| Avventura all'estero
Cap.1 Partenza------------------------------------------------------------------------------------
-Nino, ehi Nino, svegliati!- -Mmmh- -Nino, svegliati!- -Mmmh- -Vuoi alzarti? Alle 10 devi prendere il volo!-
A queste parole spalancai gli occhi, svegliandomi completamente, e mi rizzai a sedere sul letto. Mia mamma borbottò ancora qualcosa, che mi risultò incomprensibile, poi si voltò e uscì dalla stanza. Guardando l'orario mi accorsi che effettivamente erano le 7.30, e dovevo ancora prepararmi e raggiungere l'aereoporto, abbastanza distante da casa. Come uno scalmanato feci tutto l'occorrente in neanche 10 minuti, riuscendo così anche a fare colazione; poi, dopo i vari saluti alla famiglia, mi fiondai in macchina con la valigia e subito mi misi in strada. Il viaggio durò poco e più mi avvicinavo alla meta più diventavo nervoso. Quel giorno sarei partito finalmente per l'estero, più precisamente per la Germania, conseguenza scontata per un ragazzo di 20 anni che non trova lavoro nel propio Paese. Arrivato alle porte automatiche dell'aereoporto, aperte praticamente ogni momento per tutta la folla che c'era, il cuore mi batteva forte. Raggiunsi l'atrio principale facendomi coraggio e notai subito Veronica, che sarebbe stata la mia unica compagna in quella nuova avventura. Ma fermiamoci qua per una sua veloce presentazione.
Io sono cresciuto sempre nella stessa città, sempre negli stessi quartieri e sempre con la stessa compagnia. Veronica si unì a noi più tardi, quando più o meno tutti avevamo 15 anni e lei 17, e fin da quel momento fu chiaro che non mi sopportava, quando io invece ebbi subito una cotta per lei; era una ragazza già bellissima allora, e ogni suo modo di fare mi faceva impazzire, ma non ci fu mai verso di entrare nelle sue simpatie. Vi starete chiedendo come sono finito a fare un viaggio da solo con lei; siamo diventati finalmente amici? La risposta è no. Arrivati noi tutti della compagnia a terminare gli studi, ci rendemmo conto della reale situazione che regnava nel nostro Paese e che trovare un lavoro era davvero un'ardua impresa. Ovviamente qualcuno ce la fece con spintarelle più o meno pronunciate; raggiunti i vent'anni senza aver trovato alcuna occupazione, noi cominciammo a discutere di altre strade, tra cui appunto l'estero. Ad un certo punto mi sembrò propio di aver convinto gli altri, che parvero eccitati all'idea di andare via; ma alla fine, chi per un motivo chi per l'altro, mi dettero buca tutti ad eccezione di Veronica. La cosa mi sorprese davvero molto perchè ancora non mi sopportava, e lo dimostrava anche apertamente. Seguì tutta una serie di passaparola tra me e lei, tramite i nostri amici, poiche ella non mi voleva parlare direttamente, e alla fine organizzammo il tutto.
Quando mi vide, distolse quasi subito lo sguarda con la solita espressione infastidita, e questo mi impensierì e innervosì maggiormente. Attendemmo il volo ognuno per i fatti suoi e alla fine ci imbarcammo sul mezzo, che non attese molto a decollare.
Cap.2 Situazione da convivenza, atto primo--------------------------------------------------------
I primi giorni dopo il nostro arrivo passarono incredibilmente rapidi. Il viaggio era andato bene e trovammo quasi subito un appartamento in condivisione,con un ragazzo inglese; lui era davvero uno strano tipo, trascorreva la maggior parte del tempo fuori casa e quando c'era non ci si accorgeva quasi della sua presenza. Per quanto riguarda l'alloggio: Era formato da una cucina e da un bagno parecchio stretti, con solo il minimo indispensabile; c'era poi un soggiorno modesto che fungeva anche da sala da pranzo, un minuscolo ripostiglio e due camere da letto, una per Veronica e l'altra in condivisione tra me e l'altro conquilino; per fortuna mi ero assicurato la parte migliore della stanza. A posto con la residenza, io riuscii a farmi assumere come lavapiatti in un ristorante italiano, mentre la mia "amica" venne assunta come cameriera in un bar; sfortunatamente entrambi facevamo più o meno gli stessi orari, quindi trascorrevamo il tempo a casa negli stessi momenti. Il primo avvenimento degno di nota si presentò dopo circa un mese dal nostro arrivo: Era un pomeriggio piovoso ed ero appena tornato stanco dal mio turno lavorativo, così decisi di farmi una rilassante doccia calda; dopo due minuti ero già sotto l'acqua che mi scrosciava piacevolmente sulle spalle. Stavo quasi pensando di aggiungerci anche una bella masturbata quando la porta del bagno si aprì. All'inizio non me ne preoccupai molto, mi era già successo di dover condividere anche il bagno con il conquilino John dato che esso era uno solo per tutti, ma poi iniziai a sospettare che non fosse il ragazzo quando, attraverso il vetro offuscato della doccia, vidi una figura seduta sulla toilette e non in piedi.
-Are you, John?- Chiesi, senza ottenere risposta.
Aprii un poco la doccia per sbirciare fuori, e trovai niente meno che Veronica che stava pisciando; ammetto che quella sua posizione, con le cosce semi nude e la parte visibile del suo inguine, me lo fece rizzare, ma lei fece finta di niente; la ragazza finì la sua necessità poi si pulì e si alzò, in modo tale da non mostrarmi niente di più, si sistemo e poi uscì. Io ero rimasto impietrito tutto il tempo e solo quando rimasi solo, mi riscossi. Avevo sempre sentito di scuole con i bagni in comune, tra maschi e femmine, ma non solo in quel momento compresi cosa ciò significasse veramente; comunque preferì chiudere un occhio e dimenticarmi l'accaduto, per quanto mi fosse possibile.
Cap.3 Situazione da convivenza, atto secondo------------------------------------------------------
Una cosa che non ho detto su Veronica è che in lei vive anche un lato da maschiaccio; dalla prima volta che la vidi, questo suo aspetto lo mostrò solamente 2 volte in totale, e in entrambe era accaduto perchè si era infuriata seriamente. Fatto sta che purtroppo la terza volta capitò lì in Germania: era una delle tante serate da fine settimana, piatte e noiose; io e Veronica eravamo in soggiorno insieme, io a leggere un libro al tavolo e lei sul divano a guardare la televisione, sempre ignorandoci ovviamente. Ad un tratto la porta di ingresso si aprì e John, visibilmente ubriaco, entrò barcollando; finì a terra in cucina, si rialzò con sguardo confuso, inquadrò Veronica e si diresse da lei. I due non avevano mai avuto una conversazione più lunga di un saluto, ma questo non impedì al ragazzo di prendersi troppe libertà; si lasciò cadere di peso accanto a lei e le cinse le spalle con un braccio e, quando lei si voltò per scacciarlo, le diede un bacio a tradimento sulla bocca. Io mi drizzai subito dalla sedia, pronto a intervenire, ma la ragazza si pulì subito la zona violata e con un mega spintone fece piroettare John giù dal sofà. Quest'ultimo, dopo qualche istante, si rialzò confuso ma non tardò a riprovarci, riavvicinandosi a lei.
-I want you, girl!- Esclamò con uno strano timbro di voce.
Poi si abbassò i pantaloni mostrando i suoi boxer, che lasciavano poca immaginazione sul suo pene ritto, e fece per avventarsi sulla ragazza; ella caricò la gamba e mollò un calcio nei bassifondi dell'assalitore, il quale si piegò in due a terra. Ma questo non bastò a Veronica, che si accanì nuovamente sul disgraziato menando pugni e calci in ogni dove. Io, pur avendo timore di quella furia, mi intromisi riuscendo a fermare il massacro; la ragazza, con il fiatone, si voltò e corse in camera dove si chiuse a chiave. Per mio conto le davo pienamente ragione, ma comunque mi rimaneva il dubbio di come comportarmi con il poveraccio tremante ai miei piedi. Alla fine controllai che non avesse niente di rotto, lo trasportai sul suo letto, presi coperte e cuscino, uscii e lo chiusi dentro nella camera; passai davanti alla porta di Veronica, dicendole cosa avevo fatto e chiedendole se stava bene e se aveva bisogno di qualcosa, ma non ottenni risposta. Mi sistemai sul divano per la notte, anche se dormii male per il recente accaduto. Il giorno seguente spiegai ad un sempre più scosso John quello che aveva fatto, e alla fine lui fece i bagagli, si scusò con voce sottile e imbarazzato con Veronica e se ne andò. Fu così che rimanemmo in due nell'appartamento, con una parte maggiore di soldi da sostenere.
