dispiace solo che inquinino il mare" Una mezza bugia: aveva qualcuno a cui era profondamente legato, ma ormai erano passati cento anni da quando li aveva visti. Da allora, per quanto avesse cercato, non aveva più avuto notizie. Non aveva trovato tracce né altro. E pian piano stava perdendo la speranza di incontrarli ancora vivi. Tuttavia nascose le proprie emozioni, cacciandole ancora una volta in fondo al cuore, concentrandosi sulle parole della donna accanto a sé. Era certamente enigmatica almeno quanto lui. E le piacque ancora di più. Non sopportava le donne pettegole e quelle che mantenevano un minimo di riservatezza gli ricordavano le leviatane. E per questo le apprezzava di più. "Beh, se sei cresciuta in un posto dove i terremoti erano all'ordine del giorno, forse sei rimasta segnata da altro. Qualcosa di più profondo..." Disse scrutandola negli occhi, cercando di leggerle dentro. Chissà se avrebbe abbassato lo sguardo, assumendo quel modo di fare tipico delle femmine della sua razza. Osservò il mare volutamente, distogliendo lo sguardo e interrompendo forse bruscamente quel contatto visivo. Non era mai stato un tipo cerimonioso. "Posso garantirti che è divertente. Ti senti pervadere da una scossa di adrenalina e di euforia. A volte è meglio del sesso" Sorrise ammiccando, mostrando per la prima volta un sorriso gioviale. Parlare con lei era piuttosto semplice e piacevole. E adesso gli stava mostrando un'espressione entusiasta ma trattenuta, che la faceva sembrare quasi adorabile. Solo che nella sua forma attuale gli era difficile creare delle onde di quella portata. E forse nemmeno allora avrebbe avuto la forza necessaria. Cercò di spiegarle la situazione senza però esporsi troppo:"Vedi io potrei anche conoscere un modo per fartela provare... Ma mi manca una componente fondamentale. Io non ho abbastanza... Forza, si chiamiamola così. Diciamo che conosco il modo ma mi mancano tutti i mezzi necessari per poterla attuare." Ecco lanciata l'esca. Ora doveva solo aspettare di vedere che tipo di reazione avrebbe pescato...
     
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    Vanelope ascoltò il ragazzo, meravigliandosi della sua freddezza e serietà. I cadaveri non lo spaventavano ma nemmeno lo impensierivano. Non riusciva a capire se fosse perché fosse immensamente apatico nei confronti del prossimo oppure se effettivamente certe cose non lo spaventavano perché vi era abituato a vederli. In entrambi i casi non le importò più del surf notturno. Non distolse lo sguardo dagli occhi del ragazzo, non aveva nulla da nascondere, e di traumi terribili non ne aveva avuti. Quindi avrebbe visto solo due occhi sereni ma profondi, di un verde così intenso da non sembrare nemmeno umano.
    Segnata? Uhm, forse chi lo sa. Posso dirti che ho conosciuto una vecchia megera che mi ha cambiato la vita e il mio modo di agire, in meglio ovviamente. disse per accontentare la curiosità del ragazzo senza scendere troppo nel dettaglio, sapeva che erano noiosi i lunghi racconti se non erano voluti. E non aveva voglia di elogiare la "vecchiaccia" in forma da spirito, sopratutto se poteva essere nei paraggi a sentirla. Lucien poi deviò il discorso di nuovo su ciò che la interessava di più in quel momento. Sorrise estasiata nel sentirlo, sicuramente perché contagiata dallo sguardo pieno di amore che vedeva in lui quando parlava delle onde. Senza contare poi i due ingredienti che Vanelope amava più di tutto: "adrenalina" e "meglio del sesso". Non provava una sensazione del genere da troppo tempo per i suoi gusti. Si sentì così impaziente che si rizzò in piedi con un pugno chiuso, gesto istintivo il suo di chi era pronta a tutto. Lucien si offrì di fargli provare quella sensazione, ma che purtroppo mancava un ingrediente che invece lei poteva metterci. I suoi occhi si illuminarono di gioia e di entusiasmo. Improvvisamente quel ragazzo le sembrò il più carino di tutta l'america.
