Posts written by Exogenesis

  1. .

    Credeva di essere pronto. Credeva che preparare il suo corpo all'impatto del proprio orgasmo sarebbe stato sufficiente ad incassare anche quello della sua padrona, ingenuamente convinto che la situazione non sarebbe potuta peggiorare più di così. Era riuscito a godere di quella doppia penetrazione al punto da riuscire ad amalgamare le diverse sensazioni che fottere ed essere fottuto gli stavano donando e ora non riusciva quasi più a distinguere la differenza. Scoparla e sentirsi riempire fino all'orlo dal cazzo della sua padrona coesistevano docilmente nel suo cervello allo stesso livello... quindi sopportare due orgasmi nello stesso istante non sarebbe stato poi così difficile, no?
    Quando giunse al limite dovette spingere la sua virilità dentro di lei con ogni goccia di forza rimanente e con quelle stesse gocce si ritrovò ad aggrapparsi alle carni delle sue natiche con una mano, terrorizzato dall'irreale possibilità che uno spasmo del suo corpo potesse dividerli. Sopportò quella sensazione esplosiva, sopportò quando il primo fiotto dilatò la sua uretra ma dimenticò di fare i conti col fatto che tutto quel piacere lo portò, inconsapevolmente, a stritolare il membro di Hilda dentro di lui mungendolo con una tale foga che anche per la sua padrona venne il momento di vedere la luce. E lui non fu per niente pronto ad accoglierla.
    Padronaaaaaahhh...
    Un solo grido strozzato si fece strada nella sua gola nel percepire prima la mostruosa virilità di Hilda gonfiarsi e poi, sempre quest'ultima, pompare nelle sue interiora un denso grumo di sperma che fu sufficiente a scaldargli perfino l'anima. Erano uniti insieme in quel perverso climax ed Edmond si ritrovò nuovamente a dover fare i conti con due sensazioni irrimediabilmente opposte che andarono a mescolarsi forzatamente nel suo cervello. Da una parte era lui a riempirla ma dall'altra non riusciva a smettere di godere e godere nel sentire Hilda gemere ogni volta che i testicoli della sua dea si contraevano per depositare il suo seme dominante nel suo sottomesso ventre. Inarcò la schiena e cercò una posizione che permettesse alla virilità della vampira di sprofondare il più possibile e nel farlo la sua bocca spalancata non riuscì a trattenere altrettanti lamentosi gemiti da puttanella mentre il proprio, di pene, continuò imperterrito a scaricare senza ritegno o freno il suo orgasmo. Venne e venne e ogni volta che credeva di aver terminato era sufficiente una pulsazione del cazzo di Hilda seguita da sborra calda nel suo culo per strizzare fuori ulteriore seme dai suoi testicoli fino a che essi non cominciarono a far male. Ma più facevano male più la malia della donna dava i suoi frutti e il dolore mutava in lussurioso godimento portando l'uomo a pregarla in preda alla follia di riempirlo fino all'orlo... ciò che Hilda fece senza apparente fatica. Quando l'ultimo apparente e patetico schizzo di seme imbrattò le interiora della sua padrona, Edmond non era nello stato mentale necessario a rendersi conto dell'umiliante condizione in cui versava: gettato sul divano come uno straccio usato il Cacciatore presentava, dove prima erano presenti possenti e marmorei addominali, una bizzarra rotondità segno di una pienezza che era difficile da attribuire ad un membro del suo sesso. Appariva buffamente gravido dell'invidiabile capacità spermatica delle palle di Hilda e mentre una mano rimase sempre ancorata ad una chiappa della donna, l'altro braccio andò a coprirgli la parte superiore del volto arrossato e imbarazzato lasciando scoperte solo le gonfie labbra socchiuse.
    E'... è stato meraviglioso... padrona... Riuscì a biascicare a causa del fiatone, cercando di rilassarsi allo stesso modo di Hilda trovando però una maggiore difficoltà. Sentiva le membra pesanti e stranamente... sensibili. Ogni piccolo movimento era pericoloso, soprattutto se comprendeva la parte inferiore del suo corpo, ma doveva ringraziarla e non solo a parole. Non era il ruolo di un sottomesso quello di oziare subito dopo un orgasmo.
    ... lasciate che ringrazi... il vostro bellissimo... c-cazzo...
    Mugugnò per lo sforzo e fu terribile dover abbandonare la morbidezza della pelle scura della sua amante per puntare entrambe le mani sul divano e tirarsi dalla parte opposta così che i loro bacini potessero dividersi. Nonostante la posizione precaria rese inaspettatamente facile la fuoriuscita del suo membro dalle carni della vampira, quel semplice gesto massaggiò sia l'intera lunghezza del suo pene, sia di nuovo il caldo interno del suo ano che carezzò, come un amante infastidito da quella divisione, la virilità di Hilda centimetro per centimetro fino ad abbandonarla. La sua voce sviolinò in un indecente lamento femmineo non appena il suo ano eruttò delicatamente parte dello sperma che la vampira aveva depositato in lui, segno che la donna non ci era andata per nulla leggera. Come un gatto, Edmond cambiò posizione, fino a ritrovarsi accucciato proprio come un animaletto tra le cosce della sua padrona, viso pericolosamente vicino alle sue palle che l'uomo leccò golosamente senza pensarci due volte mentre con la sinistra afferrava tra le dita il suo cazzo.
    Padrona... ve ne sarete sicuramente accorta ma... non siamo più soli. Sussurrò il Cacciatore prima che le sue labbra tornassero a baciare e succhiare la fonte del seme che ora gli pesava nelle viscere, prendendo a masturbarla con lentezza e sottomissione. La sua voce era ferma e convinta ma non più convinta della mano che cercava di donare nuovo vigore a quel cazzo o che semplicemente desiderava coccolarlo mentre il proprio gaceva floscio sulla superficie del divano, indegno di ricevere le medesime attenzioni. Se Hilda avesse affinato i suoi sensi avrebbe percepito una presenza fuori dalla finestra, nascosta dietro la parete che li osservava e che ancora non aveva fatto la sua mossa ma Edmond non le avrebbe reso la vita facile perchè se da un lato era in grado di rimanere vigile anche in una situazione simile, dall'altro era troppo sottomesso a lei per smettere di donarle piacere.

  2. .

    Non sentiva più nulla nella sua testa, nessuna voce della ragione che tentava di riportarlo alla lucidità, nessuna voce rabbiosa che gli intimava di riprendere il controllo della situazione e se anche fossero state ancora presenti, i gemiti e i lamenti estasiati e perversi della sua padrona le eclissavano al punto da poterle facilmente considerare inesistenti. Hilda aveva letteralmente scopato via ogni goccia del vecchio Edmond sostituendo la sua personalità con quella di un uomo molto più che semplicemente ammaliato da lei, molto più che semplicemente "suo". I suoi occhi la vedevano come una vera e assoluta Dea da venerare e compiacere e il suo cervello gli ordinava di sottomettersi a lei senza fiatare mentre il suo corpo diveniva sempre più sensibile così da poter godere sempre più del piacere che la vampira gli stava donando. Un piacere che mai aveva provato e di cui mai aveva goduto così intensamente e così profondamente. Aveva smesso di chiedersi se ci fosse qualcosa sotto, se Hilda fosse capace di influenzare la percezione di ogni singola sensazione del loro amplesso selvaggio limitandosi ad accettare che la sua signora fosse l'unica con cui poteva sperimentare un livello di lussuria così elevato da rendere perfino l'erezione del suo membro così intensa da risultare perversamente dolorosa. Il suo ano e le sue interiora, totalmente arrese, si stavano lasciando servilmente modellare dalla possente virilità della sua padrona e anche il proprio cazzo aveva deciso di fare la sua parte per soddisfare quegli ordini indecenti ma che scaldavano il suo petto di orgoglio. Gli sembrava stesse per esplodere come un palloncino ad ogni pulsazione come se quel grosso organo stesse cercando di superare i propri limiti autonomamente senza preoccuparsi delle scariche di doloroso piacere che potevano scaturire da esso espandendosi poi in tutto il corpo di Edmond e fin nel profondo del suo povero cervello martoriato ormai pateticamente incapace perfino di controllare le reazioni delle sue zone più intime. Il suo cazzo e il suo ano rispondevano solamente ai desideri di Hilda e lui aveva un solo ruolo: darsi da fare e spingere con tutte le sue forze.
    P-Padrona! E' così... intenso! La sua fica calda... il suo cazzo grosso e duro... non riesco a concentrarmi su nessuno dei due!
    L'unica valvola di sfogo che aveva il povero Cacciatore era quell'apparentemente indistruttibile schienale del divano che stava accogliendo quella peccaminosa unione e che ora vedeva la sua mano stretta con tale forza su di esso che fu incredibile non sentirlo neanche incrinarsi o peggio ancora spezzarsi come un cracker mentre l'altra mano giaceva ancora sulla natica di cioccolato morbida e accogliente di Hilda che l'uomo strizzava al punto da far sparire le dita in quelle carni simili ad un gustoso budino. Non era in grado di focalizzare una delle due stimolazioni rimanendo quindi intrappolato in quel vortice di sensazioni che si accavallavano l'una sull'altra sotterrandolo secondo dopo secondo sempre di più. Se da una parte godeva e gemeva come una puttana ogni volta che la verga della vampira lo riempiva fino alla base con affondi secchi e passionali dall'altra parte stringeva i denti e grugniva nel percepire le interiora calde e strette della sua padrona avvolgere il suo cazzo trascinandolo in profondità. Non stava solamente venendo scopato e non stava solamente scopando quella donna. Ogni affondo, ogni loro unione era un mix di entrambe le sensazioni che invece di perdersi l'una nell'altra non facevano altro che amplificarsi e intensificarsi invogliando il Cacciatore a non esitare, a non lasciarsi dominare da quel piacere ma tutt'altro. Ne voleva sempre di più e soprattutto voleva che la sua signora potesse godere e godere, gemere e gridare nelle sue orecchie perché non c'era altro che desiderasse di più in quel momento insieme al semplice continuare a guardarla.
    Siete bella come una divinità mentre godete mia signora!
    Nonostante la confusione del loro amplesso e nella sua testa a causa di quelle travolgenti sensazioni non aveva mai smesso di guardarla, non aveva mai smesso di far viaggiare il suo sguardo lungo quelle curve distorte e vibranti a causa della violenza e dell'aggressività con cui impattava i suoi fianchi su quelli della sua padrona senza più preoccuparsi del sistematico pizzico di dolore causato dallo scontro dei loro testicoli. Ogni volta che spingeva dentro di lei la vedeva sussultare, vedeva quei grossi seni dondolare ad ogni impatto e quello non faceva altro che farlo eccitare sovrascrivendo la fatica della scomoda posizione con un'energia che non aveva idea da dove tirasse fuori. Più la scopava, più veniva scopato e più si sentiva rinvigorire, più sentiva i suoi muscoli gonfi ed energici e perfettamente in grado di proseguire a fotterla e lasciarsi sodomizzare da lei.
    E' solo merito suo padrona se sono così duro! E' così... arrapante... nnngggh!
    Strinse di nuovo i denti ma stavolta fu per un motivo ben preciso. Una pulsazione più forte delle altre, forte al punto da infliggergli una vera e propria coltellata nel basso ventre tanto che anche il suo ano rispose istintivamente, stringendo intorno alla verga ancora più grossa e gonfia della sua padrona. Non rallentò e, al contrario, cercò di aggrapparsi più saldamente allo schienale del divano per assecondare i movimenti di Hilda alla perfezione riuscendo a sovrastare qualunque difficoltà li avesse trattenuti all'inizio del loro amplesso in quella scomoda posizione così che i loro corpi potessero risuonare in un perverso e indecente concerto di umidi impatti fra le loro membra bagnate di ogni tipo di liquido intimo. Quella coltellata era una sensazione fin troppo familiare e da come il cazzo della vampira si era ingrossato sembrava che entrambi stessero raggiungendo la fine della corsa... e entrambi stavano facendo di tutto per evitarlo o più semplicemente controllarlo ma quando Hilda gridò quelle parole... per Edmond divenne molto difficile continuare a trattenersi.
    P-Padrona...! Ngh! E' così difficile resistere! Sto per... sto per sborrare!
    Entrambe le estremità della sua bocca si ripiegarono verso il basso in una smorfia di puro dolore e sforzo mentre l'uomo faceva di tutto per scaricare ogni briciolo di forza che quelle stesse pulsazioni gli stavano donando contro la sua padrona, agitando i suoi fianchi il più selvaggiamente possibile senza più curarsi neanche se quella foga avesse rischiato di far cadere lui, lei o entrambi dal divano. Doveva scoparla il più forte possibile, doveva scoparla con la stessa furia che avrebbe riservato ad una povera preda tra le sue grinfie e allo stesso tempo desiderava che la nerchia della sua signora allargasse sempre di più la sua corolla di carne e lo riempisse rudemente e più quelle voglie crescevano più cresceva la passionale energia con cui si stava avventando contro la donna ma più la sua passione bruciava intensamente più il fuoco che gli ardeva dentro lo trascinò sempre più vicino al limite... sempre più vicino al punto di non ritorno.
    Vengo padrona! Veniamo insieme!
    Si concesse un ultimo rush prima di spingersi verso di lei facendo sprofondare i cazzi di entrambi nei rispettivi orifizi, premendo con tale trasporto da far sembrare di voler spremere dentro di lei perfino le sue palle che irrimediabilmente finirono schiacciate contro quelle di Hilda, contraendosi con forza e dolore immediatamente prima che il primo denso fiotto dilatasse la sua uretra per venir espulso nelle interiora della sua signora. Edmond gettò la testa all'indietro dapprima mozzicando ferocemente il labbro inferiore con l'intera arcata di denti superiore per poi cedere quasi immediatamente al perverso bisogno di spalancare la bocca, gemendo e gridando in bilico fra piacere e intenso dolore mentre quel mostruoso orgasmo sembrava venir spremuto forzatamente dal suo corpo obbligandolo a tendersi come una corda di violino in procinto di spezzarsi. Venne e venne senza il minimo ritegno, senza la preoccupazione di risultare terribilmente patetico mentre versi simili a quelli di una vera puttanella fluivano fuori dalle sue labbra carnose e più sborrava più il suo ano si contraeva finché la sua stessa prostata schiacciata sotto il cazzo della sua padrona non iniziò a bruciare e a fargli vedere letteralmente le stelle.
    Vengo mia signora! Il suo cazzo divino mi sta facendo venire anche dal culo! Questo... questo è il mio primo orgasmo anale!
    Non aveva più filtri o più semplicemente non sembrava più preoccuparsi di averne, non mentre ad ogni contrazione della sua corolla di carne, il proprio cazzo sprizzava sperma come un idrante andato in pezzi. C'era solo una cosa che voleva più di venire dentro di lei ed era sentire di nuovo il seme caldo della sua dea invadergli le interiora pulsanti e supplicanti per l'ennesima volta.

  3. .

