La corda rossa

Per Doom

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    Quel giorno, Shouta si sarebbe svegliato alle 4 del mattino con un fortissimo fischio nella testa, come una sveglia intenta a penetrargli il cervello a un orario decisamente TROPPO prematuro. Non poteva ancora conoscere i metodi di Baiken, e probabilmente per questo non avrebbe collegato subito cosa potesse essere la fonte di quel rumore assordante, ma forse appena sveglio si sarebbe reso conto di cosa fosse quel suono: nient'altro che magia, un mix tra illusione e arti magiche per l'esattezza, una tecnica molto semplice per una come Baiken che aveva ideato appositamente per comunicare con il proprio allievo. Se gli fosse capitato in quei giorni di guardarsi la nuca, Sho avrebbe potuto trovarci sopra un simbolo inconfondibile, per la precisione una piccola serie di kanji che formavano il nome della tecnica di comunicazione che la maestra aveva attivato su di lui. Da quel momento in poi comunicare quando erano lontani sarebbe stato facilissimo per loro, niente che potesse essere utile in combattimento ma di sicuro un ottimo metodo per tenere d'occhio il proprio allievo... o svegliarlo nel bel mezzo della notte, a quanto pareva. Il simbolo si illuminò nel buio della notte.
    Hem hem-HEM- La prima cosa a sentirsi sarebbe stata la voce roca di Baiken intenta a schiarirsi, sembrava perfettamente sveglia in realtà e probabilmente vista l'insonnia lo era da parecchio, ma risultava comunque roca e più grave del solito per via del fatto che, probabilmente, non parlava da ore. E quel messaggio, per quanto riprodotto direttamente dal simbolo che spiccava sulla nuca del rosso, suonò proprio come se la donna si trovasse nella sua stessa stanza a parlare. Prova prova, un, due tre- speriamo funzioni... ah sì, funziona! Molto bene... TERRA CHIAMA Shouta Minazuki, RIPETO: terra chiama Shouta Minazuki! SHOUTA MINAZUKI E' PREGATO DI SVEGLIARSI O SMETTERE DI FARE QUALSIASI COSA STIA FACENDO, ripeto...
    Quella tiritera si sarebbe ripetuta fino a che il povero ragazzo non fosse stato del tutto sveglio e perfettamente attivo (ammesso che stesse dormendo in quel momento e non fosse occupato in chissà che altro), dopodiché la donna sarebbe esplosa in una delle sue profonde risate contagiose, riprendendo il suo solito tono di voce giocoso e affabile.
    Yo Shota-chan! Qui Baiken. Ti ho lasciato qualche giorno di svago ma il momento è giunto, ragazzo: ti aspetto da me entro un'ora per iniziare il nostro allenamento! Vestiti comodo e preparati a fare movimento... parecchio, movimento.
    Concluse ridacchiando, e la comunicazione si interruppe con quelle parole che comunque le si volesse vedere sembravano quasi contenere una nota maliziosa negli intenti. Possibile che Baiken lo facesse apposta? Forse sì, forse no, quale che fosse la verità il simbolo sulla nuca del giovane maestro si sarebbe spento insieme alla voce di Baiken. Sembrava chiaro a quel punto quale fosse il piano della giornata: la donna si era preparata un bel programmino d'allenamento per aiutare Shouta a prendere più sicurezza con la propria spada, ed era pronta a fare di tutto per aiutarlo, anche essere piuttosto severa. Era tutto pronto e pianificato, dunque, peccato che quando e se il rosso si fosse presentato alla villa giapponese, addentrandosi nella casa che in un primo momento sarebbe sembrata vuota, non avrebbe trovato Baiken ad aspettarlo bensì Jadis, seduta a gambe incrociate sul letto della maestra con un sorriso malefico e malizioso sul volto (da perfetta femme fatale in effetti), intenta stringere e "lisciare" quella che pareva una lunga corda rossa in canapa, il tutto mentre dondolava il piede curato e fasciato in perversi tacchi a spillo, disegnando sensuali e lenti cerchi nell'aria proprio come quando aveva in mente qualcosa di perverso.
    Eccoti, finalmente! Ti stavo aspettando... cane.
    L'avrebbe trovata così, minuziosamente infilata in un completino bordeaux che si intonava perfettamente con i suoi occhi e i lunghi capelli, sciolti a eccezione di due perverse codette sulle tempie che contrastavano con la sua mise da mistress assatanata. Partendo dal basso, aveva dei lunghi stivali alti che la coprivano fino a metà delle cosce, lasciando perversamente scoperta una piccola porzione di pelle morbida e piena prima di arrivare al sedere gonfio, comodamente adagiato sul materasso ma non per questo meno percepibile, poiché i fianchi incorniciavano perfettamente la vulva quasi completamente scoperta a eccezione di minimali mutandine che dividevano le grandi labbra; la pancia e parte del basso ventre erano scoperti lasciando intravedere la pelle candida e scarsamente abbronzata, così come i segni di un costume a pezzo unico che ricordava per la forma quello classico da nuoto giapponese, che avrebbe fatto impazzire qualsiasi vecchio pervertito; infine sollevando lo sguardo si giungeva ai seni minuti ma proprio per questo altissimi e sodi, coperti solamente per metà dal latex della tutina che comunque lasciava intravedere ampiamente i capezzoli, ritti e ben visibili, segno inequivocabile di quanto la ragazzina fosse eccitata... o infreddolita. Come non soffermarsi poi su quel faccino dallo sguardo in grado di... uccidere?
    Baiken mi ha detto di riferirti che ti aspetta alla biblioteca... ma prima non ho potuto fare a meno di notare che non hai visualizzato il mio messaggio... e tu sai cosa succede ai cani irrispettosi che ignorano le richieste della padrona... giusto?
    Tirò la corda con entrambe le mani fino a tenderla di scatto, provocando così il classico rumore di una frusta. Probabilmente la canapa era mischiata a qualche altro materiale che la rendesse più elastica e simile al cuoio anche, per fare un rumore simile... ovviamente completamente voluto. Shouta avrebbe ricevuto solo in quel momento il messaggio di Jadis, questo perché -benché non potesse saperlo- in verità era tutto un macchinoso piano ed effettivamente non aveva potuto visualizzare il messaggio, perché lo aveva appena inviato Syornha da dovunque si trovasse in quel momento (Se era fortunato non lì, a giudicare dalla stanza vuota).
    -Ho bisogno che il mio cane faccia una cosa per me. Passa a casa di Baiken, ha avuto un contrattempo improvviso e ti riceverà alla biblioteca solo alle 5:30. Abbiamo almeno mezz'ora. Muoviti.
    Che quel piccolo diavolo fosse pronto a incastrarlo di nuovo?
     
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    Delle riviste plastificate non sono esattamente il miglior giaciglio, ma tra un cuscino e l'altro non erano poi così male. Il brutto era aver passato in effetti buona parte della notte in bianco, tutta colpa di quello stupido film noiosissimo che lo aveva costretto a volersi distrarre. Aveva programmato la nottata in tranquillità ma non c'era stato verso di fargli piacere quella pellicola, così annoiato e oramai a notte inoltrata, aveva fatto ricerche sullo Shibari, incuriosito immensamente da quello che aveva trovato in casa di Baiken. Per un internauta come lui, la curiosità diventa presto complice della malizia, e dopo aver realizzato quanto interessante fosse come pratica, aveva dato fondo alla sua riserva segreta per scovare le storie di quel genere, e aiutato da una buona memoria e una buona capacità di cercare in rete, aveva occupato la sera in maniera assai più virile. Aveva superato da un pò la pubertà ed era da un bel pezzo che non si abbandonava a qualcosa di così infantile, ma ogni volta che sentiva di aver liberato la voglia gli tornava in mente l'immagine di Baiken, che a volte si sovrapponeva a quella di Jadis, legate per quella corda rossa, stretta al punto giusto, mute e capaci solo di mugugnare, sbavando da entrambe le labbra a disposizione dal loro corpo. Un'immagine sufficiente a farlo crollare giusto una mezz'ora prima di sentire quel suono acuto e fortissimo che lo costrinse ad aprire gli occhi, ma se da un lato il suo corpo era operativo, non poteva dirsi lo stesso del suo cervello visto il modo in cui teneva gli occhi strizzati. Muoveva le mani vorticosamente alla ricerca di una sveglia, ritrovandosi solo riviste aperte e fazzoletti sporchi tra le dita, non ancora capace di realizzare pienamente cosa stesse succedendo. Poi finalmente le mani incrociarono la Chikage, che con la sua influenza rimise a posto le connessioni dei suoi circuiti magici sbalzati, permettendogli di ricaricare un minimo le batterie mentali. Sgranò gli occhi, portandosi una mano sulla nuca, rendendosi conto solo a metà di avere un fazzoletto appiccicato per le dita, dovette quindi prima scacciarlo via in malo modo, per poi dedicarsi a quei simboli. Riusciva a scandirne perfettamente l'energia, e a quel punto realizzò che doveva essere stata opera di Baiken. Quando glielo aveva messo? Durante il loro abbraccio materno' Aveva approfittato di quel momento così intimo e della distrazione provocata dal suo prosperoso seno per potergli mettere addosso quel marchio senza che potesse rendersene conto? Che donna diabolica... ecco perché lei e Jadis andavano così d'accordo. Balzò in piedi tenendo una delle sue riviste all'altezza del ventre con le mani, timoroso che Baiken potesse vederlo, ma probabilmente in caso quella copertina di "MILK SLUT XXX" non sarebbe stata di grande aiuto per nascondere le sue vergogne. Realizzò al termine del messaggio che era una voce a senso unico, un grande sollievo per lui che gli permise di sospirare e di rilassarsi un momento. Un modo poco ortodosso per richiamarlo a dovere, ma se non altro efficiente. Cavolo quella camera aveva davvero bisogno di una sistemata, oltre a sembrare un porcile emanava anche un odore maledettamente pungente, forse non così spiacevole visto che si trattava di virilità allo stato puro, ma sicuramente non un bel biglietto da visita per lui. Doveva sistemare... ma non poteva permetterselo affatto.
    U-un'ora?! C-cazzo cazzo cazzo!
    Era praticamente già in ritardo, non poteva perdere tempo a giocare alla lavandaia, doveva prepararsi e incontrare Baiken il più velocemente possibile. La cosa non fu facile, resa difficile dal tono di Baiken che oltre a provocarlo aveva anche rievocato le stesse immagini della notte precedente, costringendolo a vestirsi coi suoi soliti abiti con un grosso e turgidissimo impedimento nei pantaloni, che riuscì a sopprimere solo stringendolo al ventre con la cinta e nascondendolo abilmente con la giacca legata intorno alla vita. Una tecnica banale, ma maledettamente efficace in quelle situazioni. Infilò in bocca la prima cosa di commestibile che trovò in giro ed iniziò a correre a perdifiato con la Chikage in mano, chiudendo le distanze con la villa di Baiken. Nella fretta non si preoccupò di chiamarla né di domandarsi dove fosse, andò diretto nella camera da letto della maestra immaginando di trovarla già pronta visto che l'aveva contattato lei stessa, ma appena arrivò, sudato e col fiatone, vide tutt'altro spettacolo davanti agli occhi: uno spettacolo che riuscì a stringergli un nodo intorno alla gola in molteplici sensi.
    J-jadis...?!
    Commentò balbettando, con le labbra che tremavano già. Di timore? Non solo. Di fame, anche e soprattutto, visto il modo in cui sfoggiava la sua femminilità che non la faceva sembrare minimamente una bambina, ma anzi. Quella piccoletta era un vero demonio, perché si trovava lì? Perché era conciata in quelle condizioni?! Era forse impazzita? Voleva giocare proprio in quel momento? Proprio ora che Baiken lo stava aspettando? Pessima, pessima idea...
    Jadis... ti assicuro che questo non è un buon momento per giocare...
    Commentò, timoroso, alzando lo sguardo per dare un occhiata in giro alla ricerca della sua inquietantissima assistente dall'aspetto di insetto. L'ultima volta gli era preso un colpo nel vederla apparire dal nulla, voleva evitare brutte sorprese. ma per quanto ci provassero gli occhi di Sho non riuscivano assolutamente a staccarsi dal corpo di Jadis, perfettamente incorniciato in un completo che dire sexy era davvero poco, e che avrebbe fatto impazzire chiunque. Probabilmente in un'altra situazione perfino Sho si sarebbe lasciato andare... ma non con lei, non con una ragazzina, non con... quella maledettissima Jadis! Si guardò di nuovo attorno circospetto, già solo quella situazione era assurda e non sarebbe stato capace di spiegarla, quindi decise di chiudere la porta alle sue spalle per assicurarsi che Baiken non saltasse fuori perché frettolosa di incontrarlo. Proprio a quel punto però la corda schioccò e la schiena di Sho si irrigidì di colpo: lo sguardo incorniciato dai capelli rossi del ragazzo esprimeva timore, ma era già pronto a replicare e difendersi, ma proprio a quel punto il telefono suonò, portandolo a visualizzare il messaggio istintivamente. Solo dopo averlo letto e dopo aver sbattuto lo schermo contro il suo stesso petto, alzando lo sguardo al cielo come a voler dire "perché?" allora iniziò a capire dove stava andando quella barca oramai destinata ad affondare. Sospirò, facendo qualche passo verso di lei mentre il telefono spariva nella sua tasca e lasciava cadere la spada a terra. Sembrava aver ritrovato un attimo di calma, solo perché pensava che Baiken non li avrebbe davvero interrotti così presto.
    Vuoi fare qualcosa proprio adesso? Non è meglio aspettare che Baiken se ne vada a dormire o si faccia un altro bagno? Se saltasse fuori ora... mi ammazzerebbe anche solo perché ti sto fissando vestita in quel modo!
    Era nei guai, guai giganteschi, e non aveva nemmeno lance da spezzare in suo favore visto che quella mazza sigillata tra i pantaloni e la giacca era diventata gradualmente più dura ed eccitata ogni secondo passato davanti a Jadis da quando era entrato. Maledetta pervertita... lo aveva contagiato con qualche assurda malattia, e la fissava in malo modo con lo sguardo tipico di chi sarebbe stato capace perfino di picchiarla. Cosa che ovviamente, non avrebbe mai potuto fare... non ad una ragazzina... non alla sua padrona...
     