    E che aspettiamo? La forza posso mettercela io, non so se hai notato i miei muscoli, ma non sono solo una scelta di stile. Sono parecchio forzuta. senza aggiungere altro si fiondò sul ragazzo per afferrarlo per le spalle e sollevarlo a forza e costringerlo a metterlo in piedi. Lo lasciò andare poi guardandolo come una bambina che non vedeva l'ora di iniziare un gioco.
    Visto? E questo è niente. Dai, dai non farmi aspettare che devo fare? fece senza mezzi termini. Vanelope non era di certo un tipo riflessivo come Lucien. Era spontanea e alle volte fin troppo sincera.
     
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  8. †_†yun yun †_†
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    Non gli piaceva essere toccato all'improvviso, soprattutto da chi non conosce. E la pelle dei terrestri per lui era ancora fastidiosa. Quindi non accettò tanto facilmente il contatto improvviso: Vanelope sapeva davvero invadere lo spazio vitale altrui. E certamente, come affermava, aveva anche la forza. Ma c'erano talmente tante variabili e complicazioni nel mezzo che sarebbe stato estremamente difficile poter realizzare quel progetto. Cercando di assumere un tono neutro spiegò alla donna:"Non è così semplice. Bisogna trovare un posto adatto. Bisogna nuotare fino a quel punto. Bisogna chiedere alla terra di assecondare il proprio volere. E poi bisogna chiederlo all'oceano e usare una certa formula. Solo a quel punto è possibile risalire in superficie per cavalcare le onde." Osservò le reazioni della sua interlocutrice e scosse il capo. "Donne" Pensò. Gli procuravano sempre un'infinità di lagne. Era anche vero che dopo mostravano certe espressioni quasi adorabili e senza dubbio spontanee. Sapeva che anche quella volta sarebbe rimasto fregato. Sospirò a voce alta, scrutando nella notte, come se stesse prendendo la decisione più difficile della sua vita. In realtà anche lui adesso aveva voglia di cavalcare. Solo che non sapeva se fidarsi di lei o no. Per poter attuare il loro piano avrebbe dovuto trasformarsi di fronte a lei e trascinarsela dietro nelle profondità marine. L'aria per l'umana non sarebbe stato un problema. Era solo una questione di fiducia. La scrutò ancora per un attimo, poi decise che in fondo non rappresentava una grande minaccia per lui e non aveva intenzione di portarla nelle rovine del suo popolo. "Bene, Vanelope, sembra che sia il tuo giorno fortunato. Ti porterò dove dovrai usare la tua forza. Ma non dovrai assolutamente fare domande al riguardo. E quando scuoterai la terra, ti spiegherò alcune cose." Cercò conferma nei suoi limpidi occhi verdi. Poi si tuffò. Si tolse gli abiti umani, ripiegandoli e legandoseli dietro la schiena. Assaporò l'energia del mare scorrergli dentro e la accolse come una cara amica. Si abbandonò a quella sensazione di grembo materno e subito il suo corpo mutò. Una lunga e sinuosa coda sostituì le gambe terrestri, alcune scaglie lentamente comparvero intorno al viso e agli arti superiori, le mani si fecero leggermente palmate. Con una potente spinta della pinna risalì in superficie, guizzando ben oltre il confine tra mare e cielo. "Tuffati, Vanelope!" Gridò nella notte.
     
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    Vanelope era rozza e istintiva, anche se si fosse accorta del disagio del ragazzo non le sarebbe importato. Doveva mostrargli la forza e doveva smuoverlo dal suo posto per andare a divertirsi. Divertimento che Lucien stava ostacolando con i suoi dubbi. Lo guardò scettica: di cosa stava parlando? Chiedere alla terra e all'oceano? Da dove era uscito da una fiaba? Si scrocchiò le dita ghignando divertita.
