[Hentai tales 2019] Il tesoro nascosto parte 1

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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Nome utente: Amaterasu Sakuya
    Personaggio scelto: Artemis Hekate & Lady Ganon
    Titolo dell'opera: Il tesoro nascosto

    Questo è un racconto diviso in due parti: la prima parte l'ho scritta io, la seconda invece è stata scritta da Hina!


    Un Saggio del Lumen come Lars non si vedeva da molto tempo. Seguendo l’esempio del suo maestro Eclipse aveva sempre dimostrato di essere tra i più svegli, abili ma soprattutto capaci ad adattarsi ad ogni situazione. Dare la caccia alle streghe, per lui, era naturale come respirare: non sempre era fortunato trovando le loro famigerate avversarie di Umbra, ma anche di fronte alla più piccola parvenza di adorazione Lunare o traccia di oscurità non aveva esitazioni: purificava, catturava e votava al clan ogni singola fibra del suo corpo. Non ci volle molto prima che in giovane età disponesse già di tutta la fiducia e libertà degli anziani, e forse proprio quella libertà fu il più grave errore che gli fosse stato concesso, visto che decise di usarla senza troppi complimenti. Prese l’iniziativa e partì in viaggio da solo, ben consapevole che nulla avrebbe potuto fermarlo. Il suo obbiettivo era impressionare gli anziani e dimostrare il suo valore così da essere riconosciuto come un vero e proprio maestro del clan, il più giovane ad aver mai raggiunto quell'obbiettivo. Ecco cosa lo aveva spinto ad infiltrarsi tra i corridoi della Oxford. Grazie al suo fascino e alla sua spiccata intelligenza, non ebbe difficoltà ad ingannare le giovani guardiane, ripromettendosi di purificarle sulla via del ritorno con la solita e beffarda testardaggine che lo caratterizzavano. Il suo obbiettivo? La stanza più profonda e misteriosa, quella che si diceva fosse protetta da centinaia di trappole e sortilegi al solo scopo di proteggere cosa ci fosse dentro. Spavaldo com'era, Lars non si rese conto che non stava avanzando per la sua destrezza ma semplicemente perché qualcuno lo aveva tenuto d’occhio ed era curioso di scoprire fin dove si sarebbe spinto, men che meno poteva capire che una Strega di Umbra lo stava osservando.
    << Non ti senti stupido ad essere arrivato fin qui?>>
    La voce di quella donna riecheggiò nella grande stanza intrisa di potere magico, al punto da sembrare fatta di specchi neri dai riflessi violacei ma incapaci di riprodurre fattezze umane. Lars era abbastanza spavaldo da non prendere sul serio quella voce, dandole le spalle e mantenendo un sorriso furbesco sul volto, poco intimidito e perfettamente conscio di poter portare a termine quel lavoro in ogni caso.
    << Mi ero accorto di essere osservato, ma ho pensato che se non riportavo con me nessuna sporca Strega di Umbra purificata avrei fatto una pessima figura a presentarmi solo col tesoro!>>
    Si voltò di colpo, lanciando nella direzione della voce una spada di pura luce che infilzò un drappo nero vuoto, svanendo mentre il tessuto cadeva delicatamente a terra. Il giovane sgranò gli occhi, esterrefatto: era certo di averla percepita in quel punto! Nel panico, si voltò di nuovo, ma mentre lo faceva una grossa armatura nera dalle forme femminili li aveva già incalzato, piantandogli un pugno in pieno volto che lo costrinse a cadere a terra, strisciare per qualche metro sul pavimento lucido del corridoio e arrivare all'altezza di quel drappo nero che aveva visto cadere a terra. Il pugno lo aveva destabilizzato del tutto, confondendolo e aprendogli una grossa ferita sulla tempia. L’armatura era in realtà una Strega corazzata che lo aveva aggredito approfittando della distrazione, che a quanto pare non era finita. Si scurì in volto e tentò di rialzarsi, ma prima di riuscirci vide chiaramente il drappo nero allungarsi verso di lui, afferrandolo e stringendolo fino a legarlo come se fosse stato catturato, poi quel nero drappo assunse la figura longilinea di una donna dai capelli d’argento vestita solamente di esso, dalla quale fuoriuscivano corde oscure generate dai suoi stessi capelli. Appena Lars si rese conto di essere in trappola iniziò subito a dimenarsi e quando capì di non potersi muovere si voltò per cercare di capire chi l’aveva intrappolato e nel vedere il suo volto la riconobbe subito per la sua fama.