Cap.4 Situazione da convivenza, atto terzo--------------------------------------------------------
Trascorse tre settimane dalla perdita del conquilino, io e Veronica eravamo alla disperata ricerca di un sostituto; non che l'essere in due fosse del tutto negativo, come ad esempio il fatto che avevo la camera tutta per me, però le spese in più ci permettevano solamente il minimo indispensabile per vivere. Una serata non di turno, mi ritrovai sul letto senza sapere cosa fare, quando mi ricordai improvvisamente del portatile che mi ero portato dietro; lo collegai alla corrente e lo accesi con la triste premessa di non potermi collegare ad Internet. Per fortuna scoprii con piacere che uno dei vicini aveva una rete senza protezioni, così subito ne approffittai. Come feci a dimenticarmi di tale computer fino a quel momento me lo sto domandando ancora ora. Di certo la prima cosa che avrei dovuto fare sarebbe dovuta essere il contattare amici o parenti con Skype, ma la mia astinenza da seghe aveva raggiunto livelli critici e quindi la mia prima meta fu un sito porno. Con i fazzoletti a portata di mano e l'audio abbassato quasi al minimo, iniziai subito a masturbarmi davanti al video hard di una scopata esagerata di una coppia amatoriale. Ad un tratto la donna lanciò un grido troppo acuto che nel silenzio dell'appartamento di sicuro si sarebbe sentito, se non era per il fatto che per il momento ero ancora da solo, o almeno così credevo. Dopo un breve attimo di tensione, abbassai ancora di più il volume e ripresi a segarmi; il video finì e subito ne feci partire un altro. Ad un tratto la porta della camera si aprì e comparve Veronica che si immobilizzò fissandomi con un'indecifrabile esrpessione; io ero rimasto di sasso, con il membro in mano e di sottofondo una coppia lesbica che si dava al tribadismo. Dopo un istante di nulla, che parve durare un'eternità, la ragazza si riprese e venne verso di me, andosi a mettere dietro di me; poi con una mano mi comprì gli occhi. Io ero troppo pietrificato per fare qualsiasi cosa e rimasi inerme in attesa finche non sentii l'altra mano di Veronica che mi liberò il cazzo dalla mia, e poi iniziò lei stessa a segarmi. Purtroppo io ero così imbarazzato e leggermente stordito che la mia eccitazione stava scemando. Vedendo che il mio membro si stava ritraendo, la ragazza smise subito e tolse la presa da esso; una parte di me temeva che stesse per andarsene ma poi lei afferrò una mia mano e se la portò lentamente sotto la sua gonna, precisemente nelle sue mutandine, dove appoggiai le dita sulla sua vagina. Bastò quello perchè la magia tornasse, infatti mi si rizzò ancora ed ella riprese a masturbarmi quasi dolcemente, mentre io iniziai a sondare l'interno della sua intimità. La mente si sblocchò del tutto dallo stato catatonico e presi ad immaginare che la coppia del video porno precedente fossimo noi due, aumentando di gran lunga il mio libido. Tale fantasia fu decisiva, portandomi al culmine vero e propio, e venni con un primo schizzo, seguito dalle seguenti fuoriuscite che colarono sulla mano di Veronica. Prima ancora che finissero gli spasmi ella era già uscita dalla stanza. Il giorno seguente, appena sveglio, mi ritrovai perso in un turbinio di pensieri che girava attorno al pensiero della ragazza; ancora non riuscivo a credere che fosse successo davvero, ma cosa ancora più sconcertante che Veronica, da sempre astiosa verso di me, tutto d'un tratto si fosse avvicinata così tanto, e in quel contesto poi. Quel dì avrei avuto il turno serale, come Veronica del resto, e spesi tutto il tempo libero in tensione, guardandola di soppiatto e cercando di scovare un dettaglio che tradisse il suo consueto ignorarmi, come prova di quanto accaduto la sera prima; fu tutto inutile. Nei giorni seguenti cercai di convicermi che era stato tutto un sogno o una fantasia, anche se la mia parte logica non ci sarebbe mai riuscita.
Cap.5 La nuova conquilina-------------------------------------------------------------------------
Trascorso qualche altro giorno, girovagando sulla Rete, scovai un sito per l'offerta e ricerca di convivenza; speranzoso mi iscrissi e postai il mio annuncio per la richiesta di conquilini. Dopo una settimana, senza nessuna risposta, ero pronto a gettare la spugna quando ecco che si candidò una ragazza francese. Dopo solo cinque giorni, ella si presentò alla nostra porta con la valigia in mano; era una bomba. Candice, il nome con cui iniziò la sua presentazione, era una ragazza non troppo alta e forse un po' troppo snella, ma aveva un corpo da paura, con tutte le curve al punto giusto; aveva lunghi capelli biondi a boccoli, occhi ambrati, un bel nasino e una bocca sensuale. La diciotenne ci disse, nel suo inglese francese, di essere venuta in Germania per studio e che aveva avuto fortuna a trovare l'offerta nella nostra stessa città. Dopo i primi tempi, in cui io finii ad occupare la stanza singola per lasciare l'altra alle ragazze, Candice si ambientò più che bene e, cosa assai strana, riuscì ad entrare nelle simpatie di Veronica. Io invece avevo qualche difficoltà poiche la francesina girava in casa quasi sempre mezza nuda, nonostante il freddo, ed io ero sempre arrapato e dovevo nascondere il gonfiore nei bassi fondi. Nel tempo libero, ad esempio, aveva l'abitudine di praticare esercizi fisici in salotto vestita con pantaloni attillatissimi, tanto da mostrare la sua intimità, e reggiseno; oppure, quando studiava, indossava un maglioncino che non abbastanza lungo da coprire il suo bel sedere coperto solo dalle mutandine e le sue meravigliose gambe, poiche si sdraiava sulla pancia sul divano. Ma il vero infarto lo rischiai un giorno, mentre ero sotto la doccia: Dopo un'ennesima sezione di lavoro massacrante, rilassarsi sotto l'acqua calda era quasi d'obbligo. Dopo la prima volta che Veronica era entrata nel bagno con me dentro, avevo preso l'abitudine di accendere della musica a volume medio alto, in modo tale da non sentire se la ragazza entrava per i fatti suoi; quindi quando quella volta fu Candice a farlo, io non mi accorsi di nulla. Ad ella evidentemente non serviva la toilette perchè all'improvviso aprì la doccia ed entrò anche lei; all'inizio continuai ad essere ignaro, dato che ero girato verso il muro con lo shampoo sulla testa ma, quando sentii la pioggia d'acqua scemare dietro di me, mi girai con le mani ad artiglio per afferrare i rubinetti trovandomi però a stringere una coppia di bei seni morbidi. Rimasi così per qualche istante intuendo cosa fossero, grazie anche ai capezzoli che sentivo sui palmi, poi scostai subito le mani facendo l'errore di aprire gli occhi, rimanendo temporaneamente accecato con un bruciore tremendo.
-Chi sei?- Riuscii comunque a chiedere in inglese, mentre mi strofinavo gli occhi. -Candice- Mi rispose la ragazza che evidentemente stava ridacchiando. -Cosa fai qui?- Domandai allora quasi balbettando. -Ho bisogno di una doccia- Rispose lei ancora ridacchiando.
Stavo quasi iniziando a pensare che la ragazza volesse davvero solo lavarsi, quando ella mi afferrò il cazzo, ormai rizzato e duro.
-Ehi!- Esclamai cercando di scansarmi. -Lasciami fare, è un rimedio per il male- Disse lei tranquillamente.
Anche se non avessi voluto, cercare di scappare da quel posto ristretto senza vedere niente era davvero pericoloso; così rimasi fermo in balia dela ragazza. Candice si mise in ginocchio ed iniziò a masturbarmi con una mano, mentre con l'altra mi massaggiava le palle, mentre io aprii nuovamente i rubinetti facendo scorrere l'acqua su di noi. Non passò molto tempo, quando la ragazza prese anche a leccarmi la cappella e passò ancora meno quando prese il mio cazzo in bocca ed iniziò una serie di pompini incredibili. All'approssimarsi del culmine, le scostai i suoi bei capelli da attorno al viso, tenendoglieli poi fissati all'indietro, ma la cosa non servì perchè ella non si schiodò dal mio membro, neanche quando alla fine venni lasciandomi sfuggire un gemito; quando gli spasmi finirono mi staccai dai lei, percependo un filo di sperma che da me era ancora ancorato alle sue labbra. Candice lo spezzò e poi sono ancora sicuro tutt'ora che ingoiò il tutto. Poi ella si lavò, mentre io ero in un angolo mezzo sconvolto e ancora accecato e dolorante, poi la sentii uscire. Quando infine riacquistai la vista, l'unico segno rimasto del passaggio della ragazza fu il mio pene appiccicoso. Nei giorni seguenti, Candice mi lanciò di nascosto svariate occhiate provocanti, facendomi ogni volta arrossire.
Cap.6 Situazione da convivenza, atto quarto-------------------------------------------------------
Successivamente le cose iniziarono ad andare meglio, almeno economicamente parlando, ma così non fu per la mia altra situazione: Candice. Non voglio essere frainteso, lei mi arrapava immensamente, ma dall'episodio della doccia si era svegliata una parte di me che mi faceva sentire in colpa nei confronti di Veronica. Quest'ultima ovviamente continuava ad ignorarmi però, da quell'accaduto in camera, un'altra parte di me mi diceva che era lei che volevo; quindi immaginatevi la confusione che avevo in testa. Comunque, una sera in cui me ne stavo spaparanzato sul letto a leggere, sentii un dialogo tra le mie due conquiline, nella stanza accanto grazie alle pareti sottili, che mi lasciò sconcertato:
-Cosa c'è li sotto?- Chiese Candice. -Niente- Rispose Veronica. -Avanti, fammi vedere!- Esclamò la prima, evidentemente eccitata. -No! No! lascia stare!- Ribatte la seconda, indubbiamente imbarazzata.
Seguirono rumori concitati, come di una zuffa.
