[Missione] Terminus

x Neko

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    MISSIONE RANK R
    Missione speciale che consente la Rottamazione di un PG di livello più alto in favore di uno di livello più basso. Non sono previsti compensi al di fuori del trasferimento di Exp, Sp, Potere e Tecniche a piacere chi chi completa la missione. Questo tipo di missioni possono comunque essere legati allo storyline e contare per l'entrata all'interno di una Covenant, ma non forniscono punti per la stessa.




    Info Personaggio


    Nome: Baiken + Jadis (Non combattente)
    Livello: 3
    Energia: LEGEND
    Abilità Fisiche: Gigas 4 - Mach 4 - Shell 3 - Jumper 3 - Sense 3 - Strike 3 - Vision 3 - Energy 5 - Charge 3
    Livello del Potere: 3
    Tecniche Personali: - Kraken - Lama demoniaca - Talassofobia - L'incubo dello spadaccino - Allungamento - Exocoetidae demoniaca - Tsunami - Evoluzione della tecnica Talassofobia - Gli incubi hanno gli artigli - Scudo dell'Angelo - Evoluzione: Incubo Primordiale - Il canto delle sirene
    Tecniche Arte magica: - Ninjutsu 2, 3, 4, 5, 7, 8, 10, 11, 12, 13, 14, 17, 20
    - Rinjutsu 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 11, 13, 16, 17, 19, 20
    - Juinjutsu 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20
    - Geomanzia 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 15
    Armi & Equipaggiamento: •|SKYFORGE| GAEL • Gemma Alfa x2 • Gemma Beta Aura x12 • Gemma Gamma Catcher x12 • Gemma Delta Breaker x12 • Droga: Pillola Energetica x2 • Respiratore • The Eye • Red Cyclop • Laser Shuriken • Kunai • Shuriken




    <<... tu-tum... tu-tum... TU-TUM... tu-tum...>


    Il cuore che batte. E' sempre stato così lento? Così facile da sentire? Una strana sensazione da sentire addosso, quasi onirica. A pensarci bene, forse era semplicemente colpa dell'incantesimo di stasi del tempo, ma era ancora dentro quella maledetta prigione? Non sembrava. Dava 'idea di essere immersi nel vuoto più totale, un mare calmo eppure così denso, una prigione anche peggiore di una bara chiusa. Veniva difficile anche solo respirare, tutto rallentato. Anche quelle radici luminose che pulsavano e spingevano lo spirito in chissà quale direzione. Tutto rallentato. Flussi energetici, spirituali, firmamenti lucenti, era facile confonderli quando si accavallavano, anche mentre il tempo era così rallentato appariva tutto confuso. Solo col senno di poi sarebbe stato chiaro che si trattasse di un viaggio verso l'oscurità. Un salto nel buio. Un portale verso l'inferno. Le radici si dispersero e si aprirono come un perverso bocciolo cosmico, una carne materna così dolce da dare la vita e così terrificante al tempo stesso da poterla divorare. L'ardente fiamma dell'inferno che avvolge l'anima tormenta lo spirito ad un livello incomprensibile, basta semplicemente vederla dal ontano per sentire il cancello spalancarsi, pronto a divorare l'anima del malcapitato. E' questo che si prova a morire? A finire all'inferno? L'oscurità è pace... l'inferno invece... è tormento! Un terrore primordiale si sarebbe impossessato di Baiken, fuori da qualsiasi logica. Il terrore di smarrire tutto assieme alla propria anima, il proprio corpo, la propria mente, i ricordi. Forse nel disperato tentativo di conservarli e di tenerli, la sua mente iniziò a ripercorrerli uno a uno. Ogni bacio, ogni perversa notte di passione, ogni lacrima versata, ogni abbraccio condiviso con le persone che amava. Tutta la vita in una volta sola per carpirne l'essenza e assaporarla davvero. Le voci di quelle persone iniziarono a gridare il suo nome, forte, con passione, con amore, tutte quante, volevano farla risvegliare. Il cuore reagì, e con il potere nuovamente risvegliato, l'anima di Baiken non cedette. Fu come deviare improvvisamente da un incidente certo, uscendo fuori strada ma evitando il camion pronto a schiantarsi davanti alla propria vettura. Una voce cristallina, disperata, la guidò verso quella deviazione folle, incontrollata, una voce amica.
    Per me è tardi... ma forse per te c'è ancora speranza. Potete ancora fermarlo.
    Lo schianto fu feroce, intenso. Difficile immaginare cosa le avesse impedito di rompersi qualcosa, fatto stava che era integra come non mai in vita sua. O meglio... le mancavano ancora un occhio e un braccio, ma il resto era ok, come se fosse tornata a prima dell'incontro con quel mostro verde. Anzi, no... stava anche meglio. la sua Zampakuto non aveva mai pulsato come prima di allora. Il sangue di Jadis spremuto dalle fauci del mostro l'aveva risvegliata improvvisamente, l'aveva resa più forte. Jadis aveva un potere dentro di sé che neanche si immaginava, e quella spada risvegliata a nuovo potere ne era la dimostrazione. Già, ma dov'era Jadis? E dov'era Baiken? Quel posto non somigliava affatto alla loro calda casetta nella periferia Romana, con piscina e giardino zen, non era affatto un amichevole ospedale o un nascondiglio segreto per potersi riprendere. Era a tutti gli effetti un buco, scavato nel niente, nel chissà dove. Somigliava alla gigantesca impronta di qualcosa di enorme che era passato di lì, forse un verme colossale che si era fatto strada nel pavimento. Il pozzo in cui si trovava Baiken era molto profondo ma abbastanza largo da permetterle di guardare il cielo. Se di cielo si può parlare: una distesa sanguigna di nuvole e carne, qualcosa di incomprensibile per la mente umana. Un cielo composto da tanti piccoli occhi spettrali, che ne formavano uno gigantesco che ammirava lentamente ogni angolo di quel regno. Forse c'era già stata in una visione, forse ne aveva sentito parlare, ma quello somigliava proprio al cielo che i demoni descrivono quando parlano della città di Dite. Baiken era all'inferno, o dentro qualcosa di maledettamente simile.
    Maestra Baiken... maestra Baiken! Rispondimi ti prego! Riesco a percepire la tua forza vitale! Reagisci, rispondimi!
    Da dove veniva quella voce? Il buco in cui si trovava era grande, ma vuoto. Numerosi altri fori più piccoli erano presenti sulle pareti, come tunnel di dimensioni inferiori, ma le veniva difficile percepire anche solo un fiato di vento da lì, figurarsi una voce. Qualcosa grattava sul muro di fianco a lei: un piccolo essere insettoide corazzato, forse una creatura infernale, ma non sembrava affatto capace di parlare. Anzi grattava il muro con le sue piccole e tozze zampe, graffiandolo con la sua carapace, come se stesse cercando disperatamente di risalire, ma non ci riusciva. No, non era lui a parlare. Guardandosi meglio attorno, Baiken avrebbe potuto notare vicino a lei i resti del corpo di Mugen, solo una parte però, quella che sembrava molto meccanica e con pochi pezzi di carne attaccati. Avrebbe potuto estrarre dal mucchio la sua maschera che gli copriva il volto, e guardare all'interno degli occhiali una sorta di contatto in videochiamata con qualcuno. la persona che la stava chiamando.
    Maestra Baiken, mi sente?! Sono Massimiliano Traesto, riesce a vedermi???
    Lo avrebbe visto e anche sentito molto, molto bene. Non si trattava di una comunicazione digitale, piuttosto le lenti della maschera di Mugen erano composte di resina magica trattata, e fungevano sostanzialmente come dei portali per la comunicazione spirituale. Farne saltare una e metterla nella lente che portava sempre sul volto per coprire l'occhio mancante sarebbe bastato a Baiken per poter comunicare con Traesto come se fosse di fianco a lei.
    Che sollievo vedere che sta bene... il flusso magico che ho inviato usando il suo risveglio come catalizzatore ha funzionato: il suo corpo è rigenerato! Ma è molto presto per cantare vittoria... i guai sono appena iniziati.
     
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    Fu come vivere uno degli incubi indotti da Muramasa, solo che non c'era niente di onirico e falso in quello che stava accadendo. L'odore del sangue così forte da far bruciare le narici, Jadis stritolata mentre lei, impotente, giaceva sotto alla zampa del mostro, fremendo di rabbia per sollevarla. Vide distintamente la sua vita passarle davanti e pensò che quella sarebbe stata la sua fine. Il rimpianto cocente di non aver potuto salvare chi amava era un buco nel petto ben più grande dello squarcio aperto dagli artigli di quella creatura. Ma fino alla fine, fino all'ultimo barlume di respiro che le rimaneva in corpo, si dice che non avrebbe ceduto. Avrebbe continuato a spingere, avrebbe continuato a digrignare i denti e irrigidire i muscoli come se potesse davvero sollevarsi e spingere in altro quella zampa con la sola forza della sua testa. Quando poi caddero, il vuoto fu quasi balsamico, per quanto un profondo senso di inquietudine la avvolse mentre la vita scorreva veloce. Ogni duello, ogni allenamento, ogni lezione impartita. I secondi passati con Jadis che diventavano minuti, e poi ore. E Shouta... Il ragazzo che presentandosi alla sua porta solo poco tempo prima, era già diventato parte integrante della sua famiglia. Fu quello il genere di amore a cui pensò mentre cadeva. Non Dimntryus, non l'amore carnale, ma quel tipo di affetto familiare in grado di scaldarti il cuore la notte molto più di come farebbero le braccia di un innamorato. E quando credette di lasciarsi cullare dalla morte, di abbracciarla e accoglierla, arresa, furono proprio le facce di Jadis e Sho che le passarono davanti agli occhi. "Combatti Maestra, Resisti!", "Torna da noi, stupida Fumiko". E per quanto fossero mere illusioni, fu davvero come se quelle stesse braccia, che aveva visto accartocciarsi sotto i denti di un kaiju, la afferrassero per tenerla insieme, per montarla come una bambola rotta mentre cadeva verso l'oblio e rimetterla in piedi una volta a terra. L'impatto, per lei, fu come svegliarsi da un incubo, con un sollievo molto più forte di quando pensi "non era vero, sono qui", ma anche molto più terribile quando, guardandosi intorno, non trovò i suoi compagni. Né Sho, né Jadis erano con lei e soprattutto non poteva sapere se a loro fosse toccato lo stesso destino di rigenerarsi. Un senso di oppressione la colse. La voce che le aveva parlato mentre cadeva suonava così familiare… e fu accompagnata da un brivido d'ansia, quando la riconobbe.
    Seeu... Sei tu? Che ci fai qui? Chi, chi devo fermare?
    Lo chiese nella sua testa e anche fuori, un sussurro incosciente dato dalla confusione del momento. Non si aspettava di star parlando davvero con qualcuno, forse era solo un'altra illusione, ma doveva provarci. Si rialzò come se dovesse usare tutta la forza che aveva, strabuzzando l'occhio quando si rese conto che invece era in perfetta forma. Controllò di avere tutto con sé: Gael sulle spalle, il proprio kimono, la propria energia spirituale. E quando afferrò Muramasa per tirarla su con sé, fu come stringere una cara amica persa da tanto tempo: la spada pulsò in risposta, sprigionando la sua energia psichica senza che lei glielo ordinasse, come se gridasse a gran voce di tenerla con sé. E lei rispose stringendola più forte: non l'avrebbe lasciata più. Senza neppure bisogno di dirlo ad alta voce, al solo contatto con la sua mano la spada iniziò a sprigionare la propria energia ancora più forte e in men che non si dicesse erano una cosa sola: il suo braccio era ripristinato sotto forma di un arto dall'aspetto demoniaco, ma c'era qualcosa di diverso. Lo sentiva ribollire nel sangue, come se lei e la sua Zampakuto non fossero mai state così unite. Ed era molto più forte e aggressivo del solito. Che cosa l'era successo? Ancor prima che potesse concentrarsi nel studiare le proprie sensazioni, mentre si guardava la mano stringendo e aprendo le dita come chi controlla il funzionamento di una protesi meccanica appena indossata, sentì una voce rassicurante chiamarla. Studiò il luogo dove si trovava mentre andava verso la voce e un racconto risalente a molti anni prima iniziò a risuonarle nella testa. Aveva evitato di pensare a lui fino alla fine, ma a quel punto era impossibile non fare l'associazione:
    "Il posto da cui vengo ti farebbero orrore. Non credo che la tua mente lo capirebbe. È come se un'infinità di occhi appartenenti alle creature più orribili che gli incubi della tua spada potessero create si materializzassero sotto forma di un unico, grande occhio che sembra guardare contemporaneamente OGNI COSA, anche te. Non ti consiglio mai di visitarla". E invece eccomi qui, a quanto pare, Dimtryus.
    I pensieri deviarono per un solo istante verso la speranza che il suo augurio, che tornasse da dov'era venuto, fatto anni prima, non si fosse avverato, ma fortunatamente passo veloce com'era arrivato. Aveva bisogno di ritrovare Sho e Jadis al più presto, e proprio con quel pensiero determinato raccolse la lente per guardare l'uomo che le parlava, improvvisando una reverenza ma appena accennata, in modo guardingo quasi, mantenendo tutti i sensi concentrati su dove si trovava.
    È un piacere conoscerla, Signor Massimiliano. Scusi se non mi perdo in convenevoli ma sono ancora scossa dagli ultimi avvenimenti. La aspettavo molto prima e... in circostanza diverse. Ha per caso idea di cosa sia capitato? Ha visto i miei compagni? Il maestro Mugen era con lei? È vivo? E Shouta Minuzaki, mio collega, ma soprattutto la mia protetta... Jadis Akane. Mi dica che ha notizie da darmi, la prego. Mi trovo a Dite, come temo?
    Neppure una come lei poteva stare calma in una situazione del genere, quindi finì per parlare molto velocemente, seppur scandendo ogni parola. Aveva bisogno di ritrovare Jadis e Shouta al più presto, con buona pace anche il Maestro Mugen certo, mentre sperava che quei due maledetti mostri fossero ben lontani da loro, ma una cosa per volta. Si guardò intorno mentre montava la lente nella sua fidata "benda", eliminando la parte che avrebbe dovuto nasconderle l'occhio vuoto e sostituendola con quella magica per guardare Traesto. Essendo magica riusciva a vederla anche con l'occhio buono e comunque sentirlo, quasi come fosse con lei. Questo le diede un certo senso di pace, ma non le permise di abbassare la guardia. Doveva trovarli.



