Twist of Fate

x Neko

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    CITAZIONE
    Nome partecipanti: Thresh Vs Sumie
    Livello partecipanti: 1 vs 1
    Energia partecipanti: Newbe vs Newbe
    Numero di partecipanti: 2, no intrusioni
    Livello del Potere: 1 vs 1
    Abilità Fisiche G1: Gigas 4, Mach 3, Shell 3, Jumper 2, Sense 1, Strike 3, Vision 3, Energy 2, Charge 2.
    Abilità Fisiche G2: Gigas 2, Mach 2, Shell 1, Jumper 2, Sense 1, Strike 2, Vision 2, Energy 2, Charge 1.
    Tecniche Personali G1: Bloodthirster, Iron Maiden, Twitch, Lo Waxmeister, Icon Of The Sin.
    Tecniche Personali G2: Ball Rage.
    Tecniche Loto G1: /
    Tecniche Loto G2: /
    Armi & Equipaggiamento G1: Shuriken (2), Dissectors, Laser Shuriken (3), Ninjato.
    Armi & Equipaggiamento G2: Betty.
    Luogo: Una delle palestre della scuola, tra le più piccole poiché priva di spalti e munita solo di un ampio campo da calcio, con le vetrate illogicamente basse ma rinforzate, dato che tendenzialmente prendono un sacco di pallonate. Al di fuori delle scale svedesi distribuite un pò ovunque sui muri fino ad un'altezza massima di 2 metri e mezzo, non ci sono ostacoli all'interno del rettangolo lungo 25 metri e largo 15.

    Dodgeball. Palla avvelenata. E' un gioco semplice quanto crudele, ma forgia il carattere, il gioco di squadra e fa in modo che tutte quelle checche che non sanno nemmeno far palleggiare una palla inizino a prenderla con tutte e due le mani. E Thresh questo lo sapeva bene. Voleva forgiare il carattere di quelle schiappe da bravo insegnate qual'era, sembrava davvero un nobile intento. Peccato che da bravo torturatore non aveva la minima intenzione di usare le palle.
    Forza schiappe! Sentite che puzza di merendine! Correte!
    Un lancio perfetto verso quella marmaglia di gente occhialuta e poco in forma che cercava disperatamente di divincolarsi. No, quella non era una palla, e nel momento in cui colpì la faccia di Greg esplose in mille pezzi spargendo polpa rossa a non finire, atterrandolo in un grido di disperazione. No, non era neanche una testa o un polmone ripieno. Semplicemente...
    Professore la prego basta, si fermi! Queste angurie sono peggio di palle di cannone!
    Thresh afferrò un'altra anguria dalal grossa cesta che aveva vicino alle gambe, facendola rimbalzare sulle sue mani lanciandola in aria un paio di volte, ghignando divertito mentre quei poveri ragazzi cercavano di rianimare il loro compagni già affannatissimo per la corsa, un cocomero in faccia non era decisamente l'ideale.
    Qual'è il problema gente? Quando eravate in bagno a sfogliare quelle riviste eravate tanto presi dalle angurie, Greg ha detto chiaramente "quanto vorrei che mi spalmasse in faccia quei cocomeri!". Me lo ricordo bene, ehehehehe! Tornate a correre saccottini!
    E mentre rideva divertito, atterrava sempre più ragazzi, che finirono la lezione praticamente distrutti e forse fin troppo malconci. Thresh li congedò invitandoli a lasciare la finestra principale aperta, in modo da far circolare l'aria, mentre invece la porta d'entrata era completamente chiusa. Il professore si ritrovò da solo dentro un'aula che sapeva di anguria in ogni angolo ed emanava un odore incredibilmente intenso e dolce. Ne aveva ancora un sacco con sé nel cesto ai suoi piedi, era uno di quei grossi cesti metallici dove normalmente dentro ci stanno le palle da gioco, un bel cestone quadrato con un metro per lato e la sommità scoperta. Questo cesto era posizionato al centro della stanza, Thesh se ne stava alla sinistra del cesto con il gomito destro appoggiato su di esso, intento ad esaminare qualche bella anguria da addentare. Thresh era rivolto verso il finestrone principale aperto, mentre alla sua sinistra c'era la porta d'entrata, sbarrata per chiunque, anche quelli all'interno dell'edificio. Detestava essere interrotto mentre gustava qualcosa di dolce... anche al fruttosio. Thresh come al solito era vestito nella maniera usuale, col cappottone nero, lacero e spettrale ma a petto aperto, che lasciava intravederei n parte la sua muscolatura. I suoi pantaloni erano di una tuta nera con le righe bianche ai lati esterni, mentre ai piedi portava dei stivaletti da cow boy con gli speroni. Non c'entrava assolutamente nulla ogni singolo pezzo con l'altro, ma che importava? Era un tizio che lanciava angurie.
     
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    Bene, premessa che vale sia per eventuali lettori (ogni riferimento a best è puramente casuale) che per te: siccome voglio male a Hebi e preferisco le storie disastrate (ma va?) a quelle ''soft'' (inoltre lui trascura Sumie, quindi che abbia pure gli avanzi) questa role è da considerarsi ambientata precisamente come seguito di questo post.
    Perché dei ragazzi dovrebbero stare a scuola la sera? Che ne so, inventati qualcosa. :titto:
    Detto ciò... so già che me ne pentirò, ma facciamolo.

    P.s. Hebi lo sai che in realtà ''tivibì''. :love:


    Arrampicarsi o ''calarsi'' giù da palazzi più o meno alti stava diventando un'abitudine per lei, ormai, come del resto diventava sempre più un'abitudine cacciare animali che mangiare (per altro crudi) non sembrava un toccasana neppure per una che di recente era sopravvissuta a un ''piacevole'' bagnetto in liquidi radioattivi/ barra letali/ barra sperimentali andati a male/barra chissà che altro. Eppure Sumie sembrava non pensarci affatto, forse perché il suo cervello e le sue conoscenze preimpostate non erano aggiornate, chissà... fatto stava che anche quel giorno la preda che aveva puntato era stata un piccione dall'aria non troppo sana, e lei si era impegnata decisamente tanto per saltare da un tetto all'altro nel vano tentativo di raggiungerlo e acchiapparlo. E come poteva finire uno scontro che vedeva a confrontarsi due miseri piedi (quasi) umani e delle belle ali funzionanti? Piuttosto ovvio: dopo metri di corsa e salti tra tetti ravvicinati beccò due palazzi che tra loro avevano una strada... una strada a due corsie, per altro, e lei non poté far altro che fermarsi poco prima di precipitare verso l'asfalto, pronta a spiaccicarcisi sopra. Peccato che quando si parla di ''poco prima'', in questo caso, s'intenda: proprio un dannatissimo centimetro dalla fine del cornicione, situazione che la costrinse (data la corsa e tutto) a bloccarsi di getto e rimanere due secondi buoni in equilibrio per pura grazia divina (e un agitare di braccia che sapeva tanto di scena da cartone animato) prima di piombare comunque giù dal quinto piano.

