My true mentor

Per Hina

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    Hilda era sempre stata convinta che la presenza dell'entità demoniaca che aveva infestato Dorian in realtà non prendesse sempre totalmente il controllo di lui, ma che solleticasse vene sopite dell'agente abbassandogli i freni inibitori. Sospettava che Dorian avesse in realtà una perversione latente ancora tutta da manifestare. Hilda voleva tirargliela fuori per seguire il credo del suo culto, ma anche perché voleva vivere il suo uomo senza filtri sociali perché con lei non servivano. Dopo il morso sembrò aver allentato la presa sul controllo personale, lo capì da come la scopava senza pietà in un orifizio così stretto al punto da farle male. Hilda adorava quel ardore, quelle spinte violente che le mozzavano il fiato ogni volta che arrivava fino infondo. La eccitava da impazzire e lo poteva constatare anche Dorian poiché poteva sentire benissimo la clitoride che pulsava quando si schiacciava contro i suoi morbidi testicoli.
    Aaah sììì, è tuo Dorian. Questo culo è tutto tuo! biascicò fra gemiti di piacere sempre più intensi. Riuscì a sentirlo che si gonfiava dentro di lei, dilatandola oscenamente ad ogni affondo, era ormai così grande che le sembrava che la stesse scopando fino al cervello, che le schiacciasse i polmoni svuotandola di ossigeno. Ma non era solo la sua dimensione a farla impazzire. La sua energia che la impolpava ogni secondo di più alimentava il suo corpo portandola a reagire involontariamente. Difatti la clitoride di Hilda iniziò a crescere sempre di più, pulsando di energia come se fosse stata la linfa di Dorian ad aver scatenato quel fenomeno. Hilda nemmeno ci fece caso, perché l'energia di Dorian si propagò anche sulle sue corna, diffondendosi su tutto il capo e poi il corpo, come una colata bollente che la inondò di sensazioni uniche e meravigliose. Il suo volto si arrossò per lo sforzo e per il piacere, non riusciva più a frenare alcun gemito mentre la clitoride raggiunse le sue massime dimensioni diventando un vero e proprio fallo maschile durissimo. Non raggiungeva le dimensioni di Dorian, ma era abbastanza visibile dallo specchio o quando si allontanava con il bacino poiché oscillava ad ogni affondo, come un perverso pendolo. Dorian avrebbe imparato che quando succedeva era perchè Hilda aveva perso il controllo del proprio corpo per quanto stesse godendo. Hilda se ne accorse solo in seguito perché sentì il chiarissimo bisogno di toccarsi su quel punto, dato che era Dorian a tenerla in quella posizione scomoda e non doveva poggiarsi sulle mani per reggersi, non ci pensò due volte ad afferrarsi l'erezione per iniziare a masturbarla furiosamente, seguendo il ritmo del piacere crescente.
    Oddio Dorian ti amo! Sfondami, riempimi il culo, voglio sentirlo tutto dentro di me... vieni dentro di me... ti prego! la sua voce era spezzata dagli affanni del piacere, la corolla di carne si contorceva attorno alla mazza di carne dell'agente in spasmi incontrollabili, stringendolo come se volesse mungerlo di tutta la sua essenza.
     
