Il terzo incomodo

per Hina

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Era una placida serata primaverile, tiepida e senza vento, perfetta per godersi un'oziosa passeggiata tra le vie della città o da trascorrere al tavolo all'aperto di un ristorante, con qualche amico e una bottiglia di vino per ravvivare la conversazione. Le luci di Roma brillavano vivaci e seducenti e dappertutto spirava un senso di serenità che sembrava far andare un po' più piano i passanti, come se indugiassero per evitare di raggiungere troppo presto i loro impegni.
    Adam, però, non indugiava affatto e d'altronde non si stava proprio muovendo: non era lui a dover andare dal suo impegno, bensì il contrario. Di che impegno si trattasse, era perfettamente deducibile dal vestito elegante, costoso, che indossava e dal voluminoso, perfetto mazzo di rose rosse che teneva nella mano inguantata, oltre che dall'espressione tesa e impaziente che animava i suoi lineamenti. Era passata circa una settimana dal suo ultimo (e secondo) incontro con Hilda e da allora l'aveva sentita al telefono sporadicamente, scambiandosi messaggi dolci ma senza parlare troppo, sia perché entrambi avevano i loro impegni (soprattutto Hilda sembrava averne molti) sia perché Adam non aveva la benché minima idea di come comportarsi con lei, di come condurre la loro relazione. Quando se n'era andata, la mattina dopo la loro notte di passione, aveva passato ore intere seduto a rivivere i momenti trascorsi insieme e a sorridere come uno stupido, sentendosi dentro una felicità mai provata prima di allora, che gli faceva desiderare di scendere in strada a cantare, a importunare i passanti per trasmettere in qualche modo la sua contentezza e che, però, non gli permetteva di fare altro che fantasticare a tutto spiano; già arrivato a sera si scoprì impaziente di rivederla e quando i giorni si avvicendarono senza che ciò fosse possibile, quantomeno nel breve termine, la sua felicità iniziò a trasformarsi in inquietudine e timore.
    Lui e Hilda avevano condiviso qualcosa che andava oltre il semplice desiderio e la passione di una notte, era vero... ma che fosse proprio quello il problema? Insomma, malgrado quanto gli avesse detto Hilda, lui le aveva comunque fatto cose che sapeva terribili e che pesavano sul suo cuore come macigni, senza contare che si sentiva confuso e incapace di definire certi comportamenti della vampira; non che continuasse a imputarle alcunché, ovviamente, si era convinto che fosse stato tutto un grande equivoco ma tale convinzione veniva dal cuore e la sua mente, assai più ostinata, doveva ancora interiorizzarla. Inoltre, c'era anche un problema che in quella prima mattina non aveva assolutamente preso in considerazione: Hilda era bellissima, la donna più bella che avesse mai visto e aveva tante qualità quante curve, era probabile che ricevesse ogni giorno miriadi di approcci e di attenzioni da parte di uomini e donne... lui come avrebbe potuto competere con un simile assalto? Anche soltanto a livello meramente statistico, qualche persona che dovesse risultare di suoi gradimento doveva pur incontrarla e lui non si sentiva affatto in grado di reggere il confronto con un qualche altro spasimante, soprattutto se fosse stato un uomo di successo e ambizioso. Dopotutto lui che traguardi aveva raggiunto, quali obiettivi poteva dire di aver strappato alla vita? Quello di essere un guerriero mediocre o di aver avuto la fortuna di aver trovato persone incredibili e pazienti disposte a supportarlo e a insegnargli a essere un vero Portatore di luce? Forse poteva vantare una certa avvenenza, ma di begli uomini ce n'erano a palate e la maggior parte non si trasformava in uno scarafaggione antropomorfo!
    Insomma, stava conoscendo le comuni pene d'amore che erano proprie di tutte le persone inesperte e insicure, quindi un mattino aveva preso una decisione: anziché lottare tutto il tempo coi fantasmi di qualche belloccio arrogante (era consolatorio pensare che tutti i possibili pretendenti di Hilda lo fossero), scrivendo messaggi articolati (e melensi) che poi cancellava per scrivere dei più sicuri e banali "che fai?", decise di invitare Hilda a una serata speciale solo lei e lui. Le chiese, dunque, se fosse libera e se le andasse di uscire insieme e, una volta ricevuto il suo assenso, organizzò quella che reputava una serata assolutamente perfetta: prenotò un tavolo per due nel ristorante più chic della città, indossò il suo abito migliore e passò circa due ore in bagno, oltre a prendere il mazzo di rose rosse più bello che fu in grado di trovare. Per rendere il tutto più romantico e speciale aveva chiamato lui il taxi di Hilda e non le aveva detto dove l'avrebbe portata, in modo che lei avesse la sorpresa di lui che le apriva la portiera davanti al ristorante, impeccabile e romantico. Aveva previsto tutto nei minimi dettagli e niente, niente poteva andare storto.
    ...guarda un po' chi c'è: Insetto Stecco, ciao! - trillò una vocetta fin troppo conosciuta alle sue spalle, tanto che Adam saltò quasi sul posto e si voltò come un cane a cui viene pestata la coda. - Bowen! Ma tu che ci fai qui?! Perché sei qui?! - disse con gli occhi sbarrati, spiazzato e infastidito da quell'incontro non previsto e, soprattutto, assolutamente non voluto. A quelle domande assurde, il demonietto arricciò il naso per poi abbandonarsi a un sorrisetto birbante: gli era bastato un colpo d'occhio per capire come mai la tiranide fosse tanto nervosa e la cosa lo deliziò. - Io che ci faccio? Al massimo che ci fai tu! Insomma, se non sapessi che siamo colleghi, avrei potuto pensare che ti sei dato alla vendita di fiori nei ristoranti... ma, insomma, sei un po' troppo elegante e chiaro di carnagione per fare questo lavoro. - concluse, con un ghignetto eloquente sul volto mentre indicava col dito i suoi vestiti e il mazzo di rose.
    Adam spalancò gli occhi e arrossì come un ladro colto in flagrante. - Eh? Questi? A-ah... n-no, ecco, vedi... i-io... - balbettò, istintivamente portando i fiori dietro la schiena come se, nascondendoli, potesse in qualche modo cancellare l'intuizione del suo amico. - Non provare nemmeno a negarlo! Allora, bastardo, mi vuoi dire com'è la tua ragazza? - gli disse, sorridente e afferrandogli un braccio col fare intimo e malizioso di un amico molto invadente. - Non è la mia ragazza! - sbottò Adam, schermendosi, prima di avvampare e correggere il tiro: - Cioè... è-è un po' complicato, noi... ci stiamo frequentando. - ammise, per un attimo perdendosi nel ricordo delizioso di Hilda. - Adam, porca miseria, sei proprio cotto! E io che pensavo volessi solo rifarti dopo che ti è andata male con le ragazze... - esclamò deliziato il demonietto, alludendo alla sua parziale disavventura con Clerice e Raiko. A una simile allusione Adam avvampò e si confuse definitivamente, incapace di formulare un pensiero di senso compiuto. - A proposito... ha le tette grandi come quelle di Raiko? E il culo com'è? Avanti, dai... lo so che siamo fatti della stessa pasta, tu e io! - implacabile Bowen continuò a metterlo in imbarazzo, senza lesinare colpetti complici e maliziosi col gomito al suo braccio.
    In realtà l'intento del demonietto era assai meno morboso di quanto sembrasse, poiché desiderava soltanto mettere in imbarazzo l'amico e magari carpire qualche nuova informazione con cui prenderlo in giro in seguito, ma non voleva in alcun modo rovinargli l'appuntamento, anzi era sua intenzione divertirsi un altro po' per poi lasciarlo solo. Soltanto che, non visto da nessuno dei due, a pochi metri da loro si fermò un taxi con a bordo qualcuno di estremamente atteso (o inatteso) da parte di entrambi.
     
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    Hilda si sentì come una scolaretta con una cotta quando ricevette il messaggio di Adam che la invitava ad andare a cena assieme. Aveva accettato subito dato che non si erano visti per qualche tempo. Un pochino per i suoi impegni personali e gli imprevisti con Gabriel, ed un poco anche per far sentire la sua mancanza ad Adam. Trovò buffo il cambio di approccio di Adam, che da brutale amante passionale incontrollato, voleva passare una normale e romantica serata insieme. Evidentemente gli serviva un controbilanciamento a ciò che era successo, ma il fatto che l'avesse invitata a cena era un segno inequivocabile che desiderava coltivare la loro relazione e ricominciare a piccoli passi. Scelta che Hilda gli avrebbe senz'altro concesso così da guadagnare ulteriormente la sua fiducia. Per quella sera non sapeva in quale locale sarebbero andati, quindi Hilda optò per un abbigliamento sexy ed elegante, un abito corto che lasciava in mostra le sue lunghissime cosce e mostrava una scollatura generosa ma non volgare. Indossò una collana con un ciondolo pendente che ogni tanto si insinuava nello spacco della scollatura. Mise perfino qualche piccolo gioiello da ornamento per le sue corna, niente di troppo vistoso ma che risultava elegante. Indossava le autoreggenti scure, tacchi alti neri. Aveva legato i capelli in modo che un lato della testa risultava scoperta per mostrare le sue orecchie a punta, facendo ricadere i capelli a cascata sul lato opposto, dando un effetto semplice ma molto elegante. Il tassista la lasciò davanti all'ingresso di un locale rinomato ed elegante, un posto in cui era difficile prenotare un tavolo. Adam doveva aver fatto i salti mortali per riuscire a trovare un posto per loro. Avanzò nel locale guardandosi attorno alla ricerca di Adam e non fu difficile trovarlo dato che era altissimo e la sua chioma argentea saltava all'occhio. Sollevò una mano cercando di richiamare la sua attenzione poiché c'era un poco di folla a separarli. Difatti non aveva notato minimamente la presenza di Bowen vicino a lui, ma anche se avesse avuto la visuale libera probabilmente non lo avrebbe notato subito, dato che si era concentrata sulla figura dell'uomo.
    Adam! fece a gran voce, sorridendo solare e felice aumentando il passo per poterlo raggiungere. In quel momento non aveva occhi che per lui e si affrettò ad avvicinarsi a lui per poi salutarlo con un dolce bacio sulle labbra.
    Ops, scusami ti ho sporcato con il rossetto. fece ridacchiando divertita andando a prendere il tovagliolo sul loro tavolino per porgerlo al suo compagno e fu solo allora che notò che Adam non era solo e che con lui c'era una conoscenza che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
    Oh? Sclumpfe? Vi conoscete? fece un pochino confusa alternando lo sguardo prima ad uno e poi all'altro aspettando una piccola spiegazione.
     
