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Vi siete mai chiesti perché alcune persone, non solo personaggi, sia nella vita vera che nelle storie fittizie, sembrano un pò stereotipati? La maggior parte sono fatti di una personalità semplice, ma il fatto che ci siano così tanti stereotipi non è proprio una cosa naturale. Alcune volte si tratta di lavaggio del cervello, o semplicemente riprogrammazione della personalità. Quando succedono queste cose, chi manipola non perde mai troppo tempo a costruire una personalità perfetta, ci metterebbe troppo, quindi anche quando crei un preside fantoccio per una scuola prestigiosa viene naturale che sia debolissimo a qualsiasi tipo di tette da quelle parti. Senza contare che quelle di Nariko e Syndra sono davvero troppo facili da apprezzare, neanche un uomo normale riuscirebbe a resistere loro, figurarsi un fantoccio lasciato lì per bellezza. Ma alcune volte, queste persone celano segreti molto profondi, non necessariamente coscienti di farlo certo, ma soprattutto in questo caso, il preside ne conservava uno non da poco. Lo faceva in maniera incosciente, ma per ordine di qualcuno molto importante.
Non capisco Yubel... perché mi stai spiegando questa cosa? Non avrai mica intenzione di attivarlo ora?
Nell'ufficio del preside difatti, oltre al fantoccio seduto sulla sua poltrona visibilmente in trance, c'erano altre due persone. Una, alle spalle della poltrona che teneva una mano sulla testa del preside, era una donna dall'aspetto giovane ma lo sguardo oscuro, pericoloso e tenebroso. Di fronte alla scrivania invece, in piedi e con le braccia conserte, c'era la figura di un ragazzo dagli occhi violacei luminescenti, che sembrava piuttosto perplesso.
Sei un tipo sveglio Exilium, cerca di seguirmi. Ti ho detto che qualche idiota ha attirato l'attenzione dei cacciatori, non posso andare a nascondermi ora e non ho abbastanza energie per combattere da sola. E tu sei molto più bravo a scappare che a proteggere. Cosa pensi che dovrei fare a questo punto?
Il Tartarus è una risorsa preziosa! Non puoi sfruttarlo senza il permesso della nostra padrona! Attirerai l'attenzione di qualche immortale oltre che dei cacciatori!
E' tardi oramai... ho già agito.
Exilium tentennò, mostrandosi quasi diffidente. Negli occhi di Yubel riuscì a vedere cosa aveva combinato. nei corridoi della scuola infatti c'erano chiazze di sangue ovunque, e lo stesso sangue copriva il corpo del preside. In moltissime aule alcuni ragazzi erano legati e imprigionati, altri erano in procinto di essere seviziati da copie del preside, e infine altri venivano divorati da versioni ben più mostruose di quell'uomo, con una bocca gigantesca verticale che si spalancava dalla mascella alla sua enorme pancia. Yubel stava sacrificando buona parte degli studenti per accumulare energia.
La copertura è già saltata... mentre parlavamo avevi già deciso tutto. Sei impazzita completamente a questo punto Yubel!
Forse è così! Replicò la donna gridando. M non mi farò sottomettere dal fato. Qualsiasi cosa stia succedendo... qualsiasi cosa stia ostacolando la salita di Satana e ci sta distruggendo lentamente... io lo fermerò. E lo farò con o senza di te. Vuoi scappare proprio ora... Exilium?!
I due si scambiarono uno sguardo rovente, evidentemente quell'idea disperata non piaceva a nessuno dei due, ma era tardi per tornare indietro.
Come se avessi scelta... qual'è il piano?
Pochi minuti più avanti, subito dopo l'arrivo di Nariko e Syndra a Londra, la Oxford era già intenta a mutare nella grottesca costruzione che oramai chiunque aveva imparato a riconoscere nei telegiornali: il Tartarus. Tutti sapevano cosa significasse, era presagio di morte e distruzione. Se quella struttura completava la sua formazione niente avrebbe potuto fermare uno spargimento di sangue epico, e anche se quella non era ancora la sua scuola, Nariko aveva molti studenti lì dentro che non poteva assolutamente abbandonare. Amici, compagni e persone preziose, tutto rischiava di essere perduto per via dell'avidità di una sola creatura. Il Tartarus eclissò il cielo con nubi oscure, e tutt'intorno ad esso si formò una pressione energetica così terrificante da scoraggiare e spaventare chiunque si avvicinasse. Nariko e Syndra avrebbero dovuto fronteggiare le loro più profonde paure anche solo avvicinandosi a quella struttura.
Edited by BOLSHAK VS DOOM - 10/12/2016, 14:50. -
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L'arrivo a Londra fu molto tranquillo, Midna era indubbiamente un metodo efficiente per spostarsi e comunicare tra streghe, una risorsa importante che Nariko e Syndra avrebbero dovuto tenersi gelosamente una volta conquistata la Oxford. E in fondo le due streghe sapevano bene come convincerla a restare in loro compagnia. Ma non c'era tempo per pensare ai festeggiamenti per il momento, quelli li avrebbero rimandati a tempo debito. Salutarono Midna e si prepararono, usando la vestizione dei capelli per comporre le loro divise da combattimento: Syndra aveva scelto la sua tipica veste fatta di fasce nere e viola, priva di scarpe per lasciare liberi anche i piedi, così da poter iniziare a volteggiare in battaglia in qualsiasi momento, per ora non levitava a più di pochi centimetri dal terreno. Nariko invece aveva il suo vestito attillato completo, scuro come la sua chioma corvina. Entrambe mettevano in mostra le loro forme con orgoglio. Al fianco di Nariko c'erano 3 gemme Alfa, con ognuna di esse un arma al suo interno tra cui la sua personale lancia, tutte appoggiate di fianco al suo tomo magico. Syndra invece non portava nulla, solamente il suo fidato tomo Mejai con dentro gli incantesimi della Goetia e tutto il potere di Umbra. In entrambi i casi, gli equipaggiamenti erano disposti sul lato sinistro del corpo. Erano pronte a fare la loro parte, ma nulla ti prepara a sufficienza per assistere allo spettacolo che si ritrovarono davanti, incredule. proprio mentre stavano per dirigersi verso la scuola, questa mutò, nascondendo il sole e ogni altra fonte di luce naturale con un'aura tetra e opprimente. Syndra ne aveva sentito parlare, si, ma non si aspettava minimamente qualcosa del genere.
