Un invito particolare

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  1. GiocoDiOmbre
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    CITAZIONE
    Nome partecipanti: Virgil Spada contro Elettra Leven
    Livello partecipanti: Livello 3 contro livello 1
    Energia partecipanti: Legend contro Shihan
    Numero di partecipanti: Partecipanti 2, nessuna intromissione, combattimento di puro allenamento.
    Livello del Potere: 3 contro 1
    Abilità Fisiche G1:Gigas 4, Mach 4: Shell 3: Jumper 3: Sense 3: Strike 3: Vision 3: Energy 4: Charge 3:
    Abilità Fisiche G2: Gigas 2; Mach 2; Shell 2; Jumper 1; Sense1; Strike 1; Vision 1; Energy 2; Charge 1;

    Tecniche Personali G1: Level One: Fury of hell; First Shoot; Windmill;

    Tecniche Personali G2: Andante con brio

    Tecniche Loto G1: Ninjutsu #3;Ninjutsu #16; Ninjutsu #21; Rinjutsu #3; Rinjutsu #6; Rinjutsu # 11; Rinjutsu #18; Rinjutsu #20Rinjutsu #22; Juinjutsu #1; Juinjutsu #5; Juinjutsu #9;
    Tecniche Loto G2: Ninjutsu #2; Ninjutsu #3;
    Armi & Equipaggiamento G1: Tessaiga; Impalauomini; Pulse Rifle; Santa Destroy ; April's Fool Blade • Lanceblade Mod. Cresselia ; Epyon; Crescent Blade
    Armi & Equipaggiamento G2: Luogo: Rapsodia Celeste; Intervention; Wakizashi

    Elettra era seduta in una delle poltrone rosse nella seconda fila del magnifico nuovo teatro londinese. Una struttura imponente e meravigliosa che poteva accogliere moltissime persone. Quella sera il teatro era tutto pieno l’evento in calendario era molto interessante e ricercato. I biglietti esauriti da tempo erano stati il cruccio della ragazza per giorni interi poi un colpo di fortuna aveva fatto si che due rinunciassero all’evento, e lei aveva pagato il doppio del valore per accaparrarsi quei piccoli biglietti vergati a mano in oro. E si, quella sera non sarebbe stata sola. Aveva mandato il secondo biglietto in una busta anonima e senza dire da dove provenisse al sig. Virgil Spada. Perché vi starete domandando? La risposta semplice quanto mai complessa era questa: Leona Heidern. Si, dopo il colloquio… avuto con la donna pochi giorni prima, lei aveva insistito perché Elettra iniziasse una serie di addestramenti che l’avrebbero portata a migliorarsi, e Virgil Spada consisteva proprio in uno di questi. In verità alla ragazza risultava oscuro se Leona conoscesse o meno il sig. Spada ma tantè, la donna aveva usato parole così suadenti e convincenti che Elettra non aveva potuto fare a meno di comprare un biglietto per Londra al fine di andare a conoscere il giovane.
    Il sig. Spada lo devi assolutamente conoscere, è un pilastro nella sua città, per cui sbrigati e prendi il primo aereo disponibile.
    Mentre la donna le illustrava e le descriveva sommariamente il ragazzo, aveva preso una certa arietta pedante ed ammiccante che ancora ora ad Elettra risultava oscura. Non solo erano oscuri i suoi disegni ma la giovane ancora non aveva ben chiaro se questo sarebbe stato un incontro, per così dire, che avrebbe affinato le sue doti di combattimento o le sue doti di seduzione oppure entrambe. Leona sul punto era stata vaga come ogni donna che si rispetti. Di certo la persona che doveva conoscere era notevolmente superiore a qualsiasi altra conoscenza che fin’ora le ora capitato di avere. La sua proverbiale cultura ed educazione era certamente paragonabile alla sua e già Elettra si immaginava di trovare un perfetto interlocutore.
    Ed eccola li, avvolta in un meraviglioso abito lungo rosso bordò con ricami in argento e perle sul petto. Al collo aveva indossato una piccola collana di rubini, e i capelli per quell’occasione erano stati raccolti in un grazioso chiffon. Lo spettacolo che si accingeva a cominciare era molto raffinato e ricercato: quella sera i più bravi artisti del mondo avrebbero letto le opere di alcuni famosissimi filosofi. Il tema della sarata era infatti “La filosofia tra arte e scienza”. Il primo a salire sul palco sarebbe stato il più famoso attore drammatico del Regno di Nuova Britannia. Lui avrebbe letto di S.Agostino alcuni passi delle Confessioni.
    Le luci si sarebbero abbassate rapidamente mentre il palco veniva illuminato da una delicata luce gialla e l'attore avrebbe iniziato a scandire le prime parole. Peccato che il suo ospite ancora non fosse arrivato. Elettra era pensierosa, e se Spada avesse cestinato l’invito perché non sapeva chi era che glielo aveva spedito? Vi era da dire che anche se fosse giunto in quel momento, per lui sarebbe stato impossibile sapere se era stata lei o qualcun altro ad invitarlo. Magari avrebbe pensato che l’ignota persona lo controllava da uno dei palchi sopra le loro spalle, sicuramente non si sarebbe immaginato che proprio la ragazza seduta al suo fianco fosse la persona in questione.

    Libro settimo "L'incontro con il Neoplatonismo"
    Era già morta la mia giovinezza triste e dannata, e mi avviavo alla maturità: e più gli anni crescevano e più la mia vanità si faceva impudente. Tanto che non riuscivo a concepire una sostanza che non fosse visibile dagli occhi...


