Posts written by MidoriNoBakeneko

  1. .
    Mi ero scordata di chiedere 25 HF per il tiro 96 #entry445344359
  2. .
    Oh Adam, che caro! Sei davvero dolce a preoccuparti per qualche graffio, ma non pensare alle mie ferite... Anzi, se proprio vuoi curarle perché non vi passi la lingua? Sai, ai miei tempi si diceva che aiutasse a cicatrizzare...
    Hazel trovava lodevole che Adam si stesse dimostrando capace di tenerle testa, e questo pensiero le attraverso la mente rimanendovi per qualche scambio di battute durante quello "scontro"... un pensiero destinato tuttavia a sparire, per l'appunto, veloce come un fulmine in un cielo notturno. Se infatti l'uomo dapprima la eccitò, rispondendo colpo su colpo alle sue cattiverie verbali, in quell'ultimo scambio finì inevitabilmente per perdere. Non era una sua mancanza, Hazel lo sapeva. Essendo stata una donna arrogante e boriosa da umana, nella sua forma demoniaca non poteva che avere una coscienza di sé ancora più sviluppata, per questo quel sorriso malizioso e pieno d'aspettativa non sembrava destinato a prosciugarsi ma anzi, ad aumentare. Dopotutto, non era colpa di Adam se lei non si faceva scrupoli ad andarci pesante: tra la pianta meretrice dalla "Bocca" magica, le sfide a Lucia per collaborare e, finalmente, la privazione spietata che mostrava i propri effetti sulle zampe del poverino... sarebbe stato veramente impossibile resistere! E le non poteva che esserne più compiaciuta, tanto che quando la tiranide iniziò a balbettare, il suo sorriso si allargò e lei, come per "premiarlo", si avvicinò abbastanza da leccargli le labbra con la lunga lingua, non prima di portare a segno il suo ultimo, colpo basso: attivare l'eromanzia Genderlink. Iniziò dunque a provocarlo ancor prima di trasformarsi, aprendo le spalle per sollevare il petto e rispondendo alle sue preoccupazioni... a modo proprio, dal momento che più che altro mise in mostra quei meravigliosi seni gonfi, come a dimostrare che quei graffi (in verità praticamente autoinflitti) non le procuravano alcun male. Si rese conto solo in un secondo momento che attivare una tecnica tanto sconvolgente (sia in senso letterale che metaforico visto ciò che faceva al corpo di chi la riceveva) non fosse invero la scelta migliore per i suoi occhi. Sì, perché se fosse stato per lei avrebbe puntato quegli occhi ferini sul corpo muscoloso e imponente della forma mostruosa di Adam ancora per molto, molto tempo, specie ora che finalmente poteva ammirarla esattamente come e dove la voleva: davanti a lei, eccitata, con i muscoli delle braccia tesi e gonfi per lo sforzo di resistere a una presa a cui, loro malgrado, non sarebbero potuti fuggire mai. Le sfuggì un gemito d'apprezzamento, prima che al sua voce iniziasse a farsi più roca, restando -almeno all'inizio- femminile.
    Nnh, ma guardati! Non immagini neppure cosa ti farei quando inizi a guardarmi così... Per non parlare della tua docile voce quando balbetti! Questi muscoli... li leccherei uno ad uno fino a sostituire la pianta, lo sai? Ma probabilmente non dovrei parlare così, vero? Che sbadata!Ti imbarazzo, forse? O magari sono loro, il problema? Per caso avresti voluto guardarli più da vicino? Sai, non mi sarei ribellata se avessi voluto assaggiarli... Ora però sarò io a saggiare i tuoi, ti spiace?
    Visto che Adam aveva ora le braccia tese e bloccate, proprio come aveva sognato di vederle, usò le mani per carezzargliele, dai polsi alle spalle, fino ai trapezi e al collo, arrivando poi al viso. Ci fu un ulteriore bacio sfiorato, poi quando si staccò si leccò le labbra virili, accarezzandosi la mascella casellata mentre fissava i due signori seni che ora la tiranide stessa, sfoggiava nella sua nuova forma. Il cambio di sesso sarebbe stato così repentino per entrambi: puff, il tempo di un bacio rubato. Con "loro", ovviamente, si riferiva al suo prosperoso petto che proprio davanti agli occhi di Adam era andato via via scemando, per mutare lentamente in due pettorali degni di un bodybuilder. E proprio come se la sua formosità fosse passata di testimone, ecco in compenso spuntare sul petto della tiranide un seno di tutto rispetto, se non migliore! Sarebbe stata addirittura gelosa, se non fosse stata troppo impegnata a godersi lo spettacolo e, con esso, la sua presunta vittoria... Sì, perché Hazel pensava ormai di averla vinta, non si aspettava certo che, insieme al suo corpo, anche l'atteggiamento di Adam sarebbe cambiato... e non di poco! La forza della tiranide nel tirarla verso di sé fu tale che il chiodo del giudizio crudele fu un vago ricordo, o forse più semplicemente inconsciamente lo disattivò senza volere. Fatto stava che Hazel si ritrovò "legato" da delle cosce chilometriche e dei polpacci ben saldi sulle reni, con "una" Adam particolarmente eccitata avvinghiata contro, mentre Lucia alle loro spalle risultava attualmente imbambolata a fissare, sbattendo a malapena le palpebre, il più bel didietro femminile che avesse visto in vita propria. Dall'alto dei suoi due metri e qualcosa di muscoli enormi e prestanza fisica ben visibile un po' OVUNQUE, Hazel rimase inizialmente sbigottita dalla reazione dell'insetto nella sua versione femminile, tanto che il suo enorme corpo ora maschile sussultò visibilmente a quella dichiarazione di "fame", che a giudicare dal tono non sembrava riferirsi ai baci, affatto. Ai lati della tempia mascolina (sì, persino la sua fronte e le tempie erano virili) sulla quale già pulsava una vena visibile, iniziarono a formarsi alcune goccioline di sudore. Semplicemente, la demone non si aspettava un simile cambio d'atteggiamento da parte sua, specie perché fino a pochi istanti prima si era beata di un Adam balbettante che aveva addirittura pensato di avere ormai in pugno, cosa che di lì a breve si sarebbe rivelata a dir poco impossibile.
    Ah-Hem, attento caro... anzi, cara... Se continui con quel tono di voce famelico mi sentirò legittimata a metterti una museruola!
    Faceva davvero DAVVERO strano sentire un omone del genere riferirsi a se stesso come una lei, ma Hazel era troppo inquieta per rientrare nella parte e fare il macho, dunque rinunciò alla recita almeno per il momento per potersi inarcare all'indietro e, circondando le spalle di Adam con le enormi manone, cercare di tenerlo lontano dalla sua carne... almeno finché non fosse riuscita a capire se fosse effettivamente pericolosa. Anche se così facendo poteva evitare per qualche tempo la sua bocca e tenere lontano il viso, tuttavia, i seni della creatura erano così grossi che li sentiva completamente spalmati sul petto e su parte degli addominali alti... Fu proprio per quel particolare che scoprì, con sua enorme sorpresa, che quella scena la eccitava ancora più intensamente di come avrebbe fatto con il suo reale corpo. Hazel non era una creatura schizzinosa o che badava a dettagli futili come il sesso di qualcuno per scegliersi un amante, anzi, spesso e volentieri aveva preferito giacere con una fanciulla nel proprio letto, ma in quel caso l'attrazione verso QUELLA particolare "femmina" fu devastante, intensa, un po' come se qualcosa della sua figura attrasse più del dovuto il suo corpo massiccio... In particolare una parte ben precisa di quel corpo che, in tutta la sua lunghezza, si spalmò contro la pancia della tiranide iniziando a pulsarvi addosso come segno d'apprezzamento. Intanto anche "lei", comunque, sentiva un buonissimo profumo provenire dalla sua figura... Era forse la pelle? Dovette schiarirsi la voce per darsi un contegno, sempre tentando di tener distante il meraviglioso viso della tiranide.
    Hem hem, comunque sia penso proprio sia il caso di liberare queste bellissime poppe che ti ritrovi, non credi? Anche il suo modo di parlare si era adattato all'aspetto? O forse era semplicemente la sua solita parte rozza, in effetti. Dopotutto, abbiamo ancora una sfida da vincere, non è vero bella imbambolata?
    Si rivolse a Lucia, che in risposta sussultò e strabuzzò gli occhi, allontanandosi solo a quel punto da Adam. Senza volere aveva lasciato che l'abbraccio durasse più del dovuto, tanto che anche dopo aver applicato gli anelli si era tenuta stretta a lui per un po'... almeno finché il corpo massiccio che ben conosceva non era finito col mutare, facendola sussultare e fare un passo indietro... Solo per finire ipnotizzata da quelle natiche nude.
    Ah-mh... S-sì, scusa... Cioè, no! O-ormai lo scontro è finito, non pensi? Sarebbe scorretto proseguire oltr-AH!
    Ciò che seguì fu a dir poco assurdo, un po' comico forse, ma di certo assurdo: un enorme corpo si frappose tra Adam e il suo letale abbraccio, separandolo forzatamente dall'enorme maschile corpo di Hazel e trascinando entrambi, di rimando, verso il pavimento, in un capitombolo che costrinse Lucia a farsi indietro con un saltino e conseguente urletto. Irithiel, che fino a poco prima era stata lunga a malapena 20 cm e "larga" neppure 5, ora era tornata a essere l'enorme lamia di 3 metri che avevano potuto ammirare in precedenza, e dalla sua lunga frangia scostata, due occhioni eterocromi guardarono la versione femminile di Adam con eccessiva commozione del tutto fuori luogo. Incurante delle evidenti tendenze predatorie della tiranide, l'angelo "le" gettò le braccia al collo e la strinse, mentre con uno scatto repentino della coda portava via l'ultimo strato di carapace rimasto su Hazel: quello che avrebbe dovuto coprire almeno un minimo la verga abominevole di cui la sua versione maschile era MOLTO ben dotata, ma che invero sembrava essere stata già messa a dura prova tanto che, come se fosse fatta di cartapesta, "esplose" frantumandosi al primo colpo di coda, lasciando così il bacino dell'uomo nudo, rivelando una folta peluria sul pube che circondava l'incredibile sesso e viaggiava verso l'ombelico in una strisciolina bionda. Per quel che riguardava la verga di Adam invece, la pianta la liberò in un risucchio finale, rivelando che Hazel aveva voluto lasciargli una sorpresa, difficile dire se per permettere anche a Lucia di divertirsi, o a se stessa seppur in quella versione: il corpo di Adam era sì, femminile, ma aveva un membro (per il momento meno "consistente" dell'originale) accorpato al clitoride della sua vulva... esattamente come Hazel nella sua versione reale quando il sigillo con cui la nascondeva veniva spezzato. Ironico, no? Tanto ironica invece non era la situazione che seguì: la vittoria era sfumata.
    Dannazione Iris! Che diavolo fai?! Hai rovinato la sfida!!!
    Irithiel, spremuta contro il corpo di Adam seno su seno, con i capezzoli a malapena coperti dai gioielli in oro che portava, parlò voltandosi verso la sorella e stringendo al contempo Adam con fare protettivo, incurante di offrigli ampie porzioni di carne da mordere qualcosa l'avesse voluto, tra collo e seni... seni che continuavano a premersi contro quelli della tiranide, in un abbraccio a dir poco morbidissimo.
    Mi dispiace, sorella Persino a lei sembrava divertire il cambio improvviso di ruoli e aspetto. Ma non potevo assistere a uno scontro tanto impari... Adam avrebbe vinto a occhi chiusi, se non lo aveste assalito in due. Era mio preciso dovere salvarlo. Senza contare che in questa forma ha evidente bisogno di essere guidato verso l'amore... Non senti quanto ha fame?
    Nella sua ingenua bontà, l'angelo non aveva ancora capito che ci fosse ben poco da salvare, anzi, forse quelle che avrebbero avuto bisogno di essere tratte in salvo erano proprio loro tre: in quello stato Adam era sì, una femmina dall'apparenza delicata e bellissima, ma era anche più grossa di loro (due donnone di due metri!) e Lucia in particolare si sentiva come una formica in mezzo a uno scontro fra titani. Dopo un attimo di sconvolgimento, Hazel si concesse di ridacchiare, notando che ora a farle "da scudo" c'era il corpo di Irithiel che la proteggeva dalle zanne di Adam, mentre a lei -cosa che poté notare guardando in basso- rimaneva la parte migliore: la sua intimità fradicia, le sue chiappe gonfie, sode e maestose... e delle cosce che non esitò un istante ad afferrare, premendovele ancor più contro i fianchi. Era diventata un po' più mascolina anche nel pensare, ma non riusciva a fermarsi.
    Oh beh, "sorellina", forse non ti rendi conto della situazione... ma chi sono io per privarti delle tue convinzioni? Prego, allora... Prenditi pure la briga di addomesticare Adam... Mi sembra che tu possa gestirlo piuttosto bene, nevvero? Quando a te, Lucia cara... perché non aiuti la zia a prendersi cura della "nostra" ospite? L'idea per questo cambio d'aspetto, che ci crediate o meno, era privare Adam di forze sufficienti per dare il colpo di grazia alla sua carapace, ma sembra proprio che non ne avremmo bisogno... quindi perché non approfittarne per divertirci? Avremmo un allenamento migliore la prossima volta, magari...
    E se le sue parole, insieme alla voce cavernosa e roca, non fossero bastate a chiarire quanto l'eromanzia avesse invero preso possesso della sua mente, ci pensò il suo enorme corpo a mostrare quanto velocemente la situazione fosse passata dall'essere un "semplice" allenamento, a qualcosa di ben meno lodevole: il braccio spropositato di Hazel si strinse intorno a quella che, come ampiamente chiarito, era praticamente sua sorella mancata e la manona dalle enormi dita si strinse intorno al collo, sollevandolo ed esponendolo, mettendolo in mostra come se fosse un semplice amante circondato dalle conquiste che non vedeva l'ora di soddisfare... Il peggio? Costrinse Iris a sollevarsi, e mentre con una mano stringeva la coscia di Adam carezzandola di tanto in tanto, con l'altra scivolò dal collo di Iris al suo seno, strappandole di dosso quel poco che le copriva gli enormi seni. Il risultato furono dei capezzoli appuntiti, turgidi come non mai, che invocavano, anzi, supplicavano agli spettatori di venir succhiati. Irisi era così commossa dal gesto di sua sorella che gli occhi le si riempirono di lacrime, e guardò Adam come per condividere quel momento di emozione: era probabilmente l'unica là dentro, a non trovare tutta quella situazione abominevole e assurda, ma Lucia... Lucia per quanto eccitata era ancora in sé, forse perché non era stata direttamente stimolata dalle tecniche di quell'arte che cominciava a odiare, e per questo -con la fronte imperlata di sudore- sussultò al gesto e all'invito della madre.
    N-no, g-grazie Hazel. Preferisco restare qui... sì.
    Nel dirlo, la poverina indietreggiò visibilmente spaventata, scuotendo delicatamente la testa e tenendo le mani sollevate con i palmi aperti volti verso di loro, fissando in particolare l'enorme tiranide bianca con un certo timore e imbarazzo, mentre i suoi occhioni vagavano di figura in figura. Sotto la gonna, un piccolo rigonfiamento risultava visibile creando un accenno di effetto "capanna" per via della punta del suo sesso turgida, ma lei volle a tutti i costi ignorare il desiderio che stava provando. Non solo perché la cicatrice del marchio di Thresh doleva particolarmente al pensiero di potersi unire all'orgia che, era sicura, di lì a breve si sarebbe consumata, quanto più perché... Adam, in quelle vesti, le faceva sinceramente paura. Aveva un qualcosa di ferino negli occhi, di predatorio mentre guardava Hazel... che le faceva venire i brividi lungo tutta la schiena. Le ricordava qualcuno di sua conoscenza, e non era certo una simpatia: Leben, la spregevole zombie che accompagnava il SUO Faust in fin troppe imprese, ultima delle quali nuova progenie... Che disdetta. Ingoiò dunque a vuoto nel vano tentativo di recuperare un minimo di salivazione, poi a furia di indietreggiare lentamente finì contro la statua alle sue spalle, e lì le ginocchia le cedettero e il suo bellissimo didietro si posò lungo una "coscia" della scultura, cosa che la spinse a sorreggersi e sedersi il più composta possibile. Hazel, dal basso, posizionata sopra Adam e alle spalle di Irithiel, che "gli" stava a "cavalcioni" sul grembo (per meglio dire attorcigliata in parte, dal momento che aveva una lunga corda serpentina al posto della gambe), la guardò e ridacchiò, benché fino a poco prima lei stessa, dall'alto della sua imponente nuova forma, aveva visibilmente sudato freddo alla vista della trasformazione di Adam e, soprattutto, delle sue parole. La risata di sua madre in quella versione maschile era a dir poco profonda, grave, sensuale nella propria virilità, forse non batteva quella di Adam originale, ma di sicuro potevano giocarsela in quanto brividi che procuravano alla fanciulla.
    Cosa c'è, figlia mia? Ti senti a disagio perché il tuo "papino" è semplicemente spettacolare, o forse è la bellezza di Adam in questa forma, a imbarazzarti tanto? Adam, diglielo tu che non ha nulla da temere...
    Lucia guardò verso Adam, poi verso Iris e verso sua madre, e storse il naso, vedendo quanto Hazel si sentisse sicura ora che, nell'effettivo, c'era la figura inconsapevole e impavida di Irithiel a "proteggerla" da eventuali attacchi. Una figura che, per altro, in quella posizione metteva incredibilmente in risalto le sue abominevoli forme, la formosità del suo corpo era senza eguali, le stesse cosce che stringevano quelle di Adam erano così morbide che affondavano, creando degli incavi che facevano venir voglia di afferrarli persino a lei, nonostante risultassero praticamente "mozzate" poiché, seppur strette intorno al corpo di Adam in orizzontale, collimavano alle sue spalle in una coda che faceva altrettanta gola a una mente perversa e che attualmente legava il collo di Hazel come un collare... Proprio per questo Lucia distolse lo sguardo, giusto in tempo per evitare di osservare come il membro di Adam, rimasto anche nella forma femminile (sicuramente per volere della madre) fosse gonfio e quasi più imponente del normale a causa della pianta che lo aveva succhiato tanto a lungo: appariva rosso, con le vene più in risalto, mostrando il risultato di una suzione prolungata, per l'appunto. Lucia volle comunque tranquillizzare Adam, nel voltarsi, e benché arrossì e non si azzardò a guardarlo ancora, farfugliò una giustificazione improvvisata.
    N-non è questo, madre, ma non mi sento pronta a gestire un altro... hem, i-incontro. L-Lo scontro mi ha provata... Resterò qui a riposare. V-voi continuate pure ovviamente, n-non badate a me. Scusami, Adam. S-spero non ti dispiaccia...
    Si voltò solo per fare un cenno verso la tiranide, poi tornò immediatamente a guardarsi le mani poste sul grembo, avendo intravisto la situazione: il membro di Adam era così imponente che, data la posizione di Iris su di "lui", risultava adagiato direttamente tra i suoi seni, e proprio in quel momento l'angelo lo guardava con malcelata soddisfazione e adorazione. Il "pudore" non era certo termine che le appartenesse, ma del resto Lucia non si sentiva in diritto di giudicarla, dal momento che lei, nelle notti precedenti, l'aveva ampiamente perduto. Hazel d'altra parte fece spallucce, sorridendo e tornando a guardare Iris e Adam, facendo capolino da dietro l'angelo che, a quel punto, "liberò" dalla propria presa.
    Oh beh, in questo caso "ragazze", arrivati a questo punto potremmo anche divertirci noi... Come volete iniziare?
    Sorella, è un piacere che tu lo chieda... che pensi di liberare il povero Adam dalla propria prigionia?
    Gh! N-non credo sia una buona idea, "s-sorella"... Perché invece non ti prendi cura del mio pensiero?
    Si riferiva alla verga della tiranide, ma Iris si era ormai gettata verso Adam e, premendo ancora una volta i seni, ora nudi, contro i suoi, stavolta non attese oltre e avvicinò senza esitazione alcuna la bocca a quella della tiranide, con tutto l'intento di concedergli un lungo, lunghissimo bacio mentre prendeva, al contempo, a carezzare le braccia della tiranide alla ricerca di un modo per liberarlo... Hazel si coprì gli occhi in un impeto di paura, sbirciando tra le dita di tanto in tanto per capire quanto in quella forma Adam fosse effettivamente pericoloso: avrebbe mangiato la faccia dell'angelo? Oh beh, nel caso sempre meglio che la sua... O almeno quello fu il suo pensiero prima che lo sguardo le cadesse sullo spettacolo più in basso: Irithiel non si limitò infatti a leccare le labbra di Adam per farle schiudere la bocca, decisa a lambire anche ogni singolo dente, letale o meno che fosse, anche a costo di farsi mordere o peggio, lacerare; né si concentrò solamente sui quei seni meravigliosi, che massaggiò con perizia sia attraverso i propri, più morbidi che mai, ma anche con le dita, afferrando i capezzoli e stringendoli tra le dita, massaggiandoli come se fossero le manopole di una radio e lei stesse cercando la giusta frequenza... ma circondò anche il suo membro con la coda, sollevando il bacino per intrappolarlo tra le cosce, facendovelo scivolando in mezzo e stringendolo dunque nella morsa di quelle morbidissime mezze-gambe, che funsero dunque come una sorta di onahola mentre muoveva il bacino su e giù, in orizzontale sul corpo femminile del giovane.
    Ehi, ragazze... così mi sentirò esclusa...
    E a giudicare dal modo in cui il suo cazzo pulsava sugli addominali scolpiti, non sembrava nemmeno più così preoccupata di vedere la faccia di sua sorella divorata viva...
  3. .
    Lanci per la partecipazione al Contest sugli Extra; 20 tiri.
    Lancio dado: 513
    • 10d100
      5
      94
      68
      48
      1
      20
      89
      80
      77
      31
    • Inviato il
      19/6/2020, 13:02
      .Bakemono
    Lancio dado: 653
    • 10d100
      74
      79
      62
      46
      54
      12
      96
      58
      95
      77
    • Inviato il
      19/6/2020, 13:02
      .Bakemono
  4. .
    Al pensiero di dover parlare dell'essersi dovuta esporre a quel modo con due ragazzini Baiken sbuffò, ridacchiando brevemente e liquidando il discorso con un gesto della mano, mentre riprendeva una posizione eretta.
    Per carità, lasciamo da parte quella storia e pensiamo al presente.
    Ascoltò invece con attenzione estrema il resoconto di Rodin, guadandolo e annuendo con un'espressione assorta e concentrata, come se in effetti non lo stesse vedendo ma pensando piuttosto a ciò che diceva. Arrivò persino a "pizzicarsi" il mento con le dita mentre annuiva, in una posizione della mano degna della scultura "Il pensatore". Solo quando Rodin si posizionò sconfitto sulla sedia, mettendo in mostra senza volere la propria figura, ella cambiò posizione schiarendosi la voce e distogliendo lo sguardo. Era ben poco lodevole da parte sua, ma tutti quei muscoli avrebbero distratto chiunque, e di sicuro distraevano una donna solitaria come lei. Si concentrò dunque su alcuni reperti intorno a loro, infine sulla pergamena a cui erano rivolti i crucci del Gran Maestro, rispondendo con garbo alla sua domanda.