N-nariko... quello... quello è...?!
La sua voce tremava di fronte a quella costruzione mastodontica e terrificante e per quell'istante, i piedi toccarono terra, come se non ostasse superarlo neanche di un centimetro in altezza. Il Tartarus era una costruzione terrificante non solo per il suo potere, ma anche per le sensazioni che evocava. I volti che componevano la sua struttura erano come sguardi diabolici, e di fronte ad esse Syndra vedeva chiaramente il volto di Gil che la fissava, ghignante e malefico, pronto a violentarla di nuovo e umiliarla assieme a alla sua maestra, serbando loro un mondo di torture e sofferenza. Il fiato le si spezzò in gola e dovette portarsi la mano destra sul petto per poter riprendere il respiro.
Nariko non riuscì nemmeno a rispondere a Syndra, i suoi occhi sbarrati fissavano quella costruzione corrotta. Riusciva a percepire anche solo istintivamente che quel potere che emanava la struttura era oscuro poiché si nutriva di vite. Niente riusciva a farla rabbrividire come gli incantesimi proibiti di quel tipo. Per un momento ai suoi piedi ci vide Syndra e Iceringer a terra privi di vita, sul corpo dei suoi cari segni di ferite provocate dall’oscurità. Accanto a loro in piedi con le mani sporche di sangue ci vide se stessa completamente corrotta dall’oscurità che fissava incredula i due cadaveri e le sue mani. Ebbe un sussulto batté gli occhi più volte cercando di scacciare via quella visione e convincersi che era solo una orribile visione suscitata da quella cosa. Si disse che non avrebbe permesso mai più all'oscurità di corromperla fino a quel punto.
Syndra abbassò il capo e chiuse gli occhi, sentiva il cuore battere a mille.
N-no... è morto... non mi tormenterà mai più... posso battere questa paura... sono una strega di Umbra!
La convinzione di essere stata lei stessa artefice del suo destino le fece riaprire gli occhi, non priva di timore ma sicuramente in grado di affrontare quella prova. Gil non l'avrebbe mai più tormentata, quella era la sua missione ora e l'avrebbe portata a termine ad ogni costo.
Nariko pensò ai suoi studenti, a Sofia, a Mozzarella che probabilmente erano stati coinvolti. Lei era una delle professoresse di quell’istituto, una guida per quei ragazzi, si era assentata ma capì che aveva fatto malissimo. Anche se le gambe le tremavano e sudava freddo, sapeva che doveva andare. Anche se non sarebbe riuscita a fermare quell’incantesimo/rito assurdo, doveva andare almeno per salvare quanti più studenti possibili. Era diventata più forte nel tempo, lo scontro con quel tipo a Roma glielo fece capire. Potevano farcela … dovevano farcela. Si voltò verso Syndra con il cuore in gola e l’ansia negli occhi.
Andiamo Syndra. I nostri studenti sono in pericolo. Fece deglutendo a vuoto. Aveva paura, una paura matta che ormai fosse troppo tardi, che ancora una volta avrebbe dovuto vedere vittime innocenti immersi nel loro sangue. Afferrò la mano di Syndra per cercare sostegno in lei, e allo stesso tempo per sentirla vicina come per sincerarsi che la persona più importante di quella scuola fosse lì accanto a lei al sicuro. Avevano fatto bene a lasciare Iceringer a casa.. -
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Avanzare fu un errore, perché per quanta risolutezza potessero trovare nei loro cuori, Nariko e Syndra non potevano sperare di affrontare il potere di un Tartarus, di QUEL Tartarus poi, così potente e così profondamente radicato rispetto agli altri. Non tutti lo ricordavano, ma alla Oxford c'era già stato un evento del genere e nessuno era stato in grado di fermarlo... il che aveva provocato reazioni imprevedibili, capaci di rendere vano qualsiasi sforzo psicologico. Erano destinate a restare fuori, vagando nella disperazione fino a che non sarebbero giunte inevitabilmente alla follia, ma proprio mentre le loro menti avrebbero vacillato con più forza, ecco che avvenne qualcosa di inaspettato: una grande ombra che emanava una luce violetta molto intensa sovrastò le loro figure: alzando lo sguardo Syndra e Nariko avrebbero potuto vedere distintamente un'enorme Orca nel cielo che con i suoi canti armoniosi ispirava una grande calma e tranquillità. Appena si sollevò sopra le loro teste tutti i pensieri maligni scomparvero, riportandole ad uno status psicologico ottimale e diradando quella sensazione di oppressione come se fosse una nebbia oramai bassa, aprendo un "varco" per poterle far procedere. L'orca si lanci letteralmente verso il Tartarus, abbattendone una parete con un canto più forte, per poi sparire al suo interno. La voragine creata dall'orca iniziò ben presto a richiudersi, come se quell'edificio fosse fatto di carne e si stesse quindi rigenerando, Nariko e Syndra avevano poco tempo per entrarvi sfruttando quella falla, ma prima di riuscire a scavalcare il primo muro, un ostacolo si posizionò tra le due streghe e il loro obbiettivo. Dal pavimento germogliò quello che sembrava un albero, ma che in realtà dava l'idea di essere una grossa mano fatta di carne morta e deperita, di un colore nero secco e soprattutto maleodorante. La mano era abbastanza grande da poterle afferrare entrambe, completamente spalancata occupava uno spazio circolare di circa 3 metri ed era attaccata ad un "braccio" flessibile che si allungava dal terreno per circa 4 metri. Sul suo palmo comparve quella che sembrava una maschera priva di espressioni e la stessa comparve anche sulle punte delle dita, ma più piccole. Quelle maschere iniziarono ad emettere dei suoni gutturali, come se degli uomini si fossero impiccati a quell'albero e ora stessero lentamente morendo. Le dita della mano vibravano come se colpite da un morbo che le impediva di restare immobili, e sembravano pronte a colpire Nariko e Syndra in qualsiasi momento. . -
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Più le due streghe si avvicinavano a quel posto, più la paura le assaliva facendo perdere loro la risolutezza che avevano trovato prima. Nariko ogni tanto si ritrovò a pensare che non ce l’avrebbero mai fatta, che era troppo potente per loro e che sarebbero morte nel solo tentativo di entrare. Sembravano destinate a disperarsi e impazzire, ma quando tutto ormai sembrava perduto, ecco che apparve qualcosa che scacciò via quel senso di terrore, di disperazione. Una creatura enorme che con il suo canto le fece sentire più serene, come quando un bambino in preda alle crisi di pianto veniva distratto per un momento. Quel suono scacciò le orribili immagini di morte e di oppressione dalle loro menti. La giovane strega ebbe subito la sensazione che Ice e i loro amici fossero lì a dare coraggio ad entrambe e scaldarle con la loro energia. Ritrovarono il coraggio e istintivamente Nariko tirò con sé Syndra per seguire la scia di quella grande orca. Nariko sorrise un pizzico rasserenata e si rivolse verso Syndra con un sorriso speranzoso.