    Non si era mai sentito così terribilmente eccitato e desideroso di cazzo in vita sua al punto che iniziò a chiedersi se valesse davvero la pena raggiungere la camera da letto mentre quel draghetto birbante non faceva altro che stuzzicarlo, carezzarlo e toccarlo. Sentiva la pesantezza di quelle membra morbide e calde contro la sua schiena ma soprattutto la grossa mole della coda avvolta in spietate spire intorno al suo povero membro tanto coccolato quanto torturato dal suo amorevole padroncino. Avevano davvero bisogno di un letto? Avrebbe potuto far di nuovo scendere Arky per poi poggiare la guancia sul pavimento così da sollevare le piene e femminee natiche e lasciare che il draghetto le facesse sue con tutta la foga che quell'entusiasmo portava con se. Voleva che quel cazzo gli aprisse la corolla di carne e gli riempisse le interiora fino a udire le palle di Arky scontrarsi contro il suo corpo più e più volte, sempre più veloce, sempre più forte... la sua bocca salivò di impazienza e in quella travolgente valanga di selvaggia voglia si ritrovò di nuovo a pensare a come quella verga aveva abusato non una ma ben due volte della sua gola. Riusciva ancora a gustarlo contro la lingua se si concentrava a sufficienza, riusciva a ricordarne il peso, l'imponente presenza e ogni singola gonfia venatura lungo la superficie come se il suo cervello avesse servilmente memorizzato tutti quei dettagli ritenendoli di fondamentale importanza. E più ricordava più la sua fantasia lo vedeva impalato su quella virile verga o lo trasportava tra le cosce di Arky mentre il suo energico padrone scaricava di nuovo litri e litri di sborra nel suo stomaco e lui li accettava senza battere ciglio, ringraziando subito dopo entrambi quei gonfi testicoli per quel copioso dono. Come poteva sperare di recuperare la lucidità a quel punto? Solamente sentirsi dire quanto fosse bello aveva contratto le sue gonadi e spremuto un nuovo fiotto di seme strappandogli un verso indecoroso e umiliante mentre rispondeva alle sue carezze come un lussurioso gattone a cui mancava solamente la possibilità di fare le fusa. Quando Arky lo aveva "minacciato" di scendere e interrompere la masturbazione aveva sgranato gli occhi per la preoccupazione, scusandosi con lui, accelerando il passo guadagnando così delle coccole al suo cazzo molto più intense rispetto a prima. Non riusciva a non desiderare di compiacerlo e non riusciva a non godere quando ci riusciva quindi non fu difficile ad Arky convincerlo a cambiare direzione al percorso prestabilito e non fu neanche difficile portare il povero Cacciatore a spalancare la bocca gemente quando i suoi genitali vennero delicatamente strizzati sia dalla coda che dalle briglie che lo comandavano.
    Nel varcare la soglia il draghetto avrebbe avuto una visuale molto più chiara della stanza e soprattutto del letto che giaceva perfettamente in linea con l'uscio in modo tale che se qualcuno avesse voluto spiare dallo spioncino o aprendo delicatamente la porta non avrebbe avuto nessuna difficoltà. Il letto, spazioso abbastanza da poter accogliere anche tre o quattro persone, era decorato da pacchiane lenzuola rosse e cuscini del medesimo colore e caratterizzato da una testiera a "sbarre" estremamente spartana e poco dettagliata segno che quel pezzo di mobilio non doveva avere come prima mansione quella di permettere a delle persone di dormirci dentro ma essere abbastanza resistente da non crollare anche sotto immenso sforzo come suggeriva la struttura in metallo incredibilmente tozza. Sulla testiera erano agganciate alla bell'e meglio diversi piccoli strumenti di costrizione di vario tipo come manette di pelle o gag ball. Ciò che avrebbe sicuramente attirato l'attenzione di Arky era la struttura che si elevava ai quattro angoli del letto verso l'alto e culminava, sopra di esso, in un perverso baldacchino provvisto di una complessa serie di tozze corde che potevano essere calate verso il materasso per poter, letteralmente, legare come un salame sospeso un essere umano. La struttura poteva anche essere mossa per sporgere ad uno dei lati del letto sfruttando delle semplicissime leve ai piedi di quest'ultimo. Guardando verso la destra della stanza, il draghetto poteva ammirare una vasta gamma di attrezzi sessuali di vario genere stipati in modo incredibilmente ordinato su vari scaffali e un armadio fornito di capi di vestiario adatti ad ogni perversa occasione mentre sulla sinistra faceva capolino una piccola porta socchiusa che divideva l'indecente stanza da quello che doveva essere un semplice bagno fornito di tutto il necessario per cambiarsi o pulirsi.
    Edmond avanzò con estrema difficoltà fino al fianco sinistro del letto e quando Arky decise di smontare il Cacciatore assunse immediatamente la posizione eretta tenendo timidamente gli indici intrecciati l'uno con l'altro dietro la schiena. Il suo corpo, ora non costretto in quella posizione, metteva in mostra tutte le modifiche a cui il guinzaglio lo aveva obbligato e anche se lui non poteva notarle sarebbero state chiarissime agli occhi del suo padroncino. Quello che doveva essere il corpo di un guerriero appariva estremamente delicato, dalle spalle molto più strette del normale e dal torace gonfio simile ad un modestissimo seno femminile. Il busto rettangolare era diventato molto più affusolato verso il basso per poi allargarsi in un paio di fianchi degni della più fertile delle concubine. Il viso, già molto androgino, presentava un paio di labbra carnose e invitanti mentre i capelli sfatti incorniciavano la sua espressione rossa, affaticata e furiosamente eccitata. Se non fosse stato per il grosso cazzo semi floscio che di fronte a lui si incurvava verso il basso gocciolante di seme e le gonfie palle dietro di esso sarebbe stato difficile per un occhio poco attento comprendere il sesso originale di Edmond.
    S-si. Lei è il mio padroncino... Rispose stranamente imbarazzato l'uomo da quella domanda improvvisa che lo obbligò a concentrare l'attenzione su Arky e su quell'aspetto che non era riuscito ad ammirare poco prima. Dava l'impressione di essere un cucciolo di drago ma la sua fisionomia muscolare e ossea non era quella di un cucciolo, bensì di un adulto ristretto in un corpo troppo piccolo. La grossa coda lo tradiva... e non era solo quello a farlo. Quel membro dalla colorazione sgargiante... lo aveva sentito crescere in gola ma ora gli era più chiaro quanto fosse più imponente del normale sesso umano del giovane e silenziosamente deglutì voglioso e timoroso. Sarebbe stato in grado di prendere dentro di lui tutta quella carne pulsante, turgida e venosa? Cos'avrebbe provato mentre il suo padroncino lo apriva in due facendosi strada fino alle palle? Quei pensieri lo distrassero dalla domanda successiva che lo stupì tanto quanto quella precedente.
    D-da maid... padroncino? Seguì con gli occhi l'indicazione di Arky che lo guidò all'armadio che lui conosceva molto bene. C'erano vestiti di ogni tipo per ogni tipo di giochino erotico e c'erano vestiti per ogni sesso. Si morse il labbro inferiore sentendosi nuovamente umiliato al pensiero di dover indossare un simile capo d'abbigliamento ma come l'umiliazione di essere cavalcato era stata in grado di eccitarlo in maniera vergognosa, lo stesso avvenne di fronte alla richiesta del draghetto. Il suo membro pulsò ma il Cacciatore non ci fece caso, portando entrambe le mani sulle cosce per abbassare il busto in un leggero inchino.
    Come desiderate padroncino. Datemi qualche minuto per prepararmi e non ve ne pentirete. Distolse lo sguardo dal ragazzo, sentendo gli occhi di quest'ultimo fissi su di lui e su chissà quali parti del suo corpo mentre si dirigeva verso l'armadio e ne estraeva un vestito che Arky non sarebbe riuscito a vedere. Buffamente il guinzaglio si sarebbe allungato per permettergli sia di allontanarsi, sia per fare il giro del letto e raggiungere il bagno dove Edmond si chiuse. Anche se il ragazzino aveva perso il contatto visivo con l'uomo, il guinzaglio che teneva alla mano collegato al collo del Cacciatore gli permetteva di percepirne ogni singola emozione, la galoppante eccitazione e anche delineare a grandi linee i movimenti che stava eseguendo per la vestizione. Non ci sarebbe voluto molto e prima che l'impazienza si fosse impadronita del giovane drago, la porta del bagno si aprì rivelando l'uomo nel suo nuovo vestiario. Era chiaro fosse studiato per un corpo di sesso differente ma era incredibile come cadesse perfettamente sulle curve maschili di Edmond avvalorando il suo lato più "femmineo". Avanzò senza trovarsi minimamente a disagio su quelle calzature dal tacco mediamente alto che non era solito indossare e al draghetto sarebbero saltati subito all'occhio due dettagli: il suo viso e il suo cazzo. L'uomo doveva aver tentato più e più volte di celarlo sotto l'intimo composto da un semplice tanga con ben poco successo e ora la sua grossa verga penzolava sotto la gonnella piena di fronzoli ed erano i suoi testicoli gli unici ad essere contenuti dal volgarissimo tanga nero facendolo apparire tanto buffo quanto perversamente eccitante. Cercando di compensare per quella missione fallita Edmond aveva raccolto i capelli in un'ordinata coda dietro la nuca e si era truccato sia intorno agli occhi sia sulle labbra decorate da un rossetto nero come la notte per apparire il più arrapante possibile davanti al suo padroncino a cui si accucciò di fianco non appena raggiunto il letto, poggiando solamente una gamba su di esso mentre l'altra, allungata, lo sosteneva. Subito la mano destra si posò sul lato inferiore di quella ruggente erezione, carezzandola mentre la sinistra affondava tra le lenzuola cremisi.
    Sono ancora bello, padroncino? Spero non mi trovi troppo volgare. Ho scelto questo rossetto per lasciare dei segni indelebili sul vostro meraviglioso cazzo...
    Premette le labbra l'una contro l'altra il Cacciatore impaziente e voglioso mentre le semplici carezze della sua mano divenivano delle coccole sempre più spinte per quella brillante verga. Sollevò anche l'altra gamba sul letto, ritrovandosi in ginocchio di fianco ad Arky per poi inclinarsi in avanti con il busto finendo gattoni con il viso contro le grosse palle del suo padrone dove posò un passionale bacio che lasciò un vistosissimo segno delle sue labbra mentre cercava di allargare il più possibile le dita della mano destra per chiuderle intorno al membro di Arky, masturbandolo dapprima delicatamente per poi strizzarlo con crescente vigore ricordando al giovane ragazzo quanto potesse essere forte l'uomo che ora si stava prendendo cura dei suoi genitali.
    Questo cazzo è così potente... così lungo, grosso e venoso... e il mio culo è così stretto e voglioso... non vorrete mica spaccarmi in due con questo mostro, padroncino?
    Parlava tra i baci depositati sui suoi testicoli già tempestati dai segni del rossetto del Cacciatore e nonostante le sue parole indicassero contrarietà all'idea di essere sodomizzato da quella virilità, il tono con cui parlava lanciava un messaggio molto diverso, una voglia galoppante di udire Arky raccontargli nella maniera più volgare possibile quali fossero i suoi piani per quella lunga notte.

  4. .