    Ad essere sincera per la mia breve permanenza non ho assistito a grandi scoperte. La pergamena più singolare su cui sono incappata è stata una grandissima perdita, nel senso letterale del termine: si è autodistrutta andando in fiamme la prima volta che ho tentato di leggerla.
    Il suo tono di voce si fece contrito, quel ricordo era ancora una grande sconfitta nella sua memoria, probabilmente in mano a un custode più attento ai dettagli come Rodin, quella pergamena non sarebbe andata perduta. Lei era sempre stata più un tipo da pratica, che teoria, o almeno era quello il suo modo di insegnare.
    Ancora oggi mi chiedo quali segreti potesse contenere e cosa avrei dovuto fare per impedire lo scatenarsi dell'incantesimo di protezione, visto che presi tutte le precauzioni necessarie, esattamente come stai facendo tu ora.
    Fuggendo dai ricordi e tornando al presente, osservò ancora una volta la pergamena e sentì come una sorta di richiamo verso essa, mentre la spiegazione sui suoi effetti si ripeteva nella sua mente. Si avvicinò ancora un po' alla scrivania, guardando Rodin negli occhi dopo aver studiato a lungo i suoi gesti con lo sguardo.
    D'altra parte questa pergamena mi sembra affine al potere della mia zanpakuto. Se te la senti di aiutarmi con eventuali effetti sulla mia mente o sul mio corpo mentre me ne occupo, potrei provare a leggerla io. Muramasa è uno spirito basato sull'illusione, dovrebbe esserci un 60% di possibilità che su di lei l'incantesimo che la protegge non abbia effetto. Posso provare?
    Di solito il suo carattere gioviale e scherzoso le avrebbe fatto fare qualche uscita maliziosa sul fatto di potersi trovare eventualmente inerme alla mercé del collega, ma si sforzò di mantenere la scena sul professionale, per rispetto di Rodin e dell'argomento importante... non tanto perché non avevano confidenza, per il suo carattere schietto quel particolare non era mai un problema. Certo, non poté mascherare l'espressione ambigua e il sorriso quando pronunciò quel "sul mio corpo", ma contava che la cosa sarebbe passata inosservata vista la proposta assolutamente seria che aveva fatto.
    E ovviamente se mi assicuri che non mi si distruggerà tra le mani, certo... Non potrei sopportarlo una seconda volta.
    Poteva sembrare che quell'ultima battuta servisse a mascherare per l'appunto la sua uscita potenzialmente imbarazzante... e in effetti era precisamente così.
  5. .
    Hazel avrebbe dovuto sentirsi in trappola. Eppure, nel momento in cui la sua schiena impattò contro la parete alle sue spalle e Adam le finì quasi addosso, nel guardarlo negli occhi non poté che sentirsi vittoriosa. Un po' come se fosse stata lei, a ideare la trappola perfetta. Adam avrebbe potuto intuire quanto poco sembrasse impressionata dal sorriso diabolico (e famelico) che gli rivolse quando, l'uno a a neanche mezzo metro dall'altra, lo guardò negli occhi sospirando e stringendo maggiormente la presa sui suoi polsi. Era difficile capire cosa avesse in mente, ma uno dei suoi diabolici intenti lo mostrò fin da subito: il fiore della tecnica che aveva usato non era pensato solamente per assestare un'iniezione di Eromanzia tutta d'un fiato, ma mimava perfettamente la bocca e la gola di qualcuno, e quando iniziò a leccare la carapace e stimolare la carne della tiranide a esporsi di più, Hazel si leccò le labbra come se potesse sentirne il sapore, questo perché sì... lo sentiva. Il collegamento magico era totale, e anche Lucia ebbe un fremito e dovette mordersi le labbra, perdendo un rivolo di saliva dalla boccuccia piccola ma carnosa. Hazel, certa di coglierlo impreparato, sfoggiò persino il suo lato ironico, parlando con voce falsamente drammatica mentre lo guardava sorridendo.
    Oh no, Adam... Ti prego no, non sbattermi violentemente contro questo muro fino a farmi perdere ogni respiro. Oh no! Non farlo...
    Quando le lame si avvicinarono al petto una piccola gocciolina di sudore si diramò dalla sua fronte, ma ciò non bastò a incrinare il ghigno malizioso che aveva stampato in viso anzi, ebbe l'ardire di tirare il petto in fuori come se glielo volesse offrire, dando palese spettacolo del suo corpo, un corpo prorompente di cui non si vergognava: i seni schizzarono fuori dalla carapace separandosi come se avessero appena perso un elastico che li tratteneva, sussultando per due, tre, addirittura quattro meravigliosi sobbalzi, tornando poi alla loro perfetta forma. Aveva "gonfiato" talmente il petto che dei sottilissimi, estremamente superficiali graffi si formarono sulla sua splendida pelle, con suo estrema gioia, poiché sapeva che si sarebbe scusato, e quel pensiero la fece se possibile gongolare di più... nonché bagnare, dal momento che immaginò la tiranide leccar via il timido sangue che iniziava a scorrere sulle ferite. Certo, Adam aveva già visto i suoi seni nudi, ne aveva anzi ampiamente abusato, ma non con una Hazel così vigile e decisa a dare il peggio di sé. Dal canto suo, Lucia davanti a lei, nascosta solo in parte dall'enorme figura della tiranide, aveva arrossito di un semplice sorriso, sussultando sorpresa poiché non si aspettava certo che l'uomo non solo non si offendesse, ma addirittura si congratulasse con lei, anche se silenziosamente. Hazel aveva sentito quei suoi pensieri e aveva sbuffato sonoramente, decisa a cambiare le sorti dell'incontro e, soprattutto, a fermare Adam nei suoi vili tentativi di sconfiggerla!
    Non avere così tanta fretta, Adam adorato... Non pensi di sottovalutare la nostra Lucia? Mia figlia sarà anche un dolcetto dal cuore tenero e il ripieno cremoso, ma non farti ingannare: la sua forza è perfettamente paragonabile... alla nostra!
    L'allusione sessuale e offensiva che conteneva quella dichiarazione e che venne sottolineata da un tono più sensuale e basso della voce, passò in secondo piano persino di fronte al fastidio che Lucia provava ogni volta che le si rammentava cosa avesse tra le cosce... questo perché sua madre iniziò la frase con "Mia figlia" così pregno di sicurezza e orgoglio, che la giovane sgranò gli occhi e rimase basita per qualche millesimo di secondo. Il loro rapporto era iniziato da relativamente poco e doveva compensare secoli di vita solitari e drammatici, eppure per quanto Lucia cercasse perlopiù di trattare sua madre con distacco, più per difendersi dalle sue continue angherie che altro, non poté che sentirsi orgogliosa e gonfiare il petto di un respiro più deciso degli altri a quella dichiarazione. Sì, era vero: la forza di Lucia non aveva niente da invidiare a quella di Adam o Hazel, per questo dopo che la spada ebbe eseguito il proprio compito la gettò a terra lanciandosi letteralmente contro Adam, infilandogli le braccia sotto quelle che minacciavano di tagliare la carapace inferiore della madre e tirando con ogni forza all'indietro, cercando di bloccarlo con un abbraccio all'indietro quasi degno di una lotta di quelle che si svolgevano su un ring tra acclami e insulti; ne aveva visto di sfuggita qualcuna alla tv e a scuola, ma non rammentava come si chiamassero.
    Q-questo non posso proprio permetterlo, Adam! Smettila di sfidarmi o io... i-io ..! Dopo aver pronunciato la frase non seppe di preciso cosa volesse dire. Di certo non poteva minacciare un "uomo" tanto gentile, anzi, stringerlo in quel modo la faceva sentire terribilmente in colpa e proprio per questo, mentre reggeva saldamente le braccia armate della tiranide portandole leggermente all'indietro così da tentare di fargliele tenere aperte, le sue mani e la vicinanza del suo corpo con la sua enorme schiena (sulla quale i suoi piccoli seni tutt'altro che mascolini e il pancino iniziarono a premere) la fecero sembrare più che una presa bellica, l'abbraccio di un'amante amorevole. Al ché fu costretta ad arrossire e balbettare una timida rettifica.
    I-io... io non sono meno di voi! E-ecco tutto. Scusa...
    Il sussurro finale fu a malapena udibile ma dal momento che tutti i presenti potevano leggere i pensieri di Lucia finché era così poco concentrata a mascherarli, Hazel sollevò gli occhi al cielo. Dal suo canto lei non si faceva affatto intenerire, anzi, era più che decisa a non risparmiarsi, e per questo se da una parte Lucia aveva posto quella presa salda sulle zampe-motosega di Adam, ella iniziò a spingere con ogni forza sulle mani che la legavano, i seni esposti che sussultavano, gonfiandosi ad ogni sforzo.
    Oh, che teneri che siete... Sembrate proprio due piccioncini in luna di miele... E a giudicare da quanto freme il tuo cazzo, Adam, probabilmente questo allenamento si sta rivelando più stimolante di quanto pensassi, non è vero? Però vi state dimenticando che questo dovrebbe essere un appuntamento a tre. Lasciate che vi mostri quanto ancora può migliorare...
    Mentre parlava, spingeva e Lucia continuava a tirare, per questo il suo viso arrivò molto vicino a quello di Adam, fino a sussurrargli quelle parole a pochi centimetri dal muso mostruoso, in contemporanea quei magnifici ed enormi seni sfiorarono il suo addome fin quasi a premerci contro, se solo per un istante avesse perso la presa. Hazel era un tipo testardo, MOLTO, testardo, nonché particolarmente arrogante, quindi il fatto che la tiranide avesse resistito per ben DUE VOLTE al suo tentativo di vederlo legato, la rendeva ancor più agguerrita e decisa. Aveva stampata in testa l'immagine mentale dei suoi muscoli tesi per via della crocifissione, e di tutte le cose che avrebbe potuto fargli una volta che fosse riuscita a immobilizzarlo... per questo non poteva proprio lasciargliela vinta.
    Lucia... voglio che tu sia molto, molto cattiva adesso. E no... non è una richiesta.
    Hazel schermò i propri pensieri per comunicare a Lucia la propria richiesta, e quando arrivò a destinazione la poverina sgranò gli occhi... poi li strinse, assumendo un'espressione più decisa.
    Tra le tante cose che non sai di me, mio caro Adam, ce n'è una in particolare per la quale spero vivamente ti verrà voglia di mettermi sulle tue ginocchia a sculacciarmi fino a domattina... -non prima che lo abbia fatto io, certo-, e questa terribile verità è:
    Lì la pianta che aveva circondato le carni di Adam ebbe un sussulto, poi si chiuse così forte intorno alla sua carne, ormai turgida, che non solo mimò perfettamente l'interno di una bocca e una gola fremente, ma se possibile lo superò. Iniziò così una suzione dapprima lenta, poi letale, di quelle che solo la più esperta amante del globo avrebbe potuto donargli e forse -forse- neppure quella.
    Che so essere davvero molto, molto cattiva quando desidero qualcosa...
    E così, mentre Hazel faceva il suo breve monologo, Adam avrebbe dovuto non solo gestire la forza contrapposta di entrambe le donne, che tentavano di tenergli ferme le braccia, ma anche gestire un terzo tentativo di applicargli sui polsi la costrizione spietata, cosa che stavolta sarebbe stata ben meno facile da gestire poiché duplice: Lucia, facendo forza sui gomiti con cui lo imprigionava e sempre tenendo stretto il suo braccio, tentò di scivolare direttamente sui polsi per toccarli, mentre Hazel non ne aveva semplicemente bisogno, dal momento che già stringeva le sue mani e che le bastò una torsione dei pollici per poterli sfiorare. Quindi, oltre a dover gestire la forza di due donne, entrambe miracolosamente degne di tenergli testa fisicamente, doveva anche pensare alla terribile forza della tecnica, che non avrebbe certo aspettato i suoi tentativi di batterle per agire. Il peggio? Beh, che il "peggio" -per l'appunto- doveva ancora arrivare.
    E attualmente quel qualcosa è un grosso, delizioso insetto, cotto a puntino... Pensi che potrei mai avere questa soddisfazione?
    Non era chiaro se volesse farlo letteralmente arrosto o semplicemente vederlo rosso e imbarazzato come piaceva a lei, fatto stava che dichiarò quella frase con tanto di entrata in scena ad effetto... sì, perché subito dopo le due costrizioni utilizzò un'altra tecnica dell'Eromanzia, ben più subdola, per portare lo scontro dalla sua parte: il genderlink. In quel modo il corpo e il volto di Hazel, così vicini al suo, mutarono lentamente in quello che poteva forse definirsi il colosso più grosso con cui Adam avrebbe suo malgrado avuto a che fare in ambito sessuale, mentre il corpo della tiranide sarebbe mutato a propria volta, divenendo ben diverso. Un inversione di ruoli che neppure Lucia si aspettava e che la fece arrossire considerevolmente: non solo Adam versione donna era una delle creature più belle che avesse mai visto ma... sua madre versione maschio non scherzava affatto! A quel punto le corna di Hazel, che vennero riportate nella sua forma maschile in modo ben più imponente e minaccioso, allungandosi in avanti come quelle di un toro, non sembravano poi così fuori posto: effettivamente per la prima volta, anche agli occhi di Lucia, sua madre sembrò il diavolo più cattivo di tutti, e non solo dal suo punto di vista...
    Questo, sorella, mi sembra un modo fin troppo ingiusto di mostrare il tuo amore. Ormai è chiaro a tutti noi che Adam ti piaccia molto, ma attaccarlo così, in due... Mi dispiace ma mi rifiuto di aiutarvi oltre!
    A quel punto il potere di Iris venne ribaltato: Adam avrebbe potuto sentire che mentre era lui a ricevere l'eromanzia (tra spore, pianta, e -forse- anelli della costrizione), l'energia lussuriosa fluiva da lui ad Hazel e Lucia, tanto che entrambe sussultarono; Lucia per la vergogna, poiché così, attaccata alla schiena dell'uomo, avrebbe potuto sentire il suo sesso premersi contro le sue cosce (fortunatamente non contro le natiche nude, vista la sua statura). S-scusami, Adam... Mentre Hazel, per l'irritazione, non tanto per i capezzoli che si ersero in tutta la loro bellezza, quasi implorassero di essere succhiati, ma per ciò che aveva detto la sorella, pungendola nel vivo, cosa che non poteva assolutamente far vedere. La incenerì dunque con lo sguardo, e Bael solo sapeva quanto avrebbe voluto strapparsela di dosso e sbatterla a terra... ma per fortuna era impossibilitata a farlo, poiché dopo averlo fatto si sarebbe pentita di farle del male, suo malgrado.
    Taci, Irithiel!
    A quel punto il silenzio calò, ma al tempo stesso qualcosa nell'atmosfera cambiò. Hazel avrebbe giurato di sentire un pizzicorio ad altezza del braccio, proprio dove stava Iris... ma dubitava che una creatura così schifosamente zuccherosa l'avrebbe mai morsa, giusto? Ebbene, Adam soltanto avrebbe potuto vedere l'espressione dell'angelo farsi dapprima sorridente, comprensiva, poi mutare fino a che non morse la pelle della demone, per poi tornare a sorridere, sì... ma verso di lui.
  6. .
    Mi piacciono un sacco i tuoi lavori. Apprezzo davvero tantissimo gli sketch del primo post, il tratteggio mi piace un botto. Complimenti!
  7. .
    Syornha sapeva ancor prima di ricevere una risposta affermativa che Shouta aveva ceduto. Come ogni predatore che si rispetti era solita ascoltare una sola voce nei propri interlocutori, e non era il linguaggio comune fatto di parole e concetti, ma quello del corpo, fatto di sussulti, pulsazioni, sangue che scorre nelle vene... esattamente come quello che al momento faceva pulsare la verga del giovane contro la sua carne. Per cui sì, il ghigno di Syornha poteva sembrare precoce come il seme di un amante troppo passionale, ma non lo era affatto: semplicemente era il sorriso vittorioso di chi sentiva la vittoria in pugno, e soprattutto non aveva alcuna paura di accettarla in toto... qualsiasi conseguenza o perdita implicasse.
    Il concetto di follia è qualcosa di prettamente umano, Shouta. Considerami più... "libera", sì, è questo che sono.
    Mentre parlava, rispondendo colpo su colpo in un modo irritante, per assurdo ricordando vagamente una certa ragazzina di loro conoscenza, premette i seni contro il petto di lui e lo strinse con maggior vigore, tanto che i capezzoli, turgidi e freddi, sembravano due piccoli pugnali pronti a penetrargli la carne... ma mai affilati quanto i denti su cui passò la lingua prima di proseguire.
    E oggi ho tutta l'intenzione di liberare anche te.
    Lo ammise, senza farsi troppi problemi. Il nesso era che: sì, sicuramente ai suoi occhi era una folle senza freni inibitori, ma dal momento stesso in cui aveva anche solo pensato di accettare quella proposta... non era forse diventato come lei?
    Nonostante quelle certezze, fu comunque soddisfacente sentirgli pronunciare le parole che il suo corpo le aveva già detto. Così come niente, avrebbe potuto prepararla alla pressione energetica che seguì quella dichiarazione. Fu letteralmente come precipitare, tanto che il corpo del famiglio ebbe un sussulto, e gli innumerevoli occhi si sgranarono. Tuttavia no, non era paura, era entusiasmo, puro, che grazie al suo ghigno perpetuo le diede un aspetto spiritato, folle, esattamente come lui l'aveva accusata di essere. Nonostante la potenza di quello sfoggio di energia, non si mosse, non si tirò indietro, anzi lo strinse più forte, come se dovesse aggrapparsi a lui per non venire spazzata via. Osservare il suo corpo fu uno spettacolo affascinante persino per lei, che fece crescere la sua eccitazione in modo così consistente che diversi rivoli di umori gocciolarono sul pavimento, separandosi dalle labbra schiuse con calma, più densi del normale. Ebbene, a quel punto Syornha pensò di averlo in pugno, quando la baciò, con una violenza e una forza che sembravano nuovi, ella emise un gemito, o per meglio dire uno di quei suoi versi affamati simili a fusa mostruose, ricambiando i suoi movimenti colpo su colpo, quasi si volessero sbranare a vicenda. Le lingue non erano mai troppo in fondo, le fauci troppo aperte, i denti troppo affilati. Non esisteva limite a ciò che potevano fare se solo lui avesse ceduto alla follia, e la demone era così soddisfatta di avergli fatto usare così tanta forza senza alcuna remora, che si abbandonò a quel bacio con un'enfasi tale da dimenticarsi del resto. Si distrasse, dunque, abbastanza da sembrare per un momento più "mostruosa" e ferina del solito, dimenticando di utilizzare la voce umana, lamentandosi solamente attraverso quei versi infernali, strusciandosi contro di lui e tentando di contorcersi come poteva per accoglierlo dentro e consumarlo, se necessario. Aveva vinto, aveva premuto sui tasti giusti, e ora era pronta a godersi il meritato premio... Ma venne delusa. Anzi, era più giusto dire che dall'alto dei suoi 300 anni di vita, Syornha venne letteralmente presa alla sprovvista. Non nel modo programmato, che solitamente si aspettava quando tentava di manipolare qualcuno... ma davvero. Perché assistere al giovane che la baciava con tale foga, dopo essersi trasformato in un mostro proprio davanti ai suoi occhi, eppure riuscire a usare un incantesimo per nascondersi al resto della casa, per controllarsi, proprio quando ella si aspettava di averla avuto vinta e averlo portato dalla sua parte... fu un duro colpo. Un colpo che la sconvolse facendo pulsare ogni singolo antro del suo sesso come ancora non l'era capitato. Sgranò gli occhi quindi, e quando Shouta si staccò da lei la trovò con le sue innumerevoli pupille spalancate a fissarlo. Il sorriso... non era scemato, no, era come fossilizzato, come quelle risatine fredde e nervose che di tanto in tanto aveva avvistato su qualche umano. Ebbene, a quel punto era lei quella conquistata; forse si era appena trasformata nella mosca caduta nella tela del ragno, e quando si sentì quasi strappare le zampe inferiori finì per pensare che, in fondo, non le dispiaceva.
    Tu...
    Ebbe paura, sì, paura che quella sensazione crescente di fame ed euforia si consumasse troppo velocemente dopo secoli di esperienze che a confronto erano quasi noiose. Per questo si affrettò a parlare quando il giovane, staccandosi da lei e facendola "sibilare", le chiese se intendesse fermarlo. Fermarlo? Persino con la sua forza avrebbe dovuto impegnarsi per trattenere il suo corpo mostruoso: voleva chiaramente scattare verso di lui e divorarlo per intero, in senso lato o meno che fosse, ma non potendo farlo, mentre le labbra mostruose del suo sesso scattavano freneticamente tentando di allungarsi verso la verga abominevole del giovane, ci pensarono le sue parole a comunciarlo.
    Non solo non ti fermerò... ma asseconderò ogni tuo più piccolo desiderio. Finanche a spezzarmi ogni osso del corpo... Finanche a morire. Sono un famiglio, finché Jadis è viva potrò sempre tornare... Capisci quanto profondamente potremo spingerci? Voglio tutto, umano. Dammelo.
    La sua voce era calma e volutamente lenta, e lo fu fino a quando "l'altra" voce, non iniziò a risuonare con un ordine ben preciso. E se anche il ghigno nel frattempo era tornato normale, e gli occhi si erano di nuovo socchiusi, l'espressione calma e di nuovo controllata, a mostrare quanto fosse eccitata c'era il fatto che la sua voce continuò a sdoppiarsi, un po' come se parlasse sia lei che la bestia che rappresentava, donandole una cadenza che avrebbe spaventato in qualsiasi altro contesto, ma in quello sembrava solo sancire quanto fosse decisa e anzi, non vedesse semplicemente l'ora. A differenza di Shouta, Syornha non usò il condizionale, poiché era certa che tutto ciò che il ragazzo aveva detto sarebbe avvenuto, e non solo quello sperava. Il viso della tiranide aveva un'espressione sicura, sorridente, placida quasi, come se non avesse perso il controllo solo un attimo prima, come se non stesse premendo con la sua pancia piatta e ricoperta di addominali contro l'erezione di lui, come se non avesse ancora il sesso vagamente spalancato e grondante di umori che colavano dai segmenti delle sue labbra in rivoli densi, un po' come se fossero delle perverse e fameliche fauci che avevano estrema fame e stavano letteralmente sbavando in attesa del proprio pasto. Per un momento aveva mostrato una sorpresa senza eguali che prontamente aveva nascosto in modo impeccabile, sfidandolo quasi ad approfittarsene, ora che era sparita. Forse se Sho si fosse soffermato un istante ad analizzare tutta quella accondiscendenza, avrebbe visto in quell'espressione famelica e quella voglia tangibile, anche un piano malvagio per catturarlo, in qualche modo: farsi spazio nelle sue certezze, nei suoi affetti, e diventare qualcosa a cui non rinunciare così facilmente. In fondo, quante altre amanti potevano dargli una simile esperienza? Di certo non le fragili umane con cui si accoppiava... di certo non le amanti esperte che, a giudicare dalla sua reazione, finora non aveva ancora incontrato...