Guarda Syndra, non siamo sole. affermò accelerando il passo per stare dietro a quella creatura misteriosa. Nariko non aveva idea di cosa fosse, ma il senso di pace che le aveva dato in quel limbo cupo di prima, le fece pensare fosse una creatura benevola e che le stesse aiutando. Difatti la vide abbattersi sulla parete di quella torre malefica aprendone un varco. Era la loro occasione per passare. Le due streghe iniziarono a correre ma dovettero arrestare la marcia quando davanti a loro apparve un ostacolo: Una grottesca mano mostruosa con curiose maschere su ogni dito. Sembrava una emanazione terrificante del tartarus, e i suoni che emetteva di persone che stavano morendo strozzate rabbrividì le streghe. Quelle maschere sembravano rappresentare quasi il volto sofferente delle vittime di quella mano. Che fossero anime assorbite dal tartarus? Gli occhi di Nariko si spostarono sul varco aperto che si stava richiudendo fin troppo rapidamente per i suoi gusti. Non avevano tempo per stare lì a combattere, non potevano permetterselo se volevano entrare, e il medesimo pensiero attraversò anche la mente di Syndra, nello stesso momento. Ciò fece intuire a Nariko che forse quel rito non era ancora compiuto, difendere in quel modo quel posto probabilmente serviva a non interferire con qualsiasi cosa stesse succedendo lì dentro. Syndra invece pensò subito che chiunque avesse iniziato quel rituale non lo aveva fatto con poco, probabilmente il piano era pronto da un pezzo e stavano solo cercando l'occasione giusta. Erano state sfortunate. Nariko attivò subito il proprio potere così da iniziare a lasciare la sua traccia maledetta sul terreno e avere modo quindi di contaminare quanti più nemici o alleati possibili sul suo passaggio.
Syndra, dobbiamo sbrigarci, il varco si sta chiudendo. Richiamiamo gli Hideous, se lo facciamo insieme saranno più forti. Apriamoci una via con la Goetia e passiamo. le comunicò telepaticamente ottenendo subito un cenno di approvazione risoluto dalla sua allieva, per poi pronunciare assieme l’incantesimo che avrebbe richiamato in campo gli Hideous della Goetia.
MICMA!
MICMA!
Ne apparvero due di quelle infernali creature così da poterle difendere in caso di attacchi rivolte verso di loro. Avendoli richiamati in due sarebbero stati più forti dell’evocazione normale. Sarebbero apparsi proprio davanti a loro a circa mezzo metro, così da poterle seguire nei loro movimenti e difenderle. Il piano era quello di sfruttare gli Hideous come diversivo, così da poter ignorare la battaglia e attraversare il varco. Se le ma mano li avesse attaccati, sarebbero intervenuti gli Hideous per intercettarli e magari tagliare le dita di quella orribile mano, usando le loro motoseghe.. -
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Appena le streghe pronunciarono quell'incantesimo, l'albero sembrò tremare vistosamente, come se un timore primordiale si fosse risvegliato in lui, bloccandolo sul posto o comunque lasciando intendere che stesse esitando. Che le parole di Nariko e Syndra lo avessero spaventato? Durò poco, giusto il tempo di completare quell'incantesimo, quando apparvero le due creature quel tremore era già svanito, e l'albero poteva tranquillamente attaccare. Non avrebbe attaccato sfruttando dito per dito, ma muovendosi esattamente come se fosse una mano: gli Hideous potevano intercettare il suo attacco e le loro motoseghe potevano infliggergli danni da taglio usuranti che prima o poi avrebbero tranciato le dita e forse anche l'albero stesso, ma a giudicare dai danni ci avrebbero messo molto tempo e Nariko e Syndra non ne avevano. Gli Hideous riuscirono solo ad imprimere la giusta forza per impedire che la mano si abbattesse repentinamente contro le due streghe, non era così tanto più forte di loro ma servivano ben due creature solamente per impedirle di colpire le due ragazze, come avrebbero fatto ad aggirarla semplicemente in quel modo? Quante creature avrebbero dovuto creare per poterla trattenere? Gli Hideous vennero respinti all'indietro all'ultimo, come se alla fine avesse prevalso la forza dell'albero, tornando al fianco di Nariko e Syndra che se avessero avanzato in quel momento sarebbero state brutalmente travolte. . -
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Gli Hideous servirono solo per rallentare l'attacco della mano misteriosa che sbarrava loro il passaggio. Le loro motoseghe potevano infliggere un potente danno ma ci avrebbero messo molto tempo e in verità. l'idea che lì dentro ci fossero dei studenti intrappolati dal Tartarus le avrebbe fatte desistere del tutto dal danneggiarli. Nariko e Syndra non avanzarono dopo che la mano ebbe respinto i due demoni, sarebbe stato rischioso, ma tenere gli occhi fissi su quella creatura fu produttivo: aveva esitato, anche solo per un istante, alla pronuncia di quell'incantesimo. A primo impatto, l'idea principale sarebbe stata che forse la Goetia terrorizzava quell'essere e che magari con delle creature più forti potevano intimorirlo e inibirlo del tutto, ma un altro pensiero passò attraverso la mente di Syndra, e stavolta invece di parlare telepaticamente a Nariko, lo fece ad alta voce.
Nariko... ho avuto un sensazione familiare... come se... se avessi davanti uno studente che non ha studiato, e trema all'idea di essere interrogata da una persona in particolare. Come... la sua professoressa?