    Il suo briciolo di lucidità sopravvissuto negli oscuri meandri della sua mente corrotta dalla malia di Hilda odiò profondamente l'eccitazione insostenibile che ogni fibra del corpo di Edmond stava provando man mano che la vampira, centimetro dopo centimetro, spingeva senza pietà il suo mastodontico cazzo eretto nella gola dell'uomo ormai in apnea totale. Avrebbe dovuto cercare di divincolarsi e impedirle almeno di asfissiarlo ma l'inquietante realtà era che il terribile bruciore ai polmoni che avrebbe dovuto percepire a causa della mancanza d'aria non era altro che una delle tante ragioni per cui la sua verga pulsava rabbiosamente tra le sue gambe, di nuovo pregna del vigore perduto. Sentiva la testa leggera e il petto pesante ma nessuno di quei sintomi era per lui fonte di dolore o paura a causa dell'energia della lanterna e dell'eromanzia insinuatesi direttamente tra le pieghe del suo cervello. La nausea diveniva piacere, il bruciore al torace si trasformava in godimento e la necessità di sopravvivere diventava solamente un impedimento al raggiungimento dell'estasi massima. Doveva accogliere quel tronco turgido fin nel profondo, doveva inebriare il suo udito con i gemiti e i sospiri sempre più forti della sua padrona che non stava facendo altro che prendersi ciò che era suo di diritto. Era suo dovere aiutarla, mugugnando a bocca piena, mentre sforzava la propria bocca e il suo stretto collo a succhiare e trascinare dentro di lui l'intera asta di Hilda memorizzandone ogni gonfia venatura e ogni bellissima imperfezione. Ben presto la forza nelle braccia svanì e le dita delle mani si arricciarono per lo sforzo mentre gli occhi di Edmond si rivoltavano sempre di più sotto le palpebre tremolanti percependo la virilità della sua signora gonfiarsi e pulsare come in procinto di esplodere in un nuovo torrenziale orgasmo. Il suo cazzo pulsò di nuovo al semplice pensiero di essere nuovamente riempito dal suo seme e quasi venne a sua volta quando l'intera lunghezza della sua signora fu dentro di lui fino alla base tanto da riuscire a percepire i suoi testicoli caldi contro il suo mento.
    Hmmmmm... Riuscì solamente a mugugnare, totalmente in estasi, aggiustando di nuovo la posizione del collo quando Hilda tirò indietro i fianchi per estrarre lentamente il suo membro dalla gola del Cacciatore. Fu sicuro di doversi preparare ad un crudele e poderoso affondo che avrebbe sancito l'assoluta proprietà della vampira sulla sua gola rimanendo stupito invece nel percepire il glande gonfio e bollente contro le labbra un attimo prima che la virilità della sua padrona abbandonasse il calore del suo corpo permettendo di nuovo all'aria di scorrere liberamente. Il suo petto si gonfiò in risposta riempiendosi di ossigeno e il Cacciatore rimase buffamente imbambolato, con la bocca aperta e la lingua penzolante, gli occhi rapiti dalla vista di quel cazzo lucido della sua stessa saliva che ancora lo collegava alle sue labbra umide e gonfie. Era ancora più grande di prima, ancora più duro ed eccitato segno che la libido di quella donna rischiava, potenzialmente, di non avere un limite.
    M-mia... signora...? Era estasiato, si, ma anche fortemente confuso da quel gesto che gli fece temere di aver commesso un qualsiasi errore. L'aveva sentita gemere e compiacersi della sua prestazione quindi perchè ora si tirava indietro? Il dubbio di Edmond venne rapidamente accantonato dalle parole di Hilda e di nuovo un profondo orgoglio scaldò il suo basso ventre che sembrò quasi pulsare di gioia davanti agli occhi della sua padrona. Puntò le mani, finalmente libere, sulla superficie del divano nel tentativo di sollevare e muovere il suo povero busto indolenzito dalla lunga immobilità, ammirando la sua meravigliosa signora scivolare di nuovo verso il basso. Voleva di nuovo fottere il suo povero e sensibile ano? Quel pensiero fece sussultare il suo stretto buchino ancora arrossato ma quando la vide armeggiare con le sue gambe per incrociarle alle sue cercò di comprendere dove volesse andare a parare finendo irrimediabilmente con il dover abbandonare quella missione impossibile nell'istante in cui le dita di Hilda si strinsero intorno al proprio cazzo. Strinse i denti, inspirando rumorosamente, rischiando pericolosamente di venire solamente per quel gesto.
    P-Padrona cosa sta cercando di f-aaaaahhhh...
    Il dubbio, la confusione e la perplessità vennero brutalmente assassinate dal contatto tra il membro della vampira ed il proprio e quando Hilda cominciò a masturbare entrambe le verghe contemporaneamente, il Cacciatore non potè fare altro che aggrapparsi con una mano allo schienale del divano e con l'altra al poggiolo dietro di lui, spalancando la bocca dopo un vano tentativo della sua dentatura di rimanere chiusa e serrata. Sospirò languido, gemendo subito dopo senza il minimo ritegno, accennando un leggero movimento dei fianchi per accentuare lo strofinio dei due falli uno contro l'altro. Quello era il suo premio? Poter venire insieme alla sua signora uno di fronte all'altro? Di nuovo quest'ultima lo stupì, interrompendo bruscamente quella piacevole masturbazione per poter ruotare il corpo dandogli quasi del tutto le spalle solamente per avventarsi di nuovo contro di lui e più precisamente contro la sua corolla di carne abusata. Da quella saffica posizione, per quanto scomoda, però, mentre il cazzo della vampira tornava a bussare alle porte del suo culo lo stesso sarebbe successo al proprio glande, che il Cacciatore, sfruttando una mano libera, andò ad indirizzare contro le umide labbra della donna afferrando saldamente il suo fallo a metà della sua lunghezza. A quel punto fu totalmente chiaro all'uomo quale fosse il piano della sua amante e un brivido gli scivolò lungo la spina dorsale... poteva finalmente riempire quella dolce figa che aveva avuto il piacere di servire con la sua bocca poco prima mentre la sua signora lo possedeva con quel magnifico cazzo? Spalancò la bocca, ansante, quando il corpo di Hilda, allineate le due verghe, iniziò ad avvicinarsi a quello del Cacciatore sconvolgendo in pieno la capacità di concentrazione dell'uomo. Non riusciva a decidere quale delle due penetrazioni lo facesse godere di più, non riusciva a fissarsi sulle sensazioni di una senza finire travolto dal piacere dell'altra. Non appena il membro della vampira dilatò il suo povero ano, lo stesso fece il suo glande umido di pre-sperma contro le labbra della donna obbligandolo ad irrigidire ogni muscolo del suo corpo in risposta a quella doppia penetrazione e più Hilda si faceva avanti più ai suoi gemiti si mescolavano i lamenti del suo schiavo che ben presto dovette lasciar andare il proprio fallo per potersi mordere il suo stesso dito indice in un vano tentativo di non risultare più rumoroso di quanto già non fosse.
    Nnnnnggghhh...! Di più padrona! Più a fondo! La sua figa e il suo cazzo sono meravigliosi!
    Ogni secondo che passava sentiva il suo ano riempirsi e il suo cazzo venire avvolto dalle bollenti carni della sua signora e non ci volle molto prima che le sue membra mollicce ritrovassero il vigore rubato dall'assalto di Hilda. Aprì i denti quanto bastava a liberare il suo dito e tutta la mano e mentre una ancora rimaneva ancorata allo schienale del divano, quella libera osò agire di testa propria andando ad aggrapparsi saldamente ad una natica della donna, strizzandola con tutta la tensione e la passione del momento mentre Edmond raccoglieva le forze per muovere i propri fianchi verso quelli della vampira aiutandola a congiungere i loro corpi, chiudendo gli ultimi centimetri con un guizzo in avanti che fece impattare i loro testicoli gli uni con gli altri con tale forza da fargli vedere piccoli lumini davanti agli occhi a causa del dolore.
    Non posso aspettare! Inizio a muovermi mia signora!
    Credette che l'affondo fosse stata l'unica parte faticosa ma quando cercò di tirarsi indietro per dividersi da lei si rese conto che avrebbe dovuto fare appello ad ogni briciolo di possanza. Se Hilda si fosse voltata per guardarlo avrebbe potuto ammirare la sua intera muscolatura tesa al punto da far temere che la pelle potesse strapparsi da un momento all'altro. Il Cacciatore, con i denti stretti per lo sforzo, avrebbe ripercorso all'indietro il viaggio del fallo di Hilda nel suo culo e del suo membro nel fiore della sua padrona, prendendo un'iniziativa che forse la vampira avrebbe apprezzato. Si tirò indietro per metà della loro lunghezza, ansimando in preda al piacere, per poi raccogliere il coraggio e martellare la sua nerchia marmorea in quella dolce figa, sodomizzandosi da solo col membro della vampira impegnandosi al massimo per far scontrare di nuovo i loro testicoli venendo travolto da un dolore che l'energia della lanterna avrebbe trasformato rapidamente in inebriante e perverso piacere.
    P-Padrona voglio essere io a farla godere stavolta! Ngh! Voglio sentire la sua voce mentre il mio culo massaggia il suo grosso cazzo e... Ah! ... la mia nerchia riempie la sua calda figa!
    Si sarebbe adattato al fatto che per servire Hilda, prima, si era dovuto dimostrare sottomesso e accondiscendente ma ora, paradossalmente, doveva essere lui a prendere le redini della loro unione per mostrare alla sua padrona la sua fedeltà e se la prima volta quel movimento era risultato faticoso anche a causa della scomodità della posizione, Edmond avrebbe dimostrato ad Hilda la sua abilità, riuscendo ben presto ad accelerare il loro amplesso senza dover sacrificare l'intensità di ogni affondo che sarebbe terminato sempre con il sonoro SLAP! dell'impatto dei loro testicoli.

  5. .

    Un grande passo richiede terribili sacrifici, opprimente sforzo e un'immensa volontà e nel loro viaggio Gil e Nimue avevano compiuto molto spesso dei "grandi passi" attraversando pericoli, dubbi e insormontabili ostacoli. Quel giorno, però, il destino fu più benevolo concedendo loro il beneficio di un semplice gesto in cambio di un vero e proprio salto in avanti nel vuoto. Non fu neanche necessario toccare la "mano" di quella creatura. Bastò sfiorarla, bastò che nella mente dei due amanti fosse adamantina la decisione di andare con quel bizzarro accompagnatore che a nulla servirono le grida di Edmond, a nulla servì il suo tentativo di intervenire, lentissimo in confronto alla velocità con cui il gruppetto svanì. Un battito di ciglia e rimase solo, con l'arma puntata verso il nulla mentre una timida neve decorava i ruderi di quella villa di bianco. Il respiro pesante e la fronte fradicia di sudore.
    No... Sussurrò. No no no no!!!
    Non aveva tempo per rinfonderarla così gettò l'arma a terra correndo a perdifiato verso il libro ancora a terra, inerme e dormiente ora, inginocchiandosi di fronte ad esso per poterlo afferrare e sfogliare nervosamente. La storia era la stessa... fino al finale. Nel finale il cacciatore dal cappello a tesa larga uccideva l'eroina e la storia si interrompeva bruscamente ma le parole che ora gli scorrevano davanti non erano quelle che ricordava.

    "L'Eroina sconfisse il Cacciatore dal cappello a tesa larga raggiungendo così la Torre Nera... raggiungendo così il suo amore perduto. Il ragazzo-nato-per-essere-un-sigillo barcollò e la Spada della Rovina ruggì, bramando libertà."

    I denti del Cacciatore stridevano di rabbia rischiando di andare in frantumi. Quei due avevano superato il punto di non ritorno... ed era stata proprio Ecclesia ad accompagnarli nell'Oblio.

    ***

    Per Gil e Nimue la transizione fu istantanea come lo era stata per il Cacciatore ma per loro due fu il resto del mondo a sparire dopo un singolo battito di ciglia. Il freddo, il chiarore della neve e della luna, l'odore di vecchi ruderi in quella villa abbandonata, tutto svanì per fare spazio ad un abisso oscuro infinito. Toccavano su una superficie solida e potevano camminare su di essa ma la totale assenza di riferimenti visivi li faceva sembrare sospesi in un vuoto senza apparente fine in ogni direzione. Di fronte a loro la creatura sembrava osservarli, silenziosa. Ritrasse il drappo che aveva offerto a Nimue come una mano e poi il suo intero corpo pulsò in un profondo sospiro.
    Ho... abbiamo aspettato a lungo l'arrivo di un cuore colmo d'amore e di spirito ribelle.
    I drappi volteggiavano e vibravano seguendo il ritmo e la melodia delle parole e di quella voce fortemente femminile e giovane sicuramente appartenuta ad una ragazzina piena di gioia ma che ora trasmetteva solamente una profonda tristezza e solitudine. La creatura fece un mezzo giro su se stessa, presumibilmente voltandosi per dar loro le spalle, iniziando a scivolare in una direzione imprecisa, allontanandosi dai due. Gil Poltergeist. Nimue Angus. Seguitemi. Morgan vi aspetta. Aggiunse senza mai fermarsi ma... cos'aveva detto? Chi li aspettava? Doveva aver nominato un nome, forse quello di una persona ma la mente di entrambi sembrò incapace di comprenderne il suono, di memorizzarlo e se entrambi avessero sforzato le loro sinapsi per ripercorrere le parole della creatura avrebbero scoperto che ogni tentativo di ricordare avrebbe provocato loro una leggera nausea e giramento di testa.

  6. .

    Successivamente, quando tutto quello fosse finito, avrebbe rimuginato sulle parole di Hilda e su quella bizzarra affermazione riguardante una "dea" che lei avrebbe dovuto ringraziare per quel dono come farebbe un vero e proprio accolito o fedele di qualche stramba setta ma la situazione lo vedeva totalmente impossibilitato a dare attenzione o a comporre riflessioni a tutto ciò che non fosse stato un complimento della sua signora per la propria performance. Quelle furono le uniche parole che arrivarono solide e chiare alle sue orecchie senza perdersi nella nebbia della sua mente, scaldandogli il petto di un orgoglio bruciante ma anche di un inaspettato stupore. Davvero il vigore incontenibile della sua padrona era tutto merito suo? Erano stati i suoi versi e il calore del suo stretto culo ad eccitarla così tanto da sfoggiare quell'enorme cazzo eretto davanti al suo volto anche dopo averlo riempito con quell'orgasmo così pregno di potere? Il suo intero corpo sembrò reagire alla gioia nel suo cuore rilassandosi accettando il suo posto sotto di lei mentre il suo ano pulsò dolorosamente ricordandogli la foga con cui Hilda lo aveva posseduto poco prima. Soppresse un gemito infastidito allungando il più possibile la lingua contro la verga che la sua signora strofinava senza nessuna pietà contro il suo viso dandogli così la possibilità di dare la giusta attenzione anche ai suoi testicoli che cercava di non lasciarsi sfuggire mai ogni qual volta arrivavano a tiro della sua bocca: spalancava le labbra per poterli accogliere tra di esse, succhiandoli teneramente, cercando di assimilare ogni briciolo di calore ed energia che quelle due sfere emanavano senza nessun freno. Ogni leccata e bacio sulle palle di Hilda appesantiva ancora di più la sua già debole lucidità come se il diretto contatto con i suoi genitali così vicini al suo cervello fosse molto più efficace per il suo controllo mentale di una crudele sodomizzazione. Sicuramente un dettaglio estremamente pericoloso che ad Edmond non interessò minimamente. Mugolò triste quando per l'ennesima volta Hilda ancheggiò verso il basso allontanando i suoi testicoli, obbligandolo rapidamente a tornare a leccare voracemente la sua intera verga senza perdersi nessuna vena gonfia su di essa almeno finché, all'estremità opposta, non fece di nuovo capolino il glande gonfio e umido di seme che il Cacciatore non esitò a baciare, uscendo la lingua per poterla far vorticare intorno ad esso, usando la punta per stimolare e stuzzicare proprio l'uretra.
    La mia unica dea è lei mia signora... solo una dea potrebbe avere un cazzo così pieno di potere...
    Non aveva idea, a quel punto, dello stato in cui si trovasse il suo viso e di come le sue labbra si fossero arrossate e gonfiate proprio a causa della foga e della passione con cui donava tutto il suo amore alla verga della vampira ma era assolutamente certo che non ce l'avrebbe fatta senza sfogarsi rabbiosamente contro il suo di povero membro ancora semi floscio, stretto in una presa ferrea da entrambe le mani che lo torturavano masturbandolo energicamente. Più sentiva quella carne marmorea strofinarsi contro il suo viso, più sentiva la voce di Hilda spezzarsi dal piacere che lui stesso le stava donando e più la sua mente e il suo ano tenevano viva la memoria di come la sua signora lo aveva scopato brutalmente, più i muscoli delle braccia imprimevano forza ai suoi movimenti col rischio concreto che Edmond finisse per scuoiarlo del tutto... ma quanto poteva durare? Non aveva mai ricevuto il permesso della padrona per un simile gesto e la sua coscienza deviata e corrotta non smetteva di ricordarglielo tentando invano di fermare quel suo patetico e umiliante tentativo di sfogare un piacere insostenibile che divenne ancora più intenso quando Hilda iniziò a spingere il proprio glande contro le sue labbra schiuse. Mugolò prima sorpreso ma la vampira non avrebbe percepito la minima resistenza all'ingresso del gonfio glande che venne, invece, accolto dalla pressione delle labbra calde dell'uomo e dalla stessa lingua che lo carezzò dolcemente come a volergli augurare un buon ritorno a casa. Edmond si preoccupò di aggiustare immediatamente la posizione del collo mentre le sue palpebre vibravano estasiate alla penetrazione, centimetro dopo centimetro, quella possente verga di carne. Poteva farcela, poteva sopportarlo finché Hilda gli lasciava la possibilità di masturbarsi...
    HM?! Squittì a bocca piena, sgranando gli occhi quando le mani della vampira gli afferrarono i polsi. Stavolta fece resistenza, inconsciamente e Hilda si sarebbe resa conto da quel semplice battibecco tra le sue mani e quelle di Edmond, di quanto fosse davvero forte quell'uomo e di quanto, probabilmente, si stesse trattenendo proprio a causa dell'indottrinamento alla sottomissione che lei stessa gli aveva inflitto. I suoi muscoli per un attimo si gonfiarono ma più il cazzo della donna gli entrava in gola più l'eromanzia e l'energia della lanterna influenzavano i suoi pensieri e la sua eccitazione. Più quel cazzo lo riempiva e soffocava più Hilda diveniva bella, forte e lui piccino e debole al punto che per la donna non sarebbe stato per nulla difficile strappare la presa dal membro del Cacciatore e schiacciargli i polsi ai lati del capo. Sospirò lamentoso sotto di lei e ben presto gli stessi fianchi dell'uomo iniziarono ad ancheggiare delicatamente verso il nulla mentre il suo membro tornava a pulsare e indurirsi lentamente proprio a causa di quell'improvvisa privazione. Doveva trovare un'altra valvola di sfogo, doveva saziare quel bisogno in qualche altra maniera e proprio come Hilda aveva sperato, furono proprio la sua bocca e la sua gola a farsi più aggressive ed esigenti soprattutto quando la vampira spinse i fianchi ulteriormente in avanti. Edmond inarcò il collo per facilitarle l'ingresso circondando l'intera mole dell'asta con quelle labbra ormai gonfie come quelle di una vera puttanella succhiacazzi mentre la sua gola abbracciava la turgida presenza in essa come a volerla invitare a farsi avanti, trascinandola lui stesso verso il fondo e più lo faceva più il suo membro alle spalle di Hilda si sollevava pulsando con tale forza da mandare vere e proprie scariche di piacere direttamente al suo cervello invaso dai fumi dell'eromanzia e della lussuria. I suoi occhi iniziarono a rivoltarsi verso l'alto e cristalline lacrime gli solcarono le guance proprio a causa dello sforzo e della confusione nella sua povera testa che ormai gli suggeriva solamente di accogliere sempre di più il cazzo della sua padrona in gola perché non solo lei lo trovava arrapante ma anche perchè ci sarebbe stato un premio speciale per lui. Cercò di aprire gli occhi devastati dalla lussuria e il suo sguardo supplichevole tentò di incrociarsi con quello di Hilda che avrebbe letto in essi soltanto il bisogno incontenibile di essere nuovamente posseduto da lei.