    CITAZIONE
    Status Fisico: Perfetto
    Status Psicologico: Concentrata/Determinata
    Energia: 115/120
    Tecniche usate: -
    Potere: Attivato
    Livello 3
    - Il Braccio di Baiken è sempre considerato un'arma convenzionale e ripristina completamente i danni subiti ogni volta che cambia forma. In questo livello la sua resistenza è superiore all'acciaio.
    - Finché la riserva energetica di Baiken è superiore a quella avversaria, il suo braccio è molto più resistente all'energia generata dal nemico in difetto energetico. Se l'energia di Baiken è doppia rispetto a quella del nemico, la resistenza aumenterà ulteriormente.
    - Se Baiken riesce ad infliggere una ferita di almeno media entità con il suo braccio ad un nemico, lo contaminerà con tenebrose visioni che diminuiscono la sua capacità di concentrarsi e lo renderanno vulnerabile. In questo modo risulta sempre come se avesse la metà dell'energia rispetto a Baiken. Questo stato dura un massimo di 4 turni che viene resettato ogni volta che Baiken infligge nuovamente una ferita di almeno media entità.
    Note:
    Equipaggiamento in campo:

    - Gael sulle spalle
    - Armi ed Equipaggiamento a casa, non evocate

    Ho dimenticato di segnare l'arma personale tra nella richiesta in missione. Doom è stato informato ma comunque lo segnalo anche qui per completezza.

    - Modificato ore 11:32 la frase: "Chi sei?" in "Seeu? Sei tu? Che ci fai qui? Chi, chi devo fermare?"

    Edited by .Bakemono - 26/7/2022, 11:34
     
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    Quando Baiken reagì alla voce nella sua testa, lo strano verme coperto di solida carapace che tentava disperatamente di risalire il muro si fermò di colpo, voltandosi verso di lei come se fino a quel momento non se ne fosse reso conto, iniziando a fissarla in maniera silenziosa, come se avesse capito qualcosa e ora ci stesse pensando su. In quel momento però, la priorità era la comunicazione con Traesto che reagì sospirando mortificato alle parole di Baiken, alla quale non poteva dare assolutamente torto.
    Sono mortificato, Maestra Baiken, non so proprio come scusarmi. Mi rendo conto che se fossi arrivato prima tutto questo forse non sarebbe successo. Ma giuro solennemente di fare ogni cosa che è in mio potere per aiutarvi...
    Mentre Traesto si scusava, Baiken indossava la lente magica del Maestro Mugen e lentamente una figura trasparente e violacea con la forma e gli occhi di Traesto iniziava a palesarsi vicina a lei, come un ologramma per le sue percezioni. Anche solo attraverso lo sguardo era possibile vedere l'apprensione e lo stato di mortificazione di quell'uomo, ma era chiaramente fiducioso e voleva fare di tutto per aiutare lei e i suoi protetti.
    Purtroppo so molto bene cosa è capitato ma non abbiamo molto tempo, quindi cercherò di essere riassuntivo: al fine di completare un rituale per rubare un'anima potente, un losco individuo chiamato Vidocq ha commissionato ai vostri aggressori il compito di recuperare sangue di Taimanin puro, inviolato, appartenente ad una vergine di alto livello. Il rituale aveva anche lo scopo di trascinarvi nel luogo in cui sarebbe avvenuto l'oscuro patto ma il risveglio della sua spada ha cambiato tutto...
    ...massimo rispetto per lei, Traesto, ma non abbiamo tempo per questo.
    Sì, anche Mugen era vivo e probabilmente assieme a Traesto, ma Baiken poteva percepire solo la sua voce.
    Maestra Baiken, il rituale interrotto vi ha catapultati tutti in una fenditura tra le realtà, un luogo di intermezzo tra una dimensione sconosciuta e quella che noi chiamiamo "Inferno". Per vostra fortuna, tra l'altro, perché se foste finiti davvero all'inferno ci sarebbe stato davvero molto poco da fare. Ma c'è speranza: se trovate il luogo dove Vidocq sta compiendo il rituale e lo interrompete, l'energia contraria a quella che vi ha mandato lì potrebbe essere sufficiente per aprire un passaggio nella direzione opposta, e quindi farvi tornare qui.
    Inoltre, Maestra Baiken... mi scusi se lo dico come se fosse anche un problema suo, ma sarebbe davvero importante interrompere il rituale di Vidocq, dato che non sappiamo che conseguenze potrebbe avere indipendentemente dalla presenza di sangue di Taimanin o meno. Quello che voglio dirle è che se non ferma Vidocq non possiamo farla tornare indietro perché non siamo certi che equivalga a tenervi al sicuro.
    Adesso la priorità è recuperare Minazuki e Akane, grazie al collegamento dei miei frammenti di corpo posso farvi da navigatore per un piccolo pezzo di strada e la vostra priorità per ora è uscire da quel buco nel terreno. Sto cercando di individuare altre forme di vita...
    Mentre quella conversazione avanzava, guardandosi intorno Baiken avrebbe potuto notare che tra i fori sulla parete, molto più in alto di lei, c'era del terriccio che si stava smuovendo, segno che qualcosa si trovava lì. Ancora qualche istante di pazienza e avrebbe visto le ciocche rosse di Sho fare capolino dal terreno, mentre trascinava con grande fatica sia sé stesso che il corpo di Jadis sulle spalle. Nonostante fosse chiaramente affaticato, né lui né Jadis avevano ferite addosso. Evidentemente Traesto aveva rigenerato anche loro, ma per il momento Jadis aveva perso i sensi, probabilmente assieme al suo famiglio. Sho aveva fatto appello a tutte le sue forze ma l'aveva portata in spalla senza pensarci due volte, arrivando al margine di quel buco e affacciandosi ad esso, gridando a gran voce.
    Maestra! Maestra siamo qui!
    Crollò in ginocchio e nel farlo quasi Jadis gli sfuggì, ma facendo appello a tutte le sue forze la portò al suo petto, stringendola con forza. Baiken avrebbe potuto vedere nelle dita del ragazzo un grande timore e attaccamento, tipico di chi non vuole perdere la persona che sta stringendo. Nonostante ciò, però, il suo sguardo era rinfrancato dall'aver visto la sua adorata maestra.
    Non ho idea né di come salire o di come scendere, ma siamo qui! E stiamo bene!
    Almeno per il momento Baiken poteva tirare un sospiro di sollievo. Certo restava il dubbio su come avrebbe dovuto scalare quel posto, ma prima ancora che potesse domandarselo quell'inquietante verme che fino a un attimo prima raschiava il muro si scagliò verso di lei: allungò dalla sua "bocca" un grosso tentacolo simile ad una lingua che si avvolse intorno al braccio umano di Baiken, così che potesse tirarsi a lei con forza. Le sue zampette si ancorarono alla carne della Maestra strappandole probabilmente un vagito di dolore, ma che passò subito dopo senza lasciare traccia. Baiken non avrebbe percepito nessun istinto omicida da quella creatura e anzi, una volta connessa a lei smise di agitarsi in qualsiasi modo, diventando una "parte di lei". Riusciva a sentire i suoi pensieri e per quanto semplici fossero la stava invitando ad uscire da lì. Puntando il braccio equipaggiato da quella creatura verso una direzione, Baiken avrebbe potuto sparare dalla sua bocca, posizionata sul dorso della mano della spadaccina, una lingua dalla punta acuminata che le avrebbe permesso di scalare facilmente quel luogo, raggiungere Sho e anche andare via da quel buco, dato che la lingua sembrava capace di allungarsi facilmente fino a 20 metri di distanza.
    A quanto pare hai trovato un'alleato, Maestra Baiken. Presto, dovete muovervi: anche i vostri assalitori sono finiti in quella dimensione e probabilmente vi stanno già dando la caccia.
     