Syndra aveva avuto un'intuizione: se quell'essere esitava alle loro parole di evocazione, ma poi respingeva i demoni come se nulla fosse, senza esitare, allora probabilmente non era la Goetia a terrorizzarli e farli desistere... ma le voci stesse delle due streghe. Anche Nariko ebbe l'intuizione che quella mano mostruosa non fosse semplicemente una mano. Le voci strozzate fin troppo umane le facevano pensare che probabilmente c'era qualcosa di sinistro e macabro sotto. La reazione alle loro voci poi le confermò che reagivano a loro, come se li avessero riconosciuti in qualche modo.
Sì anche io ho avuto la stessa sensazione. le rispose Nariko a voce alta, osservando l'ostacolo, per notare se avessero esitato ancora. Se quelli erano davvero gli studenti della Oxford allora avrebbero riconosciuto la voce della professoressa Kyosei e la sua assistente! Syndra allora serrò i pugni e volse lo sguardo verso l'albero, la sua espressione era vagamente preoccupata ma provava speranza nei confronti della sua idea, magari avrebbero evitato inutili atti di violenza.
Ragazzi! Sono Syndra, mi sentite?! Non è il momento di bighellonare per i corridoi, andate in classe o mancherete il test a sorpresa!
Non vorrete mica che vi punisca alle ore supplementari vero? fece con la sua solita voce autoritaria, anche se non si era presentata, avrebbero sicuramente riconosciuto, il suo modo brusco e spietato di rivolgersi a loro. Se quella ipotesi si fosse rivelata esatta, i due Hideous che si stavano lanciando di nuovo contro la mano avrebbero dovuto essere in vantaggio, o quantomeno in grado di fermarla quel tanto che bastava per permettere alle due streghe di aprirsi un varco ed entrare finalmente all'interno della voragine prima che si richiudesse. In quel momento ogni pensiero era rivolto ai poveri innocenti che erano rimasti coinvolti in quell'incubo, Syndra aveva una voglia matta di salvarli tutti il prima possibile perché sapeva bene cosa significava ritrovarsi intrappolati in un simile inferno senza uscita. Se la loro intuizione si fosse rivelata esatta, l'ansia nel cuore di Nariko sarebbe cresciuta, la paura che ormai fosse troppo tardi si sarebbe fatta risentire. Quante persone avrebbero potuto salvare?. -
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L'intuizione delle streghe era esatta? Difficile da dire, ma ciò che successe fu esattamente ciò che si aspettavano: l'albero esitò al punto che i due demoni riuscirono a rallentare il suo prossimo attacco, venendo successivamente travolti e distrutti ma concedendo lo spazio alle due streghe di oltrepassare quell'ostacolo, arrivando finalmente alla voragine sul Tartarus esattamente un istante prima che si richiudesse del tutto. A volte anche la fortuna assiste gli audaci. Tuttavia, una volta dentro l'edificio la loro risolutezza sarebbe stata nuovamente intaccata: essendo così vicine al Tartarus e dato che la creatura benevola di prima sembrava essersi allontanata, gli effetti nefasti di quel luogo terrificante avrebbero ripreso, seppur lentamente, a manifestarsi, tormentando la mente e lo status psicologico delle due streghe. I corridoi della scuola erano incupiti, davano l'idea di essere piegati e rivoltati andando contro ogni legge della fisica, mantenendo un aspetto ordinato solo a livello concettuale: porte ribaltate, finestre a terra, quadri sui soffitti, tutto era scombinato e una costante presenza di flebili voci dolenti e torturate si manifestava in ogni dove. Non c'era però anima viva in giro, eccetto una figura che si stagliò dal corridoio restante a circa 20 metri da Nariko e Syndra: la figura del preside, tutto in tiro e sorridente sul volto. Ovviamente il passaggio alle spalle delle streghe era chiuso.
Oh, professoressa Kyosei, signorina Evaine... che piacere rivedervi! Le vostre vacanze sono state piacevoli?
Dava quasi un'aria rassicurante e calma, totalmente fuori contesto in quel luogo. Tuttavia, prima che le streghe potessero rispondere, dietro quei piccoli occhiali scuri si accesero due luci tetre rosse.
Passare l'ultimo periodo a farsi scopare come delle scrofe da così tanti uomini deve essere stato tonificante per la vostra pelle, non vedo l'ora di assaggiarla!
Dal mento fino alla pancia, quell'uomo spalancò delle mostruosi fauci in verticale sul suo corpo, rivelando una natura totalmente opposta a quella umana! La cosa peggiore era che quell'essere non era allo scuro degli eventi recenti delle ragazze, qualsiasi fosse la verità era una più agghiacciante dell'altra.. -
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La loro strategia aveva funzionato, la loro voce fece esitare la mano mostruosa che permise ai loro Hideous di intervenire nel momento propizio e lasciarle passare. Quella faccenda non rassicurò per niente le due streghe, il fatto che la loro intuizione fosse esatta lasciava intendere che quindi quelli erano davvero i loro studenti cadute vittime di quel terribile fato. Quel pensiero alimentò molto l'effetto nefasto del tartarus sulle loro menti. Una volta passato il varco, Nariko e Syndra avevano voglia di piangere, Nariko si sentiva una professoressa inutile e si maledì per essersi concessa il lusso di una vacanza quando nella loro scuola stavano già tramando piani così terribili, e Syndra non fu da meno sentendosi molto ingenua per via della facilità con cui aveva pensato che i giorni bui fossero finiti. Ed ecco il risultato mentre loro due erano a Roma tranquille con Iceringer a tubare e fare l'amore ovunque, i loro studenti venivano massacrati e sacrificati per quella ... cosa. Nariko stava per cedere allo sconforto quando la presenza del preside attirò l'attenzione di entrambe le ragazze. Perché era così allegro? Non stava vedendo cosa era successo? Ciò che disse in seguito però colpi molto in profondità il cuore già turbato delle due streghe. Che significava? Come faceva a saperlo? Nariko pensò subito al fatto che era stato manipolato da Gil, che probabilmente erano tutte e due sempre stati d'accordo, ecco perché non erano riusciti ad hackerare i computer di Gil quando era servito. Nariko si infiammò di pura rabbia, che divenne anche un poco disperata per via dell'influenza del tartarus. Non riuscì più a trattenere le lacrime, ma i suoi denti erano serrati i un ghigno di rabbia.