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    Adam stava ancora cercando di schermirsi dalle domande fin troppo indiscrete del suo amico e, soprattutto, trovare un modo veloce per mandarlo via che una voce conosciuta, fin troppo desiderata, lo chiamò poco lontano. Fece appena in tempo a voltarsi che si ritrovò la sua Hilda davanti, con le sue meravigliose labbra a un nulla dalle sue; socchiuse immediatamente gli occhi e si abbandonò con un sospiro a quel casto ma meraviglioso bacio, percependo immediatamente un brivido di puro piacere sulla sua schiena: in un attimo tutta la sua tensione, tutte le sue paure evaporarono e si sentì avvolto dalla più completa beatitudine, che cancellò ogni altra cosa che non fosse Hilda. Quando riaprì gli occhi aveva un sorriso raggiante stampato sul viso e gli occhi gli scintillavano dalla gioia, tanto che Adam non ci pensò nemmeno un istante e circondò col suo braccio la schiena della vampira e, senza nemmeno darle il tempo di porgergli il tovagliolo, la tirò di nuovo a sé, stavolta per un bacio assai più intenso e romantico. - Non mi importa niente del rossetto. Sei bellissima, Hilda. - sussurrò appena udibile, staccandosi da quelle labbra meravigliose e guardandola al colmo di una gioia che, forse, visti i loro trascorsi si sarebbe potuta considerare un po' troppo prematura.
    Era evidente che Adam aveva agito in maniera totalmente istintiva, del tutto dimentico di dove si trovassero e, soprattutto, dell'astante presente: quest'ultimo, però, dopo un iniziale stupore si schiarì proprio in quel momento la gola e Adam, voltatosi immediatamente verso di lui, non solo sbiancò e poi avvampò come se rischiasse l'autocombustione ma, semplicemente, gli morì tutta la sicurezza e la decisione che aveva mostrato fino a quel momento. - Ah! E-ecc... - non ebbe nemmeno il tempo di provare a imbastire una qualche spiegazione (baciarla in quel modo davanti a lui: l'avrebbe preso in giro fino alla fine dei suoi giorni!) che Hilda lo anticipò, sbalordendolo: - Sclumpfe?! - pensò confuso, prima che Bowen rispondesse aumentando ancora di più il suo stupore. - Occhibelli, ma che sorpresa! Da quanto tempo! - trillò, infatti, la voce fin troppo allegra del demonietto, mentre un Adam con un'espressione da pesce lesso guardava ora Hilda e adesso Bowen. - OCCHIBELLI???! - pensò, in uno stupore sempre più venato di gelosia, c'è da aggiungere.
    Bisogna però ammettere che Bowen fu davvero sorpreso dall'apparizione della vampira: già quando aveva sentito la voce, aveva avuto un incredibile sospetto, immediatamente confermato non appena riuscì a posare gli occhi sulla figura di Hilda. Beh, a onor del vero, impiegò un po' prima di arrivare al suo volto ma non era certo colpa sua se le sue cosce erano così lunghe e la sua scollatura tanto profonda, no? E comunque, l'aveva giù riconosciuta dalle gambe, sebbene la conferma migliore gliela diedero i suoi seni. In ogni caso, fatto l'opportuno riconoscimento, sul viso del demonietto comparve un sorriso a dir poco raggiante, soltanto che a differenza di quello di Adam, era assolutamente malizioso e predatorio: se un gatto avesse potuto sorridere davanti alla gabbia aperta del canarino, avrebbe sorriso proprio così. - Certo che lo conosco, lo conosco da un sacco! Vero Adam? - si rivolse a un Adam così sbalordito che parve non sentire minimamente le parole dell'amico. - Ho detto: vero Adam? - ripeté un po' più forte e il poveretto si riscosse tutto, annuendo vigorosamente e arrossendo ancora più di prima. - Ah, g-già, sì! Ehm, sì, noi siamo colleg- ...colleghi e amici, proprio così! Anzi, direi che siamo dei veri amiconi, sapessi che avventure abbiamo passato insieme... - a quell'allusione e allo sguardo malizioso che rivolse ad Adam, assolutamente NON discreto, quest'ultimo impallidì e andò completamente nel panico. - SI', ASSOLUTAMENTE! Siamo proprio dei grandi amici, eheheh! - rise come un cretino, mentre afferrava Bowen per un fianco e lo sballottava vicino a sé, in un gesto che voleva confermare il loro legame ma che, in realtà, doveva servire a non fargli continuare oltre quel possibile racconto, che avrebbe definitivamente ucciso dall'imbarazzo la povera tiranide. - Vedi quant'è affettuoso, Occhibelli? Ma direi che lo sai già, vero? - chiese un Bowen forse un po' compresso dall'enorme braccio di Adam, ma tutt'altro che intimorito, tanto che non lesinò la malizia nemmeno nei confronti di Hilda: aveva già visto un Adam su di giri all'opera e, a giudicare da come aveva reagito a un bacio della vampira, con lei doveva essere anche peggio!
    Bowen si sentiva letteralmente un bambino in un parco giochi: non soltanto aveva modo di prendere in giro Adam come non mai ma, soprattutto, aveva modo di prendersi una vittoria su Hilda! In realtà, però, le emozioni del demonietto erano un po' più complesse di così: non aveva dimenticato il modo in cui aveva conosciuto Hilda e, soprattutto, come si erano lasciati e non aveva minimamente una buona opinione di lei ed era praticamente certo che un bonaccione come Adam non sapesse minimamente che combinava in giro la sua adorata, quindi non intendeva semplicemente prendersi gioco di entrambi... voleva dare una lezione esemplare alla vampira e, al tempo stesso, aprire gli occhi alla tiranide che gli pareva spaventosamente e irrimediabilmente cotto. Ma per fare questo aveva bisogno di più informazioni, di comprendere il reale rapporto di loro due... e, al tempo stesso, poteva anche divertirsi un sacco nel mentre!
    A proposito di affetto... non mi saluti, Hilda? Dai, su, vieni tu che io lì in alto non ci arrivo. - disse, svincolandosi dalla presa di Adam e porgendo la guancia alla vampira, addirittura picchiettandosela con l'indice come a invitarla a dargli quel bacio. Il divertimento di Bowen era semplicemente manifesto e Adam era così spiazzato che non riuscì a dire nulla, se non a guardare Hilda... che cosa avrebbe fatto quest'ultima? Sarebbe stata al gioco?
     
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    La reazione di Adam la deliziò non poco, quando si sentì cingere dalle sue braccia per poi sentire di nuovo le sue labbra contro le sue, che si ammorbidivano in un tocco più profondo e intimo, mugugnò sorpresa ma gioiosa. Ricambiò il bacio crogiolandosi in quel gesto di affetto che le fece capire che era davvero cotto di lei, soprattutto quando riuscì a vedere il suo sorriso radioso. Amava quel suo modo di fare istintivo e spontaneo, totalmente catturato da lei al punto da scordarsi dove erano e che c'era qualcuno lì vicino a loro che si era sorbito tutta la scena. Ad Hilda ovviamente non importava, apprezzò molto quel bacio e glielo fece capire, sorridendogli e ridacchiando complice e civettuosa.
    Anche tu stai molto bene vestito così. gli rispose sussurrando a sua volta, ma quel momento dolce venne interrotto da una tosse che riportò i due piccioncini al presente. Si sorprese ancora di più quando Bowen la salutò allegro e spensierato chiamandola di nuovo con quel fastidioso nomignolo che le aveva dato quando aveva giocato con lui. Era davvero una strana coincidenza, ma infondo per Hilda le coincidenze non erano mai casuali e sapeva che poteva essere un segno di Aprocrypha per poter seguire la sua via. Notò che Adam fu praticamente stordito nello scoprire che Hilda conoscesse Bowen e che fosse abbastanza in confidenza da chiamarsi con dei strani nomignoli. Per Hilda però risultava ancora più strano che quei due fossero amici. Era curioso notare quanto fossero diversi uno dall'altro: Adam sembrava così innocente e dolcemente imbranato, mentre Bowen era malizioso, dispettoso e a tratti perfino perfido. Il modo in cui spiegarono che erano amici e colleghi, mise il seme del sospetto nella mente di Hilda. Adam lo stava stringendo fin troppo forte, ed Hilda conosceva il suo delizioso difetto nel non sapersi gestire le emozioni. Aveva saggiato sulla propria pelle la forza delle emozioni che lo facevano diventare violento, c'era qualcosa in lui che la attirava tantissimo. Aveva carpito che l'animo di Adam era innocente ma che la sua natura da tiranide cozzava moltissimo con il suo essere al punto da essere in perenne lotta contro il proprio istinto. Adam voleva a tutti costi essere un bravo ragazzo, mentre Bowen era tutto l'opposto, buono di cuore, ma ostentava il suo fare ribellino al punto da essere una vera e propria canaglia. A vederli insieme e dal modo in cui sorrideva maliziosamente Bowen, sembrava che Adam si fosse fatto corrompere dal suo amichetto per fare qualcosa di cui non andava molto fiero. Forse lo aveva fatto ubriacare e si erano dati alla pazza gioia? In tutti i sensi ovviamente secondo la mente contorta e perversa di Hilda. Bowen le chiese un saluto più caloroso, sogghignando in quel modo malefico di chi aveva il coltello dalla parte del manico. Forse voleva ricattarla per ciò che gli aveva fatto? Guardò un momento la guancia liscia di Bowen, esitando un momento poiché non riusciva ancora a capire cosa gli frullasse per la testa. Decise di assecondarlo, così da poter capire dove volesse andare a parare. Diede una rapida occhiata ad Adam, come a volerlo tranquillizzare e poi si chinò per poter dare quel bacetto sulla guancia di Bowen, ma lo fece guardando verso Adam, curiosa di vedere se suscitasse gelosia in lui.
    Non sei più arrabbiato con me.. Bowen? chiese a Bowen sussurrando a bassa voce per non farlo sentire ad Adam. Pronunciò per la prima volta il suo nome, dato che la volta scorsa non glielo avevano mai rivelato.
     
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    Adam non aveva parole per tradurre la gioia che stava provando in quel momento: stringere Hilda, dopo tutti quei giorni di lontananza, era di per sé un piacere ma baciarla e, soprattutto, sentirla ricambiare con entusiasmo era semplicemente meraviglioso. A trasformargli, però, il cervello in una morbida pappa gioiosa ci pensò il complimento che la vampira, poco dopo la fine del bacio, gli rivolse a sorpresa; dire che andò in sollucchero sarebbe troppo poco e se non fosse stato per l'intervento di Bowen sarebbe ritornato a baciarla con più foga e felicità di prima. Invece, gli toccò gestire quel diavoletto importuno e imprevisto!
    ...in realtà, "gestire" non è il termine esatto perché la tiranide si limitò a sbalordire e a pregare i Santi affinché Bowen non se ne uscisse con una delle sue solite birbonate, mettendolo in imbarazzo con Hilda. Fortunatamente non accadde nulla di irreparabile e benché Adam si sentisse il cuore galoppare nel petto, poteva dire che stesse andando tutto per il meglio, anche se con quel monello non si poteva mai dire. E infatti, fece subito la sua mossa, chiedendo un bacio sulla guancia alla vampira! Adam, senza nemmeno sapere il perché, arrossì e si sciolse allo sguardo rassicurante di Hilda, che guardò adorante mentre dava quel piccolo e innocente bacio al suo amico.
    Se la donna serbava ricordo di Bowen e del suo corpo, non si sarebbe sorpresa a trovare quella gota incredibilmente morbida e vellutata, oltre che piacevolmente calda, così come non si sarebbe stupita nel trovare un brillio da vero birbante in quegli occhi fin troppo grandi e (falsamente) teneri. - Ecco, brava. Adesso tocca a me, però! - trillò e per un attimo Adam agghiacciò, temendo che potesse approfittarne per baciarla sulle labbra (da una canaglia come lui c'era da aspettarselo!) ma non accadde nulla del genere, poiché il demonietto appose un bacio assolutamente casto e amichevole sulla guancia di Hilda, producendo anche uno sciocco un po' infantile. - Sono proprio felice di rivederti, sai? - rispose a voce alta, guardandola sfacciatamente negli occhi e senza prendersi la briga di rispondere alla discreta domanda posta dalla vampira. Naturalmente l'aveva sentita e non intendeva assolutamente darle una risposta: dopotutto lei non si era presa la briga di metterlo a suo agio durante il loro primo incontro e, quindi, non poteva pretendere da lui una simile cortesia.
    Quel bacetto, però, destabilizzò ulteriormente il povero Adam che già non ne poteva più di avere Bowen tra i piedi: - Pure io sono stato molto, molto felice di vederti Bowen ma, ecco, adesso io... anzi, noi dovremmo proprio and- uh, idea! Perché non vi accompagno al ristorante? Insomma, stavo proprio cercando un posto per cenare e che occasione migliore di questa per stare tutti insieme? - propose il demonietto che, sebbene mostrasse un visetto assolutamente angelico e pieno di buone intenzioni, aveva uno sguardo così divertito da rendere pressoché manifesto il piacere che stava ricavando nel mandare all'aria i piani del suo amico. - Cosa?! C-cioè, e-ehm, ecco... con piacere ma temo s-sia pr-proprio impossibile, sai ho prenotato specificatamente per due e poi, insomma, ci s-sono altri impedimenti che... - la reazione di Adam era stata assurdamente comica, poiché aveva strabuzzato gli occhi e prorotto in un "cosa" assolutamente indignato, prima di arrossire pressoché paonazzo e cercare di correggere il tiro, cercando di trovare delle giustificazioni plausibili ma, a parte la prenotazione, non gliene venivano altre che non fossero un infantile "voglio Hilda tutta per me". - E che problema c'è? Si fanno pagare un rene a testa e non possono nemmeno aggiungere un posto? - Bowen era pressoché deliziato dalla reazione di Adam e ignorò a bella posta la sua iniziale reazione, come se non avesse capito che il poveretto volesse semplicemente stare da solo con la sua quasi ragazza e fosse troppo timido per dirlo apertamente. - Dai, Hilda, diglielo anche tu che non ci sono problemi. Anche perché voglio proprio raccontargli il nostro incontro e, secondo me, se ci sei tu è meglio: io potrei ricordare male certi... passaggi. - si rivolse alla vampira, facendole gli occhi dolci come a volerla impietosire (cosa che fece inarcare un sopracciglio ad Adam: di preciso quanto erano in confidenza, quei due?!) ma, in realtà, le sue parole avevano un significato molto, molto allusivo: senza di lei avrebbe potuto, infatti, raccontare cose che forse era meglio tacere! - E poi sono certo che non ti ha raccontato nemmeno che lavoro fa... vero Adam? Ah, sapessi quante ne ha combinate! - ridacchiò, scoccando uno sguardo eloquente in direzione di Adam che, completamente confuso e imbarazzato, borbottò qualcosa e distolse lo sguardo: ancora quella storia dello sciacallo mezzo ammazzato! Insomma, la decisione spettava a Hilda e Bowen le aveva dato almeno due buoni motivi per includerlo in quell'appuntamento... lei che avrebbe deciso?
     
