[Awards] A wonderful nightmare.

Volkof e Gioco Di Ombre

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    CITAZIONE
    <<< Elettra è la vice-direttrice di una delle banche più importanti di Roma. Sebbene ricopra un posto di tutto rispetto ella è sempre alla ricerca di nuove emozioni e nuovi incarichi che la facciano salire di grado. Perennemente annoiata dalla vita e dalle persone che la circondano, ha pochissimi amici, anche perché a primo impatto risulta essere assai altezzosa, superba e spudorata. Inoltre, amando le provocazioni ed essendo notevolmente arrogante, le persone che la conoscono fanno fatica a relazionarsi con lei. Benché sia una semplice umana ella ha un potere del tutto particolare ed affine con la natura. Elettra è in grado di cambiare il proprio aspetto assumendo le fattezze di una creatura arborea, non solo i tratti somatici cambiano ma tutto il suo corpo si riveste completamente di corteccia riuscendo a generare anche dei lunghissimi rovi. Questa specie di armatura è notevolmente più dura della semplice corteccia degli alberi ed è anche più pericolosa. Infatti essa possiede delle proprietà corrosive/orticarie che intaccano qualsiasi tipologia di materiale che entri in contatto con essa. Elettra può sprigionare il suo potere corrosivo anche al di la del proprio corpo, creando, all’occorrenza anche armi del tutto peculiari e affini con la natura. Dimitri, invece, è un cyborg di ultima generazione dalle capacità prodigiose e da un oscuro quanto ignoto passato, anche se nel presente si è stabilito e vive a Kurayami. Per descrivere il suo carattere assai sfaccettato e, oserei dire, impenetrabile bastano due semplici aggettivi: forviante e ambiguo. Se i discorsi si fanno troppo impegnativi per i suoi gusti egli riesce abilmente a sgusciare via, in definitiva è un essere misterioso e molto riservato. La peculiare abilità di Dimitri è quella di interfacciarsi senza alcun problema con qualsiasi apparato digitale, elettronico o strutta complessa dotata di Hardware e software. Anche le attrezzature più complesse non hanno nessun segreto per lui. Egli riesce ad inserirsi nei loro sistemi attraverso una serie di onde radio generate da lui. Una volta penetrato in questi congegni riesce a riprogrammarli a suo piacimento. Non è un potere vero e proprio ma è più una caratteristica che lo diversifica dagli altri come lui.
    Dimitri ed Elettra non si sono mai incontrati e non sanno nulla delle loro rispettive vite,
    finché un giorno… >>>





    D I M I T R I






    La razionalità umana conquistata lungo tutto un processo multi secolare che la natura e l'evoluzione ci hanno oggi dato è il mezzo più potente ed allo stesso tempo più letale che l'essere "umano" oggi possiede. Non corrompibile da agenti esterni ma deviabile su false strade o mortali vie sa sempre cosa fare e quando farla.
    C'e solo una cosa che qualunque mente "umana" trova come ostacolo al suo cammino. Esso è il dubbio. Ad ogni scelta che si intraprende il dubbio è li, pronto ad affogare la mente nelle sue paranoie fino a rendere la sua potente voce solo un fioco sussurro. Ma per gente cui l'aggettivo umano è solo la definizione della razza sulla carta d'identità il dubbio non è molto altro di un fastidio cacciabile in pochi instanti..

    Quando Dimitri si vide recapitare uno strano pacco rinforzato al suo indirizzo la prima domanda che gli sovvenne in mente fu chi diavolo spediva oggetti di quel tipo per posta. La seconda era in merito a chi conoscesse il suo indirizzo.. Visto che non lo aveva. La casa era senza C.a.p. Il postino tra l'altro tutto sembrava fuorché un funzionario pubblico. Dopo esserci assicurato per scannerizzazione dell'impronta che egli fosse realmente chi egli diceva d'essere fece un breve inchino e svanì abbordo del suo mezzo.
    La scatoletta era piccola, bella da vedersi e di un colore bruno foderato. Lusso su lusso, ma il contenuto era inaccessibile. C'era un lettore impronte digitali ed una scritta sopra. "Destinato a Dimitri Bardess".
    Ciò che conteneva era una auricolare satellitare già accesa. Quando la prese in mano essa suonò. Dimitri la prese e premendo il tasto di risposta una voce suadente prese a parlare..

    Salve Dimitri. Benvenuto al nostro gioco.
    Cosa mi diresti se ti dicessi che da ora in poi ogni tua più recognita fantasia può realizzarsi senza conseguenze?...

    Devi solo accettare e partecipare e fuori dal porticato di casa sua ci sarà il primo sogno.
    ...
    Dunque.. Accetti?


    Solo un pazzo avrebbe detto di no..
    Sound estremo, velocità estrema. Il primo sogno di ogni uomo è possedere un bolide. Non un bolide qualunque, ma uno che ti toglie il fiato a forza di G-force dai polmoni e te lo ridà solo quando ha voglia. Per uno come Dimitri che di polmoni neanche l'ombra premere fino in fonto il pedale dell'acceleratore era uno autentica dose di adrenalina sintetica. Una McLaren P1 da ben 12 cilindri non scherzava minimamente. Più di mille cavalli e tutta la potenza per decollare quando ella voleva. Forme sinuose come una bella donna e tutta la rabbia che una donna possa scatenarsi addosso quando ti scordi un anniversario. Correre a più di duecento orarie con un'auto del genere lungo le ampie strade di Kurayami era lo stato dell'arte. Perfetto. Ed era solo l'inizio.
    Aveva appena iniziato a scaldarsi quando quella melodica voce che sembrava avere le fattezze dell'oro prese a parlargli nell'orecchio. Proprio mentre egli stava tagliando un incrocio col rosso. Cosi, giusto per seguire alla lettera la premessa fatta..

    Carica la barra presente sullo schermo e preparati al prossimo obbiettivo/sogno!

    Devi solo divenire un folle al volante!
    Hai ben 10.000 punti da riempire, fa del tuo meglio.


    Non c'era niente di più semplice. L'auto a trazione integrale non era altro che un estensione dei suoi arti ora.
    Mentre era ancora a velocità sostenuta Dimitri si guardò rapidamente attorno, ben quattro le corsie e nemmeno una auto. Doveva fare di meglio che starsene solo soletto a correre come un folle.
    Tirò il freno a mano e l'auto piantò al suolo i suoi neri artigli facendo un testa coda da una corsia all'altra su se stessa almeno un paio di volte prima d'arrestarsi.
    I counter segnò 700 infimi punti. Senza perdere il moltiplicatore l'uomo inchiodò di nuovo sul pedale dell'acceleratore e l'auto ripartì scaricando al suolo tutta la sua enorme potenza. Una ripresa estrema, tanto che egli si sentì premuto sull'avvolgente sedile da corsa, ma anziché seguire la strada s'infilò contro mano aumentando sempre più di velocità. Niente di comune, niente di normale. Volle intenzionalmente divenire imprevedibile per aumentare i punti a sua disposizione. Cosi, come se fosse in un video gioco. Le automobilisti davanti a lui sembravano in preda al terrore quando Dimitri gli sfrecciava accanto a più di 180 chilometri orari. Il potente propulsore v12 scalpitava poco più dietro dei sedili posteriori ed il suo suono era identico a quello di un caccia in fase di decollo. Controsterzo per evitare un camion con rimorchio l'auto in quarta slittava ancora a piena potenza, lasciando al suolo cicatrici sull'asfalto che profumavano di gomma bruciata.
    A fine strada un grosso raccordo. Dimitri non se lo fece dire due volte e puntando a tutta velocità raggiunse in un lampo la disperava velocità di 300 orarie all'imbocco della strada. Punta tacco sui pedali e controsterzo del volante l'auto entrò completamente di traverso tagliando la strada a tutto. Auto comprese. Il divertimento era assicurato ed egli vedeva il segna punti aumentare a velocità smodata.
    Ma non aveva ancora finito. Finito con un'altro testacoda in un angolo ripartì eseguendo una mezza luna lasciandosi dietro di se una nuvola bianca. Volevano lo spettacolo? Lo avrebbe fornito nudo e crudo. In puro stile kurayami.
    Sterzò bruscamente e prese una scorciatoia, trovandosi alle spalle di un centro commerciale. Cui l'immenso atrio era aperto. Niente conseguenze, niente limiti. Puntando dritto contro l'ingresso Dimitri scalò di marcia ed i due turbo-jet sotto il cofano posteriore ruggirono in mondo plateale. Tutti in preda al caos di dileguarono mentre egli sfrecciava attraverso la gallery espositiva del centro. Uscì con un ennesimo traverso finendo nel posteggio. Si rese conto che era finito sul piano più alto di una serie di posteggi e inquadrando subito la rampa per scendere puntò dritto su di essa. Arrivando li alla giusta velocità tirò il freno a mano, entrando in derarata al suo interno. Con folle disinvoltura Dimitri a bordo dell'auto lasciò la sua firma lungo tutta la rampa, fino alla fine dove con non curante dei molteplici gesti folli si mosse con dolce calma uscendo dal posteggio dopo che per tutte le 4 rampe aveva lascianto solo una lunga nuvola bianca che sapeva di gomma.
    Aveva riempito il counter sforando anche di qualche centinaio di punti..
    Fermatesi in un posteggio vuoto in mezzo ad una piazza scese dall'auto. Guardandosi intorno chiamò egli stesso premendo sul tasto dell'auricolare.. E proferì poche semplici parole.

    Vi ho intrattenuti abbastanza?

    Un sogno è qualcosa di mistico, indefinibile ed eccitante allo stesso tempo. Ma basta in un attimo per far divenire il sogni perfetto un perfetto incubo.




    Edited by Volkof - 31/3/2014, 17:19
     
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    Elettra si era concessa una vacanza dalla banca, dopo l’ultimo affare portato a compimento e la montagna di soldi entrati nelle loro casse, chiese ed ottenne dal suo capo una settimana di riposo per tornare a Kurayami, li dove vi era il suo impero economico. Il grattacelo Ashkless-Leven con la sua fabbrica sotterranea di armamenti militari più costosi della città era il gioiello della capitale, una costruzione in acciaio e vetro opera di uno dei massimi architetti viventi sul pianeta. Non che non avesse filiali in tutto il mondo, ma quella era pur sempre la sede centrale ed una volta al mese lei doveva tornarvi per fare il punto della situazione e dare le nuove direttive ai suoi contabili. Quanto le era mancato il suo appartamento spoglio all’ultimo piano del grattacelo. Da li poteva godere di una vista spettacolare ed unica. Neanche alla sede dell’Umbrella potevano godere di tanto. Diciamo la verità, Elettra avrebbe potuto governare i suoi affari anche da Roma, il vero motivo per cui si trovava li era per indagare sul suo amico Edward e per scoprire se le voci che aveva sentito circa una sua affiliazione con l’Umbrella erano vere. Elettra non poteva crederlo, non era da lui fare una cosa simile, il ragazzo era troppo puro e buono per entrare a far parte di quella massa di individui poco raccomandabili capeggiati da… da una donna più che malvagia. Proprio mentre faceva queste considerazioni, varcando la soglia dell’appartamento, ella si accorse che vi era un pacco posato a terra. Incuriosita, poiché nessuno sapeva che sarebbe atterrata a Kurayami quel giorno, lo raccolse fissandolo. Era una piccola scatola molto carina di un bel colore bruno dorato. Non solo era foderata con una carta molto costosa ma per aprirla non sarebbe bastato neanche tirare il fiocco di organza posato in alto. No perché a protezione del contenuto vi era un lettore di impronte digitali con una scritta sopra: “Destinato a Elettra Leven”. Posato il pollice sopra il lettore, magicamente il pacchetto si aprì rivelando un piccolissimo quanto graziosissimo auricolare. Che fosse da parte di Sakata il suo capo? Che fosse un modo per tenerla al corrente di quello che avveniva in banca? Senza indugiare lo inserì nell’orecchio sinistro.