E così sapevi tutto eh? Hai aiutato quel figlio di puttana.... affermò liberando dalla sua sfera la lancia da combattimento impugnandola e influenzandola con il suo potere così che se fosse riuscita in qualche modo a colpire il nemico lo avrebbe potuto maledire. Si era fidata di lui, era sempre così disponibile con lei e Syndra, invece non era che una facciata per nascondere la vera mostruosità che era. Possibile che fosse stata così cieca? Lo avrebbe attaccato, furiosa, senza esitazione, ma prima che Nariko potesse scattare verso l'uomo, sentì la sua lancia frenata. Voltandosi, notò che era Syndra ad averla impugnata. Era furiosa almeno quanto lei, forse anche di più, notò la sua aura magica farsi più pressante mentre si lasciava corrompere dalla rabbia. Non l'aveva mai vista così e quel momento di stupore le fece perdere la presa sulla lancia. Syndra era rimasta paralizzata in un primo momento dalle parole del direttore, lo sconforto che aveva colto Nariko era lo stesso della sua allieva, ma se la sua rabbia iniziò a fluire continua come un fiume in piena, quella di Syndra invece esplose chiaramente, spalancandole gli occhi e la bocca per lasciarsi andare in un ruggito di rabbia come non ne aveva mai lanciati. Afferrò saldamente la lancia della sua maestra, riuscendo a sentire una cosa sola a quel punto: il suo cuore che batteva come un tamburo disperato. Come potevano? Chi dava il permesso a quei mostri di umiliarle e distruggerle in quel modo, mentre loro non erano altro che vittime della loro stessa buona volontà? Come osava quel mostro parlare a lei e alla sua maestra in quel modo? Quei mostri meritavano davvero un'altra possibilità? No, non erano più esseri umani, avevano abbandonato la loro umanità da un bel pezzo e questo significava solo una cosa: avevano perso il diritto di vivere.
TI AMMAZZO FIGLIO DI PUTTANAAAAAA!!!
Si lanciò verso di lui, come una furia, stringendo la lancia con entrambe le mani mirando direttamente all'altezza del petto, laddove sarebbe dovuto esserci proprio il cuore. Voleva strapparglielo, perché solo in quel modo avrebbe potuto lenire la furia generata dal proprio di cuore. Nariko non poteva fare molto se non assisterla e sfruttare la sua rabbia per intaccare quel mostruoso avversario. Se Syndra fosse riuscita a ferirlo o quanto meno a toccarlo anche solo un momento con la sua lancia, la maledizione lo avrebbe corrotto dandole quindi modo di potergli infliggere uno degli anatemi che conosceva.
Transire Nigri Felis pronunciò ad alta voce, ai piedi del loro avversario sarebbero apparsi lingue o code di oscurità che avrebbero afferrato le sue gambe, facendogli sentire il corpo molto più appesantito, rallentandolo di conseguenza. Magari rallentato Syndra avrebbe potuto dargli qualche colpo più propizio. Intanto mentre Syndra si sarebbe occupata del nemico, Nariko essendo ancora distante, visto che non aveva fatto molti passi verso l'avversario si preoccupò di tirare fuori dalla sfera il suo barret, così da poter intervenire anche a distanza se necessario.. -
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Il preside non smise di ridacchiare un solo istante, anzi le loro grida furiose non fecero altro che alimentare quella crudele risata che lo lasciò lì immobile, pronto a subire l'attacco di Syndra che lo passò da parte a parte, ferendolo e maledicendolo ma senza fargli subire alcun danno significativo apparente. La lancia affondò fino a che le mani della ragazza non finirono tra le fauci della creatura che aveva di fronte, e il preside serrò quell'immensa voragine riuscendo a bloccarla nel suo stomaco. I denti non erano sufficientemente affilati per provocare grossi danni, ma le avrebbero impedito di sfuggire facilmente.
Io non ho aiutato proprio nessuno. Siete voi ad essere un libro aperto. Il Tartarus non permette ai segreti di restare celati. Vi siete divertite molto ad ingannare la realtà e le persone con i vostri poteri, non è così? Pensate che il fatto di sfruttarli per una nobile causa vi renda diverse? No, tutti quelli che usano i poteri per il proprio personale interesse, anche il più nobile, sono tutti uguali!
Il preside spalancò la bocca, forse anche più che letteralmente visto che mascella e mandibola si spaccarono in quattro parti diverse, lasciando fuoriuscire una grossa lingua di carne pulsante che avvolse la strega intrappolata per il collo, iniziando a strangolarla, per poi allungarsi sul suo corpo, infilandosi tra i suoi seni ed iniziando a scendere tra le sue gambe, così da puntare alla sua intimità. Nel mentre le mani si allungavano, andando ad afferrare i glutei della ragazza. In questo modo non poteva muoversi, né pronunciare incantesimi per evocare le creature della Goetia.
Occhio per occhio, dente per dente! Vi siete illuse di essere potenti e indipendenti, ma non siete altro che ulteriore carne! E la carne altro non è se non un tributo! Arrendetevi e unitevi ai vostri studenti, vi stanno aspettando!
Syndra era in trappola, il preside non aveva bisogno di scappare perché aveva già un pericoloso ostaggio. Come sarebbero uscite da quella situazione spinosa... anzi, umida? Per Syndra non doveva essere piacevole ritrovarsi di nuovo tra le spire di un "mostro" che voleva stuprarla.. -
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Affondare la lancia in quella carne mostruosa diede un minimo di sollievo a Syndra, ma durò molto poco, la sua maestra non ebbe neanche il tempo di invocare preoccupata il nome dell'apprendista per avvertirla che la bocca mostruosa del preside si chiuse, impedendole quindi la fuga ed iniziando a passare ogni umida e carnosa estremità del suo corpo sulla pelle di Syndra. La strega serrò subito i denti allontanando il capo e il collo il più possibile, disgustata e iraconda per via di quello spettacolo indecoroso. Nariko urlò il nome di Syndra, stringendo i denti nel vedere con quanta lascivia quel maledetto porco stava toccando la sua adorata Syndra. Come osava toccarla in quel modo? Stinse il fucile con forza ma si rese conto che non poteva sparare poiché quel maledetto avrebbe sicuramente usato Syndra come scudo. Strinse i denti reprimendo un poco la rabbia crescente che le faceva prudere le mani. Desiderava ardentemente far esplodere quell'uomo con il solo sguardo, ma non era ancora così potente da poterci riuscire con la magia. Quindi pensò piuttosto di intervenire direttamente e il più in fretta possibile e una creatura della Goetia in particolare faceva al caso suo.