    Edited by Redcat888 - 14/10/2013, 14:31
     
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    DRIIIN.DRIINPorca miseria, ora che c'è?Chi è il folle che viene a svegliarmi alle....oddio, sono già le 15?Ah ok, niente arrabbiatura, è giusto in anticipo di 10 minuti sulla sveglia, andiamo a vedere.Il giorno prima Vergil era stato malamente svegliato da un postino che non aveva fatto nulla di male se non consegnarli una busta anonima con un biglietto per uno spettacolo di cui mezza Londra aveva parlato.Era qualcosa per nutrire anima e corpo, "la filosofia tra arte e scienza".C'è da dire che l'argomento interessava assai a Vergil, a cui piaceva nutrire spesso e volentieri sia l'anima che il corpo.Si chiedeva se si sarebbe parlato anche dei Sofisti, delle argomentanzioni sulla logica Hegeliana, sul mito del superuomo... e su tante altre cose.In un secondo momento però, notò che la busta era anonima.Nessun biglietto all'interno, nessun segno o indizio di chi potesse essere il mittente.Uhm, un bell'enigma devo dire.Vergil era abituato a situazioni particolarmente cruente e anche a trappole,non a caso era la guardia del corpo personale di uno dei Lord.Normalmente si sarebbe regolato diversamente, ma in questo caso l'occasione era troppo ghiotta, non poteva mancare.Il rischio c'è, ma penso che il gioco valga la candela.Erano mesi che aspettavo questo evento e poi, dovrei ringraziare il mio sconosciuto interlocutore per avermi procurato questo biglietto, pensavo fossero esauriti.Chissà quali sorprese potrà portare questo invito....Vergil non ci pensò più di tanto.Il giorno successivo si procurò uno smoking elegante, con papillon, e si presentò al teatro, come sempre in lieve ritardo.Lieve....dai insomma, era in ritardo.Una volta entrato, non si curò troppo di trovare il proprio posto, era più interessato all'atmosfera che si respirava là dentro.Riconobbe molte faccie dell'alta società, alcuni pezzi grossi con cui aveva avuto modo di parlare più di una volta.Se vado a tentativi, non lo troverò mai.Tanto vale che vada a sedermi.Mentre si accingeva a prendere posto, Vergil teneva le orecchie tese, o almeno ci provava.Era molto teso, quello non era l'ambiente in cui egli era abituato a stare, ma si stava sforzando di non fare una brutta figura.Mentre le luci calavano pian piano per lasciar posto al palco, e alla oratoria degli attori, Vergil finalmente trovò posto a sedere.Era il suo, ed accanto ad esso, mentre si sedeva cautamente e con signorilità, Vergil notò una bellissima donna con un lungo abito da sera, perfettamente consono all'occasione.Ma non appena le prime parole degli attori si dinstinsero nell'aria, ne fu immediatamente catturato, come ipnotizzato, e smise di fissare la donna, che tra l'altro doveva averlo sicuramente visto nell'atto.Ora, con un'aria un pò da pesce lesso, fissava il palco, e a bocca aperta ascoltava quello che doveva essere per lui uno dei più bei giorni della sua vita.Fantastico....
    Per la fretta forse ti sei scordato di mettere il mio gigas xD Ho messo a posto io, spero non ti dispiaccia.
     
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    Narrato
    Parlato Elettra
    Prima voce nella mente di Elettra



    Mentre l'attore pronunciava le prime parole un ragazzo in smoking si avvicinò ad Elettra e con grazia ed eleganza si sedette nel posto vuoto.
    Bingo... è Virgil Spada… Notevole.
    Leona aveva ragione il ragazzo era impressionante sia in eleganza che in bellezza. Alto all'incirca 1.80 snello e longilineo, spalle larghe e dei lineamenti del volto aristocratici e volitivi. La cosa che attirava subito l'attenzione era il colore dei capelli di un gradevole color argento che risaltavano anche allo scuro. Nell'ombra Elettra non era riuscita a capire di che colore avesse gli occhi, ma il taglio l'aveva visto: un taglio ovale e sensuale. Per una frazione di secondo ella aveva avuto l'impressione di essere osservata, ma quando girò la testa verso il suo nuovo vicino lui aveva già rivolto il viso verso il palco in un atteggiamento tra l'estasiato ed il rapito.
    Bingo... lo sapevo che l'argomento l'avrebbe attratto.
    Un sorriso compiaciuto si dipinse sulle sue labbra vermiglie. Era sicura che la serata sarebbe stata notevole. Tra la lettura di un’opera e l’altra ci sarebbe stato un breve intervallo, giusto il tempo di sgranchirsi le gambe e poi avrebbero ripreso la lettura questa volta con un opera particolare Marx “Il Capitale”, come potevano accostare S. Agostino a Marx era cosa che ai più sarebbe risultata difficile, ma in verità vi era un sottile ragionamento che Elettra condivideva ed approvava. Ancora lo ricordava quattro enormi tomi l’uno più difficile dell’altro… sperava solo che i passi scelti per la lettura non fossero troppo impegnativi. Una leggera scia di profumo la investì, proveniva da Virgil, una fragranza molto accattivante e sensuale. Elettra si scosto lievemente verso sinistra, di modo da mettere una certa distanza tra loro anche se le loro braccia posate entrambe sullo stesso bracciolo, quello di mezzo, si erano sfiorate ripetutamente nel corso delle prima lettura.
     
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    Vergil, con uno sguardo appassionato, quasi divorava le parole che uscivano dalla bocca dei narratori.Fu particolarmente attento alla lettura di Sant'Agostino, in quanto nonostante non conoscesse bene quel filosofo, il suo discorso era notevolmente interessante, così come la sua propria filosofia.Alla pausa, Vergil si stiracchiò un pochino, e subito dopo un sorriso comparve sul suo volto.Il Capitale.Mio dio, sembrava una serata pensata apposta per lui.Quante volte lo aveva letto?Quello scrittore così tormentato dal destino, ma così geniale, sepolto proprio a Londra.Ricordava bene il capitale, ove aveva imparato molto sull'economia, ma non solo.Un sorriso ampio e compiaciuto apparve sul suo volto.La legge della domanda e dell'offerta....Spesso durante l'oratoria, inconsciamente pronunciava parole che non sarebbero dovute uscire dalla sua testa, ma probabilmente non gli importava.Era molto interessato, e riconosceva l'arguzia di coloro che avevano deciso di collegare Sant'Agostino a Marx, anche se un'ulteriore lettura del Manifesto gli sarebbe piaciuto ancora maggiormente, mandandolo in estasi.Ma immaginava che non sarebbe stato possibile, visto il profondo impatto politico che avrebbero potuto avere quelle parole.Tuttavia, in quella occasione, la sua concentrazione venne meno, poco prima che gli attori potessero concludere la loro oratoria tanto importante.Aveva notato con la coda dell'occhio un movimento nelle sue vicinanze.Sebbene in un primo momento i suoi sensi si fossero tesi allo spasmo per cercare un nemico da abbattere, nel momento successivo si rese conto che tutto ciò era esagerato.La ragazza si era leggermente spostata verso sinistra, non c'era niente di male in questo, forse Vergil ne aveva passate troppe prima di quella serata.Poi di colpo sentì una fragranza dolce e vellutata passare per le sue vie respiratorie.Quel profumo, così dolce e intenso, lo stordì di colpo.Un flashback rapidissimo si propose nella sua mente.Vide cosa i suoi occhi non avevano potuto vedere, perchè troppo occupati a controllare gli attori.Vedeva la sua mano e quella della ragazza tentare di sfiorarsi, quasi senza riuscirci, cambiare posizione, per poi tornare l'una verso l'altra, quasi come pezzi metallici attratti tra di loro da una forza magnetica invisibile.La pelle gli si accapponò per un'istante, mentre guardava meglio quella ragazza, nutrendo i suoi occhi, mentre brividi si susseguivano sulla sua schiena.Chi era quella ragazza per portare il suo corpo sull'orlo del collasso?Lo stesso stato di ipnosi provocato prima dalla filosofia si ripetè nuovamente, ma su un bersaglio nettamente diverso.Allungò la mano, inconsciamente, mentre la stessa tremava, quasi terrorizzata.Ma non era paura quella che provava in quel momento.Tu....chi sei?
     
