Tutti a lezione con Baiken! (Abitazione)

Fuori città

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    Pur essendosi trasferita a Roma da relativamente poco, grazie ai soldi messi da parte negli anni al servizio della famiglia di Jadis, Baiken ha potuto commissionare la sua abitazione mentre era ancora in Giappone, specificando venisse costruita seguendo lo stile nipponico e riprendendo parecchi dettagli di ciò che aveva lasciato nella sua isola. Lo stile è dunque molto antiquato per gli standard dell'epoca futuristica, tanto che in casa non vi è quasi la minima traccia di tecnologia a eccezione ovviamente di televisore, elettrodomestici vari e un sistema più o meno automatizzato che gestisce l'abitazione con tutti i suoi comfort, dalle luci in grado di accendersi con un semplice battito di mano, all'acqua che si può riscaldare attraverso un pannello sul muro o un comando vocale specifico fino alla cucina più o meno automatizzata. Ogni comando vacale è in Giapponese stretto e dunque risulta difficile poterne fruire se si è un ospite, tuttavia Baiken si diverte a vedere gli altri litigare con un'intelligenza artificiale come quella che gestisce la sua abitazione. Senza contare che capita davvero di rado che abbia compagnia, poiché si fida ben poco di portare qualcuno nel suo spazio personale, è come un'oasi di ritiro per lei. La pianta della casa risulta molto semplice, composta da 6 stanze principali, esclusivi i bagni: la cameretta di Jadis che dà sul salone; 1 camera da letto per gli ospiti vicino ad essa; la camera matrimoniale principale, dalla parte opposta dell'intera casa, riservata a Baiken (perlopiù inutilizzata poiché predilige dormire in salotto, tirando fuori il futon o all'aperto); 1 salone tradizionale (per l'appunto) dov'è presenta la grande TV, un divano e una credenza con cianfrusaglie varie, senza contare il panorama quando si apre la finestra; 1 sala da pranzo con cucina principale con una credenza per riporre gli utensili vari (ciotole, vassoi, caraffe e via dicendo) e un tavolino con sedute annesse (rigorosamente alla giapponese, quindi da utilizzare inginocchiati nella posa wariza) per potervi mangiare, adiacente a questo ambiente vi è poi un secondo cucinino, davvero minimale ma con elettrodomestici e oggetti antichi adatti a preparare le pietanze giapponesi più tradizionali; infine vi sono 2 grandi bagni, uno più interno e dallo stile futuristico quasi (per gli ospiti) senza tuttavia rinunciare al richiamo alla foresta e un altro perlopiù "aperto", esposto alla natura attraverso varie finestre, che dà su una sorgente termale grande quanto una vasca idromassaggio e impreziosita da una cornice di marmo, nascosto dagli alberi e da diverse pietre (Baiken è solita approfittare di questo particolare per farci il bagno completamente nuda, a tarda notte). Gli esterni della casa sono particolarmente caratteristici e riportano al Giappone a primissimo occhio, risultando quasi fuori contesto in mezzo a una natura perlopiù occidentale. La casa è nascosta nel bel mezzo di una grande foresta periferica che in linea d'aria risulta vicina alla scuola frequentata da Jadis (La Sapienza), poiché Baiken va spesso a controllarla dall'esterno raggiungendola facilmente tramite la tecnica "Familio di energia". Baiken è talmente fissata con i lunghi bagni caldi immersi nella natura che in un angolo del cortile è presente un'ulteriore vasca, tanto per gradire, insieme a una statua appartenente all'antica religione del sui villaggio, che le ormai ha rinnegato, ma che ha mantenuto per ricordarsi delle sue origini.

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    Addentrandosi ancora di più nella foresta che circonda la casa, per la precisione proseguendo in un sentiero molto chiuso dietro essa, si può raggiungere dopo quello che può sembrare un chilometro come cento passi, una "biblioteca", che in questo caso non è ufficiale, bensì una riproduzione del luogo che Baiken ha lasciato in Giappone. Si trattava di un'enorme "palestra" sotterranea appartenente a un Archivio dei Custodi (O presunto tale), situato parecchio fuori città rispetto a Kurayami. Un luogo che anche ora, seppur riprodotto, con il semplice sguardo fa capire come la natura intorno ad esso sia riuscita a vincere l'ardua battaglia contro tecnologia e "progresso", forse proprio con le grazie della magia. E se l'esterno risulta così sorprendente, l'ambiente interno lo è forse di più. Uno spazio davvero ampio, tanto da non poter essere quantificato a occhio nudo, in cui ogni parete è estremamente alta nonostante dall'esterno il tempio non sembri tanto grande, formata da un materiale arcano luminoso, nel quale sono impilati -divisi per Arte- milioni di tomi, libri e fascicoli per lo studio dell'occulto. Al centro della stanza, entrando, si nota subito un'unica scrivania di pietra, simile a un altare, estremamente misera rispetto al resto, dove siede il Custode (In questo caso, Baiken). Ottenuto il lascia passare, si viene guidati verso i sotterranei, dove sono presenti diverse ambientazioni che cambiano continuamente a seconda della tipologia di Arte che si vuole imparare. Si tratta sempre di spazi immensi, che non sembrano avere una pianta vera e propria ma solo totale libertà di movimento. Si spazia dai paesaggi desertici per la Geomanzia, a luoghi ben più oscuri per il Juinjutsu, ghiacciati per l'Antlomanzia e via discorrendo. Le possibilità sono infinite... anche perché ciò che è sconosciuto alla maggior parte degli allievi, è il fatto che in realtà i sotterranei non sono altro che una grossa stanza di 100 m x 100 completamente vuota e dalle pareti molto ampie, una specie di enorme caverna scavata artificialmente. I paesaggi riprodotti sono frutto infatti del potere di Baiken: nient'altro che sogni e illusioni.


    Questo post è dettato dalla semplice voglia di far conoscere i due PG e non serve a nessuno se non a me stessa per avere una partenza, e anche per riordinare i pensieri visto che avrei voglia di giocarle insieme in qualche role/missione/operazione futura (si accettano proposte). Lo metto qui a disposizione per eventuali interessati ai due PG e per dare una spiegazione alle loro giocate future; lo linkerò anche nelle rispettive schede qualora qualcuno fosse così folle da approfondire. Sicuramente è una lettura pesante quindi non mi aspetto che qualcuno la legga in realtà, non ho voluto uppare il topic appositamente. Ho deciso di avvalermi del lavoro di Baiken (ovviamente senza compensi) per raccontare il loro incontro.