    Non preoccuparti la terra o il mare obbedirà, dai se non ci proviamo non possiamo sapere se ci riusciamo oppure no. E io voglio togliermi questo dubbio continuò, ormai aveva deciso che doveva provarci a tutti i costi, se c'era un modo per fare le onde, lei avrebbe fatto di tutto per riuscirci, anche al costo di far incazzare la natura. Ci avrebbe pensato poi a come sistemare le cose. Per lei era diventata una sfida personale. L'unico che si stava lagnando era proprio lui, Vanelope invece era più grintosa che mai, adesso che sapeva che poteva usare la sua forza per riuscire a divertirsi niente l'avrebbe più fermata. Quindi quando il ragazzo sembrò convincersi, fece un saltello di gioia, battendo le mani come se fosse stato un giocatore di rugby.
    Non ci sono problemi, tu mi dici cosa devo fare e sarà fatto. fece impaziente. Il ragazzo comunque alla fine si decise e si tuffò in acqua dopo essersi svestito. Non riuscì a vedere se era nudo, e anche quello non le importò al momento. Tuttavia dovette un attimo tentennare quando risalì la superficie, notò che un pesce stava nuotando praticamente attaccato a Lucien, come se volesse mangiarlo, o per lo meno lo sembrava. Lo indicò e stava per dirgli di stare attento, ma poi si accorse che non era un pesce che voleva cibarsi di Lucien, quella coda da pesce era proprio di Lucien. Rimase a bocca aperta: aveva sempre pensato che le sirene fossero solo una leggenda, certo anche i Kaiju in teoria lo erano, ma nella sua risalita sulla superficie non ne aveva mai visto uno. E non credeva che frequentassero al terra ferma. Le scappò una risata entusiasta. Quella serata si stava prospettando divertente. Seguì l'invito del ragazzo tuffandosi anche lei senza alcun ripensamento. Cercò di raggiugerlo con grandi falcate di braccia.
    Ehi, potevi anche dirlo che non eri umano no? fece con un gran sorriso avviando anche lei la sua trasformazione parziale. Sul suo viso e sulle spalle apparve una sottile carapace marroncina, sulle tempie si allargarono due sinuose corna, sulla schiena apparvero una fila di escrescenze ossee chi si collegavano ad una lunga e sinuosa coda sopra le sue natiche. Quella forma era più comoda per nuotare, la coda era un elemento che la faceva andare molto più veloce e riusciva a giostrarsi meglio nelle direzioni da prendere. I suoi occhi brillavano nel buio di una strana fosforescenza arancione. Le mani e i piedi divennero più bestiali con tanto di artigli. Sembrava quasi un dragonico, ma la sua carapace non era composta da scaglie robuste, sembravano più grosse placche ossee scure.
    Fammi strada, ma vacci piano eh. fece con tono allegro. Le piaceva nuotare, in acqua sembrava leggera e leggiadra sensazioni che invece sulla terra non provava mai e doveva far conto con il suo peso spropositato, anche se riduceva le dimensioni del suo corpo, il peso era sempre maggiore di un normale essere umano e ciò spesso era fonte di problemi. In acqua invece si sentiva libera di muoversi, si sentiva piccola, altra sensazione a cui non era abituata e che infondo le piaceva.
     
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  10. †_†yun yun †_†
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    "Pensi che sia uno che va a sbandierare la propria natura ai quattro venti come se niente fosse?" Poi osservò un attimo la situazione e si rese conto che era proprio quello che aveva fatto in quel momento. Ma non ne era pentito. Quello che invece lo sconvolse su la trasformazione di Vanelope. Non era una semplice umana come aveva pensato, era una kaiju! Si diede dello stupido per non averla riconosciuta come tale fin dal principio. Era però vero che il suo ultimo incontro con uno della sua specie era avvenuto più di un secolo prima, quindi era normale, forse, non saperli distinguere. Si compiacque della fortuna che aveva avuto: la sua era una razza decisamente molto forte, dalla potenza sovra-dimensionata. Era la persona giusta per quello che aveva in mente di fare. "Sono felice che tu non sia una semplice terrestre. Tra creature ci intenderemo meglio." Si riferiva al fatto della sicurezza e del silenzio. Lui non aveva alcuna intenzione di rivelarsi al mondo per quello che era. Ma per essere sicuro di quello che intendeva dire le spiegò in breve ciò che pensava: "Non siamo rimasti molti e ogni individuo della mia razza è in qualche modo prezioso. Quindi sarebbe meglio che tu non rivelassi mai a nessuno di me. Ne andrebbe della vita di molti" E non stava affatto scherzando.