-Ecco cos'è! Quanto è grosso!- Riprese Candice, che probabilmente aveva vinto lo scontro. -Abbassa la voce, cretina!- La sgridò Veronica, che pareva propio ancora più imbarazzata di prima. -Ma di che ti preoccupi? Ti prego, fammelo provare!- Disse la prima. -Pr... pr... provarlo? Ma è mio, lo uso io!- Ribatte la seconda, balbettando. -Dai! Basta lavarlo bene!- Non demorse Candice. -Lo vuoi usare qui, ora?- Chiede Veronica. -Sì! Ne ho davvero voglia, anzi bisogno!- Ribadì la prima, ancora più eccitata.
Seguì un lungo momento di silenzio, come se Veronica stesse riflettendo su tale richiesta.
-Ok, però non attivarlo al massimo, altrimenti si scaricano le batterie subito- Disse infine sconsolata.
Dopodiche sentii una delle due uscire dalla camera per andare in bagno, lo scroscio dell'acqua del rubinetto per qualche istante, e il ritorno; poi, accostando l'orecchio alla parete divisoria, potei sentire dei sospiri sommessi, e l'avvio di un qualcosa che pareva vibrare.
-Così è troppo alto, lascialo a me, ti aiuto io- Disse Veronica.
Il rumore vibrante si abbassò e poi sentii gemiti e sospiri sommessi per parecchio tempo, fino a quando non udii un lamento di piacere più lungo e forte degli altri, che infine si spense.
-Uao! E' stato stupendo!- Esclamò Candice con un leggero ansimare. -Però ho bagnato le lenzuola, ora devo cambiarle- Disse poi, infastidita.
L'idea che mi ero fatto sull'accaduto era abbastanza chiara, le ragazze avevano condiviso una masturbazione con un vibratore, che era di Veronica tra l'altro. Quella notte feci fatica ad addormentarmi, ero veramente arrapato. In ogni caso un'idea malvagia si era fatta strada tra i miei pensieri, un'idea che la ragione mi urlava di dimenticare, ma che alla fine seguì. Nei giorni seguenti, il primo momento in cui rimasi da solo a casa partii con la fase iniziale, che ovviamente fallì subito; Entrai nella camera delle ragazze, che era abbastanza incasinata, e studiai velocemente il loro lato di parete del muro divisorio, per cercare un punto nascosto che offrisse una buona visuale dall'altro lato, dove poter creare un foro; alla fini scoprì che sarei stato scoperto in ogni caso. Comunque l'idea era ancora lì, impossibile da rimuovere.
Cap.7 Situazione da convivenza, atto quinto-------------------------------------------------------
Dopo aver sgobbato come un mulo da soma per qualche giorno, con vari straordinari, riuscii finalmente ad acquistare lo strumento cruciale per il mio piano, ovviamente tenendolo nascosto alle conquiline. Così, in un altra occasione in cui rimasi a casa da solo, ritornai nella stanza delle ragazze e finalmente trovai il nascondiglio perfetto: La scrivania presente nella stanza era fornita di un portaoggetti sotto-banco, uno spazio non illuminato e mai utilizzato. Con cura, vi posizionai la mia nuova mini videocamera, in posizione tale da fornire la giusta visuale, ovvero inidirizzata sopra ai due letti, messi contro la parete opposta. Quell'aggeggio era perfetto, funzionante senza fili, e collegandolo al computer nella mia stanza notai anche che aveva un buon dettaglio d'acquisizione. Fu solo alla sera però che riuscii a testarlo seriamente, anche se non accadde niente di sconcertante; Veronica e Candice si cambiarono per la notte, mostrandomi le loro grazie seminude e facendomelo rizzare, ma poi si misero a letto e dopo poco constatai che non sarebbe accaduto nulla di più. Comunque notai che le due avevano dei bei corpi; Veronica aveva un sedere da urlo, con due natiche desiderose di essere sculacciate, mentre Candice era distinta per un seno da paura, che il reggiseno non riusciva a nascondere, e per le sue belle gambe. Alla fine considerai quella sera come prova zero, soffocando i sensi di colpa. Per poter assistere a qualcosa di piccante, dovetti attendere qualche giorno. Un pomeriggio mi trovavo a casa con Candice, che per una volta era attenta a studiare invece provocarmi; ad un certo punto la ragazza si alzò dal divano, mi passò accanto così vicina da sfiorarmi e si ritirò nella sua stanza. Dopo qualche secondo ero in camera mia, davanti al portatile acceso. Quando infine mi connessi alla videocamera trovai la ragazza sdraiata sul suo letto, che pareva in attesa di qualcosa ma anche un po' annoiata. Dopo qualche istante, scrollò le spalle e tirò fuori da sotto il letto la sua valigia, la aprì e frugandoci dentro ne tirò fuori una rivista, che pareva propio essere spinta; si sistemò comodamente sul letto, quasi sdraiata con le gambe piegate e semidivaricate, prese a sfogliarla e poco dopo iniziò a massaggiarsi le mutandine, che ben presto si bagnarono in zona vagina. Vedendo ciò io ero già con il cazzo fuori e in mano, ed iniziai a masturbarmi quando Candice si tolse lentamente l'indumento intimo, lasciandoselo attorcigliato su una coscia, e passò a tastarsi direttamente il suo fiore con tutte e cinque le dita di una mano; la ragazza l'aveva propio come piaceva a me: Rasata, con le labbra non troppo sporgenti e il clitoride visibile. Sfogliando l'ennesima pagina, Candice si soffermò su qualcosa che evidentemente aveva catturato la sua attenzione, mentre aumentava il ritmo nelle zone inferiori, inziando ogni tanto anche a infilarsi due dita nella vagina, mentre con l'altra mano si palpava il seno, coperto dal maglioncino. Dopo poco, all'improvviso, con quest'ultima si aggrappò alle lenzuola mentre innarcava la schiena godendo come una porca, con una lacrima di liquido lubrificante che le colava nell'interno coscia. Quando si fu ripresa dal piacere si alzò, nascose la rivista, si prese il cambio vestiti e uscì dalla stanza chiaramente diretta in bagno; io che non ero ancora venuto ed ero più arrapato che mai, decisi infine di prendermi la stessa libertà che la ragazza si era presa in passato. Presi l'occorrente e raggiunsi il luogo dov'era Candice, la quale era già sotto l'acqua, mi spogliai e aprii la doccia; l'altra era ovviamente nuda, pur essendo girata di spalle, e si voltò solo con il volto notandomi lì, nudo e con il cazzo rizzato e duro. Candice reagì come non mi sarei mai aspettato: Si coprì le parti intime con braccia e mani, ed iniziò a brontolare in francese, lasciandomi comunque intendere che dovevo sloggiare. Non potei far altro che uscire, rivestirmi e abbandonare la stanza, trovandomi davanti Veronica, appena tornata dal lavoro e palesemente arrabbiata, che poi si spostò in cucina dandomi il tempo di andare nella mia stanza, meditando su quanto siano strane le donne.
Cap.8 Cambio di lavoro----------------------------------------------------------------------------
Seguì un periodo morto, in cui non accadde niente che fosse degno di nota, solo lavoro e lavoro; poi, in un giorno di sole che parve accompagnare l'evento, Veronica annuncio a noi o per meglio dire a Candice, di aver trovato un altro lavoro: Segretaria per un centro di bellezza, accomodante per più Paesi tra cui l'Italia. Quest'ultima non sembrò molto colpita pur congratulandosi, ma io ero rimasto veramente stupito che in così poco tempo fosse riuscita a trovare un vero lavoro a tempo indeterminato. Veronica si provò l'uniforme da lavoro e, quando uscì da camera sua, non potei fare a meno di pensare che così vestita rispecchiava di gran lunga una delle mie fantasie erotiche più frequenti: Indossava scarpe nere e lucide con il mezzo tacco, collant scuri, una gonna grigio scuro al ginocchio, una camicetta bianca e sopra una giacchetta elegante. Insomma, avrei voluto spalancarle la camicetta, prenderla da dietro e sbattermela fino allo sfinimento; turbato da quei pensieri violenti, mi ritirai in camera per cercare di placare i bollenti spiriti, notando che forse Candice si era accorta di qualcosa. Era vero che non mi masturbavo da parecchi giorni, però erano comunque pensieri troppo forti, che non avevo mai provato così intensi. Passata una settimana, Veronica tornò a casa con una uniforme in più; da quanto potei capire, era accaduto un disastro con una sua collega, quindi le avevano fornito il cambio e aveva potuto tenersi quella vecchia, che sistemò nell'armadio con l'aria di chi non l'avrebbe tirata fuori mai più. Invece io rividi quei vestiti molto prima di quanto pensassi. Un giorno rincasai stanco dal lavoro, aspettandomi di trovare solamente Candice nel suo finto studiare, lunga tirata sul divano. Ma quando entrai in casa, trovai il salotto desolatamente vuoto, e così anche la cucina e il bagno, come potei constatare poco dopo; magari la conquilina era uscita una buona volta a farsi una passeggiata, fatto sta che era finalmente arrivato il momento di farsi una bella sega, anche solo per sollevarmi un po' il morale. Per sicurezza sbirciai anche nella stanza delle ragazze, che aveva la porta aperta, ma confermò solo il fatto che ero da solo in casa. La mia intenzione era di andarmene in doccia, e rilassarmi in tutti i sensi sotto l'acqua calda, quindi raggiunsi la mia camera, che invece aveva la porta chiusa. Al momento non me ne curai, quasi non mi ricordavo cosa avevo mangiato a colazione nello stesso giorno, quindi entrai; accesi la luce e, girandomi verso il letto, rimasi bloccato sulla soglia perchè su di esso c'era Candice, vestita in tutto e per tutto con la vecchia divisa di Veronica, che presentava una bruciatura sulla camicetta. La ragazza sogghignò maliziosa, come se non aspettasse altro, con gli occhi evidentemente desiderosi di una sola cosa.