    Salve Elettra. Benvenuta al nostro gioco.
    Cosa mi diresti se ti dicessi che da ora in poi ogni tua più recondita fantasia può realizzarsi senza conseguenze?..
    Devi solo accettare e partecipare e fuori dal porticato di casa tua ci sarà il primo sogno.
    Dunque.. Accetti?


    Sono un pazzo avrebbe detto di si…
    Elettra che si aspettava di tutto tranne che questo rimase per un momento interdetta, poi un sorriso divertito quanto sfrontato si stampò sulle sue labbra carnose. Un gioco, una sfida, un sogno da realizzarsi. Ma lei avevi dei sogni?

    Il sogno di ogni ragazza per bene è quello di far innamorare ogni uomo rispettabile che cammini e respiri sulla faccia della terra. Ma in fondo tutte sono capaci di fare questo mentre chi è capace di diventare una ragazza poco per bene ed andare per strada a provocare gli uomini? Quante di voi miei care ragazze sono in grado di diventare per un giorno prostitute e mantenere alta la testa e l’orgoglio femminile? Nessuna. Elettra si era seduta su un muretto a ridosso di una delle vie principali della città, era vestita molto elegantemente con un tailleur : giacca e gonna nera, una camicetta bianca di pizzo trasparente, da cui si intravedeva il seno prosperoso libero da lingerie, e delle meravigliose calze autoreggenti. La gonna lunga poco sopra il ginocchio aveva un bello spacco laterale da cui si intravedeva il pizzo delle calze. Ella prese a suonare il suo violino con una melodia difficile ma molto bella. Elettra era brava così brava che in breve molte persone iniziarono a fermarsi udendo la musica e guardando quella ragazza così eccentrica ed allo stesso tempo così provocante.

    Premi il piccolo pulsante sull’auricolare e preparati al prossimo obbiettivo/sogno!
    Devi solo divenire una prostituta ed attirare più uomini possibile, crea il caos!
    Hai ben 10.000 punti da riempire, fa del tuo meglio.


    Un sorriso sornione apparve sul volto della ragazza. Elettra allargò di botto le gambe rivelando il piccolo pezzettino si stoffa che le ricopriva l’intimità. Era di pizzo nero e, non solo lasciava intravedere tutto, ma era così piccolo che era come se non lo portasse affatto. La gonna si allargò grazie allo spacco lasciando vedere alle persone che erano davanti a lei il magnifico spettacolo. La musica si fece più intensa mentre si inumidiva le labbra guardandoli tutti fissi. I ragazzi preseti sul posto iniziarono a guardarsi l’un l’altro imbarazzati e indecisi su come comportarsi. Così non avrebbe fatto neanche un piccolo punto, nessuno score degno di nota. Doveva rimediare. Si fermò e guardando fisso l’archetto disse:
    “ Non mi piace il suono che fai, dovresti essere lubrificato di più altrimenti non mi servirai a dovere!”.
    Con un movimento lentissimo quanto studiato Elettra scostò con il mignolo la stoffa delle mutandine rivelando le grandi labbra. Posò l’archetto tra di essere aprendole con voluttà. Poi iniziò a passarlo dal basso verso l’alto come se stesse suonando non più il violino ma la propria intimità. La corda iniziò ad impregnarsi dei suoi umori mentre la carne rosa si apriva a quella strana stimolazione. Quanto le piaceva quel gioco, era proprio quello che ci voleva per lei.
    Ora si che ci capiamo… mmmm.
    Gli uomini iniziarono a mormorare e i più audaci iniziarono a chiamarla ad alta voce e ad avvicinarsi. Per raggiungerla prima presero a spintonarsi l’un l’altro. Nell’auricolare sentiva il suono inconfondibile del counter che caricava punti. Per rendere le cose più accattivanti aveva reso il terreno circostante a lei contaminato del suo potere: chiunque si fosse avvicinato troppo avrebbe iniziato a sentirsi strano fino a mancargli l’aria, il risultato finale sarebbero stati tanti corpi stesi a terra quasi privi di sensi. Più sentiva il contatore girare più si eccitava lasciando uscire caldi umori che scivolavano sull’archetto. In breve si sarebbe creato il panico tra chi semplicemente stava guardando e chi tentava di raggiungerla.
    Puttana fatti scopare non è questo che vuoi? Ora ti monteremo noi come meriti troia.
    Un coro di baldanzosi giovanotti tutti pronti a farle vedere l’inferno. Ma l’inferno l’avrebbero visto loro. Orami l’aveva sicuramente superato il limite dei 10.000 punti: attorno a lei c’era più che caos. Corpi su corpi svenuti ed in preda alla frenesia più grande. Elettra parve soddisfatta, fece sparire l’archetto e il suo violino dalle corde rosse e si alzò. Le persone, che non erano cadute vittima del suo potere invisibile, intimorite le fecero strada lasciandola passare tra due ali di folla eccitata e spaventata allo stesso tempo. Nessuno avrebbe osato toccarla non dopo aver visto i corpi apparentemente privi di vita che giacevano a terra. Con passo deciso si sarebbe avviata verso il nuovo obiettivo… Ma quale era? Mentre camminava poteva percepire la sua intimità perfettamente perché era già troppo eccitata. Aveva messo un intimo molto particolare non solo davanti... che la eccitava non poco.








    Un sentito granzie a Volkof per il delizioso skin post da lui creato.

    Edited by GiocoDiOmbre - 1/4/2014, 14:26
     
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    Mai lasciare Dimitri da solo a ponderare cosa effettivamente gli stesse accadendo in torno. Era una persona molto intelligente più di quanto il suo inespressivo viso potesse lasciar trasparire. Si guardava attorno mentre dopo aver lanciato quel guanto di sfida al microfono ed aver premuto "il pulsante di risposta" non aveva avuto più responso. Era come se fosse stato messo in attesa da qualcuno o qualcosa che lo stava osservando. Magari proprio in quel preciso instante, ma lui, d'attendere non aveva la minima intenzione. Solo la sigaretta che magicamente gli era comparsa fra le labbra lo teneva calmo e quieto mentre la sua mente viaggiava alla disperata ricerca di una risposta.. Era un dolce veleno poter sentire la nicotina sintetica entrare nei ricettori sensoriali del suo artificiale olfatto e stimolare nel suo cervello sensazioni piacevoli. Simili ma Molto meno intense a guidare come un folle senza nessun rendi conto alle autorità. La sigaretta finì ed egli ebbe una intuizione. Era ancora in gioco.
    Era fin troppo semplice. Non era nella logica di kurayami lasciare a piede libero gente che sebbene partecipasse ad un concorso aveva gettato caos e terrore lungo le strade.. In quel distretto c'erano telecamere ovunque e nessuno poteva garantirgli che anche in quel momento "The Big Brother" - era questo il nome da egli dato al gioco - non lo stesse ancora osservando. Risalì in macchina.
    Schiacciando un paio di volte il clacson dell'auto attirò l'attenzione dei passati, il fulcro dello show.
    Ripartì in maniera dirompente lanciandosi nel hobby che più gli si adduceva, il drifting. Era dai tempi in cui con la sua fida nissan r34 non si dilettava nello scrivere sull'asfalto con un intero treno di gomme dure come quelle che montava ora quell'auto. Le quali nonostante le aveva lasciate sulla strada più e più volte avevano ancora una perfetta presa.
    Presto la gente prese ad accalcarsi attorno lo spettacolo improvvisato.
    Dimitri sfruttava tutta la coppia motrice mentre la sinuosa auto scivolava di traverso e poi per riallinearsi effettuava mezze lune per continuare dentro il posteggio adibito a piazza rimodernata. Urla e folclore tipici delle corse agonistiche prese man mano a formarsi, ad alimentarsi ed a moltiplicarsi in modo autonomo mentre un solo uomo abbordo di una auto da sogno dava puro spettacolo.
    Dimitri ovviamente non era il solo, non si trattava di qualche show sulla sopravvivenza umana da farsi in solitaria, qui c'erano decide di persone in gioco. Su di questo poteva esserne certo e forse la soglia dei "10.000 punti" era ovviamente una soglia di punti da raggiungere come requisito minimo. Ma cosa succedeva a tutti coloro che raggiungevano quella soglia entro un certo tempo? Sicuramente finivano al centro dell'attenzione più degli altri.. Ed lui, con l'entusiasmo che l'aveva travolto nel guidare come un dannato folle aveva totalizzato e perfino sforato quel punteggio in pochissimo tempo. Su ciò era altrettanto certo, quindi doveva di nuovo gettarsi al centro dell'attenzione - o dell'obbiettivo - per passare alla fase successiva. Il prossimo obbiettivo.
    Intanto gli sovvenne in mente il modo perfetto di attirare l'attenzione degli spettatori paganti e non. Scese dall'auto. Non prima d'aver lasciato un suo personale Gadget collegato alla eprom di quest'ultima..

    Salve a tutti. Adesso vorrei dedicare una frase a delle persone che Non sono qui presenti.. Ma che ci stanno ugualmente guardando.

    Dimitri prese a camminare con fare non curante mentre alle sue spalle l'auto richiuse lentamente la portiera e con sordo rumore riprese a correre iniziando a disegnare forme ben definite prima con una ruota posteriore poi con l'altra. Il differenziale autobloccante lavorava mentre egli, fumando un'altra sigaretta guardava il silenzio generato da quella folle esibizione apparentemente semplice ma in realtà metodicamente spericolata. Dentro l'abitacolo non c'era nessuno.. E l'uomo, con molta calma stava di fronte al mezzo, il quale con molta cura prendeva a scrivere delle lettere ben definite lasciando sull'asfalto un sottile strato di gomma bruciata. Ciò che scrisse fu...


    W H A T
    N O W ?

    La mossa di Dimitri era stata ben congegnata, era pressoché impossibile che qualcuno non lo vedesse o peggio udisse. Perché quando con un colpetto d'acceleratore l'auto lasciò il segno del punto interrogativo vi fu una cacofonia di applausi.

    . . .
    Ben fatto Dimitri, la tua logica follia sarà ricompensata a dovere con il prossimo Sogno!
    . . .

    Ad un tratto lungo la folla si creò una spaccatura e man mano le urla e le grida d'approvazione e di stupore lasciarono il posto al silenzio. Una stupenda donna dal tratto oltremodo sensuale ed il viso che poteva spezzarti in due apparve di fronte a Dimitri. Il quale con ancora mezza sigaretta fra le labbra rimase per una lunghissima frazione di secondo completamente stupefatto. Espressione che svanì quasi subito per non farsi cogliere impreparato..
    Era questo il prossimo "Sogno"?