    Mentre nuotavano quasi in superficie, si diressero verso nord-est, attraversando una corrente contraria. Lucien non si voltò a vedere se Vanelope lo seguiva ancora. Voleva testare le sue capacità in mare. Aveva visto le placche che la rivestivano e la coda, così diversa dalla sua. Ma era certo che grazie alla sua forza sarebbe stata in grado di non perderlo. In caso contrario, sarebbe rimasto comunque a portata di voce.
    Raggiunsero il luogo che aveva ritenuto idoneo per quella lor avventura: la dorsale Medio-Atlantica. Proprio lì era avvenuto il recente terremoto e lo smottamento della terra avrebbe reso più facili le loro operazioni. Il leviatano cercò di individuare con quanta più esattezza possibile il punto più debole della terra e quando fu abbastanza sicuro rivolse alla donna:"Bene, ci siamo. Ora io ti farò una manipolazione dell'acqua, in modo che tu possa respirare in profondità che le la pressione non ti uccida o ti alteri le funzioni vitali. Per favore non colpirmi con quello che sto per farti." Quando fu certo di avere la sua approvazione, si avvicinò a lei, guardandola negli occhi, poi la prese per la nuca e la baciò. Niente di particolarmente passionale, anzi. Era quasi più un sovrapporsi di labbra. Nel mentre Lucien invocava l'Oceano di ascoltare la sua richiesta, annoverando la kaiju tra le sue onde, consentendole di poter vedere il mondo cui lui appartiene. Una volta finito, Vanelope si sarebbe ritrovata con il viso avvolto in una patina trasparente e traslucida. La guardò sereno, senza mostrare apparenti emozioni. Poi le illustrò il piano. "Ora dovremo andare giù in profondità, fino a toccare il fondale. Lì dovrai pregare la terra di ascoltare la tua richiesta. Usa pure le parole che preferisci, ma fallo con garbo e fermezza. Lei ti ascolterà. A quel punto dovrai seguire il tuo istinto e colpire con quanta più forza possiedi, per scuotere la terra stessa. Dopo interverrò io." Cercò di intuire se il suo messaggio era stato ben recepito, poi si inoltrò nelle profondità marine. Non vedeva l'ora di cavalcare le onde...
     
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    Dopo essersi tuffata riuscì a vedere bene la forma di Lucien, e si stupì nel notare che infondo quell'aspetto gli donasse più di quello umano. Le scaglie sul viso e sul corpo lo rendeva abbastanza feriale da attirare lo sguardo, forse era solo una impressione data dall'acqua, ma sembrava perfino più muscoloso e definito. Cercò di seguirlo sperando di non perdersi nelle profondità del mare. Fortuna che riusciva a vedere benissimo di notte grazie ai suoi occhi da Kaiju. Lucien si raccomandò subito di non farne parola con nessuno della scoperta della sua razza, per non metterli in pericolo.
    Tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me, mi raccomando però per la stessa cosa. Gli umani ci credono ancora una leggenda e che siamo tutti rinchiusi nel sottosuolo. Quindi ti capisco benissimo. disse a gran voce per farsi sentire per poi concentrarsi nel nuoto. Lucien aveva la razza dalla sua, Vanelope invece doveva affidarsi alla propria forza che venne messa alla prova con un flusso di corrente contraria che la fece rallentare. Non si arrese comunque, tirarsi indietro solo per un pochino di fatica sarebbe stato umiliante, non poteva di certo fare una magra figura con una creatura marina orgogliosa. Dopo lunghi minuti riuscirono a raggiungere il punto secondo Lucian adatto a ciò che volevano fare. Le spiegò che avrebbe fatto una manipolazione acquatica su di lei, e che non doveva colpirlo per quello che stava per fare. Annuì convinta, aspettandosi tutto fuorché un contatto fra le loro labbra. Difatti inizialmente ebbe l'istinto di tirarsi indietro, ma si fermò quando avvertì le fredde labbra del tritone e una strana sensazione di umido e fresco su tutto il viso. Chiuse quindi gli occhi attendendo che Lucien finisse, avvertì le sue labbra morbide ma fresche, così diverse dalle labbra che era abituata a saggiare, perfino il suo odore era completamente diverso: sapeva di mare e di fresco, un aroma molto piacevole. Chissà quante donne aveva sedotto con quell'aroma? Da brava non fece nulla per interromperlo, quando sentì la bocca del ragazzo allontanarsi si ritrovò la vista leggermente offuscata a causa della patina, ma le sembrava di poter respirare meglio di prima. Aveva capito che era necessario, ma Vanelope era una donna diretta, ghignò quindi divertita verso il ragazzo.