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    Elettra non si aspettava che lui si girasse così fulmineamente verso di lei e le chiedesse chi fosse con tono così tremante e all’apparenza disperato. Un momento prima era tutto preso a sussurrare pezzi da lui conosciuti ed un momento dopo…
    Chi sei tu… avrebbe voluto dirgli senza staccare gli occhi dai suoi che erano di un colore particolare ma che ora nella concitazione del momento non riusciva a ricordarne il nome. Un lieve rossore apparve sulle sue guance. Non era possibile, non era possibile, come faceva la sua mente a non ricordare un vocabolo? Come poteva essere? Ma più ci pensava e più non riusciva a dire il colore persa negli occhi di quell’uomo. Non proferì nessuna parola. Del resto non poteva, non ora che il suo cervello idiota si era fissato. La sua voce profonda e stranamente familiare l’avevano confusa. No, confusa non era il termine adatto a descrive l’intricato percorso dei pensieri e dei sentimenti della ragazza. E la sua mano, ella l’aveva intravista, che si avvicinava furtiva e tramante verso la sua posata sul quel bracciolo che li separava.

    Processo lavorativo e processo di valorizzazione
    Come il lavoro, anche la materia prima e il prodotto appaiono qui in una luce…

    La voce dell’attore era così distante e impercettibile. Ormai Elettra si era calata completamente dentro di lei e sarebbe stato difficilissimo ridestarla. Gli occhi fissi su lui, il volto lievemente girato verso Vergil trasmettevano sorpresa e paura allo stesso tempo. Una paura inconscia di non sapeva lei neanche cosa. Non era certo paura di morire li in quel contesto. Elettra non avrebbe certamente ritratto la mano, se lui avesse proseguito nel suo movimento si sarebbero presto trovati a toccarsi.
    Io ti conosco ma tu no…

    Edited by GiocoDiOmbre - 14/10/2013, 19:35
     
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    Entrambi sembravano come immersi in una bolla che era al di fuori del tempo e dello spazio.Sia Vergil che la ragazza erano come paralizzati, mentre i loro sguardi si incrociavano, il mondo sembrava essersi fermato di colpo.La mano di Vergil proseguiva incontrastata nella sua corsa, senza che Vergil tentasse di bloccarla.La mano di lui tocco con un tocco soffice e delicato quella di lei.Le mani erano ormai l'una praticamente appoggiata all'altra, i due avrebbero potuto sentire come le loro mani fremevano, come agitate da qualcosa che entrambi non riuscirono a spiegarsi.Poi, la voce vellutata della ragazza fece un'attimo rinsavire Vergil, come svegliandolo da un sogno bellissimo che nonostante tutto non era ancora terminato, ma che comunque era riuscito a far rinsavire Vergil quel tanto che bastava per costringerlo ad aprire bocca. Co...cosa?Tu mi conosci?Sul volto di Vergil apparve un sorriso instintivo, quasi infantile.Era contento che quella stupenda creatura lo conoscesse, ma ne era allo stesso tempo sorpreso.Nonostante non potesse fermare quel momento, e non volesse farlo, non poteva esimersi dal farle quella domanda.Eri tu l'autrice di quella busta, non è vero?Ancora una volta, fece un movimento destato dall'istinto e dai suoi sensi.Non era qualcosa di completamente razionale, qualcosa di ragionato.Ma lo fece ugualmente.Si avvicinò ancora di più a quella ragazza, i loro occhi, così come le loro rispettive parti del corpo si trovarono a pochissimi cm di distanza.Non sapeva perchè aveva agito in quel modo, lo aveva fatto e basta.Come sapevi che sarei venuto....e perchè volevi proprio me?Non erano frasi adatti alla situazione, ma non poteva farci niente.La curiosità era tanta, voleva comprendere se quella ragazza lo avesse invitato e i motivi per cui lo aveva fatto.Non riusciva a staccarsi dagli occhi di lei, avvicinandosi sempre maggiormente.Non v'erano parole, qualcosa di umanamente possibile per descrivere quel tipo di situazione.Portò istintivamente l'altra mano sul collo della ragazza, sfiorandolo.Era qualcosa di nuovo per entrambi, probabilmente nessuno dei due sapeva di preciso cosa fare.In quel momento, le labbra di Vergil si dischiusero leggermente, come per parlare, ma senza che fiato uscisse dalla sua bocca.Era come stregato da lei, avvicinava sempre di più le labbra alle sue, fino a fermarsi esattamente prima di toccarle.Dimmi il tuo nome.....Vergil non poteva farci niente, era paralizzato, sarebbe voluto andare oltre ma voleva un segno, una risposta da parte sua.
     
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    Narrato
    Parlato
    Prima voce nella mente di Elettra
    Seconda voce nella mente di Elettra




    No no cosa succedeva? Elettra era tutta presa a guardarlo negli occhi e già la sua mano si era posata sulla sua. Una mano calda e delicata. Un tocco così lieve che per un attimo la ragazza aveva pensato di essersi ingannata. Un fremito, un secondo in cui il cuore aveva perso il proprio proverbiale freddo distacco. Poi una nuova vampata di rossore l’aveva avvolta fin quasi alle orecchie. E l’altra mano a sfiorarle il collo.
    Mai risposta le stava costando così tanto come quella che di li a poco doveva dare. Perché? Il perché era oscuro e irrazionale. Come poteva proferire parole se lui si stava avvicinando sempre più? Come poteva mettere in fila tre concetti sensati in una situazione come quella? Eppure la sagacia e la sfrontatezza della ragazza erano risapute e ben rodate. Ma dove erano finite? E perché non riusciva a tirarle fuori?Forse perché le sue labbra erano ormai a pochi centimetri da quelle della ragazza. Elettra poteva percepire il suo respiro.

    Elettra… Le.. Leven
    Un filo di voce, impercettibile sussurro. Come spiegargli il perché l’aveva cercato? Oddio, il perché non era poi importante ora, ma pure doveva dirgli qualche cosa. Il suo viso così vicino gli ricordava stranamente qualcuno di familiare. Capelli d’argento.
    Non sei in te.
    No non lo sono. Ho paura di lui.
    Quando mai hai avuto paura di una persona?
    Mai, ma ora è diverso.
    In cosa?
    Lui è diverso.
    Istintivamente tentò di ritrarsi un poco da lui, ma la poltrona glielo impedì parzialmente. Lui era sempre così maledettamente vicino. Avrebbe voluto allungare la mano verso quei bellissimi capelli e toccarli per saggiarne la consistenza. La mano si sarebbe mossa, la mano libera in direzione della sua testa ma a metà si sarebbe fermata e per paura si sarebbe ritratta nuovamente.
     