    Edited by .Bakemono - 14/6/2020, 08:48
  8. .
    La decisione di Jadis di trasferirsi alla Sapienza sembrava ormai cosa sancita, e per quanto Baiken si rammaricasse di non avere alcuna voce in capitolo, aveva dovuto cedere al volere della ragazzina, soprattutto perché l'alternativa sarebbe stata quella di chiuderla nella sua camera e buttare via la chiave, visto il suo caratterino. Così la donna aveva deciso che avrebbe quantomeno vegliato su di lei silenziosamente, e proprio per questo motivo la convocazione di Rodin alla sede dei Custodi situata proprio alla Sapienza, era capitata con un tempismo a dir poco perfetto. Si era detta che avrebbe approfittato del post incontro per dare una rapida occhiata all'istituto, ma anche con quelle premesse cercò di non farsi distrarre, lasciando da parte il sentimentalismo una volta entrata nell'enorme palazzo. Era ormai abituata grazie ai vari spostamenti fatti negli anni, a entrare in edifici lontano anni luce da ciò cui era abituata per tradizione, eppure ogniqualvolta metteva piede in strutture architettoniche così articolate e sfarzose, non poteva fare a meno di guardarsi intorno con curiosità mentre le visitava, sentendosi un pesce fuor d'acqua. Non sapendo con precisione per cosa fosse stata convocata aveva scelto di non bardarsi con i soliti accorgimenti bellici, quindi non indossava né la fasciature sul petto né Gael, bensì un kimono leggero dalle immancabili ampie maniche su cui aveva legato una fascia più decorata del solito in un vago barlume di vanità. Aveva dovuto portarsi dietro Muramasa, più per una questione di legame intrinseco che una reale volontà: niente le sarebbe piaciuto di più che lasciare la zanpakuto chiusa in una cassa nella sua villa tradizionale, ma lo spirito della spada tendeva a spazientirsi e farsi vendicativo se ella osava allontanarsi troppo da lui, non per niente soffriva spesso d'insonnia e quel giorno in particolare, sfoggiava due occhiaie di tutto punto. L'aveva dunque legata in un fodero che portava sulla schiena, più nascosto e meno minaccioso rispetto al solito, quasi invisibile grazie alla sua lunga e voluminosa coda rossa. Per finire il suo look, le ferite riportate nel recupero degli artefatti erano quasi del tutto guarite, e invece che una medaglia al valore Baiken si ritrovava con una cicatrice in più da sfoggiare in mezzo alle tante altre, sperava non permanente, che si traduceva in un vistoso segno rosa diagonale visibile dall'ampia scollatura del kimono, che tra le altre cose mostrava una vaga porzione dell'addome. Giungendo all'ufficio di Rodin, Baiken bussò brevemente, facendosi avanti senza timidezza una volta invitata ad entrare. Il ghiaccio tra di loro per quel che la riguardava era rotto: non c'era niente di meglio che partecipare a un combattimento insieme e venir vista praticamente nuda, esposta anche nelle interiora nonché leggermente arrostita, per superare qualsiasi imbarazzo di sorta. L'istinto fu quello di esordire chiamandolo "Capo" ancora, per quanto in tono meno formale della prima volta, ma all'ultimo ripiegò su un "collega" accompagnato da un breve cenno di saluto, fatto più per abitudine dal momento che l'uomo era concentrato su altro.
    Collega... è un piacere rivederti, tutto intero. Lo squadrò con un minimo d'apprensione alla ricerca dei postumi delle ferite; apprensione che sparì sul nascere. Al ricordo di come avesse gestito la situazione un guizzo d'ammirazione passò veloce nel suo occhio; per quanto in modo ben più composto dei ragazzini del Vaticano, anche lei era rimasta colpita dalla fermezza con la quale il Maestro aveva volontariamente subito ferite tante consistenti. Ma in fondo non ci si poteva aspettare di meno dal Capo dei Custodi. Se lei era stata una veloce cometa per l'organizzazione, Rodin era la stella polare pronta a guidare tutti con la sua luce, nonostante il color cioccolato. Lei, che di suo era un lupo solitario che si trovava più a proprio agio nelle retrovie, non poteva essere più d'accordo con gli eventi, specie dopo aver avuto un vago assaggio del temperamento del leader.
    A cosa devo l'onore della chiamata? Posso darti una mano?
    Aveva attraversato la stanza con la giusta lentezza, poiché la vista di tutte quelle pergamene antiche e preziose non era qualcosa di facile da ignorare, neppure per lei che era abituata a osservarne ogni giorno, ma quando giunse alla scrivania il suo sguardo si concentrò sull'uomo e su ciò che stava facendo, sbirciando senza ritegno e facendosi avanti con una tale enfasi che sarebbe potuto essere persino inopportuna. Giunta davanti a Rodin posò una mano sulla scrivania e si abbassò per guardare meglio, mentre pronunciava le ultime parole, incurante della forza di gravità che mise fin troppo in risalto il suo abbigliamento "casual" e la sua espressione incuriosita.
    Sto avendo problemi con la connessione. Chiedo venia per l'attesa.
  9. .