    Ceeerto, manipolazione acquatica come no. disse divertita per poi farsi una piccola risata. Serviva proprio poggiare le labbra per farlo? Probabilmente sì, ma le piaceva punzecchiarlo, quell'aria così seria lo rendeva appetibile ai piccoli dispetti.
    Funziona questa scusa anche con le altre ragazze? Sai dovresti impegnarti un pochino di più, baci da schifo. disse sempre più divertita. Ascoltò poi successivamente le sue istruzioni capendoci ben poco: doveva quindi scendere giù in profondità fino a poggiare i piedi al suolo e poi parlare con la terra? Dopo averla coccolata doveva colpire il suolo...ok tutto chiaro. Gli fece cenno di aver appreso e si tuffò per iniziare a scendere in profondità. Ci mise qualche minuto prima di arrivare a destinazione. Il silenzio la avvolse, riusciva in qualche modo a non sentirsi schiacciare dalla pressione, nonostante la profondità continuava a sentirsi leggera, rilassata, non provava nemmeno freddo. Doveva ammettere che qualsiasi cosa avesse fatto quel ragazzo era fantastico, riusciva perfino a respirare. I piedi dopo pochi minuti toccarono il suolo sollevano la sabbia in sbuffi vaporosi che si disperdevano nell'acqua. Fissò il terreno ancora perplessa e scettica, ma decise di seguire il consiglio del ragazzo.
    Ehi terra, sono io, quella che si rifugiava sempre nei tuoi condotti, ti ricordi? Quello strano ragazzo mi ha detto che se te lo chiedo puoi crearmi un'onda. So che puoi aiutarmi quindi...ehm quindi io vado eh? Senza offesa. non era la richiesta più poetica, ma per Vanelope sembrò più che sufficiente. Cercò di concentrasi per non perdere il controllo sulla sua trasformazione, ma doveva raccogliere la forza originaria di quando era gigantesca. Divenne leggermente più alta e massiccia ma comunque non cambiò forma. Colpì il terreno cercando di farlo con tutta la forza che aveva nelle sue gambe, e a giudicare dai suoi quadricipiti ne doveva avere tanta. Si chiese se potesse bastare, quindi dopo aver colpito il terreno con due pesanti pestoni cercò con lo sguardo il ragazzo per le prossime istruzioni.
     
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    Lucien annuì, il silenzio e la riservatezza erano caratteristiche tipiche del suo popolo. "Posso garantirti che so baciare molto meglio, solo che questo è il modo più sicuro per far sì che la manipolazione sia corretta. Come se stessi trasferendo in te alcune delle nostre capacità. Ma ognuno è libero di crederci." Le disse a mo' di spiegazione. Generalmente era immune a quel tipo di battutine e anzi si riteneva un amante sopra la media. O per lo meno questo era quello che le donne dicevano di lui.