    ... Era dunque questa la sua fine? Il suo fato? Tanta fatica per resistere a della cavolo di merdaglia verde fluo potenzialmente letale, per poi morire spiaccicata sull'asfalto grazie a uno stupido piccione?
    Naaah, il fato per lei aveva in serbo di meglio. O di peggio.
    Proprio come se la scena da cartone animato di pochi istanti prima fosse proseguita, il suo tenero corpicino aveva semplicemente rimbalzato per una serie di ''tende'' appartenenti a diversi negozi situati ''guarda caso'' proprio sotto il palazzo dal quale era caduta... e lei si era ritrovata semplicemente a rotolare sino a che le sue tonde natiche perfette non avevano avuto modo di avere un incontro ravvicinato con il ''sempre-duro'' marciapiede.
    Spettinata, graffiata in più punti, e col sedere lievemente ammaccato, a quel punto il brontolio del suo stomaco era risuonato talmente forte al di fuori di esso da far voltare qualche ''originale'' che passava a lanciarle delle occhiatacce piuttosto critiche... ma questo bastava per far sì che lei si arrendesse? Col cavolo! Ancora più determinata di prima, e totalmente decisa a ritrovare quel dannato piccione a costo di inseguirlo in capo al mondo, a quel punto aveva affinato il naso (non che avesse un olfatto da segugio ma sorvoliamo), solo per far sì che il profumo più paradisiaco che conoscesse le invadesse le narici senza più abbandonarle: anguria.
    Inutile dire che ogni pensiero superfluo passò in secondo piano: là, non sapeva ancora dove, ma da qualche parte là vicino della succosa anguria stava venendo consumata proprio in quell'istante, o forse venduta, o mangiata da qualcuno che non era lei, o...
    Prese a correre ancora prima che quei pensieri incasinati si riordinassero. Non c'era più alcun piccione o topo che reggesse, l'anguria sarebbe stata il suo pasto e il rivolo di saliva che andò a umidificarle il lato destro del labbro dicevano chiaro quanto fosse estasiata da quell'idea.
    Non la sfiorò neppure per un secondo il pensiero che potesse venire da un fruttivendolo (e avrebbe dunque dovuto pagare con soldi che al momento non aveva), o da un'abitazione nella quale ''forse'' (e mica tanto forse) non sarebbe certo potuta piombare... c'era solo lei e la sua meta e il resto sparì lasciando spazio solo all'espressione più idiota che il mondo avesse mai avuto modo di ammirare.
    E dopo neppure un angolo svoltato, eccolo: il fulcro di quel profumo meraviglioso. Una... scuola? Non ricordava che a scuola si vendesse anguria, né sapeva perché una scuola sarebbe dovuta essere aperta la sera... non era pratica di certe cose e la sua memoria artificiale in quel momento non l'aiutò di certo, il cervello totalmente catturato dai pensieri piuttosto profondi (COFF) che quell'odore intenso le stava procurando.
    Ahhhhhhnguuuuuriaaahhhh...
    Non ebbe neppure la decenza di asciugarsi la bava, semplicemente si intrufolò di soppiatto dal cancello principale (aperto) e si diresse verso quel dolce profumo che per sua fortuna proveniva da una finestra aperta dei piani inferiori.
    La fortuna stava girando per lei! (O forse era l'esatto contrario, ma poteva mica saperlo?)
    E dunque, dopo un'oretta così movimentata, eccola affacciarsi timidamente a quella finestra, con solo gli occhioni ''sbrilluccicanti'' che nella sera sembrarono ancora più accesi, quasi come quelli di una gatto nero nel buio, illuminato da un faro. Peccato che lei di nero non avesse proprio niente se non in parte l'abbigliamento (e per la cronaca, era uscita mezzo-svestita con solo maglietta, intimo e autoreggenti al seguito), e anzi, quel verde evidenziatore era fin troppo notabile tra la penombra della sera, così come terribilmente intenso era lo sguardo che si fissò sull'uomo che dentro quella strana struttura si mangiava bellamente le sue adorate angurie.
    E... cosa doveva fare in una simile situazione? Cosa dicevano le regole degli originali?
    Non lo sapeva, per questo semplicemente rimase lì, a fissare lui e le angurie con quasi tutto il suo corpicino nascosto dall'anta della finestra dal quale sporgeva il viso.
    Perché quell'uomo dovesse accorgersi di lei? Non so voi, ma io mi accorgerei di qualcuno che a un paio di metri da me cerca in ogni modo di uccidermi con lo sguardo...

    CITAZIONE
    Fisico: ''Spettinata, graffiata in più punti, e col sedere lievemente ammaccato.''
    Psiche: Ahhhhhhnguuuuuriaaahhhh...
    Energia: 50/50
    Potere: Sopito.
    Equipaggiamento: ''Betty'' dentro il fodero, legato a tracolla e posto dietro la schiena.
    Note: Nessuna.


    Edited by = Midori.no.Neko = - 21/1/2014, 19:30
     
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    Va bene, è semplice: lezioni di recupero.


    Sempre un toccasana le lezioni di recupero serali, ovviamente nessuna amministrazione munita di un minimo di buon senso approverebbe una cosa del genere, ma fortunatamente lui se la faceva con la preside ed era piuttosto raccomandato da quel punto di vista. Stava già per tirare fuori dalla tasca il sistema di sicurezza centralizzato per poter chiudere le saracinesche delle finestre, quando il suo succoso pasto venne interrotto da una sorta di fantasma al plutonio che rilasciava sostanze ectoplasmatiche dalla bocca e stava appannando le finestre. Non che fossero pulite dopo quella lezione intendiamoci, ma era comunque uno spettacolo bizzarro. In un primo momento Thresh si ritrovò spiazzata, non gli sembrava proprio uno dei suoi studenti, poi aguzzò la sua vista da zombie. Per chi non lo sapesse le palle degli occhi dei non morti saranno pure putrefatte e attaccate ad un cadavere che stava sotto terra da un bel pezzo, ma potevano adocchiare tranquillamente un culetto nascosto esclusivamente da un paio di mutandine a diversi chilometri di distanza, anche senza contatto visivo in realtà. I zombie sono overpower, non dimenticatelo. Con la bocca ancora piena di anguria e sporca di quest'ultima, Thresh allungò il palmo destro verso la finestra. Stringeva un pezzo di anguria mangiucchiato ma abbondante, e sfoggiando un sorriso perplesso le mostrò quel dolce e gigantesco frutto come se le stesse chiedendo se ne voleva un pò. Forse, dato che si comportava come una bestia, era anche diffidente come tale, quindi per attirarla e soddisfare la propria curiosità Thresh accettò di liberarsi di uno dei suoi zuccherosi frutti, adagiandolo a terra a pochi metri da sé, per poi asciugarsi la bocca e mandare giù il boccone.
    Ci sono pochissimi semi, è una delizia vera. Vieni avanti, non voglio farti del male.
    E quando ti invita un tipo con la bocca lacerata, i capelli che terminavano in grossi uncino e con indosso un cappotto più tenebroso di Dracula in persona, non puoi non fidarti. Anche perché sennò la trama non va avanti.

    lAIHZXw

    [Thresh]


    [Status Fisico]: Illeso.
    [Status Psicologico]: Curioso.
    [Potere]: Disattivato
    [Energia]: 50/50
    [Tecniche]: ///
    [Macchine in campo]: ///
    [Statistiche]: ///
    [Equipaggiamento]:
    - Dark Passage dietro la schiena, falcetto nascosto dietro la schiena, sotto il cappotto, lanterna in bella vista nella mano sinistra.