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    Jadis rimase ad aspettare che Sho avesse la propria reazione, ridacchiando del suo evidente nervosismo prima che comprendesse dal suo messaggio che no, Baiken non sarebbe piombata lì a interrompere la festa, non per la prossima mezz'ora comunque fosse... Eppure, quel maledetto pensava di resisterle lo stesso, glielo lesse in faccia per diversi istanti, e anche quando parlò lo fece pensando anzitutto alle conseguenze che le loro azioni avrebbero potuto avere. Sul serio? Intendeva DAVVERO starsene lì mentre lei era davanti ai suoi occhi, in quelle splendide condizioni? Se lo poteva anche scordare!
    Aspettare? E perché mai? Non ti eccita il brivido del pericolo, cane? O forse sei solo un povero cucciolo fifone che ha bisogno di sicurezze per eccitarsi?
    Provocarlo le sembrava il miglior metodo per farlo reagire, ma in effetti servì a poco dal momento che si era già chiuso la porta alle spalle, procurandole un sorriso malizioso e di vittoria. Per quel che la riguardava Sho poteva negarlo quanto volesse, ma era inutile ormai. Jadis aveva pensato a lungo a come potesse farlo tornare lì senza ricorrere per forza al mero ricatto, spingendolo a voler ripetere qualche sessione con lei, spingendolo a desiderare di diventare il suo schiavo, magari pregarla persino (per quanto quella fosse una sua mera fantasticheria)... ma la realtà dei fatti era che, ripensando al loro precedente incontro, aveva capito già che sotto tutti quei "no", i "sei pazza" e i "ragazzina", c'era un'evidente attrazione anche da parte sua. E lei intendeva sfruttare la cosa a proprio favore. Non che LEI lo volesse in esclusiva, o cose del genere certo, era solo che... beh, si era divertita con lui. E non pensare a tutti i problemi, alla sparizione dei suoi genitori, al trasferimento, alla mancanza di casa e mille altre cose, che fosse anche solo per pochi istanti... era esattamente ciò che aveva sempre ricercato nelle sue sessioni, insieme ovviamente a quella splendida sensazione di potenza che la faceva sentire importante, quindi Sho era il candidato perfetto per riuscire a far questo per lei, doveva solo fare in modo che lo facesse ogni volta che ne aveva bisogno. E ora, mentre lo guardava avanzare verso di lei, non poté che fissarlo negli occhi con una sicurezza tale da apparire come la donna più vissuta al mondo. Sollevò il piede curato non appena lo ebbe abbastanza vicino, portandolo al suo pacco gonfio e poggiandoci sopra la punta dello stivale, carezzandolo dalle gonadi alla punta intrappolata, per poi spingere un pochino.
    Oh... a giudicare dalla sua condizione direi proprio di no, eh?
    Sorrisetto, ancora, e sguardo fisso verso di lui. Jadis aveva la capacità di guardare dall'alto al basso anche quando si trovava in posizioni che avrebbero dovuto farla apparire debole, o bassa... perché bassa lo era di certo purtroppo. Le piaceva farsi odiare, era indubbio, così come intendeva provocarlo per costringerlo quanto meno a starla a sentire. Continuò a lisciare la corda, abbassando lentamente la gamba per poi mettersi in piedi. Gli stivali che indossava avevano un tacco di 10 cm molto sottile, che tuttavia sapeva portare con la stessa facilità di un paio di scarpe da tennis, e ne diede ampia mostra iniziando a squadrare Shouta mentre prendeva a camminargli intorno, ondeggiando esageratamente i fianchi con il modo di fare lento e sinuoso di una modella, o di un felino. Nel suo caso sarebbe stato meglio associarla a una vipera, forse?
    Dimenticavo che fai tanto l'aspirante adulto, ma sei solo un grande, grosso, pervertito... non è vero?
    L'intenzione era di arrivargli alle spalle e portare la mano che non stringeva la corda ad afferrargli il pacco da dietro, iniziando a tracciarne i contorni con le dita sottili e stringendo la presa con fare quasi possessivo. Si morse le labbra. Se proprio doveva essere sincera, in verità la mistress che era in lei avrebbe voluto chiedere a Shouta diverse cose. Tipo se fosse stato con altre, tipo se avesse dovuto mettergli il lucchetto alle mutande per evitare che facesse il cascamorto in giro, o cose di questo genere. Era sempre stata abituata ad avere un rapporto "esclusivo" con i propri schiavetti, per quanti pochi che avesse avuto, ma si rendeva conto che un solo incontro era decisamente troppo poco per proporgli una cosa del genere. Senza contare che... beh, gli avrebbe dato una soddisfazione decisamente troppo elevata per i suoi gusti. Quindi si morse le labbra approfittando del fatto che lui non la poteva vedere, perché aveva usato il suo solito trucchetto del "guarda quanto sono bella e resta fermo" per aggirarlo, usando infine le sue ampie spalle come rifugio e nascondiglio, sollevandosi poi in punta di piedi per sussurrargli vicino all'orecchio ciò per cui lo aveva chiamato, il tutto ovviamente continuando a massaggiarlo piano...
    Un pervertito che adesso vorrebbe solamente picchiarmi... o forse gettarmi sul letto e farmi tutte le schifezze che vuole... sì, a giudicare da come pulsa è proprio questo che vuoi...
    Lo strinse ancora, poi sorrise perversamente. E fu così che lo lasciò di colpo, facendo un passo indietro e aspettando che si voltasse, sbigottito o meno che fosse. Se lo avesse fatto, gli avrebbe mostrato la corda che stringeva in mano: era estremamente lunga, svariati metri sicuramente, e sembrava adatta a bondage decisamente complicati.
    Beh, puoi rilassarti... non è per lui che ti ho chiamato. Certo, forse se mi supplichi ci arriveremo... ma prima ho bisogno di fare pratica con una legatura estremamente interessante che ho visto su internet... e pretendo che tu mi faccia da modello. Fece una pausa per godersi tutto il suo odio, alzando il mento, completamente e irrimediabilmente sicura di sé. Ovviamente... non te lo sto chiedendo.
    Era un ordine a tutti gli effetti.

    Edited by .Bakemono - 14/5/2018, 20:26
     
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    Si lasciò sfuggire un bollente sbuffo di nervosismo dalle narici mentre si sentiva dare del cane fifone, come poteva dirgli una cosa del genere, proprio a lui che aveva affrontato pericoli ben peggiori! Beh... forse non così peggiori di Jadis. Lei era indubbiamente la ragazza più diabolica che Sho avesse mai incontrato. Diabolica non solo nelle idee e nei gesti, ma anche nei sguardi: dai suoi occhi si capiva quali pensieri la attraversassero, di come giudicava Sho, di come pensava di soggiogarlo e di assuefarlo con la sua perversione. E la cosa peggiore, ciò che la rendeva davvero malvagia... era il fatto che avesse maledettamente ragione. Sho avrebbe fatto di tutto per poterla scopare di nuovo come un'animale, ripetendo ancora e ancora quello che avevano già ampiamente assaporato, tuttavia non si sarebbe mai lasciato andare in quel modo sapendo che poteva perdere il rispetto e l'appoggio di Baiken, senza contare che Jadis... beh nonostante il suo fascino era ancora una ragazzina maledizione! Quel pensiero lo attraversò solo per un istante, perché appena fu abbastanza vicino Jadis gli fece sentire quel piede malizioso e perverso sul pacco, come se fosse palese che stava facendo di tutto per nascondere quell'erezione destinata a crescere di quel pazzo, costringendolo quindi a tentennare, serrare tutti i muscoli e smettere improvvisamente di respirare, come se trattenere il respiro potesse impedirgli di mandare lì sotto altro prezioso sangue. Fortunatamente fu Jadis stessa ad avere pietà: sfoggiava ancora quella corda con la fierezza di una domatrice e camminava intorno a lui come farebbe uno scienziato che esamina il topolino tristemente intrappolato in un labirinto senza uscita. Il ragazzo dai capelli rossi cercò di restare immobile con ogni fibra del suo corpo, seguendola solo con lo sguardo nella speranza che non improvvisasse qualche mossa strana.
    N-non sono un pervertito... sono solo... sei tu... e lo sai...
    Darle la colpa in quelle condizioni non era esattamente elegante, ma visto che puzzava di notte passata ad ammazzarsi di seghe e sfoggiava un'erezione titanica nei pantaloni non poteva permettersi colpi da maestro. Senza contare che, dopotutto, era davvero tutta colpa di Jadis. Ma lui... non stava facendo molto per fermarla. Non che potesse visto che era sotto ricatto ma non si stava nemmeno impegnando a trovare una soluzione. Dovette però zittirsi e trattenere di nuovo il respiro appena Jadis lo afferrò da dietro, pur di restare immobile le aveva permesso di aggirarlo e ora lo teneva letteralmente per le palle, costringendolo a non fare una sola mossa per il timore che potesse... strappargliele, certo. Questo era ciò che si ripeteva, ma la verità era che quella stimolazione gli piaceva, tantissimo anche, e temeva che muovendosi troppo rapidamente avrebbe portato Jadis a smettere. La ragazzina avrebbe potuto sentire una consistenza quasi marmorea, perfino i testicoli sembravano pulsare intorno alle sue dita per quanto era eccitato e Sho non riuscì nemmeno più a tenere la bocca chiusa restando in silenzio ma respirando in maniera quasi impercettibile. Lo provocò dicendogli esattamente cosa avrebbe voluto farle: "picchiarla" per così dire, ovvero spingerla sul letto con forza mentre le strappava quei vestiti di dosso, fotterle il culo fino a farla gridare e una volta trasformata la sua figa in una cascata di umori l'avrebbe presa volentieri fino a farle sentire la mancanza della sua adorata verginità, portandola allo svenimento per la foga. Quel pensiero gli strappò altri lunghi sospiri bollenti che continuarono fino a che la presa sui testicoli non venne meno riportandolo violentemente nella realtà neanche fosse caduto ora da un aeroplano. Le spalle addirittura crollarono verso il basso e sembrò davvero perdere l'equilibrio. prese coraggio e si voltò, cercando di indurire il suo volto per poterle rispondere a tono, ma Jadis lo anticipò mostrandogli quella corda e spiegandogli cosa voleva fare. Un caso? Jadis si era interessata alle legature proprio come lui... che lo stesse spiando? Difficile, ma anche se fosse stato un semplice caso era comunque piuttosto inquietante! Rimase serio, quell'espressione però venne spezzata dal vistoso movimento della gola che deglutiva un grosso rospo di saliva. Maledetta.
    Tu sei... sei una... davvero tu sei... CAZZO!
    Imprecò a denti stretti, sbattendo un piede a terra per poi passarsi la mano nei capelli, tirandoli all'indietro per un mezzo istante. Respirò affannosamente, che diavolo doveva fare? Afferrò le maniche della sua giacca legate intorno alla vita, per poi iniziare a scioglierla e gettarla a terra così come la cinta, i pantaloni e il resto del vestiario.
    Cazzo cazzo... cazzo! Va bene, facciamolo e basta. Se ti accontento mi lascerai in pace vero? Allora facciamolo! Cazzo...
    Imprecava mentre si spogliava, oramai rassegnato. Baiken non sarebbe arrivata presto, ma sarebbe arrivata. Se voleva assicurarsi che quella cosa non diventasse un problema, allora doveva accontentarla e basta. Una volta soddisfatta, Jadis lo avrebbe lasciato in pace, come l'altra volta. Era l'unico modo. Fece in modo di togliersi tutto, restando nudo come un verme, mantenendo però una postura eretta nonostante il rossore sul volto: il suo cazzo era estremamente gonfio e arrossato, pieno di vene pulsanti. La stretta dei vestiti e la stimolazione di Jadis lo avevano costretto ad ingrossarsi mentre era intrappolato e ora che risultava libero poteva sfogarsi. Un ultimo disperato sospiro, prima di arrendersi.
    Avanti... sbrighiamoci!
     