  7. .

    Gemeva e ansimava rumorosamente quanto lei ad ogni prepotente pulsazione di quell'abnorme cazzo eretto nel suo didietro beandosi del calore di ogni schizzo di sperma che non faceva altro che ingrandire il gonfiore del suo ventre cercando di sfogare la sua perversa frustrazione sul proprio membro semi-floscio con entrambe le mani. Non aveva la forza di spalancare gli occhi ancora pesanti e socchiusi o sollevare il capo abbandonato sul poggiolo del divano alle spalle del Cacciatore quindi gli fu impossibile rendersi conto degli effetti che stava avendo sulla vampira stessa. La vedeva solamente come la sua dominatrice, la sua signora e padrona, di conseguenza la sua mente si rifiutava di pensare che lei potesse star venendo addirittura sedotta dalla sua sottomissione totale. Ogni sua azione, ogni sua parola non erano dettati dal bisogno di essere sexy o arrapante ai suoi occhi ma dalla necessità e l'obbligo di compiacerla come il bravo beta che era e che la sua testa gli imponeva di essere. Quello era il suo posto, sotto Hilda pronto ad aprire le cosce in qualunque momento lei lo avesse ordinato o avesse avuto anche solo la minima voglia di sfogarsi dopo una giornata grigia o solo per il piacere di farlo... come poteva anche solo immaginare di rifiutarsi? Se solo avesse trovato una remota motivazione, essa sarebbe svanita nell'istante in cui l'uomo aprì debolmente gli occhi, stringendo i denti e mugugnando di piacere quando l'ultimo fiotto di seme invase le sue interiora, riuscendo finalmente ad ammirare la donna sopra di lui in tutta calma. Piegato in quella maniera, con i fianchi verso l'alto, Hilda torreggiava su di lui ancora più minacciosamente come fosse stata alta diversi metri in più facendolo sembrare incredibilmente piccolo e indifeso. Il cervello del Cacciatore sembrava non stufarsi mai di memorizzare quei momenti e di ricordargli quanto fosse forte e bella come un amazzone la sua padrona, generosa sia nelle forme femminili che in quelle maschili che riusciva a percepire perfettamente mentre tenevano dilatata la sua povera corolla di carne pulsante e arrossata. Voleva baciarla ancora, voleva sentirla contro il suo corpo dopo quell'orgasmo e perdersi di nuovo nella morbidezza di quelle labbra e nella pericolosità di quelle zanne affilate. Si leccò le proprie, di labbra, diverse volte, raccogliendo inconsapevolmente piccoli residui del suo stesso sperma che gli insozzava torace e parte del viso e desiderò gustare il suo stesso seme attraverso la sua padrona ma... non successe. Hilda lo guardò compiaciuta e rise in un modo che fece vibrare di eccitazione i suoi testicoli. Lei sapeva benissimo cosa stesse immaginando il Cacciatore e volutamente lo stava privando di esso.
    P-Piano, padrona...!
    Hilda fece effettivamente molto piano ma Edmond realizzò molto rapidamente che non fu l'idea migliore. Il solo gesto di cominciare l'estrazione di quella mostruosità fu sufficiente a mungere nuove cristalline gocce di pre-sperma dall'uretra dell'uomo che gettò il capo all'indietro, strizzando gli occhi mentre la bocca, al contrario, andò a spalancarsi così da liberare gemiti e lamenti degni di una puttanella di prim'ordine e le sue mani si strinsero intorno al proprio fallo. Ansimò selvaggiamente percependo, grazie alla corolla di carne del suo stretto ano martoriata, rossa e sensibile, ogni venatura e ogni leggero gonfiore o imperfezione lungo tutta la superficie di quel meraviglioso cazzo degno di una dominatrice. Velocemente una sensazione di vuoto si impadronì del suo corpo ma Hilda fu molto abile a sopprimerla indugiando con quel gonfio glande dentro di lui, tenendo dilatato il suo buchino il tempo necessario a scoccare vere e proprie scariche di piacere fin dentro le sue sinapsi che dimenticarono in pochi secondi l'assenza della vampira.
    Padrona... il suo cazzo... padrona...! Biascicò debolmente per tutto il tempo tra versi indecenti e umilianti finché un urletto più acuto non anticipò l'attimo in cui le carni della sua corolla non furono più in grado di trattenere la virilità di Hilda che saettò verso l'alto come provvista di un potente meccanismo a molla mentre il suo intero corpo si adagiò sul divano, ansante. Riusciva a sentire il suo ano ancora dilatato pulsare furiosamente ma ogni pizzico di dolore si trasformava velocemente in piacere e calore per le sue membra stanche. Se Hilda avesse desiderato essere ammirata ci sarebbe riuscita senza il minimo sforzo perchè gli occhi di Edmond non ci pensarono due volte a posarsi su quel possente cazzo ancora eretto come se fino a quel momento non fosse stato impegnato a possedere il suo culo e venire copiosamente in esso. Non c'era traccia di stanchezza o di esitazione, la vampira non si era nemmeno scaldata e lui invece già si sentiva uno straccio, schiavo totale di una lussuria che desiderava provare ancora ma che non era più tanto sicuro di poter sopportare. Deglutì, intimorito dal vigore intoccato della sua signora che ad un esame più attento sembrò essere addirittura cresciuto e aumentato e non riuscì a spiccicare mezza parola mentre la donna si riposizionava sopra di lui, salendo con il bacino fino a che il Cacciatore non si ritrovò quella stessa verga sospesa proprio sopra la sua faccia.
    Siete così bella mia signora... così possente...
    Poteva vedere tutto di lei, anche la sua parte femminile che aveva avuto il piacere di gustare poco prima e che ora sembrava pronta ad accogliere la carne dura di un vero stallone. Fece stridere i denti sotto le labbra serrate come se un primordiale desiderio fosse tornato a galla. Una voce nel profondo della sua testa che gli intimava di ribaltare la situazione, gli gridava di prendere quella maledetta puttana e scoparla fino a spezzarle il cervello in due. Inghiottì densi grumi di saliva cercando di ignorare quei pensieri ma gli fu impossibile non figurarsi nella sua testa la sua padrona gridare il proprio nome mentre era il suo cazzo a riempirle quelle dolci e gonfie labbra invece del contrario. Gridava e gridava a squarciagola da un angolo buio e lontano della sua testa e forse... forse avrebbe dovuto ascoltarla? Forse ora aveva abbastanza energia da metterla sotto e fotterla fino a farla svenire? Quando Hilda abbassò improvvisamente i fianchi non seppe di aver appena soppresso di nuovo la lucidità di Edmond interrompendo così un incombente disastro. Non appena il Cacciatore sentì il peso e il calore di quel palo di carne duro come se Hilda lo avesse appena sfoggiato, la voce nella sua testa venne brutalmente azzittita e, com'era successo anche alla donna poco prima, le pupille dei suoi occhi assunsero "metaforicamente" la forma di due cuoricini. Quel cazzo era così duro, così grosso che dubitò di essere appena riuscito a prenderlo nel culo completamente e, inconsapevolmente, si ritrovò ad annusarlo docilmente, inebriandosi degli odori dolci e femminili emanati da esso. L'energia che scorreva dentro quella mazza turgida era così intensa e calda che iniziò a pensare che la loro prima sessione di sesso non fosse mai avvenuta, che fosse stata solamente un sogno come lo era il bruciore del suo didietro e la galoppante eccitazione nel suo petto. La sua signora non era minimamente provata segno che poteva scoparlo e possederlo ancora per diverso tempo... si sentì arrapato e intimorito allo stesso tempo.
    La voglio ancora padrona... voglio questo potente cazzo dentro di me ancora e ancora...
    La lingua dell'uomo scivolò timidamente fuori le sue labbra non appena Hilda iniziò a strofinare il suo membro contro la pelle nivea del suo viso zozza di seme e non ci pensò due volte a rispondere a quei movimenti con piene lappate atte a spingere l'intera superficie carnosa di quell'appendice contro la pelle dura e calda del sesso della sua padrona. Cercava di arrivare dove fosse possibile, cercava di gustare ogni angolo della sua virilità, soffermandosi soprattutto sul glande gonfio e sulle sue palle se Hilda gliene avesse dato la possibilità mentre con entrambe le mani riprendeva a masturbare furiosamente alle spalle della vampira il suo povero membro ancora totalmente ignorato.
    E' ancora così duro e caldo... eppure mi ha scopato così duramente mia signora... è venuta così tanto...
    La sua voce languida ed eccitata veniva fuori tra un bacio e l'altro, tra una leccata e l'altra contro quel cazzo traboccante di potere combattendo anche contro i lamenti provocati dalla furia che stava mettendo nella masturbazione. Era genuinamente stupito del vigore di Hilda ma questo non gli impediva di servire e coccolare il suo cazzo come il bravo schiavo che era.

  8. .
    Nome partecipanti: Gil&Nimue Vs Edmond
    Link dello scontro: [Operazione] Gemma +3 "La Spada, il Libro e il Cacciatore"
    Inizio e termine: Da 10/3/2023 a 25/4/2023
  9. .

    Qualunque fosse il segreto di Hilda ormai riusciva a percepirlo sotto la pelle e fin dentro l'anima. Una bizzarra energia, un influsso subdolo capace non solo di eccitarlo alla follia e amplificare l'influenza della vampira su di lui ma anche rendere il dolore di quell'amplesso un piacere insostenibile, un piacere di cui rischiava la dipendenza. Riusciva ancora a sentirlo, il dolore, in ogni affondo della donna, un piccola stilettata che partiva direttamente dalla sua povera corolla di carne, forzatamente dilatata e posseduta dalla passione travolgente della sua focosa padrona, per poi espandersi come uno tsunami a tutto il resto del corpo fino alla punta delle dita ma quando lo faceva il suo cervello non lo elaborava più come dolore ma come puro, lussurioso e insopportabile godimento al punto che la stessa eromanzia che Hilda emanava senza controllo cominciava quasi a divenire superflua, un condimento piacevole aggiunto ad un piatto già incredibilmente saporito e quel piatto aveva l'aspetto di una vera dea che ora dominava non solo il suo corpo mortale ma anche la sua essenza e la sua mente che ritenne necessario mettere ogni ricordo inutile da parte per fare spazio a lei. Gli sarebbe stato impossibile dimenticare quella pelle scura e quei capelli lunghi e violacei, quegli occhi affilati dalle sclere nere e le iridi dorate e quel corpo scolpito da una divinità del sesso per portare la sua parola sul pianeta Terra... e quella parola doveva essere particolarmente intensa. La vampira non gli stava dando un attimo di tregua e più lui godeva più lei si faceva aggressiva e più lei scopava il suo culo rudemente e senza la minima pietà, più Edmond spalancava la bocca senza alcun freno lasciando fluire all'esterno gemiti indecenti spezzati solamente dal respiro corto e ansante che seguiva passivamente il ritmo e la cadenza con cui le grosse palle della donna impattavano crudelmente sulla sua pelle pallida e ora parzialmente arrossata da quei continui "schiaffeggiamenti" ad indicare il momento in cui quella carne marmorea si prendeva ogni centimetro della sua interiora modellandole alla sua forma spinta dopo spinta.
    N-no padrona! Non me l'ha d-EH!-tto! Aaaannnhhh...
    Sollevò servilmente il volto, chiudendo gli occhi ed esponendo il collo quando Hilda volle assaggiarlo con le proprie dolci labbra, gemendo senza ritegno oltre a mordersi il labbro inferiore nel percepire i canini affilati scivolare su quella pelle tesa e nivea quasi desiderando che lo mordesse di nuovo per mettere ulteriormente in chiaro la gerarchia tra loro due. Ma ce n'era davvero bisogno? Non era già sufficiente il modo in cui corpo del Cacciatore si contorceva sotto di lei ogni volta che la distanza fra i loro bacini si riduceva a zero? E cominciava ad avvenire sempre più rapidamente, sempre più intensamente e sempre più rumorosamente. Hilda stava massacrando la sua povera prostata ma non sembrava preoccuparsi di ciò nella maniera che l'avrebbe portata a fermarsi per sincerarsi se il giovane sotto di lei, una maschera di doloroso piacere, stesse bene. Il suo interesse era indubbiamente indirizzato verso il totale peggioramento della sua condizione già completamente disastrata e anche ridotto in quello stato Edmond poteva capirlo. Quel cazzo era durissimo e Hilda lo sbatteva dentro di lui con il preciso scopo di abbattere ogni traccia di lucidità che ancora gli permetteva di esprimersi a parole invece che semplici e umilianti versi ma quando sollevò il busto per tornare in posizione eretta mostrandosi di nuovo in tutta la sua indescrivibile bellezza... niente di tutto quello fu più importante. Quella vampira poteva scoparlo fino alla follia, poteva fotterlo fino a fargli incrociare gli occhi e penzolare la lingua e lui avrebbe sempre goduto proprio come lei voleva e come stava facendo proprio in quel momento mentre la sua signora ancheggiava furiosamente, dominando le sue interiora ormai sempre più abituate a quella erculea presenza. Edmond sciolse l'abbraccio dietro il collo della donna quando essa sollevò il busto per poi piegare le braccia sopra la sua testa in modo tale da afferrare il bracciolo dietro di lui con entrambe le mani quando Hilda lo prese sotto le cosce indirizzando il suo bacino verso l'alto come poco prima, senza mai smettere di riempire la stanza dei rumori osceni della loro unione. In quella posizione non poteva più nascondersi ed Hilda avrebbe avuto una panoramica senza filtri dei suoi denti serrati in una smorfia in un vano tentativo di sopportare un piacere ormai insostenibile e degli occhi chiusi come se l'uomo fosse stato impegnato in uno sforzo considerevole o in un compito faticosissimo che però stava irrimediabilmente fallendo. La mano sinistra scattò immediatamente verso il suo basso ventre, afferrando prima i propri testicoli così da poterli massaggiare per poi scivolare verso la propria asta ancora floscia, masturbandola furiosamente nonostante non desse molti segni di vita.
    Si... si... si m-mia padrona! Voglio godere con lei! Voglio impazzire di piacere! Voglio che la mia signora mi scopi finché non sarà sazia!
    Spalancò gli occhi, piagnucolando quelle parole con una fatica immensa combattendo contro quello stesso amplesso, che minacciava di rigettargli ogni parola in gola per sostituirla con un verso privo di qualsiasi dignità, e contro la figura di Hilda, piegata su di lui, che poteva ammirare come un quadro pregiato e magnifico. I seni della sua signora ondeggiavano ipnotici ad ogni movimento, sussultando sensualmente ogni volta che la vampira imponeva la sua dominazione su di lui sottoforma di poderose e selvagge penetrazioni della sua intera virilità che terminavano sistematicamente con uno schiaffo delle sue palle gonfie e calde. La sua espressione condivideva insieme a lui la totale assuefazione a quel travolgente piacere ma il sorriso malizioso lasciava intendere che fosse lei a tenere le redini della loro unione e che per quanto fosse assoggettata a quelle sensazioni non era lei la schiava fra i due ma quella che generava quelle stesse sensazioni. In quella posizione, poi, poteva vederlo chiaramente. Poteva vedere senza problemi quella carne venosa e spietata apparire per un breve attimo solamente per essere schiantata e martellata verso il basso subito dopo, facendolo sussultare e squittire di piacere come una qualunque donnicciola di poca esperienza e ciò non fece che peggiorare quando Hilda sollevò il suo bacino ancora di più. Sussultò sorpreso nel vedersi sollevare ulteriormente e ammirare la vampira posizionarsi in modo tale da martellare la sua verga perfettamente in verticale. Fu sufficiente il primo affondo profondo e spietato per farlo gridare e ansimare disperatamente e quando fu chiaro che Hilda era decisa a trasformarsi in una vera e propria belva affamata di sesso, Edmond non potè fare altro che arrendersi a quella furia, cercando inutilmente di sfogarsi continuando a masturbare tristemente il proprio cazzo floscio gemendo ormai preda delle ondate di piacere che gli annebbiavano una mente ormai già estremamente compromessa. Riusciva solamente a biascicare suppliche di essere fottuto con maggior forza, ringraziamenti verso la sua padrona o signora per il piacere che gli stava donando e per la passione con cui scopava il suo culo ormai dilatato e abusato oltre ogni limite. Di tanto in tanto, quando il cazzo di Hilda si abbatteva sulla prostata del Cacciatore, i suoi testicoli trovavano la dolorante spinta a spremere fuori dall'uretra del suo membro a riposo timidi getti di pre-sperma che andavano ad imbrattargli il torace con quel liquido cristallino.
    Venga dentro padrona! La prego!
    Riusciva a sentirlo, quel cazzo, pulsare dentro le sue strette interiora fino a gonfiarsi e aumentare le sue dimensioni e dal modo in cui la vampira aveva intensificato l'amplesso fino a renderlo più simile all'accoppiamento tra due bestie impazzite era piuttosto ovvio che stesse raggiungendo l'apice del piacere. Una sensazione di orgoglio gli scaldò il petto oscurando totalmente il suo bisogno di venire. Non era lui che doveva sfogarsi ma Hilda e nulla l'avrebbe reso più felice di vederla svuotarsi le palle direttamente nel suo culo. Spalancò la bocca, gemendo a perdifiato mentre la donna dava sfogo ad ogni briciolo di passione e lussuria, portandolo letteralmente a gridare e piagnucolare disperato mentre il bruciore della sua corolla dilatata si trasformava in inebriante piacere. Le gridò di venire, di riempirlo, la supplicò di fargli sentire quella sborra calda riversarsi nel suo corpo e nel farlo non smise un attimo di masturbare il proprio deludente cazzo che non sembrava essere in grado di fare altro se non schizzare patetici nastrini di seme sul divano o contro la sua stessa pelle. Quando Hilda affondò l'ultima volta, Edmond strabuzzò gli occhi vedendo le stelle mentre il suo culo si contraeva così da poter letteralmente mungere ogni goccia di quell'orgasmo dai testicoli della donna e mentre la vampira veniva, ogni volta che un fiotto di sperma gli scaldava il ventre, il suo cazzo floscio pulsava e rigurgitava una mediocre quantità di seme provocandogli un intenso dolore testicolare come un tubetto di dentifricio che viene spremuto per estrarne le sue ultime rimanenze sul fondo. Mugolò come un gattino quando Hilda martellò di nuovo il suo cazzo dentro di lui solamente per riempirlo sempre di più con quella sborra dalle proprietà quasi afrodisiache e ben presto il Cacciatore smise di pensare ai galloni che la donna stava riversando nel suo ventre ormai gonfio, beandosi solamente della sensazione di pienezza che lo faceva sentire al settimo cielo. Non ci volle molto prima che gli addominali scolpiti assumessero delle fattezze molto più rotonde e morbide e che il Cacciatore squittisse debolmente ogni volta che Hilda depositava un nuovo carico di sperma direttamente nel suo stomaco. Rimase docilmente in quell'umiliante posizione a gambe sollevate, attendendo con un espressione beata che Hilda scaricasse ogni singola goccia del suo orgasmo.
    Lo voglio... p-padrona... voglio che mi renda suo... tutto suo...
    La vampira non era l'unica stordita da quell'esplosivo piacere ed Edmond non pensò a fondo alle implicazioni di quelle affermazioni. Non aveva idea di che cosa significasse essere "tutto per lei" e francamente non gliene fregava niente. Sporco sul torace e sul viso del suo stesso sperma schizzato debolmente dal suo membro che continuò lentamente a masturbare con entrambe le mani, il Cacciatore farfugliò quelle parole desiderando solamente che Hilda lo trasformasse nella sua puttana nella maniera più aggressiva e umiliante possibile.