Sundenna! Diomedes, che poteva correre anche più veloce di lei, lo richiamò praticamente di fianco a lei, salendoci in groppa con un balzo, così da sfruttare la sua velocità per avvicinarsi il più possibile e il più in fretta possibile. Nariko non avrebbe permesso a nessun altro di fare del male ai suoi cari, a qualunque costo non avrebbe permesso a quella lurida cosa di violare la sua adorata Syndra. Lei difatti non era da meno, non si sarebbe arresa. Non avrebbe permesso più a nessuno di abusare di lei, non senza crudeli conseguenze, chiunque avrebbe provato ad umiliare di nuovo Syndra e la sua maestra avrebbe pagato col sangue.
Non osare... essere schifoso... non sarò mai la schiava di nessuno, men che meno della carne!
Cercò di dimenarsi, inutilmente, era indubbiamente più forte di lei. Stare lì ferma intenta a subire le angherie di quel mostro però la aiutò a pensare più lucidamente, non le veniva affatto facile ma doveva assolutamente concentrarsi. Chiuse gli occhi e focalizzò la situazione, non poteva lasciarsi trasportare dalla rabbia. La Goetia le era proibita da quel mostro, e muoversi liberamente era impossibile, poteva creare una distorsione ma fin dove sarebbe stata utile? Poi finalmente l'idea: la lancia! Anche se non sembrava avergli fatto un danno consistente lo aveva comunque attraversato da parte a parte, questo significava che chiudendo dentro ad una distorsione quell'arma la sfera si sarebbe spalancata perfettamente al centro della ferita del preside, così forse poteva danneggiarlo o addirittura strapparlo in più punti così da metterlo fuori combattimento. Nella migliore delle ipotesi si sarebbe perfino liberata! Quella era l'idea migliore che la rabbia le concedeva a quel punto, pertanto la strega avrebbe concentrato le sue forze verso la lancia, cercando di chiuderla in una distorsione e allargarla poi il più possibile. Nel frattempo Nariko sarebbe dovuta stare abbastanza vicina per permettere al muso della bestia, che era effettivamente una lama, di tranciare la lingua che teneva Syndra e poi "tagliare" quello che ormai non era più il loro preside con la stessa lama, compiendo una sorta di taglio obliquo leggermente curvata per non toccare Syndra ma prendere in pieno lui. In quel modo se riusciva a tranciare via la lingua, Syndra si sarebbe potuta allontanare da lui, mentre Nariko ancora in groppa a Diomedes era abbastanza vicina da puntare il fucile contro la testa del loro nemico e sparare un colpo se tranciarlo non fosse servito a niente. Non potevano sapere quanto ancora potesse trasformarsi quella grottesca creatura che aveva l'aspetto del loro preside, o che aveva divorato il loro preside prendendone le sembianze. Una cosa era certa ormai: quello non era la stessa persona che conoscevano loro.. -
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Colsero il preside di sorpresa: fino ad un istante prima era decisamente risoluto e divertito, convinto che non potessero fargli nulla e pregustava già la tenera carne di Syndra sotto le spire della sua perversione, ma appena si rese conto di cosa stava succedendo al suo corpo mostruoso ebbe un sussulto di terrore: a giudicare da quello che stava provocando la distorsione sicuramente crearne una tra lui e Syndra non sarebbe bastato. Il corpo del preside iniziò a gonfiarsi, adattandosi alle dimensioni della distorsione sulla lancia, la cosa non sembrò provocargli grossi danni se non che lo bloccò completamente, mettendo praticamente in evidenza ogni punto sensibile del corpo. Ma questo non fu sufficiente a farlo desistere dal tenere Syndra addosso a sé, anzi la ragazza avrebbe iniziato ad essere schiacciata contro la sua stessa abilità. Tuttavia, Nariko pensò bene di approfittare di quel momento, mettendo assieme la sua stessa maledizione e l'impedimento generato da Syndra per ridurre al minimo la capacità di fuga del preside e riuscire quindi ad infliggergli un colpo decisivo, liberando pertanto anche Syndra e sparandogli un colpo si doppia certezza nel cranio, facendolo finire a terra a pezzi in un lago di sangue. Iniziò a dimenarsi e dal suo corpo dolente non uscirono grida di dolore, ma versi gutturali e striduli di una creatura che di umano aveva poco. Il primo ostacolo era superato, ma soltanto il primo. Adesso che non c'era più quel mostro a disturbarle, Nariko e Syndra potevano percepire la desolazione che aleggiava in quel luogo e gli impercettibili suoni che non potevano essere uditi se non completamente in silenzio: grida di dolore, di disperazione, pianti, richieste d'aiuto. Chi chiamava la propria madre, che il proprio compagno di vita, tutti erano disperati e quei suoni angoscianti penetravano nei cuori delle due streghe facendole sentire estremamente impotenti. Osservando nelle porte delle aule, alcune mezze rotte oppure semplicemente attraverso i vetri, si potevano notare gli studenti legati al soffitto e ai muri in modi dolorosi e crudeli, che lentamente venivano divorati dall'edificio stesso, come se li stesse inglobando. In alcune stanze c'erano altri mostri come il preside che serravano tra le loro braccia una grande quantità di studenti, azzannandoli per strappare loro la carne a piccoli brandelli e nel mentre li seviziava, violentandoli in maniere inenarrabili. Tentare di salvare ogni singola classe però era pura follia, sarebbe stato impossibile e soprattutto le porte non sembravano poter cedere in alcun modo. Non era così che avrebbero risolto il problema: dovevano trovare la soluzione per spezzare il maleficio del Tartarus. Un grido più forte ad un tratto, simile allo sforzo di un combattente piuttosto che ad un lamento disperato. Seguendo quel suono, Syndra e Nariko avrebbero attraversato i corridoi della scuola, ritrovandosi al centro di un punto di snodo tra i corridoi, con uno spiazzo più ampio che dava libero accesso ad altre zone della Oxford. Al centro di quell'ampio spazio c'era una ragazza dai capelli viola che dava l'idea di essere in difficoltà, da poco respinta verso il centro dato che aveva tentato di attraversare un corridoio particolare, il più buio. Da esso non si poteva vedere cosa c'era, ma a giudicare dai suoni pesanti di armatura che si stavano avvicinando evidentemente qualcuno stava ostacolando il passaggio. Un terrificante faro di energia si accese nell'oscurità, facendo intendere perfettamente che il "guardiano" di quella zona si stava avvicinando,
Uh... un osso duro... come fa uno che indossa l'armatura da cavaliere a malmenare una giovane donzella in difficoltà?