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    Vedere la strana creatura reagire in qualche modo alle sue domande verso Seeu diede un lieve senso di disagio a Baiken, spingendola a sollevare un sopracciglio mentre la osservava. Non avendo percepito la creatura come pericolosa, l'aveva ignorata fino a quel momento ma, nel sentirsi fissata, le diede un'occhiata più attenta. Si rendeva conto di quanto fosse sciocco parlare con una voce nella sua testa, specie visto che stava comunicando con Traesto in persona ma, per quanto rischiasse di sembrare un'idiota, provò un'ultima volta a chiamare l'amica che l'era parso di sentire, sussurrando:
    Seeu? Dammi un segno se sei tu.
    Baiken non era il tipo da dare per scontato nulla, soprattutto essendo finita in una dimensione apparentemente sconosciuta e fin troppo simile a ciò che lei associava al mondo dei demoni. Fortunatamente Traesto le spiegò che non si trattava esattamente dell'Inferno, facendole tirare un brevissimo quanto lieve sospiro di sollievo. Lo ascoltò con attenzione, senza potersi impedire di digrignare i denti nell'apprendere che avessero fatto tutto per avere il sangue di Jadis. Sentirla definire in quel modo, ridotta a una vergine sacrificale anche solo nei pensieri dei nemici, fece impennare drasticamente la tensione della spadaccina, non verso Traesto ovviamente, ma verso Vidocq e il duo terrificante di mercenari che aveva ingaggiato per catturarla, notizia che la spinse a concentrarsi ancor più sul mondo che la circondava, stringendo il pugno lungo il fianco per sfogare la propria frustrazione. Voleva trovare al più presto Jadis e Shouta, ma non per questo smise di ascoltare le preziose informazioni che stava ricevendo. Si limitò a un cenno del capo verso l'apprensione di Traesto, per fargli capire che apprezzava immensamente il suo aiuto e che non lo biasimava per il suo ritardo. Sentendo poi che Mugen era salvo, sospirò di sollievo. Certo, non si spiegava come avesse fatto a tornare indietro (ammesso che lo avesse fatto), specie dopo aver appreso quanto sarebbe stato complicato riuscirci per lei e i suoi protetti, quindi non poté trattenersi dal porre domande in proposito.
    Sono felice di sentire che è ancora tra noi, Maestro Mugen. Vi ringrazio entrambi per avermi aggiornata sulla situazione. Ma non posso proprio esimermi dal chiederle come mai non è qui anche lei. Come ha fatto a tornare indietro? Ci sono forse altri modi?
    Doveva saperlo. Non tanto per lei ma per Jadis e Shouta. Se avesse avuto una possibilità di portarli in salvo subito, lo avrebbe fatto occupandosi del resto a cuor più leggero, soprattutto perché Traesto non aveva alcun bisogno di specificare quanto porre fine al tremendo rituale che le aveva descritto fosse un suo problema, lo era senza ombra di dubbio, ma avrebbe preferito occuparsene senza mettere Jadis e Shouta ulteriormente in pericolo.
    Sono assolutamente pronta a occuparmi di questo... Vidocq. Pronunciò il nome a denti stretti. Aveva una vaga idea di chi si trattasse grazie ad alcuni racconti di Seeu stessa, e a maggior ragione era suo dovere occuparsene. Non avete bisogno neanche di dirlo, Signor Massimiliano. Ma se avete un modo per far tornare Shouta e Jadis lì da voi, quando li troverò... vi prego di dare priorità a portarli al sicuro e lasciare a me il resto.
    Era tipico di lei e lo disse a gran voce, senza pensarci due volte. Sapeva che era improbabile che fosse così facile, in fondo anche se Mugen fosse davvero tornato sulla Terra, dovevano aver usato un metodo terribilmente dispendioso in termini energetici, ma non poteva non provarci. Detto questo mi faccia strada Maestro Mugen, muoviamo-
    E poi finalmente lo sentì. Un tempismo davvero incredibile. Vedere quel ciuffetto rosso sbucare dal terreno la riempì di un sollievo tale che le vennero le lacrime agli occhi. Sembrava una madre che rivede il figlio dopo anni di assenza. Non era rimasto niente di lascivo nel suo sguardo, solo un'immenso affetto che si riversò anche sulla figura di Jadis, divenendo preoccupato quando si accorse che non era cosciente, salvo rassicurarsi a quel "Stiamo bene". Interpretò l'apprensione del rosso per Jadis come senso del dovere verso di lei, oltre che affetto per la ragazza stessa, e si sentì ancora più grata verso il giovane, perché c'era riuscito: gliela aveva riportata.
    Sho-chan!!! Jadis! Era così sollevata e fiera di loro che dimenticò di nascondere il tono fin troppo informale, rispondendo a gran voce e con estremo entusiasmo. Vederli vivi dopo quello che avevano passato... Sperava che nessuno la giudicasse per la lacrima che le scivolò lungo la guancia. Non temere! Sto venendo a prendervi! Uh?!
    Il resto degli avvenimenti la fecero sussultare. Baiken non era la tipica persona con la fobia degli insetti, visto che il suo villaggio di origine era famoso per averne di aggressivi e giganteschi, tuttavia quell'attacco furtivo la mise sull'attenti, almeno inizialmente. Era pronta a staccarsi di dosso il vermone con forza, soprattutto dopo aver sentito il dolore provocato dalla loro unione, ma quando la creatura fu totalmente unita a lei si sentì in qualche modo sollevata e si rilassò. Fu molto strano sentire i suoi pensieri, così semplici ma cristallini, e in quanto creatura sconosciuta non poteva fare a meno di guardarla con sospetto… ma qualsiasi strumento l'avesse aiutata a raggiungere più facilmente i suoi protetti e portali in salvo era ben accetto, fosse anche pericoloso per lei. Per questo quando rispose a Mugen lo fece in modo scettico, certo, ma mentre già puntava il braccio verso l'alto per agire.
    Così pare... ma perché una creatura simile cercava di risalire scavando, se ha una lingua del genere con cui arrampicarsi? Non vorrei che si tratti di un parassita o qualcosa di simile...
    Avrebbe puntato il braccio in modo che la lingua-rampino si aggrappasse al punto più alto della fossa dove si trovava, tirando per assicurarsi che fosse abbastanza resistente. Una volta certa di aver trovato un appiglio sicuro, si sarebbe arrampicata fino al punto dove stavano Shouta e Jadis, invitando il ragazzo ad aggrapparsi a lei insieme alla sua protetta, porgendogli il braccio demoniaco con un sorriso imbarazzato. Nel farlo, ritirò ogni escrescenza che potesse dargli fastidio o graffiarlo.
    Se ti senti più sicuro puoi darla a me e arrampicarti da solo, tieniti forte alla lingua... In ogni caso, vi terrò stretti. Saliamo.
    Non sapeva ancora cosa potesse fare il suo nuovo Potere in toto, sentiva che c'era tantissimo di diverso nel suo corpo e nel rapporto con Muramasa ora che il suo sangue demoniaco era stato risvegliato, eppure percepiva come per istinto che poteva modellarlo con l'energia per cambiarne forma. Era come se fosse stata allenata anche per quello fin da piccola, probabilmente residui di insegnamenti ormai sepolti tra i suoi ricordi. In ogni caso sapeva per istinto che avrebbe sfruttato tutto ciò che poteva per tenerli saldissimi a sé se fosse servito, fosse anche trasformare il braccio in qualcosa che potesse legarli, o recuperarli se fossero caduti. Se Sho avesse voluto arrampicarsi da solo lo avrebbe fatto salire sopra rispetto a lei così da prenderlo in caso di caduta. In ogni caso, solo una volta certa di avere entrambi ben stretti e sicuri li avrebbe portati fuori da quel buco, arrampicandosi con tutti i sensi in allerta e l'istinto protettivo alle stelle. Se Shouta avesse accettato il suo braccio l'avrebbe sentita stringerlo con un'intensità estremamente rassicurante e un sospiro sollevato e commosso nel rivederli vivi e in salute. Avrebbe voluto concedersi un abbraccio più sentito ma purtroppo non c'era tempo da perdere. Non scherzava quando gli aveva detto che li avrebbe tenuti stretti da lì in poi: non aveva nessuna intenzione di perderli di nuovo finché non li avesse portati al sicuro.

    CITAZIONE
    Status Fisico: Perfetto
    Status Psicologico: Concentrata/Commossa
    Energia: 120/120
    Tecniche usate: -
    Potere: Attivato
    Livello 3
    - Il Braccio di Baiken è sempre considerato un'arma convenzionale e ripristina completamente i danni subiti ogni volta che cambia forma. In questo livello la sua resistenza è superiore all'acciaio.
    - Finché la riserva energetica di Baiken è superiore a quella avversaria, il suo braccio è molto più resistente all'energia generata dal nemico in difetto energetico. Se l'energia di Baiken è doppia rispetto a quella del nemico, la resistenza aumenterà ulteriormente.
    - Se Baiken riesce ad infliggere una ferita di almeno media entità con il suo braccio ad un nemico, lo contaminerà con tenebrose visioni che diminuiscono la sua capacità di concentrarsi e lo renderanno vulnerabile. In questo modo risulta sempre come se avesse la metà dell'energia rispetto a Baiken. Questo stato dura un massimo di 4 turni che viene resettato ogni volta che Baiken infligge nuovamente una ferita di almeno media entità.
    Note:
    Equipaggiamento in campo:

    - Gael sulle spalle
    - Armi ed Equipaggiamento a casa, non evocate
    -Energia ricaricata tramite Charge
     
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    Baiken non ebbe messaggi chiari da quella creatura avvinghiata al suo braccio, solo qualche tremolio e dei versi decisamente poco umani. Se era Seeu, comunque, aveva deciso di aiutarla non c'erano dubbi. Se non altro però, Mugen sembrava invece molto ben disposto a rispondere alle curiosità di Baiken.
    Quello con cui avete interagito era solo uno dei miei numerosi corpi. Il teletrasporto ha reciso il legame che mi permette di controllarlo e rigenerarlo, quindi questa comunicazione è il massimo che posso fare. Se troverò un modo per essere più utile sarà la prima a saperlo, maestra Baiken, ma per ora non esiste nessun modo per riportare i ragazzi qui. Ma sappiamo che sono in buone mani...
    Suonava come un complimento quello. O una battuta, visto che di norma Baiken ne aveva una sola di mano. L'umorismo di Mugen doveva essere strano. Diversamente divertito era invece Sho che, nel vedere gli occhi lucidi della sua maestra sentì un forte nodo allo stomaco. Non era stato abbastanza forte per impedire quello scenario e aveva fatto preoccupare tutti, anzi se non fosse stato per Traesto probabilmente a quel punto sarebbero stati tutti morti, quindi al momento si sentiva piuttosto inutile. Anche e soprattutto per questo stringeva Jadis disperatamente, nella speranza di essere in grado almeno di proteggere lei. Per questo quando Baiken li raggiunse col suo novo e bizzarro "insetto-rampino", il giovane scosse il capo con estrema decisione all'idea di lasciare Jadis alla sua maestra. Primo. rischiava di rallentarla, e secondo... quello era il suo fardello.
    Fidati di me, Fum... maestra Baiken... giuro di proteggerla con la mia vita.
    Sapeva quanto fosse importante Jadis per lei, e questo la rendeva importante anche per lui. Il momento era abbastanza emotivo da quasi tradirlo, era ancora un pò troppo presto per prendersi simili confidenze al di fuori dell'intimità di loro due, ma voleva parlarle col cuore aperto, senza nascondere la sua voglia di aiutarla al massimo delle sue possibilità. Il ragazzo accolse quindi l'abbraccio della maestra e grazie a quel mostruoso rapino riuscirono facilmente a risalire: la lingua era abbastanza forte e veloce da poterli tirare rapidamente e senza far compiere ulteriori sforzi a Baiken. La donna avrebbe sentito il corpo del ragazzo stringersi a lei con forse più vigore del necessario, forse perché aveva temuto davvero di perderla dopo che finalmente le aveva confessato i suoi sentimenti, e poterla riabbracciare era un dono che Shouta aveva intenzione di onorare con sincerità. Lui non pianse ma il suo cuore batteva come un pazzo in quel momento, Baiken poteva sentirlo. Quando furono finalmente fuori da quel buco, lo scenario cambiò radicalmente: non erano affatto in una radura rocciosa e desolata come delle terre sabbiose, piuttosto si trovavano all'interno delle rovine di una città del tutto deserta e completamente devastata da quegli enormi buchi che attraversavano facilmente edifici e complessi cittadini. La città ricordava le antiche costruzioni greche ma non avevano lo splendore di una città del passato, sembravano fatte piuttosto con rocce laviche, rese opache dal tempo ma ancora lucide. Inoltre le costruzioni non erano fatte per dimensioni umane: le abitazioni, i palazzi e le strutture avevano dimensioni ciclopiche e inquietanti, e le forme che raffiguravano quei pochi murales e mosaici ancora integri non avevano proprio nulla di umanoide. Da quella posizione potevano vedere meglio il cielo, ma appariva "distante". difficile renderlo a parole, un pò come un astronauta che guarda la terra da lontano, ma riesce comunque a distinguere i corpi celesti sul suo sfondo. Quegli occhi diabolici sembravano molto lontani e confinavano con uno spazio tetro, costellato da galassie morenti ma dallo splendore inimitabile. Anche quelle stelle, come l'occhio lontano, sembravano osservare qualcosa in maniera sinistra, ma non loro. Loro erano, appunto "distanti", e forse questo era ancora più terrificante.
    Ma che posto è questo? Sembra una città ma... non dovremmo essere in uno spazio tra dimensioni?
    Si direbbe uno di quei tetri scenari dove i rituali falliti hanno ripercussioni su città intere... è per questo che la magia va controllata e usata con cautela. Gli errori di pochi possono condannare anche le più fiorenti civiltà. Dio solo sa cosa è successo agli abitanti di questa città quando sono finiti qui...
    Uno scenario macabro e poco entusiasmante, ma che non potevano permettersi di restare lì a fissare. Il grosso dell'illuminazione non veniva da quell'inquietante cielo ma da delle grosse lanterne che bruciavano sulla sommità di alcuni edifici più alti. La maggior parte erano spente o quasi morenti, mentre alcune erano più intense. Dalle spente si poteva vedere che non erano braci o lucernari, ma delle grosse pietre di un verde scurissimo, cave all'interno, a produrre la luce non era qualcosa che bruciava o energia che le attraversava, ma delle scintille simili a lucciole. La luce di quelle lanterne si rispecchiava anche su piccole "torce" che circondavano la città, proprio come le lanterne grandi queste apparivano morenti o spente in prossimità di lanterne quasi estinte, o più luminose vicino a lanterne brillanti. Queste ultime sembravano voler definire un percorso verso un ampio edificio che ricordava un Colosseo. SI poteva praticare la strada principale, passare dentro le abitazioni o, volendo, sopra di esse grazie al rampino appena ottenuto da Baiken. A quel punto finalmente Jadis avrebbe iniziato a riprendere i sensi, confusa ma abbastanza sveglia da aver capito la situazione fino a quel momento, con la differenza che finalmente il corpo avrebbe iniziato a reagire.
    La nostra priorità ora è trovare una fonte di energia. Sarà indispensabile per permettervi di orientarvi meglio in questo luogo e potervi teletrasportare. Raggiungere Vidocq diventerà molto facile con la giusta fonte energetica.
     
