La vita di John Tumble

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    Videogiocatore vecchio stampo!

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    Questo è un piccolo esperimento che ho voluto provare(niente di che eh!).
    Per esperimento intendo dire che è scritto come fosse un antico libro
    ritrovato, rieditato e tradotto in italiano.

    La vita di John Tumble

    Parte prima--------------------------------------------------------------

    Caro lettore, le pagine che seguiranno sono il risultato del restauro
    di un antico libro, rinvenuto in una dimenticata cantina a Londra.
    Esso racchiude l'autobiografia di John Tumble, il quale fu noto con il
    soprannome di Briccone; egli fu il più grande e famoso
    propietario di bordelli e case del piacere all'epoca del colonialismo.
    Nonostante tale volume non sia uscito illeso dallo scorrere del tempo,
    niente di rilevante è andato perduto.
    Buona lettura.

    Londra, 1846

    Mi chiamo Jhon Tumble, conosciuto dai molti come il Briccone.
    Non che sia mai stato un poco di buono, erano altri i motivi di tale
    nomignolo che forse vi esporrò durante il mio racconto.
    Ho deciso a malincuore di abbandonare questa mià proficua attività, il
    peso dei miei anni ha cominciato a farsi sentire da tempo.
    Non ho una famiglia percui non posso fare altro che scrivere questo
    tomo per mantenere vivo il mio ricordo e ciò che ho fatto nella mia vita.
    Il tempo che mi resta lo posso vivere in pace in quanto ho accumolato una
    discreta quantità di denaro.
    Ma non voglio annoiare con questi miei pensieri infelici, come si suol
    dire il tempo è denaro.

    Non riesco a pensare al giusto momento in cui iniziare la mia storia,
    perciò partirò dall'inizio, prima ancora che venni alla luce.
    Sarei dovuto nascere a Londra, se non fosse stato per la morte di mio
    padre.
    Non seppi mai la causa, fatto sta che lasciò sola mia madre, incinta di
    me, e un gran numero di debiti.
    Ella, nonostante la perdita e il dolore, non si diede pervinta per amor
    mio e riuscì ad imbarcarsi su un mercantile diretto alle lontane colonie
    inglesi, nelle Americhe; fu su tale imbarcazione che venni al mondo,
    esattamente nel 1790.
    Una volta giunti a destinazione ci stabilimmo in una piccola colonoia
    sulla costa e mia madre, ancora ignoro come fece, riuscì a diventare la
    propietaria di un piccolo bordello.
    Ora che sto scrivendo, capisco come la mia infanzia non fu tanto male
    rispetto ad altri giovani, ma al tempo ritenni fosse una punizione.
    Mia madre lavorare la maggior parte del giorno ed io dovevo seguirla, ma
    arrivati al luogo di lavoro, mi rinchiudeva sempre in uno stanzino con
    qualche giocattolo per tenermi occupato; solo ora capisco che era solo
    per proteggermi dalla più deplorevole clientela.
    Comunque i ninnoli mi distraevano assai per pochissimo tempo.
    Quando la noia prendeva il sopravvento iniziavo a esplorare la stanza e
    poi a sbirciare dalla serratura della porta.
    Spesso vedevo singore in abiti succinti che attendevano, fino a quando
    arrivava un uomo diverso ogni volta e entrambi sparivano chissà dove.
    Allora ero solo un bambino quindi non capivo.
    All'età di 10 anni iniziai a sentire i primi umori della crescita; quando
    sbirchiavo dalla porta, e osservavo le donne di fuori, mi accadeva una
    cosa nelle brache che a quell'età ritenevo strana e preoccupante.
    La mia protuberanza tra le gambe si irrigidiva, si induriva e si issava.
    Certamente non ne parlai con nessuno per paura di essere malato.
    Un giorno stavo esplorando come sempre lo stanzino, che ad ogni anno
    pareva restringersi sempre di più, e l'occhio mi cadde su uno strano solco
    sul pavimento, che sbucava da sotto la piccola libreria presente.
    Come dico sempre, la curiosità dell'essere umano è infinita, infatti
    perlustrai il mobile in lungo e in largo.
    La libreria era bloccata al muro quindi stetti per desistere, quando un
    tomo dalla strana copertina attirò la mia attenzione.
    Quando lo tirai verso di me, sentii un suono meccanico e tale mobile
    scattò come una porta e si aprì.
    Ricordo ancora il cuore che mi batteva forte anche se ero eccitato della
    scoperta.
    L'ingresso scoperto, portava ad un corridoio stretto e in penombra con
    fori ad intervalli regolari su di una parete, da quali filtravano dei
    fasci di luce.
    In fondo a tale passaggio c'era una scaletta che evidentemente portava
    al piano superiore.
    Mi inoltrai a passo felpato fino al primo foro e sbirciai, in punta di
    piedi.
    Alla mia attuale età è una cosa normale, ma immaginate per un giovine
    cosa possa sembrare vedere l'atto del piacere per la prima volta.
    Il foro dava accesso visivo ad una stanza da letto, in cui vidi per la
    prima volta il corpo maschile e femminile nella sua intera nudità.
    E oltre a questo, l'uomo pareva cavalcasse la donna come avevo visto
    fare a due cani per strada, mentre ella emetteva dei gemiti sommessi.
    Il mio posto d'osservazione era evidentemente nascosto e potevo
    osservare la scena alle spalle della coppia.
    In un primo momento rimasi paralizzato dalla vista, poi il mio membro
    tra le gambe si rianimò nuovamente.
    Quell'atto e quel movimento tra i due, in qualche modo mi eccitava.
    Fu così che quasi inconsapevolmente mi portai una mano nelle brache e
    me lo afferrai, provando incredibilmente piacere.
    Intanto l'uomo si staccò dalla donna, poi si sedette sul bordo del
    letto a gambe allargate così che potei osservarli di lato.
    Egli aveva la sua protuberanza molto più grande della mia, pelosa
    issata e dura.
    Comunque rimasi ancora più stupito, e devo dirlo eccitato, quando la
    donna si inginocchiò tra le sue gambe, si chinò e circondò con le
    labbra il suo membro.
    La donna iniziò a succhiarlo poi lo prese in bocca più profondamente
    e iniziò un movimento ritmico con la testa, su e giù, su e giù.
    Per mio conto iniziai a seguire il ritmo con la mano sul mio di
    membro ma non passò molto che provai per la prima volta la sensazione
    del piacere supremo.
    Mi fuoriuscì un denso liquido caldo mentre la mia protuberanza ebbe
    parecchi spasmi.
    Fu un piacere immenso che durò parecchi istanti.
    Al termine, temendo di aver perso sangue, mi calai le brache ma la
    sostanza era biancastra.
    Nel frattempo udii dei sospiri maschili dalla stanza del foro e
    tornai a sbirciare.
    La donna sembrò inghiottire qualcosa mentre lo stesso liquido
    biancastro le colava dalle labbra.
    Poi si staccò dal membro dell'uomo, a sua volta coperto da esso.
    Sarei rimasto a guardare fino alla fine, quando sentii dei leggeri
    scricchiolii provenienti dalle scale, in fondo al corridoio.
    Subito mi rivestii e tornai nello stanzino, spingendo la libreria
    fino a farla chiudere.

    Fine prima parte----------------------------------------------------


    Continua...
     
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    HF Sensei
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    Un paio di errorini grammaticali, ma nulla di troppo grave. Interessante racconto e idea molto carina, continua! :ahse:
     
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    Grazie mille, appena possibile procederò con altri capitoli.
     
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