     
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    Sumie poteva dirsi una persona diffidente? Per nulla, anzi, forse era da considerarsi persino un po' ingenua se si pensava a come era nata, alla sua età effettiva e a come in sintesi il suo cervello e il suo corpo fossero stati semplicemente forzati a ''crescere''. Da una parte il corpo era venuto fuori perfettamente, dall'altra però il cervello era semplicemente pieno di conoscenze sommarie date perlopiù da informazioni generali sul mondo inculcate a forza... peccato mancassero quasi totalmente di quelle date dall'esperienza, le più importanti in un mondo crudo come quello.
    Per questi motivi (e anche un po' per l'anguria che aveva davanti e che le aveva ormai dato alla testa) non si fece ripetere una seconda volta quell'invito a farsi avanti senza neppure notare la faccia losca che aveva quell'uomo, gli occhioni semplicemente fissi su quella succosa polpa rossa dal profumo irresistibile. Ci si avventò come un animale affamato che non vede cibo da giorni, chinandosi a prendere la fetta a due mani solo per grazia divina e prendendo a strapparvi la polpa senza apparente disgusto alcuno per i morsi che mancavano già, dati da quello sconosciuto. Solo dopo il primo morso (se mai quell'uomo le avesse davvero permesso di darlo) avrebbe alzato il viso al cielo quasi stesse ringraziando qualche divinità lassù, con gli occhioni chiusi e l'espressione di chi sta godendo come non mai, quasi commossa per l'immensa perfezione di quel sapore, testimoniata da un paio di lacrimoni che presero a tremolare ai lati dei suoi occhi. A quel punto, dopo quel primo assaggio che la spedì dritta in Paradiso come le succedeva ogni volta da quando aveva scoperto quale fosse il suo ''piatto'' preferito, aprì gli occhi ferini ormai umidi e li puntò verso l'uomo accorgendosi del suo aspetto.
    Inizialmente perplessa, si guardò intorno per assicurarsi di non aver sbagliato e trovarsi realmente in una scuola, solo per appurare che sì, quella sembrava proprio una palestra. Fatto questo, con il ''muso'' umido di succo rosa, un semino al lato destro del labbro e le guance gonfie ancora intente a masticare, la sua curiosità naturale esplose immediata sotto forma di domande che fuoriuscirono da quella boccuccia ancora piena un tantino distorte dal boccone che aspettava solo di venir mandato giù. E una volta iniziato a parlare, seguì un morso per ogni pausa che faceva.
    Non poteva resistere ma voleva parlare, quindi che senso aveva fare una cosa per volta?
    Perdoni... gnamgnam... la domanda... gnam gnam... inopportuna... gnamgnam ma... gnam gnam... cosa.... gnam gnam... è... gnam gnam... lei?
    Le cicatrici e il viso pallido come la morte quanto l'odore che il suo corpo emanava le suggerivano fosse uno ''zombie'' ma, che sapesse, le informazioni che aveva sulla razza dicevano anche che gli zombie si nutrissero di carne, e non certo di frutta, quindi era piuttosto confusa.

    CITAZIONE
    Fisico: ''Spettinata, graffiata in più punti, e col sedere lievemente ammaccato.''
    Psiche: Che cosa sono quelle cicatrici?
    Energia: 50/50
    Potere: Sopito.
    Equipaggiamento: ''Betty'' dentro il fodero, legato a tracolla e posto dietro la schiena.
    Note: Nessuna.
     
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    Mai vista tanta ingenuità in un corpo solo, e Thresh aveva adescato bambine di ogni età, era un vero esperto senza ombra di dubbio. Ma far avvicinare quella bestiolina era stato così facile al punto da essere disarmante. Fortuna che aveva un faccino così carine che gli si perdonava tutto, altrimenti si sarebbe già stufato. Incredibile il successo provocato da dei bei cocomeri, non in generale, ma nei confronti proprio di una ragazza... ma basta con i giochi di parole, la verità era che dopo molto tempo era il carceriere ad avere curiosità nei confronti di qualcuno, non il contrario, e voleva realmente capire come mai il fato gli aveva consegnato un giocattolo così enigmatico. Thresh sollevò la mano sinistra facendo levitare la sua lanterna. Questa si spaccò a metà in orizzontale, facendo uscire un paio di anime che iniziarono a volteggiare intorno a lui e poco dopo finirono intorno a Sumi, circondandola come se volessero esaminarla.
    Sono un custode di anime, che per passatempo raddrizza la schiena di qualche giovane smidollato. E tu invece? Sai tutto di me ora... ma io non so niente di te.
    Ridacchiò, chiaro che Sumi non sapeva niente di lui ma dato che era così ingenua molto probabilmente si sarebbe aperta al suo fidato confidente conosciuto da meno di 40 secondi.
    Avvicinati, puoi avere tutte le angurie che vuoi. Basta che mi racconti la tua storia.
    E mentre lo diceva le faceva cenno di avvicinarsi con le dita della mano sinistra, indicando con l'altra le restanti angurie. Se si fosse avvicinata l'avrebbe messa a suo agio accarezzandole la testa ed iniziando ad esaminare le sue fattezze singolari: non era decisamente umana... e questo la rendeva decisamente più interessante.

    lAIHZXw

    [Thresh]


    [Status Fisico]: Illeso.
    [Status Psicologico]: Molto curioso.
    [Potere]: Disattivato
    [Energia]: 50/50
    [Tecniche]: ///
    [Macchine in campo]: ///
    [Statistiche]: ///
    [Equipaggiamento]:
    - Dark Passage dietro la schiena, falcetto nascosto dietro la schiena, sotto il cappotto, lanterna in bella vista nella mano sinistra.

     
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    Sumie rimase piuttosto perplessa dalle reazioni dell'uomo, un po' perché il suo stomaco aveva ormai accolto qualcosa tra le sue pareti e dunque il suo cervello tornava lentamente a funzionare di nuovo, un po' perché semplicemente l'anguria era finita e sebbene ne volesse ancora venne distratta da quello strano sconosciuto appena incontrato, tramite qualcosa che non aveva mai visto, e che sentire nominare la confuse non poco: anime.
    Avendole conosciute solo in via teorica, si può facilmente immaginare quale fu la sua espressione sorpresa mentre le osservava volteggiare intorno all'uomo e - successivamente - intorno al proprio corpo.
    Un po' spaventata, se bisogna dirlo, a quel punto smise quasi di pensare a quel buon profumo per concentrarsi su ben altro, ovvero...
    Ma veramente... non ha detto niente... o almeno non l'ha spiegato.
    Era ingenua quanto bastava per non curarsi dell'aspetto di qualcuno davanti a una fetta d'anguria e la bramosia del suo stomaco vuoto? Sì. Ma era anche abbastanza ingenua (o forse sarebbe più esatto dire ''stupida'') da rimanere indifferente davanti a una simile ''dichiarazione'' accompagnata dalla visione di quelle ombre evanescenti? No, assolutamente no. Anzi, con quello spettacolo il cibo passò momentaneamente in secondo piano (sebbene il profumo di quel dolce frutto continuasse a far aumentare la sua salivazione) e la sua curiosità crebbe esponenzialmente.
    Poi subentrò, dopo la curiosità: l'istinto. Un istinto molto simile a quello di un animale che sente la vicinanza del cacciatore. Istinto che, tuttavia, non servì a farla fuggire finché era in tempo, poiché surclassato dalla sua voglia di sapere, dal bisogno di fare domande.
    Sebbene non fece cenno alcuno di avvicinarsi a lui, infatti, e nonostante si curò di alzarsi per non restare in una posizione così svantaggiosa davanti a un potenziale pericolo, il suo corpicino rimase fermo sul posto mentre la sua boccuccia - ora seria - si mosse per domandare: E che cosa dovrebbe essere un custode di anime?
    Sapeva cosa fosse un'anima e cosa fosse un custode, ma nella sua memoria artificiale non c'era niente che riguardasse l'unione delle due parole. D'altra parte, ritrovarsi dinanzi a un argomento simile accese nel suo cervellino tante domande, ma - soprattutto - un singolo e importantissimo dubbio che non si era mai posta fino a quel momento. Io ce l'ho... un'anima?
    Una creatura nata da mani umane, poteva avere una cosa di cui si sapeva tanto poco? O forse erano solo le sue informazioni ad essere troppo sommarie? In un istante, che quel tizio fosse uno zombie o meno, smise quasi di avere importanza.