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    A Jadis era bastato stringere tra le dita quell'erezione marmorea per prevedere l'esatto momento in cui Sho avrebbe ceduto; in sintesi vide il futuro, un po' come avrebbe fatto una strega con una sfera di cristallo. Per questo Sho la trovò già con il sorriso allargato quando si voltò, e non ci volle molto perché quello stesso sorriso si trasformasse in una risatina di scherno. Jadis alzò il mento, mostrando senza alcuna premura tutta la perversa soddisfazione che quell'ennesima vittoria le aveva procurato.
    Ohhh, andiamo cane... non fingere che tutto questo non ti piaccia...
    La ragazzina continuò a lisciare la corda come se fosse una frusta, squadrando il rosso tutto il tempo su ogni centimetro del corpo come se volesse metterlo a disagio semplicemente accarezzandolo con lo sguardo. Ogni muscolo, ogni spasmo di quell'asta venosa, non mancò di procurarle brividi d'eccitazione che si rifletterono sulla sua intimità, inumidendole le labbra fino a formare un piccolo rivolo di umori che cominciò a scivolare sull'interno della sua coscia, ma questo non le impedì di fingere indifferenza e mantenere una faccia da poker perfetta. Una faccia che sembrava solo voler deridere Shouta e il suo cazzo... cazzo che una volta scoperto, Jadis non esitò ad afferrare nuovamente e tirare a sé, costringendo Sho a farsi più vicino.
    Basta guardarti... sei così eccitato che non mi sorprenderei se da un momento all'altro iniziassi a gocciolare... e tutto solo perché ho minacciato di legarti...
    Fu molto subdola nel procedere, doveva ammetterlo... ma non riusciva né a trattenersi, né a smettere di sorridere. Iniziò a legarlo proprio dall'erezione, dalla base del fallo per la precisione, masturbandolo di tanto in tanto con estrema nonchalance, come se lo stesse toccando solamente per applicarvi sopra le corde e non per procurarli spasmi di piacere che avrebbero potuto benissimo essere considerati una dolce e lenta tortura. Uno sfregamento di qui, una tirata di là, un massaggio di lì... ogni passaggio del pollice, ogni movimento delle dita, era tutto abilmente studiato per stuzzicare i punti giusti e far sussultare tutta quella bellissima carne solo per lei. Fiera di non aver ricevuto un rifiuto, ora si sentiva davvero onnipotente. Lo trattava come fosse una sua proprietà.
    Guardalo... ci tiene proprio tanto a essere legato da me. Non vedeva l'ora... come scommetto che non vedrebbe l'ora di venirmi tra le dita...
    Impiegò almeno 20 minuti buoni solamente per legargli i genitali, non certo perché ne avesse bisogno... ma solo per spingere Sho a illudersi che lo avrebbe fatto venire prima o poi, e proprio quando fosse stato lì lì per farlo... avrebbe mollato tutto per farlo voltare, finendo di legargli il torace e le braccia intorno alle quali, tra una legatura e l'altra, aveva iniziato a lanciare le base per la forma di shibari che voleva creare, sicura che il rosso sarebbe stato troppo occupato a fissarla mentre armeggiava con il suo cazzo per rendersi conto che a lei bastavano pochi gesti per finire.
    Ecco fatto. Girati.
    Dopo avergli lasciato il cazzo, legato a quel punto come un salame in modo similare al loro primo incontro, con due leggeri e veloci passi si portò dietro la sua schiena invitandolo con le mani sul suo petto a voltarsi, e a quel punto le bastò recuperare i lembi che aveva lasciato a penzolare sulle spalle e sui fianchi per concludere il lavoro con una serie di rapidi gesti. Il risultato fu una forma decorativa collegata a quella precedente che lasciava braccia e gambe libere, ma permetteva comunque alle corde di modellarsi e tirarsi a vicenda ad ogni singolo movimento del corpo, con alcuni nodi strategici posti lungo l'asta e i testicoli, ma anche sul perineo e all'altezza del punto L, che era il punto più incisivo. Jadis si mise le mani sui fianchi, facendo un passo indietro per ammirare il proprio operato.
    Mmmh, sì... devo dire che anche se il modello non è granché, per essere la prima prova è venuta proprio bene. Che ne dici?
    Tutto perfetto. Legarlo l'aveva fatta bagnare così tanto che i rivoli tra le sue cosce si erano moltiplicati, alcuni raggiungendole le ginocchia addirittura, e vederlo legato del tutto finì il lavoro. Era pronta a costringerlo a inchinarsi per occuparsi del laghetto di umori che aveva cominciato a formarsi sulle sue gambe ma proprio mentre apriva la bocca per dare il prossimo ordine una voce a entrambi fin troppo conosciuta la interruppe, facendole strabuzzare gli occhi. Era già passata mezz'ora? Si era persa anche lei mentre lo legava... dannazione!
    HEM HEM HEM! Shota Minazuki! Si può sapere dove sei finito?! Ho rimandato di mezz'ora, per cui sono già 2 minuti di ritardo signorino... Ti aspetto entro 5 in biblioteca. Cinque. Non uno di più, sono stata chiara?
    La voce risuonò ancora una volta da quell'infernale incantesimo di comunicazione che Sho aveva dietro la nuca, e il tono severo e perentorio non lasciava presagire nulla di buono circa le intenzioni di Baiken in caso di ulteriore ritardo... Persino Jadis se ne accorse, perché tutta la sua sicurezza svanì per un attimo dal suo faccino. Gli fissò il petto...
    Non faccio in tempo a slegarti! Vestiti e corri!
    ... A quel punto solo una volta che Sho si fosse voltato e avesse ascoltato il suo ordine, un sorrisetto perverso sarebbe apparso sul volto della giovane. Purtroppo non aveva fatto in tempo ad avere un orgasmo... ma certo quelle corde non le aveva pensate per levargliele prima dell'allenamento, anzi... avevano il preciso scopo di ricordargli chi gliele avesse strette addosso ad ogni singolo, minimo, movimento.
     
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    Lo sguardo di Jadis lo metteva maledettamente a disagio, per questo evitava i suoi occhi nel vano tentativo di nascondere il rossore che iniziava a palesarsi sul suo volto. Eppure non doveva! Cavolo il pervertito doveva essere lui a spogliarsi davanti ad una ragazzina, eppure niente in quella stanza sembrava svolgersi in maniera ordinaria, niente aveva senso e questo confondeva la povera mente del rosso che oramai si era rassegnato alla possibilità più semplice: assecondarla e basta, nella speranza che lo lasciasse in pace prima che arrivasse Baiken. Il tentativo di restare indifferente fu vano, perché appena l'erezione di Sho fu evidente Jadis lo afferrò, tirandolo a sé come il migliore dei guinzagli, strappando un verso sorpreso ed imbarazzato dalla bocca di Sho che cercò subito di soffocare voltandosi dall'altro lato, finendo inevitabilmente per rompere quel voto da subito poiché la tentazione di vedere la sua mazza circondata dalle dita della ragazzina, oltre che sentirla, divenne semplicemente troppo forte. Jadis però aveva ragione, sulla punta di Sho stava già iniziando a formarsi una grossa chiazza di liquido trasparente torbido, nato dai lascivi ricordi del loro primo incontro, qualcosa che avrebbe volentieri rimosso dalla sua mente ma che non riusciva davvero a fare. Era pronto a prenderla a male parole...
    Non provare ad addossarmi la colpa tu piccola pervertita che non sei altr... GhH?!
    ...ma dovette fermarsi appena sentì quella corda stringersi intorno al suo cazzo, costringendolo a trattenere il fiato mentre il capo crollava verso il basso e le gambe iniziavano a tremare al ritmo delle dita di Jadis, intente a legarlo e masturbarlo con una perizia disarmante. Quella dannata sapeva fin troppo bene come muoversi, la cosa lo infastidiva perché si comportava come un dannatissimo operaio che si preparava a mungere una grossa vacca da latte, una sensazione terribile per un maschio che cerca di imporre la sua autorità e la sua virilità, era a tutti gli effetti un pezzo di carne alla mercé di Jadis e questo era insopportabile. La rabbia però, in quella situazione, poteva sfogarsi solo in una cosa: l'erezione che diventava sempre più venosa, dura e arrossata, sia per colpa dei lacci che per colpa del sangue che gli stava arrivando dentro. Poteva solo sopportare e pregustava il momento in cui l'avrebbe fatta gridare ancora come una troietta infilandole il suo grosso cazzo su per il culo, spegnendole il cervello, ribaltandole gli occhi e farla gridare fino a che la bocca non si sarebbe riempita di saliva, sbavando per l'eccitazione che... maledizione ma che stava pensando?! Lui era un maestro, e un ragazzo serio! Non poteva stuprare una dannatissima ragazzina solo per vendetta!!! La rabbia si trasformò in confusione e prima di rendersene conto aveva già iniziato ad ubbidirgli come un cagnolino per evitare di peggiorare la situazione, arrivando quasi all'orgasmo solo con le sue mani e ritrovandosi invece a stringere i denti mentre anche il resto del corpo veniva legato. Si sentiva stretto, in catene, si sentiva maledettamente piccolo come se quelle corde avessero il potere di piegarlo e rimpicciolirlo a piacimento. Il tocco di Jadis lo portò a voltarsi di nuovo e mentre lo sguardo della ragazza lo faceva sentire più nudo che mai, i movimenti diventarono assolutamente impossibili ed innaturali, al punto che anche solo respirare faceva sentire il petto e i genitali compressi da morire. Lo sguardo di Sho era semplicemente paralizzato e sgranato, in quello stato non sarebbe mai riuscito a scoparla a sangue per la sua vendetta! Col senno di poi avrebbe ammesso che combattere in quel modo doveva essere un allenamento non da poco, ma per il momento non riusciva a pensare a nulla che non fosse lo stato compresso del suo corpo, arrossato vistosamente specialmente intorno al cazzo.
    Che cazzo hai... fatto... solo dire cazzo mi fa male al cazzo! Cazzo!
    Era furioso, confuso, dolente e assolutamente immobile. Le braccia e le mani non erano legate eppure con quella legatura non c'era bisogno di stringerle visto che ogni movimento di troppo si sarebbe trasformato in puro inferno. Non era come l'altra volta, finché era solo la verga ad essere bloccata in qualche modo poteva gestirlo, ma tutto il corpo... che cavolo significava?! Ben presto fu costretto a distrarsi poiché il compiacimento di Jadis l'aveva fatta eccitare, e i suoi umori lo attirarono come il più perverso degli aromi per una di quelle bestiacce sensibili agli odori. Iniziò a respirare in maniera più profonda e calda e si rese conto che in quel modo riusciva a muoversi, movimenti limitati e lenti certo ma comunque più versatili di prima. Si stava abituando velocemente e il processo era accelerato grazie all'idea di poter finalmente mettere le mani (e la bocca) sulla carne di quel piccolo demonio. Ma proprio mentre stava per compiere il primo passo verso la sua vendetta la voce di Baiken fece sparire tutto il suo rossore, trasformandolo in un tronco pallido dal ciuffo rosso totalmente impietrito dalla paura. La sua voce si strinse e i denti serrarono, iniziò a parlare con estremo terrore pensando che Baiken potesse sentirlo.
    Cazzo lo sapevo è finita male! Slegami subito devo andare!
    Ma mentre parlava, Jadis gli rispose di tutto petto parlandogli sopra, lasciandogli intendere che non poteva slacciarlo così velocemente e che se finivano per perdere tempo, Baiken di sicuro li avrebbe raggiunti trovandoli in quella situazione imbarazzante. Era la fine, che doveva fare? Istintivamente si piegò (dolente) sulla sua spada, afferrandola pronto per sfoderarla, ma solo a quel punto si ricordò che la Chikage non aveva nessuna lama per tagliare, e che l'unico modo era attivare il potere. Ma in quelle condizioni non c'era alcuna garanzia che ci sarebbe riuscito, era troppo agitato per concentrarsi! Il panico salì fino a che il corpo non tornò rosso come un peperone, e decise di fare l'unica cosa sensata a quel punto.
    Maledizione... maledizione! Mi metterai nei guai tu! Tu sei una portatrice di guai ecco cosa sei! Maledizione...!
    Frettolosamente, abituandosi sempre più velocemente a quella situazione, Sho si infilò solo l'indispensabile: i pantaloni (ignorando quindi le mutande) e la camicia che fortunatamente era scura, quindi non rischiava di rivelare cosa ci fosse sotto. Lasciò il resto in camera di Jadis: scarpe, mutande, giacca e di nuovo il suo cellulare. Si fiondò a piedi scalzi verso la biblioteca tenendo la Chikage nella mano destra e ad un passo dall'entrata si fermò di colpo, dandosi una controllata: la camicia era troppo aperta sul petto e rivelava una parte della corda, quindi si preoccupò di abbottonarla fino al punto più alto, cosa che gli diede l'aspetto di un pinguino ingessato. Appena riprese a respirare normalmente per tranquillizzarsi le corde si fecero sentire di nuovo, ma tentò di misurare i suoi movimenti per non darlo a vedere e sfoggiare la sua migliore faccia da poker. Si fece avanti, chiudendo gli occhi mentre varcava la soglia e cercando subito dopo Baiken con lo sguardo.
    Maestra? Chiedo perdono mi sono distratto...
     
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    Jadis non riuscì proprio a levarsi dalla faccia il sorrisetto soddisfatto che le si dipinse in volto mentre osservava Shouta rivestirsi di tutta fretta, nonostante sentisse distintamente gli umori dettati dalla sua eccitazione scivolarle lungo l'interno delle cosce. Si mordicchiò le labbra per non gemere, mascherando i fremiti con una mezza risatina di scherno.
    Ti lamenti un po' troppo, direi. Dopotutto sembrano piacerti... i miei guai.
    Dopodiché lo osservò andarsene tutto di fretta, così nel panico da dimenticare lì non solo il cellulare, di nuovo, ma anche buona parte dei propri indumenti... boxer compresi. Il suo sguardo passò dapprima al cellulare poi a quell'ultimo capo d'abbigliamento, passando più volte dall'uno all'altro ma ritornando sempre su quest'ultimo. Resistette finché poté, ma quando Sho non poté più vederla si avvicinò a raccogliere il cellulare, mettendoselo in tasca... e poi le mutande, guardandosi intorno come se avesse timore che qualcuno vedesse ciò che si apprestava a fare. Alla fine, sicura che nessuno oltre Syornha potesse vederla (e dunque giudicarla), portò al naso la parte del capo incriminato che fino a un quarto d'ora prima aveva contenuto il cazzo di Sho e inspirò a fondo... Inutile ammettere che probabilmente avrebbe passato le ore successive a sgrillettarcisi sopra, immaginando il rosso dannarsi per le sue corde a ogni movimento compiuto. Chissà se Baiken lo avrebbe scoperto?