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    Baiken reagì alle parole del maestro Mugen grattandosi il capo con non troppo imbarazzo.
    La ringrazio, Maestro. Dovevo almeno provarci...
    Le faceva piacere che ritenesse i ragazzi in buone mani -o anche che la cosa lo divertisse, se invece era una battuta- ma ovviamente lei avrebbe di gran lunga preferito saperli a casa e lontani anni luce da quella situazione. Non che sottovalutasse le capacità di Shouta o di Jadis stessa, ma per quel che la riguardava erano comunque fin troppo vulnerabili in quel luogo sconosciuto. Lei stessa, si sentiva alquanto a disagio dopo ciò che avevano passato. Non poteva poi dimenticare quanto Jadis fosse fragile rispetto a loro nel suo corpo privo di affinità magica e reali capacità di combattimento, per cui si sentì molto più serena nel vedere lo sguardo di Shouta quando si offrì di prenderla. Sospirò di sollievo e gli sorrise. Se avesse notato anche solo la minima indecisione non gliela avrebbe mai affidata, ma quello sguardo le diede tutta la sicurezza di cui aveva bisogno. Per cui gli concesse un secco cenno del capo, abbracciandolo per lanciarsi finalmente in quella scalata verso l'ignoto. Anche lei era sollevata di poterlo stringere ancora.
    La affido a te, Sho-san.
    Cambiò onorifico ma si rifiutò di concedersi ulteriori formalità in quella situazione. Voleva comunicargli che aveva piena fiducia in lui, molta più di quanto probabilmente pensava di meritare, talmente da affidargli la persona che considerava più preziosa al mondo, perché era certa delle sue parole. E mentre lui votava la propria vita a Jadis, lei avrebbe vegliato su entrambi, quello era il piano. La lingua dello strano insetto si scoprì capace di trainarli a una velocità discreta, rivelandosi ancora più utile di quanto avesse pensato inizialmente. Dato che per il momento non sentiva provenire alcun pericolo da quell'essere, Baiken si concentrò sul paesaggio che si ritrovarono davanti una volta saliti, studiandolo con attenzione. Dall'alto, si rese conto di quanto il buco nel quale erano finiti fosse stato profondo e un brivido la colse. Poteva supporre che in quel luogo vivessero creature mastodontiche, anche per via delle costruzioni che si trovò davanti, devastate in più punti dalle stesse voragini inquietanti. La situazione non era delle migliori, sembrava una città fantasma e pensare che fosse stata resa al suolo dalla magia o da qualcos'altro era terrificante.
    Quale pensa possa essere una fonte energetica adeguata, Signor Treasto? Da quel che che quelle lanterne non mi sembrano sufficienti. Lei che ne pensa?
    Anche se volle informarsi riguardo l'opinione di Traesto, dopo un'attenta analisi Baiken prese la sua decisione su come muoversi e la comunicò ai presenti (e non).
    Nel frattempo penso che sia meglio procedere dall'alto. Avremo una vista migliore e, a giudicare dalla voragini scavate un po' ovunque, forse riusciremo a evitare qualunque cosa le abbia lasciate… Non promettono niente di buono. In ogni caso sarà più facile evitare attacchi a sorpresa, specie perché il coccodrillo gigante sa scavare, come abbiamo visto, magari questi immensi edifici lo rallenteranno, qualora fosse nei paraggi.
    Sho-san, ti chiedo per favore di tenere tu Jadis, in braccio o sulla schiena, come preferisci. Non potrebbe mai starci dietro in velocità e abbiamo bisogno di essere pronti e veloci. Una volta sopra precedimi nel passo, vi coprirò le spalle e, se dovessi perdere la presa, ci sarò io a tenervi. Che ne pensate?

    L'idea era di passare per il tetto degli edifici che sembravano più stabili, seguendo le lanterne più luminose e studiando man mano la situazione, per poter raggiungere nel modo più discreto possibile il luogo nel quale sembravano puntare le luci, che sicuramente richiedeva uno studio più approfondito, possibilmente a debita distanza. Passando da sopra gli edifici forse avrebbero potuto osservare da lontano eventuali nemici ed evitarli, o almeno così sperava. Se gli edifici erano ancora in piedi nonostante quei buchi enormi forse le creature che li avevano procurati non erano in grado di buttarli giù facilmente… ammesso che le sue ipotesi riguardo la loro presenza fossero esatte. In diverso modo avrebbero comunque goduto di un punto d'osservazione migliore, avendo maggiore visione sulle rovine.
    Jadis iniziò a svegliarsi con il suono della voce di Baiken, sentendosi immediatamente al calduccio e al sicuro, un po' come l'orrore che aveva vissuto fosse stato solo un brutto sogno. Quando capì che il marmo che stava tastando non era il pavimento dove stava il suo futon ma le braccia "possenti" (dal suo punto di vista di ragazza minuta lo erano di certo) di Shouta, sussultò leggermente, fingendo però di dormire ancora per aver il tempo di rimettersi in sesto. La vicinanza col giovane la fece arrossire e irritare: come osava toccarla senza permesso? Ma la reazione iniziale fu surclassata dal ricordo di ciò che avevano passato insieme... spingendola piuttosto a stringersi più forte a lui. Anche se non lo avrebbe mai detto a voce alta, si sentì sollevata: Sho era vivo. Baiken lo era. Erano tutti vivi, in salute, e le sembrava un miracolo. Supponeva che Syornha fosse tornata per un po' nel suo mondo in attesa di essere rievocata quando lei aveva perso i sensi, provò a mettersi in contatto con lei mentalmente per capire se fosse tutto ok. Non avrebbe mai dimenticato il dolore e la paura provati quando quel mostro l'aveva stretta tra le fauci. Aveva sempre vissuto protetta in qualche modo dalla sua famiglia, dal suo ceto sociale e dai suoi compagni, in una posizione privilegiata, e quando aveva pensato di morire si era pentita di tante, troppe cose. Per questo, anche se non era disposta ad ammetterlo, VOLEVA stare esattamente lì, tra le braccia di Shouta, perché vederlo agonizzante e col petto squarciato l'aveva colpita infinitamente più di quanto potesse immaginare. Decise per il momento di tacere e riprendere del tutto le forze prima di doversi alzare, facendo un check up silenzioso di dita e arti per capire se sentiva in ordine. Ovviamente, avrebbe voluto rimettere al proprio posto Fumiko dicendole che era perfettamente in grado di badare a se stessa e camminare da sola, ma la verità era che conosceva i propri limiti e per quanto non fosse disposta a pronunciarli a voce alta, per il momento era più utile in braccio a Shouta che in piedi. Non aveva ancora osato sbirciare il luogo del quale stavano parlando e lo fece discretamente, richiudendo subito gli occhi per lo shock: forse era meglio stare svenuta... ma non poteva fingere per sempre.
    Io ce l'avrei qualcosa da ridire, Fumiko: sarei perfettamente in grado di camminare da sola, se volessi. Comunque, sono disposta ad assecondare la tua richiesta. Penso anche che ti farò il piacere di aggrapparmi alle tue spalle, Kuma, così avrai le braccia libere. E poi aggiunse, in un borbottio praticamente impercettibile che però lui avrebbe potuto sentire abbastanza bene, data la vicinanza col suo orecchio. Sono felice che siate vivi.
    È un sollievo sentirti bella pimpante, Jadis. Mi sei mancata. Ti ringraziamo per la tua "gentile concessione". Ora andiamo però, vi voglio concentrati e pronti a tutto. Sarò proprio dietro di voi.
    A quel punto, se non ci fossero state discussioni o consigli da parte di Traesto e Mugen, Baiken avrebbe usato la lingua-rampino per raggiungere la vetta dell'edificio che le sembrava più sicuro, stando sempre attenta a testare la stabilità del punto d'appoggio per assicurarsi che riuscissero ad arrivarci. Inizialmente avrebbe stretto Shouta per portarlo su, tenendo sempre i sensi all'erta, dopodiché lo avrebbe lasciato proseguire davanti a lei a non più di un metro per potergli guardare le spalle (e tenere d'occhio Jadis) come promesso. Non sapeva esattamente come, ma si sentiva in grado persino di volare in quel suo nuovo risveglio, per cui "prenderli al volo" non era un problema. Aveva tutta l'intenzione di guardarsi intorno per evitare brutte sorprese mentre si muovevano. L'idea era di seguire le luci delle lanterne più brillanti e magari studiarne qualcuna a debita distanza durante il tragitto, per capire se poteva ottenere qualche informazione in più da vicino e magari scoprire cosa fossero quelle lucciole. Non sembravano fonti di energia affidabili, ma la speranza è sempre l'ultima a morire.

    CITAZIONE
    Status Fisico: Perfetto
    Status Psicologico: Concentrata/Determinata
    Energia: 120/120
    Tecniche usate: -
    Potere: Attivato
    Livello 3
    - Il Braccio di Baiken è sempre considerato un'arma convenzionale e ripristina completamente i danni subiti ogni volta che cambia forma. In questo livello la sua resistenza è superiore all'acciaio.
    - Finché la riserva energetica di Baiken è superiore a quella avversaria, il suo braccio è molto più resistente all'energia generata dal nemico in difetto energetico. Se l'energia di Baiken è doppia rispetto a quella del nemico, la resistenza aumenterà ulteriormente.
    - Se Baiken riesce ad infliggere una ferita di almeno media entità con il suo braccio ad un nemico, lo contaminerà con tenebrose visioni che diminuiscono la sua capacità di concentrarsi e lo renderanno vulnerabile. In questo modo risulta sempre come se avesse la metà dell'energia rispetto a Baiken. Questo stato dura un massimo di 4 turni che viene resettato ogni volta che Baiken infligge nuovamente una ferita di almeno media entità.
    Note:
    Equipaggiamento in campo:

    - Gael sulle spalle
    - Armi ed Equipaggiamento a casa, non evocate

    Fisico Jadis: Perfetto e bellissimo
    Psiche: Imbarazzata
    Potere: Non attivo
     