    CITAZIONE
    Fisico: ''Spettinata, graffiata in più punti, e col sedere lievemente ammaccato.''
    Psiche: Bella domanda.
    Energia: 50/50
    Potere: Sopito.
    Equipaggiamento: ''Betty'' dentro il fodero, legato a tracolla e posto dietro la schiena.
    Note: Nessuna.

    Sinceramente avevo in mente un post spiegato un po' meglio ma... è tardi e il lavoro mi ha distrutto. Scusa. D:
     
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    Quando realizzò che la ragazza non era stupida come sembrava, Thresh azionò subito il telecomando per la sicurezza centralizzata, facendo chiudere le saracinesche in modo che volente o nolente Sumi sarebbe rimasta assieme a lui, fino a che Thresh l'avrebbe desiderato. A quel punto Thresh si avvicinò a Sumi, lasciandosi alle spalle la cesta per circa un metro, piegando le ginocchia in maniera larga per potersi abbassare alla sua altezza e forse anche un pò più in giù, allungando di nuovo il dito destro verso di lei facendo in modo che le anime tornassero al loro padrone.
    Le anime delle persone che non trovano pace sono pezzi da collezione per me. Quando l'esistenza ti ha annoiato a tal punto da tentare qualcosa di estremamente folle o stupido, la tua anima si strappa perché smetti di apprezzarla. E poi, una volta strappata, mi appartiene di diritto... così vengo a prendermela.
    E detto questo spalancò la bocca, risucchiando le anime al suo interno e divorandole. Se prima emettevano un minimo rumore, adesso invece nella sua bocca sembravano completamente scomparse. Sfoggiò un sorriso divertito, portando l'indice sotto il suo mento per poterle parlare a pochissimi centimetri dalla sua faccia. Gli occhi fatali, vuoti e diabolici di Thresh iniziarono a scrutare nella sua anima.
    Hai mai visto la tua anima? Ti piacerebbe farlo?
    Certo, lei non poteva vederlo. Aveva un'anima? Dio mio no! Come potrebbe una stupida macchina avere un'anima decente come quella succosa degli esseri umani. No... non era affatto così. Ma Thresh vide subito dietro quella pelle sintetica qualcosa di molto importante... legami. Quando un'anima artificiale ha dei legami non ha niente da invidiare ad un'anima vera, se ha un posto in cui fare ritorno allora è umana a tutti gli effetti. E a quel punto Sumi anche se stupida e ingenua doveva realizzare che Thresh non aveva intenzione di farla tornare da dov'era arrivata, e proprio come le aveva spiegato le avrebbe tolto la sua anima. Anche lei poteva capirlo: togliere l'anima ad una persona significava privarla di tutto ciò che aveva, comprese le persone care.

    lAIHZXw

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    [Status Fisico]: Illeso.
    [Status Psicologico]: Eccitato.
    [Potere]: Disattivato
    [Energia]: 50/50
    [Tecniche]: ///
    [Macchine in campo]: ///
    [Statistiche]: ///
    [Equipaggiamento]:
    - Dark Passage dietro la schiena, falcetto nascosto dietro la schiena, sotto il cappotto, lanterna in bella vista nella mano sinistra.

     
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    Odiava doverlo ammettere, soprattutto contando che sin dalla sua ''nascita'', e successiva presa di coscienza, aveva disprezzato chi tendeva ad arrendersi facilmente, piangersi addosso, o semplicemente lasciarsi sopraffare... ma quando sentì il rumore della saracinesca abbassarsi, e vide il buio piombare nella stanza subito seguito dalla luce artificiale (accensione automatica): cominciò ad avere paura.
    Per questo fece un piccolo scatto con la testa, voltandosi istintivamente verso la serranda solo per accorgersi che era troppo tardi, che era intrappolata lì dentro.
    A quel punto si appuntò mentalmente di scrivere nel suo diario un promemoria che le ricordasse di non farsi più ingannare dalla fame e (soprattutto) dai cocomeri, e possibilmente di uscire di casa a stomaco pieno da allora in avanti, poi si voltò verso lo zombie allontanandosi di un passo all'indietro nel guardarlo in faccia, l'espressione un po' incazzata ma ancora nella norma.
    Ed ecco una cosa che fece aumentare l'ansia e la tensione che velocemente aveva riempito l'atmosfera: lo zombie (ormai ne era certa, perché solo un cadavere poteva puzzare tanto, e ora che l'aveva vicino lo sentiva bene) spalancò la bocca e divorò quelle strane ombre evanescenti che in qualche modo le diedero l'impressione di gridare di sofferenza prima di sparire dentro di lui. Se questo non fosse bastato a etichettare la situazione come ''pericolosa'', alla fine con gli occhi da allucinato quella nuova conoscenza mangia angurie a tradimento la fissò intensamente, sorridendo in un modo che le ricordò incredibilmente un certo ''Kaiser Schwarz'', uno scienziato di quelli che seguivano il progetto Sonmi conosciuto da tutti per il perverso piacere che sembrava provare nel mandare al macello ''modelli difettosi''. Ricordava che a suo tempo si raccontasse persino che lui stesso rubava alcuni Sonmi (solitamente riproduzioni femminili di bambine umane) per godere un mondo nel torturarle e stuprarle potendo così osservare gli effetti che ciò aveva sulle loro menti fittizie.
    Sumie se n'era tenuta ben lontana, come in quel momento sentiva il forte istinto di tenersi lontano da Thresh... ma aveva sempre avuto anche l'istinto di fare del male a quel mostro... e indovinate un po'? Valeva anche per lo zombie.
    Non aspettò che finisse la sua stupida minaccia, era così vicino che le venne praticamente istintivo alzare la mano di scatto e usare le unghie (più simili ad artigli, nel suo caso) proprio come avrebbe fatto un gatto, dando una ''zampata'' da destra verso sinistra a quella faccia orribile, puntando principalmente a ferire gli occhi, ma anche semplicemente ad allontanarlo soltanto.
    Sta' lontano da me, mostro!
    Detto questo fece un balzo indietro, di circa un metro, sguainando immediatamente ''Betty'' e brandendola a due mani per puntarla verso di lui, lievemente chinata in avanti in una posa guardinga.
    Si era allenata un po' a menar colpi ma si poteva dire che non fosse una spadaccina provetta, per questo solitamente la sua strategia prevedeva un iniziale studio dell'avversario. Lo zombie davanti a lei, però, le faceva venir voglia di attaccare subito a testa bassa o scappare immediatamente. Ciò era male, decisamente male, e il pensiero la spinse a pentirsi subito della propria reazione e cambiare atteggiamento per seguire la scelta che trovava più sensata tra le due (scappare) finché ne aveva tempo...
    Ehm... volevo dire: per la sua gentile proposta mi dispiace, ma debbo rifiutare. Non m'ispirano così tanto quelle cosine volanti, e se ne ho una dentro di me preferisco decisamente rimanga dov'è piuttosto che vederla, se non le dispiace. Non che sia tra quelli che non l'apprezzano eh? Non fraintenda, l'apprezzo moltissimo!
    ...
    Appurato questo, se intende perseguire con questo deplorevole obiettivo, dovrei informarla che conosco infinite mosse segrete per distruggere le brutte facce come la sua e renderle ancora peggiori. Se ci tiene a continuare a far colpo sulle ragazze... (sempre se con quella faccia che si ritrova riesce a farlo), le... le consiglio dunque di non costringermi a usarle e farmi uscire fuori di qui subito prima che qualcuno si faccia male.
    Possibilmente con quella cesta di angurie in omaggio... anzi, ancora meglio se con quella cesta di angurie in omaggio... obbligatoriamente, con quella cesta di angurie in omaggio. Insomma, non è che possiamo fare la pace e me le lascia a me, quelle angurie?