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    Hilda ricordava molto bene la pelle liscia di Bowen, se non si era mai complimentata con lui durante la loro notte di lussuria, era unicamente perché era stato tutto il tempo ostile verso di lei. Davanti ad Adam invece si stava atteggiando in modo molto diverso: sicuro di sé e amichevole, forse fin troppo visto il modo in cui si erano lasciati la precedente volta. Infatti lui non le rispose nemmeno alla domanda sussurrata, dichiarando invece che adesso toccava a lui darle un bacetto di saluto. Era ovvio che lo stesse facendo apposta per stuzzicare Adam e la sua gelosia, ma sul momento Hilda rimase al gioco, anche perché era curiosa di vedere come si sarebbe comportata la sua adorata Tiranide. Come c'era da aspettarsi cercò di affrettarsi e congedarsi da Bowen, ma quella canaglia aveva deciso proprio di imbucarsi al loro appuntamento, e non serviva di certo un genio per capirlo. Oltretutto Bowen sembrava anche volerla ricattare insinuando che potesse raccontare ad Adam chissà quale verità contorta per metterla in una brutta luce agli occhi del suo amico. Hilda ghignò divertita: si sentiva la coscienza pulita, non aveva proprio nulla da vergognarsi, dopotutto già in principio Adam aveva creduto Hilda una predatrice, una donna diabolica e malvagia. Che era assolutamente vero, ma ormai avevano avuto i loro trascorsi piuttosto particolari, sarebbe stato difficile per Bowen metterla in cattiva luce, anche perché Hilda sapeva sempre come rigirarsi la frittata in suo favore. La vampira pensò quindi di dargli pan per focaccia, così che si sarebbe pentito di quella intrusione.
    Oh, siete molto in confidenza vedo. Per me va bene, puoi unirti alla cena, non mi dispiace conoscere meglio gli amici del mio amoruccio. fece con tono allegro, avvicinandosi ad Adam per poggiargli i seni contro il braccio, mentre con una mano intrecciava le dita alla sua, e gli dava un bacio sulla guancia. Si avvicinò poi al suo orecchio sorridendo maliziosa.
    Non preoccuparti abbiamo tutta la notte per noi, finita la cena recupereremo. gli sussurrò complice e con un tono sensuale, facendogli capire che aveva pienamente intenzione di rendere la loro notte bollente come le volte precedenti. Forse Adam aveva ancora qualche dubbio legittimo sulla natura della loro relazione, ma per Hilda era chiaro come il sole che lui fosse il suo uomo e le piaceva mostrarlo anche agli altri con le sue piccole effusioni. Hilda chiamò con un gesto un cameriere, chiedendogli di aggiungere una sedia al loro tavolo, e stranamente non ci furono obiezioni. Il cameriere preparò la tavola e poi scortò l'allegro gruppetto al tavolo, era rotondo quindi furono posizionati come se fossero ai vertici di un triangolo equidistanti.
    La curiosità mi sta divorando adesso: siete così diversi uno dall'altro mi chiedo che mestiere potrebbero mai fare una creatura adorabile come te ed un piccolo diavoletto? guardò prima uno e poi l'altro con un gran sorriso, curiosa ed in attesa di sentire la loro risposta.
     
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    Bowen si stava divertendo davvero un mondo e, per come si stavano mettendo le cose, era certo che il meglio dovesse ancora arrivare. A dirla tutta, l'unica nota stonata che poteva ravvisare era l'apparente, assoluta tranquillità di Hilda: non che si aspettasse di vederla spiazzata o nel panico alla sua sola vista (sapeva benissimo quanta faccia tosta avesse!) ma si aspettava un minimo di disagio, di confusione. Invece nulla, continuava a recitare la parte della conoscente e della fidanzatina come se non l'avesse rapito al termine di un tentato (e riuscito, purtroppo) furto! La cosa lo irritava moltissimo ma, anche per questo, era deciso ad andare fino in fondo, consapevole che Adam avesse il diritto di conoscere davvero chi era la vampira.
    Quest'ultimo, invece, era assolutamente ansioso di sbarazzarsi di quell'importuno terzo incomodo e passare una serata romantica con la sua Hilda, conoscerla meglio e poi portarla a casa dove intendeva... beh, meglio non pensare al dopo cena o si sarebbe completamente distratto! In realtà, si distrasse comunque e quando Hilda diede il suo responso alla proposta di Bowen, Adam partì in quarta sicuro che fosse uguale al suo: - Sentito? Mi dispiace ma... eh? A-amoruccio?! - squittì spalancando gli occhi e guardandola stranita per insieme di motivi: il primo, banalmente che avesse accolto la richiesta assolutamente maleducata del demonietto, il secondo (ben più importante) che lo avesse chiamato in quel mondo! Adam arrossì sia per la felicità che per l'imbarazzo di sentirsi chiamare in quel modo buffo, soprattutto davanti a un suo amico, ma non trascorse che un attimo e in lui rimase soltanto la gioia: Hilda lo aveva chiamato (circa) "amore"! - Oh... amore, grazie, io... - diciamo che la felicità non lo rendeva un buon oratore, ma alla vampira sarebbe bastato lo scintillio nei suoi occhi chiari per comprendere quanto quel semplice nomignolo gli avesse fatto piacere e il fatto che, subito, si sentì in dovere di chiamarla così anche lui. - Sì, ho proprio sentito "amoruccio". - ribatté un Bowen che, semplicemente, se la rideva sotto ai baffi e che stava annotando mentalmente ogni dettaglio di quella situazione meravigliosa per poterlo prendere in giro in futuro, probabilmente per i prossimi tre lustri.
    La tiranide avrebbe voluto rispondere per le rime al suo amico, magari per rintuzzarlo con un "invidioso?" ma non fece nemmeno in tempo a voltarsi verso di lui che Hilda, improvvisamente, gli premette i seni contro il braccio e ciò, semplicemente, bastò a spegnergli ogni attività cerebrale per un tempo piuttosto indefinito. Istintivamente le strinse la mano con una presa tanto salda quanto romantica e socchiuse gli occhi a quel dolce, morbidissimo bacio sulla sua guancia. Già così Adam era in paradiso ma, con quel sussurro sensuale al suo orecchio e quella promessa di una notte focosa, semplicemente andò in estasi: Hilda lo avrebbe sentito fremere appena e avrebbe visto quella gola virile, diafana, che deglutiva lentamente, tra l'impaziente e un lieve imbarazzo. Poi, riaprì gli occhi e la strinse a sé, guardandola intensamente negli occhi. - Non sarà mai abbastanza presto... amore. - le sussurrò dolcemente e stava per baciarla, se il rumore di ostentati conati con l'avessero distratto: - Mamma, papà, avete finito di mettermi in imbarazzo? Il tavolo attende! - scherzò il demonietto, che fino a un attimo prima aveva la smorfia schifata di un bambino alle prese coi cavoli o con qualche altra verdura sgradevole. Malgrado il ghignetto birbante, quella scena lo colpì più in negativo di quanto lasciasse trasparire: era, infatti, la dimostrazione più lampante di quanto Adam fosse irrimediabilmente cotto e, soprattutto, facilmente raggirabile dalla vampira, tanto che bastavano letteralmente due paroline dolci e una lieve allusione per averlo in suo completo potere. Insomma, gli aveva messo il guinzaglio e Adam scodinzolava pure tutto felice!
    Ad ogni modo, il poveretto in questione arrossì per quanto gli consentiva il suo colorito pallido e, borbottando qualche giustificazione (o protesta?) inintelligibile, si avviò con Hilda verso il loro tavolo. La vampira immediatamente chiese al cameriere di aggiungere una sedia in più e costui li accontentò, così finirono col sedersi con Bowen letteralmente tra di loro. In realtà Adam avrebbe preferito sedersi più vicino a Hilda (benché così, l'uno di fronte all'altra, fosse innegabilmente più romantico) ma Bowen lo precedette e non se la sentì di fare storie.
    Non appena si furono accomodati, Hilda rivolse loro una domanda ampiamente attesa dal demonietto: - Adesso si metterà a gongolare ma io e il tuo ragazzo facciamo un lavoro davvero, davvero figo. Vero Insetto Stecco? - chiese direttamente ad Adam che, però, in quel momento aveva ben altro per la testa. - Ha detto che sono adorabile, l'ha detto davvero! - diciamo, infatti, che il giovane stava effettivamente gongolando ma non per il motivo detto da Bowen! - Lei pensa che io sono adorabile! Io! - non erano, forse, dei pensieri troppo complessi ma, d'altronde, la felicità risiede nelle piccole cose che, di certo, non possono che suscitare pensieri semplici. - Ho detto: VERO? - ripeté il demonietto più forte, facendolo sobbalzare e visto che Adam era impegnato a prendere il suo bicchiere per colmarlo d'acqua (attività che la gioia aveva congelato) quasi si rischiò un patatrac, fortunatamente il bicchiere era vuoto e non accadde nulla, a parte l'enorme spavento di Adam che avvampò dall'imbarazzo. - Già, già, verissimo! - Bowen era letteralmente deliziato e, per un attimo totalmente dimentico delle sue buone intenzioni, decise di infierire più che poteva. - Senti, Hilda, lui non era sveglissimo neanche prima ma da quando ci sei tu è totalmente andato: praticamente non gli fai più arrivare il sangue al cervello! - l'accusò fin troppo complice, ghignando in maniera evidentissima e gettando totalmente nell'imbarazzo un povero Adam, che reagì praticamente d'istinto: - Hilda, non l'ascoltare, non è affatto vero! Cioè, tu ovviamente mi fai un c-certo effetto ma... - a quell'ennesima correzione il demonietto non resistette più e scoppiò in una sincera risata, con Adam che raggiungeva una colorazione vicina ad "aragosta ben cotta". - Oh, insomma, stavamo parlando d'altro! - sbottò e, con un sospiro, cercò di ritrovare la calma. Ovviamente tra le risate incontrollabili di Bowen. - Noi due lavoriamo per il Vaticano, siamo dei Portatori di Luce. Siamo stati scelti dalla Papessa in persona e, poco tempo fa, abbiamo partecipato a una missione diplomatica della massima importanza. Anzi, non ti nascondo che proprio in quel contesto abbiamo dovuto gestire un'emergenza che, grazie al nostro pronto intervento, abbiamo trasformato in un'opportunità. - Adam sembrò riacquistare dignità e padronanza di sé man mano che raccontava quel loro (unico) successo, mentre Bowen progressivamente smetteva di ridere (stropicciandosi gli occhi che l'ilarità avevano fatto lacrimare) e annuiva quasi con una certa gravità. - Poi, se ti va, te lo raccontiamo per bene: sono certo che Adam voglia parlarti di un certo sciacallo... ma, adesso tocca a me: tu e l'insettone come vi siete conosciuti? - chiese con un sorriso angelico, come se davvero fosse un conoscente desideroso di fare quattro chiacchere. In realtà, malgrado avesse cercato istintivamente la complicità di Hilda per prendere un po' in giro Adam (come resistere?), i suoi buoni propositi rimanevano e voleva indagare sul loro rapporto e vederci un po' più chiaro, oltre a quelle apparenze da fidanzatini appiccicosi. In tutto questo, un Adam più serio e nervoso rivolse uno sguardo apprensivo verso la sua adorata vampira: era una domanda spinosa e lui non avrebbe saputo come rispondere.
     