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    Sho prestò la massima attenzione alle considerazioni e ai comandi di Baiken, era entrato completamente in modalità "missione" e in lui non c'era più traccia dell'indecisione e l'imbarazzo che caratterizzava un ragazzo della sua età: aveva lo sguardo di un vero e proprio soldato, risoluto e pronto a tutto. Probabilmente in quel breve frangente la maestra avrebbe scoperto perché un tipo così giovane e all'apparenza emotivo era stato investito del titolo di Maestro tanto facilmente.
    Condivido le considerazioni sul vostro predatore: visto che dovete procedere verso la fonte di energia delle lanterne, altrimenti insufficienti per il nostro scopo, è meglio farlo dall'alto. Ci sarà più tempo di reazione e sarete meno vulnerabili.
    Anche il ragazzo annuì con fermezza e il silenzio di Mugen lasciava intendere che nemmeno lui avesse altro da aggiungere. Una cosa importantissima però andava considerata: quelle strutture megalitiche erano DAVVERO fuori misura per un essere umano, questo significava che l'unico modo per raggiungere agilmente i tetti era usare quel mostruoso rampino posseduto da Baiken. Una volta sopra, spostarsi tra i tetti sarebbe stato facile per lei e per Sho, ma salire e scendere era una cosa che solamente la maestra e il suo mostruoso amichetto potevano fare a cuor leggero. Come se non bastasse, le strutture erano lucide e scivolose, apparentemente infrangibili dalle loro armi o abilità, pertanto potevano affidarsi solo al rampino di Baiken. Jadis nel frattempo si riprese e per una volta Sho fu molto sollevato di sentirla così maledettamente spocchiosa, tanto che quando si strinse a lui per le spalle e gli sussurrò di essere felice che fossero tutti vivi, le portò una mano sulle dita per darle un pò di coraggio. Man on disse niente: sapeva che quella piccoletta non avrebbe ammesso mai niente apertamente e lui non voleva metterla in difficoltà. Ne avevano passate abbastanza e per ora anche l'unico desiderio di Sho era quello di vedere tutti salvi a casa. Decisero allora di procedere e aiutato da Baiken Sho arrivò fino in cima stringendo Jadis a sé, fu molto più facile con lei sveglia e la ragazza avrebbe potuto sentire quanto maledettamente duri fossero i suoi muscoli in quel momento. probabilmente non l'aveva mai sentito così concentrato prima d'ora, neanche quando avevano fatto sesso, evidentemente si era trattenuto con lei... più o meno. Mentre ora invece voleva dare il massimo a tutti i costi, concedersi un errore non era contemplato. Quando furono sulla sommità dell'edificio più vicino la dissonanza di dimensioni fece brutti scherzi ai loro sensi: la testa iniziò a girare e fu come s ela città stessa li stesse osservando, come un'animale enorme che tenta di divincolarsi dalla presa di piccoli esseri sopra al suo pelo, scrollandoli non tanto di forza quanto più con la mera aggressività. La città li stava scacciando, erano intrusi in quel luogo e i loro sensi lo dicevano chiaramente. D?altro canto però, da quella altezza potevano vedere chiaramente la fonte di luce più intensa che proveniva da quel gigantesco Colosseo, e non sarebbe stato difficile per loro raggiungerlo dalla posizione privilegiata che avevano scelto. Proprio come era difficile salire, lo sarebbe stato scendere, quindi raggiunsero le volte dell'edificio dall'alto, all'apparenza un buon punto di partenza. Mentre avanzavano, Mugen si preoccupò di condividere con loro altri dati importanti, indispensabili per la loro missione.
    Capisco... le fonti di energia sono prosciugate, ma lasciate al minimo per poter alimentare quella fonte principale. Quello che è successo in questo luogo non è stato un caso, anzi forse è stato reso un punto di passaggio volontariamente. Non posso dare per scontato che sia opera di Vidocq o delle Lanterne nello specifico, ma ipotizzando il loro coinvolgimento potrebbe essere un modo per creare dei ponti tra le dimensioni. L'energia è troppo flebile per essere percepita tra i passaggi, quindi non è individuabile, ma funge come un "faro" per chi invece sa quali passaggi utilizzare. Un teletrasporto sicuro che fa perdere le tracce di sé.
    Insomma... è un pò come quando cerchi di occultare la tua navigazione usando un VPN?
    Esatto Sho, bravo: questo spiega perché Vidocq è così difficile da rintracciare e da inseguire. Pericolosamente astuto. Ed è ancora più astuto usare questi "passaggi intermediari" per compiere i suoi oscuri riti. Tremo al pensiero di cosa potreste trovare sul vostro cammino. Siate forti.
    Una volta affacciati all'interno del Colosseo, Baiken e gli altri sarebbero stati testimoni di uno scenario macabro e inquietante: da fuori la struttura sembrava vuota e asettica, ma dall'interno era tutto l'inverso. Somigliava alla gigantesca bocca di un mostro sopito che aveva ingoiato ogni singolo abitante della città. I muri erano tempestati di corpi essiccati, creature gigantesche dall'aspetto umanoide dai volti straziati e martoriati, i cui corpi portavano segni di cicatrici vistose e deformità dovute all'uso pesante di ogni genere di torture. Apparivano come tante mummie impilate dentro le pareti e nonostante sembrassero a tutti gli effetti morti e dimenticati, quegli sguardi sofferenti sembravano emettere un flebile lamento, così sottile da apparire appena percettibile ma terribilmente straziante. Non c'erano più di 2 metri di parete che non fossero occupati da quelle figure, in quel luogo si era consumato un vero e proprio sterminio di massa, tutto per il tesoro che pulsava al centro del Colosseo: una grossa sfera di luce dall'aria organica, grande in realtà poco più di un metro e mezzo, somigliava ad un gonfio occhio nella quale era stato imbrigliato un forte potere. Il Colosseo era gigantesco e composto da numerose volte, somiglianti a delle gigantesche scale, balzare da una volta all'altra era difficile ma non impossibile con un salto che richiedeva probabilmente pressione energetica per non spezzarsi le gambe, oppure poteva essere un passaggio semplicissimo usando il rampino di Baiken. Il loro obbiettivo era semplice: scendere una a una quelle numerose volte per arrivare al centro del Colosseo, ma c'erano due problemi: il primo riguardava i sensi di Baiken e degli altri, resi estremamente più difficili da usare propriamente in quella dimensione aliena. Dovevano raccogliere informazioni precise per poter agire e guardare e basta non sarebbe bastato probabilmente. Secondo problema: non erano soli.
    Ho ancora il sapore della ragazzina in gola... e questo mi rende molto, MOLTO affamato. Non siete stanchi di giocare a nascondino? Risolviamola con uno scontro diretto come si deve... anche tutti contro uno, non mi crea affatto problemi! Avanti! Venite fuori!
    Il mostruoso tirannosauro diabolico era proprio lì dentro! Camminava con le sue enormi zampe su quelle volte colossali come se niente fosse, la paura non era un sentimento che lo riguardava. Annusava pesantemente l'aria, evidentemente non li aveva ancora notati ma li stava cercando. A differenza di normali gambe umane, le sue possenti cosce di tirannosauro diabolico ben distanti dagli arti tozzi di un alligatore gli permettevano di compiere balzi estremamente precisi e distanti, e riusciva quindi a saltare da una volta all'altra senza la minima difficoltà, cercando tra i cadaveri mummificati tracce delle sue prede. Sho si schiacciò contro la parete al centro di due grosse figure mummificate, pensando che fosse una buona idea celare il suo odore e la sua presenza in quel modo.
    Sembra uno di quei videogiochi Horror dove non puoi fare altro che scappare ed evitare il mostro letale... e io sono una schiappa in quei giochi!
     
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    Per Jadis fu un'esperienza particolarmente strana e al tempo stesso piacevole essere trasportata da Shouta come un koala. Non si aspettava minimamente quel suo gesto consolatorio poiché era abituata a cavarsela da sola sempre e comunque, anche e soprattutto per propria scelta, quindi cercò di sbuffare e si voltò dall'altra parte quando le prese le dita, nella speranza di nascondere quanto fosse arrossita. Al tempo stesso però non tirò via la mano dalla presa di Shouta, anzi, il giovane avrebbe potuto sentirla stringersi più forte a lui. Anche se aveva cercato di nasconderlo e non voleva lasciarsi prendere dal panico, era in uno stato di estrema apprensione, che aumentò considerevolmente quando, risalendo, la pressione nell'aria sembrò cambiare, come se qualcosa volesse spingere contro di loro per scacciarli. Per il suo corpo, più debole di quello massiccio che stava stringendo (notando ogni singolo muscolo o tensione, con fin troppo interesse) o di quello di Baiken stessa, quell'atmosfera fu semplicemente devastante e la spinse a cercare conforto nel calore del ragazzo sotto di lei. Avrebbe voluto essere forte e utile come loro, in quel momento più di qualsiasi altro, ma purtroppo non aveva molte alternative per quella scalata verso l'ignoto, se non gravare sulle spalle dei suoi compagni. Persino quel verme attaccato al braccio di Baiken, era molto più utile di lei. Per darsi conforto cercò di vederla diversamente: Shouta si stava semplicemente prendendo cura di lei come era suo DOVERE fare, visto il loro rapporto, e la trasportava come una Regina... ma nonostante la sua fervida immaginazione e il contatto del suo seno alla schiena del rosso (che non gli era certo indifferente), neppure la sua mente perversa riuscì a farle elaborare pensieri positivi in cui rifugiarsi. Nonostante ciò prestò attenzione a ogni singolo dettaglio di quel paesaggio infernale. Non voleva farsi sfuggire nulla e, anche se capì poco, ascolto con estrema attenzione anche tutti i discorsi del collega di Baiken e del signor Traesto. Quando però giunsero abbastanza vicino alla loro meta, potendo scorgere ciò che nascondeva, i suoi occhi si sgranavano via via che assimilava ciò che stava guardando. Shouta avrebbe potuto sentirla mentre sussultava, per poi irrigidirsi, trattenendo le lacrime e il disgusto di fronte a quell'orrore.
    È... terribile. Questo Vidocq... Dobbiamo fermarlo.
    La rabbia nella sua voce era palpabile. Jadis provava una specie di affetto incondizionato per le creature mostruose, anche se di rado ne parlava o lo dimostrava, se non qualche volta osservando Syornha affascinata, quando erano sole e nessuno poteva notarlo. Fatto stava che la mostruosità la ammaliava in qualche modo, e sebbene disprezzasse con ogni fibra del suo essere quelle crudeli, esattamente come avrebbe fatto con quelle più umane, vedere (e sentire) quella strage di creature innocenti la fece fremere di rabbia... che si trasformò in orrore poco più tardi, quando sentì la voce di un'altra creatura, forse una delle poche che mai avrebbe potuto affascinarla, riferirsi al suo sapore. Rabbrividì di disgusto, ma al ricordo del dolore provato tra le sue fauci, le fu impossibile non iniziare a tremare come una foglia. Solo il calore di Shouta poté darle un minimo di coraggio.
    Baiken d'altra parte cercò di restare calma, anche se fece cenno ai ragazzi di fermarsi, imitando Shouta nel suo tentativo di celare la propria presenza e facendo capire a entrambi di non far rumore. Come se quello spettacolo raccapricciante non fosse già stato abbastanza sconvolgente, la presenza di quel mostro non ci voleva proprio. Era ancora scossa per la visione grottesca a cui stavano assistendo, che le aveva ricordava troppo dolorosamente la strage che lei stessa aveva procurato al suo villaggio decenni prima, ed ecco che un altro trauma si risvegliava fin troppo presto. Sapeva che prima o poi quel mostro li avrebbe trovati, ma non pensava di doverlo affrontare a così poco tempo dalla loro venuta in quel posto. Era stata un'illusa. E la cosa peggiore era che, avendo saggiato fin troppo dolorosamente la forza di quella creatura, c'era da temere che né lei né il suo affidabile compagno avrebbero potuto tenergli testa in uno scontro diretto. Farsi scoprire subito era fuori discussione, già, ma come uscirne? Lei non era affatto esperta dei videogiochi di cui parlava Sho-chan.
    Questa non ci voleva proprio... Si assicurò di parlare con una voce talmente bassa da essere appena udibile dai ragazzi, che potevano ascoltarla solo perché erano a un passo da lei. E che succede nei giochi di cui parli, Sho-chan? Ci sarà pure qualcosa che si fa in questi casi...
    Baiken aveva poche idee. Non potevano di certo usare energia magica, visto che sarebbe stata facilmente individuabile e avrebbe di sicuro attirato l'attenzione del colosso. Il sangue di Jadis poi lo attirava, quindi dovevano assicurarsi che la ragazza non si graffiasse durante l'attraversata di quelle volte grottesche e lei intendeva prestare molta attenzione alla cosa. Fortunatamente il suo rampino sembrava abbastanza affidabile da trasportarli con facilità... ma il loro obiettivo era al centro di quell'immensa costruzione e sarebbero stati esposti una volta lì. Le serviva un'idea...
    Io ci gioco, ogni tanto. Che Jadis fosse... un po' nerd? Di solito la strategia migliore è lanciare qualcosa lontano e aspettare che il mostro ci vada per poi muoversi silenziosamente nella direzione opposta, ma parliamo di videogiochi, Fumiko, non so quanto sia...
    Che potesse funzionare?
    Dobbiamo tentare. Solo, Sho-chan, assicurati di scappare dalla parte opposta rispetto alla mia se dovesse notarci, intensi? In quel caso mi occuperò io di lui e lo porterò lontano da voi. Forse potrei trattenerlo abbastanza a lungo da lasciarvi il tempo di indagare sulla sfera e capire come usarla, in caso... ma solo se ti senti sicuro. La vostra priorità sarà sempre quella di scappare lontano da quel coso, è chiaro? Nessuna esitazione. Nessun pensiero per me. Ricordati cosa ti sto affidando. O meglio CHI, gli avesse affidato.
    Guardò Shouta negli occhi, con un'intensità tale che non importava affatto che stesse sussurrando: quelle parole gli avrebbero rimbombato nel cervello, più cristalline che mai. Prendere Vidocq era sicuramente il loro obiettivo, ovviamente, ma anzitutto la devozione di Baiken andava ai suoi protetti, e così sarebbe stato sempre.
    Nel frattempo...
    Baiken aveva una forza considerevole, ma non poteva rilasciare troppa energia né fare rumore, quindi scelse di straccare uno dei rivestimenti del suo kimono: piccoli fermagli di plastica dura che potevano sicuramente produrre rumore se lanciati con la giusta forza. Il suo intento sarebbe stato di seguire esattamente ciò che aveva consigliato Jadis: lanciare quel piccolo oggetto al massimo della sua velocità, il più lontano possibile da loro e dalla sfera, nella direzione opposta rispetto a quella che intendevano prendere per raggiungerla. Se non fosse bastato avrebbe cercato una pietra negli immediati dintorni, o qualsiasi altra cosa di piccole dimensioni. Se i suoi calcoli erano esatti, l'impatto sarebbe dovuto avvenire contro una parete a circa 60 metri da loro, vista la sua forza, o poco più vicino, perché avrebbe fatto in modo di non rilasciare energia nel lanciarlo. Se il primo fosse stato troppo lontano per i sensi del mostro, avrebbe lanciato qualcos'altro sempre più vicino così da testare anche quanto fosse potente rispetto a loro e se anche i suoi sensi venissero minati da quella dimensione. Dove i sensi lo permettevano avrebbe anche preso la mira, in modo che l'oggetto finisse tra le pareti così da fare sembrare che loro si trovassero lì, il tutto ovviamente nascondendosi tra un tentativo e l'altro quando necessario. La speranza comunque era che il rumore provocato facesse allontanare abbastanza quella mostruosa faccia da coccodrillo formato t-rex, permettendole di prendere i ragazzi per attraversare le volte necessarie ad avvicinarsi alla meta. Solo se avesse effettivamente funzionato, Baiken li avrebbe raccolti come aveva fatto poco prima per potersi spostare con loro "abbracciati", grazie al verme-rampino. Ovviamente, non avendo certezze sul risultato, intendeva procedere a tentativi, quindi dopo ogni eventuale volta attraversata si sarebbe tenuta pronta a nascondere lei e i ragazzi negli incavi di quelle macabre pareti, celati dalle immense figure mummificate. Sperava che avvicinandosi avrebbe potuto capire di più sulla sfera colma di energia che avevano individuato e su come eventualmente sfruttarla. Dal momento che i loro sensi erano resi flebili dall'atmosfera di quel luogo, quindi ne avrebbero fatto a meno. Jadis, che era l'unica a non dover guardare avanti per muoversi, rimase infatti voltata così da fissare il loro nemico e tenerlo d'occhio, cosicché pur procedendo in avanti, Shouta e Baiken avrebbero avuto occhi anche alle loro spalle: gli occhi della ragazza, che fortunatamente non richiedevano sensi da combattente per funzionare perfettamente. Al minimo cenno da parte sua avrebbero agito di conseguenza. Fosse anche per mettere in pratica il disperato piano B esposto da Baiken poco prima... Sperando che Shouta non la deludesse in tal senso.