    Parlava a macchinetta, come suo solito, e in quel caso era anche peggio perché le mani che stringevano la presa sull'arma tremavano.
    In altre situazioni avrebbe aggiunto qualcosa sul fatto di diventare amici visto che avevano gusti simili, ma la verità era che non sentiva proprio voglia di farlo con quel tizio dall'aria crudele. Sul serio, come cavolo aveva fatto a non notarlo prima? L'anguria le aveva annebbiato la mente! Non che le suonasse strano in effetti...

    CITAZIONE
    Fisico: ''Spettinata, graffiata in più punti, e col sedere lievemente ammaccato.''
    Psiche: Cerchiamo di apparire più brutti e cattivi dell'uomo cattivo così da bravo ci lascia stare.
    Energia: 50/50
    Potere: Sopito.
    Equipaggiamento: ''Betty'' sguainata, impugnata a due mani.
    Note: Nessuna.


    Edited by = Midori.no.Neko = - 28/1/2014, 21:23
     
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    Che tipetto tutto pepe! Un solo istante di distrazione e Thresh aveva già cinque grosse lacerazioni a decorargli tutto il fianco sinistro della faccia sfiorandogli di pochissimo un occhio ma staccando uno dei suoi piercing, aprendo l'orribile sfregio che aveva ai lati della bocca. Thresh si allontanò di qualche centimetro con il capo, passandosi la mano sinistra sulla ferita, ridacchiando divertito mentre leccava il suo stesso sangue appena uscito. Freddo come il gelo.
    Che meraviglia...
    La ragazza si allontanò di circa un metro e mezzo da lui, ed iniziò a parare a raffica. Purtroppo per lei Thresh era già lontano, intento a gustarsi tutta l'energia vitale che aveva rilasciato in una volta sola quella piccoletta. La volontà di vivere, di opporsi alle catene, di liberarsi per non finire nelle fauci di un fato crudele e ingiusto. Era questo a far eccitare Thresh oltre ogni immaginazione, così quando Sumi mostrò la sua esitazione tremando e si tappò finalmente la bocca, Thresh mosse la testa in avanti senza però muoversi, ma lo fece di scatto, gridando a gran voce un profondo e terrificante "BOO!". Un infantile tentativo di terrorizzarla ancora di più che sapeva bene avrebbe funzionato molto, molto bene. Sollevò la mano sinistra a palmo aperto, rivolto verso il basso, e la sua lanterna raggiunse subito le dita, in modo da farsi stringere dal proprio padrone. Poi fu la volta del falcetto, anch'esso impugnato rapidamente nella mano destra di Thresh, opposta alla posizione della lanterna. Da quest'ultima, numerose grida disperate iniziarono a fuoriuscire, mentre la stanza si permeava di un'energia spettrale, disperata, incredibilmente pesante e colma di disagio. Non era il posto dove voleva stare Sumi. Non era il posto in cui NESSUNO voleva stare.
    Mi dispiace, ma non sono il genere di pescatore che rigetta il pesce nel lago dopo che ha abboccato. Io lo catturo, lo privo del respiro, lo spolpo e lo divoro con gusto finché non rimangono solo le spine. E ora il mio pesciolino sei tu piccolina.
    La pressione energetica si fece insostenibile. La mano sinistra venne ricoperta da un'energia spettrale che gli diede un aspetto estremamente scheletrico. Thresh la puntò verso di lei, invitandola a farsi avanti, poi anche il suo volto divenne mostruoso, come mascherato da una densa aura di disperazione e un volto diabolico. Il carceriere poteva evocare macchine della tortura in giro per il campo della battaglia, lasciare la prima mossa a lui significava cadere dritti nella sua trappola.
    Vieni a giocare con me... nessuno ti verrà a salvare.


    lAIHZXw

    [Thresh]


    [Status Fisico]: Illeso.
    [Status Psicologico]: Eccitato.
    [Potere]: The Box
    Thresh ha ottenuto dall'Icona del Peccato un potere unico nel suo genere, quello di distorcere la realtà facendo scendere l'inferno sulla terra e chiudere tutte le sue vittime in un piccolo angolo di limbo dove ogni sofferenza e tortura può essere sperimentata senza il minimo freno. I poteri di Thresh sono sapientemente sigillati all'interno di un particolare oggetto, poiché altrimenti sarebbero assolutamente inarrestabili: si tratta di un'arma molto particolare camuffata da kusarigama, una piccola falce tenuta per mezzo di una lunga catena a ciò che viene chiamata "Configurazione del Lamento", una lanterna che se aperta sprigiona tutti i poteri del "Box". Quando Thresh apre la lanterna, il suo corpo viene immediatamente deformato, dandogli l'aspetto di un demonio, questo non giova ai suoi poteri né alla sua prestanza fisica, ma un misero corpo umano non potrebbe controllare una simile potenza. In realtà l'aspetto non cambia pesantemente, è come se l'intero corpo fosse ricoperto da una carapace simile a delle ossa marce e nere, che compongono perfino una maschera sul suo volto, mentre la pelle diventa leggermente luminescente ed emana un'aura verdognola. Una volta liberati i poteri della scatola il bagliore che la permea si estende per tutto il campo di battaglia, creando una leggerissima nebbia verdastra molto sbiadita che rende la luce più cupa. Thresh è in grado di materializzare nel suo raggio d'azione delle macchine da tortura viventi, non degli esseri del tutto senzienti ma capaci di obbedire agli ordini del servitore dell'Icona del Peccato. Creando uno spazio delimitato per mezzo delle sue macchine della tortura, Thresh crea quello che viene definito "The Box": grazie alla combinazione della posizione delle sue macchine da tortura, queste vengono collegate da una barriera energetica intangibile, che serve a convogliare l'energia per materializzare le macchine della tortura dell'Icona del Peccato, più potenti di quelle di Thresh e molto più pericolose. Queste verranno create unicamente quando viene generato il Box e mai senza l'energia che questa struttura scaturisce. Le macchine della tortura sono profondamente legate alle sensazioni, del loro padrone e delle loro vittime, per questo traggono forza dalla sofferenza e dal masochismo altrui: ferire Thresh le rende più potenti, come anche donare sofferenza alle vittime designate. Le macchine di Thresh scuotono il corpo delle vittime ma il vero tormento è rivolto all'anima: non importa quanto il tuo corpo è reale o meno, non importa se sei allenato a resistere al dolore o se non lo soffri affatto. Non importa se non hai emozioni o hai rimosso la tua personalità: Thresh sarà sempre in grado di tormentare lo spirito, la mente e l'energia stessa del nemico. Non c'è modo di sfuggire alla sofferenza.

    Livello 1
    - Per poter generare il "Box" sono necessarie almeno 3 macchine ad una distanza minima di 15 metri tra di loro. In questo livello è possibile chiamare una sola macchina dell'Icona del Peccato per tutto il combattimento.
    - Quando Thresh subisce un malus fisico le sue macchine lo trasformano in bonus, quindi se Thresh ha un malus del 25% sulla forza allora le sue macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando un nemico subisce un malus fisico le macchine di Thresh lo trasformano in bonus, quindi se il nemico ha un malus del 25% sulla forza allora le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando Thresh subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Quando un nemico subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Thresh può generare le sue macchine ad una distanza massima di 5 metri da sé.
    - Le macchine di Thresh hanno una resistenza leggermente inferiore al ferro, risultano tuttavia estremamente resistenti ai danni da taglio e ai danni magici.
    - Quando il Box è attivo, i mantenimenti complessivi di tutte le macchine per turno vengono diminuiti di 1 unità (mai meno di 1).
    [Energia]: 45/50
    [Tecniche]: ///
    [Macchine in campo]: ///
    [Statistiche]: ///
    [Equipaggiamento]:
    - Dark Passage impugnato, falcetto impugnato nella mano destra, lanterna in bella vista nella mano sinistra.