    ///

    La biblioteca di Baiken era abbastanza particolare nell'aspetto: perfettamente coerente con gli esterni, che facevano un tutt'uno con la natura circostante, gli interni non erano da meno, altrettanto immersi e dall'aspetto decisamente antico, quasi elfico, dove i materiali a prevalere erano semplicemente il legno, la roccia e la carta delle varie pergamene, i cui colori sbiaditi venivano tinti solamente dalle aure luminescenti prodotte da alcuni scritti speciali. Quando Shouta entrò, Baiken si trovava in piedi al centro dell'enorme stanza, con il braccio buono piegato e la mano sul fianco mentre batteva il piede sinistro (fedelmente coperto dai suoi geta) sul pavimento. Come sempre, il suo abbigliamento era simile a quello di una samurai, con la differenza che i suoi lunghi capelli rossi brillavano ai radi raggi dell'alba che filtravano dalle poche finestre, rendendo il suo aspetto decisamente più esotico e meno orientale di quanto si sarebbe potuto attribuire a una giapponese canonica, per non parlare della sua imponenza. Si concesse un'aria severa e arrabbiata quando accolse il suo allievo, battendo ancora più insistentemente il piede a terra, come se stesse aspettando da chissà quanto. Solo quando il ragazzo entrò nella biblioteca, scusandosi, e l'enorme portone si richiuse alle sue spalle con un tonfo sordo, allora ella abbandonò quella posizione e gli andò incontro. Indossava il medesimo kimono con cui l'aveva vista la volta precedente, e le sue spade erano legate alla vita. Mise alla sua destra, Muramasa alla sinistra. Quest'ultima era rifoderata ma non presentava la solita legatura protettiva, segno inequivocabile che aveva tutta l'intenzione di ricorrervi all'evenienza per l'allenamento. Ma prima... le dovute strigliate. Sollevò un sopracciglio, squadrando il rosso davanti a lei.
    Distratto, eh? Hai detto di voler imparare a gestire la tua spada e l'enorme potere che racchiude... sarei proprio curiosa di sapere cosa tu abbia ritenuto più importante di ciò quest'oggi...
    Strinse gli occhi (o meglio, l'occhio), rivolgendogli uno sguardo indagatore e chinandosi leggermente verso di lui quando gli fu di fronte, avvicinandosi (forse un po' troppo) al suo viso, come se avesse voluto leggere la risposta sulla sua espressione... o semplicemente imbarazzarlo, a giudicare dal sorrisetto che gli rivolse poco dopo, rialzandosi. Come sempre la sua generosa scollatura in quella posizione rivelò più del dovuto, mettendo in risalto i suoi seni con un ampio sobbalzo quando si risollevò di botto.
    Oh beh, sappi che in altre circostanze ti avrei tirato le orecchie così forte da farti sentire le campane per settimane... ma visto che sei un mio collega -anche se devo costantemente ricordarmelo, vista la tua giovane età...- direi che posso soprassedere, per stavolta.
    Lo guardò male ancora un pochino, ammonendolo un'ultima volta, dopodiché fu pronta per fare come annunciato e "soprassedere", che nel suo caso significava iniziare da subito a darsi da fare. Ma prima, squadrò Sho da capo a piedi, studiandone l'abbigliamento.
    Abbiamo parecchio da fare... quindi ti consiglierei anzitutto di allentare il colletto della camicia, non farà altro che intralciarti.
    Avrebbe potuto lasciarlo fare a lui, era vero... ma ciò avrebbe significato sprecare altro tempo prezioso e Baiken non intendeva concederselo, per questo con un movimento repentino del braccio buono, quasi troppo repentino per una menomata come lei, portò Mise (la sua katana priva di poteri) a far volare il primo bottone dell'indumento, tagliandolo così velocemente che nell'istante in cui toccò terra, ella aveva già rifoderato la spada seguendone il movimento con il capo. Era così ansiosa di iniziare che già stava parlando d'altro mentre lo faceva.
    L'essere che controlla la tua spada -Ebrietas, se non erro- ha parlato di donne... e sangue. Vorrei sentire da te cosa pensi possa significare. Ti è mai capitato di sentire un'influenza negativa sulle tue azioni, o i tuoi desideri, mentre la impugnavi? So che è difficile per te e che l'altra volta è stato molto intenso, ma appunto per questo vorrei che mi parlassi dei poteri di Chikage senza l'influenza di Muramasa che...
    Quando tornò a guardarlo (siccome aveva parlato mentre rifoderava la spada e si era soffermava un momento a vagare con lo sguardo), perse per un momento il filo del discorso, catturata dalla vista insolita di quello che aveva tutta l'aria di essere un centimetro di corda rossa in canapa spuntare da un lembo scostato della camicia aperta... particolare che non si sarebbe minimamente aspettata di vedere addosso al proprio allievo, specie in un contesto simile. Sollevò un sopracciglio, scorrendo con lo sguardo da quella punta di rosso ai suoi occhi, incapace di mascherare una buona dose di cristallina curiosità nell'espressione. Che diavolo significava quella corda? Possibile che un ragazzino così giovane conoscesse già un'arte complicata e peccaminosa come quella dello Shibari e la praticasse addirittura? O forse era solo del bondage per divertimento? Ma anche se così fosse stato, la vera domanda era... come diamine faceva ad avervi ricorso di prima mattina e perché aveva deciso di arrivare da lei così conciato? Per quanto poco professionale, non poté evitare di chiederlo...
    È per questa che sei arrivato da me in ritardo, ragazzino?
    Pronunciò quella parola come per evidenziarla, non tanto per rimarcare a lui la loro differenza d'età come ci si poteva aspettare, bensì per ricordarla a se stessa... perché doveva assolutamente ignorare la lieve e fulminea fitta d'eccitazione che l'aveva colta per un brevissimo istante alla vista della canapa rossa. Scosse la testa mentalmente, ammonendosi tra sé. Decisamente, non aveva un uomo da troppo, troppissimo tempo.

    Edited by .Bakemono - 7/7/2018, 23:46
     
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    Il rimprovero di Baiken fu decisamente consono alla situazione, Sho non esitò né si lasciò cogliere da qualche sobbalzo spaventato, dopotutto non aveva paura di Baiken nel senso stretto del termine quindi riuscì a rimanere perlopiù eretto, ma non ebbe il coraggio di guardarla negli occhi e dirle "ho un grosso problema nelle mutande provocato da quella dannata di Jadis" anche perché detta in quel modo poteva essere un filo fraintendibile e non rappresentava un riassunto affidabile. decise quindi di non rispondere, limitandosi ad un sorriso incerto che mostrava solamente una piccola parte dell'arcata dentale superiore, il suo volto si fece un pò più arrossato appena Baiken si avvicinò ma per fortuna o per sfortuna era già abbastanza più rosso del normale quindi non avrebbe dato troppo nell'occhio. O almeno sperava. Se non altro quella legatura intorno alle membra gli stava concedendo la possibilità di sembrare fermo e impassibile quando in realtà avrebbe voluto piegarsi e dimenticarsi di esistere per sfuggire allo sguardo inquisitorio di Baiken. Non la considerava una stupida, sapeva che con il giusto impegno avrebbe scoperto tutto quel teatrino con la sua preziosa protetta e lì sarebbero stati grossi guai. Un'altra distrazione che lo aiutò moltissimo furono i seni prosperosi di Baiken che, una volta piegati in avanti, vennero messi in evidenza. L'espressione del ragazzo, ma solo gli occhi, vennero deformati leggermente dal dolore provocato da una grossa pulsazione del suo membro mentre era stretto in quelle corde costrittive, un dolore intenso accompagnato da una piacevole sensazione di sollievo. Che avrebbe dato per poterle toccare. No! Che razza di pensiero era quello?! Davanti alla sua maestra mentre era legato come un pervertito! Vergognoso, davvero vergognoso, doveva cercare di trattenersi e fortunatamente Baiken non volle dare ulteriore importanza al suo breve ritardo.
    Grazie Maestra, siete comprensiva nei miei confronti. Non temete, non oserò mai più approfittarmi di tanta gentilezza...
    Il suo tono fu molto più formale del necessario e la sua espressione molto più distorta del normale, sempre colpa di quei legacci, ma almeno per il momento l'aveva "fatta franca". Più o meno. Il suo sguardo non era affatto così gentile e comprensivo ma se non altro era un punto a suo favore per il momento. Forse però si era ammorbidito e rilassato un pò troppo, pensando di averla fatta momentaneamente franca ignorando la possibilità che Baiken potesse prendere iniziative, forse perché la considerava più riservata o comunque ben predisposta al dialogo, invece fece qualcosa di assolutamente inaspettato che costrinse Sho a tornare frettolosamente sull'attenti, anche se in netto ritardo.
    I-il colletto?! N-no maestra è che oggi f-fa freddino e... EH!?
    Prima che potesse opporsi il bottone della sua giacca era già saltato per colpa di un movimento preciso e letale di quella katana, non dubitava che la maestra sarebbe stata capace di incidere un foglio di carta sulle sue mani senza ferirlo vista l'abilità di cui poteva vantarsi, ma non era certamente per quello che la sua espressione risultava sconvolta e terrorizzata. Mentre Baiken infarinava il discorso sulla Chikage e il legame che aveva con Sho, il ragazzo si ritrovò bloccato in un limbo di indecisione che lo costrinse a tenere gli occhi spalancati, le labbra serrate e la fronte grondante di umori. Le mani erano tenute larghe circa all'altezza del ventre, non erano né rilassate né tese, come se stesse decidendo cosa fare. Il primo impulso fu quello di nascondere il collo con la mano destra per nascondere quei fili ma grazie alla sua intelligenza svelta realizzò che era una pessima idea: una chiara ammissione di colpevolezza e poi sarebbe stato inutile visto che prima o dopo la mano avrebbe dovuto utilizzarla nell'allenamento. Restare immobile e non dire nulla però si sarebbe rivelato assolutamente controproducente, specialmente ora che Baiken gli aveva fatto una domanda così diretta e seria. Il ragazzo colse solamente quel lato maturo e forse timoroso di Baiken, mentre la sua katana percepì distintamente quel movimento assai più profondo e perverso che animò per un istante il ventre di Baiken. La cosa la eccitava, ma Sho era troppo preoccupato per sé e per Jadis per pensare a quanto fosse bella Baiken in un momento del genere. La sua espressione seria era irresistibile. E poi, perché diavolo aveva pensato a Jadis? Quella dannata gli stava forse a cuore? Non avrebbe dovuto importargli se finiva nei guai! Maledizione...
    Ahm... ecco...
    Il suo corpo balbettava, ma nella sua mente c'era un lungo susseguirsi di CAZZO CAZZO CAZZO che non riusciva in alcun modo a trattenere. La mente si stava annebbiando ma questo non poteva permetterlo. la perfetta unione della Chikage che parve quasi mandargli un chiaro impulso, e le corde che strinsero la sua verga che pulsava di fronte alla bellezza di Baiken, furono la formula per riaccendere una scintilla nel suo cervello che non lo calmò di certo ma gli fece se non altro riconquistare l'uso della parola. le rispose, lentamente, ma senza staccarle lo sguardo di dosso.
    Sono... un pò in imbarazzo ad ammetterlo maestra ma... è così. Ho perso tempo a cercare di capire come farlo a dovere e ho tardato. Sono mortificato... con la mia preparazione avrei dovuto riuscirci in pochissimo tempo, mi sono sopravvalutato...
    Iniziò umilmente la spiegazione, esitando solo un pò. Non voleva concederle tempo di fare domande o supposizioni che potevano mettere nei guai lui e Jadis, anzi l'avrebbe esclusa a prescindere da quel discorso cercando di spostare l'attenzione su di sé, assumendosene la responsabilità. I pugni si serrarono e provò a mettersi in posizione eretta, quasi fiera, cosa che gli costò una stretta sul collo e sulla verga, che gli strapparono una leggera smorfia di dolore quasi impercettibile, ma che una come Baiken poteva indubbiamente notare.
    La verità è che... questo interesse è nato per lei Maestra. Il giorno che ci siamo conosciuti lei ha passato molto tempo in bagno e per resistere alla curiosità di girovagare nella casa come un intruso ho passato molto tempo nella vostra stanza notando questi... libri. Ho pensato che la complessità di una simile pratica potesse rappresentare un buon allenamento per temprare non solo la mente ma anche il corpo... ma ad essere del tutto franchi speravo di avvicinarmi un pò di più alla sua linea di pensiero Maestra, un modo per immedesimarmi del tutto come suo allievo ma... più lo ripeto a me stesso più mi sento un pò stupido a non avergliene parlato direttamente...
    La sua voce non era del tutto spedita ma risultava priva di esitazione. Era ancora abbastanza furbo da giocare al meglio le sue carte, anzi in quel modo poteva riempire quel lasso di tempo che aveva passato con Jadis così che i sospetti riguardanti i loro giochetti sparissero del tutto, cercando al contempo di dare una spiegazione logica a tutto questo. Il sorriso sulle labbra gli sparì lasciando spazio all'espressione mortificata di un ragazzino alla quale vengono sequestrati i primi giornaletti porno. Voleva esprimere il suo senso di colpa ma mettendo ben in chiaro che non provava vergogna né per quello che aveva fatto né per ciò che rappresentava quell'arte, si vergognava piuttosto di aver fatto tardi ma soprattutto di non averne parlato direttamente con lei. A quel punto si lasciò sfuggire una nervosa risata che gli fece crollare il capo verso il basso, per poi scuoterlo altrettanto nervosamente, come alla ricerca di scacciare un pensiero ricorrente.
    Cazzo... mi perdoni maestra, è che mi sento molto stupido. La mia mente ha fatto dei viaggi assurdi e ora più me lo ripeto e più dico... magari è solo collezionismo, pura forma d'arte, magari neanche lo pratica in realtà quindi cosa potrebbe insegnarmi? Lo so, è stato folle, non credo di poter invocare perdono più di così Maestra, nonostante il mio talento sono ancora molto giovane ed inesperto evidentemente...
    A quel punto però era maledettamente sincero, non stava più mentendo. Si sentiva davvero così e si domandava sul serio se non avesse preso solo un gigantesco granchio. Sarebbe stata una vera e propria delusione alle fantasie che lo avevano accompagnato la sera prima, mentre si immaginava Baiken stretta in una lunga serie di corde che combatteva per trattenere i liquidi che uscivano da entrambe le sue labbra, cedendo inevitabilmente alla pressione di quelle corde perverse. In fin dei conti era ovvio che si sarebbe trattato di una mera fantasia sessuale, lo sapeva fin dal principio, eppure la sua verga pulsava ancora stretta in quelle corde al solo pensiero di cingere una corda di canapa tra le labbra di Baiken e sentirla respirare affannosamente. Gli occhi del ragazzo si riempirono di un bagliore sognante, alimentato dalla spada che sembrava quasi volerlo incoraggiare.
     