    << Artemis Hekate! Tu dovresti essere a Roma!>>
    La risposta della donna fu un ghigno di sufficienza e disprezzo che subito venne accompagnato da una vigorosa stretta di quelle corde oscure, talmente forte da lacerare i vestiti del ragazzo così da poterlo denudare del tutto, sollevandolo poi come se fosse sorretto da un’energia magica mentre le corde si legavano intorno alle sue possenti spalle, al centro di quei bicipiti scolpiti e infilandosi tra le sue gambe, avvolgendo la verga del ragazzo che a causa dell’afflusso energetico si era eccitato immediatamente. O almeno questo era ciò che ripeteva a sé, per non ammettere di aver subito un sussulto nell'aver visto il corpo pallido e sensuale di Artemis così vicino a sé, privo di filtri. Man mano che le corde stringevano e la sua verga si gonfiava, il ragazzo diveniva sempre più paonazzo e preoccupato in volto.
    << Posso riconoscerti di essere arrivato fin qui, ma la tua preparazione logistica lascia a desiderare. Fammi indovinare: hai voluto fare tutto da solo? Tipico di voi uomini, convinti di essere sovrani del mondo. Non so proprio cosa farmene di uno come te.>>
    Le corde iniziarono a stringere forte, soprattutto intorno alla gola, Lars era convinto a quel punto che sarebbe morto visto che oramai non riusciva più nemmeno a gridare, ma Artemis si voltò verso la strega corazzata che nel mentre si stava togliendo l’elmo.
    << E voi invece, cosa ne pensate, Principessa?>>
    La donna corazzata rivelò la sua lunga chioma fiammeggiante e immediatamente Lars fu colto da un brivido di terrore. Desdemona Ganondorf era tra le principesse di Umbra più temute e senza ombra di dubbio la più spietata, non avrebbe concesso grazia ad un saggio come lui, ma la sua risposta fu inflessibile.
    << Io invece vorrei sapere come faceva a conoscere il luogo dove è conservato il tesoro. Sistemalo come si deve e poi portalo da me!>>
    Con quelle parole, Desdemona diede le spalle ai due allontanandosi verso la fine del corridoio, mentre Artemis allentava leggermente la presa intorno al collo di Lars, lasciandolo respirare e abbassandolo leggermente in modo che fosse in ginocchio a terra. Si avvicinò a lui, prese la base del capo del saggio con la mano destra e lo costrinse a fissarla dritto negli occhi.
    << Non rilassarti, ti garantisco che non sei stato fortunato.>>
    Senza dargli il tempo di replicare, Artemis si abbassò del tutto su di lui, incrociando le labbra decorate dal rossetto nero con la bocca del saggio, iniziando quello che sembrava un caldo e invitante bacio. Non ci volle molto prima che Lars capisse che in realtà era solo un incantesimo, e che Artemis stava infilando la sua magia di Umbra direttamente nella bocca del giovane: una piccola sfera di oscurità gli sigillò la lingua in modo da impedire che chiudesse la bocca, dopodiché quelle corde nere si allungarono dai lati della bocca e si unirono ad essa trasformando il complesso in una ball gag tutta per lui. Poi con un movimento fluido della mano lo sollevò, portandolo a mezz'aria con il ventre rivolto verso il basso e gli arti in tiro in verso l’alto, in una posizione che metteva del tutto in tensione il suo corpo muscoloso, ulteriormente tonificato dalla stretta delle corde. A quel punto, Artemis iniziò a camminare intorno a lui, lasciando che le lunghe gambe lisce come il chiaro di luna carezzassero il suo nero mantello, mentre i tacchi dei suoi stivali a mezza gamba riecheggiavano nel vuoto della stanza, interrotti solo dal fiato affannoso e timoroso di Lars.