    I fatti dovrebbero essere ambientati in una parte imprecisata della carriera di Baiken, ho lasciato vago apposta. Mentre per Juri saranno parte del passato "recente" che ricorderà a spezzoni quando riprenderò a giocarla. Dopo questo post cercherò di abbandonare la sua parte melodrammatica (qui mi sono sfogata ampiamente) e tornare alle sue origini. Nel frattempo mi scuso con eventuali -improbabili- lettori per il pippone. x°D

    Segnalazione d'onore a questo disegno meraviglioso che mi ha dato l'idea. Inoltre grazie davvero a chiunque abbia ruolato con lei in passato, diciamo pure che nel post ho ripercorso di tanto in tanto il viale dei ricordi e amo le role che ho potuto rileggere.


    Riassunto in poche righe: Juri non riesce a controllare l'evoluzione del suo potere e si reca a Roma, l'unico luogo che non le ricordi qualcosa di spiacevole, per trovare un Custode che la possa aiutare. Attraverso informazioni sparse trova Baiken e la sua "biblioteca" privata. Passano insieme 1 settimana intera di allenamento, dove lei ne esce cambiata e pronta per tornare finalmente a casa. Fato vuole che non ci arriverà mai, poiché poi subentrerà il futuro da ruolare appena possibile con Hyp e il suo Shagaru, dove perderà la memoria, in particolare riguardo alla Event Horizon e gli affetti che aveva lì, recuperando man mano i ricordi riguardanti il trauma con Gil e, per l'appunto, l'incontro con Baiken, che di fatto sarà tra le ultime cose che farà prima dell'incidente.