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    Bowen stranamente si stava comportando i modo simpatico e amichevole, ironizzando sul fare affettuoso della coppia. Trovava le sue battute divertenti, e chissà forse perché non le era ostile come l'altra volta, risultava quasi piacevole. Hilda non sapeva in che modo giudicare quel intromissione da parte di Bowen: voleva proteggere il suo amico, oppure aveva intenzione di rovinarle la serata in qualche modo per vendetta? In ogni caso sarebbe stata felice di scoprire cosa sarebbe successo, sia in un senso che nell'altro per Hilda poteva rivelarsi una bellissima serata. Una volta accomodati tornarono di nuovo a chiacchierare, notando con piacere che Adam era piuttosto distratto dalle chiacchiere ed Hilda sperava che fosse perché aveva la testa alla loro intimità che avrebbero potuto godere fra qualche ora magari. Bowen rimproverò il suo amico per quel motivo, sembrava però anche insinuare che fosse colpa di Hilda e probabilmente non intendeva in senso buono. Pensava forse che lo aveva ammaliato con la sua natura vampirica? Non lo avrebbe biasimato, al suo posto si sarebbe chiesta la stessa cosa. Adam alla fine rivelò che facevano parte del Vaticano, entrambi! La cosa sorprese moltissimo la vampira che non riusciva a credere alle sue orecchie. Doveva essere senz'altro un segno di Aprocrypha! Le lanterne erano un culto religioso ma molto poco influente nel mondo e loro praticamente lavoravano nel centro nevralgico di politiche religiose. Non aveva ancora idea di come e perché ma conoscerne dei componenti stava aprendo una porta molto interessante per gli adepti delle lanterne.
    Sul serio?! Ooh.. ha ha ha le sfuggì incredula mentre cercava di trattenere una risata, ma non sembrava volerli deridere, tutto l'opposto sembrava colpita dalla notizia.
    Ciò spiega molte cose. aggiunse guardando prima Bowen, mentre pensava alla loro battaglia sul treno, e poi guardò Adam ricordandosi di come l'aveva approcciata le prime volte. Bowen chiese infine come si fossero conosciuti e quella domanda le fece capire che molto probabilmente Bowen stava indagando sul loro rapporto, stava cercando di capire se mettere in guardia il suo amico da lei? Hilda non rispose subito, posò una mano su quella di Adam, guardandolo un momento per comunicargli con lo sguardo che voleva essere lei a raccontarlo, poi tornò a guardare Bowen, dritto negli occhi, con uno sguardo così penetrante che poteva quasi sembrare che si stesse accingendo a leggergli l'animo.
    Non è molto diverso da come ho conosciuto te, Bowen. Stavo aiutando un mio alunno che aveva perso il controllo del suo potere, ed Adam aveva sentito dirmi delle cose che prese fuori dal contesto gli hanno fatto fraintendere totalmente la situazione, credendomi una sorta di vampira delinquente divora uomini. iniziò portando le dita a giocherellare con le unghie sul vetro dei bicchieri posti davanti a lei, facendoli tintinnare giocosamente.
    Entrambi non mi avete creduto, e mi avete attaccata, e beh... per spezzare una lancia in vostro favore ammetto che non ho insistito molto a spiegarmi, alle volte la mia natura da predatore mi spinge a combattere piuttosto che a chiacchierare. Spero che non tutti gli adepti del Vaticano pecchino di pregiudizio come voi due. fece ridacchiando divertita al ricordo di come aveva giocato sul loro orgoglio da giustizieri. Si voltò poi a guardare Adam sorridendogli con affetto.
    Quando ho conosciuto Bowen, pensava che volessi derubare un vagone. In realtà ero andata su quel vagone per pagare pegno di una scommessa con una mia cara amica. Dovevo solo prendere un simbolo che testimoniasse che ero riuscita ad entrare nel vagone, ma ci ho trovato Bowen ed un altro ragazzino che hanno difeso strenuamente il carico. Diciamo che anche quella volta ho preferito combattere piuttosto che spiegarmi. Non li biasimo stavano facendo il loro lavoro e sono sicura che qualsiasi cosa avessi detto non sarei stata molto credibile. Però hai visto? Il carico alla fine è arrivato a destinazione no? fece un occhiolino di intesa a Bowen continuando a sorridere con quel ghigno da monella che lasciava intendere chiaramente che Hilda fosse una donna che non disdegnava le emozioni forti, e che non era poi una donna molto tranquilla e pacata.
    E' da tanto tempo che vi conoscete? chiese curiosa di scoprire quanto fossero in confidenza in realtà. Bowen era un tipo molto diretto quindi non riusciva a capirlo dato che le sue battute facevano pensare ad una gran confidenza, ma Adam prima non era sembrato poi così a suo agio, ed il fatto che aveva cercato di essere educato nel non mandarlo a quel paese poteva essere segno che forse non era da tanto che si conoscessero.
     
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    Hilda sembrò molto colpita e, in parte, divertita dallo scoprire il loro lavoro: inutile dire che l'autostima di Adam fu lanciata verso la stratosfera, mentre Bowen la guardava di sottecchi col suo consueto sorrisetto monello. Il divertimento della vampira era comprensibile (quante possibilità c'erano d'incontrare due Portatori di luce?) così come il suo ammirato stupore... ma al demonietto non la raccontava giusta: davvero non sapeva del lavoro di Adam? Per un attimo, infatti, considerò la possibilità che si stesse approfittando di lui, anche soltanto per avere qualche regalo e la comodità che uno spasimante in una posizione simile può dare. Ma rigettò abbastanza presto questa possibilità, dopotutto Hilda non gli sembrava il tipo e, a essere del tutto sinceri, una donna come lei non avrebbe faticato a trovare pretendenti ben più ricchi e affermati della tiranide.
    Più che altro, ad attirare la sua attenzione fu il successivo commento della donna: in che senso la loro professione spiegava "molte cose"? Ovviamente Adam era così perso nella gioia di aver fatto colpo su Hilda che non ci fece assolutamente caso, ma la curiosità del demonietto si era acuita abbastanza da provare a ricevere qualche informazione in più su di loro e, soprattutto, su di lei. Dopotutto era normale che un caro amico chiedesse come si fossero conosciuti, no? In effetti, la reazione tesa e un po' grave di Adam gli fece capire di averci visto giusto, di aver sfiorato un nodo particolarmente interessante e Bowen stava per incalzarlo, sempre in maniera amichevole e apparentemente disinteressata, quando Hilda intervenne, posando una mano su quella della tiranide e guardandolo negli occhi intensamente. Il demonietto sostenne quello sguardo senza timore, convinto che non fosse lui quello a nascondere qualcosa, mentre Adam si scioglieva al tocco e si rilassava: se la sua Hilda si era presa quella responsabilità allora poteva star tranquillo, lei sapeva cosa fare! Certo, poteva generare qualche perplessità che la tiranide nutrisse una tale fiducia nella vampira, visti i loro trascorsi, ma che fosse irrimediabilmente innamorato era evidente e, inoltre, la malia vampira doveva avere la sua parte in quell'abbandono acritico e sempre più totale.
    Noooo, chi mai ti potrebbe scambiare per una delinquente divora uomini? - chiese il demonietto fintamente sorpreso e indignato, sebbene il suo tono e il suo sorriso erano così divertiti da sembrare più uno scherzo che una vera accusa. Adam, dal canto suo, sbarrò un attimo gli occhi e li guardò sorpresi: davvero tra loro due era intercorso lo stesso equivoco? In realtà, una parte di sé aveva ancora difficoltà a definire quanto era accaduto quella notte con un simile eufemismo, ma in quel momento era troppo impegnato a chiedersi se, dopo l' "equivoco", tra il demonietto e la vampira c'era stato lo stesso esito. Dire che s'infiammò di gelosia sarebbe sbagliato, ma sicuramente questa lo punse, dopotutto Bowen era fin troppo incline alla malizia e Hilda... beh, lei aveva manifestato più volte (con suo grande piacere, bisogna anche ammettere) la sua inclinazione verso la sessualità! Naturalmente era perfettamente conscio che simili pensieri non erano corretti e che, insomma, non poteva essere geloso per eventuali, passate avventure che non era nemmeno sicuro che ci fossero state ma, insomma, la tiranide non poté evitare di scoccare uno sguardo un po' accigliato verso il suo amico. - E io spero che non tutte le vampire amino così poco chiacchierare, Hilda. - ribatté prontamente il demonietto, mentre Adam arrossiva alla considerazione scherzosa della vampira: anche il tono di Bowen risultò simpatico e gradevole, non sembrava la stesse realmente accusando di nulla ma che, realmente, riconosciuto l'equivoco ne stesse ridendo con lei, al massimo prendendola un po' in giro. In effetti, Hilda era realmente una compagnia piacevole e l'atmosfera rilassata, lo aiutavano a divertirsi e a rendere la recita molto più credibile e facile da condurre... ma, per l'appunto, Bowen non aveva intenzioni amichevoli nei confronti della vampira e quanto stava facendo era utile soltanto per capire meglio il contesto della loro relazione e se Adam stava venendo manipolato in qualche modo.
    Il fatto che il loro primo incontro era stato teatro di uno scontro, sebbene adesso la tiranide sembrasse concordare con la versione di Hilda, era un campanello d'allarme molto importante: - Hilda ha ragione, io sono stato... troppo precipitoso. E le ho pure prese! - commentò Adam, con le gote ancora un po' rosse, mentre stringeva più forte la mano di Hilda e le sorrideva dolce, forse con una velata vergogna. Non gli era semplice parlare di quant'era accaduto, ma sentire con quanta naturalezza lo avesse raccontato lo aiutava e gli permetteva di fare pure una battuta, fatto che lo aiutava a normalizzare sempre di più l'accaduto. - Oh, Adam, che tu le avessi prese non c'era dubbio alcuno! - ridacchiò il demonietto, con un Adam che diventava per un attimo paonazzo e che borbottava un "non sono un combattente esperto" in un tono molto, molto basso. Battute a parte, però, anche Adam adesso era curioso di conoscere i dettagli del loro incontro e Hilda, anticipando questo suo desiderio, glielo spiegò: in effetti, a differenza del loro primo incontro, Hilda aveva compiuto un'impresa decisamente... fraintendibile! Adam la guardò un po' stupito, in effetti ma anche con quel sorriso piena d'indulgente ammirazione tipico degli innamorati che vedono qualità anche dove non vi dovrebbero essere, mentre il sorriso di Bowen si faceva sempre più affilato. Hilda era stata molto brava a presentare quell'incontro come una semplice "marachella", riconoscendo persino che lui ed Enas avessero tutto il diritto di affrontarla, ma ovviamente aveva completamente omesso ciò che era seguito al combattimento, dato che quella parte non poteva essere ingentilita in alcun modo. In effetti, nello scontro con Adam (che quest'ultimo aveva perso, per sua stessa ammissione) era successo lo stesso? E, in caso, come spiegare il comportamento del suo amico? Certo, c'è da dire che Enas - persino mentre era immobilizzato e vestito da coniglietto - praticamente si era sciolto ai suoi ordini... ma Adam gli sembrava un po' più tosto di un ragazzino inesperto!
    Oh sì, alla fine è arrivato. Tutti e due. - i carichi in questione Hilda poteva ben capire in cosa consistessero, anche perché la fine del loro amplesso a tre era stata decisamente "pirotecnica", ma Bowen usò un tono appena un poco malizioso e Adam neppure lo notò, quindi quell'allusione fu tutta per Hilda. Un'allusione che non mostrava rimprovero, in effetti, quindi avrebbe potuto confondere la vampira sulle reali impressioni del demonietto su quanto accaduto. - Da qualche mese, se non erro. Diciamo che la nostra conoscenza è stata un po' improvvisa... ma abbiamo subito legato molto. - per una volta rispose Adam, sorridendo a Bowen che lo ricambiò, tutto sommato, affettuoso. - Sì, Insetto Stecco è un bravo ragazzo. A proposito... non pensavo ti piacessero i bravi ragazzi, Hilda. - commentò con espressione un po' perplessa, come se si stesse confrontando con un problema che, fino a quel momento, gli era sfuggito. - Però, ora che ci penso meglio, hai apprezzato molto Enas... mi pare lo trovassi "dolce", vero? - c'erano parecchie cose che, se non ricordava male, aveva trovato dolci in quel ragazzino! Gli occhi del demonietto brillarono di malizia e il suo ghignetto si accentuò un altro po', mentre Adam sbigottiva e arrossiva non si sa bene per imbarazzo o per gelosia. - Enas? Dolce?! - balbettò come l'idea di un nuovo, sconosciuto ostacolo tra lui e Hilda lo gettasse nel più completo panico. - Sì, dolce. E, in effetti, Adam tu la inviti al ristorante ma... come farà? Ci guarderà mangiare mentre, poverina, dovrà patire la fame? Rischiamo di farci succhiare tutto il sangue dal corpo! - a parte il fatto che quel "succhiare" non fu pronunciato con completo e incorrotto candore (i suoi occhi brillarono fin troppo birbanti), la domanda che poneva era lecita: i vampiri potevano nutrirsi di cibi "normali"? - Ma come? L-lei può... - Adam fu folgorato da un dubbio inaspettato: lui l'aveva invitata al ristorante ma non sapeva nemmeno se potesse mangiare con lui! Dire che avvampò sarebbe riduttivo e la guardò tra il mortificato e il sollecito. - Se non puoi io... io ci sono. - forse non chiarissimo, ma era un pudico invito a bere dal suo collo se non avesse potuto nutrirsi come loro. In quel momento lo sguardo di Bowen si fece più affilato: ma come, Adam non lo sapeva davvero? Possibile che fossero così intimi e lui non sapesse una cosa così importante di lei? Inoltre si era subito offerto di farla bere dal suo collo... in linea con un cuore altruista come Adam (con la sua fidanzata, poi!) ma, parlando di vampiri, comunque un campanello di allarme. - Tranquilla, Hilda, se non ti basta il suo collo ci sono pure io: non sarò dolce come certi bravi ragazzi, ma... dovrebbe andar bene per un sorso, no? - scherzò Bowen, mostrando un sorriso furbetto: Hilda lo aveva già provato il suo sangue, dopotutto, quale aveva apprezzato di più tra il suo e quello di Enas? E soprattutto, voleva farlo sapere ad Adam?
     
