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Daniela la parrucchiera
Daniela era una donna bassetta coi capelli neri,corti e riccioli;
occhi castani, qualche lentiggine sul viso, un bel naso e una
bella bocca.
Di mestiere faceva la parrucchiera sia in negozio che a domicilio,
almeno per noi dato che era una conoscente di famiglia.
Io, a cui per un lungo periodo era sempre stata sulle palle perchè
cicaleggiava un po' troppo, l'avevo sempre sfottuta alle spalle
dicendo che era solo una milf arrapata in cerca di uccelli.
A quel tempo non avevo la minima idea di quanto mi fossi avvicinato
alla verità.
Ma sto correndo troppo, facciamo un passo indietro.
La prima volta che cominciai ad avere sospetti sulla sua indole, se
così vogliamo definirla, fu quando avevo 16 anni.
Un giorno mia madre le aveva chiesto di venire e ella non si era
fatta attendere, desiderosa di stressarci come sempre con le sue
chiacchiere.
Come solito si sistemò in salotto e servì uno alla volta i membri
della mia famiglia; al mio turno entrai nella stanza e mi sedetti,
poi ella mi avvolse con un telo legandomelo al collo e, dopo la mia
conferma, iniziò a sferruzzare sulla mia testa.
Dopo un po' squillò il suo cellulare e lei si fermò per rispondere.
Terminata la chiamata, prima di riprendere mi disse: -Hai visto
quanto è cresciuta la mia bambina?- ; senza aspettare risposta mi
venne di fianco e mi mostrò il telefono, che però era in una
posizione scomoda e non vedevo bene; allora lei mi circondò la
testa con il braccio dal mio lato e con la mano mi avvicinò la
il volto verso di lei; mi ritrovai la parte sinistra della faccia
spiacciccata contro la 3° del suo morbido davanzale, e il cazzo
rizzato come un palo.
Mi tenne così per chissà quanto con la scusa di farmi vedere altre
foto della figlia quindicenne, la quale era propio un bella
vacchetta.
Per fortuna non c'erano i miei famigliari nei paraggi.
Un altro giorno durante l'anno dei miei 16 anni, Daniela venne a
casa sempre per i capelli.
E, dato che era diventato ormai un rito almeno quando eravamo soli,
ella mi volle mostrare ancora le foto della figlia, questa volta
sulla vacanza che avevano fatto in estate.
E questa volta, sempre da un mio lato, si appoggiò con una mano
sulla mia coscia, con le dita ad un palmo dai miei gioielli.
Tentai di pensare ad altro ma non resistetti nemmeno un minuto,
grazie anche alle foto di lei e sua figlia in costume da bagno;
di sicuro doveva aver sentito il rigonfiamento nei miei pantaloni
ma non lo diede a vedere e rimase in quella posizione.
Arrivato a 17 anni entrai in una fase in cui portai i capelli lungi
e quindi per un po' non la vidi più, perchè ero molto spesso fuori
casa.
Ma arrivata l'estate crepavo letteralmente dal caldo torrido che
c'era, così decisi di farmeli rasare ancora.
Anche in quell'occasione, mi volle fare vedere le foto della figlia
con la scusa che era parecchio cresciuta ancora, infatti si era fatta
ancora più gnocca ma pareva anche più porca.
Questa volta temetti veramente di combinare un disastro nelle
mutande: Innanzitutto lei era vestita leggera, non propiamente
provocante ma comunque leggera; portava una vestito estivo lungo fino
a meta coscia, di un tessuto fine che lasciava poca immaginazione
a cosa c'era sotto.
Poi si era messa una profumo esotico che inebriava la stanza che,
unito al caldo, mi fece subito eccitare.
Ancora prima di iniziare con il taglio, mi si avvicinò con il
cellulare e questa volta mi si posizionò davandi, chinandosi verso di
me e mostrandomi le foto con l'apparecchio rivolto verso di me.