    Juri Han è una sfigata
    Lezione di Baiken senza compensi

    fKpiyiI
    Juri era incazzata, tanto per cambiare. Gli incubi la tormentavano ancora nonostante fossero passati mesi e mesi dall'esperienza con quello zombie e il suo gruppetto di stronzi, un tempo che a lei pareva infinito e che le aveva sinceramente rotto le gonadi. Come se non bastasse doveva sopportare immagini orrende anche da sveglia, perché le allucinazioni erano all'ordine del giorno. Il problema era che la sua ira, con il tempo, si era spostata. O meglio, odiava ancora tutti i bastardi coinvolti e avrebbe goduto immensamente nel vederli crepare, ma... Odiava di più se stessa per averci sprecato così tanto tempo, senza per altro alcun risultato. Si era praticamente annullata in favore della vendetta, dimenticandosi di se stessa e degli altri. Ora invece... si sentiva di nuovo in sé, abbastanza da pensare che era decisamente il caso di darci un taglio. Era come essere usciti da un sogno infinito: sapeva cosa era successo, sapeva cosa aveva provato, ma semplicemente... Non era più importante. Non cosi importante da abbandonare la scuola, da sfondarsi le nocche a furia di allenarsi o picchiare poveri sventurati senza motivo, da uccidere addirittura... ma soprattutto da abbandonare Arashi, forse unica persona al mondo a meritare seriamente la sua gratitudine. Aveva mesi di assenza da farsi perdonare, sempre che volesse perdonarla una volta che fosse tornata da lei. Conosceva più o meno la situazione generale della sua salute perché l'aveva spiata per brevissimo tempo qualche volta (resistendo alla tentazione di comportarsi come una pervertita e beccarla in momenti hot), ma la sua premura non bastava certo come giustificazione, né tanto meno l'avrebbe voluta. Era all'oscuro di qualsivoglia dettaglio, vicissitudine, o problema che la riguardasse, avendola osservata da lontano. Sapeva solo che era viva e sembrava apparentemente star bene. Gran bella cosa, eh? Che ingrata di merda che sono...
    Per questo una mattina aveva deciso che doveva fare qualcosa per tornare alle origini, per tornare a essere la Juri cazzuta e sfrontata, non la pazza senza un perché, partendo alla ricerca di se stessa. Fanculo la vendetta, dopo settimane infruttuose, dopo essere stata menata e scopata duro da un drago che, per altro, le aveva risvegliato una coscienza, e dopo il seguente periodo di completa solitudine e crisi da senso di colpa, passato in un lurido Motel da quattro spicci a tentare di schivare le sue coinquiline perché non sapeva farsi i cazzi propri... beh, era pronta a darci un taglio. Se i problemi fossero venuti a cercarla in futuro l'avrebbero trovata pronta, ma prima di allora le serviva un po' di tempo per eliminare quel cazzo di handicap che era attualmente la sua trasformazione quando si incazzava. A che serviva dopotutto, aver faticato fino a ottenere una forma cazzutissima che potesse aiutarla nei momenti cruciali, se non riusciva a sfruttarne il potere in battaglia e perdeva sempre il controllo? Voleva tornare a essere fiera di se stessa, sicura, impavida, la menefreghista con la faccia tosta che era sempre stata, e non quella ragazzina patetica che era diventata da quando era successo tutto... beh, quello. Non poteva permettersi di perdere la testa come una completa idiota ogniqualvolta voleva fare sul serio. Ecco perché si era presa una settimana di "vacanza", alla ricerca di qualcuno esperto che potesse aiutarla e si intendesse di energia e poteri. Avrebbe potuto chiedere ad Arashi, se lei l'avesse accettata, ma sinceramente Juri detestava l'idea di farsi vedere nuovamente in quello status pietoso. Quando fosse tornata da lei, voleva farlo al meglio della propria forma, pronta a subire qualsivoglia reazione avrebbe desiderato... e personalmente sperava fosse una delle sue punizioni da Strega, super perverse come piaceva a loro... ma forse era chiedere troppo. Ebbasta su, si era pesantemente rotta le palle persino lei di se stessa. Quindi eccola, a Roma, davanti a quella che doveva essere la biblioteca di un Custode le cui informazioni trovate erano state vaghe e contraddittorie, una rottura da cercare, ma sperava vivamente ne fosse valsa la pena. Aveva scelto Roma perché... Beh, l'America le ricordava tutta la sua merda, l'Inghilterra era la patria di Hollow e il Giappone fin troppo vicino a dov'era nata e cresciuta... Lasciamo perdere. Le ricerche l'avevano portata lì, sperava di aver fatto la scelta giusta. Una scuola non le sarebbe parsa altrettanto intima per i propri scopi, per questo non si fece impressionare troppo dall'ambiente alquanto surreale. Il portone era immenso, la superava di almeno quattro volte. Sulla lastra di pietra al fianco dell'enorme porta c'era scritto "Biblioteca pseudo-privata del Custode Baiken. Se cercate quelli importanti sloggiate altrove, qui insegna uno stronzo qualunque. Quota fissa demoni: 200. Altri: da decidere." A quanto pareva si chiamava Baiken... E se il cielo le avesse fatto un favore per una cazzo di volta, allora sarebbe stata una gnocca formosa e piacente, con esperienza non solo in Arti Magiche od Occulte e possibilmente tendenze saffiche. Bello sognare eh? Peccato che sul cartello ci fosse scritto "unO stronzO qualunque".
    Quando Juri fece per bussare, l'enorme portone di pietra si spalancò con un rumore fortissimo, ben distante dai meri cigolii da film horror: era molto, molto più impressionante. La giovane si guardò intorno, rimanendo sconvolta dalla mole infinita di libri ed enormi scaffali, alti fino al soffitto che già di suo doveva misurare almeno 10 metri, molto più che una stanza comune. Quel posto era una specie di grotta enorme, adibita a biblioteca, e Juri non riusciva a immaginare chi l'avesse pensata. Sembra di essere finiti in un altro mondo. Quando si fece avanti, notò un'enorme scrivania, sempre di pietra, al centro dell'immenso ambiente, e i suoi occhi viola non poterono non fossilizzarsi sulla figura seduta dietro essa: libro in mano, un metro e ottanta+ di fisico statuario, e soprattutto... due tettone enormi che facevano invidia persino alla sua terza piena/quasi quarta, cosa che le fece sgranare dapprima gli occhi e poi il sorriso, in un'espressione più folle che altro.
    Cazzo sì!
    Quello fu il primo pensiero di Juri quando vide per la prima volta Baiken, che se ne stava stravaccata sulla poltrona (unica cosa non di pietra là dentro), nascosta nel suo kimono, con le gambe toniche stese sulla scrivania e i piedi incrociati l'uno sull'altro, mentre con i seni reggeva un librone le cui pagine sfogliava con il braccio buono. Anche quello nero e demoniaco donatole da Muramasa era presente, ma lo usava per raccogliere distrattamente dei cereali da una ciotola che stava a portata sul banco, portandoseli alle labbra e sgranocchiandoli con gusto lasciando che l'eco del suo masticare invadesse l'intero ambiente, rimbombando contro le pareti. Il suo unico occhio non si spostò sulla nuova venuta quando entrò, ma la sua voce fu comunque rivolta a lei. Sul tavolo vi era un posacenere con una pipa ancora accesa incastrata nel bordo. Il forte odore di tabacco al cioccolato riempiva quasi l'intero ambiente, nonostante fosse enorme.
    Ehilà... Identificati e dimmi in cosa posso esserti utile. Se sei qui per farmi perdere tempo ti ritroverai fuori ancor prima di parlare, sappilo. In caso contrario... benvenuta.
    Annusò l'aria, sempre senza guardarla, alla ricerca di un qualche odore particolare. Juri sollevò un sopracciglio stranita, perché non capiva assolutamente come quella tipa potesse sentire qualcosa al di là del puzzo stucchevole di fumo. Baiken sorrise. Non sei un demone eh? Buon per te.
    Juri sollevò un sopracciglio, confusa, non potendo sapere il perché di quella constatazione. La Custode tendeva a prendersi una piccola rivincita sulla razza demoniaca quando un esponente di quest'ultima veniva a chiederle aiuto. Non che li odiasse tutti o avesse troppi pregiudizi in proposito, semplicemente di qualcosa doveva campare e le sembrava la cosa più sensata prendersela con la razza del suo tanto odiato ex. Poco importava che fosse una storia di decenni prima. Juri optò comunque per passare oltre e stringere sui convenevoli, che pronunciò in modo particolarmente veloce e scazzato.
    Sono Juri. Vengo da New Vegas. Avrei bisogno di una guida che mi aiuti a controllare meglio il mio potere, in particolare alcune nuove abilità che ho sviluppato di recente e che non riesco assolutamente a gestire, poiché mi mandano in pappa il cervello ogni volta che ci provo. Piuttosto che star qui a spiegartelo, te lo farò vedere se ti senti in grado. Messa così, pensi di potermi aiutare?
    Juri non era lì per perdere tempo, né era tipa da formalismi quali dare del "lei" e quant'altro, non le importava di trovarsi di fronte a quella che per quanto ne sapeva poteva essere una ultracentenaria che si portava molto bene la propria età, poiché in fondo era pur sempre una "guardiana" del sapere. Baiken si voltò solo a quel punto verso di lei, Juri si accorse della mancanza del suo occhio e rimase un istante interdetta, non per pena... ma perché quella tipa era decisamente una gnocca da paura e ora che la guardava in faccia la cosa era ancora più evidente, la benda sull'occhio le dava solo un'aria più cazzuta ed esotica. Frena gli ormoni. La donna sollevò un sopracciglio, squadrandola da capo a piedi, dopodiché si alzò con tutta la calma del mondo, quasi Juri la stesse importunando con la sua presenza.
    Da come parli e dal tono della tua voce non sembra la solita lezioncina facile per imparare qualche nuova Arte Magica od Occulta... È stato un azzardo venire fin qui. Una volta in piedi, si premurò di raccogliere la pipa e se la portò tra le labbra carnose prima di iniziare a camminare verso di lei, sempre squadrandola, finanche a farla irritare a dirla tutta... ma si trattenne dal commentare, stringendo i denti nascosti dalle labbra serrate e guardandola storto. Non poteva rovinare tutto appena arrivata dopo il lungo viaggio che aveva fatto... e l'infinito tempo perso per sempre. Tuttavia, per tua fortuna penso di poter fare qualcosa. Non so se mi abbia trovata cercando me nello specifico o se tu sia un tipo particolarmente fortunato- Juri sollevò gli occhi al cielo per chiarire quanto poco lo fosse- Ma forse ho qualche asso nella manica con cui sistemare questo tuo problema... Anche se ovviamente senza informazioni più specifiche non te lo posso assicurare. Che ne pensi di venire giù ad approfondire?
    Sicuramente, Juri si stava facendo dei film mentali, tuttavia... beh, quelle parole le suonarono fin troppo ammiccanti, portandola a cucirsi addosso uno dei suoi sorrisetti maliziosi che si sforzò però di mascherare con un colpo di tosse.
    Fai strada, ti seguo...