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    Shota aveva visto giusto su molte cose, e sicuramente sul fatto che Baiken non fosse una stupida. Il suo problema non era l'impossibilità di unire i tasselli della situazione, anzi. Era una donna vissuta, abituata a vedere il marcio nelle persone ancor prima che queste glielo mostrassero, ma era anche umana... E come ogni umano aveva delle debolezze, e la sua era sicuramente Jadis stessa. Il problema era averla vista crescere negli anni, i primi cinque addirittura a stretto contatto, e i successivi andando a farle visita di volta in volta. Questo l'aveva portata a perdersi molti dettagli importanti di lei, e al tempo stesso badare alle apparenze e all'affetto spropositato che provava per lei nonostante dopo i 5 anni non aveva fatto che mostrarle "odio" e farle i dispetti. Aveva sempre visto oltre al suo comportamento "offeso", le sue apparenze. Le apparenze di una ragazza di buona famiglia, educata all'eccesso e cresciuta allenandosi duramente, ma ancora decisamente troppo giovane per concedersi divertimenti che non fossero giocare con i videogiochi, almeno dal suo punto di vista. Senza contare le tradizioni dei Taimanin che vedevano la verginità come qualcosa di sacro e da conservare, cosa che Baiken era fermamente convinta importasse molto alla giovane. Quindi la fretta di Shouta nel raccontare la sua storia in quel momento non era strettamente necessaria, ma fu comunque molto efficace per rendere del tutto credibile ciò che stava dicendo, e dunque togliere a Baiken anche solo la minima possibilità di farsi sfiorare da idee malsane riguardo la sua protetta. Ottima mossa per il rosso. Forse persino troppo "ottima", visto che provocò una seconda reazione nel corpo di Baiken, che si costrinse tuttavia a reprimere immediatamente. Non poteva permettersi una simile debolezza davanti a un collega, ma non era solo quello il problema. Ai suoi occhi Sho era ancora un ragazzino, un suo pari nel mestiere certo, ma comunque troppo giovane per risvegliare in lei concupiscenza. Senza contare che (colmo dei colmi se si pensava ai gusti di Jadis), lei preferiva ricevere le legature piuttosto che praticarle (anche se non lo disdegnava), poiché amava sentirsi sotto pressione e in preda all'adrenalina, alla paura dell'essere immobile, impotente, alla forza delle corde strette intorno al corpo... ai segni creati dai vari tentativi di liberarsi, e al piacere quando rischiava di riuscirci. Tutto ciò ovviamente ricevuto da un uomo di ampia esperienza, un suo coetaneo, o magari persino più vecchio. Invece eccola lì... A fantasticare su un ragazzino che aveva pochi più anni della sua Jadis, a chiedersi se anche lui provasse quella fitta d'eccitazione ogniqualvolta le corde tiravano un antro della sua carne mentre muoveva tutt'altro. Mentre lo fissava sovrappensiero si leccò distrattamente le labbra, ma fu solo un momento di smarrimento, che subito si costrinse a superare scuotendo la testa con estrema lentezza, due volte soltanto. Si portò la mano stretta a pugno alla bocca, schiarendosi la voce e abbassando per un momento lo sguardo nel tentativo di ritrovare il proprio controllo. Doveva stare calma, anzi, poteva. Dopotutto Shouta aveva detto di essersi incuriosito dalla pratica e di volerla applicare su se stesso come una sorta di prova, un allenamento... e questa non solo era un'ottima idea, ma non avrebbe neppure dovuto suonarle così erotica come invece aveva fatto. Da quando era una pervertita che sbavava sui ragazzini? Beh, c'era da dire che Shouta era un caso particolare, un ragazzino certo, ma anche un guerriero allenato. Ebbene, stava forse tentando di giustificarsi adesso?
    Hem hem, trovo il fatto che tu abbia curiosato tra i miei averi assolutamente irrispettoso... ma ti concedo che non sarebbe stato comunque difficile scoprire di questa mia passione "artistica" dalle foto incorniciate che costeggiano il mio letto, dunque da questo punto di vista ti perdono. Detto questo però... devo ammettere che avrei preferito ne parlassimo insieme. Lo Shibari è un'arte e una pratica complicata, qualcosa che forse ti avrei proposto io in seguito per temprare appunto il tuo spirito, e certo anche il corpo... ma che in queste circostanze potrebbe... ecco, hem, complicare le cose. La tua spada è per te già difficile da gestire, e ho timore che farlo con una legatura addosso sarà una vera impresa. Senza contare che Ebrietas sembra uno spirito estremamente perverso e potrebbe distorcere facilmente il tuo modo di vedere la cosa, se glielo concedi. Nonostante questo però, se hai scelto questa strada consapevolmente, come Maestra non posso certo biasimarti, o tanto meno scoraggiarti... Quindi non scusarti.
    A parte l'essersi schiarita la voce, Baiken non era imbarazzata. Il lievissimo rossore sulle sue guance era dovuto alla sensazione di calore che l'argomento e i pensieri che ne scaturivano le procurava. I capezzoli cominciavano quasi a uscire dai loro nascondigli, sebbene non fossero visibili agli occhi di Shouta a causa delle fasce contenitive che Baiken si premurava di legarsi intorno al petto e all'intimità ogni giorno. E la vulva... beh, questa sfregava contro le fasce e già da sé quella era una stimolazione, mentre i pensieri avevano fatto il resto iniziando a inumidirla. Se avesse saputo che Ebrietas fosse in grado di sentire quel desiderio, probabilmente allora avrebbe ceduto a un minimo di pudore persino lei, imbarazzandosi, ma per il momento finse un'indifferenza e una professionalità riguardo all'argomento che suonò all'esterno così sincera che ella stessa si compiacque, sorridendo addirittura. Sollevò nuovamente la mano e, con un gesto che a quanto pareva amava ripetere, carezzò la testa rossa del suo allievo brevemente, ma non abbastanza da lasciare la sua capigliatura ordinata.
    Anzi, ti dirò di più: apprezzo davvero il tuo impegno, e per mostrarti che non scherzo inizierò anzitutto con l'esaminare il tuo lavoro e valutarlo, se sei d'accordo. Ti va di farmi vedere?
    Scostò la mano, portandola alla cintura una seconda volta, e facendosi leggermente indietro come per prepararsi a osservare un quadro o una scultura da più angolazioni. Cercò di rammentarsi di mantenere una mentalità assolutamente professionale, ma era difficile concentrarsi quando l'argomento le stava così a cuore, e soprattutto le scatenava istinti che ormai si era abituata a mettere da parte. Doveva ammettere inoltre che una punta di curiosità genuina, l'era assolutamente inevitabile a quel punto.
    Dopodiché ovviamente potremo tornare a parlare della tua spada... e pretendo che tu risponda alle mie domande stavolta.
    Non poteva dimenticarsi il motivo per il quale erano lì, e non era tipo da farlo, neppure dinanzi a una scoperta così accattivante.
     
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    Il ragazzo rimase teso, serio per tutto il tempo, cercando di cogliere qualche possibile incrinatura della sua storia e prepararsi a correggerla magari, ma Baiken non sembrava in difficoltà per le menzogne ascoltate, anzi tutto questo suonava decisamente molto credibile. Il rosso non poteva immaginare che in suo aiuto stava subentrando una forza femminile del tutto inaspettata, non credeva minimamente di poter fare colpo in quel modo e tanto meno si aspettava di risvegliare simili sentimenti in lei. Che potesse provarli lui era scontato vista la bellezza di Baiken, ma il contrario... quante possibilità c'erano? Immense a quanto pare, ma oltre ad Ebrietas nessuno in quella stanza sembrava disposto ad ammetterlo o a riconoscerlo, pertanto ancora una volta quella corda rossa che aveva legato i loro destini in più di un senso andava tirata con la dovuta decisione. L'inizio del discorso di Baiken venne accompagno da un mortificato cenno della testa di Sho che riconosceva le sue colpe per aver curiosato tra le cose della sua maestra, non poteva negare che fosse davvero un pessimo gesto ma grazie alla sincerità Sho trovò ben presto il perdono e un'apertura da parte di Baiken che lo portò a sollevare finalmente lo sguardo, disposto a riconoscere i suoi errori ma notando anche qualcosa di curioso nel suo sguardo e nelle sue parole. Lei stessa gli avrebbe proposto una cosa del genere? Come doveva interpretare una simile risposta? Era particolare, indubbiamente una notizia difficile da gestire perché significava che parte della menzogna di Sho aveva un che di vero, come se quello potesse diventare sul serio un allenamento. Era nei guai, come poteva spiegarle che non sapeva fare una legatura del genere proprio ora che gliene aveva mostrata una magistrale? Doveva studiare molto di più, era evidente, ma un problema alla volta. Sho riusciva ad intravedere qualcosa, non così chiaro quanto lo vedeva la sua spada, eppure sapeva perfettamente che qualcosa si era acceso in Baiken. Istinto materno? Orgoglio del maestro verso l'allievo? Oppure l'idea di poter addestrare qualcuno nell'arte dello Shibari la eccitava sul serio? Difficile comprenderlo, impossibile osare, ma Sho fu soddisfatto del risultato, smettendo di farsi troppe domande appena Baiken gli piazzò una mano sulla testa per accarezzarla, un chiaro segno del suo perdono e della sua accondiscendenza. Solo a quel punto il volto del ragazzo sfoggiò una smorfia dolente particolarmente vistosa, subito dopo che Baiken l'ebbe accarezzato, provocata dalla vibrazione più intensa della sua mazza intrappolata in quelle legature rosse. Era bastato un tocco, il suo sguardo leggermente accattivato e un pensiero perverso nei suoi confronti ad accendere il rosso come una lampadina, passando da zero a cento in un istante e ora non poteva fare a meno di sentire quanto davvero fosse eccitato, pensando che una simile reazione non potesse essere normale. Era davvero così attratto da Baiken? Indubbiamente calzava molto di più i suoi gusti rispetto a Jadis ma questo era un altro discorso. Era troppo in imbarazzo per mostrarle la legatura completa, per di più temeva che se ne avesse notato una perfezione eccessiva la sua spiegazione sarebbe diventata poco credibile, a meno che non pensasse de Shouta Minazuki fosse un vero e proprio talento dello Shibari. Inoltre sfoggiare quella volgarità legata davanti alla sua Maestra era inaccettabile per un allievo come lui, quindi decise di acconsentire ma di mostrare solo una parte della sua legatura.
    Va bene, la ringrazio Maestra Baiken, sentire il suo giudizio per me è molto importante. Mi dispiace ancora per come sono andate le cose ma spero che questo non cambi il rispetto che lei ha nei miei confronti. Voglio premettere che... sono andato molto ad istinto e fortuna, non credo neanche di poter replicare un simile lavoro e mi sento anche un pò in imbarazzo... non sia crudele con me d'accordo?
    Mise le mani avanti in maniera figurata, iniziando a slacciare la giacca per poter scoprire il suo corpo. Si stava spogliando davanti a Baiken, cosa che fece aumentare le dimensioni dei suoi respiri di tre volte. Il suo corpo sembrava reagirei n automatico come se volesse mettersi in mostra e più tentava di nascondere quella mazza eccitata e gonfia, più il resto del corpo si gonfiava, finendo per spremersi contro quelle corde che lo stringevano alla perfezione, arrossando i lembi di pelle su cui si trovavano rendendo lo spettacolo semplicemente unico. Jadis aveva fatto un lavoro eccellente non c'erano dubbi su questo, non era solo una legatura perfetta ma mise in risalto ogni qualità del corpo di Sho, quando fu scoperto dal collo fino alla vita il ragazzo serrò le mani in due forti pugni, tenendoli rigidi all'altezza dei fianchi, cercando di sembrare fermo ed impassibile. Il suo tentativo di trattenersi stava fallendo miseramente, quindi ebbe l'intuizione di usare di nuovo la giacca come "cinta" nel vano tentativo di nascondere la sua erezione.
    Risponderò a tutte le sue domande Maestra, lo giuro.
    Ebrietas da canto suo non faceva niente, aspettava, restava ad osservare, sembrava quasi che volesse cogliere un attimo preciso, lasciando che Sho e Baiken assaporassero quel momento con la dovuta calma, senza fretta.
     