     
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    Sumie si sorprese non poco di ritrovarsi le unghie sporche del sangue dell'uomo, di guardargli il volto e trovarlo sfigurato, ma soprattutto... di sentire e comprendere che quell'individuo era così folle da esserne contento.
    Forse era una di quelle persone... (non le veniva la parola) che amavano il dolore e lo consideravano piacevole? O forse ancora il vero problema era che il dolore, in quanto zombie, non lo sentiva e dunque non era riuscita a impressionarlo? O, ancora più probabile... era semplicemente pazzo?
    Sumie non sapeva bene quale opzione azzardare, fatto stava che più parlava più il suo nervosismo saliva così come la sua voglia di strappargli via quel sorriso sadico dalla faccia. E quando sentì la sua risposta (dopo aver sussultato per quell'infantile ''BOO'') si sentì ufficialmente autorizzata (se non obbligata) a passare al piano B: combattere. In fondo il piano A (scappare) era fallito, dunque non le rimaneva altra scelta. Il problema era solo mettere in pratica le poche mosse che aveva imparato da sola nell'allenarsi (unito al fatto che il suo avversario fosse un fottuto mostro e che le facesse accapponare persino le squame della coda, ovviamente), ma decise lì per lì (tecnicamente non lo decise nemmeno, visto che non riusciva a pensare granché) che si sarebbe semplicemente lasciata guidare dall'istinto tentando di ignorare il tremore che le tormentava le braccia.

    Dunque... che lei sapesse per far fuori uno zombie si mirava alla testa, precisamente al cervello... ma lei non aveva molto voglia di vedere interiora spappolate, al massimo avrebbe tentato di renderlo innocuo cercando di... decapitarlo. Senza mezzi termini proprio, menando un fendente a due mani da destra verso sinistra, in orizzontale.
    Nessuno sarebbe venuto a salvarla, diceva? Certo che no, le uniche persone che erano state interessate a salvarla sino ad allora, non erano nemmeno amici suoi... Lo sapeva bene, ma...
    Allora non devo far altro che salvarmi da sola!

    CITAZIONE
    Fisico: ''Spettinata, graffiata in più punti, e col sedere lievemente ammaccato.''
    Psiche: Spaventata ma determinata.
    Energia: 50/50
    Potere: Sopito.
    Equipaggiamento: ''Betty'' sguainata, impugnata a due mani.
    Note: Nessuna.

    Se me lo stai per ricordare: sì, lo so che non potrebbe tagliargli la testa nemmeno se volessi davvero, ma te l'avevo detto che l'avrei guidata come la disperata schiappa che è. :ahse:
     
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    Cosa? L'aveva già catturata? No, non ancora, quindi perché era così lenta, così prevedibile? Per Thresh era una novità, da quando si trovava nella scuola e si allenava regolarmente i suoi riflessi erano aumentati e non di poco, mentre invece quella ragazza doveva essere assai fuori forma. Aveva bisogno di qualche ripetizione da Thresh e in quanto professore votato al mestiere non si sarebbe di certo tirato indietro.
    Salvarti da sola? Nessuno può salvarsi da solo...
    Fu rapido, leggermente più della ragazza: la mano detsra sollevò il falcetto in modo da bloccare il fendente della ragazza a pochi centimetri dal suo collo, il falcetto era tenuto in verticale con la punta rivolta verso l'alto e il filo verso la lama della spada. Nello stesso momento la mano sinistra di Thresh sollevò la lanterna, caricando un secondo possente attacco diretto alla testa di Sumi. Nel preciso istante in cui le loro lame si sarebbero toccate, la lanterna si sarebbe schiantata contro la testa della ragazza. Era un colpo potente, ma mirato e non a piena potenza, non sarebbe stata scagliata via, solo atterrata di qualche metro e soprattutto con molta violenza. Al massimo un bello sfregio all'altezza della tempia, niente di terrificante, ma sicuramente molto doloroso.
    Dunque sei già rassegnata a stare da sola... quindi perché opponi tanta resistenza? Puoi restare con me, io non ti abbandonerei mai, giocheremo assieme per sempre, non c'è motivo per cui tu debba avere paura.
    Iniziò a ridacchiare divertito. Ovviamente Thresh aveva molto a cuore i suoi giocattoli, e da bravo professore non avrebbe mai abbandonato al suo destino una giovane perduta e senza nessuno. Le avrebbe dato un luogo dove stare, e una sofferenza inimmaginabile per l'eternità, che le avrebbe fatto dimenticare ogni sorta di mancanza e perdita, sostituendola con dolore puro. Thresh, che magnifico altruista.

    lAIHZXw

    [Thresh]


    [Status Fisico]: Graffi sul volto
    [Status Psicologico]: Eccitato.
    [Potere]: The Box
    Livello 1
    - Per poter generare il "Box" sono necessarie almeno 3 macchine ad una distanza minima di 15 metri tra di loro. In questo livello è possibile chiamare una sola macchina dell'Icona del Peccato per tutto il combattimento.
    - Quando Thresh subisce un malus fisico le sue macchine lo trasformano in bonus, quindi se Thresh ha un malus del 25% sulla forza allora le sue macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando un nemico subisce un malus fisico le macchine di Thresh lo trasformano in bonus, quindi se il nemico ha un malus del 25% sulla forza allora le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando Thresh subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Quando un nemico subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Thresh può generare le sue macchine ad una distanza massima di 5 metri da sé.
    - Le macchine di Thresh hanno una resistenza leggermente inferiore al ferro, risultano tuttavia estremamente resistenti ai danni da taglio e ai danni magici.
    - Quando il Box è attivo, i mantenimenti complessivi di tutte le macchine per turno vengono diminuiti di 1 unità (mai meno di 1).
    [Energia]: 47/50
    [Tecniche]: ///
    [Macchine in campo]: ///
    [Statistiche]: ///
    [Equipaggiamento]:
    - Dark Passage impugnato, falcetto impugnato nella mano destra, lanterna in bella vista nella mano sinistra.