    [Ore dopo. Sera.]

    Qualche ora dopo, si trovavano nei "sotterranei" di quell'assurda grotta. Juri era già sudata da capo a piedi, l'ultradivisa trasformata in una tuta sportiva era completamente inzuppata, tanto da gocciolare di tanto in tanto, ed ella si asciugava il sudore dalla fronte per poter continuare a vedere, emettendo nuvole di vapore mentre sbuffava. Era lei quella più forte là sotto, giusto? Allora perché diavolo quella milfona dalla testa rossa se ne stava seduta con le gambe giunoniche accavallate su un sasso a guardarla mentre si sfondava di brutto? Le aveva spiegato più o meno il problema... almeno quello legato alla sua trasformazione e a ciò che le scatenava, senza entrare troppo nei dettagli, e fin da subito Baiken l'aveva messa a lavorare duro, in una serie di ostacoli che aveva faticato sempre meno per superare ma che ormai erano stati così tanti che non riusciva più manco a contarli. Si fermò piegandosi su se stessa, posando le mani sulle ginocchia mentre ansimava e quasi gridava per l'affanno, cercando di riprendere fiato.
    Mi era parso anf anf di leggere anf anf da qualche parte anf anf che le lezioni dei custodi anf fossero ricche anche anf di teoria e lunghi anf anf pipponi esplicitativi...
    La donna scosse la testa.
    Ognuno ha i propri metodi. Il mio approccio all'insegnamento è più pratico che teorico. La teoria la lascio leggere ai miei allievi, direttamente dalle pergamene magiche da cui possono attingere per carpire l'essenza dell'arte che vogliono imparare, purché abbiano voglia di ascoltare. Poi passo subito all'allenamento effettivo... E per farlo creo un ambiente studiato appositamente per ognuno di loro, totalmente personalizzato. A volte mi limito a far vedere la realtà a chi è troppo cieco per farlo...
    Quando guardò la sua faccia... quel suo unico occhio sembrava così allusivo che le procurò un brivido. Come cavolo faceva a leggere la gente in quel modo? Quella tipa era forse più debole di lei fisicamente, almeno a giudicare dall'aura che sprigionava, eppure ci sapeva fare fin troppo... Juri non era nemmeno sicura che l'avrebbe spuntata in uno scontro alla pari.
    Nel tuo caso non abbiamo due opzioni. La parte teorica non servirebbe. Nel mio attuale status di conoscenza non ho accesso a pergamene che possano aiutarci a gestire il tuo potere, anche se la tuta che indossi mi sembra già eccellente a farlo, lo si percepisce standoti vicino. Ciò che posso fare io invece... È mostrarti qualcosa. Le tue paura più grandi, i tuoi pensieri, desideri, persino cose di te stessa che magari non conosci affatto o ignori da troppo tempo. Diciamo pure che grazie al potere di questa zampakuto potrei farti una visita psicologica con conseguente psicoterapia nel giro di una sola seduta. Tuttavia... Non uso questo metodo con molti ragazzi, se non con i più impavidi. Parlo di cose davvero estreme, e una volta che ti troverai faccia a faccia con i tuoi demoni, io non potrò aiutarti se non facendoti uscire. Sei disposta ad arrivare a tanto?
    Tra un ansito e l'altro, Juri sollevò lo sguardo a guardarla di nuovo, e non era decisamente contenta. Avrebbe voluto trattenere le parolacce ma...
    Certo che anf sono disposta anf, cazzo! Anf anf, si può sapere anf che cazzo stiamo facendo qui se questo era il anf piano?!
    Il sorriso della custode si fece improvvisamente malefico... a Juri vennero di nuovo i brividi.
    Ho detto che avrei potuto farlo, ed è vero... ma non ho mica detto che avremmo risolto in una sola seduta. Scosse lentamente il capo mentre con la bocca e i denti emetteva dei suoni piuttosto spiacevoli e, in quel caso, minacciosi. No, cara Juri... io e te staremo insieme per molto, molto tempo. C'è tanto lavoro da fare... e farti stancare è solo il primo passo per il successo.
    E ancora...
    A proposito, quanto hai detto che starai a Roma? Rivedrei la data del ritorno, se fossi in te...

    [Una settimana]