-Ciao Nino!- Mi disse senza smettere di sorridere, in quel suo inglese francese. -Alla fine ho scoperto cosa ti piace- Aggiunse poi, dato che io rimanevo muto. -Vieni qua e chiudi la porta!- Esclamò poi, come fosse un ordine.
Io ovviamente obbedì, chidendomi la porta alle spalle, un po' perchè ero arrapato e un po' perchè quella ragazza mi metteva soggezione; lei mi prese per un braccio e, senza troppi complimenti, mi tirò a sedere sul letto accanto a lei. La Monella, come presi a chiamarla di nascosto successivamente, mi spinse all'indietro facendomi sdraiare e subito mi saltò a dosso, come in una prematura versione del posizione cowgirl; si tolse con tutta calma la giacchetta e ancora più tranquillamente si sbottonò la camicetta per poi scoprire del tutto il suo reggiseno e tutto il buono che vi era dentro. Dopo di che, Candice si sporse verso di me, mi strappò letteralmente la camicia che indossavo, facendo schizzare via alcuni bottoni e poi prese a strusciare il suo davanzale ipnotico sul mio torso nudo, mentre la mia bandiera era già al massimo dell'asta, se capite la metafora. Incerto, io portai le mani sulle sue cosce lisce e morbide ai lati della mia vita, ma lei me le prese tra le sue, si portò maggiormente avanti su di me e me le mise sul suo didietro coperto dalla gonna, che presi subito a massaggiare mentre lei si strusciava ormai sulla mia faccia.
-Io ti ho già assaggiato, ora tocca a te!- Esclamò all'improvviso, con voce accaldata.
Non so se si fosse spiegata male in inglese, ma comunque afferrai il concetto intuendo cosa ne sarebbe coseguito. La ragazza proseguì la sua avanzata e alla fine mi ritrovai con la testa tra le sue cosce, riuscendo a vedere cosa portava sotto la gonna; Ella si tirò su l'indumento, fino a che non le rimase arrotolato attorno alla vita, rimanendo in mutandine coperte dal collant che senza problemi afferrò e strappò, liberando la zona pubica. Subito iniziò a strofinarsi sulla mia faccia, e potei constatare che era già bagnata, dunque si fermò giusto il tempo di levarsi l'indumento intimo, mostrandomi la sua già vista vagina e stavolta me la portò dritta sulla bocca, senza possibilità d'equivoci. Non avevo mai avuto un rapporto orale, quindi iniziai impacciato a leccagliela un po' dove capitava, mentre lei partiva a palparsi le tette che aveva appena liberato al vento; in un brevissimo attimo di lucidità riuscii ad indirizzarmi al suo clitoride, che presi a succhiare in alternanza con le leccate. Dovevo aver pensato giusto perchè mancò poco che ella prese ad ansimare di piacere, ed io aggiunsi un paio di dita all'opera penetrandola, mentre con l'altra mano mi sbottonai i jeans e tolsi il guinzaglio al mio cazzo, che sventolò felice e ritto. Quando Candice se ne accorse, mi immobilizzò subito il tutto, si mi se a gattoni ed indietreggiò fino a portarsi nella posizione iniziale, ovvero propio sopra la mia asta, mentre io rimasi immobile con un po' di liquido vagina sparso attorno alla bocca. La ragazza si abbassò più lentamente possibile e la prima penetrata sembrò durare in eterno, mentre il mio cazzo spariva quasi a rallentatore nella sua intimità, e quando infine le fui dentro del tutto, si lasciò scappare un lieve gemito. Io però non volevo una scopata tradizionale, volevo invece strarle più attaccato possibile, come per sentire di più la nostra unione; così mi aiutai con le bracci e mi sedetti, trovandomi le sue tette spiacciccate al mio petto. Candice allora si avvinghiò si aggrappò con le braccia a me, e mi circondò la vita con le gambe chidendole dietro ad anello, una delle posizioni che più mi faceva eccitare, poi entrambi ci aiutammo a vicenda nel procedere delle penetrazioni ritmiche. Tra quella cavalcata, il suo seno dai capezzoli turgidi che strusciava contro di me e il profumo indefinito ma buono dei suoi capelli, io ero totalmente in estasi; ad ogni accesso delle sua intimità assaporavo la ripassata calda del suo interno sul mio membro.
-Andiamo in doccia!- Esclamò all'improvviso Candice ansimante ed eccitata.
Senza rifletterci sopra, l'afferrai per le natiche e la sollevai mentre ella si stringeva con maggiore forza a me; quasi strisciando i piedi la portai in bagno, mantenendo sempre il mio cazzo dentro di lei, la quale liberò un braccio da me per chiudere la porta, mi aiutò ed io aiutai lei a togliere i rimanenti vestiti, aprì lo sportello della doccia e infine per aprì l'acqua che subito piovve su di noi. Ci appoggiammo al muro e riprendemmo a scopare, questa volta con più vigore mentre partivamo anche a slinguazzarci. Il culmine mi raggiunse troppo velocemente, senza darmi il tempo di pensare, e con una goduria immensa le venni dentro mentre continuavo a penetrarla senguendo i miei impulsi. Il piacere si affievolì poco a poco, e quando mi staccai da lei ci univa ancora un filo di sperma che alla fine si spezzò allontanandoci. Candice, dopo essersi ripresa un poco, mi si portò davanti e mentre mi ripuliva il cazzo con delle leccate paurose, divaricò le gambe e spingendo si aiutò a far colare i residui del mio seme a terra, dove seguirono il flusso dell'acqua fino allo scarico. Infine ci lavammo, un po' da soli un po' a vicenda, ci asciugammo e nudi riuscimmo fortunatamente a raggiungere le rispettive camere, non avendo portato dietro i vestiti per ovvi motivi, prima che Veronica tornasse. Ripensando successivamente all'accaduto, a mente lucida, ebbi il terrore di averla messa incinta, ma Candice mi rivelò poi che aveva preso la pillola; aveva calcolato tutto la Monella.
Cap.9 Situazione da convivenza, atto sesto--------------------------------------------------------
A distanza di qualche settimana l'accaduto con la francesina mi tornava ancora spesso in mente, più lucidamente di quanto fosse stato in quel giorno; eppure una parte di me si sentiva per la seconda volta in colpa, nei confronti dell'altra mia conquilina. Comunque una cosa positiva, o negativa a senconda dei punti di vista, la recente scopata aveva un poco calmato i bollenti spiriti a Candice, la quale non si esibiva quasi più per me in pose e abbigliamento provocanti; da un lato, questo mi dispiacque perchè tornando a casa dal lavoro non vedevo più la solita divina visione, distesa sul divano; ma comunque ero tornato ai cari vecchi porno, almeno fino a che sbadatamente non feci cadere il portatile che si ruppe irrimediabilmente. Certo potevo ancora contattare la famiglia con il cellulare, ma comunque ogni giorno che passava ero sempre più arrapato. I sensi di colpa verso Veronica ormai ero riuscito a seppellirli e la voglia di possedere ancora Candice era sempre più forte, anche se ella sembrava aver perso ogni attrazione verso di me; eppure io mi ero fissato con l'idea che se ti fanno provare il paradiso per poi non offrirtelo più, te lo devi conquistare da solo. Una mattina in cui ero a casa da solo con la ragazza, decisi di tentare il tutto per tutto, voglioso di sesso com'ero; mi alzai dal letto con l'uccello già ritto, e invece di vestirmi mi spogliai completamente. Uscii dalla mia stanza e feci un rapido giro della casa, notando però che Candice era ancora a dormire, probabilmente; così, in silenzio raggiunsi la sua porta, la aprii piano e nella semioscurità mi avvicinai al suo letto. La porcella dormiva pacificamente con un po' di bavetta su un angolo della bocca, che al momento mi eccitò maggiormente; dormiva su un fianco non del tutto coperta dalle coperte, lasciando esposto il suo bel fondoschiena e le sua gambe lisce illuminate dall'alone di luce che entrava dall'esterno della camera; la cosa che mi fece eccitare di più fu però che indossava una camicia da notte con evidentemente niente sotto di essa. Tutti i rimorsi che avrebbero potuto fermarmi, erano stati totalmente sconfitti dalla mia eccitazione crescente, quindi mi porsi su di lei e lentamente le sollevai la veste, confermando quello che senza di essa, la ragazza era nuda. Pensando che forse ella avesse il sonno pesante, le afferrai delicatamente la natica più in alto sollevandola e scoprendo la sua figa stretta che però non celava del tutto le sue labbra vaginali; feci scorrere due dita su tutta la sua lunghezza e poi, come se esse cercassero con volontà propia il calore, gliele infilai dentro nella sua umidità. Ad un tratto mi staccai da lei, quando la ragazza ancora addormentata si mosse nel sonno e dal fianco si girò fino a posizionarsi a pancia in giù; nello spostamento le coperte si erano disfatte, e finirono per coprirle solo la schiena. Purtroppo tale posizione non era adatta per penetrarla furtivamente, così mi portai su di lei, a livello del suo fondoschiena con le gambe ai lati delle sue coscie, le scostai un poco le natiche e vi ci misi il mio cazzo in mezzo, poi iniziai a masturbarmi piano; continuai per poco prima di capire che non mi bastava, volevo penetrarla di nuovo. All'improvviso la ragazza borbottò qualcosa e si mosse nuovamente, facendomi sollevare, per rigirarsi tra le mie gambe e per portarsi dritta dritta di fronte a me, liberata finalmente dalle coperte. La tentazione di provare ad entrarle dentro era quasi irresistibile; però notai poi che una spallina della camicia da notte le era scivolata su una spalla lasciando scoperta una delle sue tette stupende, che mi attirò maggiormente della sua vagina