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    Chissà quanto sarebbe stato sorpreso Bowen nello scoprire che Hilda era sinceramente interessata ai sentimenti di Adam e che lo ricambiava sebbene in un modo contorto. Non le era mai interessato il denaro, dopotutto vivendo a lungo aveva accumulato già una discreta fortuna che usava nei momenti di pigrizia quando non le andava di lavorare. Oltretutto Hilda si sentiva fiera di ciò che legava lei e Adam, era sicura di poter andare in giro e dire che la loro love story era intensa e migliore di qualsiasi romanzo rosa avrebbero mai scritto. Bowen intanto continuava ad essere sarcastico ed Hilda ridacchiò divertita al suo primo commento, per poi gesticolare con un dito nella sua direzione come a volergli far presente qualcosa.
    Ecco il pregiudizio di cui parlavo. affermò in modo però abbastanza scherzoso, non aveva intenzione di fare polemica. Dopotutto amava usare proprio la scusa della sua razza per giocare sui pregiudizi altrui, e magari anche spaventare. Non poteva negare del tutto che fosse una "mangiauomini" sebbe lei preferiva mangiare il loro cuori in senso metaforico. Hilda notò l'allusione di Bowen sui due ragazzi quando Bowen parlò del treno, ma sul momento Hilda si limitò a sorridere con una punta di malizia e divertimento: le era piaciuto prendersi la sua piccola vendetta su loro due, e a giudicare da come stava procedendo la serata e di come ogni tanto Bowen mandava delle frecciatine era evidente che non aveva ancora digerito del tutto ciò che gli aveva fatto, ma probabilmente non stava dicendo nulla per rispetto al suo amico. Quindi Hilda si sentiva con la vittoria in pugno perché aveva ottenuto ciò che voleva da quella serata piccante a giocare con lui ed Enas. Tornando però alla loro conversazione Adam spiegò che si conoscevano solo da qualche mese, quindi ne dedusse che al momento erano buoni colleghi ma non erano ancora profondamente legati come due amici di vecchia data. Un informazione che poteva rivelarsi preziosa.
    Oh sì, Enas, me lo ricordo bene era così educato e a modo... commentò prima che Bowen prendesse ancora una volta in giro Hilda, e forse più Adam per il fatto che fossero lì ad una cena normalissima, alludendo che forse Hilda non poteva nemmeno consumare del cibo come tutti gli altri comuni mortali. A quella affermazione Hilda guardò entrambi molto perplessa ed anche un poco delusa per quella strana battuta.
    Dite sul serio? Ma che razza di scuole avete frequentato? Al Vaticano non si sono aggiornati? fece inizialmente per poi intuire che Adam aveva seriamente quel dubbio, mentre su Bowen iniziò a pensare che avesse detto una cattiveria su Adam perché magari conosceva le sue lacune. A quel punto avrebbe potuto rimproverare Bowen e fargli abbassare la cresta, ma non aveva voglia di fare la professoressa, era lì per divertirsi quindi si limitò a ridacchiare, per poi allungare le dita verso i colli di entrambi, carezzando la loro pelle, se glielo avrebbero permesso.
    Come siete cari, arrivare addirittura ad offrire il vostro sangue per me? Non sapete che non si tenta in questo modo un vampiro? Che fate predicate bene e poi razzolate male? Dei portatori di luce che inducono in tentazione? uuh.. eccitante. fece giocosa agitando le spalle con fare allegro di chi aveva voglia di scherzare. Intanto si avvicinò il cameriere al loro tavolo e prese le ordinazioni. Hilda ordinò una bistecca al sangue, pesce spada, due contorni della casa mentre il dolce lo avrebbe scelto dopo. Lasciò intendere che mangiava molto e prima che Bowen iniziasse a prenderla in giro volle subito spiegare, facendo un pochino la proff. per poter colmare la curiosità di Adam che avrebbe avuto sicuramente a quel punto.
    Il cibo per i vampiri danno poche energie, un pranzo normale degli umani equivale ad una caramella. Ecco perché usiamo il sangue per nutrirci perché ci danno il giusto apporto di energia che ci serve, e per tenere a bada l'istinto oscuro che ci caratterizza. Se ci fai caso i vampiri che cacciano e uccidono sono quelli che non bevono sangue da molto tempo e sono molto soli. Io invece con due tesorini come voi ad aiutarmi non devo temere di perdere il senno. a quelle parole si voltò verso Adam, guardandolo intensamente pensando che capiva perfettamente i suoi momenti più selvaggi che lo avevano portato ad aggredirla. Riusciva quindi a comprendere il suo lato oscuro e lo aveva accettato. Si voltò poco dopo verso Bowen più curiosa che mai.
    Anche tu hai un lato oscuro con cui combatti ogni giorno Bowen? Sei un demone giusto? fece pensando solo dopo quella domanda che il Vaticano aveva assunto un demone nelle loro fila: quindi era vero che Veronica era intenzionata a rivoluzionare la chiesa e modernizzarla.
     
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    Bowen non ci poteva fare proprio nulla: si stava divertendo un mondo! Hilda sapeva essere una compagnia davvero gradevole (c'è anche da dire che, a parte le attitudini criminali, era proprio il suo tipo) e prendere in giro Adam era semplicemente delizioso, tanto che il rischio di perdere di vista il suo scopo iniziale era alto. Fortunatamente, la sua volontà era più salda di quanto le apparenze suggerissero e, benché ridesse sinceramente alle battute di Hilda, la sua diffidenza e i tentativi di indagare sul rapporto di quei due non venivano meno. Certo, quando la vampira sorrise maliziosa alla sua allusione su Enas e su quanto accade dopo il treno, lo fece sorridere di rimando (non meno malizioso di lei, tra l'altro) ma non ci poteva fare niente: in situazioni del genere ci sguazzava fin troppo bene.
    Anche la situazione di Adam era complessa, poiché si stava indubbiamente divertendo ma, allo stesso tempo, la presenza di Bowen lo metteva anche a disagio e, soprattutto, titillava una gelosia per lui inaspettata. - Come fa a essere educato, se è amico suo! - pensò, infatti, al commento di Hilda su quel ragazzo sconosciuto (lo immaginava già come un adone scolpito e dalla chioma fluente), senza avvedersi che era anch'egli un amico di Bowen e che, insomma, si era fatto torto da solo. Ad ogni modo, la gelosia della tiranide non rimase a lungo sul trono delle sue emozioni, giacché Bowen pensò bene di mandarlo nel panico, suggerendo che Hilda non potesse nutrirsi come loro due e che rischiasse di rimanere digiuna. La tiranide si preoccupò terribilmente e andò velocemente nel pallone, mentre Hilda (forse deformazione personale?) si lamentava dei loro studi: - Che vuoi, Hilda, quando andavo a scuola io non c'erano professoresse belle come te e non stavo mai attento... - si "schermì" il demonietto, che non esitò nemmeno a rivolgerle un occhiolino giocosa, con Adam che lo fulminava con lo sguardo prima di imbarazzarsi terribilmente: era dura dire a una professoressa che, concretamente, lui non è mai andato a scuola! - I miei studi sono stati un po' disconti-oh. - non riuscì a finire che, inaspettata, sentì la mano di Hilda sul suo collo: istintivamente s'irrigidì per un attimo ma non si allontanò, anzi dopo l'iniziale stupore, si sciolse e si offrì al tocco delicato della vampira. - Hilda... - forse voleva essere un sussurro di stupore, ma gli uscì piacevolmente languido e non se ne accorse nemmeno. Come non si accorse che l'altra mano della vampira finì sul collo del suo amico che, senza far mostra di stupore, glielo offrì sorridendo birbante: avrebbe potuto percepire come la pelle di entrambi fosse morbida e piacevole, ma con le peculiarità di entrambi; Adam aveva un collo possente e magnificamente disegnato, assolutamente degno del resto del suo corpo scolpito e imponente, mentre quello di Bowen era decisamente più morbido ed esile. - Non tutte le tentazioni sono uguali, tesoro. - le rispose il demonietto, più malizioso di quanto volesse (Hilda la malizia gliela strappava proprio!). - E poi il nostro sarebbe più un sacrificio... vero, Adam? - purtroppo per lui, Adam era perso in una fantasia spaventosamente allettante: era bastata quella carezza sulla sua gola e che Hilda parlasse di morderlo, perché si perdesse a immaginare la sua adorata vampira che si alzava da tavola e, sotto gli occhi di tutti, lo mordesse senza alcun pudore e timore. Una fantasticheria, certo, ma dotata di una carica erotica spaventosamente intensa, tanto che la tiranide ebbe un'erezione pressoché istantanea, senza che potesse farci alcunché. In realtà, a dirla tutta, non poté fare nulla neanche per quella fantasticheria, semplicemente gli bastò avere le dita di Hilda sul collo e sentirla parlare di bere del sangue perché, semplicemente, si eccitasse in una maniera assolutamente incomprensibile e inusuale.
    Ritornò alla realtà soltanto alla domanda diretta di Bowen, realizzando al contempo di avere un'erezione sotto gli occhi di tutti, tanto che sobbalzò sulla sedia e, strisciandola sul pavimento, si attaccò letteralmente al tavolo, nascondendo così ogni vergogna sotto alla tovaglia. Inutile dire che era rossissimo in volto, anche perché riuscì a far tremare tutti i bicchieri e i piatti. - Eccitato? C-cioè, eccitata?! Ehm, no, e-ecco... come dici tu, B-bowen! - balbettò, pregando tutti i santi che nessuno avesse capito il motivo del suo imbarazzo e l'avessero imputato alla sua consueta goffaggine. In effetti Bowen lo guardò un po' interdetto ma non ebbe modo d'indagare, poiché giunse il cameriere per prendere le loro ordinazioni: ovviamente diede la precedenza a Hilda che, tra la sorpresa di entrambi, ordinò parecchio; Bowen e Adam seguirono e, quando il camerieri si allontanò, il demonietto era pronto a fare qualche osservazione divertita ma la vampira, non certo meno furba di lui, lo anticipò adeguatamente. Al demonietto non sfuggì come parte di quel discorso fosse rivolto ad Adam che, dimentico di ogni imbarazzo, sorrideva teneramente a Hilda e cercava la sua mano, per stringerla con dolcezza; naturalmente la cosa lo incuriosì, ma non poteva sapere a cosa si riferissero, sebbene il tema fosse preoccupante per più di un aspetto: da come parlava sembrava quasi che Adam si fosse abbandonato alla ferocia ma ciò era evidentemente impossibile!
    Non ebbe molto tempo per interrogarsi su questo punto, poiché Hilda rivolse a lui una domanda inaspettata: - Sì, sono un demone... anche se non lo sono stato sempre. E' una storia lunga, in effetti. - svelò, sorridendo birbante mentre Adam lo sguardava stupito: come si può diventare demoni da un giorno all'altro? - Comunque, i lati oscuri non mi vengono dalla mia natura ma dal mio passato. Anche questa è una storia lunga. - benché avesse terminato con un'affermazione scherzosa, si sentiva una certa gravità nella voce del demonietto. - D'altronde noi portatori di luce non siamo tali perché senza ombre, tutt'altro: perché ci impegniamo a far risplendere la nostra luce e quella degli altri. - s'inserì per una volta con decisione Adam, facendo aggrottare le sopracciglia del demonietto che, però, gli sorrise gentile. - Qualcuno, qui, vuole proprio fare colpo! - scherzò, scoccando un'occhiata eloquente a Hilda, prima di ridacchiare divertito al rossore di Adam, che non si aspettava quell'accusa. - Ma hai ragione, funziona proprio così. I portatori di luce sono passabili, Hilda, perché non ti chiedono da dove vieni ma dove vuoi andare. E io del buio ne avevo abbastanza... - si lasciò andare a una confessione un po' più personale, mentre prendeva il suo calice di vino (un cameriere aveva portato la bottiglia scelta da Adam e aveva colmato i loro calici) e gli dava un sorso. - A proposito di lati oscuri... Hilda, sei sicuramente una brava vampira e un'ottima professoressa ma, come dire? Picchi gli Insetti Stecco e assalti i treni neanche fossimo nel Far West, insomma mi pare che sai come ci si diverte. Quindi, quali sono i tuoi lati oscuri? Se vuoi me li puoi dire all'orecchio, così non ti sente. - le chiese e sebbene la sua proposta fosse scherzosa (si era anche voltato un attimo per offrirle proprio l'orecchio), il suo sguardo era molto intenso: forse non era stato in grado di condurre quella conversazione in maniera adatta ai suoi scopi, anzi si era aperto senza che ne avesse l'intenzione, ma poteva sempre recuperare. Inoltre quell'atmosfera leggera e amichevole poteva aiutarlo a scioglierla e a carpirle qualche informazione di più, in modo che potesse finalmente capire che intenzioni avesse con Adam... e che razza di persona fosse davvero.
    Hilda non ha nessun lato oscuro. Al massimo è... un po' impulsiva in certi frangenti. - s'intromise Adam, guardando colmo di tenerezza la vampira, tutto sommato felice della presenza di Bowen quella sera: lo stava conoscendo meglio e gli stava facendo un'ottima impressione ma, soprattutto, grazie alle sue domande stava scoprendo il modo di pensare di Hilda e il modo in cui si vedeva. Inoltre, altro aspetto importante, con quei discorsi interessanti e privi di elementi erotici, la sua eccitazione stava scemando e presto avrebbe potuto allontanare la sedia dal tavolo, sedendosi in maniera più comoda e meno ridicola. Forse.
     