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    Per Dorian quella era la prima volta che si lasciava andare al proprio cieco istinto senza venire posseduto e controllato da quella presenza maligna, e doveva ammettere che stava godendo in una maniera del tutto diversa ed intima insieme ad Hilda: il rumore che generavano i loro corpi che si scontravano, unito ai gemiti incontrollati della vampira ed alle contrazioni spasmodiche della sua corolla di carne regalarono sensazioni uniche ed assuefacenti all’agente, il quale si sentiva così concentrato e coinvolto da perdere la cognizione del tempo.
    Ogni propria fibra muscolare era tesa al massimo, impegnata in quella stimolazione a 360° che sconvolse Hilda durante quell’atto così travolgente, per non parlare della notevole quantità d’energia che Dorian stava immettendo sul corpo della donna: egli voleva sconvolgerla, farle perdere quell’aria di controllo e sicurezza che traspariva ogni volta da quel suo sguardo sottile e dal sorriso sornione, solamente per farla sprofondare nel baratro di un piacere caotico.
    L’agente riuscì nel proprio intento a testimonianza di come la clitoride di Hilda si trasformò, assumendo la forma e le dimensioni di un vero e proprio fallo durissimo al punto che, una persona normale, avrebbe reagito in maniera sconcertante, visibilmente confusa: Dorian non fu di quell’avviso non tanto perché stava godendo come un matto a spalancare quel culo con la propria verga, bensì perché sentiva quanto la sua vampira fosse ormai in preda ad un vortice di sensazioni così unico ed intenso al punto da rivelare quella sua forma; egli non la vide come un vergognoso segreto che emergeva alla luce dei suoi occhi, bensì come una parte di Hilda che veniva messa a nudo, un po' come la perversione che l’agente le stava dimostrando con quella presa.
    Conscio di questa nuova rivelazione, Dorian si preparò per far raggiungere ad entrambi un nuovo climax del piacere, concentrando una notevole quantità d’energia nel proprio corpo per amplificare enormemente il ritmo e la forza di quelle spinte.
    E’ mio, Hilda! Tu sei mia! Ed ora non sprecare nemmeno una goccia di tutto il mio amore! Vieni insieme a me!
    Le parole dell’uomo vennero rotte dai gemiti e da quel piacere incontrollato che presto lo sconvolse, facendo pulsare paurosamente l’intera verga all’interno dell’orifizio della vampira: al termine di quell’assalto furioso, Dorian diede un ultimo colpo secco e deciso, facendo cozzare rumorosamente i testicoli contro l’intimità ed il clitoride trasformato di Hilda mentre la propria mazza si conficcò nelle sue carni per sparare un getto denso e continuo del proprio seme.
    Una densa colata di lava bianca avrebbe irrorato le pareti anali della vampira, le cui corna vennero stritolate dalla presa dell’uomo che fece inarcare ulteriormente il busto di Hilda, facendole proiettare il viso verso il soffitto: l’energia che l’agente aveva accumulato fino a quel momento si sarebbe riversata sulla vampira in maniera molto più forte e travolgente rispetto a prima, come se le sue intere membra fossero state sommerse da una corrente impetuosa, un fiume d’energia che lambì ogni centimetro della sua pelle, sprofondando dentro alla sua carne per farle sentire effettivamente quanto Dorian la volesse tutta per sé, quanto Dorian la amasse veramente.