    I due scesero in profondità, là dove le acque diventano nere come la pece. Per chiunque sarebbe stato impossibile vederci, ma per un leviatano era come se il sole stesso risplendesse in fondo agli abissi. Non appena raggiunsero il suolo, Lucien assaporò la frescura sulle squame e scrollò l'intero corpo, come per lavarsi. Ben presto l'acqua limpida e incontaminata avrebbero fatto risplendere le sue squame, dando loro la brillantezza originaria. Questo al limite poteva definirsi un mezzuccio per attrarre le femmine durante il periodo del corteggiamento. Tuttavia era una pratica che con le terrestri non aveva mai avuto alcuna voglia di provare. Non appena fu soddisfatto del proprio aspetto, tornò a fissare la sua nuova compagna di avventure: non era proprio avvezza a chiedere favori. E men che meno a pregare un'entità come la terra. Scosse il capo come se non si aspettasse grandi risultati. Vanelope colpì con forza il terreno sabbioso e lui fu subito in grado di percepire delle violente vibrazioni. Evidentemente la madre terra era incline ad ascoltare preghiere. Oppure provava un certo affetto per quella creatura dai lucenti capelli verdi. Sorridendo chiuse gli occhi, pronto a invocare l'entità del mare:"O padre possente, accogli le mie suppliche. Libera la tua forza, manifesta la tua onnipotenza e sprigiona il tuo potere. Concedici delle spumeggianti onde e delle onde grandiose, affinché liberino i nostri spiriti dagli affanni della vita!" E così dicendo, giunse le mani sul petto, lo sguardo chiaro e limpido rivolto verso il nulla. Un rombo più forte di una cascata invase le orecchie di entrambi, dirompendo impetuoso intorno a loro. Ecco la nascita volontaria di uno tsunami. Una scossa profonda alla terra e una preghiera antica come il mare stesso. Lucien iniziò a gioire entusiasta, sguazzando a destra e manca, come quando era un bambino. Travolto dall'euforia, prese la mano di Vanelope che forse non aveva ben capito cosa era successo. "Ci siamo riusciti! Aggrappati a me, faremo prima!" Le gridò ebbro di gioia. E senza aspettare una vera risposta prese a nuotare con tutta la forza che aveva, sentendo però che il corpo della giovane donna non era affatto pesante come potesse apparire. Sorrise ancora di più, mostrando il suo volto ferino al cielo sempre più vicino.
    Esplosero fuori dall'acqua nell'esatto momento in cui le prime onde iniziarono a formarsi. Ben presto l'acqua intorno a loro veniva come risucchiata alle loro spalle e fu solo grazie alla forza di entrambi che non vennero trascinati indietro. Guardò la donna, pronto a condividere il suo entusiasmo con lei e si accorse che la manipolazione era ancora attiva. "Scusami, ora ti restituisco i tuoi sensi." Ma questa volta la presa sulla nuca si fece più ferrea, mentre avvicinava le labbra alle sua. La baciò con molta più passione e con ardore improvviso osò irrompere oltre quelle morbide labbra, insinuando la propria lingua nella sua bocca, concedendole un bacio dal sapore del mare puro. Poi si staccò guardandola divertito. L'oceano aveva questo potere su di lui, era capace di cambiare il suo umore e il suo modo di porsi con gli altri. "Sempre convinta che non sappia baciare?" Le chiese malizioso.
    Guardò le onde e capì che era quasi tutto pronto.
     
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    Aveva appena scoperto che i sirenetti erano permalosi. O per lo meno Lucien, che non voleva che si mettessero in dubbio le sue qualità di baciatore, specificando che comunque serviva per il rito. Vanelope gli credeva, ma non disse nulla lasciandogli quindi nel dubbio. Dopo aver pestato il terreno, lo avvertì che iniziò a tremare, esattamente come quando si rifugiava nei suoi cunicoli per sfuggire alle corse sfrenate dei suoi fratelli. Per un solo attimo sentì quella orribile sensazione di paura caratteristica della sua infanzia. Sentì l'istinto gridarle che doveva fuggire, ma uno scintillio nel buio attirò la sua attenzione: era Lucien, stranamente più lucente e dai colori più vividi, cangiante e bellissimo. Quindi le leggende delle sirene che seducevano i marinai valeva anche per le donne? Afferrò la mano del ragazzo affidandosi a lui mentre avvertiva anche il mare agitarsi attorno a loro. Poi si sentì trascinare via da una forza che nessun Kaiju avrebbe potuto contrastare. Si sentì di nuovo inerme e ciò le fece battere il cuore all'impazzata, strinse con più forza la mano di Lucien, come se temesse che potesse perdersi da un momento all'altro, aveva paura, sentiva l'adrenalina scorrerle in corpo. Lucien invece era completamente a suo agio. Si stupì di se stessa: affidarsi ad un giovane tritone più magrolino di lei? Non lo avrebbe mai detto lucidamente, stava cadendo in basso per una che voleva conquistarsi il suo angolo di paradiso. Non riuscì a dire nulla nemmeno quando Lucien le annunciò che avrebbe sciolto l'incantesimo su di lei. Si preparò quindi, non aspettandosi affatto la passione del ragazzo che la colse del tutto impreparata. Sentì di nuovo il sapore fresco del mare e la sua lingua posarsi contro la sua. Socchiuse gli occhi istintivamente lasciandosi andare a quel bacio che ricambiò volentieri. Forse per festeggiare, o perché la sorpresa le era piaciuta chi lo sa, ma non le era affatto dispiaciuto. Quando si allontanò e sentì la sua domanda, gli sorrise divertita.