    Edited by Exogenesis - 27/4/2023, 22:02
  10. .
    Mi dichiaro sconfitto. Data la situazione ingestibile e la scarsa riserva di energia non mi sembra il caso di prolungare inutilmente il combattimento. E' stato comunque divertente e sicuramente Gil e Edmond si rivedranno ma per ora... beccatevi la sweet lore.

    La situazione iniziava a farsi un po' troppo spinosa e per quanto potesse prolungare quello scontro sfruttando la sua parlantina non c'era modo che il suo avversario decidesse di concedergli abbastanza tempo da recuperare sufficientemente le forze. L'intuizione del Cacciatore era stata corretta, c'erano effettivamente due ragazzini sul campo di battaglia e a dargliene la conferma fu proprio il Gil accompagnato da Nimue che decise finalmente di rivelarsi abbandonando la sua posizione alle spalle della colonna. Cos'aveva scatenato quella divisione e soprattutto... quando era successo? Nel momento in cui aveva sparato attraverso la colonna e il suo avversario aveva deciso di appendersi ad essa? Entrambi condividevano un braccio e una gamba mutata, gli stessi arti che lui stesso aveva fatto esplodere segno che lo sdoppiamento era in grado di creare una copia uno a uno in tutto e per tutto. Erano state le ferite? Che il suo corpo avesse risposto alle ferite che gli aveva inflitto per scatenare la clonazione? Che limite c'era alla sua capacità di divisione? A quella domanda non aveva risposta dato che sarebbe potuto essere quello il suo limite come non avere nessun limite. Fatto stava che nelle sue condizioni anche due potevano risultare un problema irrisolvibile e aveva come l'impressione che Gal non gli sarebbe stata di molto aiuto. Quel giovane emanava una forza considerevole, una forza che neanche lui era convinto di poter contrastare.
    Migliore di voi? Nessun Cacciatore è migliore della preda che insegue. Noi siamo mostri, sentenze di morte viventi per coloro che abbracciano il male. Non devo conoscervi per saperlo, per sentire ciò che avete fatto in nome di qualche puerile trauma infantile.
    Portò la mano libera dietro la vita, estraendone una pistola dall'aspetto antico ma così curata e rifinita da sembrare più recente di quanto non apparisse e nel farlo Gal si attaccò alla sua schiena maggiormente come consapevole di quale fosse il ruolo di quell'arma. Edmond aveva accettato quella come sua possibile ultima caccia e come ogni guerriero della loro fratellanza era anche pronto a mettere fine alla propria vita se quello significava eliminarli entrambi.
    In cosa sarei diverso mi chiedi, Nimue? Davanti a me ci sono due luridi pezzi di merda che puzzano con lo stesso odore rancido del male più puro e non due donzelle il cui unico errore è stato dedicarsi all'erboristeria. Io caccio i colpevoli.
    Eppure c'era esitazione nel suo cuore. Esitazione per l'intero esito di quella battaglia. Non c'era stata incertezza contro di lei, contro quella giovane il cui unico errore era stato innamorarsi della persona sbagliata e dopotutto... non era poi così diverso con quei due. Nimue le ricordava quella ragazza perduta in un bosco oscuro da cui non era più possibile uscire. Era giusto sporcarsi le mani di nuovo? Strinse entrambe le pistole nelle mani pronto a battersi con Gil e il suo clone.
    Edmond... lasciali andare.
    La sicurezza nei suoi occhi crollò quando quella voce attirò la sua attenzione nel punto in cui Nimue aveva poggiato il libro. Di fianco ad esso, in piedi, lo guardava una giovane ragazza sorridente la cui sola presenza era sufficiente ad emanare una tale pressione energetica da far tremare le colonne della villa, aprendo crepe nel marmo. Eppure la ragazza dalla pelle pallida e i capelli biondo platino, delicata all'apparenza come una bambola di porcellana durò solamente un battito di ciglia di tutti i presenti. I loro occhi si sarebbero chiusi per una frazione di secondo necessaria ad idratare i loro bulbi oculari ma quando si fossero riaperti la ragazza non sarebbe stata più lì. Al suo posto una strana creatura composta da una moltitudine di drappi neri dalle rifiniture rosse giaceva silente di fianco al libro. Sembrava celasse un corpo al di sotto ma era molto difficile da dire. Come per la giovane ragazza, anche quella creatura emanava una potenza ultraterrena, quasi aliena perfino a Edmond e Gil.

    E così l'eroina sconfisse il Mietitore dal cappello a tesa larga, raggiungendo infine l'agognata Torre Nera, cambiando il corso della storia.

    Quella voce imponente venne proiettata direttamente nelle loro teste e per Nimue, molto più sensibile di Gil e del Cacciatore, sarebbe stato doloroso come se migliaia di chiodi le venissero conficcati direttamente nel cervello. Le parole che aveva letto nel libro le passarono davanti agli occhi come immagini nitide. Immagini di disperazione, d'amore, di conflitti e inganni, immagini di sacrifici e battaglie, di tradimenti e passione. Immagini di una giovane dalla pelle pallida e i capelli biondo platino che combatteva fieramente contro un figuro dai capelli argento, gli occhi bendati e due enormi revolver alle mani. Non era elegante come Edmond, era letteralmente vestito con una tuta da combattimento che appariva cucita da qualcuno che pensava più alla funzionalità che all'aspetto e con sulle spalle una mantella lacera. Sulla testa un ampio cappello di pelle consunta. Le immagini guizzarono rapidamente una dopo l'altra come in un potentissimo trip acido che avrebbe messo a seria prova la stabilità mentale della povera strega. Gil avrebbe sicuramente accusato il carico mentale anche se in modo molto più lieve rispetto alla sua amata mentre Edmond non sarebbe apparso minimamente intaccato, trovando facilmente la forza per sollevare la sua Contender verso la figura di drappi neri e rossi.
    Cosa vai blaterando?! Non sono ancora sconfit-
    Un altro battito di ciglia dei presenti e la figura svanì. Al suo posto la giovane angelica e delicata era al fianco di Edmond mettendogli una mano sulla mano che reggeva l'antica pistola, paralizzandolo sul posto. Lo guardò con occhi compassionevoli e pietosi, occhi che celavano molte più emozioni di quelle che volevano far trasparire.
    Smettila immediatamente.
    Un altro battito di ciglia e la figura di drappi neri e rossi si sostituì alla giovane pallida e Gal fu più rapida ad intervenire di uno scioccato Cacciatore.
    EDMOND! Gridò la Yogami spintonandolo via con tutta la sua forza tanto che il Cacciatore ruzzolò a terra per diversi metri riuscendo a recuperare la stabilità un attimo prima che la figura sollevasse i suoi drappi sul corpo di Gal, facendoli scattare in ogni direzione riducendola ad un colabrodo morente di tagli e mutilazioni. La sfera della Costrizione la riassorbì al suo interno e la figura, parzialmente soddisfatta, si voltò verso la coppietta sollevando un drappo in direzione di Nimue.

    Eroina della storia. Prendi la mia mano così che possa accompagnarti alla Torre Nera.

    Stavolta la voce non le provocò dolore o disagio e lo stesso fu per Gil. Era il tono di qualcuno che è pronto ad accompagnare due prescelti verso il loro destino. Verso l'Infinito.
    Non ascoltatela! Non toccatela!
    Gridò disperato il Cacciatore in un ultimo vano tentativo di fermare quella follia.

  11. .