     
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    Se il gioco era questo Elettra avrebbe vinto a mani basse, lei amava più di ogni altra cosa provocare il prossimo, non le importava ciò che la gente pensava perché gli “altri” come li definiva lei erano insulsi esseri inferiori. Inferiori perché non sapevano dominare i propri sensi ed erano pieni di contraddizioni che lei odiava. Odiava la loro morale disgustosa che alla prima occasione veniva infranta per poi annegare nel rimorso; odiava le loro bugie prive di consistenza, prive di un autentico scopo. Quale divertimento più intenso poteva esserci se non quello di gettare scompiglio e disgusto nelle fragili menti altrui? Corromperli… Metterli davanti alla propria ipocrisia. Elettra avanza verso un nuovo obiettivo che però ancora non aveva. Dall’auricolare non proveniva nessun rumore, nessun impercettibile scricchiolio sintomo che doveva attendere. Forse non era stata abbastanza brava? Forse doveva osare di più? Bene avrebbe accontentato anche i palati più fini. Arrivata ad un incrocio molto trafficato Elettra decide di fare un regalo degli automobilisti che sarebbero passati di li a breve. Ella, posata la giacca su una panchina proprio vicino ad un semaforo, si aprì alcuni bottoni della camicetta. I seni prosperosi e senza nulla a poterli fermare si notavano sotto la seta trasparente. Si notavano soprattutto perché contro la stoffa bianca e fina come un velo di organza premevano i capezzoli sempre più turgidi e gonfi, inconfondibile sintomo che la ragazza era più che eccitata. Portatasi vicino all’incrocio Elettra prese a muoversi sinuosamente contro l’asta del semaforo. Un ballo quello più che lascivo. La spaccatura laterale della gonna si apriva ogni volta che una delle due cosce si avvolgeva contro l’asta lasciando intravedere oltre le calze anche la pelle liscia e rosata dei glutei. Un ballo sensuale e lento come ci voleva per far salire l’adrenalina a chiunque. Una “lap dance” che ben presto avrebbe reso l’effetto dovuto. Elettra sfiorava il palo come se stesse accarezzando la pelle di un uomo, si strusciava a gambe aperte, i seni da sotto la stoffa scivolavano contro il freddo metallo del semaforo facendola sospirare di piacere. Per ammaliare chi ti guarda non puoi mentire e fingere un piacere inesistente, devi necessariamente lasciarti andare e provare veramente quelle sensazioni o non sarai mai in grado di trasmetterle a dovere. Più si dimenava mettendo in mostra i fianchi e il didietro più quel nuovo gioco la prendeva e la conturbava. Le persone accanto a lei presero a gridare e a fischiare mentre in mezzo alla strada cominciava già ad esserci il panico tra chi frenava di botto e chi senza più guardare le luci di intersezione era finito a cozzare contro altre autovetture. Il caos, le grida, frenate e sterzate improvvise uno stridulo spettacolo in netto contrasto con le movenze feline di Elettra. La ragazza era molto allenata ed il suo corpo poteva permettersi qualsiasi contorsione, anche la più ardita. Con sinuosità spostò la gamba sinistra in alto quasi a formare una spaccata verticale sul semaforo con la gonna completamente aperta su un fianco Elettra prese a scivolare su e giù sempre più lascivamente. Le grandi labbra rosate ricoperte di ricami neri si inumidirono nuovamente lasciando una scia di umori non solo sulla stoffa e sul paletto, ma anche sulla gamba posata a terra. Più si strofinava più la vulva diventava rossa ed infuocata.
    Sei bellissima… vieni con noi ci divertiremo… è una zoccola puttana… andiamo via… bellezza mostraci cosa sai fare.
    Anche se gridavano nessuno si avvicinava erano come ipnotizzati dalla ragazza. Più la gente si esaltava più Elettra godeva. Le braccia circondarono il palo e lei si buttò con le spalle e la testa in dietro lasciando cadere fin quasi a terra i capelli lunghissimi e lisci. Ma non era abbastanza. Voleva di più.

    Brava Elettra la tua logica follia sarà premiata, so cosa stai desiderando ora… Vai più avanti, a circa cinquanta metri sulla sinistra vedrai un parcheggio, fatti strada tra la folla e li...

    Elettra era entusiasta finalmente sapeva cosa fare e dove farlo. Senza indugiare riprese la giacca e si avviò verso il parcheggio lasciando dietro di se una scia di indefinibile confusione. Arrivata li una enorme folla schiamazzante le impediva la visuale, ma evocata una delle sue fruste prese a schioccarla contro le schiene di quelli davanti a lei. Immediatamente le persone più vicine si spostarono per lasciarla passare tra grida di terrore e di dolore finché non calò il silenzio più estremo. Fatto sparire il lungo rovo avanzò quel tanto da notare in mezzo al parcheggio un giovane con una sigaretta tra le labbra intento a fumare accanto ad una vera bellezza. Una macchina di tutto rispetto anche per Elettra che ne possedeva una altrettanto bella. Sorrise sorniona e si avvicinò alla macchina senza mai distogliere lo guardo dal giovane. Era un bel tipo, la pelle liscia e priva di apparenti imperfezioni ne rendevano difficile la stima dell’età. I passi di Elettra riecheggiarono per tutto il luogo sempre più prepotentemente, mentre la giacca posata sulla spalla oscillava sinuosa insieme ai capelli corvini. Avvicinatasi al cofano ella vi adagiò il busto facendo toccare il seno ribelle sulla lamiera rovente e fumante. La sua pelle avrebbe resistito a qualsiasi calore in fondo lei non era proprio umana. Avrebbe con disinvoltura leccato il cofano della macchina per assaporare quella meraviglia di tecnologia scivolando su di essa. Poi con un sorriso avrebbe guardato il giovane fumatore.
    Era forse lui il prossimo obiettivo? Beh… in fondo ora non aveva importanza… anche se... Senza dire una parole ma con lo sguardo più provocante che potesse fare Elettra aprì la portiera di quel bolide e disinvoltamente vi salì, sistemandosi sul lato del passeggero.







    Edited by GiocoDiOmbre - 1/4/2014, 17:21
     
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    Un fondamentale fatto era sfuggito a Dimitri e forse era dovuto al motivo che si era fiondato in una serie di eventi a catena. Dove miscelanze casuali davano origine a risultati altrettanto casuali. Aveva spinto letteralmente il piede troppo oltre sull'acceleratore della sfida oppure era stato tutto calcolato a mena dito in base a quel ragionamento da lui pensato? Di fatto stava per passare "Al prossimo sogno".. E sui sogni egli era Molto informato. Sapeva che un sogno di se è per se non è molto differente da un incubo vero e proprio. Puntano solo in direzioni diverse; ma l'inconscio e l'istinto, forme di intelligenza base e non del tutto sviluppate, tentavano sempre di liberarsi sia dall'uno, sia dall'altro. Si perché un sogno non ti trasmette una vera realtà. Mentre l'incubo è il rifiuto di quella realtà. In entrambi i casi la corsa al risveglio è già avviata come se entrambi si rivelino come una costrizione alla mente cosciente e le impedisce di risorgere alla effettiva realtà. ma fin tanto che l'autoinganno funziona di uscirne non c'e verso. Ed egli era giunto a quel punto, perché non era più una mera questione di spettacolo. Ma di combattimento. Perché la donna è letale di natura e una donna con poteri può essere il sogno più recondito che si avvera oppure l'incubo più nero che ci possa essere.
    In altre parole non era giunto al prossimo sogno, ma era giunto al livello successivo di sfida.

    "". . .
    Ben fatto Dimitri, la tua logica follia sarà ricompensata a dovere con il prossimo Sogno!
    . . .""


    Mentre in quell'istante di sorpresa che il suo viso mostrò, Dimitri, ripensava a quelle parole. Che ora prendevano tutt'altro significato. L'espressione si dileguò dal viso dell'uomo e gettando la sigaretta a terra lasciò che il silenzio parlasse per tutti. Non tutti i giorni vedi una donna di quella "natura" che con una frusta si apre la strada e poi la lascia riassorbire nella sua mano come un trucco di magia riuscito alla perfezione. Il rumore dei suoi sensuali tacchi si udiva perfettamente e come una ciliegina sulla torta il suo spettacolo sul cofano frontale della sua auto con quelle movenze estremamente eccitanti dichiararono apertamente l'evoluzione del gioco.
    Dimitri nel mentre non era rimasto intontito a guardare completamente assorto per lo spettacolo di seno e lingua sul cofano in lega leggera dell'auto. Prese un'altra sigaretta e mentre la donna lo guardava, egli, mantenendo lo sguardo accese la seconda sigaretta. Diede un ampia boccata e poi mentre ella saliva estrasse gli occhiali.
    Osservando i presenti che man mano stavano lentamente ricircondando la piazza si mise su gli occhiali.
    Con il dito medio sulla stanghetta centrale. L'espressione diceva tutto.


    Non si godette a pieno la sigaretta, aveva di meglio da fare in quel momento. Tipo filarsela via. Giocare col fuoco ti fortifica. Ma se non stai attendo rischi di finire bruciato. Salì in macchina e ripartì a tutto gas, lasciando che la fola si scansasse per non finire travolta da un caccia in fase di decollo perché questo significata avere un v12 alle spalle ed una trasmissione che gli tiene testa vibrando fra le gambe.
    Dimitri non ebbe un'attimo d'esitazione, tirando il freno a mano e scalando di marcia si reinfilò nel traffico urbano di kurayami con l'auto di traverso. La quale era sempre pronta ad erogare tutta la sua spaventosa potenza.

    Non serviva nessuna presentazione, non serviva alcun chiarimento. Non serviva niente. Serviva solo lo spettacolo e lo dovevano porgere su un piatto d'argento. Ed egli aveva già in mente il prossimo modo di servirlo.
    Aveva notato che sul piccolo parasole del conducente c'era un piccolo obbiettivo regolabile puntato sul prosperoso seno della sua passeggera ed egli agì senza pensarci due volte. Alla prima curva col tacco-punta sui pedali ed un repentino scalo di marcia spostò tutta la g-force di lato. Il risultato? Uno splendido decollete in piena mostra.

    . . .
    Benfatto! Adesso scalda ulteriormente l'ambiente giocherellando a sorpresa con la tua nuova compagna. Hai a disposizione un sedile Full-massaggiante!!
    . . .


    Sul piccolo touchpad montato sul volante svanì il counter numerico e comparve una serie di icone che rappresentavano tutte le porzioni che potevano essere massaggiate sul suo corpo. Ma a Dimitri non bastava. Sebbene la sua artificiale natura aveva preso gusto voleva altra adrenalina. Arrivando ad un semaforo piantò freno al rosso. Guardano la sua passeggera disse..
    Divertiamoci un po..
    Diede una serie di colpi d'acceleratore sempre crescenti. Egli sapeva che la trasmissione alle ruote frontali correva lungo l'auto e che vibrava parecchio, egli lo percepiva meno ma per una donna molto eccitata come lei doveva esser un invito piuttosto calzante.
    Luce gialla. Mentre le gomme fumavano come all'inferno il potente cambio scalpitava e desiderava una marcia più alta, ma con la seconda innestata le vibrazioni dei suoi ingranaggi vibrano a più non posso sotto i loro sedili.. Una sensazione al quanto stimolante per una donna che forse Non aveva l'intimo. Vista la lucida linea che scendeva da una coscia fino al ginocchio...

    A breve sarebbe incorsa la luce verde del semaforo.. Cosa avrebbe fatto la donna?


    Intanto all'insaputa dell'uomo nell'auricolare della donna quella dorata voce femminile aveva dato l'ordine di resistere il più possibile alle avance dell'uomo.