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    I due ragazzi cercarono di giustificarsi a modo loro per il fatto che non sapessero come funzionava la natura di un Vampiro. Bowen le diede l'impressione che anche se avesse saltato quella parte di studi non gli importava poi granché, Adam invece sembrava sentirsi quasi in colpa, vide dell'imbarazzo nei suoi occhi tipici di chi non conosceva un certo argomento. Se fossero stati due studenti, Bowen poteva essere il tipico ragazzo intelligente ma che non studiava per pigrizia, mentre Adam sembrava uno di quelli più diligenti che ci teneva a fare bella figura ma aveva toppato sbagliando il giorno delle verifiche. Anche quando li andò a sfiorare con le dita ebbero due reazioni totalmente opposte: Adam si sciolse sotto il suo tocco, mentre Bowen si offrì a lei birbante e quasi in segno di sfida come se avesse voluto mostrarle che non la temeva affatto. Riuscì a sentire e gustarsi la differenza di stazza fra i due che la intrigava non poco. Fu però Adam ad attirare di più la sua attenzione poiché essendo a contatto con lui, riuscì a percepire da lui una reazione che Hilda in realtà non si aspettava. Anche se erano seduti a cerchio, Hilda riuscì a notare da come pompava il sangue nel suo corpo che aveva avuto un erezione. Non la vide chiaramente ma la intuì anche grazie a come poco dopo lui cercò di nascondersi sotto la tovaglia. Non riuscì a non sorridere deliziata da quanto Adam fosse sensibile a quei argomenti: quindi aveva una natura masochistica che ancora non sapeva di avere, o chissà forse ancora non riusciva ad accettare se pensava a come l'aveva aggredita le volte scorse. Non era poi così strano che le persone che non accettavano qualcosa di loro stessi reagivano in modo violento, vittime delle loro emozioni discordanti. Hilda voleva tenerlo bello arzillo per quella sera, così senza farsi notare, sfilò la scarpa ed allungò il piede verso la caviglia di Adam, iniziando a carezzarlo dolcemente, così da cercare una complicità intima anche se in quel momento non erano soli. Tuttavia nonostante le sue piccole attenzioni verso il suo uomo, prestò la dovuta attenzione a Bowen, tutto ciò che le dicevano poteva essere una informazione preziosa. Ed infatti scoprì che Bowen non era sempre stato così, lasciando intendere che in passato era successo qualcosa di terribile che lo aveva tramutato come era adesso: ciò avrebbe spiegato perché nonostante il suo aspetto molto giovanile in realtà si sentiva sicuro di sé come un adulto. Certo per i demoni era sempre complicato capire quanta esperienza avessero dato che il loro aspetto poteva trarre in inganno. Adam aggiunse poi una frase che magari era stata detta per consolare il suo amico, ricordandogli che non bisognava essere puri per far parte dei portatori di luce, ma Hilda ci vide qualcosa di poetico e di profondo in quella frase. In entrambi ci vide una sorta di abnegazione per potersi redimere dai loro errori del passato. Bowen quindi aveva un bagaglio più pesante di quanto non volesse lasciare intendere con il suo modo di fare da canaglia. Non era poi così strano sentirgli dire che ne aveva abbastanza dell'oscurità, ecco perché si ammantava di allegria e birbonaggine per rendere il suo mondo un poco più solare. Iniziò a guardarlo in modo diverso: non lo vedeva più solo come un ragazzino sfrontato, vide nei suoi occhi un mondo misterioso da scoprire. La sua domanda la colse un pochino impreparata poiché totalmente distratta da loro due. Non rispose subito poiché si sentì un attimo smarrita: nessuno le aveva mai chiesto così esplicitamente cosa considerasse "oscuro" di se stessa. Ad interrompere il suo filo di pensieri ci pensò l'intervento di Adam che la intenerì tantissimo. Lui parlava con gli occhi di chi era innamorato e ciò la rese immensamente felice, ma in realtà non la conosceva ancora così bene.
    Oh amore, è davvero dolcissimo ciò che hai detto, ed è vero alcune volte sono impulsiva, ma anche io ho dei lati oscuri. Vengono fuori quando sto per troppo tempo in astinenza da sangue. Purtroppo il sangue per noi vampiri non è solo questione di nutrimento biologico, ha anche una sfaccettatura spirituale che non tutti riescono ad accettare. Anche io un tempo non ero una vampira, ma un essere umano, ed i miei primissimi periodi da Vampiro sono stati terribili, non riuscivo a controllarmi. Ecco perché ho deciso di insegnare, voglio insegnare ai ragazzi che hanno questo tipo di problemi come affrontarli e come risolverli. Hilda fu totalmente sincera in ciò che disse, non aveva nessun problema a parlare di sé e del suo passato, ormai aveva fatto pace con se stessa, quindi poteva usare la sua esperienza per il prossimo. Certo il suo modo di aiutare gli altri poteva essere poco ortodosso e spesso ci traeva piacere per sé, ma le piaceva aiutare perché le piaceva avere persone riconoscenti.
    Quando beviamo tanto sangue dalla nostra vittima, si crea anche una sorta di collegamento spirituale, è una questione davvero complicata e non si può spiegare in due parole, ma scommetto che entrambi riuscite a percepirmi quando sono nelle vicinanze non è così? sapeva che rivelare ad Adam che aveva bevuto anche il sangue di Bowen poteva farlo ingelosire, sembrava piuttosto sensibile su quel argomento, infatti mentre lo diceva intrecciò le sue dita a quelle di Adam per fargli sentire che nonostante ciò, lei non aveva cambiato i sentimenti che provava per lui.
    Forse Bowen non è arrivato qui per caso... lasciò intendere che magari il fatto che fosse lì era per via del legame che sentiva con Hilda che magari aveva agito guidato dal suo inconscio. Guardava negli occhi Bowen, provò a far ribollire un pochino la propria energia vampirica per capire se in effetti aveva lasciato delle tracce su di lui oppure no. Di solito quel tipo di malia cambiava molto da persona a persona. Se ci fosse stata, Bowen avrebbe sentito chiaramente una attrazione fortissima verso di lei, avrebbe sentito come una sorta di fortissimo carisma agire sui sensi come se si sentisse al cospetto di una creatura celestiale. Durò pochissimi secondi poiché arrivò il cameriere con le bevande e i primi antipasti.
    Oh che bello, stavo morendo di fame! squittì allegra mettendo fine improvvisamente a tutto, come se niente fosse successo fino a quel momento, quando in realtà sotto sotto si sarebbe goduta la reazione di entrambi gli uomini seduti al tavolo.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    L'istantaneità con cui aveva avuto un'erezione ancora sorprendeva Adam (che si trovava a deprecare la sua sensibilità) che, all'improvviso, sentì sulla sua gamba il tocco delicato del piede di Hilda: sussultò appena e non poté contenere uno sguardo a dir poco stupito, che subito dissimulò per evitare che Bowen se ne accorgesse. Che le prendeva? Possibile che si fosse accorta della sua eccitazione? Per qualche attimo Adam combatté con la tentazione rappresentata da quel tocco, rigido e con lo sguardo distolto da lei per evitare di tradire tutto il suo imbarazzo, poi si sciolse all'improvviso e, offrendole un po' di più la gamba, tornò a guardarla negli occhi, languido e lievemente rosso in viso. Naturalmente la sua erezione si fece più marmorea che mai ed era una fortuna che si fosse avvicinato prima al tavolo, altrimenti sarebbe stata fin troppo visibile.
    Certo, in lui sopravviveva il timore che Bowen potesse accorgersi di quanto stava accadendo (in quel caso, lo avrebbe preso in giro da lì fino alla fine del mondo) ma quest'ultimo era così preso dai suoi ricordi che non si avvide di nulla. Anzi, malgrado Adam fosse distratto da Hilda, notò quanto il suo amico si stesse aprendo in quel momento e ne rimase profondamente colpito: quasi non lo conosceva, dopotutto e sebbene avesse condiviso con lui molto, imparando ad apprezzarne il pungente senso dell'umorismo, per lui il demonietto era comunque un piccolo mistero. Sembrava restio a qualunque forma di disciplina o di regola, eppure il suo sostegno alla causa di Veronica era sincero e benché fosse sempre pronto a prendersi beffe di chiunque, era di animo gentile e mostrava grande attaccamento per i suoi compagni storici, tanto che Adam si era chiesto più volte se lui avesse potuto integrarsi davvero in un gruppo così affiatato, desiderando profondamente di riuscirci. Adesso, però, che si stava aprendo con loro e mostrando un po' delle sue ferite, Adam lo sentì decisamente più affine a sé e sentì un moto di sincera empatia verso di lui, tanto che si intromise nel suo discorso per rimarcare un punto a cui credeva con tutte le sue forze: i Portatori di Luce erano per tutti, soprattutto per chi aveva da rimproverarsi qualcosa. Bowen si era un po' stupito a quella dichiarazione del suo amico, ma era qualcosa a cui credeva anche lui ed era felice che qualcun altro gliela ricordasse, tanto che riuscì a riscuotersi da quella lieve malinconia e tornò a indagare su Hilda.
    In realtà, malgrado la diffidenza verso Hilda non si fosse ancora totalmente smussata, tra di loro si era formata una così piacevole atmosfera d'intimità che quella domanda gli era uscita con più spontaneità di quanto non volesse ammettere: ormai sembrava più una tranquilla chiacchierata tra amici che non un duello implicito tra due avversari. E, infatti, Hilda lo stupì ancora una volta rispondendogli sinceramente o, quantomeno, in una maniera che suonò estremamente sincera: disse che anche lei aveva cambiato natura (probabilmente forzatamente, proprio come lui) e che, nei primi tempi della sua trasformazione, era stata pericolosa e priva di controllo. Certo, non era stata molto prodiga di dettagli ma aveva accennato prima alla pericolosità dei vampiri affamati, quindi non era difficile immaginare i suoi primi anni di vita come vampira e ciò, per quanto gettasse ombre sinistre sul suo passato, colpì intensamente la diffidenza del demonietto: lui era l'ultimo a poter fare la morale a qualcuno per il proprio passato e sentiva una profonda vicinanza nei confronti di Hilda, soprattutto perché aveva espresso il desiderio di aiutare i più giovani e inesperti a non fare i suoi stessi errori. Certo, questo non spiegava (né giustificava) il rapire due ragazzini e stuprarli... ma, forse, c'era una spiegazione nelle modalità del loro "incontro": l'avevano ferita gravemente e lei li aveva morsi per guarire, possibile quindi che tutto quel sangue le avesse dato alla testa, eccitandola in maniera malsana? Ovviamente ciò non la giustificava completamente, ma era ben diversa dalla predatrice perversa che Bowen si era figurato. - Oh, Hilda... - esclamò Adam, guardandola dolce e sorridendole colmo di tenerezza, tanto che per un attimo desidererò alzarsi per abbracciarla; non lo fece perché temette di risultare inopportuno (o, peggio, appiccicoso) ma si sentì profondamente vicino alla sua amata e credette di comprenderne le ragioni: ecco perché lo aveva perdonato tanto facilmente, perché lo capiva! Perché anche lei aveva fatto qualcosa del genere, in passato e non lo giudicava, non lo condannava. Si sentì ancora più fortunato ad averla incontrata e si sentì come uno dei suoi studenti, uno di quei ragazzini che aiutava a mantenere la propria umanità.
    Adam era ancora pieno di tenerezza (e sempre con un'erezione marmorea) quando Hilda continuò a parlare e fece una rivelazione inaspettata per tutti i e due i ragazzi: aveva bevuto il sangue di entrambi! Adam la guardò con occhi sgranati e subito li spostò su Bowen che, per una volta, appariva anche lui sorpreso. - Ora che me lo fai notare... forse ho sentito qualcosa poco prima che tu arrivassi. E tu, Adam? - chiese, recuperando fin troppo in fretta la sua aria birbante, sebbene Hilda fosse davvero riuscita a prenderlo in contropiede. All'inizio della serata, infatti, aveva pensato di giocare quella carta e quella dello "stupro" (iniziava ad avere le idee confuse in merito anche a quella faccenda, c'è da dirlo) al momento giusto, in modo da rivelare ad Adam la vera natura della vampira, ma lei non solo lo aveva anticipato ma lo aveva fatto con assoluta nonchalance, come se non fosse accaduto nulla di male. E, a ben vedere, né lui né Enas avevano subito ferite gravi e, almeno con se stesso, doveva ammettere che era stato terribilmente piacevole avere un amplesso con lei... senza contare l'entusiasmo di Enas per quella situazione! Era certo che, se gli avesse chiesto in quel momento, gli avrebbe detto che non la vedeva affatto come lui. Dunque? Ciò che era accaduto era un menage à trois un po' estremo, spinto da una vampira resa euforica dal sangue e dalla battaglia o un vero e proprio stupro, soltanto condotto da un'abile manipolatrice?
    Non era, però, soltanto il demonietto a essere interdetto: Adam non si aspettava che Hilda avesse bevuto anche il sangue del suo amico e la gelosia gli punse il cuore, subito seguito dal solito senso di inadeguatezza. Hilda era una donna incredibile, una persona fantastica e aveva già dimostrato di avere una certa attitudine alla... perversione, quindi come poteva porsi dei dubbi sulla natura di ciò che lei e Bowen avevano condiviso? Non che ci fosse nulla di male, ovviamente, però l'idea che il suo posto nel cuore della vampira fosse precario e potenzialmente insidiato da altri, compreso un suo amico, gli suscitava un certo conforto. - Uh? E-ecco... oh. - la tiranide era già andata nel pallone quando, inaspettatamente, Hilda gli afferrò dolcemente la mano, intrecciando le loro dita proprio come farebbero due innamorati. Adam la guardò un attimo sorpreso, poi le sorrise dolce e totalmente rasserenato, ogni timore si era dissipato con quel semplice gesto. - Io sento sempre quando Hilda è vicina. Sento come... un brivido particolare, molto piacevole. Prima di conoscerti non avevo mai provato nulla di simile... e non è l'unica cosa nuova. - rivelò, ritornando a rivolgersi alla vampira: già sapeva come lei fosse il suo primo amore ma gli piaceva ricordarglielo, mostrarle quanto per lui fosse assolutamente unica e preziosa. - Wow, penso che stasera farò a meno del dolce. Provate, almeno, a non farmi venire il diabete prima della fine della cena... piccioncini. - scherzò il demonietto, sorridendo affilato per il modo in cui Adam manifestava continuamente il suo romanticismo, prima di assistere a qualcosa di inaspettato: Hilda, infatti, aveva distolto lo sguardo dalla tiranide e lo aveva rivolto verso di lui, facendo un'osservazione interessante che, però, non riuscì a ottenere la sua attenzione; per un attimo, infatti, la figura della vampira lo attrasse in una maniera del tutto innaturale, riempiendolo di un desiderio davvero intensissimo e quasi violento. Durò appena pochi attimi, ma lo lasciò senza fiato, tanto che quando arrivarono le portate e Hilda distolse lo sguardo, gli servirono un paio di respiri per ritornare alla normalità. Che gli aveva fatto? Era il legame di cui gli aveva parlato? Lo stava usando anche su Adam o l'aveva usato su di lui ed Enas quella notte? La testa gli ronzava piena di domande e, ancora una volta, la figura della vampira tornò a essere ambigua, indefinita e indefinibile. O forse, semplicemente, era lui a sapere troppo poco sui vampiri e filtrava ciò che stava accadendo in base ai suoi pregiudizi. Decise, quindi, di costringerla a esporsi un po' di più, alzando la posta in gioco: - Stavi morendo di fame? Vuoi farci spaventare? - le chiese, sorridendole scherzoso ma anche un po' maligno, come se stesse tornando a punzecchiarla sulla questione della predatrice. - Non c'è niente di cui spaventarsi: per me non c'è gioia più grande di offrirle il mio sangue. - s'intromise Adam, immediatamente pronto a difenderla... peccato che Bowen volesse proprio questo! - Uhm, ha ragione: farsi mordere da te è davvero piacevole, Hilda. Mi chiedo se sia piacevole anche per te, però... - il tono del demonietto era ancora divertito ma assunse una nota più calda, decisamente maliziosa. - ...ma, a giudicare da quello che succede mentre mordi, direi di sì. Sbaglio? - le chiese con un ghignetto trasudante malizia, certo di averci preso non appena vide Adam avvampare e abbassare lo sguardo colpevole: lo sapeva! Una perversa come Hilda non poteva che mordere nel bel mezzo dell'amplesso e, magari, proprio di un orgasmo! - E dimmi, tra noi due chi ti è piaciuto di più... mordere? - la lieve pausa che precedette il "mordere" rese sufficientemente ambigua (e per questo inequivocabile) la sua domanda, mentre i suoi occhioni fin troppo graziosi si fissavano su quelli deliziosamente ferini della vampira. Voleva costringerla a esporsi un po' di più, a rendere manifeste le sue intenzioni: era una predatrice o una donna rimasta ragazza, un po' troppo incline a divertirsi senza pensare alle conseguenze? Naturalmente, per verificare ciò quelle battute maliziose non erano sufficienti, lui voleva farle credere di aver risvegliato il suo desiderio, tramite il loro legame vampirico... e voleva darle la possibilità di approfittarsene, se ne avesse voluto. Per questo motivo, mentre la guardava negli occhi in quella maniera intensa, fece un azzardo: portò la sua mano destra sotto la tovaglia e delicatamente, senza dare nell'occhio, le carezzò delicatamente il ginocchio, velato dall'autoreggenti; fu un gesto delicato, quasi una domanda, ma era evidente che rappresentava una tentazione. E lui voleva vedere cosa avrebbe fatto: nel caso lo avesse svelato ad Adam si sarebbe scusato, adducendo uno scherzo dei suoi, forse il suo amico si sarebbe offeso... ma lui doveva rischiare se voleva chiarirsi le idee!
    Adam, invece, era stato preso in contropiede da quell'improvvisa sfacciataggine di Bowen e non sapeva come rispondere: era ovvio che quel birbante stesse scherzando, consapevole che Hilda gli avrebbe risposto a tono... il problema, infatti, era lui! Come poteva sperare di fare bella figura con la vampira se bastava qualche insinuazione maliziosa per mandarlo nel pallone? Doveva fare qualcosa, doveva mostrarle che anche lui sapeva essere deciso. - Già, dicci chi è Hilda. Dicci chi è che hai... apprezzato di più. - forse la frase non più brillante del mondo ma, almeno, era riuscito a non balbettare e a guardarla negli occhi con decisione. E, per dimostrarle che non temeva Bowen, che era pronto a lottare per lei... portò la sua mano sinistra sotto al tavolo e le afferrò con gentile fermezza la coscia, in una presa che voleva trasmetterle tutto il suo sentimento e il suo desiderio. Non avrebbe perso con Bowen, non davanti a Hilda e non su qualcosa di così importante!
     