La prima cosa che noti fu la parte superiore del suo vestito, cadente
verso il basso, che mi mostrava le sue tettone coperte dal reggiseno;
accorgendomi poi che stavo fissando quel bendidio alzai in fretta lo
sguardo accorgendomi che Daniela aveva le guance arrossate e iniziava
a sudare; pareva propio arrapata e vogliosa.
Comunque finite le foto non accadde nient'altro di particolare, se
non forse per il fatto che ancora un attimo e sarei venuto nelle
mutande.
Accaddero altri episodi di quel gener successivamente ma niente che
non potesse passare come noncuranza da parte della donna.
Invece nell'estate dell'anno dei miei 18 anni, arrivò il giorno del
giudizio; persi la mia "verginità", se così si può dire.
Ma procediamo con calma.
Quell'estate il clima era veramente torrido ed io passavo la
maggior parte in casa tra ghiaccioli, doccie e seghe.
Avevo bisogno di un bel taglio corto perchè i capellacci che portavo
non miglioravano di certo la situazione, così Daniela venne convocata
nuovamente.
Fino a qui si trattava del solito ma quella volta, i miei genitori
ebbero un improvviso ritardo a causa di un'improvvisa grandinata
estiva.
Quindi quando la pettinatrice arrivò, prima dello scoppio della
tempesta, ero solo a casa.
Come solito mi ritrovai sulla sedia, questa volta molto sudato poichè
l'afa pareva aumentata.
Daniela quel giorno indossava un altro abito leggero, questa volta
un po' più corto, e notai con stupore nascosto che pareva propio non
portare il reggiseno e, speranza mia, anche le mutandine; quello e il
fatto che fosse sudata anche lei mi fece l'effetto dell'alzabandiera
istantaneo.
Comunque la donna pareva un tantino strana poiché disse più volte che
faceva un gran caldo, aveva le guance rosse e ogni tanto si lasciava
sfuggire uno strano sospiro.
In quel momento la mia eccitazione si mitigò un poco perchè temevo
che potesse svenire.
La donna si mise subito all'opera, ma ad un certo punto si staccò da
me come per prendere uno strumento; ci impiegò un po' più del dovuto
se era per quello ma avevo dei dubbi perchè sentii l'aria prodotta
dai suoi movimenti e mi pareva che eseguisse un movimento ripetitivo;
e poi il rumore che sentivo era strano, era come se qualcosa
strusciasse si qualche cosa d'altro.
Dopo qualche istante torno da me e per spostarmi la testa nella
posizione più adatta, mi toccò con una sua mano che era parecchio
calda e per qualche motivo bagnata di una sostanza viscosa; non
feci domande ma la mia fantasia galoppava.
Per distrarmi feci una battuta sul tempo atmosferico e poi tra una
domanda e l'altra iniziammo a conversare.
In un attimo di silenzio mi venne in mente una questione mi
incuriosiva, avendone letto al riguardo, ma che mi imbarazzava
parecchio.
Quando la parrucchiera era arrivata praticamente a compimento del suo
lavoro, in un barlume di coraggio, sollevai la questione: -C'è una
cosa che mi incuriosisce ma è un po' imbarazzante- e ella rispose
divertita: -Sii uomo e sputa il rospo.- ; allora io titubante
ripresi: -Vedi, ho letto in giro che alcune persone si radono...
diciamo nei bassifondi...e mi chiedevo se se lo fanno fare da
qualcuno...non so...tipo da voi parrucchiere...- ; la donna sempre
con quel tono divertito rispose: -Bé non è una cosa che mi hanno mai
chiesto ma c'è sempre una prima volta no? Perchè? Tu sei interessato?- ;
Io riuscii solo a dire: -No be io...- che ella mi venne davanti e
prendemomi per un braccio mi fece alzare in piedi; lo sguardo mi sfuggi
sulle sue gambe e notai che alcune goccie le colavano sulla gambe
dall'interno coscia, certo poteva essere sudore ma ricordandomi della
stana pausa di prima e di quello che mi era parso di sentire, avevo
qualche dubbio; comunque immaginando cosa poteva effettivamente essere
tale liquido bastò ad eccitarmi ancora di più.