     
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    Quando si adagiò sul sedile lato passeggero una scossa di adrenalina le scivolò lungo tutta la schiena, il sedile avvolgente e la struttura di una macchina da corsa con assetti modificati era puro piacere. Questo sogno/obiettivo si stava dimostrando molto interessante, solo una piccola perplessità si era insinuata in lei: il giovane aveva sostenuto il suo sguardo senza nessuna titubanza, mostrando anche una certa dose di sufficiente boria. Non solo aveva continuato a fumare disinvoltamente ma, all’apparenza, sembrava non essersi minimamente turbato allo spettacolo offerto da lei. Nessun movimento neanche una impercettibile sfumatura si era disegnata su quel volto privo di imperfezioni; nessun guizzo in quegli occhi profondi e di un nocciola così intenso da acuire ogni desiderio. Se doveva sedurlo non sarebbe stato facile. Elettra li scrutava a prima vista, e a prima vista sapeva cosa aspettarsi dagli uomini, ma questo era diverso. Impercettibilmente diverso. Per il momento, comunque, tutta l’attenzione della ragazza si era rivolta nuovamente a quel “gioiello meccanico” posto sotto le sue natiche sode. Da un momento all’altro, a lui piacendo, avrebbe sprigionato una potenza da far impallidire tutti. Non c’era bisogno di presentarsi e a dire il vero a lei non interessava minimamente chi fosse lui o come si chiamasse o il perché si trovasse li. Sospettando che facesse anch’egli parte di quel gioco strano ed eccitante, era salita sfoggiando un sorriso sensuale e carico di travolgente aspettativa. Il giovane fumatore non la fece attendere molto, inforcati gli occhiali con un gesto inconfondibile e assai spinto rivolto agli spettatori salì a bordo chiudendosi lo sportello e allacciandosi la cintura a tre punte pronto a far ruggire quella meraviglia. Stranamente il suo posto non era dotato degli stessi accessori e confort, no, la sua cintura si limitava ad una fascia che correva solo lungo i suoi fianchi. Strano… come era strano che a bordo ci fosse una piccola quanto invisibile telecamera puntata su di lei e sull’interno dell’abitacolo. Dunque questo sarebbe stato uno spettacolo nello spettacolo, ora tutto le stava divenendo più chiaro. Un schianto, un sonoro ruggito da far tremare le vene si propagò istantaneamente per tutto il parcheggio. Un’accelerazione impressionante e potente schiacciò Elettra contro i velluti e la pelle del suo sedile. Una potenza paragonabile solo ad un jet in fase di decollo. Tutti si spostarono presi dal panico e la macchina in derapage con le gomme fumanti si insinuò tra le strade di Kurayami non prima di aver violentemente proiettato in avanti e nuovamente in dietro la ragazza. I capelli scompigliati erano l’ultimo dei suoi problemi. Sotto di lei sentiva tutta la potenza di quel motore da dodici cilindri. Era come se ognuno di quei deliziosi ingranaggi pompasse verso la sua carne infuocandola ancora di più. Più accelerava più pompava potenza e tra le sue gambe si ripercuotevano le vibrazioni eccitandola. Senza un minimo di preavviso, alla prima curva, il giovane diede una sterzata a sinistra scaricando tutta la forza dell’acceleratore di lato. Elettra fu sbalzata contro il vetro alla sua destra e i bottoni della camicetta si aprirono lasciando uscire liberamente i seni privi di lingerie. Era uno spettacolo sicuramente esaltante per tutti coloro che stavano guardando: i capezzoli turgidi e rosati erano come due deliziose caramelle da succhiare, mentre la pelle candida e morbida dei seni era un invito irresistibile a toccarle e tastarle. La ragazza sorrise divertita lui voleva provocarla… e lei sarebbe stata all’altezza… quando inaspettatamente dal suo auricolare una voce la frenò.

    Elettra sei stata brava ma ora… ora ti voglio dare un compito diverso!
    Devi resistere, resistere il più possibile alle avances che ti farà il tuo nuovo compagno. Più resisterai più il tuo premio sarà notevole e sarai soddisfatta…!


    Doveva resistere a cosa? Alle avances? Sgranò gli occhi e si voltò dalla sua parte mentre lui inchiodava davanti ad un semaforo rosso proiettandola in avanti insieme ai seni ormai del tutto privi di controllo. Anche lui si girò guardandola. Per un tempo interminabile i loro occhi si incrociarono ognuno alla ricerca di conferme o di smentite, poi dalle sue labbra uscirono alcune parole inconfondibili. Voleva divertirsi… cosa aveva in mente? Diede gas e sotto di lei si aprì l’inferno: era come cavalcare mille cavalli recalcitranti. Resistere alla avances non era un compito così difficile, ma resistere a tutta quella potenza che si insinuava dentro di lei era altro paio di maniche perché era già molto eccitata. Sentiva chiaramente tutto il calore dei suoi umori colarle tra le grandi e piccole labbra. Percepiva chiaramente i suoi fluidi accarezzarle la pelle, farsi strada nella la sua carne eccitata e turgida fino a scivolare fuori lambendole i piccoli e radi peli. In più il clitoride si era come ridestato premendo contro la sottile stoffa che la ricopriva. Era troppo sensibile e ogni spostamento del suo corpo, o ogni vibrazione improvvisa le avrebbe procurato piacere su piacere mentre doveva rimanere impassibile. Non disse nulla, era superfluo rispondere. Il suo obiettivo era ben chiaro come pure quello del ragazzo, solo un sorrisetto comparve sulle sue labbra, nulla più. Doveva usare i suoi poteri, doveva in qualche modo isolare la sua pelle da quella mostruosa potenza o sarebbe venuta di li a poco. Gli occhi diventarono gialli mentre alzava il piede destro posando il tacco sullo sciassi della macchina per tenersi meglio. Con quel gesto le gambe si sarebbero scoperte completamente lasciando intravedere, forse, anche perle di umori vaginali colati lungo le gambe, ma non era questo che voleva ottenere, no di certo. Lentamente partendo dai piedi tutti i vestiti venero come assorbiti e al loro posto comparve una specie di corazza fatta interamente di corteccia. Al tatto era esattamente simile a quella arborea mentre la sua resistenza era paragonabile al ferro. Questo mutamento avvenne lentamente per volere di lei e per dare al giovane e a chiunque vi fosse collegato la possibilità di ammirarla in tutto il suo splendore. Le vesti scivolarono nell’oblio rivelando una pelle sempre più candida e vellutata. Dalla telecamera avrebbero goduto di uno spettacolo ulteriore: avendo ella piazzato una gamba in alto contro il cruscotto, dalla prospettiva frontale, per qualche momento, avrebbero potuto ammirare anche la sua intimità ben visibile. Ora era pronta, qualsiasi cosa avrebbe tentato lui ella avrebbe resistito avvolta interamente dentro quella corazza che formava un’eccentrica barriera. Le sue forme generose non erano sparite, erano solo ingabbiate. Non che non sentisse nulla, ma le sensazioni erano enormemente attutite per lo meno lo erano le vibrazioni del motore. Con il piede premuto sul cruscotto davanti a lei Elettra era pronta ad un nuovo giro di pista e questa volta sarebbe andato tutto a suo favore. Voleva vincere per avere il premio e l’avrebbe ottenuto con tutti i mezzi necessari: leali e sleali.





     
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    La McLaren c12 era un puro concentrato di tecnologia forgiata ed atta al solo scopo di poter raggiungere le più alte velocità su strada pur rimanendo un mezzo affidabile senza rischio che ad ogni accelerazione gli organi si spostassero in altre sedi. Il suo potente ed enorme motore v12 con asse non in linea aveva per cilindro ben cinque canali atti all'immissione di propellente a temperatura fissa e grazie alla candela con doppio braccio posto sul canale centrale erogava al suolo la spaventosa potenza di 1252 cavalli e l'incredibile coppia motrice di 1500 N•m portandola sulla soglia dei 400 km/h.. Un autentico mostro governato da un cambio posto sul retro per tenere il peso ed il baricentro il più possibile allineato con l lunghezza dell'auto stessa. Il telaio mono pezzo e la scocca in fibra di carbonio a 10 strati la rendeva rigida quello che bastava per poter eseguire alla perfezione tutte le acrobazie che Dimitri fino a quel momento aveva portato a termine senza schiantarsi da qualche parte.
    Le gomme a mescola dura inoltre l'avevano portato fin li senza perdere praticamente niente della loro tenuta. Nonostante il pessimo trattamento riservatogli...
    E tutto ciò, spaventosamente progettato al dettaglio era utilizzato come un costosissimo vibratore da un milione e mezzo di crediti. Roba che solo kurayami poteva dare.. Lo show. Solo e solamente lo show.
    E nient'altro.
    I secondi interminabili fra il rosso ed il giallo e in fine a breve al verde del via scorrevano con la lentezza di una noiosa ora l'uomo osservava la donna crogiolarsi mentre egli in seconda faceva scalpitare come un dannato agli inferi il cambio semi robotizzato che vibrava a più non posso fra le loro gambe. In particolar modo sotto le gambe di quella prosperosa quanto letale donna.
    Ottomila giri al minuto e il cambio che imbufalito risaliva lungo le cosce di quella donna che per resistere dovette apertamente mostrare Tutto il suo potere. Era uno spettacolo quasi ipnotico visto che ella volle fare le cose in modo lento.. Un complimento alla sua resistenza fuori da qual si voglia umana misurazione. A migliorare il tutto però c'era la sua incredibile bellezza e la sua sensualissima posa con il piede sul cruscotto e lo spacco della gonna che non nascondeva più nulla. Una manciata interminabile di secondi in cui il paradiso era a portata d'occhio. Svanì tutto quando ella mostrò in fine il suo potere. Ma Dimitri aveva in servo uno sporco trucco, lo stesso che lo aveva aiutato prima.
    Verde.
    Lo stacco di marcia avvenne con la seconda ed egli lasciò che il differenziale cacciasse le peggiori bestemmie. Egli ed il cambio. Ora libero di scalpitare come un toro inferocito dal rosso cuocente del sole. Un colpo fra le sue cosce di indubbia potenza. In pochi istanti raggiunse i cento orari mentre la strada proseguiva in rettilineo per svariati km..
    Terza. I colpi del cambio erano come affondi di torbida natura sotto i sedili mentre egli fissando la strada prestava un occhio alla sua passeggera. Pressante con l'acceleratore lasciava che il bolide corresse come un ghepardo in corsa contro la sua preda.
    Quarta. Quinta. Sesta. L'auto assorbiva ogni asperità dell'asfalto con molta grazia, ma ciò pregiudicava il secondo effetto che Dimitri voleva esercitare sulla donna, ma ciò poteva sopperire il costoso sedile pieno di sfere massaggianti e tripodi estensibili.. Il bravo alunno collegato alla centralina aveva studiato la lezione sull'auto e sapeva cosa poteva fare..

    Il touchpad sul volante era montato li a posta.
    Settato al massimo dubito che ella avrebbe avuto vita facile da li in poi. Con due rapidi colpi di pollice egli prese a far massaggi dal fondo schiena lungo tutta la schiena fino ad arrivare alla nuca e spostarsi sulle spalle mentre con il dispositivo collegato alla centralina passava al gioco sporco. Il "Doppio tocco". Si, perché la sua sfida era di conquistarla caricando un punteggio, ma nessuno gli aveva proibito d'usare un moltiplicatore..
    Con la mano sul volante ed il dito sullo schermo Dimitri si dedicava alla zona schiena, mentre con la mente dava imput alla zona bacino e gambe.
    Due massaggiatori posti nella parta bassa del sedile presero a farsi sentire alzandosi e vibrando dritto sul suo fiore mentre gli stimolatori sulla schiena cercavano i nervi che stimolavano i muscoli che sostenevano il seno da dietro per farlo ulteriormente eccitare.
    Il tutto registrato dal piccolo obbiettivo posto sul tetto, puntato verso di lei.
    Lui, per tenerla ben piantata sul sedile e farle godere tutto il servizio giocava anche di sterzo per farle perdere presa e farle carico sul sedile. Con la gamba puntata sul cruscotto doveva essere ancora più semplice.. O no?
    In caso si alzava quel tanto da far perdere pressione ai sensori egli controsterzata bruscamente di lato per farla premere a dovere sul sedile ed i quei momenti con un'occhio alla strada ed uno ai sensori utilizzava tutto il gruppo sul spianale del sedile.
    Sia quelli posti sul suo fiore, sia quelli posti "dietro". A stimolare le sue natiche e anche qualcos'altro..

    Il divertimento era assicurato. L'adrenalina era portata oltre i limiti e non vi era alcuna punizione in caso di distruzione. Il sogno perfetto.