    In quel momento Gabriel era un vero e proprio caleidoscopio di emozioni diverse e l'occhio attento di Hecarim fece di tutto per non perdersene neanche una. La rabbia bruciava nei suoi occhi e in quel ringhiare strozzato sotto la presa della sua mano ma il suo corpo tremava in preda alla paura di fronte alla consapevolezza di trovarsi in una trappola da cui non poteva sfuggire e di fronte ad una creatura che non ammetteva disobbedienza. Il suo corpo, invece, il più sincero, sprizzava eccitazione da tutti i pori quasi a volersi mettere in mostra per il centauro che non aveva occhi che per lui, per quei muscoli appena accennati di un ragazzo che si era impegnato parecchio per fare colpo su una giovane della sua età finendo solamente per attirare le attenzioni di una belva selvaggia. Voleva leccare quei pettorali e succhiare e mordere i capezzoli sotto la divisa, così turgidi che poteva vederli attraverso essa. L'odore pungente di sesso proveniente dal suo basso ventre gli riempiva le narici trasformandosi in veri e propri stimoli per il proprio cazzo che come una gigantesca anaconda nascosta in una stretta cava cominciava a muoversi e a pulsare, vicino allo svegliarsi dal suo profondo torpore. Gabriel arrivò addirittura a calmarsi nell'udire il suo racconto ma ciò che lo eccitò maggiormente fu il suo spirito combattivo che, invano, tentò in ogni modo di difenderlo dall'assalto di Hecarim, dalla mano che gli strizzò le guance e da quella che optò per una meta molto più ambita. Sentirsi toccare da Gabriel era una sensazione paradisiaca anche se quelle fragili dita perpetravano uno scopo tutto diverso da quello che avrebbe voluto vedere. Cercavano di scacciarlo, di spingere via le sue braccia con ben poco, anzi nessun, successo e più tentavano più Hecarim si faceva opprimente, arrapato e arrogante fino a raggiungere il suo pacco che strinse con una foga tale da rischiare di stritolarlo come una lattina. Bastò quel brevissimo ordine e il suo sigillo fece il resto bruciando come un tizzone ardente sulla carne della natica del suo amato cucciolo.
    Bravo, così cucciolo mio.
    Sussurrò soddisfatto il centauro, incurvato su di lui come un mostro pronto a divorarlo. Hecarim fissava con occhi spettrali e spiritati il giovane sotto di lui contorcersi come un verme contro la mano che teneva saldamente i suoi genitali per intero beandosi dell'intensità dell'orgasmo che stravolse il giovane studente e degli effetti che ebbe su di lui. Stringeva in risposta le dita ogni volta che Gabriel si premeva contro di esse ancheggiando pateticamente davanti all'uomo che un attimo prima aveva cercato in tutti i modi di rifiutare ma come poteva biasimarlo? Quel povero ragazzo aveva passato mesi torturato dall'impossibilità di godere di un orgasmo completo e soddisfacente e ora che finalmente ne stava attraversando uno... non voleva assolutamente fermarsi. Il centauro dovette combattere con il bruciante desiderio di strappargli i vestiti e montarlo come una furia e lo stesso Gabriel con quei teneri versi da cucciolo in calore non gliela stava rendendo assolutamente facile tanto che nel momento in cui percepì le sue mani arrendersi e adagiarsi sul petto villoso dell'omone, quest'ultimo abbandonò la presa sul viso del ragazzo per poter poggiare la mano sugli scaffali alle sue spalle e arricciare le dita come a voler afferrare un oggetto invisibile che poteva stritolare per sfogare e alleviare i suoi più bestiali istinti. Chiuse gli occhi per un breve attimo, sospirando per poter mantenere la calma necessaria per non avventarsi su quel meraviglioso gioiello ancora impegnato a godere del suo orgasmo per poi chiudere improvvisamente le distanze con il ragazzo, infilando la sua gamba destra tra le gambe di Gabriel quando quest'ultimo tentò inutilmente di allontanarsi.
    Dove pensi di andare Gabriel? Credi che sia finita? Vieni subito qui.
    Nonostante quel leggero atto di ribellione, la voce del centauro rimase composta e profonda ma ciò che fece immediatamente dopo avrebbe sicuramente fatto strabuzzare gli occhi del suo tenero amante. Rinsaldò la presa sui suoi genitali, gonfiando i muscoli del braccio che in uno sfoggio di forza erculea avrebbe sollevato verso l'alto lo studente tenendolo schiacciato tra il corpo caldo di Hecarim e la sfilza di libri alle sue spalle. La compressione dei suoi poveri testicoli sarebbe risultata dolorosissima per qualsiasi essere umano ma per una lanterna come lui, corrotta dal marchio del centauro, il dolore sarebbe stato solo il principio di un piacere incontenibile che avrebbe infiammato tanto lui quanto l'omaccione da cui tentava tanto di allontanarsi. Quando ebbe sollevato Gabriel fino all'altezza del suo volto, Hecarim sfruttò il braccio e la mano liberi per agguantare, per quanto possibile, entrambe le natiche del suo amato cucciolo in modo tale da spingere con il dito indice tra di esse fino a raggiungere il suo morbido ano su cui premette sfruttando il peso stesso del ragazzo. Lasciò andare i genitali, sollevando il braccio in modo tale da poggiare il gomito di fianco al capo di Gabriel che si sarebbe ritrovato finalmente faccia a faccia col suo peggiore aguzzino sostenuto solamente da una singola grossa mano impegnata a torturargli il buchino posteriore. Hecarim avvicinò il suo viso a quello di Gabriel e senza dargli il tempo di elaborare il metodo doloroso e umiliante che aveva usato il centauro per sollevarlo si premette contro le sue labbra prendendosi un intenso bacio con tale foga che il povero studente non avrebbe potuto fare nulla per sottrarvisici. Gustò quelle giovani labbra prima di deflorarle con la tozza lingua che invase l'interno della sua bocca con la stessa aggressività con cui ben presto avrebbe posseduto il suo adorato cucciolo baciandolo con una tale passione da potergli risucchiare l'anima. Si staccò improvvisamente, senza nessuna gradualità, ansimando profondamente a pochi millimetri dalla bocca di Gabriel.
    Voglio scopare. Ora.
    Una dichiarazione, non di certo una domanda, un consiglio o una richiesta e fu per quello che non diede tempo a Gabriel di rispondere, schiacciandosi di nuovo sulle sue labbra in un nuovo bacio che doveva distrarlo dalle mani del centauro che tornarono in azione. Entrambe le mani scesero sulle natiche e mentre una lo teneva sollevato, l'altra abbassava una parte dei pantaloni dello studente, alternandosi in modo tale da scoprirgli almeno il morbido e sodo culetto che Hecarim allargò per tornare alla ricerca della stretta corolla premendo su di essa il dito medio della mano destra. Era incredibilmente abile in ogni sua azione e riusciva ad agire emettendo il minimo rumore possibile per non attirare sguardi indiscreti e soprattutto non disturbare gli altri studenti in quel luogo che esigeva silenzio.
    Non fare rumore cucciolo, siamo in una biblioteca. Sentenziò sfiorando la bocca del suo cucciolo prima di penetrarlo con quel tozzo dito fino ad almeno metà della sua lunghezza, staccandosi dalle labbra di Gabriel poco prima di cominciare a muoverlo su e giù con incredibile dolcezza. Talvolta lo stantuffava, talvolta lo muoveva in circolo, cercando di affondare sempre più in profondità alla ricerca di un bottoncino magico presente nel didietro di ogni maschietto.

  12. .

    Non immaginava che Hilda potesse essere così sospettosa e prudente nei confronti di un uomo che aveva letteralmente morso pochi minuti prima. Gli era impossibile cogliere le varie sfaccettature ma gli sarebbe risultato immensamente divertente poter leggere la mente della vampira terribilmente spaventata da ogni suo gesto o reazione, da ogni sua parola stranamente servile o atteggiamento sottomesso e soprattutto dall'improvviso recupero della mobilità delle braccia del Cacciatore. Si fidava così poco delle sue capacità o aveva inteso che tra le mani aveva qualcuno di davvero potente, forse anche più di lei? Di certo una piccola parte dell'uomo ancora gridava a gran voce nel profondo del suo subconscio cercando di tornare a galla e fare ciò che andava fatto. Quella piccola parte era furiosa e non riusciva ad accettare di essere caduto in una trappola così banale finendo a subire un destino simile... ma per quanto quel granello di lucidità potesse alzare la voce nessuno lo sentiva lasciando il posto al suo lato più perverso e indecente che la stessa malia della donna aveva messo in risalto, il lato di Edmond che più metteva in mostra la sua depravazione e assoluta assenza di auto-controllo. Nel pieno delle sue facoltà mentali poteva gestire la sua libidine e la sua passione ma Hilda lo aveva corrotto a pensare che lei fosse in cima alla piramide, che lei fosse una creatura a cui doversi assoggettare senza fare troppe domande, che fosse la sua signora e la sua assoluta padrona e che non ci fosse nulla di sbagliato a sottomettere il suo intero corpo al suo volere. Aveva combattuto contro quella corruzione ma il piacere di quel primo orgasmo lo aveva spinto troppo nel profondo per poter tornare in superficie a riprendere aria e ora, mentre annaspava disperatamente per tornare ad essere se stesso, poteva solamente essere l'amante servile della bellissima donna di fronte a lui a cui non riusciva ad attribuire un aggettivo o un complimento che nella sua testa non risultasse riduttivo o banale. Gli faceva comodo pensare che fosse tutto merito della stregoneria della vampira ma la realtà era che gli stava piacendo da impazzire il modo con cui lei lo guardava in un mix di desiderio e incredulità, meravigliosa come plasmata per essere la rappresentazione concreta della lussuria sul pianeta Terra.
    T-tutto bene mia signora? La vedo confus-nnnnggggaaaahhhh!
    Era eccitato da morire, ubriaco del veleno iniettatogli nel collo e in tutto il corpo dalla vampira ma il suo sguardo appesantito dall'impazienza riuscì a notare la reazione di Hilda al modo con cui aveva deciso di offrirsi a lei, la reazione di qualcuno che non ha neanche inserito nella lista un'evenienza simile. Credette di aver commesso un errore, che non fosse quello il modo corretto di concedersi alla sua padrona e per un attimo fu pronto ad interrompere tutto, a scusarsi con lei per l'arroganza con cui le si era rivolto con quelle parole che sembravano più un ordine che una richiesta ma non ebbe tempo neanche per terminare quella frase, non ebbe tempo neanche per elaborare il suo errore nei confronti dei pensieri della donna che desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Percepì il cazzo e la cappella di Hilda sussultare e pulsare con forza contro la carne delicata e sensibile del suo ano e fu sufficiente a troncare la frase per poter serrare prima le labbra e subito dopo aprirle così da poter inspirare profondamente e incassare la scarica di piacere che quel semplice contatto gli provocò... ma poteva sopportarlo, poteva rilassarsi e recuperare fiato pronto a ricevere la sua intera virilità... se solo la vampira glielo avesse concesso. A quel breve attimo ne seguì immediatamente un altro che spezzò in due non solo la sua anima ma anche il suo povero culo perchè la donna ormai spinta dal mero istinto decise immediatamente di spingere dentro di lui dilatando e conquistando l'ingresso delle sue carni con incredibile facilità. Il Cacciatore gettò la testa indietro, spalancando la bocca che emise un depravato lamento andando a mescolarsi col lungo gemito della sua signora. Volle poter dire che le sue interiora fossero fatte per accoglierla senza problemi e che si sarebbero inchinate al passaggio della sua carne turgida e calda ma non fu così. Nonostante fosse scivolata al suo interno molto facilmente, la vampira dovette sudare ogni centimetro e più strada percorreva più la voce di Edmond cresceva e con essa la pressione della sua mano contro i suoi stessi testicoli che mai aveva lasciato e che ora stavano quasi fungendo da valvola di sfogo. L'altro braccio, che prima aveva tenuto dilatata la pallida corolla di carne, cedette verso il basso finché con i polpastrelli il Cacciatore sentì il freddo del pavimento.
    P-Padrona! Prendetevelo tutto! Il mio culo è totalmente vostro e del vostro meraviglioso cazzo!
    Piagnucolò ad alta voce l'uomo alternando le parole a grugniti strascicati e gemiti incontrollati mentre la vampira dominava e schiacciava la resistenza di quello stretto canale che via via andava modellandosi e sottomettendosi alla sua forma e le sue considerevoli dimensioni, strisciando dentro di lui, tormentando la sua povera prostata al punto da fargli vedere le stelle. Contro la foga di Hilda, il suo corpo e i suoi muscoli si tendevano senza una logica precisa come a voler ricercare una maniera efficace per sfogare e incassare le insopportabili stilettate di piacere e dolore con ben poco successo. La corolla dilatata bruciava come l'inferno e quella mostruosità intenzionata a riempirlo fino alla base lo stava letteralmente facendo impazzire tanto che quando Hilda completò la sua opera Edmond era già in uno stato pressochè pietoso, ansante come se avessero scopato da almeno una ventina d'ore senza sosta. Cercò di recuperare fiato e di smetterla di mordersi il labbro inferiore ma le pulsazioni insistenti di quella nerchia conficcata nelle sue interiora erano sufficiente a farlo gemere debolmente, facile preda della sua amante. Squittì stupito nel sentirsi afferrare una grossa ciocca di capelli dietro la nuca ma prima che i suoi occhi socchiusi potessero mettere a fuoco cosa stesse accadendo, la vampira era già piegata su di lui decisa a prendersi non solo il suo culo ma anche le sue labbra carnose, umide e gonfie che, a differenza del suo didietro, esercitarono molta meno resistenza. Le ciglia di Edmond vibrarono in estasi mentre la sua bocca si schiudeva docilmente e si lasciava schiacciare e riempire dalle labbra e dall'invadente lingua di Hilda a cui il giovane cercò di rispondere a tono per quanto possibile. Voleva tenerle testa almeno in quello e mentre le proprie di labbra si mescolarono a quella della vampira, la sua lingua umana cercò di combattere valorosamente contro il prensile e oblungo invasore su cui cercò di avvolgersi aggressivamente. In quella posizione la donna avrebbe schiacciato tra i loro ventri il povero membro dell'uomo che nonostante le pulsazioni e la stimolazione del suo ano non riusciva ancora a recuperare un'erezione completa, complice il probabile blocco mentale impostogli dalla vampira stessa che lo vedeva come suo totale sottoposto.
    Mi scopi duramente padrona, la supplico...
    Quando le loro labbra si divisero lentamente il collo dell'uomo si inarcò per poterla seguire e recuperare quel contatto, sussurrandole in risposta quell'ennesima disperata richiesta che non tardò a ricevere una risposta. Inspirò nuovamente serrando i denti mentre le sue povere interiora venivano quasi rivoltate dall'uscita dell'erezione di Hilda e non potè fare altro che gridare con altrettanta disperazione quando la donna lo riempì con molta più decisione e autorità stavolta mettendo in chiaro che nessuna resistenza poteva fermarla. I loro bacini schioccarono con un rumore umido ed indecente e di nuovo l'uomo si ritrovò a sfogare il suo piacere nella bocca della sua selvaggia amante che non sembrava volersi arrendere al fatto che lo avesse riempito del tutto, premendo contro di lui al punto da schiacciargli il capo contro il poggiolo del divano e fargli sentire al massimo possibile la consistenza della sua ruggente erezione.
    N-No! M-AH!-rio non ha voluto d-dirmi troppo su di l-EH!-i per non sentirsi tr-OH!-ppo in colpa!
    In un tentativo di alleviare il proprio senso di colpa per aver venduto Hilda ad un Cacciatore, Mario aveva fornito ad Edmond solamente i dettagli per poterla riconoscere ma null'altro che riguardasse il suo nome o la sua occupazione ma il tentativo dell'uomo di raccontare alla vampira questo inaspettato aneddoto si rivelò più difficile del previsto visto che si trovò a farlo proprio mentre la sua amante cominciò a smettere di penetrarlo lentamente cominciando ad ancheggiare con maggior velocità e forza decisa a sottometterlo con la sola forza di quel brutale cazzo e così, ogni volta che si trovava pieno della sua carne eretta e crudele a seguito di un forte schiocco provocato dall'impatto dei loro bacini e delle palle di Hilda contro la sua pelle pallida la sua voce piagnucolante subiva un improvvisa impennata nella tonalità per poi venir condita da gemiti capaci di prolungare inutilmente alcune vocali così da renderlo solamente più buffo.
    La prego mia signora! AH! Desidero sapere il suo nome! Mi dica... AH! ... cosa devo fare per scoprirlo! Farò di tutto!
    Sollevò entrambe le braccia cercando di cingerle il collo con le mani e a quel punto, dopo quell'ultima preghiera, non ebbe più la forza di emettere suoni che non fossero pregni di perversione, lussuria e godimento, biascicando di tanto in tanto con un filo di voce proprio le parole che Hilda adorava di più sentirgli uscire dalla bocca. Ora che non aveva più nulla da dire Hilda poteva finalmente ammirare il suo viso totalmente devastato dalla foga con cui la vampira spingeva il suo cazzo dentro di lui e riempiva la buia stanza solamente con i suoni umidi e ritmici del loro amplesso. Edmond non sapeva dove guardare e i suoi occhi faticavano perfino a rimanere aperti almeno quando non inarcava il collo in avanti per cercare di scrutare la verga della sua amante sparire nelle sue interiora. Le sue labbra umide e arrossate dai precedenti focosi baci erano diventati ancora più invitanti soprattutto quando il Cacciatore le mordeva nel vano tentativo di alleviare il piacere provocato tanto dalle penetrazioni tanto dai momenti in cui il suo didietro combatteva contro il pericolo di venir letteralmente rivoltato dall'aggressività di Hilda che usciva da lui solamente per martellarlo subito dopo con crescente rabbia. Ogni angolo del corpo del Cacciatore stava provando piacere e da come l'uomo stava reagendo a quell'amplesso la vampira non doveva più aver paura di nulla. Era in totale controllo.

  13. .