depilata. Mi allungai allora su di lei, e mentre con una mano presi a segarmi, portai la bocca su un suo capezzolo e presi a succhiarglielo prima dolcemente e poi sempre più prepotente. Ad un certo punto mi accorsi che Candice, incredibilmente ancora addormentata, si portava la mano alla sua fica e iniziava a massaggiarla sospirando, come se stesse sognando, mentre con il braccio mi strusciava leggermente le palle. Sentendo il piacere avvicinarsi al culmine, le scostai delicatamente il braccio dalla sua intimità ora un po' bagnata, mi issai fino a portarmi al livello poco più sotto del suo seno, glielo snudai completamente, ci infilai il mio uccello in mezzo alla bella e buona e, stringendo con le mani le sue tette su di esso, continuai a masturbarmi. Ero ormai prossimo a venire quando, per la sfiga più nera, la ragazza aprì gli occhi svegliandosi; scorsi vagamente la sua sorpresa perchè dopo due secondi il mio cazzo esplose schizzandola in piena faccia, poi sul collo ed infine scemando un poco più giù. Rimasi ansante ed immobile a fissare quel faccino tutto sborrato, fino a che Candice non si riebbe ed iniziò ad assestarmi della manate ovunque riuscisse a beccarmi; io mi allontanai frettolosamente con il cazzo sbattacchiante che schizzava un po' ovunque, poi indietreggiai fino al muro quando ella si ripulì la faccia con una mano, recuperò il vibratore di Veronica e poi venne verso di me incazzata nera. Fui convinto che mi avrebbe assestato un calcio nei cosiddetti fino a che non mi fu davanti e, afferratomi il mio uccello con la mano sporca, mi trascinò in bagno; mi costrinse ad entrare nella doccia e mi fece sedere, mollando solo poi il mio uccello. Candice si levò la camicia da notte che gettò sul lavandino rimanendo splendidamente nuda, chiuse lo sportello, si puntò con una gamba a terrà mentre sollevò l'altra appoggiandosi ad una parete e iniziò a masturbarsi con il giocattolo erotico. Io rimasi immobile, osservando la scena e notando che la ragazza si penetrava un po' troppo animatamente e che ogni tanto faceva una breve pausa; non capii cosa volesse fare fino alla fine. Tutto d'un tratto ella ebbe un fremito, si estrasse di colpo il vibratore lasciandolo cadere su di me, poi frese a sfregarsi con foga la zona clitoride e di colpo dalla sua vagina partirono dei veri e propi getti di liquido caldo, che accommpagnò con dei gridoletti di piacere misto dolore; ovviamente si indirizzò verso di me, ed io ne fui presto ricoperto. La maiala però non aveva ancora finito di punirmi, difatti si portò sopra di me, mi spiattellò la sua figa direttamente sulla mia faccia bagnata dei suoi liquidi, e si appoggiò con mani e braccia alla parete dietro di me; era chiaro quello che dovevo fare. Anche se in parte controvoglia, presi a leccarle la sua intimità, dal sopra al sotto, facendola rabbrividire dal piacere; aggiunsi anche in alteranza delle penetrate lingue che non le dispiacquero. Poi, non ancora soddisfatta, si staccò da me e si voltò, divaricò le gambe e si appoggiò alla parete opposta, e a me non rimase altro da fare che riprendere a compiacerla; dopo alcuni istanti Candice si portò una mano sull'ano e prese a massaggiarselo inizialmente e a penetrarsi con un dito poi. Nel frattempo mi ero un poco ripreso dalla precedente venuta, e il mio cazzo si rimise pian piano sull'attenti; quando poi mi eccitai nuovamente, mi alzai da terra e nonostante le proteste della ragazza, mi aggrappai al suo sederino e notando che l'ano era si era un po' allargato lo presi di mira. Candice lanciò un urlo quando mi feci strada con il mio cazzo nel suo buchetto e alla fine riuscii a penetrarla per buona parte; rimasi lì fermo un poco, assaporando la mia rivalsa, poi la costrinsi a piegarsi a novanta anche se lei non oppose una vera resistenza. Si lasciò scappare un altro urlo, questa volta più dolce, mentre mi tiravo indietro; mi appoggiai sulla sua schiena, cingendole la vita con le braccia, e in quella posizione tentai più volte di rinserirmi in lei, e quando ci riuscii ripresi la monta. Rispetto alla vagina, l'interno del suo didietro era un bel po' più stretto ma l'idea di venirle dentro senza timori, mi spinse a continuare da quell'accesso; aumentai il ritmo mentre entrambi ansimavamo dallo sforzo. Raggiunsi per la seconda volta il culmine ma, a differenza della precedente, le venni dentro tra svariati spasmi. Rimasi appoggiato su di lei con il fiatone e quando mi fui ripreso mi staccai da lei, mentre un po' di sperma le colava dall'ano. Quando anche Candice si raddrizzò, si girò verso di me, mi spinse di lato e prese a lavarsi e a liberarsi della mia sostanza; finito il tutto la ragazza mi diede un bacio sulla guancia e subito dopo un schiaffo sull'altra e se ne andò.
Cap.10 Alle terme---------------------------------------------------------------------------------
Un lunedì mattina mi svegliai per metà, molto presto e senza un apparente motivo; le uniche cose di cui mi accorsi remotamente furono il mio cazzo eretto ed un peso sulla zona dell'inguine. Sulle prima non ci badai, intontito com'ero, ma passato qualche minuto presi coscienza anche di un qualcosa che mi serrava il membro alla base mentre qualcos'altro di morbido e bagnato mi lambiva la cappella, sotto le coperte. Non mi mossi e lentamente arrivai a capire che tra le mie gambe vi era prona una persona, la quale pareva davvero vogliosa; senza fretta, intuendo chi fosse, portai le mani nella zona incriminata e tastai il volto di Candice.
-Ssht- Mi zittì la ragazza.
Ella poi si arrampicò su di me fino a che non mi si trovò interamente sopra, nuda; mi baciò sulla bocca e poi prese a baciarmi il collo, coi i suoi capelli profumati che mi coprirono il volto, mentre con una mano mi afferrò il cazzo e con esso si penetrò poi la sua intimità. Pur essendo sveglio del tutto, rimasi immobile lasciandole fare; Candice prese a cavalcarmi dolcemente, con le sue tette che mi strusciavano su e giù il petto, per poi aumentare gradualmente il ritmo. All'improvviso rizzò la schiena, scoperchiandoci delle coperte, prendendo a palparsi il seno e a strizzarsi i capezzoli, mentre la penetrazione diveniva quasi selvaggia; entrambi inziammo ad ansimare per la foga dell'atto e come per assecondarci le molle del letto presero a cigolare, accompagnandoci. Durai quasi un quarto d'ora prima di avvicinarmi al culmine, probabilmente per il fatto che mi ero appena svegliato, e a quel punto mi aggrappai alle sue coscie poco prima di venirle dentro più volte. Candice continuò comunque a masturbarsi sul mio membro, facendo colare vari rivoli di sperma su di me; provai piacere ancora per qualche attimo, almeno fino alla fine degli spasmi, ma poi l'eccitazione scemò e esso tornò lentamente alla sua solita dimensione, uscendo da lei; la ragazza non soddisfatta si appoggiò di nuovo sul mio pene, con le labbra vaginali che me lo circondarono, ed iniziò a strusciarcisi sopra, spargendo il mio seme un po'ovunque. Dopo parecchio tempo anche Candice giunse al culmine del piacere; si mise una mano sulla bocca per soffocare evuntuali gridolini, quando un denso liquido caldo le sgorgò dalla sua vagina bagnando tutta la mia zona intima e le coperte attorno. La ragazzà si abbandonò poi su di me e io l'abbracciai poi, dopo chissà quanto tempo, mi baciò nuovamente e ritornò furtiva nella sua camera. Guardai la sveglia e notati che erano solo le 3 di mattina, ma un po' per il disastro sulle lenzuola e un po' perchè ormai avevo perso il sonno, decisi di alzarmi. Quel giorno andai al lavoro stanco ma per fortuna era il turno della prima metà della giornata e così alle 2 di pomeriggio ero già a casa. Veronica non c'era ma stranamente anche Candice mancava; entrando in cucina però notai un biglietto su cui, scritto in un inglese strano, c'era un messaggio di quest'ultima che mi diceva di raggiungerla al centro in cui lavorava la prima. Pur non essendo molto propenso a seguire quella strana richiesta, la curiosità mi vinse e quindi mi cambiai e ripartii per tale luogo. L'edificiò era enorme e ben tenuto, ma mi sorpresi maggiormente all'interno trovandomi in un atrio spettacolare e ben illuminato; mi guardai in giro alla ricerca di Candice ma di lei nessuna traccia. Decisi di attenderla in quel salone e nel frattempo mi misi a studiare l'ambiente, dopo aver spiegato il motivo della mia presenza alla donna dietro al bancone della receptionist. Ad un tratto il mio sguardo cadde su un cartello che presentava la lista dei servizi offerti, in tedesco ovviamente ma anche in inglese, e notai che erano presenti anche delle sorgenti termali; l'idea mi esaltò molto perchè un mio grande sogno era di provarle, specialmente se con una compagnia femminile. Dopo poco ero ancora intento a fissare il listino quando mi sentii chiamare dalla voce di Candice, e voltandomi la vidi sulla soglia di una porta, con indosso solo un accappatoio e delle ciabattine; ella mi fece segno di avvicinarmi ed io la raggiunsi, non potendo fare a meno di lanciare un'occhiata furtiva alla donna del bancone che però mi ignorò. Davanti a Candice scoprii che sotto l'indumento portava un costume da bagno, probabilmente a due pezzi; la mia conquilina mi afferrò per il giaccone e mi trascinò dietro alla porta, oltre la quale vi era un lungo corridoio intervallato da porte.