    Baiken le aveva chiesto di raccontarle i motivi che pensava fossero scatenanti della reazione che il suo corpo aveva ogni singola volta che si trasformava. Le aveva chiesto i suoi sogni, i suoi incubi, e un sacco di altre menate da strizzacervelli che la giovane aveva ben poca voglia di spifferare, tuttavia, neppure sapendo come, eccola dopo neppure mezz'ora dall'inizio del discorso, raccontarle abbastanza fatti suoi da guadagnarsi una ramanzina. Un'altra!
    Io non ti dirò mai cosa fare della tua vita. Non starò qui a dirti quanto sia sbagliato, né a ripeterti cose che probabilmente già sai, come il caos che scatenerai proseguendo su questa strada, l'effetto farfalla, o qualsiasi altra menata che sono piuttosto sicura non staresti a sentire. Non mi paga nessuno per farti da balia, e non intendo sprecare il mio tempo.
    Juri rimase sorpresa, senza parole in verità. Se anche aveva sentito cose simili da Shagaru o in altri sensi dalla sua maestra, Arashi, le parole di Baiken racchiudevano una schiettezza che apprezzava, benché la facesse anche un po' incazzare. Sbuffò, ma non la interruppe.
    Ma sei giovane, bella e forte, e una cosa te la posso insegnare....
    A Juri si stampò un sorrisetto idiota e malizioso in faccia quando sentì quel complimento, destinato tuttavia a spegnersi presto.
    Sai cosa ho imparato io sulla vendetta, ragazzina?
    E infatti alzò gli occhi al cielo. Ho come l'impressione che me lo dirai a prescindere dalla mia risposta, "zietta".
    L'occhio di Baiken bastò per impartirle uno sguardo severo che la indusse a tacere.
    Che non importa quanto si tenti di perseguirla... Chi vive per essa finisce per provare persino più dolore dei fantasmi a cui da la caccia. E una volta finito tutto... la voragine che troverai dentro di te ti inghiottirà per intero, stanne certa.
    No, decisamente, quelle non erano le parole di qualcuno che parla per sentito dire, né i giudizi di una creatura superiore che come tale vede le cose in modo diverso. Quella era la voce di chi ha provato sulla pelle il dolore di cui parla, l'odio di cui parla... ed è sopravvissuto. Juri rimase zitta, fissando quell'unico occhio di Baiken e ricevendo da esso ben più inquietudine di quanto non avesse provato fino ad allora davanti a chi aveva tentato di dissuaderla. Fu una sensazione strana, eppure le fece soffocare qualsivoglia risposta aggressiva avesse avuto in mente di sputare fuori in un primo momento. Rimase semplicemente in silenzio, i pensieri che correvano veloce, e capì che... era vero. E un po' di quel vuoto l'aveva già inghiottita nell'istante in cui aveva tolto la vita a quei due ragazzini. Quante notti insonne aveva passato in quei mesi? Quante piste seguite, quanto sangue versato... Che fosse suo o dei poveri ragazzi che aveva trovato e ucciso? Forse tipi come Shagaru o Baiken avevano ragione. E se il drago si era offerto di accompagnarla in quel tragitto, Baiken si limitò a ribadire la realtà dei fatti. E forse fu per l'influenza di quella spada, le visioni che erano aumentate da quando si trovavano vicine, o forse ancora fu la semplicità con cui lo disse, come qualcuno che sa, che c'e passato direttamente e che non ha motivi per dirti il contrario, con empatia, qualcosa che suo malgrado era mancato al drago mesi prima. Ma... Juri si sentì meglio. Sollevata. Addirittura arrivò a pensare che forse, solo forse... Avevano ragione loro. Era stanca. Quei mesi e mesi, sprecati dietro un fantasma rimasto a malapena nelle sue cicatrici sbiadite, lasciando gli incubi a cullarla ogni volta che chiudeva gli occhi... e per cosa? Che si fottessero tutti... Era arrivato davvero il momento di darci un taglio con tutte quelle storie. Il problema era... come? Non sapeva da dove iniziare. Guardò dritta nell'occhio la stangona, facendosi seria ma mantenendo un sorrisetto sarcastico che chiariva perfettamente quanto poco ritenesse facile quell'impresa.
    Tu come hai fatto?
    Baiken rimase per un momento interdetta, sollevando un sopracciglio, dopodiché un sorriso ambiguo, non troppo diverso da quello di Juri stessa, le apparì sul volto.
    È così palese?
    Diciamo che sono grande abbastanza per riconoscere una che ha visto la morte in faccia quando la vedo.
    Baiken inarcò il volto d'un lato, parve quasi rattristarsi per qualche istante, un pensiero veloce che le corse nella mente, ma il suo sorriso si fece improvvisamente più largo e scoppiò in una breve risata, piuttosto sexy agli occhi di Juri, a dirla tutta. La donna scosse il capo.
    Non è stata la morte il problema, né quello che è venuto dopo... a dirla tutta non provo neppure rancore verso chi mi ha tolto questo... o questo. Si indicò rispettivamente il braccio, sollevandolo e poi l'occhio, con l'indice della mano buona. Ma ho inseguito la vendetta per qualche tempo, quando ero giovane e inesperta, e ho capito fin troppo presto che non ne valeva la pena. Che mai, ne sarebbe valsa la pena.
    A Juri sfuggì una breve risata, che tuttavia non raggiunse mai gli occhi e si spense subito, mentre fissava sorridente il vuoto.
    Sì... comincio a capire cosa intendete, voi altri...
    Baiken la guardò confusa.
    "Noi"?
    Juri scosse la testa, menando la mano verso il nulla come per scacciare l'argomento.
    Sì... lascia stare.
    Si rifiutava di spiegarle che per lei "loro" sarebbero sempre stati quelli come lei, o Shagaru, o Erno... Quelli "buoni", quelli che non sbagliano, che non uccidono, che non si vendicano, che non hanno paura... che chiedono scusa e sanno come affrontare le cose. "Gli altri", insomma. Non di certo lei; figurarsi.
    Di botto, scese dalla roccia su cui erano sedute e si portò davanti a Baiken, fingendo che non avesse pensato a nessuna di quelle cagate.
    Non so tu, ma a me è venuta sete... Ti va di bere qualcosa?
    Baiken sembrò apprezzare l'idea, lì per lì, ma quando scese a propria volta dalla roccia e iniziò a incamminarsi verso chissà quale nascondiglio per gli alcolici, si fermò di colpo e si voltò con espressione sospettosa verso di lei.
    Aspetta... quanti anni hai detto di avere?
    Juri sollevò gli occhi al cielo, sbuffando... ma sembrava divertita.
    Tecnicamente 19... anche se questo corpo da paura che vedi, è rimasto fermo a 17. Precoce, eh? Si fece scivolare le mani dalle costole ai fianchi, fino alle gambe, ondeggiando per mettersi in mostra e facendo persino un sguardo sexy, che concluse con un occhiolino. Tornò seria solo alla fine. Ma comunque piantala di trattarmi come una ragazzina. Quanti anni hai, si può sapere? No, perché accetto solamente se ne hai più di 100... e anche allora potrei avere qualcosa da ridire.
    Fu il turno di Baiken di sorridere e sollevare gli occhi al cielo.
    Scusa, scusa... A volta dimentico che a quell'età ci si sente adulti...
    Del resto, non era forse più o meno a quell'età che lei stessa aveva incontrato Dimtryus, finendo vittima del suo diabolico piano vendicativo? A proposito di vendetta... il pensiero la fece sorridere, pensando all'ironia della cosa. Andiamo, su. Non si chiede l'età a una Signora...