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    Nel momento stesso in cui aveva detto a Shouta che era disposta a valutare il suo lavoro, Baiken si era ammonita mentalmente, chiedendosi se stesse facendo bene ad accettare quell'argomento in modo professionale (poiché in fondo era vero che niente vietava di applicare lo Shibari e alcune sue forme all'allenamento fisico), o se forse non avesse preso ella stessa un granchio, vedendo le intenzioni del giovane con fin troppa ingenuità. In proposito riservò al suo allievo uno sguardo indagatore, ma poi -conscia che oramai doveva proseguire sulla propria strada- gli fece cenno di procedere e spogliarsi, aspettandosi di trovarsi davanti a una legatura impacciata e piena di imprecisioni... Invece rimase piacevolmente sorpresa. Certo, in alcuni nodi si notava vagamente un tocco inesperto (strano a dirsi ma per Jadis era stato davvero un primo tentativo di replicare quelle forme), ma anche una passione sconfinata e nonostante tutto metodica, che la sorprese piacevolmente, spingendola a sollevare un rosso sopracciglio. Se solo avesse saputo chi fosse la vera artefice di quell'opera... di sicuro non avrebbe reagito con egual entusiasmo e placida sorpresa. Comunque fosse, una volta che Sho si levò la camicia ella fece un passo in avanti, sforzandosi di non concentrarsi sul fisico asciutto ma muscoloso del ragazzo. Aveva davvero 17 anni? Ne dimostrava almeno 5 in più, sicuro... Cerchi ancora di giustificarti, Baiken? Si ammonì tra sé, ridendo di se stessa. Doveva concentrarsi parecchio per mantenere una visione professionale di quella situazione, sforzandosi di ripetersi che il giovane Shuota non le aveva proposto lo Shibari come pratica erotica (ci mancasse) ma come strumento per temprarsi, e questo in quanto sua maestra non poteva proprio negarglielo. Quando fu di nuovo vicinissima a lui, iniziò a ispezionare le corde con le dita, percorrendole man mano con i polpastrelli di indice e pollice, a partire dalle clavicole del giovane, ben attenta a non sfiorargli la pelle neppure mezza volta, tastando giusto i nodi quando vi passava sopra, soffermandovisi. Avendo le unghie corte Shouta avrebbe sentito a malapena quelle sfiorarlo, ma indubbiamente le corde durante il passaggio delle sue dita avrebbero tirato da ogni dove, leggermente ma abbastanza perché lui sentisse ogni singola scossa direttamente sul sesso. Baiken non aveva ancora realizzato fin dove si fosse spinta quella legatura, immaginandola come uno strumento d'allenamento per l'appunto. Mentre ne saggiava la consistenza, rimase colpita dalla fattura della corda che era stata utilizzata, poiché sembrava di ottima qualità, addirittura molto superiore a quella a cui era abituata di solito. Se avesse dovuto giudicare il rosso da quella scelta, avrebbe detto che non fosse tipo da badare a spese quando si metteva in testa qualcosa.
    Devo dire che hai fatto un ottimo lavoro per essere un primo tentativo... Davvero ottimo.
    Iniziò a parlare, seguendo una corda che percorreva la spalla del ragazzo per poi raggiungergli la schiena, cosa che costrinse lei a fargli un breve giro intorno per potergli appunto finire alle spalle, così da verificare come avesse "chiuso" la forma sulla schiena. Davanti alla complessità e alla bellezza di ciò che vi trovò, la domanda successiva venne più che spontanea mentre strabuzzava l'occhio buono e tratteneva un gemito. Il lavoro là dietro... era semplicemente stupendo, tanto da spingerla a trattenere per qualche istante il fiato prima di parlare.
    Mh-mh... Come hai proceduto per questi nodi in particolare? Hai usato qualche arte magica o ti ha aiutato qualcuno?
    Pensò subito potesse essersi aiutato con la magia, e in quel caso si sarebbe spiegata anche un po' di più la maestria che intravedeva in quei nodi, ma voleva comunque sentire Sho in proposito poiché era davvero curiosa. Mentre chiedeva dei nodi li tirò leggermente, così da fargli capire a quali si riferisse, senza sapere che ciò gli avrebbe procurato una fitta da ben altre parti del corpo. Personalmente, lo Shibari l'aveva sempre affascinata non solo per la sua lunga storia, ma anche per le molteplici applicazioni che offriva. Non solo in ambito erotico ma, per l'appunto, bellico o semplicemente artistico. Lei aveva parlato dell'eventualità di proporglielo in un futuro prossimo appunto perché sapeva bene che attraverso quell'arte era possibile creare diversi nodi che, posizionati in punti specifici del corpo, potevano servire per stimolarli al meglio. Certo, questa pratica era utilizzata più spesso in ambito erotico, ma lei sapeva per esperienza che niente vietava di creare una forma apposita per premere sulla muscolatura delle braccia ad esempio, o di gambe e torace, così da allenarli più efficacemente di come si sarebbe potuto fare con dei semplici vestiti addosso. Fu proprio con quei pensieri che Baiken iniziò ad aggrottare le sopracciglia mentre studiava la forma utilizzata da Shouta, notando solo a quel punto come alcune corde sparissero all'interno dei suoi pantaloni sia sul fondo della schiena che... davanti, come poté appurare quando compì il secondo giro e gli fu nuovamente di fronte. A quel punto dalle sopracciglia aggrottate si levò la destra, e il suo unico occhio si puntò sul ragazzo con fare perplesso. Si disse che doveva concedergli il beneficio del dubbio, perché quello poteva essere un errore dettato dall'inesperienza... ma se così non fosse stato, era pronta a far passare al giovane un momento imbarazzante per aver tentato di prenderla in giro. Afferrò con decisione una delle corde sul suo basso ventre, una portante che -se aveva visto giusto- conduceva direttamente a ciò che, sotto i pantaloni, risultava al momento sapientemente legato.
    Temo ci sia solo un'imprecisione nella realizzazione di questa legatura... ovvero la scelta della forma da riprodurre. Sai che questa non ti aiuterà affatto con l'allenamento, ma sarà più una tortura sessuale? Per esempio, se tirò qui, in particolare... Il "qui" non era altro che la corda stretta in precedenza, che con un semplice strattone avrebbe regalato a Shouta una fitta di piacere disarmante, cosa che risvegliò per un singolo istante la perversione di Baiken, facendola sorridere e facendole dimenticare dell'età del suo studente. Avrebbe gemuto? Ecco, lo senti? Come volevasi dimostrare...
    Dimmi, Sho-tan, è un errore dettato dall'inesperienza, o devo pensare di star mal interpretando il tuo interesse verso lo Shibari? Sappi che potrei arrabbiarmi sinceramente per un affronto del genere...

    Trattenne a stento un sorriso, sforzandosi di apparire seria e minacciosa a quel punto, giusto per dargli una lezione e farlo penare un po'. Non era realmente arrabbiata, anzi, trovava la situazione molto buffa, sia che fosse dettata da un errore che da un piano mal orchestrato. Certo, se l'idea del ragazzo era stata davvero quella di stimolarsi eroticamente durante un allenamento con lei, forse avrebbe dovuto sentirsi offesa... ma in fondo aveva una mentalità molto aperta e soprattutto non era immune alle lusinghe, e quel tipo di interesse da parte di un ragazzo così giovane lo era sicuramente ai suoi occhi. In effetti, forse ella stessa era da biasimare per averlo stuzzicato in quel modo spietato... ma non aveva potuto resistere.
     
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    Lo sguardo inquisitorio della donna metteva profondamente a disagio Sho. Non perché se ne vergognava, non perché avesse paura di essere scoperto, ma perché Baiken gli piaceva sul serio e dio solo sa quanto sarebbe stata grande la disperazione nell'attirare su di sé la delusione della sua maestra. Era come sotto esame, ma non semplicemente davanti ad un istruttore che deve dare una severa valutazione, era molto molto di più. Le dita delicate della donna che lo esaminavano poi, non rendevano affatto le cose più semplici, Sho non doveva solo convivere con l'ansia di quella valutazione ma anche con la necessità di resistere alle proprie pulsioni, sforzandosi ogni oltre immaginazione per nascondere l'erezione che quelle corde stavano saldando con tanta forza. La cosa peggiore era che in effetti Baiken non lo stava nemmeno sfiorando, eppure lui avrebbe volentieri lasciato che lo toccasse per sentire ancora il calore di quella donna come quando si erano abbracciati al loro primo incontro. Fino a tal punto la mente di un uomo diventa leggera quando prova sentimenti per qualcuno? Sho non era mai stato innamorato prima e la sua inesperienza non gli permetteva di capire se quel sentimento era davvero passionale e sincero, di certo però era qualcosa di nuovo e mai provato prima che lo faceva sentire strano. Sicuramente era un'esperienza nuova per lui. Si concesse un sospiro di sollievo solo quando la prima valutazione di Baiken lo bollò come un ottimo lavoro, Sho socchiuse gli occhi cercando di rilassarsi e non pensare a nulla che non fosse un piccolo jingle di vittoria. Jingle che venne distrutto molto velocemente dai tocchi più decisi della maestra, intenta ad esaminare la schiena del ragazzo e tirare nodi decisamente scomodi, qualcosa che finì col costringerlo a sgranare gli occhi e serrare i denti per non cedere alla tentazione di gemere o di lasciarsi sfuggire un gemito di dolore, visto che la sua povera verga turgida era soggetto di una tortura terrificante in quel momento. Bastava davvero poco per farlo avvampare di dolore, colpa del metodo con cui Jadis lo aveva intrappolato: troppo stretto, lo aveva reso sensibile a morte!
    M-magia? Si... certo, una volta appresa la meccanica teorica del Laccio Energetico è facile imprimere energia all'interno di una corda fisica e controllarla nello stesso modo...
    Una spiegazione teorica, frettolosa ma ben pensata, gli servì in primo luogo per nascondere gli spasmi e concedersi qualche respiro più profondo ora che Baiken non lo guardava direttamente in faccia, inoltre sapeva che essendo lei una maestra avrebbe riconosciuto quella spiegazione come assolutamente logica e convincente. Tornò sull'attenti appena Baiken passò di nuovo davanti al suo corpo, esaminandolo con più attenzione. Sho non realizzò subito che stava abbassando lo sguardo, cercando di restare impassibile e il più calmo possibile in quella situazione. Perché era maledettamente così teso? Si sentiva uno stupido... oramai l'aveva convinta, non c'era pericolo che sospettasse di Jadis, anzi forse aveva guadagnato perfino qualche punto ai suoi occhi, tutto era andato per il meglio quindi perché non tirare un sospiro di sollievo? Ma proprio mentre stava per svuotare i polmoni, ecco il nuovo rimprovero di Baiken che lo strattonò in un punto fin troppo sensibile, generando una reazione decisamente genuina. In un primo momento, che durò solo un istante, il volto del ragazzo si frantumò in una fitta di sorpresa e dolore, tuttavia Baiken dimostrò sia a lui che a sé stessa di sapere benissimo quello che stava facendo, perché quell'espressione poco convinta e forse anche buffa cambiò repentinamente in qualcosa di inatteso. Gli occhi del ragazzo si socchiusero, la testa sembrò quasi caderei n avanti mentre le labbra si aprivano quel tanto che bastava per far scivolare un grido maledettamente profondo ed eccitato. Non un urlo, qualcosa di più sottile, uno spasmo caldissimo che se Baiken fosse stata sufficientemente vicina l'avrebbe sentito. Il fisico del ragazzo si arrossò così come il suo volto, imperlando la pelle di sudore bollente che iniziò a scivolare tra quelle corde, quasi come se volesse colpirlo. La stimolazione fu tale che iniziò a respirare profondamente, come se fosse sull'orlo di un orgasmo e forse non era molto lontano dalla realtà. Sho sentiva la sua verga completamente in tilt e la cosa peggiore era che nel suo sguardo non c'era né paura né dolore... solo piacere. Un piacere mai provato prima, intenso da morire, qualcosa che superava di gran lunga qualsiasi rudimentale tecnica potesse sviluppare un adolescente per sostituire la sua mano o una ragazza vera. Era davvero questo lo Shibari? Senza rendersene conto, quell'espressione, quella posa, i muscoli arrossati e tesi, imperlati di sudore, lo avevano ridotto ad una posizione di impotenza, schiavizzato dal piacere, che una donna come Baiken amante dello Shibari e non solo della sua forma d'arte, ma anche erotica, poteva solamente apprezzare. Ritrovò il senno giusto in tempo per non far esplodere la sua verga fuori dai pantaloni, restando immobile con le ginocchia tremolanti. Doveva rispondere, non restare così.
    P-può davvero biasimarmi, Maestra?
    Decise di darle una spiegazione un pò più sincera. Immaginò che quello che stava succedendo in quel momento fosse successo la notte prima, durante i suoi viaggi giovanili alla scoperta di una nuova perversione. Il suo volto era ancora piegato verso il basso, come se si vergognasse qualcosa. Non c'era traccia di menzogna perché Sho in quel momento era maledettamente sincero. Aveva pensato davvero che lo Shibari potesse in qualche modo aiutarlo nell'allenamento ma a quel punto sentiva che c'era di più.
    Non era mia intenzione offendervi, anzi l'esatto opposto... temevo di offenderla lasciandole intendere che quella mia voglia di allenarmi con nuovi stimoli si fosse trasformato in qualcosa di perverso. Non volevo infangare la sua arte con le mie pulsioni. Mentirei però se dicessi che tutto questo non era voluto... non così almeno. Speravo di raggiungere una stimolazione non solo fisica ma anche più... erotica, allenandomi in questo modo, ho scelto di abbracciare ogni sfumatura del mondo a cui mi sto approcciando, quello che volevo evitare era lasciarle pensare che io fossi solo un ragazzino in cerca di esperienze forti, in realtà... voglio solo comprendere. Alla luce di ciò, temo di comprendere fin troppo bene maestra.
    Solo a quel punto alzò lo sguardo verso di lei. Non avrebbe nascosto quell'espressione paonazza, colma del piacere che LEI aveva generato. Non voleva farla sentire colpevole o responsabile, no, la parola giusta era "merito". Le riconosceva il merito di averlo spinto ben oltre le sue aspettative con il tocco di una singola mano, e non era poco per un tipo resistente come lui. Si, lo Shibari era indubbiamente la sua nuova passione e Baiken avrebbe visto nei suoi occhi illuminati dal bagliore di Ebrietas che se quella non fosse diventata la sua passione, si sarebbe trasformata in un ossessione. Il compito di un maestro non è quello di cancellare una pulsione, ma di incanalarla per trarne potere.
     