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    La paura era un avversario formidabile da affrontare.Inevitabile come la notte che sussegue al giorno, rapida ad apparire, difficile da affrontare, quasi impossibile da battere.Vedendo la mano di Elettra allungarsi per poi ritrarsi ancora,Vergil notò la paura di lei.La vide sui suoi occhi, occhi bellissimi ma spaventati da qualcosa che Vergil stesso non riusciva a comprendere.Perchè aveva ritratto la mano?Molto piacere Elettra, il mio nome è Vergil Sparda...anche se ovviamente lo sapevi già.Posò le sue labbra sulla mano della ragazza, avvicinandola alle labbra per poterla baciare, per poi riportarsi nella posizione precedente, con il volto leggermente allontanato dal suo, ma non totalmente.Non voleva spaventarla, ma non voleva neanche perderla.Non avere paura di me.Non ne hai motivo.Quelle parole le aveva pronunciata con voce calda e suadente, proprio perchè non voleva spaventarla ulteriormente.Voleva che anche lei si perdesse in lui.Voleva che facesse quel gesto, che gli toccasse anche solo leggermente la sua chioma argentea.Anche solo per un'istante.La mano che stava sul collo si sarebbe spostata nuovamente, per prendere l'altra sua mano, e portarla verso il suo petto, in direzione del cuore.L'altra mano, fu spostata anch'essa, con semplicità e dolcezza, cercando di non forzarla, ma semplicemente per trasmettergli un messaggio.Avvicinò la mano al di lei petto, vicino al seno ma poco più sopra, ove suppergiù doveva trovarsi il suo cuore.Tutto questo teatrino era stato fatto appositamente da Vergil per dirle una frase per farla stare tranquilla, per farla sciogliere, per renderla più partecipe di quell'atto dolce.Non era un qualcosa di sessuale, o mero corteggiamento.Era un qualcosa di forte, invisibile ma eterno.Era come se le loro anime si fondessero in un secondo, in un dolce attimo, sperando che anche lei lo seguisse.La frase era....Possiamo anche essere diversi, un'uomo e una donna,due persone che hanno paura, due che si sono conosciuti in questo momento, persone con nulla in comune ma...ora puoi sentirlo.I nostri cuori battono all'unisono.Sarebbe riuscito Vergil con quella frase a vincere la paura di Elettra?
     
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    Elettra era rimasta immobile mentre Vergil posava le labbra sul dorso della sua mano. Gli occhi sbarrati, il volto pallido e le labbra rosse non si persero neanche un movimento di lui. L’alito caldo e la morbidezza delle labbra le procurarono un brivido lungo la schiena, un brivido impercettibile ma che avrebbe causato l’increspatura della sua candida pelle. Non avere paura di me. Non avere paura di me. Le sue parole dolci e delicate martellavano nella sua mente togliendole ogni volontà di reagire. Elettra socchiuse le labbra come a voler parlare ma nessun suono riusciva ad uscire. Nessuno. Le girava la testa e doveva scappare. Appena questo pensiero si era fatto strada in lei, la sua pelle aveva ripreso un poco di colore e di vivacità. Poi lui afferrò le sue mani tra le sue e… un tuffo, il cuore prese a battere velocemente. Era come se ella fosse stata proiettata lontano. Lontano ma insieme a lui, vicino a lui. Una mano fu posata sul suo petto, e l’altra con delicatezza sul suo all’altezza del cuore. Elettra poteva sentire il suo cuore velocissimo galoppare ma poteva percepire pure quello di lui al di sotto del vestito elegante. Due cuori lontani, diversi ma che ora avevano la stessa cadenza, due anime avvolte nella paura ma che ora erano unite inspiegabilmente. Il gesto era stato accompagnato da parole che ella non riuscì ad afferrare completamente tanto era l’affanno e la sensazione di dolore fisico che provava. Solo la fine: I nostri cuori battono all’unisono. E gli occhi di lui che la guardavano. Come la guardavano? Elettra non era in grado di capire e le parole sempre più lontane provenienti dal palco. Doveva scappare perché quella situazione l’avevano completamente disorientata e avevano mandato in frantumi la maschera così sapientemente costruita per anni e anni. Non sapeva perché o per come fosse accaduto, era scivolata senza preavviso. Avrebbe voluto allungare una mano e toccargli i capelli inanellarli nelle sue dita, avrebbe voluto sfiorargli le labbra ridisegnandole come per imprimere nella sua mente le sue forme, avrebbe voluto posare la sua mano sui suoi occhi così lucenti e.. ancora le sfuggiva il nome del colore, e chiuderli, le faceva male il modo in cui la guardava. Come poteva essere? Avrebbe voluto baciarlo. Senza preavviso ritrasse le sue mani e alzatasi di scatto sarebbe passata attraverso il piccolo spazio formatosi tra le sue gambe e lo schienale del sedile di fronte. Sarebbe scivolata via sul corridoio, il gesto le sarebbe costato enormemente poiché nel passare accanto a lui avrebbe sfiorato certamente le sue gambe. I loro corpi sarebbero stati ancora più vicini in un certo senso. Elettra aveva paura di barcollare. Senza girarsi si sarebbe diretta vero l’uscita. Vedeva la tenda rossa della porta, era lontana, il percorso illuminato solo da piccole luci laterali non la stavano aiutando. Ogni movimento era difficile la testa le girava e il petto le doleva.
    Uno due tre… uno due tre…
    Sottovoce contava i suoi passi, non poteva arrivare fino a dieci sarebbe crollata prima nel bel mezzo del teatro. Era meglio contare fino a tre e ricominciare come se quell’espediente le desse una piccola dose di forza e le facesse vedere l’uscita più abbordabile.
    Uno due tre… uno due tre…
    Con tutta se stessa si sarebbe aggrappata al tendaggio e scostatolo si sarebbe diretta verso il foyer aveva bisogno di aria e doveva sbrigarsi perché le sue gambe l’avrebbero sostenuta ancora per poco.
     
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    Vergil continuava a non capacitarsi della situazione.Aveva sentito il suo cuore.Quello non mentiva.Ma se era così, perchè Elettra tentava in tutti i modi di scappare?Scivolò via , passando in quello stretto spazio, toccando le gambe di Vergil, mentre lui la guardava mentre cercava di imboccare la porta.Oh no.Scappare è troppo semplice.No, non andrà così.Vergil la seguì quasi istantaneamente.Elettra era veloce, ma Vergil lo era ancora di più.La seguì passo passo, senza perderla di vista un'istante, come il cacciatore che segue la sua preda.La vide in preda all'ansia, molto affannata, quindi mentre la seguì tentò di alleggerire il proprio passo in modo che Elettra lo sentisse il meno possibile.Anche se fino a poco fa era nel medesimo stato di Elettra, ora era deciso a tutti i costi a non farla fuggire.Tuttavia voleva prenderla di sorpresa, man mano che lei rallentava, anche lui avrebbe accorciato lievemente il passo, in modo da trovarsi praticamente dietro di lei, senza che lei lo sapesse.La guardava di schiena, chiedendosi il perchè di tutto ciò.Che razza di fantasmi aveva nel suo passato quella ragazza?E che fossero i capelli argentei di Vergil la causa di tutto ciò?Appena fu abbastanza vicino, diciamo un paio di metri da lei, Vergil avrebbe accennato un scatto, per raggiungerla alla sua massima velocità, ma stavolta non aveva intenzione di colpire un nemico.La avrebbe abbracciata dolcemente.E da quell'abbraccio non si sarebbe potuta liberare con la forza.Vergil non aveva intenzione di lasciarla scappare ancora, ma se lei avesse forzato, allora Vergil stesso avrebbe fatto resistenza, i suoi gesti sarebbero stati calibrati a seconda della situazione.Ma non era finita qui, Vergil non si accontentava del silenzio, voleva risposte, e solo Elettra gliele poteva dare.Era già entrato in contatto con la sua anima, ma ora doveva scavare nella sua mente.Che razza di tormentoso passato può avere una come te?Non oso immaginarlo.Ma sappi....La parlantina di Vergil assunse forza in quel momento, come fosse un generale che parla al suo esercito prima di una battaglia che egli stesso sapeva già persa.Ma in quel caso non lo era affatto.Io sono qua.Non sono il tuo avversario.Sono qua per rincuorarti.Io sarò il tuo scudo, la tua fede, la tua lama.Sono qui per aiutarti.Permettimelo, te ne prego.Continuava ad essere gentile, ma non le dava tregua.Non perchè volesse continuare a farla soffrire, ma per l'obbiettivo esattamente opposto.Arrivò così alla domanda decisiva.Era pronto persino a farsi colpire, quasi a morte, pur di ottenere risposta.Perchè hai così paura dei miei capelli?Non sono il primo albino che vedi, forse?Cosa ti è successo, dolce Elettra?Apri il tuo cuore, so che puoi farlo.Non temere le parole o i ricordi, sono qui per darti forza, anche con la mia stessa vita.Anche se ci siamo appena conosciuti.Ma io lo devo fare.Sono pronto a morire per farti guarire, per farti superare la tua paura.Puoi uccidermi se vuoi, ma dammi la risposta che entrambi tanto bramiamo.Si, so che in fondo al tuo cuore ne hai bisogno.Sono il tuo confessore, il tuo protettore, colui che ti proteggerà.Avanti, parlami.La ragazza lo avrebbe fatto?
     