    INES

    Iris, vero nome Ines, bellezza albina russa, ex-studentessa modello alla Sapienza, perduta per anni nei meandri più oscuri del degrado umano tra droga e prostituzione, iscritta ai *E-N-A* (Ex-Ninfomani Anonimi), salvata in seguito da niente meno che Gwen Roy, attuale direttore di un ospedale intero della quale oggi, per suo estremo "onore", Ines era assistente nonché capo del team di ricerca, si trovava attualmente in una vera e propria situazione di merda. Una di quelle per le quali ti senti irrimediabilmente fottuto, senza se e senza ma; dove il primo piede con cui ti alzi la mattina lo vedi distintamente sprofondare nel marrone più scuro, e quando metti l'altro fuori dal letto... beh, affondi fino al collo anche tu. Riprese i sensi on questo pensiero, realizzandolo quasi subito, così come realizzò immediatamente il forte odore di sangue, o il fatto che la sua fronte fosse poggiata sul volante, da dove gocciolava quel liquido scarlatto facendo un rumore che le rimbombava in testa. Altra nota negativa: non c'era affatto un letto su cui posare il suo bellissimo didietro, ma un sedile fracassato sotto di lei. Con molta fatica, tante piccole macchioline colorate davanti agli occhi, neanche fosse un'intera costellazione di stelline da cartone animato, portò le dita a stringersi intorno al volante, cercando di tirarsi su tramite esse, stendendo le braccia. Quando, dopo un tempo relativamente infinito, ci riuscì, dovette sbattere le palpebre più volte per mettere a fuoco cosa avesse davanti: e cioè le sue braccia zuppe di sangue, il volante sporco anch'esso, i pantaloni grigi attillati che portava sul camice completamente imbrattati sulle cosce, neanche fossero così per un sesso ben fatto, e, ancor peggio, il sedile... irrimediabilmente imbrattato come tutto il resto.
    Cazzo... Cazzo, cazzo, cazzo! Iniziò a imprecare, poi le imprecazioni diventarono un lieve borbottio quando -individuando i rumori provenienti dal retro- si rese conto che non poteva permettersi di farsi sentire. Dando una rapida occhiata a ciò che rimaneva del monitor della telecamera che teneva d'occhio la parte anteriore del veicolo, Iris individuò una massa di carne e liquidi confusionaria in cui riuscì a distinguere una folta chioma di capelli rossi. Reggendosi la fronte sanguinante con una mano, portò l'altra ad aprire il cruscotto e cercare freneticamente e senza grazia ciò che le serviva: tirò fuori una "pistola" per iniezioni, già carica di una dose di sedativo talmente massiccia che avrebbe buttato giù non solo un cavallo, ma un kaiju o un drago come minimo. Era sempre a portata di mano per ogni evenienza, e quella di certo lo era!
    Ora ti faccio vedere io, brutto pezzo di merda...
    A quel punto non importava che la scena sul retro venisse direttamente da una delle sue innumerevoli fantasie ricorrenti, o che dal suo punto di vista non fosse poi così sconvolgente. Sempre borbottando, Iris scese dall'ambulanza barcollante ma agguerrita, reggendosi con una mano alla lamiera per poter avanzare verso le portiere. Era una pervertita, certo, ma anche una ninfomane senza freni inibitori come lei poteva provare affetto per qualcuno, e Gwen era quanto di più vicino a un'amica potesse esistere per lei; non importava che di fatto in passato l'avesse imbrogliata, dandole abilità che non aveva mai desiderato e facendo letteralmente esperimenti sul suo organismo a sua insaputa, o che ancora la spingesse costantemente verso la perdita della verginità: la rossa aveva detto no e quel maiale continuava. Meritava di certo una punizione colossale... Poi magari, se proprio aveva voglia di scopare, avrebbe "forse" potuto pensarci lei. Con queste premesse, date sicuramente dalla confusione di un probabile trauma cranico, la tempia sanguinante e gli occhi spiritati, Iris spalancò la portiera sul retro senza quasi far rumore e, avvicinandosi a tradimento, infilò senza troppi complimenti un ago grosso almeno 3 millimetri nel collo del gorgone, che per fortuna scelse quel momento per alzarsi e darle le spalle, iniettandogli il sedativo che lo avrebbe portato nell'arco di 2 secondi netti allo svenimento. Il tutto avvenne sfortunatamente mentre la creatura eiaculava sul viso languido e leggermente folle di Gwen, la cui vista mandò suo malgrado impulsi contrastanti tra le cosce di Ines. L'albina russa ebbe l'accortezza di sorreggerlo perché non cadesse verso sinistra, all'inizio... ma fu per abitudine, poiché rendendosi conto del gesto che lo stava accompagnando verso il pavimento, guardò il poverino con disgusto e mollò la presa, lasciando che cadesse a peso morto sul lato. Gwen emise un gridolino, allungando le braccia verso di lui con l'intento chiaro di "scattare" a recuperarlo... Ma, ridotta com'era, non riuscì a percorrere neppure un metro di quanto dovuto e, sbilanciandosi in avanti, Iris fu costretta a sorreggerla.
    Iris... Sei qui...
    Sembrò metterla a fuoco solo in quel momento. E a quel punto, abbracciando l'amica, la dottoressa scoppiò a piangere tutte le lacrime che non aveva versato fino a quel momento.