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    Baiken rimase ancora una volta sorpresa dal ragazzo che si trovava davanti, o meglio... dalla situazione che il suddetto era riuscito a creare con la sua assurda trovata. Se ci pensava nel dettaglio, doveva concedergli davvero una buona dose di apprezzamento per il coraggio dimostrato. In pochi, conoscendo i suoi trascorsi e il suo ruolo, avrebbero tentato una mossa del genere per approcciarla, anche guerrieri ben più in là con l'età di lei, come quelli che negli anni si erano fatti avanti. Pur essendo in astinenza da un bel po' per questioni lavorative e, diciamocelo, anche sentimentali a causa della sua diffidenza, Baiken non era certo frigida, anzi... però sapeva bene come rimettere a posto ammiratori indesiderati, e spesso l'era capitato invero di agire in tal modo anche con quelli che invece potevano essere di suo gusto. Il suo problema non era tanto la scottatura ricevuta in passato, magari solo in parte, e neppure la timidezza, figurarsi... ma in qualche modo non l'era mai venuto troppo bene conciliare il sesso occasionale alla sua vita, se non per qualche sporadico episodio. Per questo le capitava di essere maliziosa molto, forse troppo spesso, eppure quasi non riusciva a ricordare l'ultima volta che avesse avuto un rapporto concreto. Stava forse lasciando che la sua vita sessuale si appassisse definitivamente? Per questo si ritrovava a eccitarsi per aver provocato un'espressione del genere su un ragazzino di 17 anni? Certo, un ragazzino con dei muscoli che avrebbero fatto invidia a parecchi adulti... e un gonfiore nei pantaloni che persino la sua giacca sembrava incapace di nascondere, come poté notare quando si ritrovò ad abbassare lo sguardo per evitare di guardarlo in faccia... ma quelle non erano giustificazioni! Non sapeva cosa fosse più eccitante, a quel punto: se l'espressione carica di piacere e sgomento, o le diverse pulsazioni che richiamarono il suo sguardo ai piani bassi. Abituata com'era ad avere sempre la risposta a qualsiasi situazione, non si aspettava di rimanere senza parole davanti alle reazioni di Shouta, eppure lo fece. Inizialmente il ghigno provocatorio che si era stampata in faccia si allargò quando iniziò a tirare e Shouta rispose a comando, come un burattino nella sua mano, ma via via che la sua reazione proseguiva le labbra le si schiusero, piuttosto che continuare a sorridere. Per un attimo fu davvero... bello. Invitante, attraente... eccitante. Si dimenticò totalmente della sua età, o del fatto che si trovasse nel bel mezzo di una lezione, e persino che quello stesso gesto che aveva provocato una simile reazione, fosse una lezione. Per un momento, fu solo un uomo che gemeva per lei; un uomo il cui corpo era circondato da splendide corde che gli arrossavano la pelle e gli tiravano il cazzo ad ogni respiro; un uomo che era quasi venuto nelle mutande per un semplice tocco. Inspirò a fondo per un istante, poi trattenne il fiato, come se avesse appena preso uno spavento. Ma non era paura la sua, purtroppo... era solo sorpresa per lo spettacolo che si trovò davanti. Poi il momento passò, spezzato dalla voce del ragazzo e dal suo sguardo che cambiava, perché stava sforzandosi di parlare. Baiken sbatté le palpebre, tornando a respirare e staccando le dita dalla corda con movimenti che sembravano a rallentatore, quasi a scatti. Per ricomporsi finse un colpo di tosse, e di doversi schiarire la voce, smettendo di guardare il ragazzo e facendo un passo indietro, puntando lo sguardo altrove. Durante quell'istante, si era avvicinata a lui, probabilmente si era persino abbassata verso il suo viso per guardare meglio, e per poco non gli aveva premuto i seni contro; seni che ora sentiva del tutto esposti a causa dei capezzoli che le premevano contro il bendaggio contenitivo, totalmente fuori dalla loro sede. Era quasi doloroso sentirli costretti in quel modo, con le punte che sembravano voler bucare il cotone e il kimono pur di venir liberati. Si portò il braccio intorno alle costole, stringendosi i seni con discrezione nel tentativo di quietare quella sensazione. Il suo sesso era stato percorso da nuovi brividi, e ora le bende poste sopra di esso ne portavano i segni, bagnate di umori per una piccola porzione all'altezza della sua vulva. Doveva essere sincera con se stessa e ammetterlo: aveva bisogno di un uomo, e il fatto che Shouta l'avesse messa in quella situazione e portata a un simile stato d'eccitazione n'era decisamente una prova. Fare sesso le avrebbe fatto decisamente bene, e gli dei solo sapevano quanto le ci sarebbe voluto... ma non era quello il contesto, o il luogo... o il partner adatto. Per questo motivo, quando il momento terminò lei riuscì velocemente a riprendere il controllo, tornando finalmente a guardare il ragazzo e ascoltare le sue parole. Non rimase troppo sorpresa da esse, a differenza del resto. Era chiaro che Sho fosse ansioso di imparare e conoscere tutto ciò che lei poteva offrirgli, era tipico della giovinezza essere impazienti e curiosi, tuttavia lei sapeva anche che il rosso parlava senza sapere davvero cosa stesse dicendo, una sorta di cantilena disperata. Sollevò un sopracciglio, dopodiché si fece seria e gli mise la mano sulla spalla, tenendosi dritta e a distanza ma abbassando lo sguardo verso di lui, il braccio teso in orizzontale come avrebbe fatto un padre in procinto di insegnare una qualche morale al proprio figlioletto. Chinò il capo nuovamente verso la sua faccia, leggermente ma abbastanza da guardarlo negli occhi, sperando che i suoi capezzoli eretti non si notassero troppo dalla generosa scollatura del kimono.
    Apprezzo immensamente il tuo spirito di iniziativa, Shouta. E mi rendo conto che per un ragazzo della tua età sia difficile scindere le due cose -la parte utile e la parte più erotica dello Shibari-... e forse, a dire il vero, è giusto che tu non lo faccia. Mi hai chiesto di farti da maestra e di guidarti, di insegnarti a controllare il tuo potere e incanalarlo verso la giusta direzione... e in quanto tale sicuramente non posso dirti che dovresti rinnegare le tue pulsioni. Tuttavia... Aveva voluto iniziare quel discorso pensando di finirlo con una bacchettata, un lieve rimprovero per evitare che tentativi simili si ripetessero... ma si fermò a metà strada, rendendosi conto di star sbagliando completamente. Stava per proseguire con una specie di "Tuttavia non posso essere io ad aiutarti a gestirle" o qualche altra frase del genere... ma per chi lo stava facendo? Si rese conto che forse era anche per se stessa che stava per rimproverarlo, così da evitare situazioni ambigue che potessero spingerla in tentazione o torturarla ricordandole dei bisogno di del suo corpo, ma se invece pensava al suo allievo, al collega che le aveva chiesto di essere guidato... allora quella non era forse l'occasione migliore per allenarlo? Le pulsioni sessuali non erano forse parte di ciò che poteva mettere sotto sforzo le sue capacità fisiche e di concentrazione? Se fosse riuscito a controllare il suo potere anche nel bel mezzo di un istinto forte come quello dell'accoppiamento, non avrebbe forse significato che poteva davvero gestire una creatura subdola quanto quella con cui avevano a che fare? Lo lasciò andare, per un momento persa a ragionare.
    Sai cosa? Dimentica il tuttavia. Non negherò che questa sia un'arte complicata e molto ampia da esplorare, e neppure che trovo sia presto per applicarla ai nostri allenamenti, e che di certo non l'avrei introdotta con dei nodi così... stimolanti. Non negherò nemmeno che la situazione da qui in poi potrebbe farsi ambigua, e sconveniente... ma ho appena realizzato che in verità è più che giusto che ti tenga queste sensazioni, e che anzi potrebbero esserci molto utili per il nostro scopo. Quello che hai fatto potrebbe aver affrettato le cose, certo; sicuramente ha dato una svolta inaspettata all'allenamento che avevo pensato per te... ma trovo che sforzarti di controllare Ebrietas in queste condizioni potrebbe essere un ottimo esercizio per imparare davvero a contenerlo, e acquisire sicurezza nelle tue capacità di gestire la sua indole. Quindi, se tu sei d'accordo, da ora in avanti farò in modo di metterti alla prova ulteriormente... di mettervi, alla prova.
    Ciò che fece dopo fu molto veloce, troppo perché un comune umano ne potesse seguire l'intero movimento, ma Shouta probabilmente ci sarebbe riuscito: estrasse dalla sua lunga coda uno dei suoi fermagli affilati, un bastoncino di legno dalla punta temperata, che in un unico gesto mosse in diagonale, a mo' di fendente, per ferire se stessa, per la precisione parte dei seni, della pancia e della coscia sinistra, strappando qualche stralcio di fasce e kimono, sporcandone i lembi di sangue. I segni così provocati erano superficiali ma abbastanza profondi, non dei semplici graffietti ma vere e proprie ferite che per quanto innocue iniziarono a sanguinare goccia dopo goccia, colorandosi velocemente di rosso. La sua chioma fiammeggiante si liberò in una massa informe che sembrò brillare alla luce del tramonto, ma non era la sua bellezza quella su cui Shouta avrebbe dovuto concentrarsi in quel momento quanto il suo sguardo, che si era fatto improvvisamente molto serio. Sì, era vero, si era eccitata e non era immune alla situazione, impossibile per lei resistere alle corde... ma dopo aver realizzato cosa quella medesima condizione poteva fare per Shouta e il proprio compito di guida, si costrinse a concentrarsi e tornò piuttosto seria. Aveva concluso il movimento porgendo il fermaglio gocciolante di sangue al suo allievo, mostrandoglielo bene, forse un po' troppo vicino al viso, e ora glielo teneva a un passo dal naso.
    Sfodera la tua spada e mostrami il suo potere, Shouta-kun. Constaterò con i miei occhi quanto interessi il sangue al tuo Ebrietas e quanto la sua volontà influenzi la tua...
    Aveva abbandonato momentaneamente nomignolo e onorifici per fargli capire che ora si faceva sul serio. E se il suo sguardo e il sangue che colava dal fermaglio non fossero bastati a convincerlo, ci pensò anche il suo tono perentorio.
    Sia chiaro: ti è proibito trattenerti o andarci piano. Non aspettarti che non sappia come reagire in caso di necessità.
    Lo disse per non dargli scuse di alcun genere: sebbene fosse disarmata per il momento, Muramasa era fedelmente al suo fianco e non si sarebbe fatta scrupoli a usarla se fosse servito per aiutarlo a gestire la situazione. Ma per ora... il momento era suo.



    Edited by .Bakemono - 15/7/2018, 00:05
     
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    Sho era il tipo che non faceva troppo caso ai dettagli quando non era richiesto ei n quel contesto non gli serviva di certo capire quanto Baiken fosse attratta dalla situazione per ritrovarsi a sua volta attratto da lei. Era già bella senza le labbra umide, era già affascinante senza i capezzoli turgidi ed era già irresistibile senza l'incertezza negli occhi, a motivare quei movimenti tanto audaci quanto proibitivi che anche lei si rese conto di voler evitare. Sho non aveva bisogno di osservare o di rispondere perché più lei si avvicinava, più il suo cuore batteva forte, palpitando di una passione bruciante, non una semplice attrazione fisica o un profondo rispetto per quello che lei rappresentava. ogni gesto di Baiken, ogni sguardo, perfino quando gli toccò la spalla, tutto lo faceva stare bene, anche le velate provocazioni e i sorrisetti ironici, sentiva che era ciò di cui aveva bisogno, perché insinuare ben altro? Diverso era invece quello che provava Ebrietas, e che vedeva. L'entità nella spada non si lasciava confondere dalla morale o dai limiti che Baiken si auto imponeva, né si faceva abbagliare dai sentimenti del ragazzo. Quei due avevano generato una tensione sessuale immane quasi senza volerlo, erano attratti dai loro reciproci corpi e nessuno dei due avrebbe commesso un errore abbandonandosi alla carne, al sangue, sfogando una volta per tutte quello per cui si trovavano a respirare. Alimentare dei sacchi di carne ed ossa al solo scopo di balbettare e rimandare era un insulto a creature come quella che occupava la Chikage, potendo prendere iniziativa le conseguenze sarebbero state molto diverse ma il primo esame della maestra non era stato così sbagliato. Ebrietas non era un parassita né un demone sigillato, non sembrava un pericolo da contenere ma piuttosto una presenza con cui imparare a convivere, che in qualche modo considerava Sho una sorta di allievo o più precisamente un figlio, forse la parola giusta dovrebbe essere erede, ma in ogni caso il punto era che anche nella più assurda delle ipotesi, Ebrietas era lì per "aiutare". E quell'entità, a differenza di Sho, riusciva a capire perfettamente i sentimenti di Baiken, così come le sue necessità, e proprio come un venditore ambulante che si ritrova davanti una casalinga invecchiata e annoiata da un marito poco prestante, si apprestava a presentare l'ultimo ritrovato contro l'isteria femminile e i bisogno della specie umana...
    Lo sguardo di Sho si abbassò gradualmente durante le parole di Baiken, non perché stesse cercando di sbirciare sul suo grosso e appetitoso seno, nossignore: altrimenti quell'espressione sarebbe diventata raggiante invece di spegnersi. Invece le labbra del ragazzo tendevano verso una mortificante realizzazione, timoroso di averla offesa o semplicemente di aver sbagliato tutto. Baiken lo stava spingendo a capire che non avrebbero proseguito su quella strada per chissà quale motivo, forse l'aveva offesa o forse era stato troppo diretto. Il modo gentile con cui ci girava attorno per non offenderlo cozzava rumorosamente con la sveltezza delle sue meningi che avevano già capito dove stavano andando a parare. Forse era meglio così? In fondo era un incidente, o una sorta di fraintendimento: Baiken non doveva trovarlo così, era tutta colpa di Jadis e mettere le carte in tavola in quel modo era sbagliato. Lui in fondo doveva solo assicurarsi che la maestra non sospettasse di nulla no? Lo scopo era già raggiunto... eppure dopo averla ripetuta tante volte quella bugia si era trasformata in una mezza verità per lui e che Dio potesse fulminarlo se a quel punto poteva semplicemente abbassare lo sguardo e abbandonarsi ad un falso sorrisetto nervoso per potersi dire "è andata bene". No, non era andata bene per niente, e in quel momento sapeva che non era la spada a parlare, perché il suo desiderio più profondo era assai diverso dalla scusa di un adolescente o la pulsione di un mostro inespresso. Ma prima che Sho potesse arrendersi, Baiken cambiò totalmente direzione, sorprendendolo e lasciandolo con la bocca semiaperta mentre lo sguardo si sollevava di uovo frettolosamente verso di lei con lo stupore di un bambino che vede finalmente il pacchetto incartato rimosso saggiamente da sotto l'albero dai genitori per cogliere di sorpresa il pargolo. L'espressione del ragazzo si riaccese gradualmente, un misto di gioia ed entusiasmo che venne inevitabilmente corrotta da qualche pulsazione della sua verga, non poteva fare a meno di pensare ai risvolti piacevoli di una simile presa di posizione ma in fondo... che male poteva fare?