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    Uno due tre… uno due tre… ahh
    Due mani l’avevano afferrata da dietro proprio mentre era appena uscita dalla sala dove si svolgeva la rappresentazione al corridoio, stretto tra i panneggi del teatro e le scale che conducevano ai loggioni. Alla sua destra vi era l’ampio foyer ma era così lontano. Due braccia forti e decise l’avvolsero e la strinsero. Un sospiro doloroso usci dalle sue labbra socchiuse e tese nello sforzo di rimanere almeno un poco vigile. Elettra lo sapeva che era lui anche se non si era girata a guardare chi fosse. Il suo profumo inconfondibile valeva più di mille parole. Era Vergil, lui l’aveva afferrata da dietro e con decisione l’aveva stretta a se con così passione e forza che Elettra non avrebbe potuto sfuggire alla sua presa. La percepiva chiaramente tutta la sua forza, i muscoli delle braccia erano all’altezza del petto di Elettra e il suo volto proprio sopra di lei, se ella avesse girato la testa lievemente verso sinistra avrebbe potuto baciargli il mento e il collo. Non oppose resistenza e si adagiò sfinita tra le sue braccia poggiandosi sul suo corpo. Le gambe presero a tremare violentemente quando lui le parlò in tono deciso e… cosa stava dicendo? Cosa stava facendo? Perché le sue parole erano così dolci? Perché? Lo erano o era ad Elettra che apparivano tali. La ragazza era in preda alla confusione estrema.
    Taci ti prego, taci non dire altro. Tu non mi conosci e nemmeno io, se non superficialmente attraverso i normali canali. Ti supplico non dire altro o non sarò più in grado di camminare e allontanarmi da qui.
    Elettra chiuse gli occhi perchè la luce l’accecava, mentre con il braccio destro avrebbe indicato l’uscita.
    Quale risposta bramiamo entrambi? Non proseguire oltre in questo discorso non vedi che non riesco nemmeno a parlare? Perché mi torturi?
    Le parole erano uscite con velocità impressionante, lo sforzo e l’agitazione la facevano ansimare violentemente. Non poteva reggere ancora, non poteva. Le sue parole le avevano trafitto il cuore. Come era potuto accadere, quando Leona l’aveva descritto Elettra vi aveva prestato attenzione ma non ricordava di averle sentito dire di che colore avesse gli occhi. Fino a che lui non si era girato i capelli, argentei , non l’avevano sconvolta più di tanto ne aveva visti molti, ma quando aveva accostato gli occhi ai capelli la paura l’aveva assalita. Era così simile a lui. Non poteva nemmeno pensarci o le gambe si sarebbero piegate e si sarebbe dovuta inginocchiare a terra in un urlo di dolore.
    Ti prego ti prego lasciami andare.
    Ma le parole erano così fievoli che non era sicura che lui le potesse afferrare. Ormai le sarebbe stato impossibile camminare.
     
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    Vergil era quanto mai colpito dalla situazione.Era davvero interessato a scoprire di più.Non era solo per la personale affinità che sentiva di avere verso Elettra.Ma ora la voleva salvare, voleva capire cosa aveva scatenato in lei così tanta paura nei suoi confronti.Ma fino ad adesso non era servito, doveva spingerla ancora maggiormente sull'orlo, ancora più di quanto avesse già fatto.Ma come smuoverla ancora?Aveva usato le sue arti di oratoria, ma non sembrava funzionare nei confronti di Elettra.Ma forse.....Un'idea balenò nei confronti di Vergil.Aveva necessità di conoscerla meglio, ma non aveva tempo.C'era un modo per conoscerla meglio senza farla andare via.Ma non gli piaceva.Ricordò improvvisamente Raphael e Alexander.Suoi avversari, trovati una volta e mai più scordati.Avevano combattuto allo spasmo.Durante le battaglie, viene a galla la nostra natura, il nostro essere interiore, ciò che siamo incapaci di narrare a parole viene invece condiviso quando, in una battaglia, bisogna rischiare il tutto per tutto, e incosciamente si mostra davvero ciò che si è.Non conosci abbastanza bene una persona, finchè non ci combatti.Le parole non erano bastate, e Vergil decise di tentare quella strada.Era una strada irta di pericoli, conosceva molto bene sè stesso ed era ciò che lo spaventava maggiormente.Ma avrebbe rischiato molto di più, pur di aiutarla. E' la decisione più difficile che abbia mai preso.Ma spero ardentemente che funzioni.In un primo momento Elettra non avrebbe capito a cosa alludesse Vergil.Le diede un soffice e tenero bacio sulla guancia, per poi lasciarla andare e passarle davanti, facendo pochi passi.Facciamo un patto Elettra.Fu qui, che Vergil mise in atto il suo piano.Tolse dal fodero Tessaiga, mentre si girava di spalle rispetto ad Elettra.Attivò il suo potere, rivelando l'entità di quella lama.Elettra avrebbe visto la katana trasformarsi un'enorme sciabola,di circa 1,60 m.Immediatamente dopo, utilizzò la sua tecnica più potente verso l'uscita del foyer, che era l'unica via per uscire da quella zona ove ora si trovavano.La tecnica fu lanciata tramite un fendente, tramutatosi in un enorme shuriken che devastò l'intera uscita, facendoci crollare molte macerie sopra.La tecnica era stata lanciata appositamente per chiudere l'uscita, coprendola con sassi e detriti, in modo che Elettra non potesse fuggire in modo alcuno.Sarebbe stato abbastanza facile rumuoverli per lei, ma non con Vergil davanti.L'albino, dopo aver fatto quel caos, si girò nuovamente verso Elettra.Il patto è questo.Ti sfido.Se vinco io, cercherai con calma di raccontarmi la tua storia, e di provare a dirmi cosa ti spaventa in me.Si girò di profilo e poi mise qualche passo di distanza in modo da permetterle di parlare.Se vinci tu, potrai fare qualsiasi cosa vorrai.Potrai uccidermi, farmi a pezzi, oppure semplicemente andare via.Io non reagirò in nessun modo.Accetti?La sfida era stata lanciata, Elettra non poteva semplicemente rifiutarsi, o con tutta probabilità Vergil non l'avrebbe lasciata uscire, a costo di distruggere tutto il teatro.Ma in questa sfida, a Vergil non interessava la vittoria o la sconfitta.Voleva solo conoscerla meglio, voleva costringerla a reagire.La sfida era un buon modo per farlo, ma bisognava vedere come Elettra avesse preso la cosa.