    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 29/1/2014, 20:19
     
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    Nessuno, dici? Io penso che la principale fonte di salvezza per noi stessi siamo noi... perché se per primi non vogliamo aiutarci allora nessuno lo farà. E io voglio farlo! Devo.
    La solitudine era stata sua compagna per tutto quell'anno di vita, da quando era uscita da quella sorta d'incubatrice, da quando l'erano state impiantate in testa tutte quelle informazioni in una sola volta. Poi si era riscoperto il suo carattere, che forse si era formato in modo casuale nel primo mese di vita, quando aveva saggiato la prima fetta d'anguria, quando aveva cominciato a interagire con gli altri Sonmi solo per iniziare a sentirsi incredibilmente ''fuori posto''. Non aveva mai percepito quella solitudine come sbagliata, o insopportabile, eppure in cuor suo aveva sempre sentito le mancasse qualcosa. Qualcosa che non aveva tuttora.
    Nessuno basta a se stesso, è stato detto, e lei stessa sapeva che la sua vita fosse collegata ad altri, a sconosciuti, a rapporti futuri, presenti... ma anche con questa consapevolezza, nella sua ingenuità continuava a credere, a voler credere, che con la volontà potesse riuscire a cavarsela anche senza quel pezzo mancante della sua vita. E non sarebbe morta di certo in una stupida palestra, per mano di uno stupido zombie dall'aria crudele quanto quel Kaiser.
    Per questo aveva messo tutta la forza in quel colpo, per questo ci aveva creduto davvero... e per questo fece ancora più male quando si sentì scaraventare via da una potente botta in testa che le annebbiò la vista per un attimo, così come per quell'attimo cancellò tutte le sue convinzioni.
    Cadde sulla schiena, a circa 2 metri dall'uomo, sbattendo persino la nuca.
    Inutile dire che l'indomani - se fosse sopravvissuta - avrebbe avuto un terribile mal di testa, per quel momento però era cosciente e l'unico suo (non piccolo) problema, fu il recepire la voce di quel mostro in modo ancora più inquietante, poiché confuso, accompagnato da un live ronzio.
    Nonostante questo, in qualche modo, volle rispondere e riuscì persino a sporgere la mano destra per riafferrare la sua spada, caduta a pochi centimetri da lei.
    Fece anche per rialzarsi, con evidente fatica. Si sentiva un po' confusa, ma questo non significava non capisse ciò che diceva, o tanto meno non volesse uccidere quella che ora come ora ai suoi occhi era una specie di figura avvolta nella nebbia, informe. Capogiri? Che dire, se la stava cavando proprio bene! Quindi doveva restare lì? Doveva lasciare che quella cosa gli facesse ciò che voleva? Decidesse per lei?
    ... Le impedisse di portare a termine il suo obiettivo?
    Chi... ha parlato... di rassegnazione? Non mi arrenderò mai, né a te, né a nessun'altro. Questa è l'unica occasione che ho! La sfrutterò sino in fondo!
    Altrimenti che senso avrebbe avuto tutta la fatica che aveva fatto per uscire? Che senso avrebbe avuto la fatica di Allan nel renderla ciò che era? Nel renderla diversa? Non avrebbe abbandonato gli altri Sonmi, come non avrebbe vanificato gli sforzi di nessuno, né quelli di Allan né i suoi.
    Si sarebbe rialzata, l'avrebbe fatto sempre.

    CITAZIONE
    Fisico: Lieve trauma cranico, sfregio alla tempia destra, sanguinante.
    Psiche: Confusa per la botta, ma non per questo meno determinata.
    Energia: 50/50
    Potere: Sopito.
    Equipaggiamento: ''Betty'' a terra, in procinto di venir recuperata con la mano destra.
    Note: Nessuna.
     
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    Rapido e abile, Thresh fece saettare la sua falce verso il terreno, in modo che si impalasse a qualche centimetro più avanti rispetto alla lama di Sumi. Così facendo, solcando il terreno lentamente, allontanava l'arma dalla sua padrona ma di sicuro non lo fece tutto assieme: la spostava gradualmente, incitando Sumi a prenderla con dei versetti di ammirazione, per poi togliergliela di colpo ogni volta che provava ad impugnarla. Quando fu abbastanza vicina per calciarla, Thresh la spedì dall'altro lato della palestra, precisamente vicino all'entrata effettiva della scuola. Il carceriere distava pochissimo da Sumi a quel punto e di divertiva un mondo a vederla strisciare con in bocca parole tanto sature di volontà quanto vuote nei fatti.
    Parole grosse per una ragazzina come te.
    E colmo di qualcosa di molto diverso dalla pietà, Thresh caricò un altro colpo con la sua lanterna, dall'alto verso il basso, facendola schiantare sul dorso della mano sinistra della piccoletta, ancora una volta controllato ma sufficientemente forte da farle pentire di avere un'appendice così fragile.
    La volontà senza potere è inutile, sicuramente avrai presente il cliché hollywoodiano del "il potere è nulla senza controllo". Bhe vale anche il contrario zuccherino: puoi avere una volontà di ferro, ma se sei debole...
    A quel punto allungò il passo e piazzò il piede sulla mano appena colpita, come se volesse riaprire la ferita, schiacciandola con forza con i suoi scarponi facendole capire che non ci sarebbero state altre angurie per lei quella sera
    ...non vali niente.
    Prese a ridere di gusto, divertito come non mai, mentre alle spalle della ragazza si generava una grossa spada metallica nera, altissima anche più di Thresh, e con un teschio sulla sommità dell'impugnatura che spalancando la bocca fece uscire una catena che puntò direttamente al collo di Sumi, col preciso scopo di catturarla e sollevarla fino a che il suo corpo non sarebbe stato completamente sul piatto della spada, leggermente sollevata da terra e in grado di evitare il soffocamento solo tenendo i piedi più dritti possibile. Quando avrebbe resistito la sua volontà?

    lAIHZXw

    [Thresh]


    [Status Fisico]: Graffi sul volto
    [Status Psicologico]: Eccitato.
    [Potere]: The Box
    Livello 1
    - Per poter generare il "Box" sono necessarie almeno 3 macchine ad una distanza minima di 15 metri tra di loro. In questo livello è possibile chiamare una sola macchina dell'Icona del Peccato per tutto il combattimento.
    - Quando Thresh subisce un malus fisico le sue macchine lo trasformano in bonus, quindi se Thresh ha un malus del 25% sulla forza allora le sue macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando un nemico subisce un malus fisico le macchine di Thresh lo trasformano in bonus, quindi se il nemico ha un malus del 25% sulla forza allora le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando Thresh subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Quando un nemico subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Thresh può generare le sue macchine ad una distanza massima di 5 metri da sé.
    - Le macchine di Thresh hanno una resistenza leggermente inferiore al ferro, risultano tuttavia estremamente resistenti ai danni da taglio e ai danni magici.
    - Quando il Box è attivo, i mantenimenti complessivi di tutte le macchine per turno vengono diminuiti di 1 unità (mai meno di 1).
    [Energia]: 42/50
    [Tecniche]: Bloodthirster
    Thresh evoca una grossa spada nera, molto più grande del normale, lunga ben 3 metri e mezzo, larga 80 cm e spessa poco meno di un muro. La spada rimane conficcata saldamente nel terreno per la punta, tutta la lunghezza della lama è rovinata al punto da darle una superficie seghettata. L'impugnatura è consumata e al suo posto c'è quello che sembra una teschio umano munito di piccole corna e con gli occhi luminescenti rossi. L'assetata di sangue è una spada che dopo essere stata chiamata in causa estende dalla sua lama altre numerose e lunghe lame. Ogni lama dista l'una dall'altra di 10 cm, sono disposte in orizzontale e ce n'è una per entrambi i lati della lama ogni 10 cm, per un totale di 35 coppie di lame che a comando di Thresh girano intorno alla spada. Ogni coppia di lame gira nel senso opposto rispetto alle lame sopra e sotto di essa, in questo modo si genera un turbine che può essere lentissimo oppure estremamente rapido secondo il volere di Thresh, che massacra tutto ciò che finisca in mezzo a questa danza mortale. Le lame sono identiche a quelle delle Katane, piuttosto sottili e lunghe 150 cm. Imprimono una forza pari a quella del loro padrone e il teschio posizionato sopra alla spada può sputare dalla sua bocca una catena. La catena è molto spessa e resistente, arriva ad una lunghezza massima pari alla metà della portata delle tecniche di Thresh, si muove e ha la stessa forza del padrone, e alla sua estremità possiede un anello più resistente del normale che può imprigionare un arto o il collo di una vittima, per poi iniziare a trascinarla verso l'assetata di sangue.
    Costo: 5 +2 di mantenimento
    [Macchine in campo]:
    • Bloodthirster:
    - Catena intorno al collo di Sumi.
    - Illesa, spade ritirate e congegno disattivato.
    [Statistiche]: ///
    [Equipaggiamento]:
    - Dark Passage impugnato, falcetto impugnato nella mano destra, lanterna in bella vista nella mano sinistra.