    Circa un'ora dopo, l'improbabile duo si trovava nell'atrio della biblioteca, al bancone dove Baiken era stata seduta quando aveva accolto Juri, ed entrambi i loro culi sodi erano adagiati sulle rispettive poltrone scomode, consumando -shot, dopo shot- del buonissimo sake che scendeva giù come neppure l'acqua sapeva fare. Nessuna delle due era esattamente sobria... E si sa: con l'alcol i cuori si scaldano e la lingua si scioglie... insieme a qualcos'altro.
    Dopo tutto ciò che ti ha fatto... Lo hai lasciato vivo? Come?
    L'amore è come una macchia ragazzina. Ti entra dentro, si nutre di te, si espande... E anche quando lascia il tuo corpo qualcosa ti rimane, si attacca alle vene, al sangue... E non lo lavi via, non importa quanto odio tu possa provare.
    Sì, beh, io quello stronzo manco lo conoscevo.
    Immagino, non ho mai pensato fosse il tuo caso. Ma ti sei mai soffermata suoi motivi? L'odio genera reazioni a catena. Probabilmente anche lui è stato ferito, calpestato, fino a diventare ciò che era quando ti ha ferito. O magari era uno psicopatico e basta... ma anche in quel caso, non parliamo forse di una malattia? C'è caso e caso, ognuno diverso dall'altro. Probabilmente potremmo stare qui a disquisire di quanto meriti la morte o peggio per l'eternità, di quanto tu abbia le tue ragioni e lui torto... ma è un serpente che si morde la coda. La gente troverà sempre cosa dire, io troverò sempre parole per tentare di farti ragionare, e anche quando deciderai se farlo o meno... quella decisione sarà solo tua.
    Mi hanno riempito di queste stronzate allo sfinimento, Baiken... ma voi... tu non sai cosa mi ha fatto! Come lo ha fatto. Quello è uno psicopatico di merda che se ne sbatte del prossimo, fidati di me!
    Si, non ne dubito. Baiken stette in silenzio qualche istante, poi sospirò. Quando mi perdo in certi pensieri io stessa faccio fatica a trovare un nesso, un equilibrio tra le parti. Voglio solo che tu sappia che non ti sto giudicando. Sarei la prima a fermare una violenza, anche con la forza, se mi trovassi a guardare. L'unica cosa che posso fare davvero per te è insegnarti a controllare la rabbia, in particolar modo quella che si risveglia quando sei in quello stato di cui mi hai parlato, in modo che sia tu a sfruttarla e non lei a nutrirsi di te.
    Certo, lei parlava così perché non sapeva che Juri era un'assassina... Quel suo sguardo di comprensione sarebbe cambiato, se lo avesse saputo?
    Uff. Sai cosa? Ho passato gli ultimi mesi lontano da tutto, ad affannarmi alla ricerca di quei bastardi, mollando i pochi affetti che avevo, la scuola... E ora che mi sono fermata mi sento così vuota, come se avessi un buco enorme dentro al petto... e non ho la più pallida, fottuta idea di come riempirlo.
    Baiken sorrise. Hai già le tue risposte, Juri... è solo che non le vedi. Guarda tu stessa...
    La donna posò il palmo del braccio demoniaco sulla fronte di Juri, a quel punto la ragazza chiuse gli occhi e si "spense", cadendo tra le sue braccia. Non era più con lei. Baiken la tenne tra le braccia per impedirle di cadere e, con un singhiozzo, si rese conto troppo tardi di aver agito prematuramente sotto il peso dell'alcol. E pensare che solo una mezz'ora prima Juri stava ridendo, imbronciata come una bambina, a parlare di un "Drago di tre metri con i muscoli più grossi che lei avesse mai visto", sparando racconti "innocenti" come "E sai poi cosa mi ha detto? "I draghi non si innamorano Juri, e ora zitta e godi" Cioè, ti rendi conto? Io gli ho solo fatto un complimento sul cazzo HIC... cioè, SUI cazzi, perché figurati se quel colosso ha qualcosa di normale... è perfetto lui... perfetto. HIC! Come se potessi HIC innamorarmi di un fottuto... animale!" Il tutto condito da espressioni, tentativi (pessimi) di imitare una voce cavernosa, e un'aria da adolescente che stonava parecchio col trucco pesante e il fare da dura. A Baiken era persino sfuggito qualche racconto personale più recente, come l'ultima esperienza con un suo collega molto più giovane, Shouta, a cui di tanto in tanto pensava, ritrovandoselo davanti piuttosto spesso. Juri non aveva mancato di fare battute in proposito, avanzando addirittura qualche avance.
    "Sai, HIC, penso abbia fatto male a respingerlo. Dovresti provare con qualcuno più giovane, una volta o l'altra... Potresti scoprire cose nuove, senza contare che siamo pieni di energia. Io, per esempio, sono sicura che potrei insegnarti parecchio... Sensei."
    Le aveva mostrato le dita, indice e medio aperte, leccandole nel centro fino in alla punta di entrambe, in modo deliberatamente lento, guardando Baiken fisso nell'occhio mentre il movimento della lingua portava il suo viso a muoversi come quello di un gatto. Baiken aveva ridacchiato in risposta, ma in modo nervoso. E se una mezz'ora prima l'alcol aveva compiuto un simile miracolo trasformando un tipino tutto pepe come Juri in una giovane scherzosa, ciò che ora capitava nella testa della giovane, solo Muramasa poteva saperlo...

    Nella sua testa...