    Intanto egli non mollava per niente la presa. Insisteva, insisteva e insisteva ancora. Era ben'oltre l'ordine. Ben'oltre la sfida. Stava divenendo uno scontro, non combattivo ma mentale.
    Chi avrebbe ceduto? La donna arrivando al piacere o Dimitri schiantandosi su qualche auto?
    Il traffico stava aumentando..
    Faceva ruoteare tutti gli attuatori sulla schiena massaggiandola dal basso verso l'alto e vice versa, dove puntando sulle natiche in fine scivolava sul suo sesso palesemente fradicio.
    Ed il bello era che lui guardava lei. Non più la strada. C'erano due telecamere poste sul tetto che guardavano fuori ed egli le usò come suoi occhi mente i suoi occhi osservavano completamente assorti la ragazza tentare, sforzarsi di resistere a quel sedile che l'aveva bloccata a se con la cinghia e ora non la mollava più.





    Edited by Volkof - 4/4/2014, 11:03
     
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    Occhi gialli profondi e languidi ecco cosa mostrava Elettra, solo lo sguardo poteva tradire il tumulto dell’animo dentro di lei, il volto quasi inespressivo era fisso sulla lama di asfalto nero che la macchina stava per divorare nel suo insano desiderio di possesso. Il ruggito felino sotto di lei era enormemente attutito dalla sua corazza ma tuttavia non era sparito.
    Verde…
    Un colpo potente la fece sussultare sotto le cosce e la meravigliosa accelerazione la schiantarono contro il sedile. Un colpo da manuale… una frustata di piacere ecco cosa era stato per lei, una frustata che per poco non l’aveva fatta gridare. Ci sapeva fare con le macchine e con le donne quel dannato ragazzo. Doveva stare attenta. Altri colpi mentre con rapidità le marce salivano facendo sprigionare la massima potenza a quella belva feroce. La strada in rettilineo era a favore della ragazza: nessuno scossone ormai poteva distrarla, non più. Ma la mente è una brutta bestia e quando decide di remarti contro non c’è verso di resistergli. La mente è la cosa più esaltante che ci possa essere, è il dominus , è la signora e padrona di tutto. Ella per un momento si era persa in se stessa pensando a come si potesse ripercuotere quella accelerazione su due corpi avvinghiati l’uno all’altra e a come potevano risultare le spinte raddoppiate dalla potenza di quel maledetto propulsore. Dodici cilindri tutti dentro di lei. No… no! Non era questo il momento di cedere. Si morse il labbro inferiore tentando di riprendere il controllo. Forse lui si era accorto di quell’istante di cedimento, forse era già in programma fatto sta che senza preavviso la corda che la fissava al sedile si strinse ancora di più e una serie di rulli presero a massaggiarle la schiena. Elettra spalancò gli occhi e la bocca senza tuttavia emettere un solo singulto. Dal basso verso l’alto esercitando una forza notevole sui suoi fasci muscolari il massaggio si stava insinuando dentro di lei. Un vero paradiso che neanche il suo duro rivestimento potevano attutire. Ma lui non conosceva Elettra: per lei la sfida veniva prima di ogni altra cosa e non avrebbe ceduto per un semplice sedile massaggiante ed un propulsore sotto il clitoride. Quella fanciulla quanto si stava ingannando? Tanto! Quello non era un semplice sedile e lui non era un semplice ragazzo. Elettra si accorse che vi era dell’altro molto altro a cui doveva prestare attenzione. Sotto le sue cosce presero ad insinuarsi una serie di sfere vibranti sempre più gonfie ed alte fino a lambirle perfettamente l’intimità aprendole le gambe. La posizione che aveva scelto, paradossalmente , le stava diventando di intralcio: la gamba che faceva leva sul cruscotto la teneva si in asse assorbendo le spinte laterali e frontali che lui si accaniva a procurarle, ma la costringeva anche a schiacciare il suo pube e il basso ventre contro il sedile amplificando quel massaggio osceno ed esaltante. Ad una sterzata più consistente Elettra perse la presa e la gamba le scivolò. Ora sarebbe stato tutto più difficoltoso. Le sfere sotto di lei la tastavano incessantemente spingendo e vibrando con tale forza da farla sussultare violentemente mentre il guidatore con abili manovre, zigzagando come un pazzo tra le vetture, sterzava e controsterzava con l’intendo di sbalzarla sempre più e di farla cedere al piacere più intenso. Quei maledetti affari erano puntati non solo sul pube e sulla intimità ma anche sulle sue natiche. Ella si sentiva eccitare di minuto in minuto mentre i rulli si insinuavano stimolandola dietro. Piccole fitte dentro il ventre presero a farsi sempre più prepotenti. Non doveva venire, non così o avrebbe perso miseramente il premio. Non c’era sosta, non c’era un momento di riposo, la tensione dei muscoli protesi nello sforzo di rimanere in qualche modo in equilibrio, il sedile sempre più simile a mani lascive: Elettra si sentiva soffocare. La corazza stava diventando una gabbia che invece di escluderla dal mondo esterno e proteggerla, non faceva che amplificare le sensazioni di piacere. Il petto era come compresso e i capezzoli turgidi e gonfi le facevano male tanto volevano tornare liberi mentre tra le gambe piccole perle di umori continuavano a trasudare dalle impercettibili fessure. Erano come piccole gocce di rugliata cristallina. Tutto remava contro. La ragazza reclinò la testa in dietro chiudendo gli occhi. Stava per godere e nulla avrebbe potuto arrestare quella sensazione. Nulla a meno che non avesse contrastato quella sensazione con del dolore. Vero dolore. Si morse nuovamente le labbra con il preciso intento di farle sanguinare. Il sangue prese a scivolarle lungo la gola mentre il dolore pungente per un momento l’avevano come ridestata da quel torpore sensuale. Ma era solo un piccolo palliativo, un inganno così insulso e fugace che già un secondo dopo il dolore si era tramutato in altro piacere. Dalle labbra iniziarono ad uscire piccoli gemiti, sempre più insistenti e ravvicinati.

    Ahh… ahhhh… ahhhh… mmhhh…..ohhhh….. siiii………..
    Il piacere quello più intenso che possa esserci la invase in un secondo salendo dal ventre fin su il cervello e tornando giù fino alla punta dei piedi. Una serie di contrazioni violente e repentine da spezzare il fiato e da annebbiarle la vista. Dalla sua intimità prese ad uscire un liquido caldo e denso che neanche la corazza poteva frenare.
    Noooooooooo noooooooo….
    Elettra si adagiò completamente sfinita senza opporre più resistenza al suo posto rossa in viso e deliziosamente affannata. Aveva perso. Non era riuscita a mantenere saldi i suoi istinti. Non avrebbe avuto nessun premio. Le bruciava quella sensazione di sconfitta mista ad eccitazione. Si perché pur essendo venuta la ragazza era ancora vogliosa, lui aveva acceso il suo desiderio e ci voleva ben altro per placarlo. Ma l’orgoglio di lei si fece strada prendendo il sopravvento. Spalancò gli occhi e giratasi dalla sua parte lo fissò intensamente. Dai suoi piedi iniziarono a formarsi come piccoli rovi privi di asperità e morbidi come la carne che si diressero verso il giovane. Avrebbe avuto la sua rivincita. Quelle sinuose propaggini iniziarono ad avvolgerlo dai piedi fin sul busto inchiodandolo al sedile. Uno in particolare si insinuò tra le sue gambe sfiorando la sua intimità, tastando. I rami, perché di questo si trattava, erano una parte di Elettra e come tale, ella poteva sentire e percepire tutto. Elettra era una di quelle donne che andavano domate e dominate altrimenti non ci sarebbe stato scampo per nessuno meno che meno per il giovane e scaltro guidatore.






     
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    Uno dei principali fondamenti degli show è la necessità di restare sulla cresta dell'onda per un periodo abbastanza lungo affinché gli spettatori restino incollati allo schermo. Cosi da poter fornire una "rampa di lancio" per le puntate a seguire. È il nodo cruciale, soprattutto per programmi di spettacolo. Come quello che aveva dato vita a questa serie di sfide dove Dimitri e quella donna dai poteri ancora tutti da scoprire avevano preso parte quasi per gioco.
    Un gioco che restando tale doveva avere necessariamente qualcuno che tirasse le fila nel modo corretto per i motivi sopracitati. E quel qualcuno stava osservando da svariati chilometri di distanza su un mega schermo le loro azioni decise di avere un pizzico di share in share in più. Gli spettatori sul luogo.

    La donna non avrebbe resistito a lungo, Dimitri ne era certo. Avrebbe vinto. Si stava dilettando fin troppo a guidare come un folle in mezzo al traffico per tenere alti i reggimi dell'auto e con essi il poderoso sedile massaggiante che stava "intrattenendo" la giovane e seducente donna accanto a lui. Era una visione paradisiaca, sebbene avesse mutato forma per difendersi dal suo colpo basso, per l'esattezza fra le sue cosce, si notava dagli occhi languidi che gradiva in toto in trattamento da lui fornito con l'ausilio di un pollice e della sua fantasia applicata su massaggiatori adattivi.
    Era molto sensuale anche con il suo potere attivo, affascinante e letale ad una attenta analisi. Dimitri sapeva che stava giocando con un fuoco al quanto elaborato. Sfiorandolo non bruciava, ma rischiava d'incenerire lo stesso. Non forniva mezze misure e lui si trovava a giocarvi pesante solo ed esclusivamente per effimero divertimento ed masochistica soddisfazione dei telespettatori.
    Quell'oscuro obbiettivo la scrutava, la lasciava mangiare con gli occhi e chi osservava quella donna godere e trattenersi a più non posso per evitare di godere quasi subito. Era mirabile come quel sedile massaggiante operasse. Decine e decine di meccanismi sensori e sfere motorizzate l'accarezzavano in modo quasi chirurgico. Anche se lui insisteva con i comandi bastava fare un movimento mirato che ella godeva in modo maggiore. Sebbene ovviamente stesse mettendo tutta se stessa per non lasciar trapelare nulla, ma la sua temperatura corporea era ai massimi livelli. Quella non poteva nasconderla e Dimitri la percepiva anche standole distante svariati centimetri.
    Ma ad un tratto ebbe il picco. Il suo corpo aumentò di un grado ed il capo puntando al soffitto e le sue labbra parvero lasciarsi scappare un gemito. Ebbe la prontezza di fermarsi. Di certo un bel picco di visioni, ma il sedile continuava imperterrito a stimolarla.. Oppure era Dimitri che continuava a insistere sul touchpad montato sul volante?
    Arrivò il culmine. E l'auto si fermò da sola quasi subito. Chi conduceva lo show sicuramente era realmente una donna, perché riuscì ad intuire che la sua passeggera era al culmine del piacere. I finestrini si abbassarono e lo stereo dell'auto amplificò il suo sensualissimo orgasmo.
    Era statp tutto perfettamente calcolato.
    Dimitri rimase quasi ipnotizzato al punto di non accorgersi di tutto ciò, mentre chi stanziava li vicino udì perfettamente tutto prese ad avvicinarsi con vogliosa curiosità.
    Spettacolo nello spettacolo. Ma c'era un prezzo da pagare, la rabbia della donna per aver perso alla sua personale sfida. Resistere.
    Si era adagiata sul sedile ancora con il respiro accelerato quando i suoi occhi profondi e giallo acceso lo fissarono come a volerlo tagliare in due con lo sguardo. Dimitri non fece in tempo neanche a realizzare quanto egli fosse fottuto in quell'istante. La donna lo avvolse con delle spire dai piedi, staccandolo dai pedali, su fino a bloccarlo a metà. Era una variate del suo potere?
    Le spire apparivano morbide e di carnagione rosa, come pelle, totalmente differenti dalla robusta corazza che aveva a sua difesa.Una delle spire poggiò sul suo cavallo, mostrando quanto egli fosse eccitato dopo quella celestiale visione.
    Egli passò al contrattacco. Estrasse completamente dal sedile le sfere massaggianti che erano poste sul pube e sul fondoschiena prese a massaggiarla ancora più intensamente di quanto prima avesse fatto. Con l'auto ferma ora poteva concentrarsi meglio su di lei e ciò portò a far surriscaldare le sfere abbastanza da poterla fare eccitare ancora.
    Egli era bloccato, ma la sua mente era libera di pensare.. E ciò portò ad un contrattacco in massa proiettato sul sedile.
    Il massaggio partiva dal basso esercitato come se ci fosse una lingua che leccava le vertebre dal fondoschiena fino alla nuca, mentre i massaggiatori sulle natiche sembravano volerla stimolare a rilassare i muscoli pelvici e le due sferette poste sul suo sesso e sul suo ano premevano e massaggiavano ininterrottamente come a voler essere un preliminare estremo. Un Petting che anticipava l'inferno in paradiso.
    Dimitri difficilmente avrebbe venduto cara la pelle e quella donna l'avrebbe imparato a sue spese di li a poco..