    D-dice davvero Maestra? Allora non siete offesa... meno male...
    Sentiva davvero di aver sbagliato qualcosa e di essere stato in qualche modo miracolato, ma evidentemente la sua iniziativa lo stava premiando e prima di rendersene conto le menzogne che aveva detto si erano trasformate in una realtà a cui forse credeva anche più fermamente di Baiken. Il lavoro sopraffino di un mostro che corrompe la mente umana, o il semplice e volubile desiderio di un ragazzo innamorato per la prima volta in vita sua? In questo caso, non ebbe il tempo per sfruttare una proverbiale sveltezza di meningi, perché prima che lui potesse darsi un freno, Baiken aveva già messo in mostra il suo corpo, ferendosi e trasformandosi in una belva sensuale pronta al combattimento, lasciando gli occhi del ragazzo sgranati. Durante il discorso la mano sinistra di Sho era finita intorno al fodero della spada, pronto ad iniziare, ma appena vide quelle ferite aprirsi sul corpo di Baiken la presa sulla spada inizi òa serrarsi così forte da diventare rumorosa, i muscoli si tesero e i polmoni si gonfiarono per assimilare la fragranza di quel rosso vermiglio. Le corde inevitabilmente furono messe in evidenza dal petto affamato di Sho e i suoi occhi sembrarono accendersi una luce tetra. La cicatrice che il ragazzo sfoggiava sul volto si illuminò in maniera flebile di un blu molto intenso, non distante dalla fiamma di una stella incandescente. Ebrietas aveva sentito chiaramente l'odore di quel sangue meraviglioso, ebbe lo stesso identico effetto del vedere un corpo come quello di Baiken che si metteva in mostra. La carne della maestra finalmente libera eccitava Sho così come il suo sangue che grondava eccitava Ebrietas, una situazione perfetta ed inevitabile che li portò direttamente sulla stessa sinfonia, sincronizzandoli neanche avessero pensato la stessa identica cosa. I muscoli del ragazzo in quel momento sembravano decisamente più massicci del normale, ma non sarebbero mai stati così piacevoli da vedere se non per il fatto che risultavano stretti come la carne pregiata di una bestia lasciata ad essiccare nell'attesa di un pasto succulento. Quel pasto apparteneva a Baiken, ma doveva stare attenta a non trasformarsi lei nella portata principale. Il ragazzo sfilò lentamente la spada dalla cintura generata dal suo cappotto legato intorno alla vita, cosa che lo rese troppo lento per poter essere sfruttato ancora: cadde quindi ai suoi piedi lasciando Sho vestito unicamente di quelle corde e un paio di pantaloni che non sembravano in grado di contenere per sempre la sua belva, tant'è che risultavano perfino più larghi del normale e quindi lenti, cosa che scopriva le fossette generate dalla muscolatura delle gambe e gli addominali, uno spettacolo per chiunque apprezzasse un corpo davvero allenato. In questo modo la spada di Sho fu libera e sebbene il ragazzo non potesse vederlo, per Baiken era tutto molto diverso: la leggera fiamma viola creava intorno al ragazzo una deformazione simile a quella che si vede in lontananza sulle strade, quando il calore deforma l'asfalto e provoca illusioni simili a miraggi. Alle spalle di Sho sembrava quasi volersi manifestare qualcosa, in forme, confuso, che non apparteneva a questo mondo, ma che seguiva con lo sguardo lo stesso obbiettivo di Baiken. Probabilmente impugnando Muramasa sarebbe stato tutto molto più chiaro, ma in quel momento era come sbirciare dallo spioncino della porta un mondo che non apparteneva alla coscienza umana, distante e più simile ad un incubo... o ad un piacevole sogno perché no. Il polso di Sho si piegò, in modo che il fodero finisse sotto quello spillo insanguinato, le gocce iniziarono quindi a decorare i solchi del fodero. Non fu il rosso a muovere la mano in quel modo, il paragone più giusto era vedere Ebrietas incatenata che spalancava la bocca e allungava la lingua il più possibile per abbeverarsi disperatamente a quella fonte vermiglia. Sho non gli diede troppa importanza, era troppo impegnato a valutare la possibilità di toccarla con la sua arma.
    Allora non le chiederò scusa in anticipo, maestra. Potrebbe fare male ma se sono pronto io allora deve essere pronta anche lei... in cambio la supplico, non sia clemente con me. Questa è una battaglia che affronteremo insieme.
    Rapido tanto quanto lo era stata lei, Sho allungò il fodero della Chikage verso il ventre di Baiken, l'obbiettivo era mirare al ventre ma l'istinto maschile di Sho lo portò a sollevare il tiro verso il suo seno, forse senza un movimento più frettoloso di Baiken le avrebbe addirittura toccato un seno in quel modo lasciando ben poco spazio ai pensieri che attanagliavano il ragazzo a quel punto, ma non poteva farci niente: quella carne era troppo invitante per resisterle. Una volta toccata Baiken con la sua arma l'avrebbe ritirata di colpo, riposandole in una posizione che sembrava di quiete o di guardia, con l'impugnatura rivolta verso il basso, il fodero impugnato saldamente sotto la guardia e l'intera struttura della spada posata sul polso, l'avambraccio e il gomito di Sho, come se volesse impugnarla al contrario. Il sangue raccolto prima scivolò quindi sulla guardia, mentre la spada lentamente scivolava verso il basso. Il metallo che la componeva era privo di filo ma questo non le avrebbe impedito di sporcarsi del sangue di Baiken. Solo dopo aver concesso finalmente alla sua arma un assaggio di Baiken, Sho la afferrò anche con la destra per l'impugnatura, rinfoderandola con decisione e preparandosi a torcerla. Fino a quel punto Baiken avrebbe avuto la netta sensazione che qualcosa l'avesse impugnata saldamente per il ventre, un a sensazione netta e in parte fastidiosa, ma non dolorosa per lo meno. Era una corda forse... una legatura di spirito che attanagliava la sua mente e si ripercuoteva sul suo corpo, ma appena Sho impugnò con fermezza la sua spada, Baiken ebbe la netta sensazione che qualcuno le avesse puntato una lama sul ventre, o una corda intorno al collo, o una pistola alla tempia. A lei scegliere cosa potesse essere il pericolo più esaltante per una simile guerriera. Fatto sta che appena il polso di Sho si torse, il rumore che proveniva dalla spada non fu diverso dalle classiche budella che vengono trafitte e poi frantumate da un abile spadaccino che assassina inevitabilmente il suo bersaglio. All'altezza della guardia uno schizzo di sangue zampillò da dentro il fodero sancendo l'inizio di quello che banalmente veniva chiamato "il potere della Chikage". Baiken poteva sentire chiaramente che non era nulla di così banale. Era come se quella spada le avesse attraversato il ventre, come se un perverso aguzzino piuttosto che ucciderla volesse umiliarla infilzandola dall'intimità fino al petto, passando per il suo utero, le sue budella e le sue costole. Tenendo in bilico la lama all'altezza del cuore, vibrandola da un polmone all'altro e continuando a torcere la lama. Una tortura terrificante capace di spezzare la volontà di chiunque, a che durò poco. Non c'erano danni nel suo corpo, né sulla sua mente, non al momento se non altro. Ecco di nuovo quella sensazione di costrizione, come se nel suo ventre non ci fosse più una spada ma della carne bollente capace di distrarla. Una carne che non le permetteva di opporsi, saldamente avvinghiata a lei. Non poteva ostacolarne i movimenti ma Baiken non poteva liberarsene. per il momento era come una verga che l'aveva posseduta nettamente, ma non si muoveva, restava immobile, limitandosi ad amplificare un desiderio profondo in lei. Se era vero che Baiken non si concedeva del vero sfogo da molto tempo, la sua intimità non sarebbe rimasta indifferente sotto lo sguardo concentrato di Sho. Ora non era più il ragazzino imbarazzato davanti alla sua maestra, sfoggiava invece lo sguardo del guerriero che punta a vincere.

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    Baiken era partita dal presupposto che qualsiasi cosa potesse fare quella spada diabolica, non sarebbe stato nulla di così eclatante e nuovo da sconvolgerla. Il suo problema alle volte era che, avendone viste davvero tante in vita propria, finiva per sottovalutare la situazione con troppa facilità, e proprio per questo si ritrovò a osservare Shouta con lo stesso grado di rilassamento che avrebbe avuto davanti a uno spettacolo teatrale: attenta a osservare i dettagli, in attesa che avvenisse qualcosa, ma certo non pronta a trovarsi realmente in pericolo da un momento all'altro. Era convinta al 100% che il giovane non l'avrebbe mai messa in pericolo, quindi interpretò quel "farà male" come l'avvertimento di un'infermiera che avvisa che la medicina che sta per mettere su un graffio potrebbe bruciare un po'. Si aspettava un pizzicorino... e proprio per questo fu colta alla sprovvista dall'intensità del dolore che la spada le provocò senza neppure toccarla, semplicemente mentre Shouta la rifoderava. Aveva seguito i suoi movimenti con attenzione, ma non riuscì comunque a spiegarsi come fosse possibile una sensazione così forte e realistica. All'inizio percepì la paura, come se qualcosa la stesse effettivamente minacciando, ma poi il tutto divenne reale come un affondo di spada che le avesse attraversato il corpo da parte a parte. Per la sorpresa riuscì a strapparle un lamento e a farla sussultare e piegare leggermente in avanti, tuttavia non si scompose neppure in quel caso evitando di muoversi troppo con un passetto tattico che l'aiutò a mantenersi perfettamente in equilibrio. La sua espressione per un momento cambiò, tuttavia, i denti si strinsero e due goccioline di sudore le si formarono sulla fronte, mentre d'istinto tratteneva il respiro. Il lamento fu soffocato dalla posa delle labbra, gutturale, quasi inudibile, ma comunque ci fu e la costrinse a schiarirsi la voce poco dopo, quando il tutto finì. Probabilmente era sbiancata leggermente, e solo quando si rimise del tutto dritta riprese colore. Era stato effettivamente come ricevere una spada dentro al corpo, ma non si scomodò a tastarsi il petto alla ricerca del danno. No, ovviamente avendo osservato i movimenti di Shouta sapeva che quella era stata una specie di illusione, forse qualcosa di diverso, ma comunque intangibile e provocato dal potere di Ebrietas, tuttavia... era stato davvero terrificante, persino per una come lei, e per questo capì benissimo quanto un essere del genere potesse far paura a qualcuno più giovane e inesperto. A quel punto, preferì sdrammatizzare e tornare a sorridere, emettendo una specie di fischio di apprezzamento prima di commentare, perché aveva l'impressione che mostrando troppo il dolore che lo scherzetto le aveva provocato avrebbe messo a disagio il rosso, nonostante ora facesse tanto il duro.
    Nh. Devo concedertelo, Shota-chan... non provavo tanto dolore dal giorno in cui mi hanno strappato questo...
    Si indicò l'occhio mancante con il pollice, senza lasciare il fermaglio, mostrando che era pronta a muoversi di nuovo e scherzarci su, nonostante quella lieve incertezza iniziale nella voce, causata più dalle sensazioni attuali che non dal dolore subito. In effetti era abituata al dolore e, passato il peggio, tutto sommato si disse che l'era servito. Ci voleva una scossa per entrare nell'ottica che non doveva sottovalutare né il giovane che si trovava davanti, né tanto meno il suo potere; altra questione era invece il desiderio che sentiva crescere dentro di sé.
    Sono davvero colpita. Conosco le illusioni come le mie tasche eppure questa sensazione... sembra differente. Mi spiegheresti come funziona?
    In realtà non glielo stava chiedendo, era più un ordine in quanto maestra che cercava di capire di più su ciò che il suo allievo temeva così tanto... ma Baiken non stava cercando solamente di capire in quel momento, perché era impegnata a sforzarsi incredibilmente per apparire il più serena e composta possibile nonostante la sensazione provocata dal potere della Chikage. Il dolore insopportabile di essere infilzata da parte a parte era stato di per sé orrendo, e per sua fortuna era durato poco, ma forse sarebbe stato più facile da gestire rispetto al calore profondo che prese a invaderle le intere membra. Un desiderio sordo e troppo a lungo trattenuto che smaniava per trovare un qualche tipo di sollievo, sollievo che quella carne fittizia non sembrava intenzionata a darle. L'occhio di Baiken rimase fermo, stabile, forse leggermente socchiuso a causa della pesantezza delle palpebre ma quantomeno serio, così come le sue labbra serrate in un sorriso provocatorio, tuttavia le goccioline di sudore, che prima erano state a malapena due sulla sua fronte, si moltiplicarono a poco a poco, finendo ben presto per scorrerle dal collo ai seni, scivolando all'interno di quelle soffici e gonfie colline fino a sparirvi in mezzo. Se qualcuno dei presenti avesse potuto controllare le bende tra le sue cosce, le avrebbe trovate fradice di umori, l'intimità leggermente schiusa come se si stesse davvero preparando a ricevere qualcosa al suo interno, ma fortunatamente era pronta a mascherare tutto ciò con le cosce sode strette e il sorriso sornione. Se dovevano fare sul serio... bisognava che giocasse sporco anche lei.
    Mi piace il tuo sguardo, ragazzo... cerca di mantenerlo fino alla fine.
    Quasi come un'estensione del gesto di indicarsi l'occhio, poco dopo aver smesso di parlare utilizzò la mano -in procinto di abbassarsi- per lanciare lo spillo verso Shouta, trattenendolo tra indice e medio a mo' di kunai e mirando alla sua spalla. Che schivasse o meno, il fermaglio lo avrebbe a malapena sfiorato, tuttavia il gesto le serviva per mascherare il lancio di qualcosa di ben più pericoloso: un Genjutsu #2, Visioni Malefiche. A quel punto la mano libera si sarebbe diretta velocemente a estrarre Muramasa, la cui lama sarebbe svanita in una coltre di energia illusoria che si sarebbe accumulata tutta all'interno dell'ampia manica del suo kimono, andando a sostituire il braccio monco. Al contempo, appena l'energia illusoria lo avesse colpito, Shouta avrebbe iniziato ad avere visioni di qualcosa o qualcuno caro per lui che veniva maltrattato, un'illusione molto semplice che non serviva a Baiken per sconvolgerlo, quanto più per mostrargli Muramasa una volta estratta. Alle sue spalle infatti, si materializzò lo spirito nelle sue sembianze da combattimento (///), ben più aggressive e meno eleganti della volta precedente. Infine, l'illusione che accompagnava lo spirito li avrebbe circondati entrambi, facendo apparire i contorni del luogo come immersi dalle acqua più profonde e cupe, stavolta in modo molto più netto e realistico che in precedenza. I rumori esterni sembravano quasi un ricordo lontano, ovattati proprio come se fossero soffocati dalla profondità dell'oceano.
    Raccontami, Shouta... di cosa hai paura?
    Baiken non poteva sapere cosa o chi il rosso avrebbe visto delle sue visioni, né che Muramasa portasse con sé la materializzazione di una delle sue fobie, tuttavia era sempre più presa da quell'allenamento, forse perché anche lei, in un certo senso, stava affrontando una delle sue paure: la paura di perdere il controllo, di cedere ai propri bisogni... o di affrontare ancora una volta i ricordi che questi bisogni si portavano appresso. Una donna come lei non si sarebbe di certo fermata per questo, né per la vista di ciò che la Chikage nascondeva alle spalle di Shouta. E Shouta... si sarebbe fermato?


    Mi sono riletta Shouta e ho ricordato che ha la fobia dell'acqua, per quello ho ricamato un po' sulla cosa.


    Edited by .Bakemono - 28/7/2018, 21:20
     
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