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    Apprezzò particolarmente il fatto che Adam avesse offerto un pochino di più la gamba ad Hilda che poteva giocare più comodamente con essa, strusciando il collo del piede lungo la caviglia fin sopra al polpaccio, ma la tentazione di andare più sopra era fortissima. Saliva sempre di più di tanto in tanto prendendo le misure di come poteva muoversi agevolmente senza far notare nulla a nessuno. Fortunatamente la tovaglia era lunghissima e copriva in parte le sue gambe. Intanto dopo che Hilda fece notare a Bowen che l'aveva sicuramente percepita quando era arrivata, sembrò pensieroso come se stesse cercando di ricordare, e poco dopo confermò che in effetti qualcosa l'aveva percepita, probabilmente non aveva idea di cosa fosse esattamente. Hilda aveva azzardato a fare una ipotesi del genere, non sapeva se la sua malia vampiresca avesse attecchito su di lui, ma a giudicare dalla sua reazione qualcosa c'era. Bowen non si soffermò però su ciò che percepiva lui in particolare, piuttosto andò subito a chiedere ad Adam se anche lui sentisse qualcosa del genere dato che prima aveva ammesso candidamente che si era fatto mordere da Hilda. Adam sembrò ancora una volta distratto, Hilda si chiese se fosse per via dell'erezione o qualcos'altro, non riuscì a decifrarlo, ma prendergli la mano sembrò confortarlo e rispose serenamente. Quindi appurato che Adam fosse tranquillo, tornò ad osservare Bowen mettendo alla prova l'attrazione vampiresca che sembrò attecchire, riuscì a percepirlo benissimo anche lei: dopotutto non era un fenomeno a senso unico e ciò la riempì di gioia perché le fece capire che poteva avere un gran vantaggio su di lui. Il cameriere servì i primi antipasti, ed Hilda si servì afferrando la prima oliva mordendola con gusto mentre Bowen iniziò con una battuta, interrotto da Adam che la difese subito. A quel punto Bowen però cambiò idea e decise di essere molto più diretto, usando le parole come rasoi affilati per lasciare intendere che succedeva qualcosa di particolare mentre mordeva, dato che aveva tirato in ballo il fatto che fosse piacevole farsi mordere. Cosa buffa dato che il suo morso diventava piacevole solo perché faceva parte delle lanterne, un morso di vampiro normale era doloroso in modo normale. Cercò di dissimulare bevendo un sorso di vino mentre Bowen la attaccava con una domanda così meschina nei confronti di Adam da farle andare il vino quasi di traverso. Tossì e si coprì la bocca con un fazzoletto e riuscì a dissimulare la sorpresa grazie a quel gesto quando percepì le dita di Bowen sfiorarle il ginocchio. Si voltò a guardarlo leggermente indignata, ma non scostò la gamba dalle sue mani, lasciandosi toccare dal piccolo demone.
    Accidenti Bowen! Ti sembra il caso? lo rimproverò lasciandolo un momento sulle spine, facendogli credere per un attimo che stesse per rivelare il suo gesto. Stava per rimproverarlo su quanto fosse da stronzi fare una domanda del genere, più che un attacco a lei sembrava un attacco ad Adam. Prima di poterlo fare però Adam dal lato opposto le afferrò una coscia aggiungendosi a quella stupida domanda di Bowen. Hilda sobbalzò un momento sulla sedia, guardò i due confusa. Poggiò il tovagliolo sul tavolo lentamente abbassando lo sguardo, con aria di chi stava per preparare un cazziatone con i fiocchi. Invece allargò le cosce, offrendosi ai due contendenti poiché in quel modo avvicinò una coscia ad uno e all'altro.
    Per prima cosa è una domanda da stronzi. Credevo che tu fossi amico di Adam... sollevò un dito per attirare la loro attenzione, prendendo una pausa teatrale che le servì in realtà per rispondere ad entrambi sotto al tavolo. Il piede che prima carezzava la caviglia di Adam salì e senza tanti mezzi termini andando a poggiarsi contro la patta dei pantaloni di Adam, prima delicatamente poi premette le dita contro il bozzo. Rabbrividì nel sentire sotto al piede quella mazza turgida e calda, ricordandole le loro numerose notti di passione. Con l'altro piede andò invece a toccare la caviglia di Bowen, un tocco leggero per poter essere in tempo a ritirare la gamba se lui avesse reagito in modo indignato, fingendo di essersi rilassata un po troppo. In quel momento tuttavia una fantasia perversa le invase la mente: si vide a letto con entrambi e quella visione la eccitò al punto che i suoi capezzoli turgidi si intravedevano sotto la sottile stoffa del suo vestito.
    Secondo, non scherzate sul morso è una faccenda delicata, per noi vampiri è un gesto importante. Se non lo si fa per sopravvivere lo si fa per creare un legame. sollevò un altro dito ancora, mettendo a zittire entrambi con una occhiataccia se avessero osato interromperla perché voleva dire la sua.
    So a che che gioco stai giocando Bowen, non sono nata ieri. Mi commuove sapere che Adam ha un amico che ci tiene a lui, ma posso garantirti che sono realmente innamorata di lui, che ho intenzioni serie. Non sono una santa e non sono una donna comune, credo che entrambi lo sappiate benissimo. Sono devota al piacere, ma sono ancora più devota all'amore. affermò per poi rilassare la schiena contro la sedia mentre con le dita afferrò una piccola frittella, portandosela alla bocca in modo sensuale, tirando fuori la lingua su cui la poggiò, per poi farla scivolare fra le sue labbra che si chiusero attorno alla panatura, poi morse mugugnando soddisfatta del sapore che sentiva nella bocca.
    Quindi invece di fare gli stronzi, rischiando di rovinare una bella amicizia, perché non ci rilassiamo e ci divertiamo insieme? Saprei sicuramente soddisfare entrambi con la mia compagnia se me lo permetterete. affermò diventando più audace con i piedi, massaggiando lievemente con un piede l'erezione di Adam, mentre il piede poggiato contro la caviglia di Bowen iniziò a carezzarlo. In quel modo la sua frase risultò ancora più ambigua. Subito dopo assunse un aria più giocosa, afferrò due olive e li portò davanti alla bocca di Bowen e di Adam.
    Godiamoci la cena, non capita tutti i giorni di poter saggiare la cucina di questo posto no? disse con tono allegro di chi voleva smorzare la tensione che si era creata nell'aria, e lo fece guardando intensamente negli occhi prima Adam, abbassandoli di tanto in tanto per fargli capire che stava adorando ciò che sentiva da sotto il tavolo. Poi guardò Bowen con un sorriso malizioso, di chi voleva solo continuare a scherzare, in attesa che accettasse l'invito e prendesse l'oliva che stava offrendo.
     