     
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  10. GiocoDiOmbre
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    Elettra non si era accorta ne del fatto che la macchina si fosse fermata, ne del fatto che i finestrini si fossero aperti. Il piacere era stato talmente forte e violento che ella non percepì neanche il fatto che la radio stesse amplificato il suo orgasmo e i suoi gemiti di piacere. Ma ora con la coda dell’occhio poteva vedere alcuni passanti che si stavano avvicinando all’auto più che incuriositi. Anche se aveva perso una singola battaglia non voleva dire che l’intera guerra era perduta. Essere ancora li significava che poteva avere la meglio, che poteva ancora spuntarla sul folle quanto accattivante guidatore. Elettra non si sarebbe fermata anzi avrebbe unito l’utile al dilettevole. Con movenze sensuali prese a contorcersi dal desiderio e dal piacere inarcando la schiena mentre le sfere si allungavano sempre di più avvolgendola e palpandola senza sosta. Niente di più bello e di più esaltante che essere vista, guardata, ammirata, desiderata mentre il corpo illanguidisce e freme di desiderio sessuale. Dalle sue labbra presero ad uscire gemiti e sussurri sempre più profondi e conturbanti.
    Ahhhh….. ahhhhh….. mhhhhhhhh….
    Ogni singolo gemito amplificato dalla radio era accompagnato da una movenza sensuale del suo corpo; dal collo alla punta dei piedi: un ballo languido e sfrontato a tempo con quel massaggio maledettamente perfetto. Più i rulli spingevano contro la sua corteccia più lei si contorceva di puro piacere. Era come se una scia di fuoco si fosse insinuata dentro di lei andando a stimolarle parti mai sfiorate prima; una scia di puro stordimento che la faceva sussultare e mugolare ogni secondo mentre il piacere risaliva dal fondo schiena fino all’ultima vertebra del collo. Non era finzione, non era irreale, Elettra si era lasciata andare completamente a quel perverso gioco eccitandosi ancora di più. Ne voleva ancora, ne voleva di più. Lui era riuscito ad ingabbiare il suo corpo facendolo tremare di desiderio ma non aveva certo placato il suo desiderio di vendetta. I rovi attorno a lui si moltiplicarono e presero a strusciarsi contro di lui mentre quello sul cavallo si fece più audace. Quelle strane propaggini erano parte della ragazza e come tale amplificavano i suoi sensi: era come se fossero le sue mani a toccarlo. Alcuni piccoli spuntoni setosi scivolarono sotto i pantaloni, e entrando dentro, sfiorarono i polpacci mentre altri penetrarono sotto la maglia andando a tastare il petto. Con abili mosse il rovo premuto contro il ventre aprì la lampo dei pantaloni e si insinuò dentro. Elettra si accorse immediatamente che era eccitato ed anche molto. Un sorriso soddisfatto si stampò sulle sue labbra: la desiderava. La desiderava tuttavia le resisteva perché? Ben presto tutto il suo corpo sarebbe stato avvolto da lei in un massaggio altrettanto sensuale e lascivo. In particolare Elettra si sarebbe dedicata al suo membro. La spira si sarebbe avvolta intorno a questo e l’avrebbe tirato fuori per stimolarlo dal basso verso l’alto. Ella percepiva il fisico di lui, e la sua eccitazione mentre veniva ancora torturata dalle sfere. Ma c’era qualcosa che la turbava sempre di più. Più lo toccava più percepiva una diversità che ella faceva fatica a capire. Poi intuì la verità… non era un umano: era un cyborg!
    Nooooo…..
    Un gemito più forte le scappò dalle labbra mentre la consapevolezza di essere stata nuovamente giocata prese a bruciarle dentro al petto. Un essere meccanico privo di anima, privo di cuore, sorretto solo dalla sua razionalità. Come avrebbe potuto vincere? Come avrebbe mai potuto avere la meglio su di lui? Ella non si perse d’animo, anche se era pura lega metallica era sicura che quei maledetti sensori gli avrebbero fatto provare esattamente le stesse emozioni e sensazioni di qualsiasi altro essere vivente sulla faccia della terra. E poi lei aveva il suo pene tra le spire e quello non mentiva: era eretto e duro come acciaio. Avrebbe ceduto ne era sicura. Senza perdersi ancora, ella prese a massaggiarlo sempre più insistentemente e sempre più velocemente, alternando i movimenti ora a spirale, ora dal basso verso l’alto e viceversa. Non si sarebbe certamente fermata li… no, avrebbe fatto di più, voleva gustarlo in bocca, leccarlo, percepirne il sapore anche se era bloccata e lui lontano. Un piccolo fiore di loto spuntò sulla sommità della frusta. Era un fiore del tutto peculiare, aveva all’interno come una bocca ed una lingua, più che un fiore di loto era un piccolo fiore carnivoro. La frusta si sarebbe piegata e il fiore si sarebbe posato sulla punta del suo pene iniziando ad ingoiarlo pian piano. Sarebbe stato come se la bocca vermiglia di Elettra si fosse posata sopra di lui iniziando a succhiarlo vistosamente. Ora era il suo turno di gemere.
    Ordinami di togliere la corazza…
    Quanto voleva giocare la ragazza? Questo era l’inizio e lui sarebbe morto desiderandola. Ella prese a sfiorarsi il corpo con le dita in modo sensuale guardandolo negli occhi: la mano sinistra lungo le cosce e la destra lungo il fianco fino a lambire il seno ingabbiato.
    Ordinami di toglierla.






    Edited by GiocoDiOmbre - 15/4/2014, 10:16
     
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    Dimitri si era fiondato a testa bassa in un gioco pericoloso e totalmente gestito da regole non sue. Un gioco nel quale probabilmente tutto era concesso e per tutto, intendeva tutto ciò che era anche solo lontanamente legale. E per una città come kurayami il legale era una definizione troppo stretta per comprendere l'immonda vastità delle azioni fattibili. Era troppo articolato da spiegare, termini colorati e fantascientifici appartenenti alla politica e alla biodiversità delle varie razze presenti ma l'esempio più calzante che potesse essere era proprio li. Dentro quell'auto. Dove potevate mai vedere una scena di sesso a bordo di un'auto di lusso dove Lei usando i suoi poteri voleva "limitarsi" il piacere ma al tempo stesso avvolgeva il suo compagno con le stesse cure di una mantide religiosa.. Col rischio di tramutare un rapporto torbido e spinto in un omicidio in diretta quasi mondiale? Come se tutto ciò non bastasse i direttori di gioco si erano dilettati ad aumentare gli spettatori. Coinvolgendo anche i passanti che sempre più numerosi si erano accalcati attorno all'auto.
    Ma per Dimitri stesso questo era l'ultimo dei suoi problemi.
    Avvolto dalla vita in giù dalle spire "morbide" della donna - la quale riservava per la seconda volta un asso nella manica - tenendolo bloccato sul suo sedile. Lo stesso valeva per lei, ma lei stava continuando a godere intensamente, merito suo. Tramite pochi comandi mentali il sedile faceva il suo piacevole dovere di stimolare incessantemente la donna massaggiandole, premendole e percuotendole con delle sfere di solido metallo scaldato alla temperatura giusta i suoi più reconditi nervi e zone erogene. Con tutto che ella aveva attivato il suo potere non riusci a resistere, alla lunga.
    Li, lui, pensava d'aver assestato un colpo profondo in lei. Letteralmente profondo. Ma la donna aveva un'altra freccia al suo arco. Le spire. Facente parte di lei le usava come se fossero degli arti ausiliari e dopo averlo bloccato li prendeva a dilettarsi a stuzzicarlo in un lento frottage fatto solo con delle appendici dal colore e dalla consistenza piacevoli.
    Perdendo man mano il controllo la donna si fece più audace, avvolgendo anche sotto il suo vestito il corpo dell'uomo arrivando ad accarezzarne il sesso. Il quale inevitabilmente era eccitato. Inevitabile si, perché l'attuale centro dello share era lei. Quel "tenero bocconcino" che con tutto il potere attivato generava una carica erotica sufficiente a far eccitare tutta la città. Continuava a provare orgasmi quasi uno dietro l'altro mentre lui la teneva a bada imitando un rude amplesso fra le sue cosce con solo due sfere ed il sostegno idraulico rinforzato. Ma ella voleva di più.
    Le spire aprendo la lampo fecero uscire il membro turgido ed eccitato, iniziando a massaggiarlo. Fin li il piacere era palpabile ma le cose mutarono drasticamente in peggio per l'uomo.

    Nuooooo

    Cosa era successo? Stava per sferrare la vendetta perché egli le aveva fatto perdere il suo obbiettivo? Un fiore comparve in mezzo alle gambe di Dimitri. Ed il suo viso mutò da interessato / semi eccitato a terrorizzato.
    Una espressione più simile ad un colpo di paura che a del puro terrore. Un fiore. Un fiore di loto. Egli odiava i fiori, ma era un odio colmo di repulsione quasi infantile.
    Cosa voleva fare? Come voleva farlo? Mille e più domande imperversarono nella stessa dell'uomo mentre con la coda dell'occhio il suo sguardo volse alla donna, al fiore e poi di nuovo a lei. Guizzò verso il fiore e per una lunghissima frazione di secondo il lanciante pensiero che tutto stava per volgere al peggio travolse Dimitri.
    Una ondata di piacere sotto forma di segnali invase la mente dell'uomo a sorpresa. Talmente di sorpresa che egli puntò gli occhi sul tettuccio dell'auto. Fu completamente travolto dal piacere, spezzando in due la mente dell'uomo lasciandolo perfino indurre in un gemito di piacere incontrollato tanto fu la sorpresa.
    Ma poi arrivò il colpo definitivo inferto da quella suadente quanto letale donna. Un ordine. Doveva chiederle di disattivare i suoi poteri, li, mentre ella si divertiva a vederlo piegato e bloccato sul sedile.
    La risposta di Dimitri fu ovvia quanto Apparentemente scontata.

    Svestiti del tuo potere.

    Senza alcun giro di parole, Dimitri scrutò dritto in quei occhi colmi di potere e rispose senza indugio alcuno proprio mentre ella lo teneva in pugno. Dimitri era fatto cosi, dopo la resa la guerra sarebbe stata totale. Infatti fu lui a porre immediatamente dopo il secondo punto della faccenda.

    Ed dopo ti ordino di liberarmi e d'andare sul sedili di dietro.

    Lo sguardo di Dimitri lasciava intendere la sensuale guerra che di li a poco sarebbe sopravvenuta..