    Niente male sirenetto. gli disse per poi fargli un'occhiolino prima che il mare si ingrossasse, lo sentì che iniziava a spingere. Strinse di nuovo la mano di Lucien e lo guardò con occhi colmi di gioia.
    Ci siamo! fece con parecchio entusiasmo. Ecco che l'onda colse entrambi sospingendoli verso l'alto. Se Vanelope non tenesse la mano di Lucien sicuramente sarebbe stata travolta. L'onda iniziò a correre, sentì il vento sferzargli il viso e gli schizzi d'acqua bagnarla. Gridò piena di giubilo mentre l'onda li trasportava di nuovo verso la città.
    Avevi ragione è meglio del sesso! gridò cercando di sorpassare il suono dirompente del mare inutilmente, lo avrebbe sentito solo Lucien.
     
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    Vanelope non sembrava interessata a lasciare la presa delle mani, a lui non dispiaceva. Accolsero così la prima onda, mentre venivano sollevati dalla forza del mare verso il cielo. Lucien aveva un sorriso che gli faceva il giro della testa, tant'era esteso. Gridò di gioia al cielo notturno, che per lui era luminoso come se fosse giorno. L'onda sembrò ingrossarsi all'infinito, come se volesse trascinarli verso le stelle e la luna. Poi iniziò a dirigersi verso la costa più vicina. Sentì la sua compagna di avventura gridare nel buio che era meglio del sesso. Quello che non sapeva era che il più bello doveva ancora venire. Grazie al suo potere, fu in grado di creare con l'acqua due rivestimenti per i piedi della donna, come se fossero un paio di scarpe di acqua solida. Non solo erano in grado di tenerla in equilibrio sopra quell'onda gigantesca, ma le avrebbero permesso di potersi muovere sopra la superficie del mare. "Sei pronta? Prova a pattinare, o a correre sopra l'onda. Non affonderai te lo prometto." Disse ad alta voce, sovrastando il rumore del mare imperioso. Per conto proprio si sarebbe limitato a nuotare sulla cresta dell'onda, affiorando e immergendosi in continuazione, rimanendo sempre intorno alla donna. Non avrebbe corso pericoli, ma per ogni evenienza era meglio agire così. Tutto ciò non avrebbe mutato il suo divertimento, anzi. Era la prima volta in oltre cento anni che si divertita così con un terrestre. Con una donna, per di più! Non aveva molta stima per le donne umane, ma la kaiju non era affatto una semplice terrestre. Forse il fatto che entrambi appartenessero a due razze non umane aiutava a creare una sorta di fiducia di base. Ad un tratto affiorò in superficie per parlarle: "A breve ci schianteremo contro la costa. Non riesco a capire bene in che punto siamo, ma temo finiremo contro gli edifici dei bipedi. Come vogliamo fare?" Avevano diverse alternative: potevano semplicemente lasciarsi trascinare fino a terra, rischiando di riportare qualche ferita e di finire in mezzo agli umani con le loro sembianze attuali. Potevano invece trasformarsi e "scendere" dall'onda al momento giusto. Oppure potevano provare a fermare l'onda, finendo sicuramente per essere scambiati per due eroi. A Vanelope sarebbe bastato correre avanti all'onda e colpire con tutta la forza per terra in direzione contraria al mare, mentre Lucien avrebbe usato i suoi poteri per arginare l'impeto del mare. Magari così i bipedi terrestri li avrebbero ricompensati in qualche modo. O semplicemente avrebbero potuto fare un'entrata in scena degna di una coppia di distruttori, continuando a sovrastare le onde mentre queste irrompevano nelle abitazioni circostanti. Il sirenetto, come lo aveva chiamato, aveva tutte le intenzioni di comportarsi da gentiluomo e far decidere la sua nuova amica. Per lui ogni opzione era divertente allo stesso modo.