    I ricordi la assalirono uno per uno, mischiandosi con le allucinazioni, con i sogni e gli incubi stessi. Ogni voce che ricordava risuonava nello spazio vuoto che era la sua mente. Ogni cosa era nera, inghiottita dall'oscurità, e le uniche cose a colori erano loro, tutti. Shagaru, Arashi, Erno, Carnage... Persino Shun e gli altri. Tutte le figure che avevano contato anche solo un minimo nella sua vita, insieme alle loro sentenze e raccomandazioni, che la investirono come una raffica di pugni, i più violenti che avesse mai ricevuto.
    «Tu non sei Juri... Juri non verrebbe mai da me a piangere perché le ha prese di santa ragione... ma mi dimostrerebbe che può fare di più. Non se la prenderebbe con dei compagni indifesi, ma mostrerebbe loro come non essere dei deboli. Quindi se hai qualcosa da fare... fallo. Se hai qualcosa da dire... dillo! Ma non dirmi che sei la mia adorata Juri, perché sto cercando quella persona da troppo tempo e tu ora... mi sei tra i piedi...» (+)
    «Non so cosa ti sia successo ma devi calmarti prima di fare qualcosa di cui potresti pentirti o farla fare a me! Non so cosa sia successo fra te e Arashi ma sono abbastanza sicuro che qualunque cosa sia lei non l'abbia assolutamente fatto apposta, sei il suo pupillo, sei come una figlia e una madre non tradirebbe mai la propria figlia!»
    Le vennero le lacrime agli occhi ricordando quell'esperienza terribile. Aveva rischiato di far del male ad Arashi, poi ad Erno... un gesto impensabile. E per cosa poi? Per vendetta verso chi, esattamente?
    «Cosa pensi di ottenere massacrando quelli che sono diventati carnefici contro la loro voglia? Il problema va estirpato alla radice... tu ora non stai facendo altro che sfogarti su delle foglie che si sono già rinsecchite per conto loro.» (+)
    «Stupida... se quello che volevi era semplicemente un cuore non dovevi far altro che chiederlo...» (+)