     
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    Paura... la sentiva nell'aria, il suo odore acre e disdicevole era inconfondibile. Lui era passato dal piacere alla paura e nuovamente al piacere più intenso senza proferire quasi nessuna parola. Elettra che non aveva distolto lo sguardo neanche un secondo si era accorta immediatamente del cambio di umore poiché i suoi magnifici occhi nocciola si erano velati di preoccupante attesa. Meravigliosa è quella cosa che si chiama paura, poiché è l’anticamera del piacere più intenso e coinvolgente che ci sia. Infatti, Dimitri non poté fare a meno di emettere sempre e più profondi sussurri che sfociarono in un piccolo grido di piacere. Elettra era compiaciuta e allo stesso tempo ancora più eccitata. Percepire con le spire i fremiti del suo corpo e udire la sua voce affannata e impastata di lussuria, condita con un pizzico di folle repulsione era come balsamo sul suo cuore assetato di piacete. Sarebbe stato suo ne era certa, come era certa che in quel momento lui stesse provando un'estasi molto simile all'orgasmo: i suoi movimenti sensuali con gli occhi rivolti al cielo e la smorfia di puro godimento dipinta sulla labbra erano chiari. Ma il momento di abbandono durò poco poiché raccogliendo il suo invito lui le ordinò di disattivare il suo potere e, inoltre, di andare sul sedile dietro. Cosa aveva in mente? Questa sua strenua resistenza non faceva altro che aumentarle il desiderio di farlo capitolare, il desiderio di farlo sbavare di lussuria. L’uomo voleva riprendere il dominio del gioco, voleva essere lui padrone del piacere, sarebbe stato accontentato. Elettra naturalmente avrebbe fatto ciò che le ordinava perché quella guerra sottile di puro potere le piaceva moltissimo ma… ma prima di assecondarlo avrebbe inferto un piccolo colpo alla sua libidine. Ora che egli l’aveva liberata dal giogo di quel sedile massaggiate ella era tornata libera di muoversi. Elettra si scostò dal suo posto piano, sensualmente senza disattivare il suo potere. Con la mano sinistra posata sullo schienale del sedile si issò quel tanto da arrivare a lambire il petto di lui sempre più immobilizzato dai rovi setosi. Ella si avvicinò facendo aderire il seno contro di lui e sfiorando le sue labbra con quelle del giovane. Dimitri avrebbe potuto notare come gli occhi di Elettra fossero sempre più languidi e desiderosi.
    Cyborg... vogliamo vedere se sotto questo petto così duro c’è un cuore che batte e palpita? Che desidera e brama? Sono curiosa di scoprirlo…
    Ella avrebbe dischiuso le labbra e avrebbe iniziato a leccare Dimitri, partendo dal basso, il labbro inferiore e quello superiore, e senza fermarsi avrebbe fatto percorrere alla lingua bagnata e calda un percorso semi circolare dalla guancia all’occhio fino ad arrivare a lambire l’orecchio e il collo di lui. Avrebbe leccato con la punta lasciando una scia di saliva sempre più accentuata. Lo voleva ma si stava trattenendo. Mentre erano così vicini ella avrebbe posato la mano destra sul petto di lui e strappata leggermente la camicia avrebbe posato il palmo sulla carne esattamente in corrispondenza del cuore mentre gli sussurrava le parole a fior di labbra. Non solo, ella avrebbe attivato in minima parte il suo potere sulla mano che era posata su di lui. L’effetto corrosivo avrebbe iniziato a far ustionare leggermente la pelle, nulla di eccessivo o particolarmente doloroso, ma che avrebbe lasciato un segno indelebile di lei. I cinque polpastrelli sarebbero quasi penetrati nella carne lasciandovi il segno del suo passaggio. Li la pelle sarebbe rimasta segnata per sempre.
    Ora ogni volta che ti guarderai allo specchio non potrai non pensare a me, e al tuo nuovo cuore.
    Per lenire il lieve dolore ella sarebbe scivolata verso il ventre andando a posare le labbra contro il membro ora liberato, e avrebbe avvolto la punta con la bocca succhiando con forza il glande per alcuni attimi, poi si risarebbe scostata definitivamente lasciandolo completamente libero. Era venuto il momento di fare quello che le aveva chiesto. Ella aprì la portiera e uscì dall’auto guardando la folla tutt’intorno con occhi sferzanti e pieni di compiaciuta derisione. Se avessero tentato di disturbarli sarebbero morti, ma questi per ora si erano limitati solo a guardarli quasi in religioso silenzio. Elettra salì sul sedile dietro e appena chiusa la portiera lo guardò dritto negli occhi passandosi la lingua sulle labbra. Come aveva attivato il suo potere così ora lo stava disattivando. I suoi capelli tornarono ad essere neri e setosi così come la pelle. Da tempo ella aveva imparato a non distruggere i suoi vestiti, li assorbiva nella corazza e poi una volta disattivato il suo potere questi tornavano intatti al loro posto ricoprendo nuovamente le sue forme. Ed infatti, la ragazza si ritrovò esattamente vestita come era prima, nessuna differenza, solo la maglietta bianchissima e trasparente era leggermente più abbottonata, costringendo i seni e i capezzoli turgidi e gonfi a premere un po’ troppo contro la stoffa. Per resto lui avrebbe potuto notare come il suo abbigliamento fosse intatto e perfetto. Il gioco di seduzione e di dominio era solo iniziato. Sorridendogli sensualmente aprì leggermente le gambe come ad incitarlo a guardarla tra le cosce. La gonna non era particolarmente corta, ma lo spacco le permetteva di lasciare intravedere abbastanza, se solo avesse guardato con attenzione forse avrebbe potuto notare il pizzo nero che le ricopriva l’intimità.








    Edited by GiocoDiOmbre - 5/5/2014, 18:30
     
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    Esiste una locazione su questo mondo che viene definita come "la porta degli inferi". Non è altro che un enorme vulcano pianeggiate cui ingresso versa sempre in un continuo riversamento interno di lava e magma incandescente. Un luogo pericoloso quanto stupendo, perché la sua ciclicità lo rende quasi ipnotico da vedere. Può tanta bellezza essere letale anche solo respirandola a pieni polmoni? Si. Cosi con quello stessa miscelanza fra sensualità e letale ipnosi quella donna teneva Dimitri come se fosse un verme su un amo. Vittima sacrificale ideologica di uno show fatto solo per fare scalpore. L'uomo sapeva bene che non c'era cosa peggiore di sopravvivere alla sfrontatezza del coraggio dopo esser stati messi all'angolo e quella donna c'era riuscita semplicemente bloccandolo. Era come fare scacco in poche mosse, una vittoria facile. Ma la battaglia era ancora aperta per lui, c'era il secondo round. L'aveva liberata contando solo sulla supposizione che l'avesse stordita abbastanza, errore che pagò subito dopo quando ella poggiando gran parte delle sue grazie sul braccio e sul petto proferì sensuali quanto pericolose parole all'orecchio dell'uomo.
    I ricettori erano attivi. A pieno spettro perché dopo quella alchimia di sensazioni elettro stimolanti nel suo sintetico cervello il sistema che gestiva i nervi periferici e centrali del suo cyberbrain si era acceso come un albero di natale. Impossibile da disabilitare li in poche mosse. In un primo momento il guadagno fu divino. La lingua della donna si muoveva suadente lungo tutta la pelle sintetica andando a sfiorare i sensori del collo, del labbro e di riflesso della spalla. Ed in fine quelli dell'orecchio. Un individuo nella media a questo punto sarebbe esploso di piacere perché ella sapeva giostrare la pressione e le zone da "interessare". Ed era solo l'inizio... Visto che era il suo turno di vendicarsi.
    Strappando la camicia in finto tessuto costoso ella si dilettò a lasciare la sua firma sul petto di Dimitri. Sul suo hud visivo apparve una piccola finestra bassa e larga la quale mostrò una infinità di stringe di codice appartenenti a tutti quei sensori "morti" in onore dell'aver ricevuto una notevole quantità di calore in pochi instanti. Ed egli capì che da quel momento in poi la guerra, la vera guerra, era aperta.
    La donna scese dall'auto, fece solo due passi a terra e risalì dietro. In quell'angusto spazio che erano i due sedili posteriori.. E le sue grazie tornarono alle sembianze umane. Vestita di tutto punto Dimitri la osservò per un lungo interminabile momento dallo specchietto retrovisore posto sulla plancia dell'auto, non sul montante superiore.
    Novanta secondi. Che sembrarono una eternità. Gli artificiali iridi marroni dell'uomo la scrutarono meglio di quanto fece la prima volta e seguendo l'andamento del suo corpo partirono dal volto scendendo man mano lungo il florido seno tenuto a stento da una camicetta di una taglia più piccola. Scivolarono giù lungo le pieghe del vestito bianco che si intonava stupendamente con il contrasto della gonna che mediamente corta lasciava intravedere la sua femminilità letale e sensuale allo stesso tempo. L'angolo era tale che l'occhio ebbe un guizzo e l'iride adattivo dell'uomo osservava ogni dettaglio dell'interno coscia della donna seduta dietro di lui. Dalla perfetta rotondità del ginocchio "giù" lungo la pelle morbida delle gambe fino all'angolo di unione fra il pube e la gamba stessa. Quel sottile lembo di pelle sensibile e non coperto dal triangolo di pizzo semi trasparente.
    Dimitri "ripose" la sua arma carica ed uscì dall'abitacolo. Il petto con quella bruciatura indicava agli altri il fatto di "guardare ma non toccare". E che lui era stata data la grazia.. Non richiuse nemmeno la portiera, aprì la mezza porta che permetteva di sedersi dietro e infilandosi li lasciò che questa si richiudesse dietro di se.

    Dopo aver assaggiato una misera frazione del suo potere la paura si fa da parte. La rabbia monta e la mente diviene più lucida se si è temprati a reggere l'assurdo e l'invero simile. Dimitri fece la sua mossa ed il resto poteva morire li dov'era. A lui avrebbe importato poco o nulla.
    Prese la donna di peso, con forza e con vile dichiarazione d'apertura delle ostilità. Aprì nuovamente la lampo dei suoi pantaloni e ponendosi al centro fra i due sedili pose la donna su di se. Egli alle sue spalle ed ella rivolta verso i sedili anteriori. Lo spazio era giusto quello necessariio.. Egli le alzò la gonna e le tolse l'esiguo capo d'intimo strappandolo ai lati. Le aprì le gambe e con una accurata mossa del ventre il turgido e solido membro dell'uomo scivolò dentro il suo caldo sesso. Affondando in unico movimento. Quasi come se fosse tutto misurato al centimetro, egli sentì chiaramente arrivare fin da subito fino in fondo a lei e non perse tempo per divaricarle le gambe portandola gonna completamente indietro. Scoprendo tutta la sua sensuale e poco nascosta bellezza.
    Non un attimo di pausa. Senza indugio alcuno egli cominciò a possederla.
    Dentro di lei. Dentro il suo sesso. Rude e mirato utilizzava solo ed esclusivamente le gambe per far scorrere dentro di lei il suo fallo artificiale e per questo più "duro" al tatto rispetto la norma. L'usare solo le gambe era intenzionale per due motivi. Poteva limitarle il piacere in modo controllato e gli permetteva d'usare le mani. Di fatto sfruttò subito quest'ultimo vantaggio. Prese a sbottonarle la camicetta fino a lasciare due soli bottoni in basso per tenere ancora il suo prosperoso seno imprigionato.
    Non si fermò solo a questo, prese a massaggiarla. Brevi tocchi su tutta la parte superiore del corpo al fine di farla sensibilizzare a dovere e poter proseguire in modo sempre più audace, sempre più rude e bastardo. Doveva assaporare in modo accentuato ciò che ella aveva fatto in minima parte su di lui.

    I giochi avevano inizio.