La ragazza si rimise in piedi con difficoltà, ironizzava ma non dava l'idea di essere molto in vantaggio. Forse l'arrivo di Nariko e Syndra era tempestivo al punto giusto, ma le due streghe avrebbero notato subito che quella non somigliava affatto ad una studentessa della scuola, né ad una vecchia conoscenza.. -
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La difficoltà che ci misero per battere quel mostro lasciò intendere quanto sarebbe stato difficile risolvere quel problema. Combinando gli attacchi però le due streghe riuscirono ad eliminare il loro primo vero ostacolo. I versi raccapriccianti che emise quel corpo martoriato confermò alle due streghe che dopotutto quello non era un essere umano e quindi non poteva essere il gentile preside che loro si giravano e rigiravano facendosi dare tutto ciò di cui avevano bisogno a scuola. Nariko rimase in groppa a Diomedes, osservando quel cumulo di carne contorcersi sotto i suoi lamenti. Seguì poi un silenzio tombale interrotto da lontani grida e pianti. Nariko si guardò attorno in ansia. Non le piacevano quei suoni e tornò a tormentarla il senso di colpa, il senso di impotenza e di smarrimento. Avanzarono ma ogni metro in più che facevano riuscirono a vedere ciò che stava succedendo agli studenti. L'edificio stesso si stava cibando di loro, mostri dall'aspetto del preside seviziavano e sbranavano studenti. Nariko si portò una mano alla bocca per frenare i conati di vomito. Si sentiva paralizzata, le sembrava di essere piombata in una visione di follia, di sentire sulla pelle ciò che aveva patito per colpa di Gil ma moltiplicato per almeno dieci volte. Iniziò a respirare in modo affannato, avrebbe voluto fuggire via da quel posto orribile, non riuscì a frenare le lacrime che ormai rigavano il suo volto. Cosa avrebbe potuto fare? Si sentiva così piccola, così inutile. Ovunque si girasse rivedeva volti che conosceva che aveva visto sorridenti nei corridoi della scuola. Erano lì a pochi metri di distanza e lei non poteva fare assolutamente niente per aiutarli. Syndra condivideva quel senso di angoscia, muovendosi a passi lenti davanti alle porte dalla quale provenivano quei lamenti terrificanti. Un nodo alla gola si strinse cme se la stessero impiccando. Davvero non potevano fare nulla per salvarli? La giovane strega portò le mani su una delle porte col vetro, fissando quello spettacolo con gli occhi di chi preferirebbe di gran lunga svenire, già colmi di lacrime ma incapace di lasciarsi andare ad un altro solo sussulto. Nariko urlò di rabbia: doveva fare qualcosa, non poteva permettere quel massacro. Ma come poteva salvare tutti? Sembrava impossibile. Fu un movimento brusco di Syndra a risvegliarla dal suo torpore: stava per entrare, per fare una follia, riusciva a capire perfettamente come si sentiva Ice in momenti del genere che doveva assolutamente salvare tutti ad ogni costo. Istintivamente Nariko la afferrò con forza tirandola a sé, non le avrebbe permesso di gettarsi in quella follia per salvare qualche studente ormai spacciato. Non avrebbe perso anche lei per niente al mondo.
Ti prego... non fare sciocchezze, resta con me. Ho bisogno di te. le disse con la voce che tremava, per poi tirarla con più forza a sé e stringerla fra le braccia quasi disperatamente. Syndra repsirava ancora affannosamente tra le braccia della sua maestra, ma quel caldo gesto di affetto la aiutò a rilassarsi. Chisue gli occhi e fece un lungo sospiro.
Non so come Ice faccia a convivere con questo fardello... è doloroso da morire. Ma finché sei con me, so che posso farcela Nariko. Vinceremo... insieme.
Quel momento riuscì ad infondere coraggio ad entrambe, non solo per andare avanti ma anche per affrontare la missione con lucidità. Un suono di un urlo diverso attirò l'attenzione delle due streghe che si voltarono verso la direzione in cui era arrivato. Nariko guardò Syndra e nei suoi occhi si poteva leggere la tacita richiesta di andare a vedere, un desiderio condiviso. Seguendo il suono arrivarono al cospetto di una ragazza, era giovane nel suo aspetto ma le due non riuscivano a riconoscerci uno dei loro studenti. Nariko scese da Diomedes e osservò la scena. Sembrava che quella ragazza stesse combattendo contro qualcosa, era ancora lontano per riuscire a vederlo chiaramente. Si accese una piccola speranza, forse si poteva ancora combattere. Tuttavia non poteva essere sicura che fosse un'alleato o un nemico.
Ehi tu! fece Nariko rivolgendosi alla ragazza. Le puntò contro il fucile minacciosa, forse il mascara squagliato sotto gli occhi la rendeva meno spaventosa, ma chi combatteva sapeva benissimo che la disperazione poteva essere un'arma pericolosa e che era meglio non sottovalutare una minaccia che arrivava da chi pensava di non avere nulla da perdere. Syndra era al suo fianco, decisa a lasciar parlare la sua maestra senza interromperla, ma sollevando la mano sinistra per poter preparare una distorsione in caso fosse stato necessario.
Chi sei? Non ho tempo per le chiacchiere, sei qui per ... non finì la frase che un faro di energia intensa si accese dal fondo del corridoio facendo intendere che la ragazza probabilmente non era lì per far funzionare meglio quel posto. Syndra rabbrividì, ma cercò di restare forte, mordendosi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare.
Che cos'è?! fece Nariko un poco spaventata, Syndra aveva la grande tentazione di attaccare per prima, ma non avrebbe commesso due volte lo stesso errore.. -
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La ragazza si voltò subito verso le due streghe, non sembrava turbata, probabilmente perché le aveva già percepite. Cercò di ammiccare un sorriso vagamente imbarazzato, capiva da sé che non era un buon momento per farsi quattro risate.