    CITAZIONE
    Status Fisico: Perfetto
    Status Psicologico: Concentrata/Determinata
    Energia: 120/120
    Tecniche usate: -
    Potere: Attivato
    Livello 3
    - Il Braccio di Baiken è sempre considerato un'arma convenzionale e ripristina completamente i danni subiti ogni volta che cambia forma. In questo livello la sua resistenza è superiore all'acciaio.
    - Finché la riserva energetica di Baiken è superiore a quella avversaria, il suo braccio è molto più resistente all'energia generata dal nemico in difetto energetico. Se l'energia di Baiken è doppia rispetto a quella del nemico, la resistenza aumenterà ulteriormente.
    - Se Baiken riesce ad infliggere una ferita di almeno media entità con il suo braccio ad un nemico, lo contaminerà con tenebrose visioni che diminuiscono la sua capacità di concentrarsi e lo renderanno vulnerabile. In questo modo risulta sempre come se avesse la metà dell'energia rispetto a Baiken. Questo stato dura un massimo di 4 turni che viene resettato ogni volta che Baiken infligge nuovamente una ferita di almeno media entità.
    Note:
    Equipaggiamento in campo:

    - Gael sulle spalle
    - Armi ed Equipaggiamento a casa, non evocate

    Fisico Jadis: Perfetto e bellissimo
    Psiche: In ansia/Fin troppo concentrata sul nemico
    Potere: Non attivo

    Edit: aggiunta correzione "Se il primo fosse stato troppo lontano per i sensi del mostro, avrebbe lanciato qualcos'altro sempre più vicino così da testare anche quanto fosse potente rispetto a loro e se anche i suoi sensi venissero minati da quella dimensione. La speranza comunque" ore 00:04
    - 00:14 aggiunta frase "il tutto nascondendosi tra un tentativo e l'altro se necessario

    Edited by .Bakemono - 12/8/2022, 00:15
     
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    Sho riusciva a percepire l'apprensione di Jadis anche solo attraverso i suoi piccoli gesti: vedere quella ragazza di solito tanto spaccona e disinteressata, risultare timorosa e al tempo stesso apprensiva nei confronti della giustizia, era davvero una bella novità e il rosso non avrebbe mai dimenticato quell'esperienza fatta assieme, ricordandosi in futuro che Jadis non era solo una ragazzina viziata con un grande talento perverso, ma una Taimanin degna quanto Baiken. Ma questo non glielo avrebbe mai detto davanti. Forse.
    Eh? Ehm...
    La domanda di Baiken arrivò come una doccia fredda e non se la sentì di rispondere alla sua maestra con tutta franchezza. Dirle che di solito quel genere di giochi dopo ore e ore impiegate a scappare dal mostro finiscono quasi sempre in una pessima situazione non avrebbe fatto bene al morale della squadra. Jadis invece fu più costruttiva di lui, avanzando un'idea che per quanto semplice forse poteva rivelarsi buona, e in fondo quella situazione non lasciava tantissimo spazio alle idee. Dividersi non sarebbe stato il massimo ma restare assieme avrebbe solo reso la merenda del mostro più facile, quindi non obbiettò e si limitò ad annuire col capo di fronte agli ordini di Baiken.
    Nessuna esitazione.
    Per quanto fosse preoccupato lo sguardo del giovane, sapeva benissimo cosa Jadis significasse per lei. E per lui, anche. Non l'avrebbe mai abbandonata.
    Noi eviteremo di disturbarvi, l'obbiettivo è chiaro, impiegheremo tutte le nostre forze per supportarvi ancora. Nel frattempo buona fortuna...
    Baiken scagliò il primo fermaglio e si rese conto che le percezioni alterate di quel luogo funzionavano in maniera decisamente strana: sapeva per certo quanto ampio sembrasse il colosseo ma il suo piccolo fermaglio distraente arrivò a destinazione quasi subito, tanto che quando il tirannosauro sollevò il capo aguzzando i sensi parve quasi di sentire il suo fiato sul collo. Sho s'impietrì di colpo temendo che li avesse trovati, ma l'essere non fece nulla, iniziando piuttosto a guardarsi attorno col muso sollevato. Stava annusando qualcosa ma... ancora non si muoveva. Iniziò a camminare nella direzione desiderata da Baiken ma lo fece molto lentamente, aguzzando i sensi. La Taimanin allungò quindi il suo rampino verso la prossima balza e fu naturale quasi quanto fare un passo in avanti. A differenza dell'inganno dei sensi le balze non erano distanti troppo l'una dall'altra, tuttavia saltare richiedeva grande concentrazione e sarebbe stato un risultato ottenuto con lo sforzo, mentre col rampino invece risultava semplicissimo. Inutile dire dunque che anche il minimo impedimento fisico che non fosse Jadis avrebbe impedito a Sho di saltare agevolmente da una balza all'altra. Compiuta quella prima fatica, Baiken avrebbe proseguito col suo piano, ma ci fu una grossa differenza al secondo lancio: appena la spilla toccò il terreno, il colosso verde si voltò verso di loro, spalancando le narici furioso e lasciando immediatamente intendere di averli trovati.
    Che stupidaggine... non sono un'idiota! Dovevo solo essere paziente e scoprire la direzione dalla quale li tiravate! Adesso siete miei!
    Un pesantissimo passo di quell'essere fece tremare l'intera struttura, ma non perché fosse pesante o il colosseo fosse fragile: semplicemente il gigantesco mostro aveva messo il piede su una sorta di "Pulsante" che fino a quel momento si era confuso alla perfezione con la morfologia della struttura e, in effetti, nessuno si era preoccupato di esaminarla nel dettaglio. A terra su quelle "balze" c'erano delle decorazioni quadrate raffiguranti un volto mostruoso, erano ampie e non molto numerose quindi bisognava posizionarsi bene per vederle, inoltre a giudicare dalla difficoltà con cui il pulsante affondò, il mostro verde era riuscito a premerla solo per la sua forza smisurata, quindi se Baiken e Sho volevano attivarli per conto loro avrebbero avuto bisogno di un attacco deciso e possibilmente... rumoroso. Appena il pulsante venne premuto, le balze che definivano quel posto si alterarono: la fila davanti e dietro Baiken e il gruppetto si sollevò, mentre quella su cui si trovavano rimase immobile. A dividerli dal tirannosauro c'era quindi ora una muraglia altissima che di sicuro sarebbero riuscita scalare col rampino ma che rendeva il salto invece molto più incerto.
    Maledizione! Dove sono finiti?!
    Un momento prezioso per rivedere la loro tattica stealth, visto che il caso gli aveva concesso qualche istante prezioso fuori dallo sguardo del colosso verde.
    Maestra ascoltami! Quel mostro è molto più forte di noi, ma non significa che non possiamo combatterlo. Certo forse batterlo è fuori dalla nostra portata... ma questo posto può darci la possibilità di guadagnare un vantaggio! Se giochiamo bene le nostre carte non servirà evitare del tutto quell'essere, né tanto meno sconfiggerlo! Dobbiamo solo raggiungerei l centro del Colosseo! Possiamo farcela!
    Era solo una questione di mettere in moto il cervello.
     
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    Baiken si rese conto di aver decisamente sottovalutato l'intelligenza di quella creatura, ma del resto aveva contato un po' troppo sulla distorsione sensoriale di quella dimensione, facendoci i conti fin troppo presto poiché a momenti le parve che il gigantesco t-rex demoniaco fosse addirittura a un soffio da lei. Comunque, la creatura fece buon viso a cattivo gioco per individuare la loro posizione e fu solo per grazia divina che premette precisamente ciò che li avrebbe salvati. Quella nuova meccanica poneva una luce del tutto diversa sulla soluzione da trovare, ma rimaneva il fatto che i sensi potevano trarla in inganno. Ad esempio, avendo lanciato l'altro oggetto lontano, nella direzione opposta al centro, ovvero il loro obiettivo, ora il tirannosauro sarebbe dovuto essere in una volta alle loro spalle, supponeva in basso quanto la loro essendosi alternate, ma del resto non potendo essere certa delle sue percezioni o sul funzionamento esatto di quel meccanismo, sarebbe potuto essere anche davanti, pronto a coglierli di sorpresa. Baiken decise quindi di essere prudente e prepararsi a entrambe le evenienze. Si rivolse a Shouta parlando a voce bassa mentre teneva pronto il rampino ad ogni evenienza.
    Pensi che in caso estremo riusciresti a premere tu quel pulsante Shouta? E scalare le volte con le arti magiche portandoti dietro Jadis? Forse ho un'idea, ma dobbiamo essere pronti a separarci qualora non funzionasse. Intanto, cerchiamo di capire meglio quanti pulsanti ci sono e cosa fanno.
    Detto questo avrebbe cercato gli altri pulsanti ed esaminato una volta per tutte la situazione come si doveva, contandoli se necessario. Voleva capire quante di quelle incisioni fossero funzionanti e cosa facessero di preciso. L'idea dopo averli contati era poi di provare a premerne una per testarne il funzionamento e la forza: se fossero stati in grado di azionarlo con un salto deciso, in due o singolarmente che fosse, e la sua deduzione fosse esatta, si sarebbero ritrovati con il mostro davanti (o dietro) a una volta di distanza da loro, che sarebbe stata abbassata lasciando dunque una specie di voragine davanti e dietro al gruppo; in diverso modo almeno avrebbe avuto una pista su come impostare il piano B.


