Ricominciare... sì, ma da dove?

Per Demi.

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  1. MidoriNoBakeneko
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    Era passato un po' da quando quel fattaccio era accaduto. Un mese probabilmente. Forse meno, forse più; Sumie aveva smesso di tenere il conto.
    Il giorno prima si era svegliata in forma. Per la prima volta dopo tanto tempo, le occhiaie formatesi sotto i suoi occhioni eterocromi, dovute agli incubi che ormai la tormentavano quasi tutte le notti, non sembravano un dramma poi così grande, e lei si sentiva pronta a ricominciare. Doveva prendere in mano la propria vita di nuovo. Aveva delle investigazioni da fare... e aveva aspettato anche troppo per riprenderle. Il primo tentativo di raccogliere informazioni valide sul progetto Sonmi si era rivelato un fiasco, o quasi. Ma lei non era certo tipa da darsi per vinta per così poco. Nemmeno a seguito di... ciò che l'era successo con quello zombie. Nemmeno dinanzi alla casa di Jorge andata in fiamme, o alla sua sparizione. Aveva iniziato da sola e avrebbe ricominciato come tale. Poco importava dovesse dormire in posti di fortuna, mangiasse topi di fogna a colazione, pranzo e cena, o puzzasse di cane bagnato. Era viva, vegeta, e in forze. Per questo aveva ripreso quel giorno stesso a perseguire il proprio obiettivo, e così facendo aveva trovato una pista da seguire.
    Tramite informazioni "comprate" con alcuni dei pochi risparmi che aveva, da persone poco raccomandabili ma non pericolose, era riuscita a sapere di un locale situato in Giappone -nella periferia della Capitale per la precisione- dove, a quanto pareva, avveniva sotto banco un traffico di Sonmi. Era un viaggio lungo da affrontare, ma lei era stata ben più che disposta a farlo scoprendo una cosa simile.
    In qualche modo era riuscita persino a giungere a destinazione praticamente gratis... tramite trucchetti vari che l'avevano vista da prima eludere la sorveglianza, poi fare gli occhioni dolci a un controllore che l'aveva scoperta, infine fingersi sorella di "non si sa bene chi" finendo, chissà come, in un aereo bagagli che l'aveva portata fino a un aeroporto secondario di Kurayami. Il tutto l'era costato di venir inseguita per chilometri e chilometri dalla polizia nel fuggire da esso, ma in qualche modo, dopo un giorno e mezzo, alle 20:00 precise era riuscita ad arrivare al locale stabilito. Solo per finire -due ore più tardi- di nuovo nei guai. Guai ben peggiori di quelli vissuti per giungere in quella zona palesemente malfamata e poco adatta a "signorine per bene" come lei, soprattutto signorine Sonmi... ma questa è un'altra storia.

    I guai...