    Il suo orgasmo aveva sconquassato ogni angolo del suo corpo come mai gli era successo prima ma ciò che gli riempì il petto di un orgoglio inaspettato fu la foga e i versi di Hilda, la sua passione nel coccolare il suo membro tra quei grossi seni fino all'ultimo momento, la premura con cui stimolò il suo ano con crescente intensità e profondità fino a tormentare la sua prostata facendo sfogare vere e proprie scariche elettriche fin dentro il suo cervello confuso dal piacere e dai fumi di quella malia di cui ormai era totalmente schiavo e quando la sentiva gemere contro la sua bocca impegnata solamente a servire il suo dolce sesso il suo intero corpo si scaldava di un calore perverso e bisognoso, un calore che lo spinse a non fermarsi mai, a non smettere mai di premere la sua lingua dentro di lei e contro il suo clitoride gonfio anche mentre il suo cazzo pulsava impazzito e i suoi testicoli si comprimevano dolorsamente pronti ad esplodere. Normalmente avrebbe maledetto la notte in cui l'aveva incontrata ma mentre percepiva le interiora del suo fiore stringersi intorno a quel piccolo e umido pezzo di carne turgido e guizzante come una piccola ma grassoccia serpe il suo cervello dovette ringraziare la sua distrazione e il colpo che aveva subito dietro al collo, dovette ringraziare di essere caduto in quella trappola solamente per finirne dentro un'altra subito dopo e quella trappola aveva l'aspetto di una vampira terribilmente sexy ed eccitante, abbracciata stretta a lui che veniva direttamente nella sua bocca dissetandolo con i suoi liquidi dolci quanto la sua figa. Avrebbe dovuto solamente stenderla e scoparla fino allo svenimento e invece era lì a preoccuparsi di non sprecare nemmeno una goccia, totalmente inebriato dal sapore assolutamente impareggiabile della sua padrona, un sapore che superava di gran lunga qualsiasi concetto positivo potesse attribuirgli. Poteva definirlo dolce? No, no, troppo poco. Forse nettare divino? Non era sufficiente. Mentre la lingua si inzuppava di quei liquidi Edmond riusciva solamente a desiderare di poter vivere tra le cosce di Hilda, di poter passare intere giornate a soddisfarla con la sua bocca così da poter ricevere la sua dolcezza direttamente in gola e la sua voce colma di piacere fin nel profondo delle proprie orecchie. E quelle morbide e piene natiche? Non c'era stato un momento mentre erano schiacciate contro il suo volto privandolo dell'aria che non aveva goduto come un malato pervertito. Gli era piaciuto così tanto che alla fine del suo orgasmo e alla fine dell'orgasmo della donna, quando essa sollevò i fianchi per liberarlo dall'oppressione del suo peso, il Cacciatore si ritrovò a biascicare parole amareggiate e deluse, parole di un uomo che avrebbe voluto ancora sentire quel culo contro la propria faccia per ore e ore. Un pensiero fortemente egoistico che la stessa vampira cancellò immediatamente dimostrando l'immensa autorità capace di esercitare su quel povero uomo ormai preda non solo della sua malia ma anche della sua magnetica bellezza. Vederla raccogliere il suo seme su quegli assurdamente giganti seni fece precipitare qualsiasi polemica nel buio della sua gola obbligandolo a morsicare l'interno del suo labbro inferiore in un vano tentativo di nascondere quel dettaglio alla donna. Ora che poteva finalmente ammirarla adagiata tra le sue gambe e impegnata in atti terribilmente lussuriosi e perversi non finì con l'immaginarla sotto di lui mentre il suo cazzo fotteva quelle tette fino a ricoprirle di sborra ma si ritrovò solamente a mugolare pateticamente a causa dei forti spasmi nel suo basso ventre, deboli ma piacevoli tentativi del suo membro di tornare eretto, incapace di accettare il fatto che la donna lo avesse completamente annichilito. A fare compagnia alla verga floscia ma ancora sveglia ed eccitata ci pensò il suo ano, ancora sensibile grazie alla stimolazione di Hilda e che ora, di fronte a quella dimostrazione di perversione non poteva fare altro che venir colpito da fortissimi spasmi. Non pensò neanche per un attimo di ribaltare la situazione e mettere la sua padrona sotto di lui ma immaginò solamente di rivederla piegata tra le sue cosce a riempire di nuovo il suo ano con quella lingua che aveva imparato ad amare. Non avrebbe mai osato fare una richiesta simile data la sua posizione quindi le sue labbra si schiusero per un motivo ben diverso.
    S-siete bellissima mia signora...
    Sussurrò il Cacciatore mostrando ancora più chiaramente lo stato pietoso in cui verteva. I capelli gli ricadevano appiccicati sulle spalle e sul viso e la pelle delle guance, prima pallida, ora brillava di un intenso colore rosso che faceva compagnia a quello delle sue labbra, arrossate dall'intenso lavoro di bocca a cui era stato sottoposto poco prima. Gli occhi dorati, prima socchiusi, ora si rifiutavano anche di sbattere le palpebre col rischio di perdersi anche solo un momento per poter guardare la donna di fronte a lui. A differenza sua Hilda non appariva minimamente affaticata da ciò che aveva appena passato e, al contrario, agiva come una donna piena di energie e sempre pronta a stuzzicare il suo schiavetto. Edmond fece appena in tempo a finire quella frase che dovette inspirare profondamente a denti stretti quando la vampira tormentò dolcemente il suo povero membro floscio, umiliandolo nuovamente poggiandolo sul suo stesso ventre. Quello sguardo era quello di un predatore che non ha ancora finito con la sua preda e anche se confuso dalla malia della vampira era impossibile per il Cacciatore non riconoscerlo. Hilda aveva appena iniziato, aveva appena appena assaggiato una parte dell'antipasto e ora aveva la bocca pronta a divorare il piatto principale. Cercò il modo di rispondere alle parole della vampira e al suo ambiguo ultimo commento condito anche da un occhiolino di intima intesa ma le parole morirono nuovamente in gola quando il dolce clitoride che fino a quel momento aveva succhiato e tormentato crebbe vertiginosamente di dimensioni modificando il suo aspetto in quello di un vero e proprio membro maschile pari a quello di Edmond stesso. Era forse stupore quello sul suo volto? Paura? Certo, non si sarebbe aspettato una tale capacità ma ciò che attraversò la mente dell'uomo fu qualcosa di più simile a impazienza totalmente priva di timore o incredulità tanto che inconsapevolmente si leccò leggermente le labbra mentre quel cazzo cresceva e Hilda lo masturbava facendolo eccitare solamente di più. I suoi occhi guizzarono sulla cappella e poi lungo l'asta posandosi solamente alla fine su quei gonfi testicoli che desiderò sentire contro la propria bocca tanto quanto il suo culone e dalle labbra schiuse un mugolio vergognoso scivolò fuori quando la donna poggiò la propria erezione sul cazzo a riposo del suo schiavo.
    Lo vedo che è in piena forma, padrona. Questo cazzo dev'essere meraviglioso...
    Deglutì per poi tirare di scatto la testa all'indietro, fissando il soffitto con respiro corto e affannato mentre i fianchi di Hilda si muovevano e strofinavano la sua di virilità contro quella del Cacciatore ma immediatamente riportò il capo alla sua posizione originale, incrociando gli occhi con quelli della donna. Era ovvio che la vampira volesse guardarlo godere quindi sarebbe stato molto irrispettoso mirare in un'altra direzione e secondo lo stesso principio stavolta non nascose davvero nulla, ansimando a bocca aperta davanti la sua padrona. A tratti l'espressione di Edmond veniva piegata dal dolore delle pulsazioni della sua verga che nonostante lo stato di riposo non sembrava essere in grado di "addormentarsi". Era a causa della donna e della sua eromanzia? Molto probabile ma sapere che fosse lei a renderlo sempre più affamato non rese il tutto meno eccitante.
    P-padrona...! Ngh!
    Secondo dopo secondo sentiva la sua voglia crescere di nuovo e quando il cazzo di Hilda si premette completamente sul suo, il Cacciatore poggiò entrambe le mani sul divano, ai lati dei propri fianchi, stringendo pateticamente i denti nel tentativo di alleviare l'intenso bruciore di un ultimo timido schizzo di pre-sperma cristallino contro il suo stesso torace. Di quello si stupì genuinamente ma non lo diede molto a vedere. Era riuscito a muovere debolmente le proprie braccia, segno che stava recuperando il controllo del suo corpo... quello era il momento! Doveva assolutamente rotolare giù dal divano, recuperare le sue armi e mettere fine a tutta quella follia prima che quella vampira potesse riprendere il controllo su di lui! Gemette di nuovo quando Hilda riprese il suo percorso all'indietro raggiungendo la propria meta, stuzzicando con quel grosso glande la sua corolla di carne ancora sensibile mettendo in chiaro quale sarebbe stato il passo successivo della loro focosa e improvvisa relazione. Ma non ci sarebbe stato nessun premio! Poteva finalmente muoversi e sicuramente era più forte di una creatura che aveva dovuto ricorrere ad un mero trucchetto per stenderlo! Si era divertita ma la pacchia era finita!
    Mia signora... Il tono con cui quella parola scivolò docilmente dalle labbra cozzò totalmente con i pensieri del suo "Io" ribelle ormai soppresso sotto l'influenza della donna. Riusciva quasi a sentirlo ma erano grida così lontane che non erano sufficienti a distrarlo dalla voce melodiosa della sua signora, dalla sua voglia e anche dalla propria e da quel cazzo che premeva contro il suo stretto buchino. Gemette come una vera puttana subito dopo, all'ennesima pressione, sforzando di recuperare immediatamente la lucidità per rispondere alla sua domanda. Voleva il suo premio? Certo che no! Non doveva darle corda! Doveva massacrarla! Ucciderla per ciò che aveva osato fare! Maledetta puttana ingannatrice! Il braccio destro, che finalmente poteva muovere molto lentamente, raggiunse il suo basso ventre e il Cacciatore sfruttò la debole presa della mano per afferrare i suoi stessi testicoli, sollevandoli come a voler dare maggiore spazio di manovra alla donna e anche una vista migliore del suo glabro perineo mentre il braccio sinistro scivolava tra le sue natiche. Premette le dita vicino al suo ano per poi tirare verso l'esterno la pelle e dilatarlo non abbastanza da facilitare l'ingresso ma sufficientemente da suggerire ad Hilda quanto potere avesse acquisito su di lui. Allargò servilmente le gambe per poi rispondere con sbilenca decisione alla sua padrona.
    Lo voglio. Voglio sentire il suo cazzo dentro di me mia signora, voglio che si prenda ciò che è suo e lo faccia più selvaggiamente possibile come un vero alfa... la prego, non si trattenga. Mi scopi fino a farmi gridare... voglio gridare il nome della mia padrona...
    Si morse il labbro inferiore con la timida furbizia di qualcuno che sapeva di aver fatto una richiesta forse troppo azzardata dopotutto Hilda non si era ancora presentata ma era convinto che non vedesse l'ora di sentirlo urlare proprio il suo nome e per quanto potesse sembrare sospetto che l'uomo cercasse di carpire quel dettaglio la sua espressione languida e sottomessa tradiva la sua reale voglia: voleva davvero gridare il nome della bellissima padrona pronta a sodomizzarlo a sangue.



    Edited by Exogenesis - 20/4/2023, 23:27
  14. .