     
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    Lasciarsi trascinare da una forza del genere era bellissimo, ma Lucien le offrì di cavalcarla tramite un'altro dei suoi trucchetti. Lo lasciò fare e poco dopo sentì che le gambe riuscivano a rimanere in piedi e non affondavano più nell'onda ma rimaneva sulla superficie di essa permettendole di scivolare su di lei. Ci mise un po prima di prendere dimestichezza con quella nuova particolarità. Quando riuscì a rimanere in piedi e a muoversi seguì con lo sguardo Lucien che si tuffava nell'onda nuotandoci come se fosse l'acqua di una piscina. Rise, con un suono cristallino, quasi innocente era felice. Non provava una sensazione del genere da troppo tempo e quel ragazzo conosciuto per caso le stava regalando una serata magica. Continuava a ridacchiare e a muoversi giocando con Lucien aggirandolo, seguendolo, e allungando una mano per sfiorarlo sulla sua coda quando passava sopra di lei.
    Lucien sei fantastico! Non hai idea di che enorme regalo che mi hai fatto. fece senza mai perdere un attimo di gioia. Lo si vedeva chiaramente da come brillavano i suoi occhi, e non solo per la sua fosforescenza, ma dalla serenità molto simile a quella di un bambino. Era incantata da ciò che era successo, se avesse dovuto raccontarlo non le avrebbe creduto nessuno. E non voleva farlo, voleva che quella magia fosse tutta sua, l'avrebbe custodita nel suo cuore gelosamente. Come tutte le cose belle però aveva una breve durata e presto dovevano prendere una decisione su come agire. Lucien lasciò che fosse lei a scegliere. Ghignò divertita, per poi guardare la città sempre più vicina.
    Voglio godermelo fino alla fine. disse sicura di sé. Non voleva scendere dall'onda, non voleva salvare quei miseri umani che non riuscivano a badare a loro stessi. L'america era potente, un'onda del genere non li avrebbe danneggiati più di tanto, avrebbero ricostruito le parti danneggiate e avrebbero continuato a vivere come se niente fosse successo. Così l'onda corse e si ingrandì ancora di più mentre raggiungeva la costa. Lo scroscio della grande quantità d'acqua sembrò diventare un ruggito rivolto alla città. Ormai non potevano più tornare indietro. Vanelope corse verso Lucien saltando in aria per afferrarlo in volo e proteggerlo con il proprio corpo. Lo abbracciò piegando le gambe in modo che sarebbero atterrati sulla schiena della donna.
    Fidati di me. urlò mentre i loro corpi si staccarono dall'acqua e vennero scagliati contro la parete di un palazzo. La coda avvolse Lucien, così come le braccia che andarono a circondare il suo petto, poi successe qualcosa che Vanelope non faceva da tempo. La sua carapace si inspessì così tanto da farla sembrare fatta di metallo, crebbe anche attorno agli arti avvolgendo entrambi in un bozzolo di carapace scura. Il silenzio e poi il rumore di vetri rotti e del cemento che si spezzava. Vanelope aveva praticamente bucato il palazzo entrando nell'appartamento che si allagò con l'acqua del mare. Rimase qualche minuto attendendo che il peggio passasse, poi sciolse la carapace liberando Lucien che tuttavia si sarebbe ritrovato disteso sul corpo di Vanelope.
    Tutto bene? chiese al ragazzo attendendo una sua risposta con ansia.
     
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