    Sumie non poteva proprio credere ai suoi occhi. Quello a cui stava assistendo era così orribile che per un attimo pensò di essere finita in uno dei suoi orridi incubi, solo che stavolta aveva gli occhi aperti... e la protagonista di tali incubi non era lei.
    Il locale si era rivelato davvero un posto orribile, squallido, e pieno di personaggi dalla dubbia morale. Lei era riuscita a passare miracolosamente inosservata solo grazie al suo abbigliamento tipo estremamente coprente, che la faceva apparire quasi come un ragazzino o un personaggio comunque losco, visti gli occhi ferini e la lunga coda da drago che si portava dietro. Era riuscita in qualche modo a fingersi per davvero un maschio, facendo la voce grossa, ordinando un drink (che stavolta aveva pagato) e curiosando in giro. Era stato proprio un sonmi a servirla. Era una ragazza dai tratti orientali, un caschetto di capelli corvini e un viso a dir poco perfetto, truccato quasi come una geisha, ma senza cerone esagerato a nasconderne i lineamenti. Sumie aveva cercato di parlarci senza farsi notare, ma la ragazza sembrava timida, probabilmente perché era così che voleva il suo carattere preimpostato. Sumi aveva dunque sospirato, cercando di interloquire con dei clienti, con altri sonmi praticamente identici alla prima ragazza... ed era proprio durante quelle conversazioni che aveva sentito delle grida provenire dall'esterno, probabilmente dal retro del pub. Inutile dire come fosse corsa subito fuori... e non certo per fuggire. Al fianco dell'edificio, c'era un cancelletto di lamiera, che portava a un vicolo, il quale faceva probabilmente il giro verso il retro del pub. Lei lo aveva scavalcato senza pensarci troppo, e svoltando alla fine di esso... si era ritrovata davanti a quell'incubo. Due originali -uomini sulla sessantina, dai visi grotteschi e i fisici flaccidi- stavano facendo... tentavano di... stuprare una cameriera, una di quelle sonmi che lei stessa aveva visto dentro. Ma non era solo questo. Era qualcosa di molto peggiore, e Sumie si ritrovò per un attimo interdetta a osservarli.
    Cosa c'è eh? Perché strilli tanto? Sei stata creata appositamente per questo, per essere scopata! Devi stare zitta e subire, stupido giocattolo!
    Lei era minuta, poco più di una ragazzina identica a quelle che servivano ai tavoli. Sul metro e sessanta, vestita e truccata allo stesso modo, con quello stesso caschetto nero. Tentava di dimenarsi e piangeva, mentre uno degli uomini -appoggiato al muro di schiena- le teneva le gambe divaricate da dietro, e strusciava il suo affare flaccido tra le sue natiche, l'altro se ne stava davanti ad armeggiare con la patta dei propri pantaloni. Quest'ultimo le tirò uno schiaffo, prima di commentare ancora...
    Kfufufufu! Infatti, infatti. I giocattoli dovrebbero stare buoni mentre i proprietari si sollazzano con loro. Devono stare zitti anche quando... si rompono!
    Una risata glaciale, poi -senza motivo apparente- l'uomo diede un pugno allo stomaco della creatura, talmente forte che per un attimo la mano sparì dentro la pelle infossata. Gli occhi della sonmi si spalancarono, il grido che parve voler emettere si soffocò, deformandosi e fuoriuscendo dalla sua bocca come un colpo di tosse... al sangue.
    LASCIATELA! LASCIATELA SUBITO!
    Sumie smise di pensare, ogni pensiero lucido che avrebbe dovuto affacciarsi alla sua mente svanì. Avrebbe dovuto chiamare la polizia, un aiuto qualsiasi, avrebbe dovuto correre per strada e gridare. Era sola, era minuta almeno quanto la ragazza stessa, e la sua salute era cagionevole. Per logica avrebbe dovuto... Ma non lo fece. Si gettò a testa bassa verso gli uomini, balzando alla schiena di quello che aveva dato il pugno (e che quindi dava le spalle a lei), attorcigliandogli la coda intorno al collo e mordendogli una spalla. Cominciò a ricoprirlo di pugni, colpendolo dove capitava, mettendoci tuta la forza che aveva in corpo... ma era ben poca. Riuscì giusto a strappargli una misera porzione di carne con i denti, prima di finire sbalzata via. Sbatté la nuca contro la parete opposta a quella dove si trovavano i due, con tanta forza che la vista le si annebbiò leggermente. Il tizio si voltò portandosi una mano dietro la nuca, all'altezza del morso. Ma che cazzo...??? Quando -riportandola davanti al viso- notò le dita sporche di sangue, la sua faccia divenne ancora più spaventosa. Si voltò verso Sumie. Si può sapere chi cazzo sei? Il supereroe del vicolo per caso? AHAHAH! Che quartiere protetto cazzo! Quasi quasi mi ci trasferisco- UH?
    Nella caduta Sumie aveva perso il cappuccio, liberando la massa di capelli verdi, che rendevano i suoi grandi occhi ferini ben meno inquietanti e androgini. Lo abbassò subito, ma era troppo tardi. Aveva capito. Ma è una ragazza!
    Allora ho capito chi è! È una troietta vogliosa di cazzo che è venuta qui per divertirsi con noi! AHAHAH! Vieni tesoro, vieni. C'è carne stagionata per tutti e due! Per questo bel giocattolino e anche per te!
    Ehi ehi, vacci piano. Abbiamo pagato per stuprare un giocattolo di carne artificiale, quella è una ragazzina vera. Si rischia la galera per 'ste cose.
    Sumie aveva la nausea. Sentiva un grosso peso bloccarle la gola. Quei due... erano davvero convinti che quella sonmi fosse un oggetto. Erano davvero convinti che la sua vita non avesse valore quanto la loro. L'incubo in cui era entrata le ricordava fin troppo il tempo passato in laboratorio. Non poteva sopportarlo... non poteva. Lei... non è... UN GIOCATTOLO! Vi sembra non respiri? Vi sembra non senta? Vi sembra non provi nulla?!
    Si rialzò, barcollante. Girava tutto, ci vedeva doppio, ma non l'avrebbe fatta passare liscia a due esseri simili. Se solo avesse potuto rientrare in quello stato... se solo avesse potuto trasformarsi in quella cosa, come quella volta, e bruciarli tutti...
    NOI NON SIAMO OGGETTI!
    Di nuovo si gettò verso di loro, di nuovo venne scaraventata via... con un pugno sullo stomaco stavolta.
    Senti ciccia, vai a fare la nanna ok? Sei noiosa. Stattene lì buona mente noi finiamo con lei.
    Poi sarà il tuo turno dolcezza, non ti preoccupare... eheh!
    Ancora?! Ma allora sei proprio scemo... va bé.
    La ragazza riprese a divincolarsi, a gridare. Il tizio che aveva sbattuto via Sumie si rimise davanti a lei, armeggiando, mentre l'altro non si era nemmeno fermato un attimo durante la piccola interruzione. E anzi, il suo orrendo sesso -nel frattempo- si era persino risvegliato.
    Gli originali... quegli uomini... quel mondo... era tutto così orrendo? Era tutto così marcio e corrotto? Non poteva sopportarlo. Non poteva crederci. Non VOLEVA farlo.
    Qualcuno... chiunque... ci aiuti.
    Sumie, seduta a terra contro la lamiera, priva di forze e dolorante, poté solo cominciare a fare -con un filo di voce- quello che avrebbe dovuto fare fin dal principio: invocare aiuto. Che qualcuno... Cough-cough. La salvi...

    Siccome con questo PG sto seguendo una storia continua precisa, e non voglio fare role fine a se stesse, ho messo i riferimenti a tutto ciò di cui parlo nel post. Ovviamente non sei obbligato a leggerteli, né tanto meno cliccare i link, li metto solo a scopo informativo, per completezza. ^^
    La disposizione del locale e del vicolo la immagino circa così (non avevo molta voglia di fare lo schema come si deve, pardon xD) per il resto, spero si capisca la situazione. ^w^ E soprattutto spero ti divertirai a ruolare con me. (:


    Edited by ~ Midori ~ - 28/1/2015, 18:50
     
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3 replies since 28/1/2015, 18:10   103 views
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