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    Vergil

    Stato fisico: Illeso.
    Psiche:Concentrato, in attesa.
    Energia:130/150
    Tecniche usate:
    Windmill:Questa tecnica scarica una notevole quantità di vento, tramite ad un fendente, sottoforma di un grosso shuriken rotante le cui 4 lame di vento la portano ad avere un diametro complessivo di 2 metri , dotata di una forza di rotazione possente e molto rapida che la rende estremamente efficace nell' arte del taglio poichè si tratta di un attacco furioso che continua a sospingere e tagliare ciò che incontra dissolvendosi solo alla fine del suo percorso. Per ogni potenziamento precedentemente attivo sulla spada lo shuriken raddoppia il suo diametro.La tecnica arriva fino alla distanza massima permessa dal potere di Tessaiga, ed ha una velocità descritta sempre secondo il potere dell'utilizzatore.
    Costo : 15

    Note: Potere attivato, Tessaiga sfoderata,Crescent Blade di fianco.
    :|Potere Speciale|:.
    Tessaiga:Una lama molto particolare, un'arma estremamente pericolosa nelle mani sbagliate. All'apparenza una normale Katana come le altre, ma quando il suo utilizzatore si lascia pervadere dall'ira e ne trasferisce l'intento omicida nella spada, questa cambia forma, diventando una grossa sciabola lunga 160 cm solo di lama e larga 30, ha una guardia decorata da un cerchio di pelliccia bianca. La lama è cristallina, quasi vitrea come uno specchio ma non trasparente. Durante l'atto di furia e il risveglio della spada, l'utilizzatore può fruire di devastanti poteri celati nella lama affini all'elemento vento e all'uso di esso come un prolungamento della spada. La leggenda vuole che questa spada sia stata forgiata assieme alla sua gemella Tenseiga.
    Attivazione: 5

    〘Level Three〙:- Durante lo stadio di furia, l'utilizzatore ottiene un bonus sulla forza fisica del 75%.
    - Tessaiga può sfruttare il vento per creare tecniche che si muovono al doppio della velocità dall'utilizzatore fino ad una distanza massima di 15 metri.
    - E' possibile utilizzare un massimo di 12 tecniche a base di elemento Vento generate da Tessaiga.

     
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    Un bacio lieve sulla guancia e poi Vergil la lasciò andare. Elettra era in subbuglio sperava ardentemente che le sue parole avessero raggiunto il suo cuore, e che il giovane avesse compreso il suo stato. La sensazione di sollievo durò solo un battito d'ali. Lui la superò e rimanendo di spalle a lei sfoderò Tessaiga. Lei sapeva perfettamente cosa fosse quella sciabola, e il nome e la potenza di quell'arma. Senza perder tempo scagliò una lama di vento verso l'uscita. L'impatto violento e la devastazione del colpo lasciarono Elettra senza fiato. La volta del foyer crollò in un istante, un boato squarciò l'aria de i detriti a sbarrare qualsiasi possibilità di fuga da quella parte. E già delle voci concitate si stavano facendo sempre più vicine. Lacrime iniziarono a solcare le guancie di lei. Lacrime che non si sarebbero arrestate neanche mentre lui si girava dalla sua parte e si distanziava da lei per parlare. Un patto una sfida... Lui voleva salvarla voleva da lei la verità. Salvarla... Mio dio come era altruista e fondamentalmente buono d'animo. Lacrime sempre più amare le rigarono il viso pallido come cera. Elettra non sarebbe più fuggita non poteva poiché lui l'avrebbe seguita fino alla morte era questo il concetto espresso prima. Avrebbe affrontato la sfida tentando di batterlo. Altrimenti sarebbe stata costretta a dirgli... cosa? Cosa? Il pensiero era impossibile da formulare.
    Accetto non fuggirò anche se sei stato presuntuoso Vergil, non solo quella non è l'unica uscita che esista in questo teatro ma... non hai minimamente considerato gli effetti del tuo gesto.
    Mentre pronunciava queste parole alcune persone erano sopraggiunte nella sala tentando di raccapezzarsi mentre una voce dai microfoni annunciava:
    “Attenzione spettacolo sospeso a causa di un piccolo incidente i signori e le signore sono invitati ad uscire immediatamente e a dirigersi verso l'uscita secondaria che si trova nel foyer alla sinistra del bar. Si prega cortesemente di non accalcarsi e di non spingere”.
    Ma le parole dello speaker furono inutili, Elettra sapeva per esperienza che la gente sarebbe entrata nel panico. Infatti le persone avevano presero a correte verso l'uscita già dopo il fragore del botto. La ragazza attese quel tanto per vedere con la coda dell'occhio abbastanza uomini correre fuori dalla sala, poi con uno scatto fulmineo sarebbe rientrata nel teatro giusto in tempo prima che una calca mostruosa intasasse l'ingresso proprio dove si trovava il giovane. Mentre sgusciava via Elettra gli avrebbe gridato con voce decisa:
    Ti aspetto li dove eravamo seduti.
    Vergil anche se molto più veloce e forte di Elettra non avrebbe fatto materialmente in tempo a seguire subito la ragazza poiché la distanza che li separava era tale da consentire ad Elettra di allontanarsi indisturbata, e la gente che correva nella direzione di Vergil l'avrebbe comunque ostacolato poiché appena lo speaker aveva finito di parlare già troppe persone gli si erano parate innanzi annullando cosi la sua schiacciante superiorità. Tutta la sua velocità e destrezza non sarebbero bastate ad evitate le persone che l'avrebbero rallentato, a meno che lui non avesse nuovamente usato la sua lama contro di esse facendo una strage. Ma il suo cuore non l'avrebbe permesso Elettra ne era profondamente convinta.
    Lui sarebbe rimasto fuori momentaneamente bloccato mentre Elettra sarebbe arrivata di corsa vicino al suo posto non prima di aver mutato il proprio aspetto e generato una frusta nella mano sinistra. Per creare ulteriormente panico ella avrebbe preso a sbattere la frusta contro una fila di sedie devastandole.