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    Bowen era consapevole di aver compiuto un azzardo non da poco e ne ebbe ulteriore conferma alla reazione di Hilda: non solo, infatti, lo guardò tra lo sbigottito e l'indignato ma le andò il vino di traverso, al punto che prese a tossire in maniera un po' buffa. Eppure, malgrado l'indignazione, non scostò la gamba dalla sua mano e gli permise di continuare ad accarezzarla con quel fare svagato, quasi noncurante. La tranquillità del demonietto s'incrinò quando, pochi attimi dopo, Hilda gli vibrò un sentito rimprovero e, per un attimo, ebbe la certezza che stesse per rivelare cosa stava facendo: certo, era un rischio che aveva deciso di correre ma non era così strafottente o sicuro di sé da non temere nemmeno una situazione del genere, in cui poteva essere accusato di provarci con la ragazza di un amico! Stava già cercando qualche giustificazione quando, inaspettatamente, Adam le chiese la stessa cosa, probabilmente deciso a mostrarsi altrettanto spavaldo e deciso del suo amico.
    Non che lo fosse davvero, naturalmente: la tiranide si era preoccupata nel momento stesso in cui aveva pronunciato quella frase, tanto che quando Hilda li guardò confusa e abbassò lo sguardo con quell'aria severa, si ritrovò a rabbrividire e spalancò la bocca ad anticipare qualche scusa balbettata e poco convincente, senza però riuscire a dir nulla perché si ritrovò la morbida, meravigliosa coscia della vampira spinta sulla sua mano. Così, confuso e tentato da quella sensazione, richiuse la bocca e attese trepidante le parole della sua amata, mentre Bowen continuava quelle delicate carezze dopo aver avuto, proprio come il suo amico, un attimo di tentennamento. Fecero entrambi bene a continuare con le carezze, poiché Hilda rimproverò sì Bowen ma, al tempo stesso, mostrò di gradire molto le loro attenzioni: - Già, proprio cos... ì, mh! - Adam, per esempio, provò a manifestare il suo accordo con quel rimprovero ma, all'improvviso, la voce gli morì in gola e arrossì fin troppo per la sua carnagione pallida, prima di dissimulare tanto l'afonia che l'imbarazzo schiarendosi la gola. In realtà, lanciò un'occhiata stupita (ma anche adorante) a Hilda, poiché si ritrovava il suo delicato, splendido piede proprio sulla sua patta dei pantaloni! Quello era un contatto decisamente più ardito del suo e, per un attimo, la sua pudicizia si ribellò, poi la stimolazione si fece più intensa e venne immediatamente messa a tacere, tanto che la vampira avrebbe potuto percepire quella carne turgida e invitante pulsare con desiderio e tutto Adam fremere appena.
    Quest'ultimo sarebbe potuto essere un indizio per Bowen... se egli non fosse stato distratto da Hilda, ovviamente: sebbene lo stesse rimproverando, infatti, la vampira aveva spalancato le cosce offrendogliela in maniera inequivocabile e, soprattutto, aveva iniziato a carezzargli la caviglia in un contatto delicato ma dalla malizia evidente, quantomeno per per lui. - Oh, i-infatti i... - Adam provò comunque a presentare le sue giustificazioni riguardo alla questione del morso ma Hilda non glielo permise, imponendogli il silenzio mentre il demonietto ridacchiava e la guardava con quegli occhi fin troppo sfavillanti. Non che Bowen poté fare il birbante ancora a lungo, poiché Hilda si rivolse direttamente a lui e gli spiegò in maniera molto diretta che le sue intenzioni erano serie e che amava davvero Adam, sebbene rimanesse comunque incline al piacere, come poteva egli stesso constatare; il demonietto mise su un'espressione piuttosto colpevole, mentre Adam guardava la sua amata colmo di tenerezza e fierezza, sebbene non nascose neanche un sorriso all'indirizzo del suo amico, che si era preoccupato proprio per lui. - Mi hai beccato, Hilda. - fece un Bowen col visetto deliziosamente contrito, prima di tornare a sorridere sotto ai baffi. In effetti lo aveva beccato davvero, per usare la sua espressione... ma la cosa aveva avuto un risvolto molto inaspettato! Inaspettato ma tutt'altro che spiacevole, tanto che il demonietto decise di darle il beneficio del dubbio e offrirle più facilmente la sua gamba mentre rendeva le sue carezze più intense, mostrandole quanto quella piccola mano potesse essere piacevole. In effetti Hilda poteva godere di due prese molto diverse ma, allo stesso tempo, complementari: la mano di Adam era grande, forte e malgrado lui fosse visibilmente rosso e lanciava occhiate furtive intorno a loro, preoccupato che qualcuno potesse scoprirli, la sua presa era decisa e colma del desiderio che aveva imparato a conoscere bene; la mano di Bowen, invece, era piccola e dispensava carezze delicate, quasi leggere, mostrandole semplicemente quanto fosse morbida e vellutata benché il suo visetto tutto sembrava tranne che imbarazzato o preoccupato di venir scoperto.
    Qualunque fosse la loro espressione, però, Hilda ebbe ben presto gli sguardi di entrambi puntati contro: il modo in cui mangiò quella frittella, estendendo la lingua davanti a loro e dandovi un morso sensuale, seguito pure da un mugolio di godimento, calamitò i loro sguardi, con Adam che deglutì persino a vuoto e s'indurì ulteriormente contro il suo piede. - Tu sai già soddisfarci... - le rispose un Adam estatico, rivolgendole una lunga occhiata languida e spostando la sedia in modo che lei avesse pieno accesso alla sua patta, sebbene da fuori dava l'impressione che, semplicemente, volesse guardarla meglio negli occhi. Naturalmente, pochi attimi dopo si accorse di quanto la sua risposta fosse fraintendibile e, arrossendo, cercò di riformulare, anche per evitare che Bowen potesse subodorare cosa stava succedendo sotto il tavolo. - C-cioè, io... - naturalmente fu un tentativo assai poco riuscito e che, in realtà, partiva già in netto svantaggio: nel modo in cui aggiustò la sua posizione, rendendo più semplice al piede di Hilda strusciarsi sulla sua erezione, non solo lei si era fatta notevolmente più ardita ma anche lui percepiva con maggiore intensità, tanto da provare un piacere frustrato dal desiderio di provarne di più, molto di più. Quindi, se a lui mancavano le parole, al suo membro pressoché marmoreo, non mancavano le violente pulsazioni di protesta, tanto che aveva il timore (tutt'altro che lontano dalla realtà) che i bottoni dei suoi pantaloni potessero cedere da un momento all'altro, mettendolo nei guai. Eppure, malgrado questo timore, non riusciva assolutamente a fermarla, anzi di tanto in tanto sospirava appena e cercava di reprimere qualche fremito di puro piacere.
    Adam ha proprio ragione. Tu sei davvero fantastica Hilda e siamo noi a volerti... soddisfare con la nostra compagnia. - fu Bowen, stavolta, a dargli una mano... benché per i propri scopi: si sistemò anch'egli con la sedia, dando l'impressione che volesse semplicemente guardarla meglio negli occhi, quando invece le rese più agevole salire col piede e regalargli una stimolazione come quella che, a sua insaputa, stava già dando alla tiranide. Ovviamente il suo tono risultò particolarmente malizioso e allusivo, tanto che le scoccò uno sguardo da vero birbante, mentre le stringeva improvvisamente con forza la coscia mostrandole, in maniera inequivocabile, il suo desiderio. Rispose con un sorriso davvero, davvero felice in cui snudò le sue zannette da predatore quando lei si offrì d'imboccare entrambi con quelle olive, tanto che allungò il collo e schiuse appena le labbra; Hilda avrebbe potuto pensare che volesse davvero essere imboccato da lei, quando avrebbe visto la lunga, appuntita e azzurra lingua del demonietto affacciarsi da quelle labbra vellutate e, sfiorandole appena i polpastrelli, avvolgersi attorno all'oliva e rubargliela così con una lieve, erotica carezza.
    Adam non fu da meno perché, dopo un attimo di tentennamento, si gettò su quelle dita e... glielo succhiò, né più e né meno. Certo, cercò di essere discreto e fece durare il contatto il più brevemente possibile, ma comunque le intrappolò le dita tra le sue labbra e leccò vorace con la lingua, succhiandole come se volesse mangiare loro e non l'oliva che gli stavano offrendo. A dimostrazione del fatto che, a ogni secondo, l'imbarazzo di Adam si stese sciogliendo come neve al Sole (così come, in parte, alla sua cautela) fece risalire la sua mano lungo quella splendida coscia e, finalmente, posarla contro la sua femminilità. Non voleva fare nulla di troppo ardito, semplicemente iniziò una lieve, delicata stimolazione con le dita lì dove presumeva ci fossero le grandi labbra e il clitoride, ma voleva sinceramente ricambiare le sue piacevolissime attenzioni. - Ehi, Hilda, perché non ci imbocchi un altro po'? Le olive sono così noiose da mangiare con le posate e... tanto vale che noi non ci sporchiamo le mani, no? - propose il demonietto, assolutamente birbante, mentre cercava di risalire il più possibile quella splendida gamba; se fosse stato per lui, in effetti, avrebbe già fatto come Adam... peccato che non poteva! La vampira aveva cosce chilometriche e le sue braccia non erano altrettanto lunghe, per metterle la mano sulla sua femminilità avrebbe dovuto mettersi tutto storto e ciò lo avrebbe fatto scoprire.
    Però... io non voglio essere imboccato con le dita. - s'inserì Adam, sorridendole tra l'imbarazzato e il malizioso: non si trovava nelle condizioni per poter essere geloso, anzi nella poca lucidità di quel momento gli parve che Bowen gli fosse complice e che, semplicemente, volesse stemperare la tensione di poco prima a modo suo. - Wow, è raro vedere Adam così, sai? Hai proprio fatto colpo, Hilda! E non solo su di lui... - ridacchiò, facendole un occhiolino e continuando a carezzarle la coscia, mentre Adam continuava imperterrito a stimolarle delicatamente l'intimità. La vampira aveva sicuramente le sue idee su quella serata... ma i ragazzi non erano da meno!
     
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