    GWEN


    La stava soffocando. Non c'era altro modo per descrivere la sensazione di oppressione al petto, la mancanza d'ossigeno che mostrava sempre più i propri effetti (spasmi involontari dell'esofago, disperati tentativi dell'organismo di riprendere il controllo, panico, volto paonazzo, macchie scure che invadevano il campo visivo) o le reazioni violente date dall'adrenalina che la costringevano a graffiare, spingere, tirare la carne che riusciva ad afferrare, tra cui le natiche squamose di quell'animale. La cosa più triste in tutto ciò era l'effetto che la sostanza afrodisiaca aveva su di lei insieme al veleno, così forte da sorpassare leggermente la paralisi stessa e permetterle di muoversi e lottare, sebbene non fosse chiaro se per liberarsi davvero o soddisfare disperatamente quella supplica che l'era sfuggita dalle labbra poco prima che il fallo marmoreo dell'uomo si infilasse forzatamente nel suo esofago per poterlo possedere. Gli spasmi dei conati a quel punto erano stati incontrollabili, la gola gonfia, gli occhi ribaltati con le iridi che tremolavano ai margini della sclera. Doveva essere uno spettacolo degno del sadismo che caratterizzava una creatura come la serpe, ma la cosa peggiore era la vergogna che Gwen si aspettava di provare dopo quell'esperienza... Sì, dopo, perché per il momento c'era solo un piacere così forte da farla venire una volta ancora dopo il primo orgasmo e, infine, un'altra quando improvvisamente il cazzo della creatura che si rifiutava di riconoscere come Snis uscì dalla sua gola mentre l'altro suo gemello smetteva di premerle insistentemente contro il collo e il viso, imbrattandola completamente. Ciò che non si aspettava non era solo l'orgasmo, che alla vista di quei muscoli guizzanti, quei due falli pulsanti che torreggiavano sopra di lei e soprattutto i copiosi schizzi di seme che le sporcarono il viso, il seno e il collo, facendole sentire tutto il proprio calore, fu istantaneo ed estremo, seppur la lingua dell'uomo lasciò la sua intimità e il suo culo con uno schiocco, facendo zampillare fuori tutti gli umori a malapena trattenuti. Non fu nemmeno realizzare che la sua reazione entusiasta non sembrava minimamente sconvolta dall'esterno, bensì languida ed estasiata. No. Fu l'espressione del "uomo" quando ella sollevò il viso, dagli occhi socchiusi, le palpebre pesanti, le lacrime e gli schizzi di seme a ornarle le gote rosse e le labbra carnose dischiuse: un'espressione sì, deformata dall'apice del piacere che anche lui provava, ma anche... diversa, priva di quel sadismo che ella aveva distinto in precedenza, come se fosse semplicemente un'altra persona. L'istinto a quel punto fu più forte di qualsivoglia studio di psicologia fatto, e quando Snis pronunciò quelle parole, Gwen realizzò che aveva vinto la propria battaglia interiore, qualsiasi fosse stata, tornando da lei per salvarla... o più precisamente per riversarle sopra di lei tutto il seme bollente a lungo trattenuto. Fu quasi comico ciò che venne dopo, o almeno lo sarebbe stato agli occhi di un narratore più freddo e distaccato, che non avesse preso in considerazione la violenza appena consumata o il semplice fatto che Gwen fosse drogata da un veleno viperino e che la "vipera" umanoide che l'aveva drogata, la guardò con estremo pentimento mentre consumava il proprio desiderio sopra di lei.
    S-Snis? Sei... UH!
    Avrebbe voluto chiedere dire "tu", ma la sua amica nonché collega più fidata arrivò in suo soccorso proprio quando il suo istinto di medico, momentaneamente risvegliato, le intimava di approfondire cosa fosse successo. Non fece in tempo a soccorrere Snis: vide il suo corpo cadere inerme d'un lato, sporco di liquido seminale a tratti sul pube, almeno quanto era sporca lei, e quando si guardò per appurare questo, ritrovandosi tra le braccia dell'amica, si concesse di soddisfare quell'estremo bisogno di piangere che sentì montarle nel petto, sfogando quel grosso masso che sentiva risalirle la gola e iniziando a singhiozzare come una bambina, liberando tutto lo stress e lo shock accumulati. Non era una mente delicata che avrebbe subito ripercussioni troppo gravi da quell'esperienza, si disse, ma non trovò un solo motivo per non concedersi quell'unico, lungo, momento di debolezza.
    ****
    Poco più tardi, durante il tragitto in ambulanza per portare il "paziente" svenuto (e saldamente legato sulla brandina semi distrutta nel retro del veicolo), Gwen e Ines ebbero una strana conversazione. La dottoressa, avvolta in una coperta e con un caffè auto-riscaldante tra le mani (sebbene forse le sarebbe stata più di conforto una tisana rilassante), aveva preso le sue pillole e superato l'attacco della sua sindrome senza troppi drammi, se non lo shock per ciò che lo aveva scatenato e accompagnato. Parlandone, tuttavia, ciò su cui volle concentrarsi era tutt'altro che il SUO momento di "dramma" e shock, quanto più i motivi e i problemi più o meno evidenti che avevano portato Snis a compiere un simile gesto. Gwen sentiva di aver riconosciuto il suo sguardo nell'ultimo istante, poco prima che Iris lo sedasse, e dai pochi dati raccolti optava per un Disturbo dissociativo di identità, questo ovviamente se esami più specifici e accurati che intendeva sicuramente fargli, non avessero portato alla luce qualche altro tipo di problema. Ovviamente questi erano i suoi pensieri razionali, quelli che si mischiavano freneticamente nel suo cervello insieme allo shock, ma il suo modo di esporli all'amica fu suo malgrado, molto meno professionale e ben più confuso di quanto fosse di solito. La sua parlantina da medico venne messa momentaneamente da parte per causa di forza maggiore. Non era un robot, purtroppo.
    Non saprei come spiegarlo, m-ma... Era diverso. Il suo sguardo verso la... verso la fine, è cambiato. Penso che... penso che non fosse più pericoloso.
    Oh beh, avresti forse preferito che lo lasciassi sveglio per scoprire se avessi ragione?
    No, certo che no. È solo che... sono sicura che non fosse in sé, Iris. Dobbiamo aiutarlo... Devo aiutarlo.
    Iris, che la conosceva fin troppo bene, non poté che alzare gli occhi al cielo, sebbene dal suo punto di vista la violenza psicologica e fisica che la dottoressa aveva subito fosse leggera, sapeva che in verità era molto più grave di quanto pensasse, e il fatto che Gwen mettesse la salute di un folle prima della sua non riusciva proprio ad accettarlo.
    Ti rendi conto che sei ancora sotto shock e che, se anche non fosse, solo una come te potrebbe pensare di "aiutare" chi le ha fatto violenza, volontariamente o meno che fosse, piuttosto che ammazzarlo o quantomeno scavargli le palle con un cucchiaino? Anzi, sono certa che insieme potremmo trovare metodi ancora più fantasiosi e dolorosi, per farlo. Dopotutto hai studiato chirurgia per un motivo...
    Sì, sciocca, per aiutare gli altri! So che non mi segui ma io... Ci fu una lunga pausa, dove Gwen fissò un punto imprecisato dinanzi a sé, nella strada che scorreva veloce sotto al alle ruote dell'ambulanza. Sentiva la testa leggera e, benché avesse preso un antidoto per neutralizzare le neurotossine della creatura, aveva ancora i postumi dell'afrodisiaco in corpo, senza contare che l'odore di sesso che aveva addosso non l'aiutava a concentrarsi. Aveva bisogno di una doccia, dunque serrò le labbra e riprese un'espressione presente e decisa. Guardò l'amica che stava guidando, dando un'altra occhiata alla ferita sulla tempia che, anche sotto shock e mezza paralizzata, le aveva medicato. Non lo so, forse hai ragione, sono solo confusa. Portiamolo nella stanza 304, nell'area per i soggetti pericolosi. Tu vai a farti vedere la ferita da Serenax, non sono certa di escludere un ematoma interno, io andrò a ripulirmi e farò sedare Snis per ogni evenienza. Andrò a visitarlo più tardi, tu vai a riposare. Non voglio vederti in giro per l'ospedale prima di domani, intesi?
    Tipico di lei: così come riusciva a dare ordini anche dopo 28 ore di lavoro no stop, senza dormire e mangiando poco, riuscì a dettar legge anche dopo un trauma del genere. Iris scosse la testa, ma non riuscì a non sorridere durante il resto del tragitto. Agli ordini, capo.

    Thanathos Hospital

    In piedi con la schiena a contatto con il marmo freddo del piano doccia, Gwen si guardò tra le gambe trovando il suo clitoride gonfio tra le labbra. Sospirò, digrignando i denti e scuotendo la testa, mentre si voltava contro il muro ripetendo a se stessa che non doveva, che era sbagliato. I palmi contro il marmo, sbatté il pugno posto di lato ed emise un lamento, a metà tra il grido e il ringhio di un animale ferito. La sua vulva non la smetteva di pulsare, il suo ano era ancora in un status dilatato, gli spasmi e le contrazioni dei muscoli proseguivano incontrollate, e lei sentiva il profondo bisogno di infilarci dentro le dita e... togliere ogni residuo di quella sostanza venefica che aveva involontariamente assorbito. Sì, era quello il motivo, o almeno così si disse, e continuò a ripeterselo anche mentre la sua mano viaggiava sul suo fianco, poi dietro la schiena, sulla natica... infilandosi finalmente tra le sue natiche, dove prima un dito poi l'altro sparirono, ingoiati dal suo retto. Doveva essere un'operazione che le avrebbe dovuto risparmiare l'imbarazzo di farsi asportare la materia venefica con le pinze, questo si disse ancora... Ma quando inizio a "scavare", armeggiando per trovare i residui solidi di quel sangue grazie al quale la serpe l'aveva tenuta in pugno, si perse nella sensazione di piacere inevitabile per il suo organismo. Non si accorse neppure quando, ma in breve l'altra sua mano premeva sul clitoride, le dita si muovevano frenetiche per tutt'altro scopo rispetto al liberarsi del problema, e in ancor meno tempo si mossero solamente le dita infilate a fondo nel suo retto, mentre l'altra si bloccava lasciando che fossero quelle sensazioni a trascinarla. Venne da dietro senza ulteriori aiuti, trattenendo un lamento consistente mentre l'arcata dei denti superiore incontrava quella inferiore. Quando finì e gli spasmi esplosero in un violento orgasmo, sfogandosi, lasciò la presa e l'ano rimase a pulsare, spalancato per qualche secondo. Il suo respiro divenne presto vapore, l'acqua ormai fredda, la chioma rossa che le copriva l'espressione oscena e il viso pallido arrossato, quasi quella massa di capelli rossi fosse una tenda che potesse separarla dal resto del mondo. Purtroppo, però, non poteva allontanarla dalla vergogna...