    Sbrigatevi ad uscire se non volete morire come topi.
    La sua voce tagliente avrebbe detto la verità. Per lei la vita o la morte erano concetti del tutto privi di implicazioni emotive. Proprio pochi giorni primi aveva devastato una pasticceria facendo morire miseramente donne e bambini. Nessun rimpianto, nessun dolore o rimorso. Questa era lei...
    Cosa avrebbe dovuto dirgli? Non avrebbe potuto tollerare il suo sguardo disgustato posato su di lei mentre gli raccontava la verità.
    Sotto il suo sedile vi era Rapsodia Celeste dentro la custodia del suo amato violino. Ella senza perder tempo l'avrebbe estratta e impugnatala si sarebbe diretta verso destra in una rientranza tra il palco e la prima fila di sedie in ombra. Ora era pronta anche a morire e sarebbe morta se lui avesse vinto poiché altrimenti avrebbe dovuto dirgli chi era e soprattutto cosa era. Cosa era lei?

    Giuro che ti indurrò ad uccidermi se vincerai.
    Parole sussurrate più a se stessa che ad altri.


    ♕ Elettra

    » Status Fisico: Illesa.
    » Status Psicologico: Concentrata e determinata.
    » Energia: 45/50
    » Tecniche usate:
    ✘ ///
    » Note: Rapsodia Celeste nella mano destra e Gemma Beta riposta tra i capelli e nascosta nello chiffon;

    » ✘ Potere [Attivo]
    Livello 1
    - La corteccia che ricopre il corpo di Elettra ha una resistenza leggermente maggiore rispetto a quella degli alberi.
    - Quando un materiale organico entra in contatto con la corteccia subisce un leggero danno corrosivo sulla zona colpita, inoltre per i prossimi 3 turni la resistenza di quell'elemento sarà leggermente compromessa oltre a ricevere un continuo dolore. Se l'elemento torna di nuovo in contatto con la corteccia l'effetto non si cumula ma rincomincia da capo.
    - Quando un materiale inorganico entra in contatto con la corteccia subisce un leggero danno corrosivo sulla zona colpita, inoltre per i prossimi 2 turni la resistenza di quell'elemento sarà leggermente compromessa. Se l'elemento torna di nuovo in contatto con la corteccia l'effetto non si cumula ma rincomincia da capo.
    - Elettra può generare due fruste su ogni polso composte di spine, come pericolosi rovi. Queste hanno la stessa resistenza e gli effetti della corteccia, ma la manualità delle fruste. Se danneggiate occorrono 3 turni per ogni frusta per rigenerarle completamente. Le fruste sono lunghe 3 metri.

     
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    Subito dopo aver sentito Elettra che accettava la sfida, Vergil sorrise, compiaciuto e finalmente più rilassato.Fino a quel momento era stato particolarmente teso, ma ora finalmente poteva rilassarsi.L'unica cosa che lui desiderava ardentemente era che lei accettasse, e lei lo aveva appena fatto.Un'ondata di euforia mista ad eccitazione accecò completamente i suoi sensi, tanto che ne fu quasi sopraffatto.Era arrivato il momento di studiarla, di osservarla, di vedere ogni sua caratteristica....Avrebbe finalmente potuto capire!La voce dello speaker lo svegliò da quello stato di dormiveglia nel quale si trovava in quel momento, vedendo Elettra che rientrava rapidamente all'interno del teatro, invitandolo a seguirla.Richiesta di certo legittima e che per nessuna ragione al mondo lui avrebbe ignorato.Ma quando stava per scattare, si trovò davanti un'enorme folla, e dovette bloccare la sua avanzata.E' molto scaltra.Si, il pensiero immediato di Vergil fu che Elettra lo avesse preceduto in quella maniera per prendere tempo e prepararsi al meglio.Ma Vergil non aveva nessunissima fretta.Poteva sentire la puzza di paura provenire dalla folla, il panico che si estendeva come una grande nuvola nera.Ma era tranquillo, rilassato.Sapeva bene come farsi spazio.Come detto, non aveva fretta, ma l'odore della paura quella serata si era saturato troppo all'interno del suo naso, quella sera.Fate spazio signori, ve lo chiedo con cortesia.Quella frase fu pronunciata con voce alta e solenne, in modo che ogni persona di quella fila si voltasse verso di lui.Era quasi un'ordine, ma il tono con il quale era stato detto non risuonava come tale, era più un invito gentile.Ma quest'invito sarebbe stato ribadito anche con la spada.Vergil alzò Tessaiga, puntandola verso la folla, ma facendo in modo che la punta non toccasse nessuno, neppure per sbaglio.Sorrise.Un sorriso fiero, composto e da gran signore.Neanche fosse stato Mosè, la fila si aprì in due parti, come era successo all'interno della bibbia.Egli era il profeta che esigeva il passaggio, la folla era il mare che si apriva per lui, sotto richiesta di una volontà superiore.Fate con calma, e state tranquilli.Ci sono io ora, non vi capiterà niente di male, ve lo assicuro.Dopo quella frase, attraversò il lieve passaggio che si era creato, andando avanti camminando in tutta calma.Vergil era piuttosto famoso a Londra, e quella frase avrebbe sortito i suoi effetti.Di certo ci sarebbe stato meno panico di prima, ma la gente sarebbe comunque uscita a gran velocità.Quando Vergil si esibiva in frasi simili, con Tessaiga impungata saldamente nella mano, significava solamente che si stava preparando a combattere.Motivo ddi più per battersela.In breve, riuscì a rientrare all'interno del teatro, ove Ellettra lo aspettava.Non appena entrato,vide le ultime persone rimaste ritirarsi, con un volto sudato e con le mani tremanti.Ebbene si, Vergil stava attento ad ogni dettaglio, anche a quello più irrilevante.Ma non fu l'unica cosa che notò:vide Elettra cambiata, vide una parte di lei sulla quale mai, nemmeno in sogno, avrebbe potuto fantasticare.Era stupito e curioso insieme.Non era una ragazza qualunque.Era stata indirizzata a lui da qualcuno di potente certo, forse proprio per saggiare le sue capacità.Non sarebbe rimasta delusa.Dunque è questa la tua natura quando combatti.Questa è la mia.Senza esitare, Vergil le avrebbe mostrato quanto la sua intesa con Tessaiga era forte.Cosparse di una sottile ma potente aura di vento la lama, e tramite questo possente legame, la ragazza avrebbe potuto vedere i suoi occhi diventare di un rosso scarlatto.Era la furia di Tessaiga quella sui suoi occhi.La furia di un samurai, di un guerriero, di chi ha combattuto.Di chi ha vinto, di chi ha perso, e di chi ora voleva disperatamente distruggere un mistero.Ed era quello il suo intento.Aveva già visto le armi di Elettra, e aveva già capito che la ragazza avrebbe fatto sul serio.Ma neppure lui sarebbe stato da meno, quello era sicuro.Ma voleva capire quale era la differenza tra di loro, quantomeno in combattimento.Coraggio Elettra, mostrami cosa sai fare, mi hai fatto aspettare abbastanza.Questa frase era acuta e tagliente come un puntaspilli, con essa Vergil voleva indurre la ragazza ad attaccarlo, ed era sicuro che con una provocazione tanto ovvia ci sarebbe riuscito.