     
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    Hilda era sempre più immersa nel piacere più profondo di quell'amplesso. Non riusicva a credere di poter godere così tanto anche dal suo culo, eppure stava succedendo. Grondava di umori dal suo sesso femminile e sentiva il proprio membro pulsare sempre più forte fra le dita. Continuò a masturbarsi seguendo inconsciamente lo stesso ritmo con cui Dorian le scopava il culo. Più lui andava veloce, più lei aumentava il ritmo con cui masturbava la propria verga. Sembrava quasi che volesse provare le stesse identiche sensazioni che stava provando lui. Ormai non tratteneva più nessun gemito, urlando tutto il suo piacere, infischiandosene del vicinato e di chi poteva sentirla. Non era di certo la prima volta e non sarebbe stata l'ultima. Un nuovo guizzo di piacere la colse nel sentirlo di nuovo pronunciarle le parole: "Sei mia". Sentire il suo amante dirle una cosa del genere la eccitava oltre ogni immaginazione. Quel sentimento possessivo la eccitava più di ogni altra cosa al mondo perché sapeva che quando c'era un sentimento del genere, poteva vivere emozioni forti in futuro. Essendo un canale molto più stretto dietro, Hilda riuscì a percepire ogni singola pulsazione del suo uomo, riuscì a percepire perfettamente quanto era diventato duro e grosso dentro di lei, e la sua energia che la scaldava dall'interno facendola sudare di intenso piacere.
    Sììì... sììì sto per venire anche io.. insieme! Aaah insieme! iniziò a spingersi a sua volta contro di lui rendendo l'amplesso violento, i loro bacini schioccavano rumorosamente somigliando ad un applauso impazzito, infine lo sentì il piacere crescere sempre di più, e poi la stilla bollente del seme di Dorian che le invase le viscere. Era bollente, ricolmo di energia irresitibile, Hilda giunse ad un intenso orgasmo proprio insieme a lui, spruzzando umori dal sesso femminile, seme dal suo membro maschile schizzando sul letto senza alcun freno inibitorio, continuando a masturbarsi per poter sfogare fino all'ultima goccia del suo piacere. Le sue cosce tremavano così come il resto del suo corpo, era totalmente in estasi. Iniziava a sentire la stanchezza di tutti quei amplessi ma probabilmente i due amanti avrebbero continuato ancora ed ancora fin quando stremati non sarebbero rimasti uniti nella carne, magari si sarebbero anche addormentati in quel modo per recuperare tutto il tempo passati lontani uno dall'altro. Ed era proprio in quel modo che voleva dormire Hilda, con la verga di Dorian dentro di lei, tenendolo stretto a sé mentre dormiva, illuminati in modo tenue dalla lanterna di Hilda che brillava fiocamente sul suo comodino. La lanterna era molto particolare poiché sembrava costruita con i cristalli mischiati con le cuspidi che riusciva a creare con il suo potere. Era piccola non più grande di una palla da baseball. Somigliava più ad un grosso gioiello tortile che ad una vera e propria lanterna.
     
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    Nell’istante in cui Dorian venne contemporaneamente insieme ad Hilda, l’agente percepì chiaramente come anche il corpo della vampira fosse sconvolto dall’elevato piacere che avevano raggiunto all’unisono: per il londinese quella era la prima volta che si spingeva così a fondo in una relazione, non solo basata su del sesso sfrenato ma che coinvolgesse in maniera così intensa i propri sentimenti, eppure si sentiva immensamente fortunato nell’avere Hilda nella propria vita.
    Quel loro fortuito incontro aveva cambiato drasticamente la propria vita, le aveva dato quella ventata d’aria fresca che ora sferzava nel dimenticatoio quel lungo periodo di ansie ed angosce dovute al nuovo lavoro come poliziotto: fu per questo motivo che Dorian si sarebbe impregnato ad onorare l’unione che era appena nata con Hilda, ignorando completamente quanto fosse effettivamente deviata e masochista la vampira fedele al culto della dea Apocrypha.
    Non appena le pulsazioni della propria verga cessarono di sconquassare le pareti anali della donna, l’agente portò la mano sinistra sul suo florido seno per accarezzarla dolcemente e spingerla a sollevare il busto, mentre la mancina scivolò sul suo viso, sfiorando i lineamenti segnati dall’intenso piacere: Dorian a quel punto avrebbe spinto il proprio petto sudato contro la sua schiena, sottoponendo il collo della vampira alle attenzioni delle proprie labbra.
    Sei incredibilmente sexy quando raggiungi il limite e sappi che questa notte ti ci porterò ancora ed ancora…
    Noi due abbiamo molto tempo da recuperare e non intendo aspettare un minuto di più.