    Poco tempo dopo, aveva preso coraggio e si era rivestita, asciugando i capelli rossi e lasciandoli sciolti e arruffati, come suo solito, cosa che diede loro ancora più volume, arricciandoli leggermente. Si era infilata nel suo solito vestito a quadri, il suo preferito, poi si era guardata le gambe nude e si era sentita in qualche modo troppo esposta, per restare così. Si era dunque cambiata, optando per un dolcevita senza maniche con una fantasia molto simile a quella verde e rossa che era solita utilizzare, dei pantaloni neri "comodi" dal taglio quasi maschile, che risultavano molto morbidi al tocco, e le immancabili crocs fucsia che le davano un'aria assolutamente poco sensuale e comoda, nascondendo piuttosto bene il rossore che le colorava le gote e rendendo pressoché impossibile intuire la confusione e le emozioni che l'avevano portata a consumare una sporca masturbazione nella doccia, dedicando suo malgrado i propri pensieri a Snis; che nelle sue fantasie non era stato il mostro serpentino, bensì l'uomo sensuale, dall'aria pericolosa e misteriosa che aveva ricevuto una pallottola nel braccio, nella sua fantasia per salvare qualcuno. Davanti allo specchio, Gwen sospirò, guardandosi un'ultima volta per poi posizionarsi gli occhiali sul naso, raddrizzandoli come poteva. Erano leggermente storti essendo stati compromessi durante l'esperienza nell'ambulanza, ma con qualche pezzo di scotch che attualmente spiccava sulla montatura, era riuscita a sistemarli. Si cucì addosso un'espressione seria e severa, e dovette ripetersi come un mantra "Andrà tutto bene", "Tu sei Gwen Roy, un medico affermato, una professionista", elencandosi una ad una le imprese portate a termine nel corso degli anni prima di poter scacciare via dalla mente immagini che non c'entravano nulla con la sua professione. Quando ci riuscì, si diresse nella stanza pattuita con Iris a passo spedito, mento alto, spalle dritte e il fare professionale che la caratterizzava, senza lasciar trasparire alcuno shock o remora per ciò che era successo. Per assurdo, riuscì a recitare davvero bene, un po' come se avesse effettivamente indossato una maschera. Pensare al caso in sé l'aiutava moltissimo: si trattava di un disturbo dissociativo d'identità? Possessione? Maleficio? Arte Occulta o Magica? Avrebbe forse dovuto chiedere a Baiken, Custode del sapere che di tanto in tanto l'aiutava quando c'era bisogno di un aiuto bellico (fortunatamente molto di rado) nell'ospedale, ma il pensiero di dover raccontare la situazione a qualcuno oltre Iris la metteva terribilmente a disagio, senza contare che con la sua testardaggine, voleva semplicemente cavarsela da sola. Dunque eccola lì, rigida e seria, con un portamento quasi marziale, una cartella digitale in mano, sulla quale appuntava velocemente dei dati con una stylus mentre guardava il paziente sul letto: se e quando Snis si fosse svegliato si sarebbe trovato legato da delle fasce metalliche molto resistenti a un massiccio letto d'ospedale, molto più grande del suo corpo poiché sembrava pensato per ospitare creature ben più massicce di un semplice umano; le fasce erano posizionate in orizzontale lungo 5 punti cardine del suo corpo: intorno al collo, intorno a braccia e torace ad altezza pettorali e bicipiti, intorno ai polsi, alle ginocchia e alle caviglie. La dottoressa era in piedi vicino al letto, apparentemente sicura della resistenza delle fasce e perfettamente a proprio agio, a eccezione di una piccola, quasi impercettibile perla di sudore che cominciava a formarsi lungo la sua tempia sinistra, nonché al rossore tipico delle sue guance. Diversi monitor a cui erano attaccati degli elettrodi che finivano sul suo corpo, monitoravano costantemente i segnali vitali, e non solo; pressione arteriosa, battito cardiaco, adrenalina nel sangue, c'erano una lunghissima lista di fattori che in quel momento le macchine stavano registrando, e Gwen li passava in rassegna uno ad uno, raccogliendo e appuntando dati, stilando teorie e studiando come poteva il caso senza farsi prendere dai ricordi. Era decisa a essere il più distaccata possibile, per questo la sua voce era molto dura quando si decise a parlare, controllando che Snis si stesse svegliando e potesse sentirla.
    Voglio parlare con Snis. Pensate che sia possibile?
    Usì il plurale per diversi motivi: provocazione, qualora non si trattasse affatto di un disturbo ed ella avesse completamente frainteso il comportamento dell'uomo; test, qualora effettivamente ci fosse una dissociazione della personalità che in quel caso avrebbe portato alla personalità primaria di farsi avanti, com'era successo in ambulanza quando aveva pronunciato il suo nome e come avveniva solitamente in casi similari e, infine, finta cortesia qualora dentro quell'uomo giacessero effettivamente più entità, indotte da fattori a lei sconosciuti. Cercò di guardarlo con freddezza, passando in rassegna il suo corpo nudo, coperto solamente da un lenzuolo che gli raggiungeva il pube, lasciando fuoriuscire la live peluria della zona. Avrebbe davvero voluto guardare quel corpo con il semplice spirito di analisi che aveva sempre usato in simili situazioni, lasciando trasparire la freddezza che cercava di mimare con gli occhi; ma per quanto potesse essere brava a nascondere il proprio tormento e dai suoi occhi verde acqua non trasparisse in effetti nulla se non estrema serietà e forse una lieve amarezza, scavando a fondo c'era ancora la paura, la rabbia... e un'attrazione decisamente indesiderata.
  10. .
    Ragazzi, oggi avrei dovuto fare il mio giro di risposte ma la connessione non vuole aiutarmi. Da ieri sul PC il sito non carica, appena si risolve riprendo a scrivere.
  11. .
    Shouta si dimostrò accondiscendente e impeccabile, a suo modo. Era molto buffo per Syornha vedere quanto si impegnasse in ciò che faceva, un po' come se avesse preso come sfida personale dare tutto se stesso nel distruggerla e ridurla a un cumulo di esoscheletro e carne pulsante e colma di piacere... Che in fondo era esattamente ciò che aveva intenzione di fare lei con lui. Ora però era il momento del ragazzo, e lei incredibilmente lo rispettò. Non contava poi molto che pur volendo non avrebbe potuto muoversi a sottrarsi al piacere immenso che la invase, perché semplicemente scelse di non combattere. Si lasciò andare, e mentre lo faceva il giovane rincarò la dose procurandole uno dei più intensi culmini avesse mai raggiunto, qualcosa di così soddisfacente che anche con la gola completamente piena e gonfia del suo fallo, ella riuscì a gridare attraverso i particolari organi di comunicazione nascosti nella profondità del suo esofago. Non era il tipo da trattenersi, anzi, non vedeva alcuna utilità nel farlo né umiliazione nel lasciarsi completamente travolgere. E sebbene per lei era una novità subire certe pratiche, si godette fino all'ultimo istante, il suo bacino prese a muoversi a ritmo del braccio di Shouta, senza contare che la forza del giovane la trascinava letteralmente con sé ad ogni spinta, così come tirava forzatamente fuori lembi di carne dalle sue interiora, che poi rificcava dentro ad ogni affondo. Più pompava dentro la sua gola più i suoi occhi si ribaltarono, tanto che quell'enormità riuscì persino a mozzarle il respiro, a lei, una tiranide, com'era possibile? Piuttosto che sorprendersi mugolò, in un modo molto particolare, più simile ai versi terrificanti che uscivano dalle profondità del suo essere, quasi fossero direttamente i lamenti della sua anima. Quando alla fine Shouta la assecondò riversando dentro di lei litri di seme umano, ella non poté che lasciarsi andare alla commozione, tanto che tutti gli occhi, insieme, abbassati e ribaltati, iniziarono a riempirsi di lacrime ben visibili dalle palpebre socchiuse. Contemporaneamente, tutto di lei iniziò a pulsare, ricoprendosi di spasmi incontrollati, mentre i copiosi schizzi di umori che continuavano a fuoriuscire con estrema pressione, provocando un rumore semplicemente osceno dalla sua intimità, aumentarono infradiciando non solo il braccio di Shouta, ma anche il suo viso e il petto stimolato dalla coda, esattamente come dall'altra parte la faccia mostruosa del famiglio iniziò a riempirsi di seme, seme che schizzò fuori dalle narici che fremettero al suo passaggio, così come dagli angoli della bocca, in rivoli che colarono dal collo ai suoi seni, irrimediabilmente schiacciati contro il materasso e stimolati a propria volta dalla frizione del medesimo, così come alcune gocce sfuggite al controllo della gravità le finirono sugli zigomi e le guance gonfie, una persino sull'occhio umano sinistro, che fu costretta a chiudere. Alla fine del tutto si staccò quasi con dispiacere dalla sua erezione, nonostante una bella boccata d'aria le serviva eccome. Purtroppo la parte umana del suo organismo richiedeva l'ossigeno per funzionare e per questo anche se non era arrossita di una sola sfumatura sul viso, ansimò pesantemente per riprendere fiato, tossendo leggermente per rilasciare un po' di seme in eccesso... peccato che si rifiutò di assecondare l'istinto e serrò invece la bocca, trattenendo tutto quanto e ripescando con la lingua quel poco che uscì fuori. Alla fine rimase per un po' stesa sul letto, storta e piegata come se fosse un cadavere, stesa di pancia poiché le sue gambe caddero pesantemente sul letto grazie alla spinta del braccio di Shouta. In quella posa, la sua testa era affondata sul materasso, ma i suoi occhi osservavano Shouta seguendolo nei movimenti, mentre le sue gambe, piegate e spalancate in modi che le facevano sembrare fratturate, lasciavano intravedere la sua intimità completamente spalancata, ancora pulsante, ma soprattutto le interiora le cui simil-papille gustative avevano perso qualsivoglia forza e giacevano smorte come tante lingue stremate. Le occorsero esattamente 17 secondi, numero funesto in alcuni frangenti, e probabilmente soprattutto in quello, poi si sollevò a scatti, con quei suoi movimenti per nulla umani che la facevano apparire innaturale e ferina. Si arrampicò letteralmente su di lui: dapprima gli afferrò le cosce per "issarsi" su di lui, poi scon unico movimenti si piegò fino a far aderire i suoi seni, lubrificati dal suo sperma, dalla sua erezione al suo petto. Gli cinse il collo con le braccia come avrebbe fatto qualsiasi amante appassionata, ma i suoi occhi rossi erano leggermente sgranati e la luce che emanavano non era per niente rassicurante. Sembrava quasi che invece che sfiancarla, l'energia che le aveva riversato dentro insieme al suo braccio, l'avesse nutrita.
    Sai ragazzino... comincio a capire perché Jadis è così presa da te... ma con lei non puoi sfogarti come vorresti, vero?
    Si premette più contro di lui, senza paura alcuna, fissandolo mentre la sua pancia coperta dall'esoscheletro e piattissima premeva la sua verga marmorea contro i suoi stessi addominali. Aveva capito che stava perdendo il controllo, ma per sfortuna o fortuna di entrambi, semplicemente non le importava. Anzi...
    Io posso sentirlo... l'istinto che ti divora. Perché non me lo mostri, piccolo? Fallo uscire, avanti. Sono un demone ultracentenario... non puoi rompermi.
    Dammi, ogni, cosa.