-Oggi c'è la prova delle terme, gratis!- Mi rivelò nel suo solito inglese francese. -Davvero?!- Le chiesi. -Sì, me l'ha detto Veronica- Rispose lei, tutta eccitata. -Ma io non ho il costume- Constatai rabbuiadomi. -Va bene anche senza, il resto è fornito dal centro- Mi rassicurò.
Poi, senza tanti complimenti, Candice mi spinse lungo il corridoio fino in fondo, fermandosi prima a metà per indicarmi la porta di una vasca termale. La ragazza mi accompagnò fino all'ingresso dello spogliatoio maschile.
-Spogliati e poi raggiungi la vasca, c'è una bella sorpresa per te!- Mi disse misteriosa prima di lasciarmi.
Nella stanza trovai uno scaffale con accappatoi puliti e uno con calzature da mare; mi cambiai di fretta, ponendo le mie propietà in uno degli armadietti. Sentendomi vagamente a disagio per essere nudo, uscii dallo spogliatoio notanto però a quel punto che non c'era in giro nessuno. Raggiunsi la mia meta, notando che di vasche ce ne erano svariate, ed entrai. Mi ritrovai in una stanza non più grande dell'appartamento in cui alloggiavo, illuminata solamente dalla debole luce di alcune candele ( disposte negli angoli e protette da lastre di plastica), in cui aleggiava una nebbiolina densa. Dopo la porta c'era un piaoro abbastanza stretto che terminava con degli scalini che portavano direttamente nella vasca, una vera e propia piccola piscina d'acqua calda. Mi tolsi l'accappatoio, che appesi su uno degli appendini alla parete, e i sandali, poi entrai in acqua dopo essermi abituato alla temperatura quasi bollente. Raggiunsi il fondo e mi sedetti su una delle panche subacquee che delimitavano tre lati della vasca, e mi rilassai chiudendo gli occhi; su di essa il livello dell'acqua mi arrivava al collo. Dopo qualche minuto già ero mezzo assopito ma il rumore della porta che si apriva mi ridestò. Avevo sperato di poter rimanere in quella vasca da solo tutto il tempo, ma ovviamente un giorno di prova gratuita richiama sempre un alto numero di persone. Nella nebbia non vidì il nuovo arrivato, sempre che si trattasse di uno solo, però un dubbio si insinuò di sottofondo nella mia mente, ovvero che non avevo visto simboli divisori di maschi e femmine per le vasche; se non fossi stato già accaldato per il bagno, sarei sicuramente arrossito perchè ero totalmente nudo. Dopo poco sentii l'altro occupante, anche se per un attimo mi parvero due, entrare lentamente in acqua e poi avvicinarsi verso la mia posizione; ad un tratto nella foschia intravidi una sagoma sfocata, anche se mi accorsi imbarazzato che aveva forme e curve femminili. Poi, poco prima di diventare riconoscibile, si immerse nella vasca e non seppi più dov'era; rimasi in tensione per alcuni istanti finche una mano mi afferrò il membro. Subito scattai in piedi e la propietaria della mano infranse la superficie dell'acqua mollando la mia parte; con il cuore che batteva dallo spavento, mi ritrovai davanti niente meno che Candice, con il suo costume a due pezzi, la quale scoppiò a ridere.
-Ca...Candice?! Mi hai fatto morire, cosa fai qui?- Balbettai un po' arrabbiato in italiano, traducendo poi in inglese per farmi capire. -Te l'ho fatta!- Riuscì a dire tra le risate.
Non rimasi immusonito a lungo perchè la ragazza era mozzafiato anche in costume da bagno, e mi stavo eccitando con il cazzo già innalzato; dopo poco Candice riuscì a calmarsi e sedette accanto a me.
-Scusa- Disse con un sorrisetto e baciandomi teneramente un labbro. -Ok. Era questa la sorpresa?- Chiesi staccandomi da lei. -In parte. Il resto ti piacerà!- Rispose lei con sguardo malizioso.
Candice fischiò e sentii all'altro lato della vasca muoversi l'acqua: C'era qualcun'altro con noi. A breve un'altra sagoma apparve nella nebbia, sempre con linee femminili, ed infine divenne visibile; era un'altra ragazza, in costume da bagno azzurro con un corpo divino, anche lei con capelli biondi che portava lisci e raccolti in una coda. Ella si avvicinò studiandomi e si sedette sull'altro mio lato, abbastanza vicina da sfiorarmi la gamba con la sua.
-Lei è Annette, una mia cugina che è venuta a trovarmi- Disse felice Candice. -Piacere- Disse la nuova arrivata anche lei in inglese, con una voce cristallina. -Piacere- Balbettai io, stringendole la mano mentra la fissavo. -Candice dice che tu sei un porcello- Disse poi Annette, senza tante cerimonie. -Co..Cosa?- Risposi io, sempre balbettando. -Non spaventarlo, Annette!- La rimproverò scherzosamente sua cugina. -Volevo solo stuzzicarlo, cuginetta- Si scusò la ragazza con finto dispiacere. -Cosa volete fare?- Riuscii a chiedere preoccupato, anche se ero molto eccitato con loro due così vicine. -Non ti preoccupare!- Dissero maliziosamente all'unisono le ragazze. -Però qua manca qualcosa, non ti pare Annette?- Chiese eccitata Candice. -Vado a prenderlo subito!- ripose sua cugina.
La ragazza ci mise poco tempo prima di ricomparire dalla foschia; in mano stringeva una sorta di gioco erotico: La struttura principale era quella di un perizoma rigido con una specie di cintura e imbragature per essere indossato; dalla parte rigida spuntava un pene di gomma nero orizzontale e all'interno, sulla parte inferiore, un altro dildo era rivolto verticalmente.
-Tocca a me stavolta!- Esclamò Candice!
La ragazza si sfilò gli slip, lasciandoli affondare nell'acqua, poi strappò di mano l'oggetto alla cugina e so lo indossò, sospirando quando il dildo interno la penetrò.
-Cosa avete intenzione di fare?- Chiesi spaventato, immaginando una delle più brutte possibilità. -Mia cugina vuole il piacere!- Rispose Candice come se quella frase spiegasse tutto, e come se fosse un ordine.
Annette mi afferrò per un braccio e mi trascinò alla parte opposta della vasca, con la cugina al seguito, mi fece uscire dall'acqua e mi portò sul pianerottolo; mi lasciò andare e si tolse il costume, mostrandosi in tutta la sua bellezza naturale; rispetto a Candice, la cugina aveva delle labbra vaginali piuttosto sporgenti e le tette era di qualche taglia più grossa. Annette mi riafferrò e mi costrinse a sdraiarmi sulle mattonelle a mosaico, per fortuna calde, anche se io non opposi reistenza; poi si chinò e fece colare un po' di saliva sul mio membro prendendo poi a lubrificarlo massaggiandomelo. Quando fu soddisfatta la ragazza si sedette su di me, centrando con la sua vagina il mio cazzo che fu subito immerso nella sua profondità, e si chinò su di me cosicchè il suo ano fosse disponibile per Candice, la quale non si fece attendere e le entrò gradualmente, facendola gemere. Finalmente iniziò la cavalcata doppia; Annette ansimava con la bocca spalancata e la lingua fuori, propio come fosse una cagna, e il suo seno abbondante era schiacciato contro di me; io le slegai i capelli e quelli sembrarono piovere su di noi. Dopo alcune penetrate particolarmente spinte, le due ragazze si fermarono per poco e poi si staccarono da me; questa volta fu Candice a sdraiarsi e la cugina le fu subito sopra ma questa volta in style cowgilr, mentre le si appoggiava con le mani sul seno. Io non avevo intenzione di rimanere in disparte quindi mi portai davanti ad Annette, con i piedi attorno al collo della sdraiata, e prendendole la testa tra le mani le infilai a forza il mio cazzo in bocca. La scopata riprese; Annette me lo succhiava che era un piacere, andando fino in fondo come se fosse esperta, cosa da non escludere, e Candice ci diede dentro dando e provando un immenso piacere, viste le ansimate che entrambe facevano, massaggiandomi nel frattempo i testicoli con una mano. Sentendo poi l'avvicinarsi del culmine decisi non lucidamente di voler venire dentre Annette, quindi mi staccai da lei di colpo, e la feci alzare senza convenevoli ignorando il lamento di rimprovero di Candice; afferrai con le mani le sue tettone e la trascinai giù dal pianoro, nell'acqua fino alla panca più vicina, poi sedetti e me la feci sedere su di me ritrovandoci faccia a faccia. In quella posizione mi afferrai il membro sott'acqua e glielo infilai dentro così veloce che alcune bollicine salirono in superficie; poi feci segno a Candice di raggiungerci ed ella non tardò a farlo. Le strattonai il perizoma erotico per farglielo togliere e così fece, poi la feci salire in piedi sulla panca, in modo che si mettesse tra me e la cugina, le afferrai le natiche e la tirai verso la mia faccia, cosicchè la sua vagina fosse a portata di bocca; Annette prese riprese subito la cavalcata, che sott'acqua aveva uno strano effetto, mentre io iniziai a slinguazzare l'intimità di sua cugina, in zona clitoride, mentre palpavo il seno della prima; dopo poco Annette si aggiunse a me mettendosi a leccare la vagina della cugina dal dietro, la quale mi mise le mani nei capelli tirandoli dal piaceere che provava. Quel rapporto ad anello durò per un tempo indefinito e la prima a raggiungere il piacere supremo fu Candice che mi schizzò in faccia di nuovo in faccia il suo liquido vaginale, mentre per la foga del momento mi strusciava la sua figa su tutta la faccia; fu poi la volta di Annette, che spinse via Candice da in mezzo a noi, la quale con un gridolino si strinse a me mentre evidentemente godeva di piacere e altre bolle salirono in superficie; infine non ce la feci più neanche io e le venni dentro con vari spasmi, e poco dopo dei rivoli di sperma salirono in superficie attorno a noi. Dopo esserci ripresi un poco tutti, ci risistemammo e tornammo negli spogliatoi soddisfatti. Usciti infine dal centro, scoprii che era stata Candice a prenotare la vasca, e che non c'era nessuna giornata di prova.