    Edited by Volkof - 7/5/2014, 00:13
     
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    Era convinta di avere incontrato uno dei tanti, uno dei soliti essere inferiori che dopo aver assaggiato la sua vera natura si ritiravano mostrando a pieno la loro paura e disgusto questo valeva pure per il suo amico più fidato. Ed invece si sbagliava, Elettra si ritrovò a sussultare di sorpresa e di elettrizzante attesa. Gli occhi dell’uomo sempre più profondi e penetranti riflessi nello specchietto retrovisore la scrutarono intensamente, mentre lei si concedeva con disinvoltura alla sua vista. Dentro, l’iride era così caldo che pur attraverso il piccolo vetro a lei sembrava che le bruciasse l’anima. Era la rabbia e il desiderio di dimostrarle quanto era superiore anche alla morte. Novanta maledetti secondi o poco meno in cui egli la penetro con lo sguardo, l’accarezzo in ogni parte non lasciando una singola cellula inesplorata. La prese percorrendo avidamente la sua pelle candida e allo stesso tempo arrossata. Una scia di fuoco dal volto giù verso il ventre sempre più dentro, sempre più denso: il collo flessuoso si piegò leggermente in dietro sotto quegli occhi devastante, i capezzoli le facevano male tanto erano protesi e l’areole gonfie e ruvide si imperlarono di sudore come del resto tutta la pelle, giù lungo il solco che divideva i seni e tutt’intorno al piccolo ombelico. Lancinante quel colore nocciola che la spogliava e che le avvolgeva avidamente la linea tra le cosce e il pube fino a lambirle l’intimità. Una lama sottile di dolore dal ginocchio verso il nero dei riccioli umidi e incollati alla pelle del ventre. Un momento, un breve attimo escluso agli occhi di tutti, tranne ai loro. Lei gli aveva lasciato un vero tatuaggio, lui, invece, le stava marchiando la pelle pur non toccandola. Elettra arse viva in quel momento di fremente attesa. Tra le gambe aperte l’odore sempre più pungente del sesso mischiato a quello di un corpo eccitato si sparse per l’abitacolo. Pura tortura. Lui scese deciso e risoluto, pochi passi densi e carichi di lussuria, poi entrò dietro con lei lasciando che la portiera si richiudesse alle sue spalle. Non le diede nemmeno il tempo di reagire o di parlare. Con la mano destra le afferrò il braccio tirandolo con forza mentre la mano sinistra calava inesorabile sul cavallo sbottonando la lampo dei pantaloni. Attimi in cui Elettra rimase senza fiato guardando prima il suo volto, poi il sesso ancora coperto e poi nuovamente il volto risoluto e tagliente. Era cambiato. Ora lui era il padrone, e quei gesti stavano a significare che l’avrebbe presa all’occorrenza anche contro la sua volontà. Si avvicinò ancora di più ponendosi al centro dei sedili. Un solo movimento, brusco e di pura forza, la prese e, sollevata di poco, l‘adagiò sulle sue gambe, lei rivolta verso il cruscotto, lui dietro: petto contro schiena. Non era preparata a quello. No, mentre tentava di sedurlo aveva in mente di dominarlo lei, non di essere dominata senza poter reagire. L’ambiente era piccolo e stretto anche se sufficiente. Le sue mani si posarono lungo le gambe di Elettra scostandole la gonna, scivolarono lungo il nero delle calze fino a scoprirle completamente il pizzo delle mutandine. Con le dita afferrò un lembo della lingerie strappandola a forza, con rabbia. Una scia di dolore questa volta reale sulla pelle delicata dell’interno coscia. Ella sentì le gambe dell’uomo che si insinuavano tra le sue divaricandole con un colpo secco di bacino che la fece sussultare e sfiorare il capo sul tettino dell’auto. Ogni movimento era pura estasi. Era completamente aperta in quella posizione che non concedeva nulla all’immaginazione: un piccolo triangolo rovesciato di peli pubici ricci e neri sulla sommità del monte di venere, e poco sotto una spaccatura verticale di un rosso cupo racchiusa dalle labbra vaginali gonfie e lucide a causa digli umori che colavano. Tutti potevano vederla sia dai finestrini che attraverso la piccola telecamera puntata su di lei. Tutti, compreso i due protagonisti che si riflettevano sullo specchietto del cruscotto. Benché fosse estremamente bagnata e talmente eccitata ella sentì perfettamente il pene entrarle dentro. Lo sentì e lo vide attraverso lo specchio. Un colpo secco, senza delicatezza in cui la punta penetrò e arrivò con forza contro l’utero divaricandole la carne tremula.
    Ahhhhhhh.
    Un suono le uscì dalle labbra umide, un lamento. Poi solo lievi sussurri affannati ad ogni spinta di bacino e di gambe. Il pene grosso e duro come mai l’aveva sognato la stava possedendo senza remore, senza esitazione, senza nessun ripensamento. Bollente ma allo stesso tempo ghiacciato. La grandi e piccole labbra posate sulla carne sintetica scivolavano su tutta la lunghezza solcandolo, bagnandolo e avvolgendolo completamente. Entrava ed usciva in una danza ipnotica e lasciva: fuori con la punta lucida contro il sesso nuovamente pronto ad aprirla con un colpo deciso del ventre, dentro fino in fondo risucchiato da quella voragine di passione. Più entrava e più l’intimità della ragazza si apriva lasciando intravedere sia nuove sfumature colorate della pelle, che un liquido denso e semi trasparente. I loro occhi si sarebbero certamente incontrati, forse cercati attraverso il riflesso. La mano di lui prese a sbottonarle la camicia senza tuttavia lasciarla completamente aperta sul davanti, la sfiorava in punti sempre più delicati: veloce e sapiente. Per un attimo ella ebbe la sensazione che le sue dita le afferrassero la gola con decisione stringendo. Un attimo ma che sarebbe potuto essere anche un’eternità. Elettra si adagiò contro di lui reclinando la testa sulla sua spalla destra. Lo sentiva respirare leggermente affannato. Lo vedeva di profilo: nessuna smorfia neanche di godimento. Si girò leggermente verso sinistra e gli sfiorò il lobo dell’orecchio con la lingua racchiudendolo tra i denti bianchi mentre la mano sinistra si posava sulla sua nuca nel tentativo di avvicinare il volto a quello di lei. Il suo corpo era un unico fremito di infinita di passione, mentre quello del cyborg? Ella avrebbe combattuto fino alla fine. Non avrebbe perso questa guerra sottile e sensuale. Doveva essere suo anima e corpo sintetico. La mano destra scivolò tra le gambe fino a toccarsi il sesso aperto e bagnato, avrebbe imbevuto le dita in quegli umori caldi e così deliziosi e poi avrebbe portato la mano verso la bocca di lui avvicinando contemporaneamente anche la sua lingua. Avrebbe insinuato le dita dentro le sue labbra, gli avrebbe fatto gustare la sua essenza, quella di vera donna. Avrebbe inoltre spalmato qual liquido su tutto il suo volto per poi leccarlo avidamente.










    Edited by GiocoDiOmbre - 8/5/2014, 10:20
     
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    La guerra aveva inizio. e lo share aumentare a dismisura. Dimitri ne era più che certo, quando la preda diventa il cacciatore la gente tende sempre ad appassionarsi, soprattutto se di mezzo c'e una scena di sesso sfrenato in un'auto avvolta da spettatori sul posto. Cosa volevano di più? Magari potevano comunicarlo alle auricolari nelle loro orecchie ma nulla di tutto ciò avvenne. I casi erano due, o andavano maledettamente male o andavano maledettamente bene da non esser disturbati. Ma per Dimitri ciò era irrilevante ora. Doveva fare la sua fetta di lavoro, la sua chance di vincere era li, la stava possedendo e lei godeva. Perché era lei il centro dello show ora e non poteva non portarla al culmine come da programma imponeva.. Doveva fare di più, Molto di più.
    Avere giocato la carta dell'attacco fornì un valido vantaggio su di lei e Dimitri non perse tempo lo sfruttò subito penetrandola e possedendola subito cosi da portarla all'apice del suo piacere in poco tempo. Poco ma non per questo assente da divertimento ed effimero nella sostanza.. No di certo, doveva trasmettere tutto tramite lei e qui stava la parte ardua.
    Il primo passo, la "scena" era già stata applicata. Dietro nello stretto spazio dei sedili poggiati praticamente sul motore ancora acceso della mclaren Dimitri la donna e lui erano stretti in una posa al quanto oscena. Egli dietro di lei con il viso sulla sua nuca e lei a gambe aperte poggiate in parte sul sedili frontali in parte accanto alle spalliere di questi. Il suo fiore era in totale bella mostra agli spettatori e alle telecamere interne del mezzo e ciò forniva una inquadratura alla "Big brother" del romanzo. Dove tutto era nascosto ed era visibile solo ciò che più interessava. Alla visuale dell'obbiettivo si vedeva solo il sesso di Dimitri che affondava su e giù dentro il caldo sesso della donna e le sue mani che palpavano ed accarezzavano il suo corpo ancora avvolto in parte dai vestiti. Solo ciò di cui aveva bisogno. La gonna nera che faceva risaltare le sue femminili curve e la camicetta quasi totalmente aperta ma che copriva a stento i capezzoli. Lasciando intravede però le aureole e la profondità del suo prosperoso seno.
    Solo ciò che voleva il pubblico. Niente di più, niente di meno.
    Dimitri nel mentre applicava tutta la sua conoscenza in fatto di piacere, sperando anche che l'anatomia della donna fosse simile a quella umana quando non aveva il potere attivo. Era pur sempre una incognita ma li per li sembra tutto funzionare a dovere. Il suo trattamento andava più che bene.
    Il membro affondava rude dando colpetti in profondità sulla bocca dell'utero e premendo sui nervi li solleticava durante il ritorno indietro per la controspinta di pressione. Intanto l'anello centrale del suo membro si allagava e stringeva massaggiandole tutti i nervi del suo fiore prima d'uscire da esso. Tutta tecnologia a servizio del piacere, ma usata con perizia.
    La conoscenza di Dimitri stava nella cura dei dettagli. Come lo stringere e rilasciare velocemente i capezzoli stringendoli solo fra i polpastrelli per non esercitare troppa pressione ai nervi ricettivi.

    La donna non fu da meno, colma di piacere lasciò adagiare il capo sulla sua spalla cercando di dargli piacere con piccoli gesti ma mirati.
    Quando ebbe raccolto parte del suo nettare dal suo fiore Dimitri fece scendere lentamente una mano verso il suo sesso. Giusto due dita scorsero la strada verso esso fino ad arrivare al pube e poi li alle grandi labbra. Le aprì in modo gentile e altrettanto gentile tastò la presenza del clitoride eretto. Fu li la sua cura nei dettagli, con solo l'indice ed un movimento rotatorio egli prese ad accarezzare il suo punto più sensibile. Un movimento preciso anche nella pressione su di esso. Il tutto per farla godere al massimo. Più e più volte. In virtù del fatto che anche ella voleva vincere e se egli non avesse dato il massimo in quel momento avrebbe volentieri accettato la morte.
    Fu li che egli volle giocare fin da subito un'altra sua carta tecnologica. Con vibrazioni precise la punta del suo membro prese a vibrare con vibrazioni infinitesimali ma sufficienti a farla sussultare una, due, tre e più volte ancora ed ancora.
    Non avrebbero perso. Non in quel momento almeno.
    In ogni caso in quel momento era alla sua merce sebbene sarebbe bastato un solo cenno di sazietà della donna egli avrebbe mollato subito la presa, ma fino a quel momento era in suo più completo possesso e ciò permetteva anche ed egli di dare spettacolo nello spettacolo.
    Fra la mano che le massaggiava il suo sesso, il membro che le affondava e massaggiava in modo diverso il suo fiore interno e le cure della donna su di lui il pubblico era garantito..






    Edited by Volkof - 12/5/2014, 15:30
     
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