    CITAZIONE
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    - Il Braccio di Baiken è sempre considerato un'arma convenzionale e ripristina completamente i danni subiti ogni volta che cambia forma. In questo livello la sua resistenza è superiore all'acciaio.
    - Finché la riserva energetica di Baiken è superiore a quella avversaria, il suo braccio è molto più resistente all'energia generata dal nemico in difetto energetico. Se l'energia di Baiken è doppia rispetto a quella del nemico, la resistenza aumenterà ulteriormente.
    - Se Baiken riesce ad infliggere una ferita di almeno media entità con il suo braccio ad un nemico, lo contaminerà con tenebrose visioni che diminuiscono la sua capacità di concentrarsi e lo renderanno vulnerabile. In questo modo risulta sempre come se avesse la metà dell'energia rispetto a Baiken. Questo stato dura un massimo di 4 turni che viene resettato ogni volta che Baiken infligge nuovamente una ferita di almeno media entità.
    Note:
    Equipaggiamento in campo:

    - Gael sulle spalle
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    Fisico Jadis: Perfetto e bellissimo
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    Potere: Non attivo

    Edit: resa meno ambigua una frase che avevo scritto male.
    Edit. Cancellata parte inutile su richiesta di doom

    Edited by .Bakemono - 19/8/2022, 11:26
     
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    L'attenzione del rosso venne subito catalizzata dalla sua maestra: l'evento che li aveva appena visti protagonisti non doveva essere un buon motivo per perdere di vista l'obbiettivo.
    Sono sicuro di poter premere questi pulsanti se servirà, ma saltare agilmente... è molto difficile. Percepisco con difficoltà la distanza tra due di questi settori quando sono alla stessa altezza, se sono su altezze diverse poi... non mi tirerei indietro se fossi da solo, ma non ho intenzione di rischiare con Jadis sulle spalle...
    Sho era intrepido e coraggioso ma conosceva i suoi limiti e in quel momento la sua missione non era né vincere né scappare, ma proteggere Jadis da quel mostro che pur avendoli persi di vista ora ruggiva fragorosamente e a passi pesantissimi iniziava ad avvicinarsi. A differenza degli altri sensi, l'udito funzionava abbastanza bene ed era evidente che quell'ammasso di muscoli verde stesse per raggiungerli. Sho quindi avrebbe prestato la massima attenzione agli esperimenti di Baiken, cercando di capire come attivare quei pulsanti: passandoci sopra e basta l'effetto era praticamente nullo visto il loro peso "umano", neanche colpi particolarmente leggeri o appena accennati come lanci di armi o oggetti di piccole dimensioni funzionavano. Saltarci sopra con forza invece, o colpirli, sortì l'effetto sperato e mentre il terreno sotto i loro piedi iniziava a tremare sintomo di cambiamento, il respiro pesante del mostruoso inseguitore si faceva sentire. A differenza del primo pulsante premuto, le balze non tornarono allo stadio precedente ma ne assunsero uno diverso: invece di essere più o meno tutte sulla stessa altezza, erano di nuovo alcune più basse e altre più alte, con la differenza che prima erano le balze dispari ad essere sollevate, mentre ora erano quelle pari. Il risultato fu abbastanza scontato: il muro alto che divideva le balze degli avventurieri da quella più vicina al mostruoso inseguitore si abbassò, e Baiken, Sho e Jadis si ritrovarono ad una sola balza di distanza dal mostruoso tirannosauro che appena li vide allargò un ghigno terrificante mentre acquolina nera con sfumature scarlatte e piccole scariche elettriche dello stesso colore grondavano dalla sua bocca.
    Hey rosso... dalla a me. Tu non hai carne... mi prenderò io cura di quella ragazzina!
    Impetuoso, violento, pesante, inarrestabile: il mostruoso inseguitore prese la carica e balzò verso di loro intenzionato a chiudere le distanze. La potenza nelle sue gambe era tale che poteva tranquillamente scavalcare una balza intera e raggiungerli con un solo salto. Da quella posizione privilegiata potevano vedere chiaramente quanto mancava al centro: cerano esattamente 16 balze tra loro e il nucleo centrale e contando anche quella su cui si trovavano ce ne erano altre 4, di cui la ventesima e quindi la più distante si era alzata più di tutte le altre dopo l'attivazione dei due pulsati, come se entrmabe le attivazioni l'avessero solo sollevata e mai fatta abbassare. In pratica erano intrappolati lì dentro col cetriolo cannibale.
     
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    Baiken fu molto fiera della risposta di Shouta, in effetti non poteva aspettarsi niente di diverso. Anche lei sentiva fin troppo bene quanto i loro sensi fossero meno affinati in quella struttura, quindi era normale voler procedere con cautela.
    Non mi aspetto altro da te, Sho-chan. Ottima risposta. Certo, sarei più tranquilla se fossi tu ad avere questo strano insetto-rampino per poterti spostare più agilmente, ma dovremo arrangiarci. Per cui devo chiederti di aggrapparti a me quando lo userò, dove preferisci ma restami alle spalle, non voglio coinvolgerti e mi serve la visuale libera. Jadis, tu stringi forte Shouta e non lasciarlo per nessuna ragione al mondo, intesi? Li guardò entrambi con fare solenne, quasi fosse una sacerdotessa intenta a sancire la loro unione, anche se in modo del tutto innocente. Jadis di rimando arrossì, distogliendo lo sguardo mentre faceva come l'era stato detto. Baiken non poteva neppure immaginare quanto quei due fossero uniti in realtà e in qualche modo la ragazzina si sentì a disagio per il bisogno impellente di stringere ancora più forte Shouta, senza poterlo dare a vedere, né a Fumiko, né -soprattutto- al diretto interessato. Effettivamente, anche senza le premurose parole di Baiken, non aveva pensato neppure per un secondo di staccarsi da lui, nonostante il suo pessimo carattere e non era solo paura. A quanto pareva si sentiva perfettamente a proprio agio sopra di lui, anche fuori dalle loro sessioni perverse. Ho in mente una cosa che mi richiederà il braccio libero...
    Baiken aveva voluto testare il funzionamento di quei pulsanti per capire se le sue ipotesi fossero giuste e, in effetti, quando riuscirono a premervi sopra con un salto deciso, le balze si sollevarono, alternandosi rispetto alla posizione precedente e portando sia loro che il mostro più in alto. Sembrava che l'altezza aiutasse i sensi a lavorare meglio, la posizione le permise infatti di capire quante balze li dividessero dal loro obiettivo. L'immenso muro finale poteva rivelarsi una vera seccatura in futuro, ma per il momento rimase completamente concentrata sul presente, mantenendosi davanti rispetto a Shouta ma tenendoselo vicino così che potesse aggrapparsi a lei al momento giusto.
    Piuttosto morta! Jadis non riuscì a tenere a freno tutto il disprezzo che provava per quella creatura quando questa li caricò, la voce leggermente incrinata nonostante volesse mostrarsi forte. Il tremore con il quale stringeva le spalle di Shouta la faceva apparire quasi piccola e fragile, ma non i suoi occhi furiosi: quelli continuavano ad ardere anche mentre interpretava la parte della principessa in pericolo.
    Baiken aveva già messo in conto di ritrovarsi quel mostro davanti, solo che questa volta non aveva alcuna paura di accoglierlo ma anzi, si era preparata, fomentata dalle sue disgustose parole e dalla paura di Jadis. Non poteva permettergli di raggiungerla. Per nessun motivo. Inspirò a pieni polmoni nel vederlo, quasi fosse spaventata dalla sua presenza, portando poi il più velocemente possibile la mano del braccio demoniaco davanti al viso, chiudendo pollice e indice in un cerchio per attivare il "Juinjutsu #16: Jigoku Iki" e scagliarlo contro di lui mentre questi saltava. Era decisa a colpirlo quando si fosse trovato a metà del suo salto, sospeso tra una balza e l'altra, sperando dunque di coglierlo in un momento di alta vulnerabilità. Non sembrava possedere ali e dunque Baiken contava di poterlo prendere in pieno sulla pancia o sul muso, dove mirò, ma non avendone la certezza si sarebbe preparata comunque a evitare l'impatto. Avrebbe infatti caricato e scagliato la tecnica con il braccio ricreato da Muramasa, mentre l'altro, dotato di rampino, era già pronto e steso davanti a sé ma di lato, mirando alla prossima balza, in modo da essere pronto all'uso. Ovviamente avrebbe dovuto aspettare che Shouta si aggrappasse a lei con Jadis al seguito, ma se il giovane avesse agito come deciso, si sarebbe mossa al massimo della propria velocità. L'idea era di usare la massima lunghezza del rampino per allontanarsi dal coccodrillo t-rex e dalla zona d'impatto il più velocemente possibile dopo aver scagliato la tecnica, così da ripristinare le distanze. Oltre a testare così i sensi e la forza del mostro, se l'effetto sorpresa le avesse permesso di prenderlo in pieno mentre era in aria e lui non avesse potuto contrastare la forza della tecnica, il teschio d'oscurità avrebbe dovuto spingerlo verso l'alto di alcuni metri continuando a bruciarlo, così da destabilizzarlo e farlo cadere tra le due balze quando la spinta si fosse esaurita. In questo modo si sarebbe ritrovato in una balza più bassa rispetto alla loro, mettendoli in una situazione di vantaggio sui suoi sensi, qualora la deduzione di Baiken sull'altezza si fosse rivelata effettiva. Se anche ciò non fosse avvenuto, perlomeno sarebbe dovuto cadere sul pulsante che avevano premuto loro poc'anzi, questo avrebbe permesso alla spadaccina di scoprire di più sul meccanismo della struttura.
    In ogni caso, la taimanin non avrebbe dato per scontato che l'attacco andasse a buon fine, quindi scelse di allontanarsi puntando di lato e in avanti nella balza successiva (anche due, se il rampino lo permetteva) piuttosto che semplicemente in avanti, sfruttando tutta la lunghezza della lingua per avvicinarsi il più possibile al centro, un "passo" alla volta. Se fosse andato tutto secondo i piani si sarebbe dunque trovata alla prossima balza alta o più lontano ancora, pronta a sfruttare l'eventuale vantaggio, in diverso modo perlomeno avrebbero potuto riposizionarsi insieme ai ragazzi.
    Dal momento che usare quel rampino si era dimostrato facile e naturale quanto camminare, sarebbe stata pronta anche a "correre" in caso di necessità, decisa a sfruttare al massimo il vantaggio di quello strumento. Per il momento comunque i suoi sensi erano concentrati sul mostro e su come guadagnare tempo e informazioni se non per sconfiggerlo, quantomeno per aggirarlo.

    CITAZIONE
    Status Fisico: Perfetto
    Status Psicologico: Concentrata/Determinata
    Energia: 95/120
    Tecniche usate:
    Juinjutsu #16: Jigoku Iki
    Inspirando a pieni polmoni, per poi portare la mano di fronte alla bocca chiudendo pollice e indice come se fossero un cerchio, si caricano ingenti quantità di energia oscura che poi viene soffiata via come se fosse una fiammata. Fin da subito nel momento in cui fuoriescono dalla bocca le fiamme assumono la forma di un teschio nero avvolto da fuoco oscuro, in grado di occupare una zona di 2 metri. Il teschio sembra quasi ridere follemente e spalanca e chiude la bocca mentre avanza contro il nemico ad una velocità doppia a quella del suo stesso utilizzatore. Se colpisce il nemico non solo infligge pesanti danni da impatto ma anche seri danni da usura. Se non si riesce a scansare questo attacco (che procede in linea retta) dopo essere stati colpiti o se si incontra un ostacolo alle spalle allora si può finire consumati dalle fiamme dato che il teschio continua a spingere fino ad aver raggiunto una distanza di 15 metri. E' una tecnica perfetta per abbattere le difese energetiche dei nemici grazie alla sua persistenza.
    Costo: 25
    Potere: Attivato
    Livello 3
    - Il Braccio di Baiken è sempre considerato un'arma convenzionale e ripristina completamente i danni subiti ogni volta che cambia forma. In questo livello la sua resistenza è superiore all'acciaio.
    - Finché la riserva energetica di Baiken è superiore a quella avversaria, il suo braccio è molto più resistente all'energia generata dal nemico in difetto energetico. Se l'energia di Baiken è doppia rispetto a quella del nemico, la resistenza aumenterà ulteriormente.
    - Se Baiken riesce ad infliggere una ferita di almeno media entità con il suo braccio ad un nemico, lo contaminerà con tenebrose visioni che diminuiscono la sua capacità di concentrarsi e lo renderanno vulnerabile. In questo modo risulta sempre come se avesse la metà dell'energia rispetto a Baiken. Questo stato dura un massimo di 4 turni che viene resettato ogni volta che Baiken infligge nuovamente una ferita di almeno media entità.
    Note:
    Equipaggiamento in campo:

    - Gael sulle spalle
    - Armi ed Equipaggiamento a casa, non evocate

    Fisico Jadis: Perfetto e bellissimo
    Psiche: In ansia/Fin troppo concentrata sul nemico
    Potere: Non attivo

    Edit 0:11 Modificate alcune frasi che suonavano male e corretto un errore di battitura.