    Ogni frase che si susseguiva all'altra la faceva materialmente piegare su se stessa, come se stesse effettivamente ricevendo dei colpi. Sul viso, sullo stomaco, sulla schiena, sulle gambe, fino a cadere in ginocchio. Avevano ragione loro. Tutti loro. Scene di se stessa si susseguirono in un incubo articolato e confuso. Si rivide in quello scantinato degli orrori, meno muscolosa, più delicata e senza chili di trucco a mascherare la sua giovinezza. Dapprima abbraccia Sun, poi inizia a sentirsi umida sul ventre e sul petto sentendo odore di sangue e, staccandosi da lei sconvolta, la trova con il pancione completamente squarciato. Inizia a soffocare, un buco in gola, annaspando mentre cerca di respirare. E poi ci sono uomini intorno a lei, e sangue, e morte, e quella carne mai nata ancora attaccata al pancione di Shun che agonizzante tenta invano di fermare chi gliela strappa, la getta via e poi usa la sua intimità slabbrata e deforme come un onahole. E Juri vomita, e grida, e piange, e la bile trabocca dal suo stomaco così come dalla gola e dallo squarcio che la segue. E viene scopata, fottuta, ferita e sballottata così tante volte che non sa più dove siano finiti i pezzi del suo cervello.
    Sì. Soffocherai nel tuo stesso sangue ragazzina... E ti piacerà.
    Una puntura, il sesso che si gonfia, si bagna, e freme. La schiuma alla bocca e gli occhi spiritati. Le piace? Impossibile. Lo odia. Lo detesta. Li odia. Li vuole morti. E improvvisamente è sopra di loro, ebbra di energia, e grida, e piange, e ride, mentre agita mani e braccia fendendo l'aria con le unghie più volte, unghie che affondano nella carne, nelle loro palle, nei loro occhi. E scava scava scava, il sangue le schizza in viso e lei ride, ride convulsamente, ride circondata da cadaveri e odore di ruggine e carne spalancata. Ride, ma piange quando vede i corpi orripilanti della sua famiglia ormai privi di vita, pieni di buchi, squarci, mutilazioni, ognuna delle quali ancora ripiena del lurido, bianco e grumoso piacere di quella feccia...
    Un giorno parleranno di lei come la bimba pazza senza potere. Un giorno racconteranno di lei come quella che è resuscitata sfuggendo all'inferno e uccidendo i propri aguzzini...
    Eppure uscita da lì ridente, tornata a casa a lavarsi di dosso il sangue e l'odore... Aveva forse cancellato e riportato in vita i cadaveri di Shun, Joshun e la piccolina senza nome... A cui aveva scavato delle buche a mani nude, fino a perdere tutte le unghie?
    Cambio di scena.Araschi, Erno e Carnage la guardano con delusione. Le sue cosce sono a cavalcioni sul bacino di un corpo maschile semivestito. Le sue nocche sono sbucciate, quasi distrutte, fratturate in più punti e le braccia completamente piene di sangue. Il viso e il torace del maschio sotto di lei è irriconoscibile, un cumulo di carne gonfia e sanguinolenta. Quando risolleva lo sguardo Arashi ed Erno si allontanano dalla scena, guardandoli dapprima delusi, poi intimoriti. Il busto senza nome si alza di scatto, dalla faccia senza connotati si spalanca una bocca con pochi denti, rossi dal sangue, che biascica qualcosa. L'odore forte del suo fiato la travolge. Sa chi è. Li hai persi tutti Ahahhaha! Per me?! Oh, ma quale onore! AHAHAHAH! Peccato ti abbia già dimenticata, sia quello che ti ho fatto, che la tua stupida faccia! Pffff e tu stai sprecando mesi dietro al mio culo... Che pena! La faccia di quello che, nella sua fantasia perversa e furente, era Gil, si avvicina così tanto che può contare i filamenti di sangue e saliva che gli impastano il palato. L'istinto è quello di dargli il colpo di grazia, ma intorno a lei improvvisamente si alza un coro di voci e grida: corpi nudi e mutilati sono sparsi ovunque. In mezzo a loro c'è Hollow, la sua combriccola, ma ci sono anche gli alunni di Arashi che l'hanno violentata. I cadaveri di Philiph e Q.J, sono i più vicini e le loro espressioni terrorizzate sono impresse per sempre nella loro morte: gli occhi sgranati, quasi ribaltati, la bocca spalancata, la saliva, il muco, le lacrime che colano. Così verranno consumati, divorati dai vermi, erosi dal tempo. Il loro sangue è sulle tue mani... È davvero servito? Alle sue spalle un'imponente massa nera le posa una mano sulla spalla, ma quando si volta sparisce. S-Shagaru? E Gil ride, ride, ride, e lei colpisce così forte, che è costretta e gridare e singhiozzare per il dolore delle ferite. Poi... d'improvviso, si ferma. Sei un fottuto mostro... esattamente come me.. EHEHAH! No! NO! Che cosa sto... facendo? No... no. Io. SONO. Migliore. DI TE!
    In quell'illusione Juri vide le sue mani, distrutte, infrangersi ancora una, due, tre volte sulle guance tumefatte del ragazzo... Infine, quando finalmente lo vide cadere a tera, si alzò, zoppicante e completamente imbrattata di sangue, le mani completamente molli e inutilizzabili. Quando sollevò lo sguardo non c'era più sangue ad aspettarla, ma solo una figura che grazie alle sue allucinosi conosceva bene. In silenzio, la figura si limitò a guardarlo, poi annuire. Juri non sapeva dire se avrebbe avuto le stesse reazioni ritrovandoselo davanti, probabilmente no... tuttavia, almeno in quel caso, si sentì di aver vinto lei.
    ****
    Quando Juri aprì gli occhi sentiva di essere rimasta dentro il mondo degli incubi... o dei sogni? Per moltissimo tempo. I muscoli erano completamente indolenziti, e la sbronza completamente passata. Il suo alito non sapeva di fragola e menta come al solito ma di alcol, fortissimo, capace di infilarsi nelle narici e non lasciarle più. Solo dopo qualche minuto riuscì a realizzare cosa avesse detto la voce che aveva sentito appena sveglia, o di chi fosse.
    Cosa hai visto?
    Juri si mise dritta. Si sentiva stranamente... serena.
    La mia stupidità.
    Baiken si passò il palmo demoniaco sul braccio umano, sfregandolo vigorosamente come una che sente improvvisamente freddo, cercando di contenere i brividi che la sola vicinanza a Juri mentre entrava nel mondo di Muramasa le aveva procurato. Il suo istinto materno incondizionato prevalse su qualsivoglia bella parola o buon proposito: mise un braccio intorno alle sue spalle e se la spinse al petto picchiettandole gentilmente la schiena come per darle coraggio. Erano passate qualcosa come 6, forse addirittura 7 ore in cui era stata in trance. Non l'aveva spostata per paura di risvegliarla in modo traumatico da quello che, n'era certa, doveva essere stato già un incubo terribile.
    Sei forte, ragazzina...
    Ma se fosse stata più attenta avrebbe visto che l'espressione di Juri, che sarebbe dovuta essere sconvolta, era invero sorridente, un sorriso sicuro, arrogante e spiritato da una consapevolezza immane di sé. Lei era stata quella ragazzina, ma ora era questa donna.
    Sì beh, in effetti avevo dimenticato quanto fossi cazzuta. Grazie per avermelo ricordato. La guardò in faccia sollevando il viso sorridente, e Baiken si ritrovò a propria volta a sorridere mentre le poneva la mano sul capo. Una settimana intera a contatto le aveva in qualche modo legate.
    Sì, ora però cerca di non montarti la testa ma tenerla sulle spalle, ok? E soprattutto, ricorda tutto ciò che abbiamo imparato...
    Non lo disse direttamente, ma Juri capì che Baiken si riferiva al controllo della rabbia, a gestire i suoi demoni, nonché i suoi molteplici fantasmi. Era ironico, no? Che anche uno spettro potesse avere dentro la testa, fantasmi a cui badare.
    Sì, può darsi che lo farò...
    Poi Baiken la vide avvicinarsi di scatto e si ritrovò la sua lingua in bocca in men che non si dicesse. E per quanto cercò di scacciarla con vari "Nnnh" di mezzo, finì solo per saggiare il suo petto con le dita e affondarci dentro inesorabilmente. Quando Juri si staccò da lei, lo fece riaprendo piano gli occhi e sorridendo con la saliva che ancora le univa la bocca alla sua. Le sue dita affondate nei seni della donna, con uno spazio tra indice e medio di entrambe stretto intorno ai suoi capezzoli... Stranamente esposti. Si era forse eccitata? Quando la lingua di Juri smise di scavare nella gola della Maestra, le lingue di lottare, l'una per scacciare (?), l'altra per conquistare, Baiken rimase inebetita per qualche secondo, poi aggrottò le sopracciglia.
    Ma cosa ti è...
    Perdonami, sensei... Dovevo sentire com'era almeno una volta. Ti mando un assegno per la lezione... Te lo sei meritato.
    E detto questo fece per sgusciare via dalla sua presa e farsi indietro, ma Baiken le afferrò il polso e la costrinse a voltarsi un ultima volta, rivolgendole uno sguardo severo. Non disse niente di ciò che avrebbe voluto dirle, il suo sguardo era chiaro e raccontava tutto ciò che c'era da sapere. Tieni i tuoi soldi per te, ragazzina. E non usarli tutti in alcol, abbiamo visto che lo reggi poco... Muovendo il pollice sul polso di Juri, la Custode le lasciò un marchio di comunicazione prima che potesse allontanarsi e sfuggirle. Non gliela raccontava del tutto giusto quella ragazza. Non le aveva chiesto soldi perché per quanto controversa, l'era piaciuta, e sperava sinceramente potesse cavarsela. Diavolo, l'era piaciuto persino il loro bacio... ma questo lo tenne per sé con estrema attenzione.
    Quanto a Juri, dopo averle rivolto uno dei suoi ghigni accondiscendenti e leggermente spiritati, una volta lasciata quella mano non si voltò più, decisa a tornarsene a casa dai suoi cari. Perché sì... dopo tanto tempo, si era concessa dei cari. Stupida no? Non poteva sapere che non sarebbe mai arrivata a destinazione, né che dopo quel viaggio, la "famiglia" della Event Horizon, la sua cotta adolescenziale per una Strega di Umbra potente e bellissima e persino i suoi "amici" irritanti che le dovevano ancora una rivincita e qualche scopata... non sarebbero esistiti più. Almeno, non per lei. Era un classico, in fondo: quando decidi di toglierti di mezzo i problemi e magari ci riesci pure, arriva qualcosa che ti ci ributta in mezzo con tutta forza. Però chissà, forse quel giorno Juri si era fatta una nuova alleata; forse un altro ancora sarebbe andata a cercare un drago alto 3 metri a cui doveva un cuore, e forse ancora avrebbe avuto qualcun altro a cui legarsi a modo suo, un giorno... Ma per accettarlo? Quello avrebbe richiesto sicuramente molto, molto tempo.



    Edited by .Bakemono - 20/6/2020, 15:10
     
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