Daniela disse:- Sarei capace benissimo di farlo, dai ti do una
dimostrazione, non fare il timido.- e senza tante cerimonie mi afferrò
pantaloncini e mutande insieme e me le tirò giù, liberandomi il cazzo
che rimase duro ed eretto all'aria calda del salotto; la donna me
l'osservò qualche istante senza fare commenti ma nei suoi occhi potevo
leggere quanto era vogliosa, anche se forse era solo la mia
immaginazione, forse era in calora la cagna.
Ella prese le fobici e disse: -Hai un bel cespuglio qua sotto, ti darò
una bella spuntatina.- poi, mentre con una mano mi afferrò e sorresse
il cazzo, iniziò a tagliarmi un po' di peli pubici; io non volevo essere
rasato li sotto ma ero troppo ansioso di scoprire cosa poteva accadere
dopo per ribattere, poi la sua mano attorno al mio coso mi eccitava
talmente da non ragionare più lucidamente.
Quando l'opera sembrò soddisfarla si allontanò da me e disse: -Sai, con
questo caldo potresti avere delle irritazioni li sotto, ma io ho giusto
giusto un gel naturale che ti può aiutare- e si avvicinò alla sua borsa.
La vidi estrarre un tubetto, che a me ricordò vagamente una sostanza
lubrificante e commestibile che avevo visto su un sito di articolì
osè, poi si spalmò una cospiqua dose su una mano, richiuse il tubetto e
tornò da me; mi mise la sostanza sull'inguine poi iniziò a spalmarmela
attorno al cazzo, poi sui testicoli facendomi quasi impazzire dall'
eccitazione e poi prese l'eccesso e me lo mise sulla cappella.
Rimasi paralizzato quando me la ricoprì e quando mi afferrò l'uccello
con una mano per poi iniziare a segarmi per spalmarmelo su tutto esso.
Dopo un po' di segate Daniela disse: -Ecco fatto! Se vuoi, io conosco
anche un metodo per combattere il caldo...dai ora te lo mostro- ; con
una mano mi afferrò la base del cazzo saldamente ma non così tanto
da farmi male, poi avvicinò il viso e, un secondo dopo che capissi
cosa stava per succedere, me lo prese in bocca ed iniziò a leccarmi la
cappella velocemente; era propio come mi ero immaginato, era una cagna
arrapata e vogliosa!
Ciò evidentemente non le bastava perchè si spostò per tutto il cazzo
insalivandomelo slinguazzando, poi tornò su alla cappella e me la prese
in bocca di nuovo, questa volta però si dedicò a farmi pompini veri e
propi prima leggeri poi sempre più profondi.
Io ero immobile a occhi semi chiusi, godendo come un porco, quando ad
un certo punto lei si fermò e staccò la bocca da me per poi dire con
tono sensuale solamente: -Vieni- .
Io quasi stregato la seguii e lei mi portò davanti al divano dove mi
fece sedere con una spintarella, poi si afferrò i lembi inferiori del
suo vestitino e se lo sollevò fino alla cintura che le cingeva la
pancia, dove se lo fissò arrotolandolo.
Liberatasi anche dei sandali che indossava, le sue gambe ora erano nude
fino alla loro congiunzione dove delle mutandine di pizzo le coprivano
la sua vagina.
Lei mi posò una mano sotto il mento e mi sollevò la testa, come per
fissarla in alto, poi si chinò evidentemente per togliersele.
Dopo ciò si rialzò e con fare sensuale mi venne in braccio, le gambe
aperte attorno alle mie, ed io sentii chiaramente le mutandine
arrotolate attorno ad una sua gamba; poi quando si schiacciò contro di
me, sentii la sua figa bagnata contro il mio cazzo, schiacciato a sua
volta contro il mio inguine; provavo una tale eccitazione che poco
più mi avrebbe fatto svenire.