    << Di solito un Saggio del Lumen meriterebbe di essere ucciso senza troppi complimenti, ma Desdemona ti vuole vivo e ad essere sincera sei così giovane da non sembrare affatto intriso a morte di quel fetido fulgore che caratterizza gli altri. Ho una gran voglia di assaggiare te... e le tue urla.>>
    Detto questo lasciò scivolare a terrai l mantello, restando completamente nuda al di fuori dei stivali, avvicinandosi al suo volto per poterlo fissare dritto negli occhi ed assaporare la sua paura. Dopo aver ammirato a sufficienza lo spettacolo di quel corpo tonico che tremava e la verga del tutto in tiro rivolta verso il basso oramai rossa per la tensione, Artemis decise di passare ai fatti, abbassandolo di colpo in modo da schiacciarlo a terra, mentre una massa cristallina uscita dal terreno lo posizionava in verticale, come su un tavolo della tortura. Sollevò una gamba come se volesse dargli un calcio, ma si limitò a piantare la sua scarpa contro quella verga notevole, schiacciandola contro il suo ventre mentre con il tacco si accaniva sui testicoli, senza toccarli direttamente ma puntando al loro centro. La consistenza e il calore di quell'arnese era percettibile anche attraverso l’indumento.
    << Non male per un Saggio, incredibile che sia così duro anche se sei ad un passo dalla morte. Significa che non mi temi? Ti porterò io a supplicare.>>
    Mentre la strega lo stringeva in quella morsa dolorosa, i muscoli di Lars diventavano sempre più tesi e caldi, le dita si stringevano per farsi forza e i respiri uscivano dalla sua gola senza filtri a causa di quella costrizione che portava sulla lingua. Ogni gemito era accompagnato da qualche goccia di saliva che non riusciva a trattenere, e il suo sguardo da bambino spaurito lo aveva ridotto oramai ad un mero giocattolo, più che un avversario vero. L’espressione di Artemis era subdola e divertita, adesso non vedeva l’ora di sentirlo frignare.
    << A pensarci bene, più che un giovane sembri un poppante. Vediamo se riesci perfino a frignare.>>
    A quel punto Artemis fu su di lui, portandogli le dita sui pettorali scolpiti e i fianchi sul ventre. Allargò le gambe per poi richiuderle sensualmente subito dopo, come se stesse strisciando su di lui per chiudere quel grosso arnese intorno alle sue cosce, a stretto contatto con la propria vulva che non nascondeva di certo una certa eccitazione verso quel corpo, ma che non esprimeva nessun tipo di debolezza. Le mani scesero sui capezzoli di lui, strizzandoli forte ora che erano turgidi, la cosa ebbe ripercussioni sul corpo del ragazzo che si eccitò ancora di più, mentre scuoteva il capo sussultando per il dolore ed iniziando a sbavare più di prima. Anche i capezzoli di Artemis si inturgidirono sulla sua pelle muscolosa, ma Lars era troppo dolente per rendersene conto.
    << Che c’è? Non hai mai scopato una strega senza la possibilità di purificarla? Non riesci nemmeno a gestire le gambe di una donna? Siete davvero patetici voi Saggi.>>
    Iniziò a muoversi con il bacino, masturbando quella verga e inumidendola dei suoi umori, quindi ogni movimento era più intenso e violento dell’ultimo. Per lei, le corde non erano un problema, visto che con la magia negava qualsiasi attrito, per Lars invece era una sofferenza immane e ogni pulsazione incontenibile di piacere provocata da quella calda intimità gli provocava altre dolenti fitte che non sapeva come gestire. I suoi occhi erano lucidi, la bocca ricoperta di saliva e il corpo del tutto paonazzo. Artemis continuò a muoversi su di lui gustandosi tutte le pulsazioni che la sua cappella le lanciava contro le grandi labbra e il clitoride, ridacchiando tra un gemito e l’altro mente si strusciava con tutto il corpo su di lui e usava i capezzoli del saggio come dei manubri. Li torceva con la stessa forza con cui soffocava il suo grosso cazzo, e non ci volle molto prima che quella mazza iniziasse ad eruttare seme timidamente, ricoprendo le pallide natiche della strega sotto le sue umilianti risate.
    << Ahahahahahaha! Che fai, piangi sul serio? Si vede che non hai mai usato il tuo cazzo per dare piacere ad una donna in vita tua. Che spettacolo patetico, credo proprio che ti lascerò a Desdemona, non mi diverti più.>>
    E mentre gli lanciava quell'umiliante giudizio, Artemis raccoglieva la saliva e le lacrime che il ragazzo aveva iniziato a far sgorgare durante quell'orgasmo, spalmandoglielo in faccia come ultima e definitiva umiliazione, per poi leccarsi le dita sporche di quel succo maschile con fare sensuale, un attimo prima di confinarlo verso Desdemona.
     
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