Cap.11 Di nuovo in due----------------------------------------------------------------------------
La cugina di Candice si fermò a dormire da noi per qualche notte, ed io da gentiluomo le lasciai il mio letto; sfortunatamente non ci furono eventi degni di nota nei giorni seguenti, come se l'accaduto delle terme ci avesse assorbito tutta la carica sessuale. Comunque mi sentii davvero bene in quel periodo: Avevo due belle francesine che giravano per casa seminude e il mio lavoro era divenuto più leggero, per via della momentanea diminuzione della clientela. Ma come per ogni cosa bella, ci deve essere sempre una fine, la quale non tardò a presentarsi. Una sera in cui eravamo tutti a casa, Candice fulminò me e Veronica con una notizia bomba: Annette era venuta in Germania allo scopo di convincere la cugina a tornare in Francia, e purtroppo alla fine c'era riuscita; ci disse di essere profondamente dispiaciuta ma che non poteva fare altro; era scappata in Germania per una lite con dei suoi parenti, riguardante il suo futuro, e non per studiare come ci aveva voluto far credere. Le due cugine sarebbero tornate in patria l'indomani. Io fui spaccato da due sentimenti rabbiosi, da un lato mi ero in qualche modo invaghito e abituato alla presenza di Candice, e non la volevo perdere, dall'altro il fatto che tale ragazza lasciava me e Veronica in due, a mantenere l'appartamento da soli; dopo qualche istante di incredulità e prima di dire qualcosa di cui pentirmi, mi alzai e mi ritirai in camera mia, sbattendo la porta. Poco dopo mi addormentai, tra le coperte che odoravano del profumo di Annette, fregandomene altamente se ella sarebbe rimasta sul divano; fui svegliato all'improvviso da una mano che mi scrollava dolcemente. Mi misi seduto e nella penombra della stanza riconobbi Candice, la quale pareva propio preoccupata e dispiaciuta.
-Mi dispiace davvero tanto, Nino- Mi disse con voce tremante. -Ci hai mentito, mi hai mentito!- Esclamai io infuriato. -Lo so, ma tu mi piaci veramente, non ti ho preso in giro!- Rispose lei, piangendo. -Non mi interessa, vattene e lasciami stare!- La respinsi nuovamente.
La ragazza non demorse e mi infilò senza preavviso una mano nei pantaloni, afferrandomi il membro, che aimè si rizzò duro. Io tentai di allontanarla ma ella salì sul letto e poi sopra di me, bloccandomi; poi me lo prese in bocca ed iniziò a succhiarmelo. L'eccitazione crescente comunque non bastò a frenare la mia rabbia; con uno scatto improvviso e uno spintone la feci staccare da me, ed ella si schiodò dal mio cazzo involontariamente e cadde in avanti. La rabbia crebbe e volli farle male, non seriamente ma abbastanza da punirla; mi alzai sulle ginocchia, l'afferrai per l'interno coscia e le spalancai le gambe; la porcella indossava solamente una camicia da notta, senza nulla sotto, e la sua vagina calda si parò davanti a me. Come un falco che si butta sulla preda, le pionbai dietro e con violenza la penetrai, facendola protestare con un piccolo gemito, poi iniziai a cavalcarla di forza, dimenticandomi di cosa significasse la dolcezza e la tenerezza. La scopai per parecchio tempo, così tanto velocemente che presto il mio cazzo iniziò a dolermi, ma continuai mentre la situazione si stava via via capovolgendo; ad un certo punto fu Candice a tentare di sgusciare via respingendomi, ma la sua era una posizione svantaggiata e non pote far altro che subire la mia rabbia; e quando poi le detti la prima sculacciata si dovette tappare la bocca con entrambe le mani, per non urlare e svegliare così le altre conquiline. La penetrai ancora per un po', sculacciandola altre tre volte, poi raggiungendo il limite mi aggrappai a lei stringendole forte le sue meravigliose tette, e le venni infine dentro con tanti spasmi dolorosi ma particolarmente piacevoli. Quando la ragazza sentì la mia presa sciogliersi si affrettò a staccarsi da me, con un fiotto di sperma che le fuoriuscì come una scia, poi senza degnarmi di uno sguardo se la filò via, ed io mi lasciai cadere sul letto, sfinito, e poco dopo mi riaddormentai. Il giorno seguente i saluti furono davvero strani: Candice camminava lentamente, ovviemente dolorante nelle parti intime, e salutò Veronica con un debole abbraccio, mentre a me salutò solo con un ciao, senza guardarmi negli occhi. Annette strinse la mano a Veronica e a me lanciò un'occhiataccia, probabilmente perchè aveva saputo come avevo trattato sua cugina. Dopo un breve attimo imbarazzante di silenzio, le due ragazze afferrarono le valigie ed uscirono. Non sapevo cosa fare quindi rimasi imbambolato per chissà quanto, poi riscosso da tale stato mi volsi verso Veronica ma ella non ricambiò lo sguardo; in preda alla rabbia allora me la presi con lei.
-E tu? Si può sapere perchè cazzo ce l'hai con me? Che cosa diavolo ti ho fatto?- Le sbraitai contro.
La ragazza si spaventò per l'improvviso frastuono, e per un attimo mi guardò dritto negli occhi con un'espressione di puro stupore, poi si girò e corse in camera sua.
Cap.12 Le verità nascoste-------------------------------------------------------------------------
Passarono parecchi giorni in cui la mia rabbia sbollì lentamente, lasciando il posto alla preoccupazione di dover cercare ancora un conquilino. La sfuriata contro Veronica mi tornava frequentemente in testa, alternando la vergogna alla rimonta della rabbia; giunsi infine alla conclusione che la ragazza se l'era meritato, anche se forse avrei dovuto parlargliene con più calma, invece di urlare. Nel frattempo venni contattato da mia cugina, la quale si mostrò interessata a raggiungermi, vista la situazione in Italia, ma solo dopo due settimane; fu un sollievo. Comunque la sfuriata con la mia conquilina aveva smosso qualcosa in me, forse aveva fatto crollare quel muro che avevo eretto io stesso intorno a lei; ora l'idea di affrontare Veronica si era impadronita di me, anche solo per chiarire le cose una volta per tutto; e pensandoci bene, ero stato propio uno stupido a non farlo prima. Eppure per una settimana il coraggio venne meno, visto che ormai la ragazza si dileguava ad ogni possibile occasione; alla fine decisi che avrei dovuto fronteggiarla prima dell'arrivo di mia cugina, in un modo o nell'altro. L'opportunità si presentò tre giorni prima del nuovo arrivo, quasi fosse il destino stesso ad averla permessa. Era un giovedì festivo, per un qualche avvenimento tedesco, quindi entrambi eravamo a casa; io ero in salotto ad ascoltare della musica, Veronica si era chiusa in camera sua. Respirai profondamente e mi feci coraggio, zittii il portatile e mi alzai dal divano, che sfortunatamente odorava ancora della francesina; mi arrestai davanti alla porta della stanza e alzai la mano per bussare, con il cuore che batteva, ma rimasi lì per chissà quanto senza fare nulla. Finalmente, dopo qualche minuto, riuscii a sopprimere tutte le paure e timori, e senza indugio bussai; rimasi in attesa per minuti ma non ricevetti risposta, allora afferrai la maniglia e spalancai l'uscio di colpo, e quasi mi venne un infarto; Veronica era in piedi davanti all'armadio aperto, ed era totalmente nuda. La ragazza si spaventò e si nascose dietro ad un anta del mobile, così che riuscii a vederla solamente dalle caviglie in giù.