    jpg
    Vergil

    Stato fisico: Illeso.
    Psiche:Straeccittato, pronto alla battaglia.
    Energia:125/150
    Tecniche usate:
    Fury of hell:
    Prima e basilare tecnica di Vergil.Vergil, una volta attivato il potere di Tessaiga,cosparge l'intera lama con un sottile ma intenso strato di vento, che una volta a contatto con la lama, gira vorticosamente sulla lama stessa, aumentando il potere di taglio.Lo strato di vento esterno applicato alla lama infatti,gira vorticosamente, quasi fosse la lama di una motosega.La stessa lamina di vento esterna applicata alla lama, può essere applicata anche alle tecniche della stessa Tessaiga, aumentandone il potenziale offensivo, e dunque dandole maggior forza di taglio.
    Costo: 5+1 di mantenimento

    Note: Potere attivato, Tessaiga sfoderata,Crescent Blade di fianco.
    :|Potere Speciale|:.
    Tessaiga:Una lama molto particolare, un'arma estremamente pericolosa nelle mani sbagliate. All'apparenza una normale Katana come le altre, ma quando il suo utilizzatore si lascia pervadere dall'ira e ne trasferisce l'intento omicida nella spada, questa cambia forma, diventando una grossa sciabola lunga 160 cm solo di lama e larga 30, ha una guardia decorata da un cerchio di pelliccia bianca. La lama è cristallina, quasi vitrea come uno specchio ma non trasparente. Durante l'atto di furia e il risveglio della spada, l'utilizzatore può fruire di devastanti poteri celati nella lama affini all'elemento vento e all'uso di esso come un prolungamento della spada. La leggenda vuole che questa spada sia stata forgiata assieme alla sua gemella Tenseiga.
    Attivazione: 5

    〘Level Three〙:- Durante lo stadio di furia, l'utilizzatore ottiene un bonus sulla forza fisica del 75%.
    - Tessaiga può sfruttare il vento per creare tecniche che si muovono al doppio della velocità dall'utilizzatore fino ad una distanza massima di 15 metri.
    - E' possibile utilizzare un massimo di 12 tecniche a base di elemento Vento generate da Tessaiga.

     
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  15. GiocoDiOmbre
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    Veramente qui l’unica che sta aspettando e da molto sono io. Non certo tu che sei andato a fare una passeggiata. Hai fatto con comodo mio signore.
    Un sorriso bellissimo quanto sfrontato apparve sulle sue labbra. Occhi rossi come il demonio aveva Vergil. Elettra si scostò dal posto in cui si era rifugiata, non era più necessario nascondersi, lui l’aveva vista subito. Ella prese a camminare sotto il palco dalla destra verso il centro impugnando la pistola verso il basso e verso destra, come a tenerla dietro di lei, si sarebbe fermata proprio a ridosso della fossa d'orchestra, ossia lo spazio riservato all'orchestra, posto tra il proscenio e la platea senza cambiare direzione all’arma. Ogni suo passo d’ora in avanti sarebbe stato o verso la morte o verso la salvezza, tutto dipendeva da come avrebbe giocato le sue carte.
    Spero tu non sia particolarmente sorpreso del mio nuovo look, difficile sarebbe ora accostarvi quel bel vestito rosso non trovi? Ma dai… sono sicura che non sia del tutto brutto.
    Elettra avrebbe strusciato davanti a lei e a terra la sua frusta rompendo così la moquette ai suoi piedi.
    Anche in questa sua nuova veste più temibile Vergil era sempre molto simile a lui e per la ragazza era molto difficile prenderlo di petto. Ma pur tuttavia doveva farlo. Era essenziale per il suo scopo finale.

    Ti ricordo o mio signore le proporzioni di questo luogo, al fine di agevolarti nel tuo compito di distruzione.
    Il sarcasmo era evidente.
    Siamo come puoi vedere in un ambiente quasi a forma di ferro di cavallo, lungo nel punto massimo 30 metri e largo fino a 13. Sopra di noi si sviluppano cinque ordini di palchi, ogni fila dista da quella superiore 3 metri circa per cui il soffitto è alto 20 metri. Mi raccomando rammentale queste proporzioni. Le altre te le dirò poi. O vuoi saperle ora?
    Mentre parlava Elettra avrebbe sparato alla cassetta della luce che governava l’intero teatro posta alla sua destra a cinque metri da lei esattamente dove già puntava la pistola mentre camminava, lo sparo attutito dal silenziatore non sarebbe sfuggito all’udito fine del ragazzo, il proiettile avrebbe causato il totale Black out della sala piombandoli nelle tenebre più assolute. Vergil non avrebbe potuto prevedere lo sparo poiché Elettra non aveva spostato minimamente la pistola dalla posizione originaria e non aveva mosso nessun muscolo che potesse indirizzare il giovane verso quella soluzione. Alla luce di ciò tutti i suoi sensi superiori non avrebbero potuto fermare l’avanzata della pallottola e la sua esatta esecuzione. Ma anche se non fosse riuscita a colpire la cassetta della luce, Elettra avrebbe in ogni caso frantumato la gemma beta che aveva tra i capelli, sprigionando una spessa coltre di fumo di cinque metri intorno a lei, e contemporaneamente avrebbe evocato un doppione di se stessa in tutto identica a lei compresa di pistola e di frusta, mentre la vera Elettra si sarebbe lasciata cadere nella fossa d’orchestra proprio dietro la sua copia, in attesa di poter sparare al ragazzo. La fossa era alta un metro e mezzo, profonda quattro e lunga esattamente come il palco. In tutte e due le soluzioni sia che ci fosse stata la completa oscurità (accecando e disorientando per un istante Virgil) sia che ci fosse stata solo la coltre di fumo Elettra avrebbe avuto il tempo di nascondersi dentro la fossa lasciando a presidio la copia di lei, anche se lui avesse usato Tessaiga per dissolvere la nube.


    ♕ Elettra

    » Status Fisico: Illesa.
    » Status Psicologico: Concentrata e determinata.
    » Energia: 39/50
    » Tecniche usate:
    ✘ ///
    » Note: Rapsodia Celeste nella mano destra, Gemma Beta frantumata, una copia evocata;

    » ✘ Potere [Attivo]
    Livello 1
    - La corteccia che ricopre il corpo di Elettra ha una resistenza leggermente maggiore rispetto a quella degli alberi.
    - Quando un materiale organico entra in contatto con la corteccia subisce un leggero danno corrosivo sulla zona colpita, inoltre per i prossimi 3 turni la resistenza di quell'elemento sarà leggermente compromessa oltre a ricevere un continuo dolore. Se l'elemento torna di nuovo in contatto con la corteccia l'effetto non si cumula ma rincomincia da capo.
    - Quando un materiale inorganico entra in contatto con la corteccia subisce un leggero danno corrosivo sulla zona colpita, inoltre per i prossimi 2 turni la resistenza di quell'elemento sarà leggermente compromessa. Se l'elemento torna di nuovo in contatto con la corteccia l'effetto non si cumula ma rincomincia da capo.
    - Elettra può generare due fruste su ogni polso composte di spine, come pericolosi rovi. Queste hanno la stessa resistenza e gli effetti della corteccia, ma la manualità delle fruste. Se danneggiate occorrono 3 turni per ogni frusta per rigenerarle completamente. Le fruste sono lunghe 3 metri.

     
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30 replies since 14/10/2013, 13:19   477 views
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