    Non era la prima volta che Arky si prendeva la sua gola con tale foga e passione dopotutto pochi minuti prima il Cacciatore gli aveva apertamente concesso quella possibilità e il ragazzo non ci aveva pensato due volte a farla sua il più aggressivamente possibile e ora non fu diverso e perché avrebbe dovuto esserlo? Perchè avrebbe dovuto ignorare il fatto che sentire le sue mani tra i capelli a reggergli la testa era sufficiente a far pulsare di gioia la sua verga? Quello era il suo posto, in ginocchio davanti a quel giovane focoso e libidinoso ad accogliere tutta la sua virilità tra le labbra per tutto il tempo che lui desiderava, aggrappandosi a lui mentre l'unico panorama che i suoi occhi potevano ammirare era quello del suo pube che ritmicamente si allontanava e avvicinava al punto da impattare contro il proprio naso oscurandogli la visuale e lo stesso si poteva dire dei suoi testicoli che scandivano rumorosamente la velocità di quella che poteva essere considerata una rapida sveltina, un capriccio di Edmond e una possibilità per il giovane di svuotare di nuovo le palle pesanti prima del piatto forte. Al pensiero il suo cazzo si indurì, espellendo un nuovo fiotto di seme, continuando pateticamente a farlo ogni volta che la carne di Arky ostruiva completamente le sue vie respiratorie obbligandolo ad emettere un grugnito di sforzo e piacere sia per i continui mini-orgasmi sia per il fatto che il suo membro pulsasse ad ogni affondo sollevandosi fino a quasi toccargli l'addome spruzzando fuori un timido getto di sborra calda che irrimediabilmente si perdeva nell'umiliante pozza tra le sue gambe. Gemere come una puttana e venirsi addosso erano le uniche due azioni possibili mentre Arky continuava a modellare la sua gola alle dimensioni e alla forma del suo cazzo senza preoccuparsi minimamente delle sue condizioni che via via andarono peggiorando. Era sicuro che se avesse avuto del trucco sugli occhi esso sarebbe già colato insieme ai lacrimoni che gli rigavano le guance arrossate e i suoi occhi non potevano fare a meno di socchiudersi appesantiti da quel torrente di sensazioni che di tanto in tanto lo obbligavano a sgranarli, soprattutto quando Arky ricordava di possedere un guinzaglio con cui poteva tanto strozzare il suo collo quando i suoi poveri e abusati testicoli. Quel ragazzo non si rendeva neanche conto di come lo stesse riducendo e di quanto lo stesse facendo godere e neanche il Cacciatore aveva idea di quanto la situazione sarebbe peggiorata di lì a poco.
    Non era difficile capire quando Arky era vicino all'orgasmo visto che non era la prima volta che quel cazzo deflorava la sua gola quindi Edmond fu fiero di essere consapevole che quelle pulsazioni contro le sue labbra e le pareti interne della sua gola erano un chiaro segno che il suo amante aveva finalmente raggiunto il climax. Strinse la presa sulle natiche di Arky mentre quest'ultimo lo forzava a schiacciare il viso contro il suo pube accogliendo la sua intera lunghezza dentro di lui. Saperlo non fu meno travolgente e quando l'uretra del ragazzo si dilatò per schizzare i primi getti caldi, il Cacciatore chiuse docilmente gli occhi pronto a rimanere lì, languido e gemente, ad inghiottire ogni singola goccia di sperma che il suo piccolo amante avesse deciso di donargli per dissetarlo come da richiesta. In un primo momento non fu nulla di diverso dalla loro prima volta davanti al camino ed Edmond fu felice di percepire dopo pochi secondi, di nuovo, la medesima sensazione di pienezza e gonfiore nel proprio ventre che iniziò lentamente ad assumere un primo accenno di rotondità. A quel ritmo Arky avrebbe finito anche prima del previsto quindi non c'era nessun bisogno di preoccuparsi... giusto?
    Ugh?! Sgranò di nuovo gli occhi pieni di lacrimoni quando quello che doveva essere la fine dell'orgasmo del ragazzo si trasformò in un nuovo "inizio". Fino ad un attimo prima i getti si erano indeboliti e invece ora il suo amante scaricava spietatamente nella sua gola abbastanza sborra da impedirgli di respirare. La presa sulle chiappe di Arky si fece ancora più intensa mentre gli occhi di Edmond si rivoltavano leggermente per l'immenso sforzo di ingurgitare una quantità di sperma che improvvisamente era aumentata in modo esponenziale... come anche le dimensioni di quel cazzo! Non riusciva a ritrarsi, non riusciva a respirare e sentiva solamente le proprie interiora venire crudelmente rimodellate per l'ennesima volta da una nerchia che aveva smesso di essere umana da diversi centimetri. La sentiva crescere, mutare e prendersi ogni spazio rimasto vuoto invadendo le sue interiora al punto da svuotare galloni di seme direttamemte nel suo stomaco che riprese a crescere e crescere facendolo sembrare una donna gravida. Quella condizione... lo fece venire nuovamente in modo così forzato da risultare quasi doloroso mentre il suo povero cazzo rigettava pateticamente un'immensa quantità di sperma tutta insieme allargando la pozza sotto di lui. Non era fisicamente in grado, in quel momento, di ammirare la mutazione di Arky dato che i suoi occhi erano oscurati dal pube di quest'ultimo schiacciato contro di lui ma sotto il tocco delle mani sentiva che qualcosa era cambiato. La pelle del giovane sembrava squamata anche se non in maniera particolarmente invadente ma soprattutto emetteva un calore non indifferente a cui, però, il Cacciatore non riuscì ad dare immediatamente la giusta attenzione. Dovette invece concentrarsi al cento per cento sulla distensione del suo povero collo (e gola) martoriato mentre Arky sfilava con lentezza e difficoltà quella mostruosità arancione da dentro lui solamente per depositarla fieramente sul proprio viso in segno di totale dominazione. Edmond non ci pensò due volte, uscendo la lingua per leccare docilmente la parte inferiore di quella meravigliosa carne che avrebbe avuto il piacere di accogliere ancora e ancora per il resto della notte, depositando subito dopo un bacio sulle palle che gli avevano donato quella pienezza che stavolta il guinzaglio non accennava a far scomparire... o almeno non subito. Come Arky aveva ricevuto la sua immensa quantità di potere dalla forza con cui aveva dominato e sottomesso il suo partner anche il Cacciatore ricevette dei regali dalla sua sottomissione. Ben presto il guinzagliò agì e lo sperma nel suo ventre venne assorbito sotto forma di energia che andò ad intaccare la sua muscolatura, ammorbidendola senza farla sparire ma trasformando il suo fisico in qualcosa di molto meno minaccioso e più gustoso sia alla vista che al tatto. I fianchi del Cacciatore crebbero come anche la morbidezza del suo didietro e lo stesso si poté dire del suo torace che nonostante conservò la fisionomia classica maschile si ammorbidì e guadagnò abbastanza ciccia da farlo sembrare provvisto di un modestissimo seno femminile. Anche il suo viso si addolcì e le labbra divennero molto più carnose e invitanti ma soprattutto si sentiva mostruosamente eccitato e affamato di sesso e gli venne incredibilmente difficile non avventarsi sul cazzo del giovane quando sollevò il viso per ammirarne il nuovo aspetto. Arky era cambiato, sicuramente grazie all'energia del guinzaglio, ma fu ugualmente sorprendente vederlo così cresciuto un po' ovunque. Cercò di parlare ma ciò che aveva subito lo aveva rallentato e stancato al punto che fu solamente in grado di annuire mentre Arky lo abbracciava e lo ringraziava per averlo aiutato a recuperare il "vero io". Difficile comprendere cosa intendesse... era un drago? Qualcosa di simile ad un rettile? Quelle domande finirono nel dimenticatoio quando il suo draghetto tornò a sedersi sulla sua schiena senza tanti complimenti ora che aveva soddisfatto la sua richiesta e Edmond temette realmente di cadere nonostante la sua forza. Abbassò il volto e il suo cazzo parzialmente floscio pulsò in risposta alla vista di quella patetica pozza di sperma sotto di lui. Le sue membra tremarono non di paura ma di impazienza... quanto ancora sarebbe venuto mentre Arky lo possedeva come un animale? Sarebbe stato sempre così dolorosamente piacevole? Di nuovo il suo padroncino dalle scaglie nere lo riportò sulla retta via avvolgendo la sua tozza coda intorno al suo povero cazzo, masturbandolo dolcemente per riconquistare l'attenzione della propria cavalcatura.
    S-si, padroncino... Mugolò con pochissima convinzione. Cercò di recuperare la forza sugli arti che il draghetto stesso risucchiava ogni qual volta la sua coda saliva e scendeva lungo la sua asta semi-floscia ma impiegò qualche secondo prima di tornare a muoversi, ancheggiando pericolosamente tanto che sicuramente Arky avrebbe dovuto usare molto di più le sue briglie improvvisate per non ruzzolare a terra. Un passo dietro l'altro e un gentile fiotto di pre-sperma dopo l'altro depositato lungo il tragitto accompagnarono il tortuoso viaggio del Cacciatore fino in prossimità di due porte una di fronte all'altra, entrambe semi-aperte. Su quella di sinistra Arky avrebbe potuto intravedere una normalissima camera da letto provvista di mobilio altolocato, un letto indubbiamente spaziosissimo e comodissimo e anche una porticina interna che doveva portare ad un bagno dedicato mentre dall'altro lato, verso la porta di destra, lo spettacolo sarebbe stato molto diverso. La stanza di destra suggeriva sempre la mansione di "stanza da letto" data la presenza di quest'ultimo, ugualmente ampio come l'altro ma dalla colorazione di un rosso intenso e una testiera estremamente più spartana e provvista di una vastissima collezione di manette. Un'occhiata più curiosa avrebbe rivelato anche una mole immensa di attrezzatura sessuale e un guardaroba con un anta aperta strapieno di vestiti sia adatti ad un dominatore che ad un sottomesso come abiti costrittivi o dall'aspetto incredibilmente umiliante e succinto. Edmond, forse per abitudine, non fece assolutamente caso a quella stanza in particolare, deviando lentamente e con passo incerto verso la camera da letto senza ancora però essere riuscito a varcare la porta. Se Arky non fosse intervenuto sarebbe sicuramente entrato nella camera di sinistra ma il piccolo draghetto non poteva ignorare le possibilità della stanza di destra quindi la giusta stimolazione sarebbe bastata a convincere il Cacciatore a cambiare la sua meta. Doveva solo essere rapido ed efficiente.

  15. .

    Hilda lo stava trattando come un vero e proprio bambolotto tra le sue braccia e quel pensiero lo stava facendo infuriare. Com'era finito a gambe all'aria a farsi usare da quella sporca puttana dai denti a punta e perché più ci pensava e più gli diventava duro?! Non c'era verso che riuscisse a proiettare la sua rabbia verso una soluzione alla sua condizione e non c'era modo che tutto l'astio del mondo potesse permettergli di muoversi e ribaltare la situazione. Al contrario, più si incazzava, più figurava nella testa la posizione umiliante in cui si trovava e la furia cresceva, più il suo cervello gli consigliava soltanto di avventarsi con maggior passione sulle carni dolci e bisognose della sua signora. Aveva forse qualche problema? Niente che Hilda non potesse risolvere, doveva soltanto leccare per bene, doveva soltanto farla godere e soddisfarla e la sua padrona avrebbe risolto qualsiasi impiccio, avrebbe sciolto qualunque nodo e soprattutto lo avrebbe fatto godere come la troietta che era. In una posizione più comoda si sarebbe tirato due schiaffi per recuperare la lucidità necessaria a comprendere che quei pensieri erano solo artefatti della malia di quella creatura ma mentre quest'ultima affondava la sua meravigliosa e lunghissima lingua nel suo ano, pistonandolo con quella propaggine di certo non molto grande ma sicuramente invadente, e il suo cazzo giaceva doloramente eretto tra quei seni giunonici anche per una mente forte come quella di un Cacciatore era un'impresa impossibile non precipitare sempre più nel baratro. Ogni verso che emetteva, ogni gemito o spasmo del suo corpo non facevano altro che far crescere le voglie di quella donna, la sua soddisfazione per, ironia della sorte, la caccia andata a buon fine e più la lussuria di Hilda lievitava più lei si faceva aggressiva e libidinosa e più lei si avventava su di lui e sul suo corpo più Edmond godeva in modi che annebbiavano sempre di più il suo giudizio e il suo buonsenso. Ora che ci pensava... ne aveva ancora davvero? Quell'oscuro angolo del suo cervello ancora in grado di elaborare pensieri che non fossero diretti alla grandezza e alla bellezza di Hilda era fin troppo minuscolo e isolato per contare più qualcosa nel controllo delle decisioni dell'uomo e di fatti, quando Hilda lo strinse a lui come un pupazzone tenuto a testa in giù non pensò minimamente all'umiliazione, alla rabbia, al bisogno di liberarsi e scopare a sangue quella donna, al vampiro che era venuto lì a cacciare ma si preoccupò solamente di ringraziarla per aver spinto ancora più a fondo la lingua nel suo culo cercando di estrarre la propria il più possibile fino quasi a percepire dolore e stanchezza in tutta la bocca così da poterle far provare lo stesso tipo di piacere e riempire le sue carni con quel piccolo pezzo di carne il cui unico pregio era l'incredibile agilità capace di guidarlo verso le zone più sensibili che via via iniziava a memorizzare. Hilda ancheggiava e muoveva il suo bacino per indirizzarlo nei punti giusti e Edmond non ci pensava due volte ad affondare la lingua e farla vorticare in quello stretto e caldo canale con l'impegno di qualcuno che deve assolutamente riempirsi le orecchie con i lamenti lascivi e perversi della propria padrona e allo stesso tempo ne dispensa il doppio per lei anche se soffocati dal suo didietro premuto contro la propria faccia... il che forse era un dettaglio positivo. Quella lingua lo stava facendo terribilmente impazzire ed era strano che il suo ano fosse così spaventosamente sensibile come del resto tutto il suo corpo. Riusciva a percepire distintamente quella lingua serpentina muoversi su e giù dentro di lui, tormentando la sua povera prostata che in risposta emetteva potenti scariche di piacere fino alla punta dei capelli portandolo a tendere ogni muscolo del suo corpo in un vano tentativo di alleviare le intense sensazioni aggravate dalle attenzioni alla sua corolla di carne leggermente dilatata e il povero perineo dove il mento della vampira finiva irrimediabilmente con il premere man mano che la fame della donna cresceva. E più essa cresceva più il calore delle sue membra pallide faceva lo stesso.
    A-ancora mia signora... di più! Cercò di gridare il povero Cacciatore per un attimo privo di tutto quel ben di Dio premuto contro il viso rivelando una maschera di umiliante piacere. Le guance arrossate di Edmond facevano da base agli occhi appesantiti e semi chiusi pieni soltanto della vista delle natiche sospese sopra di essi mentre le labbra affaticate venivano bagnate e insaporite dalla lingua pregna dei dolci umori di Hilda che Edmond non aveva la minima intenzione di sprecare, il tutto incorniciato dalla chioma argentata dell'uomo totalmente umida di sudore con ciocche buffamente appiccicate alla fronte e sul resto del volto. Spalancò la bocca gemendo vergognosamente all'ennesima scarica provocata dalla lingua della donna e il suo cazzo pulsò in risposta tra gli enormi seni che indirettamente lo massaggiavano ogni volta che Hilda decideva di sollevarsi o di schiacciarsi maggiormente contro di lui in quel lascivo e possessivo abbraccio. Aveva poco tempo per riprendere aria e poi la vampira lo rinchiudeva nuovamente nella sua cella dove il prigioniero non poteva far altro se non darsi da fare ed uscire di nuovo la lingua per far godere la propria signora. Cercò di nuovo le sue labbra, allargandole per farsi strada tra di esse e quando i movimenti della donna glielo permettevano, aggiustava il collo per poter agguantare con le labbra quel clitoride sempre più gonfio e turgido, tormentandolo con la lingua, beandosi di quel calore che via via seguitava a crescere portando con se anche una fortissima pesantezza proprio nel suo basso ventre. Era già vicino all'orgasmo? Travolto da quell'improvviso amplesso non si era neanche reso conto di quanto il suo corpo fosse vicino al limite, ignaro anche di come Hilda stesse riempiendo entrambi di energia erotica, e il suo cervello non potè che attribuire i meriti esclusivamente alle incredibili capacità della sua signora. Non era poi così strano che il suo schiavo non fosse in grado di resistere alle abilità e alla lussuriosa sensualità della vampira.
    P-padrona sto per... nnnnggg... non resisto! Piagnucolò il Cacciatore durante un altro breve attimo d'aria. Cercò inutilmente di muovere i propri di fianchi in un istintivo tentativo di fottere i seni della donna ma in quella posizione era pressochè impossibile riuscire in un impresa simile portandolo solamente ad umiliarsi ancora di più mentre Hilda aggiustava anche quello di problema, masturbando la sua asta bisognosa muovendo il suo intero corpo. Quanto poteva andare avanti così? Quanto poteva umiliarsi ancora? Gemeva e gemeva senza ritegno, senza freni, sia quando Hilda se ne stava seduta su di lui, soffocandoli, sia quando aveva via libera e quel calore che aveva sentito in tutto il corpo era ormai totalmente concentrato nei suoi testicoli, gonfi e bollenti e ormai prossimi all'esplosione ma... un pensiero dissipò la nebbia del piacere nella sua testa. Poteva davvero venire prima della sua signora? Non era ammissibie. Quella convinzione non fece altro che far crescere un pungente dolore lungo tutto il suo membro ormai duro e arrossato dal bisogno di eiaculare. Le sue palle si comprimevano ma il Cacciatore faceva di tutto per trattenersi e per attendere che Hilda mostrasse i primi segni di climax. Avrebbe continuato a stimolarla, a leccarla e penetrarla fino al momento in cui il sesso della sua signora si fosse stretto intorno alla sua lingua e le sue grida avessero risuonato in quella casa abbandonata. Solo a quel punto si sarebbe rilassato e nel calore del suo viso schiacciato dalle natiche della vampira, Edmond avrebbe spalancato, per quanto possibile, la bocca in un grido liberatorio mentre le sue gonadi spremevano all'esterno il suo torrenziale orgasmo che dilatò dolorosamente l'uretra con un primo denso getto di seme a cui seguì un'indegna e copiosa sborrata che mise a dura prova la sua intera virilità. Dolore e piacere si mescolarono in quei fiotti di seme caldo che avrebbero insozzato ogni parte di Hilda con cui fossero venuti a contatto tra cui sicuramente i suoi seni. Neanche lui ne sarebbe uscito illeso data la posizione e non era da escludere che se la vampira si fosse scostata scoprendo il viso del Cacciatore, esso sarebbe finito col venirsi completamente addosso senza rendersene neanche conto, occhi ribaltati e denti stretti contro il labbro inferiore. Il morso, l'eromanzia, la travolgente devozione a quella donna e complice anche la foga con cui la vampira lo stava mungendo attraverso la sua torturata prostata resero quell'orgasmo assolutamente esplosivo, capace perfino di stancare un uomo resistente come lui che una volta terminato sarebbe rimasto lì, umiliato e zozzo di seme a riprendere fiato. Hilda avrebbe potuto notare che tutta quella furia combattiva dai suoi occhi era quasi completamente sparita, sostituita da uno sguardo che sicuramente aveva avuto il piacere di vedere molte volte: lo sguardo di un essere sottomesso.
    G-grazie padrona... Biascicò debolmente con il grosso cazzo ormai floscio tra i seni della vampira e il povero ano dilatato e pulsante. Era stato sconfitto su tutti i fronti.

8070 replies since 19/8/2007
.
Top