    La sua voce era ancora accompagnata dai quei lancinanti versi, ma stavolta sembravano realmente un richiamo, più che veri e propri lamenti. Era come se Syornha percepisse anche Ebrietas e quanto smaniasse per uscire, come se cercasse non tanto il giovane che stringeva tra le zampe, quanto più l'amante ben più affine che gli stava al fianco. Ebbene: quel richiamo era per lui. Shouta era più potente di lei, lo sapeva benissimo, ma vivere per tanto tempo, a certe condizioni, ti rende semplicemente poco impressionabile di fronte alla potenza di un umano dal cuore buono. Non c'era niente che potesse farle realmente male, per questo Syornha offrì a Shouta ciò che sicuramente di rado gli altri gli avevano offerto: uno sfogo totale. Assoluto. Uno sfogo per lui, per il suo potere, per la furia che a malapena controllava e per tutta la brama che cercava continuamente di trattenere, di nascondere. Ebbene, con lei non doveva farlo. Lei la voleva. Forse era un azzardo, la demone lo sapeva, ma non c'era niente che le avrebbe dato più soddisfazione che vedere quel giovane umano sfogarsi completamente, finanche a ucciderla forse, purché la furia consumasse anche lui nel frattempo, regalandole l'esperienza più completa che neppure gli svariati secoli di vita erano riusciti a darle. Che fosse pazza? Di certo non era umanamente comprensibile, ma Shouta poteva resistere alla sua follia... o farsi consumare completamente da essa.
  12. .
    Il fatto che Shouta non avesse ceduto al suo blando ricatto morale non fu una sorpresa per Syornha, che accettò la "sconfitta" con il solito sorriso tranquillo... solo vagamente distorto dal braccio del giovane che rincarava la dose sulle sue interiora già affamate. Dopodiché la situazione precipitò considerevolmente, tutta insieme, ma ancora una volta il famiglio non poteva che esserne più entusiasta. Aveva tutta l'intenzione di tenerlo sveglio e costringerlo a darsi da fare anche tutta la notte, se necessario, finché entrambi non fossero caduti sul letto completamente zuppi di fluidi corporei ed esausti, magari persino un po' ammaccati, ma non si aspettava di essere messa minimamente in crisi dall'impresa. Contava che la mattina seguente avrebbe potuto sfoggiare un bel pancione pieno dei suoi adorabili scorpioni, unica progenie che fino a quel momento l'era stata concessa, così tante volte che ella non vi dava il minimo valore nel singolo, bensì nell'insieme, e contava sul fatto che un seme particolare come quello di Shouta le avrebbe concesso una progenie ancora più divertente del solito. Per averla però doveva convincere il giovane a possederla come si conveniva alla natura, e invece si ritrovava quell'enorme e muscoloso braccio infilato su per l'utero. La cervice era già stata sfondata da tempo, eppure si ostinava a porre una consistente resistenza sul polso del rosso, un po' come se volesse fargli rimpiangere di non avere lì il suo fallo, a strozzarsi con quelle carni pulsanti. La novità la sconvolse, ma decise che tutto sommato quell'iniezione di pura energia non avrebbe fatto altro che rendere la sua carne più fertile e accogliente per ciò che sarebbe venuto... e intendeva far sì che la situazione andasse via via migliorando, non avrebbe di certo rinunciato all'amplesso che agognava. Per il momento però, si ritrovò ancora una volta colta alla sprovvista: la presa del giovane non incontrò resistenza, all'inizio, tentò addirittura un sorriso, ma in breve i suoi occhi rossi tremolarono tutti insieme, iniziando a ribaltarsi lentamente verso l'alto, seguendo un po' ciò che accadde al suo corpo flessibile. Piegarsi in quel modo innaturale, fino a spezzarsi la schiena se solo avesse avuto delle ossa comuni, non era fortunatamente un problema per lei, né minimamente doloroso, tuttavia la pressione del braccio intriso di energia, quella sì che fu una sorpresa. Le zampe che avevano tentato di trascinare il braccio dentro di lei ancor di più persero presto presa, scivolando alla fine prive di forza quando il corpo iniziò a tremare e la sua testa finì, irrimediabilmente, tra le cosce del giovane. Shouta comunque assecondò la sua volontà di riceverne ancora... sebbene Syornha non fu sicura di poterla considerare una fortuna. Ciò che provò fu così intenso da rasentare il dolore, qualcosa di difficilmente comprensibile o spiegabile a parole. Basti pensare che lei, LEI, un demone abituato agli Inferi, a Dite, alla costrizione di un legame da famiglio, gridò. Un grido soffocato ben presto dalla verga del giovane che, spessa e venosa, percorse senza complimenti il suo esofago, gonfiandole le guance, spalancandole la mascella a livelli inimaginabili, che forse un comune umano non avrebbe sopportato, e soprattutto spingendo alla fine i suoi organi contro la sua stessa mano, quasi potessero incontrarsi a quel punto, piegandosi per seguire la curva che il suo corpo aveva fatto. Alla fine la sua espressione divenne molto più "docile", mentre le fauci si serravano intorno alla base e ai testicoli del giovane e lei, dall'interno, iniziava a lavorare di lingua, facendola vorticare languidamente intorno all'asta intera. Davanti al viso di Shouta c'era invece la sua intimità spalancata, i segmenti delle piccole labbra che fremevano impazziti, molli, quasi avessero perso ogni forza di reagire. A quel punto bastava un affondo per farla godere davvero, ciò si evinse dai perversi schizzi di umori che accompagnarono uno spasmo che coinvolse il bacino così come le cosce e l'intimità. Sembrava un po' la scena di un combattimento di wrestling che non un porno multietnico, ma la soddisfazione dell'espressione di Syornha il demone l'aveva rivolta a pochi altri. Quanto al fatto di farla tacere... beh, quello era un altro discorso, contando che il suo sistema di comunicazione non presentava solo corde vocali ma una seconda "voce", molto più mostruosa e interna del normale, ma che fece vibrare ogni antro del suo corpo in maniera innegabile.
    Nhrr... Nmhrh...gh! Chi avrebbe pensato... che potessi nascondere... così tante sorprese.
    Le gambe a quel punto, visto il cambio di posizione, erano in alto e non più sui fianchi di Shouta, la piega del ginocchio andrò sulle sue spalle, i polpacci piegati dietro di lui e la demone usò i piedi artigliati per stringergli la schiena ma dall'alto, avvolgendolo in un abbraccio decisamente particolare, graffiandolo ad altezza reni come se fossero semplicemente le unghie di una qualsiasi amante. La figura di Syornha non era immensa, tuttavia era più lunga e flessibile di qualsiasi altra, e sembrava in grado di avvolgerlo e farlo sentire intrappolato anche nel pieno del godimento. L'unica cosa che distaccava la sua figura da quella parvenza di controllo, era guardarla negli occhi: occhi rossi e vuoti come pozzi senza fondo di sangue, magari, ma piegati in quel momento tutti verso il basso, con le palpebre calanti e le ciglia voluminose che rendevano il suo sguardo ancora più intenso, sembravano solamente chiedere a gran voce di darle il colpo di grazie. E anche i continui spasmi e schizzi di umori che da quella posizione potevano facilmente raggiungere il ragazzo, non erano da meno. Syornha provò a muovere il capo così da ricambiare e sconvolgere almeno un po' l'espressione del giovane a propria volta, ma non riuscendo finì col ricorrere alla seconda "bocca" presente nelle sue interiora, una specie di muscolo aggiuntivo con tanto di fauci che poteva chiudersi su eventuale carne per masticare meglio, e che in quel momento iniziò a succhiare ritmicamente il membro di Shouta dall'interno, sempre più velocemente, facendo letteralmente vibrare la gola della tiranide. L'immensa coda iniziò presto a scivolare intorno a lui come un serpente, ma piuttosto che sembrare costrittiva era il chiaro abbraccio di un'amante soddisfatta, infatti il pungiglione lo graffiava al suo passaggio, leggermente, donandogli stille di afrodisiaco e feromoni che avrebbero potuto regalargli vere e proprie scariche di piacere se si fosse lasciato andare. Il percorso della coda, essendo sottile, fu molto articolato, passando per la coscia (da dietro), fino al sedere del giovane, "arrampicandosi" lungo il busto/la schiena e avvolgendolo fino a creare una sorta di maldestra legatura, con ovvie similitudini con quelle di Jadis; le braccia vennero avvolte ma lasciate libere, anche se la coda tentava di spingerle a esagerare. Dopo aver fatto ben tre giri intorno al collo, il pungiglione scivolò verso il basso e si fermò lungo i pettorali del ragazzo, pungendo e stimolando i capezzoli. Gli umani forse non ci facevano caso, ma Syornha oltre a sapere quali fossero le zone erogene di un corpo umano, percepiva a contatto con la pelle dove fossero i punti giusti da stimolare e non esitò a mostrare a Shouta, qualora non lo sapesse, che una stretta sui muscoli giusti e una puntura sulle zone più sensibili, poteva essere estremamente soddisfacente indipendentemente dal corpo di chi le riceveva. Lei stessa, stava per sperimentarlo in prima persona...
    Ffhfammi godere, Shouta rrh... Vieni sulla mia lingua mrrrh.
    Beh, almeno non erano lamentele, questo bisognava dirlo.
  13. .
    Come richiesto dallo concordato con lo staff, il combattimento è stato annullato per via dei post troppo lunghi; ho provveduto a nascondere lo schema d'apertura. Gli status da qui in poi sono messi per comodità mia e di Chibi e perché vorremmo sfruttare la role come allenamento (senza contare che sono carini u.u).


    EX85HYq
    Come Hazel prevedeva, Adam si mostrò terribilmente scontento della sua mossa, ma del resto cosa si aspettava da un demone come lei? Non abbandonò il suo ghigno soddisfatto mentre realizzava ciò che stava accadendo, dopo essersi staccata da lui con un sonoro schiocco e filamenti di saliva che ancora univano le loro bocche. Dal momento che erano così vicini, l'eromanzia del giudizio crudele che la tiranide sfruttò era pressoché impossibile da schivare, tuttavia Hazel aveva le mani già salde ad Adam e non le occorse fare altro che tenere stretto il polso che già toccava per poter cercare di trascinarlo con sé, facendo presa sull'altro braccio anche con l'altra mano, stando giusto attenta a non farsi affettare le dita. Per quanto Adam fosse un guerriero più esperto, la forza di Hazel e di Lucia era considerevole nonostante le apparenze, ed eguagliandosi non avrebbe in teoria potuto sperare di non cedere alla sua presa, specie se era così concentrato a sbarazzarsi del suo malefico incantesimo eromante.
    Oh, via... non guardarmi così. Dobbiamo andarci giù pesante Adamuccio, altrimenti la nostra piccola Lucia non imparerà mai e rimarrà sempre un agnellino indifeso... è questo che vorresti per lei? Cosa accadrebbe se stesse ferma anche davanti a un brutto mostro cattivo? Se fossi tu... il mostro?
    Lucia sussultò a quella dichiarazione, assumendo un espressione irata e spaventata alle loro spalle. Non era forse stato sempre quello il suo problema? Aveva ottenuto un corpo sbagliato che le aveva portato solo umiliazione; aveva subito angherie per tutta la vita e infine, quando finalmente aveva afferrato a piene mani la possibilità di una svolta, aveva sviluppato un potere che non faceva altro che sedurre il nemico, anche quando lei avrebbe voluto sconfiggerlo. Si soffermò dunque su ciò che aveva detto la madre, fissando senza vederla davvero l'immensa schiena di Adam che veniva trascinata con la madre, e quando sollevò nuovamente lo sguardo per cercare gli occhi di Hazel, proprio voltata verso di lei, strinse i denti e annuì di getto, una sola volta ma piena di così tanta determinazione che il suo consenso era inequivocabile.
    Ha-azel ha ragione. P-p-perdonami, Adam... ma io DEVO fermarti!
    Era così decisa che mentre Hazel impiegava le proprie forze per trascinarlo contro il muro con sé, Lucia si concentrò di su di loro e attivò un Ninjutsu n.3 per poter evocare uno degli strampalati acquisti di Hazel: una Beam Kata, che avrebbe dovuto essere un'arma più tagliente del normale. La impugnò dunque a due mani e si lanciò verso la tiranide, con l'intento di assestare un taglio dall'alto verso il basso, dato con tutte le forze che aveva, in modo da tentare di tagliare la carapace che gli copriva le natiche. Arrossì, mentre fissava il proprio obiettivo. Aveva visto spesso qualcuno attaccare, assistendo a lezioni di combattimento di alcuni allievi... Allora perché quando era lei che cercava di applicare gli insegnamenti visti, le gambe le tremavano così tanto?
    ooqxu4d
    Quanto ad Hazel, era ancora contrariata per tutti i complimenti che Adam stava rivolgendo a Irithiel, senza contare che le risultava parecchio difficile concentrarsi e non perdere il controllo con due lame rotanti che vorticavano a poca distanza dal suo viso. Nonostante ciò, non volle perdere presa, anzi, sfruttò la sua irritazione verso la mancata sorella e l'altrettanta mancata (per il momento) preda, per darsi da fare. Anche se aveva dovuto spostare le mani dal polso per permettere ad Adam di tagliare i bracciali (e non tagliarle le dita, per l'appunto), tornò subito alla carica con un doppio attacco: anzitutto, cercò di ritoccargli i polsi, solo che stavolta erano quelli con le lame rotanti, lì dove ovviamente le lame finivano, tenendosi scostata col corpo e con la testa, il più possibile schiacciata contro la parete per evitare danni accidentali; in più come "distrazione" fece crescere una pianta Venus nella carapace che copriva sì le natiche, ma anche parte dell'intimità e del pube scivolando tra le sue cosce, in questo modo un enorme radice collimante in un fiore di carne provvisto di una gola carnosa al suo interno, si sarebbe allungata al doppio della velocità di Hazel e Lucia verso il "pacco" della tiranide, con l'intento di instillargli la prima, massiccia dose di Eromanzia (ben 6 HB, per merito della presenza di Iris). Questa mossa avrebbe dovuto fargli scegliere come agire: se tentare di impedire alle sue dita di sfiorargli i polsi attaccanti o riafferrargli, oppure tagliare la pianta. Il tutto mentre, ovviamente, riceveva un attacco alle "spalle" da parte di una Lucia fin troppo determinata a farsi valere. Era strano, perché di suo non le sarebbe mai capitato un tempo, ma con quel "Sempre che Lucia non voglia fermarmi", la piccola si era sentita punta sul vivo, in qualche modo, per la prima volta... sfidata. Una sensazione che la fece sentire importante, ma anche sottovalutata. Ebbene, non lo avrebbe permesso. Né che lo facesse Adam, né che lo facesse sua madre, che di tanto in tanto le lanciava occhiate di sfida, mostandole quel suo ghigno crudele. In effetti sembrava andarci particolarmente pesante... Forse per la gelosia?
    Anche se non intendevo... così pesante! Quegli affari hanno tutta l'aria di essere pericolosi, dolcezza! Ammazzeresti mai il tuo demone preferito? Ci sono ancora così tante cose da fare insieme! Spostati, dai...
    Anche senza attivare la privazione spietata, il demone si sarebbe preoccupato di tenere ben lontane da sé le due lame, con la nota negativa che doveva lasciare le altre zampe libere. Loro erano 2 (3, con una Iris spettatrice) ma lui aveva braccia per tenere a bada entrambe. Quanto alla terza "incomoda"? Beh, con lei non si poteva proprio far niente (E Hazel la maledì intimamente), se non sorbire i suoi sorrisi, anche in quella forma particolare, così come l'enorme energia erotica che la sua semplice presenza emanava, rafforzando incredibilmente la tensione sessuale che già scaturiva dal corpo dei presenti.
    Devo dire che tu sei bellissimo, gentile Adam. Da qui la vista è anche migliore... Senti il mio amore? Perché io sento il vostro...
    A quanto pareva l'angelo, "collegandosi" ad Hazel, poteva percepire anche le sue sensazioni, e l'angelo non sbagliava in proposito, perché era sufficiente abbassare lo sguardo, per vedere nuovi rivoli di umori, far capolino dal succinto bordo del body sgambato che portava e scivolarle giù, dall'interno coscia, percorrendo lentamente le sue toniche, gambe formose...
    CITAZIONE (BOLSHAK VS DOOM @ 31/5/2020, 11:10) 
    Ci tengo a precisare che lo staff non ha richiesto niente: avendo convenuto in maggioranza che i post erano troppo articolati per essere considerati "di combattimento" abbiamo dato una scelta: modificare i post così da renderli più riassuntivi e chiari per un combattimento oppure rimuovere i dati di combattimento (tra cui le schede status oltre che la scheda di lancio perché altrimenti crea confusione) in modo da trasformare il combattimento in una "role combattiva". Questo è quanto.

    Preciso che la mia non voleva essere una frecciatina o un'accusa ma un semplice spiegare i fatti per eventuali lettori per appunto non creare confusione. Mi dispiace che abbiate sentito il dovere di questa precisazione. Comunque sia, ho provveduto a modificare, ora vi chiedere gentilmente di non aggiungere spoiler a una role normale poiché sarebbe più consono, così possiamo anche goderci la giocata senza doverci sentire osservati. Buon lavoro.