Daniela per prima cosa mi baciò ed io ricambiai, finendo ad usare
anche la lingua, poi si staccò con uno scocchio dalla mia bocca e si
alzò sulle gambe; le sue mani presero le mie e me le portò alle
spalline del suo vestito ed io presi l'iniziativa e gliele abbassai,
facendole scendere la parte superiore fino alla cintura; così pareva
che ella avesse un salvagente attorno alla vita.
Avevo indovinato, non portava il reggiseno, e le sue tette ora erano
libere con i capezzoli duri che mi attraevano fortemente; con una
mano tremante le circondai una tetta ed iniziai a palpargliela poi
feci lo stesso con l'altra mano e l'atro seno.
Daniela piego la testa all'indietro evidentemente godendo ed io
avvicinai la bocca ad un capezzolo ed presi a succhiarglielo facendola
gemere, fino a quando non le uscì del liquido da esso e lei si lasciò
sfuggire un gridolino.
Allora mi staccai e lei tornata alla posizione iniziale, mi prese con
una mano il cazzo e senza preamboli se lo infilò nella sua figa
bollente; era la prima volta per me e la trovai una sensazione
paradisiaca sentendo il mio uccello a contatto con il suo interno; la
donna non indugiò ancora, vogliosa com'era, ed portando lei il giocò
iniziò a farsi scopare sempre più velocemente, come se volesse la
forza bruta, mentre le sue tette accompagnavano il movimento
ballonzolando su e giù, alcune volte strusciando contro la mia faccia.
Mentre la trombavo ormai duramente, Daniela mugugnò con la voce
ansante: -Dimmi quando stai per venire!- poi sentii del liquido caldo
schizzarle fuori dalla vagina mentre lei urlava di goduria, ma non ci
fermammo.
Dopo chissà quanto tempo iniziai a sentire lo sperma risalire, quindi
seppure controvoglia dissi boccheggiando: -Sto per venire-.
Per poco, quando lei si tolse dal mio cazzo ormai fradicio dei suoi
liquidi, non venni riuscendo a trattenere lo spasmo; la donna scese
dal divano e si inginocchiò tra le mie gambe, poi si chinò verso di me,
prese il mio cazzo tra le sue tette e iniziò a segarmelo; non ci volle
molto, ero troppo vicino alla fine, ed infatti non ce la feci più e
ansimando, dalla mia cappella partì un primo schizzo di sperma che la
colpì in faccia, seguito da altri sempre più deboli coi quali le
imbrattai gran parte del collo e sopra le sue tette.
Lei non mi lasciò andare, prima si leccò attorno alla bocca, poi mi
succhiò tutto il cazzo ingoiando lo sperma.
Questa è stata la storia di Daniela la parrucchiera, milf in calore;
dopo quella volta non capitò mai più niente per vari motivi ma lei
fu la mia musa quando mi segai per parecchi anni.
Edited by atbmatus - 13/1/2014, 14:01. -
Kirìto.
User deleted
Che sfiga avere un barbiere maschio. . -
Cerejia.
User deleted
Molto carina! Grazie . -
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Grazie a te!. -
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Carino il racconto, occhio solo a come scrivi alcune parole. È "inguine", non "linguine". Le linguine sono un tipo di pasta. . -
.Shin.
User deleted
Carino il racconto, occhio solo a come scrivi alcune parole. È "inguine", non "linguine". Le linguine sono un tipo di pasta.
Questa mi ha fatto morire! mi ha preso di contropiede. Dopo 5 minuti sto ancora ridendo ahahahaha.. -
.Carino il racconto, occhio solo a come scrivi alcune parole. È "inguine", non "linguine". Le linguine sono un tipo di pasta.
Grazie. Sì è vero, hai pienamente ragione. Sinceramente non so perchè ho scritto con la "l", spero sia solo un piccolo errore di distrazione altrimenti sono messo propio male..