Indubbiamente non abbiamo neanche un secondo per le chiacchiere ma... oh... questa si che è una fortuna.
Appena quegli occhi viola si soffermarono su di loro, il volto della ragazza parve illuminarsi. le aveva riconosciute? Per caso si conoscevano? Non c'era tempo per approfondire quell'aspetto, poiché fu costretta a schivare di scatto un pesante colpo di spada discendente menato dal cavaliere nero con un singolo occhio luminoso sulla fronte. Lui era il guardiano. la ragazza schivò agilmente rotolando verso le due streghe, rimanendo però in ginocchio come a voler restare in posizione difensiva.
Se vi dico che conosco Traesto, e Traesto conosce voi, vi basta per sapere che dovreste fidarvi? Sono sicura che siamo qui per lo stesso identico motivo, anche perché quel coso sta per attaccarvi. Schivate basso.
Rotolò poi all'indietro, e lasciò vedere che sotto la chioma aveva, proprio di fianco all'orecchio, quello che sembrava un piccolo volatile nero dai riflessi arancioni attaccato alla testa. Il cavaliere, che nel mentre non aveva perso tempo, menò un fendente orizzontale altro da destra verso sinistra, che poteva essere facilmente schivato abbassandosi. Lo stesso non valeva per Diomedes che al massimo avrebbe potuto intercettare lo spadone con la sua lama, ma questa sarebbe stata spezzata e danneggiata assieme al suo cranio. Il cavaliere ad ogni passo faceva muovere quella pesante armatura in maniera estremamente rumorosa.. -
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Successe tutto molto in fretta, le due streghe ebbero poco tempo per metabolizzare il tutto, ma le nozioni base erano chiare: il misterioso nemico in armatura sembrava pericoloso, un grosso baluardo per la loro traversata. La ragazza invece dichiarò di essere una conoscente di Traesto, quindi probabilmente stava con i buoni, e oltre a dimostrare una certa agilità sfoggiò anche un'abilità peculiare: qualcosa di molto vicino alla veggenza o la premonizione. Syndra non ebbe modo di consultare la sua maestra stavolta, rabbia, confusione e tristezza si mescolarono nel suo cuore, riuscì pertanto a fare solo due cose: seguire il consiglio della ragazza per schivare l'attacco e prendere una propria iniziativa personale, vale a dire sperimentare gli effetti del proprio potere sul loro tenebroso nemico. Nariko dovette abbassarsi per schivare il colpo della spada esattamente come aveva suggerito la ragazza, cosa che Diomedes non riuscì a fare in tempo finendo per farsi mozzare la testa dal nemico.
Oh cavolo... le venne spontaneo, mentre il corpo della bestia si dissolse lasciando ai suoi piedi l'arma del suo patto personale, ovvero una spada che Nariko si preoccupò subito di raccogliere. Per lo meno aveva un'arma da poter usare, mentre avrebbe lasciato a Syndra la sua lancia.
Non mi fai paura... sei un ostacolo come un altro!
Schivando all'indietro come suggerito dalla ragazza, Syndra sollevò la mano sinistra per chiudere il pugno con un movimento deciso e uno sguardo fermo. L'idea era semplice: cercare di escludere la spada del loro avversario dalla battaglia per vedere se possedeva abilità particolari oppure se era una semplice arma. In entrambi i casi, le streghe avrebbero ottenuto un'informazione vitale per quella battaglia. Avendo il potere attivo Nariko aveva in precedenza abbracciato Syndra toccandola ancora, caricandola di ulteriore energia maledetta che avrebbe di conseguenza maledetto anche le sue tecniche. In ogni caso ualsiasi altra cosa che entrava in contatto con ciò che era entrato in contatto con Nariko veniva maledetto. Ciò significava che nel momento in cui la spada aveva mozzato la testa a Diomedes la spada aveva fatto da tramite per instillargli una maledizione che Nariko provò subito a usare indebolendogli in quel modo la sua stessa armatura, in modo che qualsiasi attacco avessero tentato di fare avrebbe avuto un effetto migliorato.
Speculo Fracto
La tecnica che invece avrebbe lanciato Syndra se fosse entrata in contatto con l'arma avrebbe nuovamente trasferito una nuova maledizione che poteva consumare ancora. Scegliendo questa volta di intaccare l'arma stessa, così se anche avesse deciso di lasciarla andare la maledizione si sarebbe consumata lo stesso.
Rusurs manibus avrebbe urlato se ci fosse riuscita, così avrebbero avuto modo di scoprire se la sua arma fosse stata una semplice lama o se avesse qualche abilità speciale. Se fosse stata una semplice lama, sarebbe diventata inutile, se invece aveva qualche speciale abilità probabilmente avrebbe potuto facilitare il compito di Syndra.. -
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L'abilità di Syndra non si manifestò minimamente, come se ci fosse qualcosa a bloccare le sue distorsioni, evidentemente quella spada era parte attiva delle abilità del loro nemico. Le tecniche di Nariko invece subirono un destino simile, ma più chiaro: gli effetti delle maledizioni furono visivamente attivi, i vetri caddero a terra e delle mani oscure intaccarono l'armatura e la spada del guardiano nero, ma al di fuori di una minima esitazione non sembrò sortire nessun effetto nefasto su di sé. La lama rimase illesa e così anche la sua armatura. Le maledizioni di Nariko non avevano avuto effetto dunque? La ragazza che le aveva avvisate osservò la scena piuttosto sorpresa, ma non ottimista come avrebbe dovuto.
Non credo che quell'affare possa cedere tanto facilmente... oh no! Attenta, devi schivare, non puoi fermarlo!
Quell'attimo di esitazione durò decisamente troppo poco, perché il cavaliere le avrebbe incalzate, stavolta cercando di colpirne una sola, un obbiettivo più pericoloso per lui: Nariko. Le corse addosso, caricando la spada nella mano destra e tirandola all'indietro per preparare un affondo dritto al cuore, affondo che portò avanti senza la minima esitazione e continuando ad inseguirla se avesse tentato di evitarlo in qualche modo, restandole attaccato ed ignorando tutto il resto, come se non esistessero ulteriori avversari. Ancora una volta la ragazza misteriosa aveva predetto l'attacco, ma di un modo per sconfiggere quel nemico ancora nessuna traccia..