-Dobbiamo parlare, è arrivata l'ora- Le dissi forse un po' troppo rudemente.
Lei si vestì in fretta e furia, apparentemente coi primi vestiti che le capitavano a tiro; io la lasciai fare, ed infine ella uscì dal suo nascondiglio in pantaloncini e maglioncino. La ragazza fu evidentemente indecisa su cosa fare, evitando il mio sguardo, poi cercò un modo per svignarsela dalla porta; peccato che io mi ci ero piazzato davanti e me la chiusi alle spalle.
-Adesso basta ignorarmi, non sono un verme, ora stiamo qua fino a che non parliamo!- Esclamai, sedendomi con la schiena contro l'unica via di fuga della stanza.
Lei rimase in piedi qualche istante, poi si sedette sul letto con gambe accavallate e braccia incrociate, e con lo sguardo al soffitto. Io attesi, con lo sguardo fisso sulle sue gambe, per minuti che poi si trasformarono in un'ora. Ad un certo punto non ce la feci più di attendere, così mi alzai e raggiunsi Veronica, posizionandomi di fronte e afferrandola per le spalle, sorprendendomi io stesso di quello che stavo facendo; lei rimase spiazzata per pochi secondi, poi cercò di liberarsi e alla fine finimmo non so come in una vera e propia lotta, lei per andarsene ed io per bloccarla. Anche se lei pareva cercare di non farmi del male, mi beccai parecchie botte, ma alla fine riuscii fermarla; mi ritrovai seduto sopra di lei, chinato per bloccarle le braccia. Veronica fece qualche altro debole tentativo di ribellarsi ma poi si arrese e rimase ferma con il fiatone.
-Allora? Ti decidi a parlarmi o no? Dobbiamo rimanere così tutto il giorno?- Le dissi ansimando dalla fatica del trascorso confronto.
-Ok- Rispose semplicemente lei, ed io rimasi quasi sorpreso che mi avesse risposto.
-Spiegami tutto! Anzi, comincia col dirmi che cosa mai ti ho fatto io, e perchè mi odi- Esclamai.
Seguirono alcuni istanti di silenzio, in cui io in attesa fissai la nuca della ragazza, e ad un certo punto pensai che non mi avrebbe più risposto.
-Io non ti odio... Ti ho odiato in passato, ma ora non più- Riprese a parlare lei, con una voce piatta.
-Perchè?- Le chiesi, tra la curiosità e il continuo stupore di stare parlando con lei.
-Perchè tu sei mio fratellastro- Dichiarò lei come niente fosse.
Di sicuro non mi sarei mai aspettato una risposta simile, e per l'incredulità drizzai la schiena, liberandole le braccia, ma Veronica non tentò di scappare.
-Che...Che... Che stronzata è questa?- Balbettai io.
-E' la verità. Tuo padre... Nostro padre... Si è messo insieme a mia madre, dopo il divorzio con la tua, e sono uscita io- Spiegò lei.
Rimasi impalato ad assorbire quella notizia, incapace di fare qualunque cosa. Mio padre aveva lasciato la mia famiglia quando ero appena nato, perchè da tempo tradiva mia madre. E per quanto incredibile fosse quella scoperta, in fondo sapevo che poteva benissimo essere vera.
-Quando ho scoperto la tua esistenza e dove abitavi, visto che non distavamo molto, mi sono unita al tuo gruppo di amici, anche se non ero sicura del motivo; ti ho odiato all'inizio, e volevo continuare a farlo, ma poi ho visto chi eri e ti ho conosciuto, seppure non direttamente- Riprese poi la ragazza. -Comunque ti ho sempre tenuto a distanza, ma quando hai deciso di partire per venire qua da solo, non ho potuto fare a meno di seguirti. Papà all'inizio era contrario, ed io ho odiato lui perchè ti ha abbandonato, ma poi gli ho fatto capire che dovevo farlo e lui ha ceduto- Concluse poi.
Io continuai a rimanere in silenzio, assimilando il tutto.
-E poi mi sono spaventata, perchè mi sono accorta di avere una cotta per te...- Dichiarò poi. -E penso che anche io ti piaccia, giusto?- Chiese dopo.
-No- Mi lasciai scappare, preso alla sprovvista. - E' per quello che mi hai... Masturbato?- Chiesi poi arrossendo.
-Cosa? Io non ti ho mai nemmeno sfiorato!- Esclamò lei. -Ti sei smentito, altrimenti non avresti fatto delle fantasie su di me- Disse poi.
Veronica prese lentamente a strisciare da sotto le mie gambe e si liberò, poi si sedette di fronte a me, così vicina che quasi le nostre fronti si toccavano; poi mi pose una mano sulla guancia e mi baciò. Per un attimo mi lasciai trasportare, in fin dei conti la bramavo da tanto, ma subito dopo mi ripresi e la scansai, allontanandomi così di colpo che caddi all'indietro dall'orlo del letto.
-Se come dici siamo fratelli, non possiamo...- Dissi, alzandomi da terra, senza terminare la frase come se fosse sporco solo dirlo a parole.
-Siamo fratellastri!- Puntualizzò lei. -E se tra noi c'è attrazione, non vedo cosa ci sia di male a lasciarci andare ad essa- Prosegui poi.
Di nuovo, Veronica mi si avvicinò e tentò di riprendere a baciarmi, mentre fece scivolare una mano nei miei pantaloni; io cercai di scostarla, con scarsa convinzione, e infine cedetti quando lei mi afferrò il cazzo già eretto e prese a masturbarmi. Le nostre effusioni ci portarono lentamente verso il letto, mentre i nostri vestiti caddero uno a uno intorno a noi; quindi finimmo uno sopra l'altra sul materasso morbido. Mi misi su un fianco e così lei, appoggiandosi di schiena a me, mentre teneva ancora stretto il mio membro in mano; a seguito lei alzò la gamba e con tutta calma la penetrai. Lei si mosse, rotolando su di me e facendomi girare sulla schiena, trovandomi così con lei sopra di me, sorregendosi con le mani sul mio petto, e coi piedi ai lati delle mie coscie. La afferrai per i fianchi e insieme iniziammo a scopare, e ogni tanto le afferravo uno dei suoi seni perfetti, palpandoli e facendola godere; ad un certo punto la ragazza mi fece fermare, si sporse con una mano sul limitare del letto, frugò sotto il materasso e ne estrasse il suo vibratore, che attivò e poi si infilò dritto nell'ano, poi riprendemmo. Presto ci ritrovammo madidi di sudore, ma questo ci eccitò di più, intanto che anche le nostre intimità si bagnavano e i nostri fluidi si mescolavano. Quando quella posizione divenne scomoda, Veronica si alzò da me, cambiando buco al suo giocattolo erotico accompagnata da un gemito, poi si portò in fondo al letto, tra i miei piedi, si chinò in avanti e prese a leccarmi sotto i testicoli, nel frattempo che con la mano riprendeva il lavoretto al mio cazzo. Dopo poco però si sollevò stringendo le gambe e palpandosi le tette, mentre tra gridolini di piacere si estrasse di colpo il vibratore, liberando schizzi di liquido vaginale che poi prese a colarle tra le coscie. Si lasciò cadere di lato soddisfatta, ma comunque quello non le impedì di circondare il mio membro coi suoi piedi caldi e di ricominciare a masturbarmi; ad un certo punto fui io a stancarmi di quella posizione, quindi la fermai e mi sollevai a sedere. Allora lei mi raggiunse e si sedette su di me, appoggiando i suoi seni sul mio petto e aiutando il mio membro ad entrare in lei, poi incrociò le gambe dietro di me, ed io partii a penetrarla, in quella posizione che era divenuta ormai la mia preferita, e che ci accompagnò fino al culmine; arrivato al finale, senza spazio alle preoccupazioni sulla mancanza di protezioni, liberari il mio sperma dentro di lei, godendo come non mai, mentre ci slinguazzavamo appassionatamente. Terminate le contrazioni del mio membro, mi lasciai cadere di schiena sul letto e Veronica sopra di me, con le nostre intimità ancora unite. Ci addormentammo così, stremati dalla scopate e da tutta la tensione che c'era stata prima.
Cap.13 Io e Veronica-------------------------------------------------------------------------
Nei restanti due giorni, prima dell'arrivo di mia cugina, sia io che Veronica ci prendemmo dei giorni di ferie dai rispettivi lavori, trascorrendoli quasi senza parlare, avvinghiati per quasi tutto il tempo, unendoci più volte al giorno. Agata, la mia cugina ventottenne, arrivò puntuale Domenica mattina; io e Veronica, come ci accordammo prima, ci spacciammo per fidanzati e condividemmo la stanza, mentre la mia vecchia venne data all'ultima arrivata.
Sono trascorsi tre mesi d'allora; io e Veronica ormai siamo una cosa sola, ci amiamo come non mai. Viviamo ancora nello stesso appartamento, con mia cugina che per fortuna tollera i rumori che facciamo quando ci diamo dentro. Sinceramente qualche volta ci penso al futuro, chiedendomi cosa accadrebbe se venisse allo scoperto questa nostra relazione, e un poco mi preoccupa Veronica che ha cominciato ad avere la nausea, insieme ad una fame sempre crescente, ma qualunque cosa mi riservi il futuro, insieme a me ci sarà sempre colei di cui mi sono innamorato dalla prima vista.
Fine.
Edited by atbmatus - 4/5/2015, 21:00 |
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