    Edited by .Bakemono - 27/8/2022, 00:11
     
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    Sho e Jadis sembravano bloccati in un limbo di emozioni dove nessuno dei due riusciva a dire niente che potesse sbrogliare quella matassa, e al tempo stesso non potevano separarsi. Una battutina acida o una dichiarazione di fiducia, qualsiasi cosa sarebbe andata bene per sciogliere la tensione, invece non dicevano niente, forse entrambi timorosi di tradirsi davanti a Baiken, forse entrambi troppo orgogliosi, forse entrambi troppo poco sinceri. L'unica cosa vera era il loro abbraccio, quel legame forte che li teneva assieme e non lasciava spazio a forti dubbi. Per la prima volta stavano unendo le forze per davvero, stavano agendo come una squadra.
    Nel frattempo, il piano di Baiken per distrarre il mostruoso inseguitore e capire di più su quella struttura sortì l'effetto sperato: a differenza sua, quel mostro non aveva un rampino e poteva contare solo sulla sua forza smisurata per saltare, quindi in volo risultava molto vulnerabile specialmente se doveva saltare tra due balze di diversa altezza. Baiken lo vide quindi subire il teschio oscuro senza possibilità di schivare, venendo respinto all'indietro con un verso di rabbia e di dolore. Non avrebbe visto sangue però, perché quella pellaccia dura iniziò subito ad eruttare un'oscurità densa di fulmini rossi che consumò il teschio e gli permise di annullare la tecnica prima di subire danni ingenti. Questo però non fermò la respinta, che come programmato fece cadere il suo enorme culo verde su uno di quei pulsanti, innescando per l'ennesima volta il meccanismo. Stavolta le balze non si alternarono, ma piuttosto tornarono alle loro posizioni originali, mentre invece quella più esterna, come al solito, non fece altro che sollevarsi ulteriormente, segno evidente che quel posto li stava gradualmente intrappolando. Il repentino cambio della balza rese il passaggio di Baiken un pochino azzardato e infatti Sho per poco non cadde a terra, ritrovandosi mezzo in ginocchio per evitare che Jadis cadesse rovinosamente assieme a lui. Ma adesso erano una balza più vicini al loro obbiettivo e una più lontani da quel terrificante mostro verde, quindi la situazione stava avanzando.

    Sto iniziando ad arrabbiarmi... siete davvero così stupidi da pensare di riuscire a scappare? Non sapete nemmeno dove vi trovate... né come utilizzare l'energia di questo posto. Vi aspettate davvero che arrivati al nucleo lì al centro andrà tutto liscio? Che toccando la meta tornerete magicamente a casa? Vi dico io cosa succederà: arriverete lì e sarà come aprire un libro in islandese... e io potrò divorarvi con la vostra faccia confusa mentre provate a utilizzare una forza che nella vostra dimensione non esiste...
    Non fatevi scoraggiare, sta giocando con la nostra disperazione, è comunque la migliore opzione che abbiamo!
    Sho strinse ancora una volta Jadis, deciso a non mollarla per nessuna ragione e continuare a correre e saltare anche tutto il giorno se fosse stato necessario a tenere in salvo Jadis e scappare da quel posto. Nel frattempo, il mostruoso inseguitore sarebbe ripartito all'attacco, deciso a chiudere le distanze ancora una volta con un balzo risoluto, stavolta però stando molto attento a possibili attacchi in volo.
     
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    Vedendo le balze che tornavano alla propria posizione iniziale Baiken ebbe un attimo di confusione e per poco non fu lei stessa a incespicare nell'atterraggio. Fortunatamente Shouta si stava reggendo a lei, in teoria, quindi riuscirono a non cadere rovinosamente a terra. A quel punto si convinse di aver frainteso il funzionamento delle balze, e non le restava che provare un'ultima volta ad attivarle per capire il giusto ordine e come sfruttarle. Aveva pensato che portarsi in alto rispetto al mostro potesse essere una buona idea, ma come poteva raggiungere quella meta se, ad ogni attivazione, l'ultima balza si alzava ancora? Le sue innumerevoli tecniche magiche sarebbero bastate per risalire? C'erano talmente tante incognite in quel luogo, che persino lei cominciava a sentirsi confusa e ancora più preoccupata.
    Traesto, Maestro... siete ancora lì? Se avete idee su come arrivare al centro di questo dannato Colosseo degli orrori senza farci mangiare, ditelo. Mi servirebbe un aiutino…
    Non sapeva neppure se ancora la sentissero ma tentò di comunicare con i due mentre agiva. Probabilmente una visione esterna della situazione avrebbe potuto aiutarla a chiarirsi le idee; era improbabile potessero fare qualcosa ma valeva la pena tentare. Nel frattempo, visto che il piano per portarsi in alto per guadagnare vantaggio era fallito, mentre il mostro cercava di avvicinarsi saltando lei non perse tempo, anzi, avrebbe sfruttato il rampino per superare più balze possibili durante quel salto, allungandolo sempre al massimo della sua lunghezza nel passare da una balza all'altra con Shouta e Jadis aggrappati. Voleva capire se il rampino potesse renderli più veloci di lui, magari saltando più balze alla volta, visto che usarlo sembrava facile come compiere un passo e a differenza loro il mostro doveva invece concentrarsi per saltare. Anche semplicemente impedirgli di guadagnare terreno e continuare a fuggire per avvicinarsi al centro non sarebbe stato male, ma si rendeva conto che non potevano continuare a lungo con quella strategia. Quindi decise che, nel riavvolgere il rampino per saltare la balza (o le balze) si sarebbe data la spinta per schiacciare un tasto mentre atterrava, affinando la vista il più possibile per individuarlo, così da caricare un pestone con entrambi i piedi se lo avesse trovato. Visto com'erano andate le cose fino a quel momento, supponeva che schiacciando un altro tasto, le balze avrebbero dovuto alternarsi di nuovo in altezza e, in quel caso, cercò di farsi i conti per finire in una balza destinata a sollevarsi o in alternativa essere pronta ad aggrapparsi col rampino per tirarsi su riavvolgendolo velocemente. In questo modo il mostro avrebbe dovuto sbatterci contro o comunque rimanere in un piano basso rispetto al loro e da lì il gruppo avrebbe potuto contare quante balze mancassero al centro e procedere con un minimo di vantaggio, cercando a quel punto di non schiacciare ulteriori tasti. Al contempo Jadis continuò a guardare indietro per fare da occhi ai due combattenti, mentre Baiken si assicurava di tenersi pronta a gestire eventuali attacchi, fallimenti, o anche semplicemente evitare che Shouta o la ragazza perdessero la presa, pronta a proteggere i due giovani col proprio corpo qualora fosse servito. In diverso modo si sarebbe preoccupata soltanto di proseguire usando il rampino più veloce che poteva, visto che per il momento si era rivelato l'unico reale vantaggio sul mostro, sfruttando eventuali tecniche solo se necessario.
    In tutto ciò cercò di non farsi impressionare dalle sue parole. Li aveva letteralmente divorati e tranciati in due e solo per miracolo non erano morti tutti, quindi cosa si aspettava? Che gli si buttassero in bocca subito, invece che lottare per sopravvivere? Trovò l'uscita così curiosa che non poté esimersi da fargli notare quanto suonasse ridicola la sua affermazione.
    Parli così ma... l'alternativa qual è? Hai forse qualcosa da propormi che non sia mangiare me o i miei ragazzi, per caso? Personalmente non avrei problemi e sono abbastanza sicura che sarei mille volte meglio di quel biondino, come partito, ma a giudicare dalla bava che ti gronda dalla bocca ho pensato non avessi molto da darci, oltre ai denti. Se mi sono sbagliata, basta dirlo!

    CITAZIONE
    Status Fisico: Perfetto
    Status Psicologico: Concentrata/Determinata
    Energia: 103/120 (8 ricaricati tramite charge)
    Tecniche usate:
    -
    Potere: Attivato
    Livello 3
    - Il Braccio di Baiken è sempre considerato un'arma convenzionale e ripristina completamente i danni subiti ogni volta che cambia forma. In questo livello la sua resistenza è superiore all'acciaio.
    - Finché la riserva energetica di Baiken è superiore a quella avversaria, il suo braccio è molto più resistente all'energia generata dal nemico in difetto energetico. Se l'energia di Baiken è doppia rispetto a quella del nemico, la resistenza aumenterà ulteriormente.
    - Se Baiken riesce ad infliggere una ferita di almeno media entità con il suo braccio ad un nemico, lo contaminerà con tenebrose visioni che diminuiscono la sua capacità di concentrarsi e lo renderanno vulnerabile. In questo modo risulta sempre come se avesse la metà dell'energia rispetto a Baiken. Questo stato dura un massimo di 4 turni che viene resettato ogni volta che Baiken infligge nuovamente una ferita di almeno media entità.
    Note:
    Equipaggiamento in campo:

    - Gael sulle spalle
    - Armi ed Equipaggiamento a casa, non evocate

    Fisico Jadis: Perfetto e bellissimo
    Psiche: In ansia/Fin troppo concentrata sul nemico
    Potere: Non attivo
     
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    Maestra Baiken, non si lasci spaventare dalla balza più esterna che vi sta intrappolando: non c'è nulla al di fuori di questa arena che vi riporterà alla nostra realtà. Concentratevi solo ed esclusivamente verso l'obbiettivo finale!
    L'ologramma di Traesto diede le spalle alla balza ESTERNA, quella che fino a quel momento si era alzata in continuazione intrappolandoli al loro interno, e indicò con l'indice il centro del colosseo, che ospitava il nucleo energetico rappresentante la loro via di fuga, l'obbiettivo, e perfettamente visibile ad occhio nudo ora che le balze erano tornate tutte alla loro "altezza naturale". mentre Traesto le ricordava quale fosse l'obbiettivo, Baiken si preparava a muoversi di nuovo nella speranza di capire quale fosse il modo migliore per poter raggiungere il nucleo senza farsi mangiare dal colossale t-rex che li stava inseguendo, dimenticandosi il punto più importante: il mostro stesso. Aveva esaurito il tempo a disposizione che la separava dal suo inseguitore, adesso ogni volta che pianificava la prossima mossa doveva tenere conto dell'invasore verde, e a ricordarglielo ci pensò la grossa coda verde col suono di una motosega, affilata con della terrificante energia nera avvolta da fulmini rossi che provò ad intercettarla.
    Maestra attenta!
    Anche se portava tra le braccia Jadis, Sho non esitò a mettersi davanti a Baiken, accendendo un Rinjutsu difensivo che sortì decisamente pochi effetti, tanto che sia lui che le ragazze vennero respinte alla balza precedente, poco distanti dal pulsante per cambiare le loro altezze. Quel mostro non era solo enorme ma anche maledettamente veloce e agile, i suoi movimenti erano potenti e da quel momento in avanti Baiken doveva assolutamente trovare un modo per distrarlo prima di muoversi. Per sua fortuna poteva contare su Sho. Il suo Rinjutsu era riuscito a mitigare i danni e non far subire nessun tipo di ferita significativa a Baiken, solo qualche graffio o nulla più. Nonostante cadde rovinosamente assieme alla sua maestra il ragazzo fece di tutto per non atterrare in malo modo su Jadis, che invece rimase illesa e intoccata.
    Mettiamola così... se vi arrendete ora vi mangerò e basta, se invece mi farete penare potrei sentire il bisogno di sfogare il mio stress in maniera poco ortodossa... sappiate che il sangue della piccoletta non devo berlo direttamente dal suo corpo...
    Ricapitolando: Baiken e il gigantone erano sulla stessa balza. Dietro Baiken c'era Sho, dietro il gigantone il pulsante. un altro pulsante si trovava dietro Sho, ma MOLTO più distante rispetto all'inseguitore verde e il pulsante dietro di lui. Le balze erano ad un'altezza più o meno pari, significava che attivandosi col pulsante a terra le loro altezze sarebbero cambiate, e Baiken doveva tenere conto che si trovava una balza indietro rispetto a prima per colpa del colpo di coda del mostro verde che l'aveva intercettata proprio mentre provava a saltare. L'uscita oramai era del tutto impossibile per colpa della balza più esterna che si era alzata più del necessario, ma il passaggio verso il centro del colosseo era ancora libero. Non dovevano fare altro che raggiungerlo cercando di lasciarsi alle spalle il mostruoso inseguitore.
     
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