    Tecniche usate nel post:

    Ninjutsu #2: Evocazione di munizione e di armi
    Con questa tecnica è possibile richiamare nelle mani dell'utilizzatore un'arma o un equipaggiamento che si presente nella sua scheda. Solitamente si tratta di un modo per non portare con sé armi particolarmente ingombranti. Per chi utilizza delle armi da fuoco, questa tecnica può essere utilizzata per evocare caricatori delle armi per ricaricare più velocemente. L'arma non può essere evocata tra l'utilizzatore e un qualsiasi ostacolo, è inoltre possibile rievocare un qualsiasi equipaggiamento già presente sull'utilizzatore prima dell'inizio della battaglia. Questa tecnica è considerata una distorsione dello spazio-tempo e tutti gli oggetti influenzati da questa tecnica restano "sovraccarichi" per tutto il resto del combattimento. Un oggetto sovraccarico non può essere evocato nuovamente da questa tecnica.
    Costo: 5

    Venus
    Formula: "Dexuro" (Divora)
    Tecnica base nell'arsenale di Lucia che agisce solo minimamente sulla forma delle sue piante facendo sì che il bocciolo si schiuda rivelando un fiore color carne dalla forma particolare, che ricorda neppure troppo sottilmente un'intimità femminile. Il fiore ha quattro petali che possono chiudersi su se stessi, ricoperti di piccoli denti. Al centro della bocca è ben visibile una sorta di "gola" che stilla liquidi incolore dal profumo irresistibile. La pianta così mutata può allungare un grosso gambo tentacolare dal punto in cui è nata, per un massimo di 2 metri, al doppio della velocità di Lucia. Il fiore è perfettamente in grado di mordere la carne (e attaccarvisi), sebbene non abbia una forza di morso tale da raggiungere le ossa. La sua particolarità è che ogni morso andato a segno applica sul malcapitato 1 HB, e in caso si riesca a colpire una delle principali zone erogene dell'avversario (capezzoli e genitali), addirittura 5. I gambi sono resistenti quanto il resto della pianta e possono essere mossi a piacimento pur possedendo solamente la metà della forza di Lucia. Se vengono recisi, è necessario riattivare la tecnica per risanarli.
    Costo: 5 a pianta

    Eromanzia #3: Privazione Spietata
    Potente tecnica di costrizione con due diversi effetti in funzione dell'attivazione. Il primo effetto va sempre attivato prima del secondo. Il primo uso prevede di toccare o stringere uno dei polsi del nemico in modo da trasferirvi sopra la propria energia, questo farà formare due bracciali di energia lucente violacea molto difficili da rimuovere con la forza bruta e resistenti ai danni convenzionali. Un nemico con questi bracciali può resistere per 1 turno alla loro morsa se si concentra su di essi, ma al secondo dovrà inevitabilmente allargare le braccia il più possibile: questo farà materializzare un palo di energia viola, dritto e resistente, che unirà i due bracciali in modo da costringere il nemico ad una posizione scomoda, come se fosse parzialmente crocefisso. E' necessaria una forza del 50% superiore a quella del nemico per liberarsi solamente con la forza bruta, inoltre il palo risulta estremamente resistente ai danni convenzionali. La seconda attivazione va applicata sulle caviglie del nemico o sul suo collo: toccando una di queste due zone attraverso lo stesso procedimento del primo effetto sarà possibile materializzare su gambe e collo della vittima altri bracciali, così da creare un secondo palo che fornirà una totale crocifissione della vittima. Muoversi col secondo effetto risulta veramente difficile. Un nemico che subisce il primo effetto accumula 2 HB, quando subisce il secondo effetto ne accumula 1 solo, ma diventano 2 in caso i due effetti vengano attivati a non meno di 2 turni di distanza. Ogni turno che rimane imprigionato in questa tecnica i punti aumentano di 2, che diventano 3 in caso siano stati attivati entrambi gli effetti. La tecnica può essere applicata in due modi: formando un piccolo cerchio di energia violacea per poterlo lanciare contro il nemico, oppure toccando la zona interessata con le mani (in quel caso, il costo della tecnica viene dimezzato). Nel caso del cerchio esso sarà grande circa 20 cm di diametro, potrà essere lanciato ad una distanza massima di 15 metri al doppio della velocità dell'utilizzatore ma per avere effetto deve colpire una delle zone interessate dalla tecnica. In diverso modo non infligge danni e può comunque essere intercettato o danneggiato.
    Costo: 10 (per ogni attivazione)


    Edited by .Bakemono - 31/5/2020, 11:54
  14. .
    Un trasloco movimentato (Role semplice, 1 tiro)

    Lancio dado: 43
    • 1d100
      43
    • Inviato il
      26/5/2020, 17:52
      .Bakemono
  15. .
    La furbizia e l'intelletto erano qualcosa che nel mondo umano, come in quello animale, pagavano sempre. La preda che riesce a nascondersi o fuggire nei modi più efficienti per ingannare il predatore, vince, così come viceversa il predatore più veloce o furbo attende nell'ombra... e vince a propria volta. Il concetto di furbizia era dunque qualcosa che anche una creatura particolare e difficile da definire come Syornha, apprezzava molto; per questo sentire le dita del giovane umano, tenerle ferma la lingua alla base, così da impedirle materialmente di morderlo anche se avesse voluto, la eccitò particolarmente. Nel suo caso non c'entrava la perversione di un gesto simile, l'umiliazione o la vista deliziosa che ne seguivano per chi applicava una simile presa, quanto più il semplice sapere che in quel caso, la "preda", era sveglia e valeva lo sforzo. Quindi Syornha fu ancora più sorridente e "felina" nell'ingoiare quella mano, giocarci con la lingua e poi abbandonarla completamente fradicia della sua saliva, osservando con gli innumerevoli occhi della sua fronte, il risultato del proprio gesto: un'intricata rete di filamenti che brillarono alla fioca luce della luna, che filtrava timida dalla finestra.
    Lungi da me criticare il vostro modo di fare. Ho sempre trovato gli umani semplicemente... deliziosi. Mi spiace solo che tu abbia una così bassa opinione di me. Non trovi ingiusto giudicarmi come se fossi un animale senza sentimenti?
    Piegò la testa d'un lato, studiandolo e assumendo un'espressione che nel suo caso poteva definirsi quanto di più vicino a un broncio. Era impossibile dire se fosse sincera o lo stesse solo prendendo in giro, in fondo non era forse vero che l'unica cosa di male fatta da lei fino a quel momento era stata approcciarlo per potersi accoppiare con lui? Certo, magari anche aver tradito la sua padroncina e averla maltratta poteva essere un punto a suo sfavore, ma non era forse stato lui stesso, suo complice? Il sorriso che venne dopo era così ambiguo da non lasciar trasparire nulla se non il più sincero divertimento, ma le parole che sibilò dopo furono abbastanza chiare.
    Ti propongo invece un patto: mostrami il tuo modo, e io ti farò vedere il mio. Alla fine mi dirai se le "regole del mio mondo animalesco" sono poi così spiacevoli...
    Syornha non disse altro in merito, né si dilungò in grandi spiegazioni. La sua espressione rimase tutto il tempo soave e sorridente, con quel ghigno mostruoso e ambiguo che non lasciava trasparire la minima emozione se non la più totale accondiscendenza. Il patto era semplice: lei sarebbe stata alle sue regole e contava sul fatto che lui, più tardi, sarebbe stato disposto a seguire le sue. Infine si sarebbero incontrati al traguardo, per decidere quale via fosse la "migliore". Personalmente, alla creatura non importava di vincere o perdere, ma solo di soddisfare la propria curiosità; senza contare che in una sfida del genere... difficilmente si poteva parlare di vittoria o sconfitta. L'atteggiamento del famiglio fu dunque accondiscendente e docile: sussultò e si morse vagamente le labbra (per quanto il gesto potesse distinguersi da un ringhio, con i denti che si ritrovava) quando Shouta la costrinse a spalancare le cosce e fu lei stessa a tenderle per permettergli di guardare meglio cosa nascondessero, sollevando leggermente il bacino dal materasso aiutandosi con la base dalla coda, il cui pungiglione di tanto in tanto carezzava le spalle di lui come un memento inquietante. L'espressione della tiranide si fece poi curiosa mentre fissava i gesti del ragazzo, come se non fosse assolutamente abituata a ricevere attenzioni da parti del corpo che non fossero genitali, e in effetti il suo modo di fare sesso era sempre piuttosto monotono rispetto alla padrona: la osservava divertirsi con i suoi "schiavi", ma non aveva mai realmente compreso la maggior parte delle pratiche da lei o da loro utilizzate. In quel caso, non fu diverso, con la differenza che si apprestava ella stessa a provare una di quelle abilità così "umane", a detta del giovane. Umane sì... ma fino a un certo punto, per sua fortuna. La creatura rimase ipnotizzata dalla meraviglia di tutta quell'energia magica, un'energia che stava via via imparando sempre più a riconoscere con i semplice sensi e che nutriva ancor più la sua curiosità. Quando il giovane sfruttò la mano che ella stessa aveva lubrificato per penetrare la sua intimità, le labbra si spalancarono per accoglierlo, "abbracciando" poi le sue nocche quando la demone iniziò a provare piacere. Finché si trattò solamente delle dita, Syornha si mostrò curiosa ma rimase immobile, sempre sorridente, tranquilla, a fissare la scena quasi come se fosse una semplice spettatrice. Le cose cambiarono quando l'energia iniziò a fluire e il rosso spinse a tradimento, senza preavviso poiché la creatura non si immaginava un attacco del genere: aveva pensato al massimo si trattasse di uno di quegli uniti preliminari da umani, non certo di ricevere qualcosa di così grosso dentro di sé. Si inarcò di scatto, piegando la schiena all'indietro sul materasso come se fosse impossessata da un demone, non ella stessa una creatura infernale, e iniziò a muoversi a scatti mentre le labbra del suo sesso si spalancavano, perdendo presa su quella carne morbida, graffiandola a malapena mentre si faceva strada dentro di lei. All'inizio dopo la sorpresa iniziale e i suoi occhi (tutti) sgranati, la reazione fu ancora contenuta, ella infatti si ricompose quasi subito, piegandosi a piccoli scatti per poter tornare quantomeno "dritta" e guardare il ragazzo dalla sua posizione distesa, riprendendo persino il suo ghigno tranquillo; giusto un po' stentato magari.
    Nrrrh-non capisco... l'utilità... di questa... pratica.
    Disse così, ma a giudicare dai continui lamenti che provenivano dalle profondità della sua gola, simili al richiamo d'amore di una bestia che non al verso di una donna intenta a godere, quella mancanza di comprensione non significava affatto che disprezzasse o che la "pratica" la stesse lasciando indifferente, anzi. Le pareti della sua intimità mostruosa si strinsero e pulsarono intorno al braccio e alle dita del giovane, avrebbe potuto sentirle stringere e avvilupparlo in abbraccio che su un'altra parte del suo corpo sarebbe stato ben più letale. I suoi che uscivano dalla bocca di Syornha non erano neanche vagamente umani, difficile persino descriverle come le fusa di una gatto poiché suonavano come una dichiarazione della fame più pura. La pelle pallida del famiglio non arrossiva, non si accaldava, non sudava, eppure i capezzoli turgidi e gli scatti leggeri di ogni antro della sua strana muscolatura, erano più che evidenti e suonavano come un sintomo molto chiaro del suo piacere, qualcosa di così naturale da poter essere compreso anche senza conoscere la natura di quel complesso insieme che era il suo corpo. L'energia del potere di lui sembrava quasi in grado di nutrire la sua carne, tanto che l'unico cambiamento nel suo corpo di famiglio fu appunto il lieve bagliore che delineò tutta la sagoma del suo braccio, profondamente infilato dentro di lei. Si perse a osservare quello strano fenomeno, sentendosi decisamente rimepita... Poi Shouta spalancò le dita e gli occhi le si sgranarono di nuovo, a quel punto l'espressione si fece molto meno controllata e il sorriso si incrinò più consistentemente... Strinse i denti, sibilando in un modo tanto ambiguo che non si capiva se volesse essere lasciata o assecondare quelle spinte; se provasse dolore o stesse godendo come mai in vita propria. Poi le sue zampe più piccole, rimaste fino a quel momento sul materasso, andarono ad afferrare il braccio del ragazzo, tutte insieme, tirandolo e trattenendolo a sé fino a graffiarlo. Assecondando la sua richiesta, cercò comunque di rispondere, la voce distorta dai continui versi che provenivano da un punto misterioso della sua gola.
    Cerrrhtamente... è piacevole.
    Rimanendo stesa di schiena, con le cosce spalancate, le gambe piegate e le zampe inferiori ben artigliate ai fianchi del giovane, piegò il fianco d'un lato per portare invece una delle zampe più "umane", dunque più lunghe, ad afferrargli l'erezione, stringendola con fin troppa forza e leccandosi le labbra, dando anche mostra dell'estrema flessibilità del suo corpo: i segmenti della sua carapace erano in grado di piegarsi su se stessi in modi che un corpo umano semplice poteva solo sognare, non importava verso quale direzione. Senza troppi complimenti, a meno che non si ribellasse con forza, lei iniziò a masturbare quella carne facendogli sentire sì gli artigli, ma anche una presa salda e una tecnica se non perfetta, decisamente affamata e passionale.
    Mha... non dovresti usare... questo?
    Syornha si rese conto di aver sottovalutato il mondo degli umani, ma per quanto il suo sorriso potesse incrinarsi, la voce spezzarsi e il petto sussultare, aveva solo voglia di scoprire fin dove potevano spingersi le conoscenze di un cucciolo umano così dotato... In più di un senso.
5456 replies since 11/8/2011
.
Top