    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 30/1/2014, 16:53
     
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    Era cosciente del fatto che ciò che stava dicendo quel mostro in realtà fosse vero. Che era così che andava il mondo, che il più forte avrebbe sempre prevalso sul più debole, divorandolo per il solo gusto di farlo. Lo sapeva, ce l'aveva sempre avuto davanti sin da quando era nata. I ''superiori'' si divertivano a giocare con la vita altrui, si divertivano a distruggerla come fosse quella di un insetto. Erano come tanti bambini estasiati all'idea di strappare le ali a una farfalla, le zampe una ad una a un millepiedi. Un'infinità di bambini che neppure si accorgevano di quanto le loro azioni fossero folli, ingiuste. Lei era una ragazzina, sì, ma poteva capirlo. E al posto di quelli che il pane l'avevano, che un potere lo stringevano in mano ma semplicemente guardavano senza far nulla, perché forse faceva comodo anche a loro, lei fremeva di rabbia al pensiero che qualcuno potesse frapporsi tra un uomo e la libertà, tra un sonmi e la vita. Era nata da una macchina, ma cosa aveva di meno di lui? Cosa aveva meno di un umano qualsiasi?
    Era stata inutile da sonmi rinchiusa come capo da bestiame, era stata inutile da sonmi incosciente, da sonmi priva di volontà, ma non era inutile da Sumie, non era inutile da individuo pronto a battersi per cambiare le cose.
    Era fuori per un motivo, lo sentiva fin dentro il sangue che era così e neppure i gemiti di dolore che lui poteva strapparle, neppure le ossa che poteva fratturarle o tutte le parole velenose che potesse sputare, potevano cambiare questa sua convinzione.
    Per questo, anche da quella macchina troppo forte per lei, anche con la catena che le faceva da cappio, le sue mani si aggrapparono per tentare di strapparla, i suoi occhi guardarono l'uomo con odio e determinazione, e la sua voce fuoriuscì - seppur ansante - decisa.
    Sarò anche niente, adesso... ma... sono stata ancora meno un tempo... e sarò certo di più un giorno... e a meno che non muoia qui, per mano di un mostro orrendo e insensato come te... quel giorno verrò a restituirti tutto. Non intendo crepare qui.
    Non poteva crepare lì. Non era uscita da quell'inferno per finire comunque col morire tramite le mani del primo sconosciuto senza obiettivo alcuno se non quello di fare del male, non importava a chi.
    Aveva visto tante ingiustizie, era testimone di infiniti reati, di infinite azioni abominevoli... a tempo debito aveva sofferto e conosciuto il dolore, durante esperimenti o ''test'' per vedere se il prodotto che era fosse funzionante, utile. Non poteva accettare niente di quello che aveva visto, non poteva accettare niente di quello che stava vivendo. E non accettava neppure con la realtà sbattuta in faccia - neppure se i suoi piedi toccavano a malapena il terreno e al collo aveva un cappio - di poter morire quel giorno. Non ancora.


    CITAZIONE
    Fisico:
    - Lieve trauma cranico, sfregio alla tempia destra, sanguinante.
    - Mano destra compromessa, dita fratturate.
    Psiche: Confusa per la botta, ma non per questo meno determinata.
    Energia: 50/50
    Potere: Sopito.
    Equipaggiamento: ''Betty'' a terra.
    Note: Anche se non è ben specificato, tenta di liberarsi afferrando la catena che ha al collo e tirando. (Inutilmente ovvio, ma era per capire meglio.)

    Mi sa che per un po' gli status non avranno senso, ma dimmi tu che fare.
     
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    Zitta.
    Fece, con fare annoiato, assestandole sul volto l'ennesima mazzata con la lanterna, cercando di zittirla e magari di stordirla un pò. La sua espressione però ritrovò subito il buon umore nel momento in cui la vide distesa sul suo enorme spadone, inerme, sanguinante, piena di belle parole ma, in cuor suo, disperata. Thresh prese a ridacchiare mentre con la punta del suo falcetto le punzecchiava la guancia, e lentamente scendeva verso il basso, solcando i suoi vestiti con la lama in modo da lacerarli uno ad uno, pezzo per pezzo, arrivando fino al centro delle cosce. Nel mentre, sentenziò ancora.
    Dunque vale la pena combattere per dimostrare qualcosa dici? Sembra una proposta interessante. Allora facciamo una cosa, scambiamoci una promessa: dopo oggi, il tuo obbiettivo sarà quello di uccidermi. Che ne pensi? Oh bhe questo sempre se...
    Afferrò il falcetto al contrario, con la punta rivolta verso l'alto e la lama nella parte bassa dell'asta. Con un potente colpo i suoi occhi si dilatarono riempiendosi di perverso piacere. Poi il ventre della ragazza venne perforato da parte a parte, fino a che non si sentì il metallico rumore del metallo che si scontra con altro metallo, e lo stridere come un grido di disperazione della punta che graffia la superficie scura dello spadone.
    ...riuscirai a fuggire!
    A quel punto esplose in una potente risata, nuovamente era soddisfatto. Come al solito la sua abilità gli aveva permesso di squarciare un ventre senza fare troppi danni, con una ferita del genere potevano servire ore per morire dissanguato, ore interminabili di continua sofferenza ovviamente. Però, agli occhi di chi non è esperto, quella poteva apparire tranquillamente come una dolorosa e fatale ferita. La mente di chiunque a quel punto sarebbe stata al limite.

    lAIHZXw

    [Thresh]


    [Status Fisico]: Graffi sul volto
    [Status Psicologico]: Eccitato.
    [Potere]: The Box
    Livello 1
    - Per poter generare il "Box" sono necessarie almeno 3 macchine ad una distanza minima di 15 metri tra di loro. In questo livello è possibile chiamare una sola macchina dell'Icona del Peccato per tutto il combattimento.
    - Quando Thresh subisce un malus fisico le sue macchine lo trasformano in bonus, quindi se Thresh ha un malus del 25% sulla forza allora le sue macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando un nemico subisce un malus fisico le macchine di Thresh lo trasformano in bonus, quindi se il nemico ha un malus del 25% sulla forza allora le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza.
    - Quando Thresh subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Quando un nemico subisce una ferita di almeno medio-grave entità, le macchine guadagnano un bonus del 25% sulla forza oppure sulla velocità (a scelta di Thresh)
    - Thresh può generare le sue macchine ad una distanza massima di 5 metri da sé.
    - Le macchine di Thresh hanno una resistenza leggermente inferiore al ferro, risultano tuttavia estremamente resistenti ai danni da taglio e ai danni magici.
    - Quando il Box è attivo, i mantenimenti complessivi di tutte le macchine per turno vengono diminuiti di 1 unità (mai meno di 1).
    [Energia]: 40/50
    [Tecniche]: ///
    [Macchine in campo]:
    • Bloodthirster:
    - Catena intorno al collo di Sumi.
    - Illesa, spade ritirate e congegno disattivato.
    [Statistiche]: ///
    [Equipaggiamento]:
    - Dark Passage impugnato, falcetto impugnato nella mano destra, lanterna in bella vista nella mano sinistra.



    Direi di sfogare ora il risveglio per poi passare al progetto "polpetta piccante".
     
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30 replies since 17/1/2014, 19:51   540 views
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