    Quelle parole avrebbero presagito l’andamento della serata per i due amanti, i quali si sarebbero uniti perversamente per numerose ore fino a collassare esausti ma tremendamente appagati.
    Dopo qualche ora dal termine di quelle bollenti effusioni tuttavia Dorian avvertì un dolore sempre più pulsante e fastidioso all’altezza del collo, proprio dove era stato morso, al punto che si svegliò frastornato con accanto Hilda che sonnecchiava beatamente.
    L’agente portò immediatamente una mano alla zona dolente, sentendo quanto fosse gonfia e dolente la pelle in prossimità dei due fori: Dorian non aveva dato peso a quella sensazione prima proprio perché era troppo impegnato a godersi ogni istante insieme ad Hilda, ma adesso dovette fare i conti con le conseguenze del proprio gesto.
    Ora che si era offerto spontaneamente come nutrimento per un vampiro e come portatore di una maledizione, l’agente avrebbe dovuto convivere con questo e tanti altri effetti collaterali che tale unione comportava, eppure tale prospettiva non era poi così inquietante, nulla in confronto a quella strana sfera che brillava tenuamente sul comodino di Hilda.
    Ora che le urla ed i gemiti dei due amanti non riempivano più quella stanza, Dorian percepì un suono quasi sinistro proveniente da quell’oggetto, come se quel bagliore fioco non promettesse nulla di buono: l’agente passò parecchi minuti ad osservare ed a studiare la composizione di quella sfera, riconoscendo la formazione cristallina tipica del potere della vampira, tuttavia, vinto dalla curiosità, allungò una mano per toccare quell’oggetto.
    Il fenomeno che avvenne successivamente colse Dorian totalmente impreparato: con pochissime energie rimaste, debilitato fisicamente e mentalmente, l’agente non poté fare altro che assistere alle immagini che gli si balenarono nella mente, rimanendo nel silenzio ed immerso in quel buio rotto da quella tetra luce tenue.

     
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    Hilda non si era risparmiata per quella notte, continuando a fare l'amore con Dorian in tutte le maniere possibili. Anche quando iniziarono a sentire la stanchezza e non si scatenavano con passione ma si cullavano nel piacere uno dentro l'altro, Hilda continuava a godere di lui, fin quando stremata non si addormentò fra le braccia del proprio amato. Dormiva profondamente e non si sarebbe accorta minimamente del fatto che Dorian si sarebbe svegliato ed avrebbe curiosato sulla sua lanterna. Osservando attentamente l'oggetto gli occhi dello spadaccino si sarebbero concentrati sulle luminescenze che vorticavano all'interno dell'oggetto come se una specie di incantesimo di fascinazione lo avrebbe colto. Quelle luci per un momento potevano sembrare prendere forme più distinte come piccole fiamme dalle forme di persone che si contorcevano in un estasi di dolore e piacere, per poi tornare normali tenue fiammelle. Poco dopo Dorian sarebbe stato attraversato da una sinistra sensazione di smarrimento, sentendo quella tipica fascinazione che subiva quando Hilda gli succhiava il sangue, poi come un lampo bianco che gli sarebbe esploso davanti agli occhi avrebbe avuto delle curiose visioni. Erano dal punto di vista di Hilda, la sua mente era molto confusa mentre fra le mani teneva con forza una delle persone che erano ritratte nelle foto che aveva sul comodino. Percepì un profondo affetto e poi una sete smisurata che portava alla follia, poi sangue, dolore ed infine quella persona cara a Hilda che si afflosciava senza vita fra le sue braccia. Sarebbe poi stato travolto dal dolore straziante della perdita che la fece urlare disperata. Poi si susseguirono immagini confuse una dopo l'altra in ordine sparso: Altre vittime del suo morso da vampiro che morivano fra le sue braccia, risalenti al periodo in cui Hilda non riusicva a controllare la sua natura maledetta. Luoghi curiosi che ormai non esistevano più, scenari di un passato lontano di vita quotidiana che lasciavano intendere che Hilda fosse molto più vecchia di quello che appariva. Ci fu poi un momento sereno di scene recenti a scuola con gli alunni che la chiamavano professoressa sorridendole. Fra di loro la figura di Thresh imponente e sinistra che eclissò tutte le figure degli studenti come se sparissero come fumo, lasciando solo loro due. Thresh le porgeva un oggetto che brillava sul palmo della sua mano e con profondo rispetto religioso glielo donava. Vide poi Dalamadur che le ringhiava contro la sua furia, ma era immobilizzato dai suoi poteri mentre lei abusava di lui con il suo fallo. Infine un drago legato e immobilizzato che veniva torturato da lei e da Oboro. Gli strappavano scaglie, tagliavano la sua carne con precisione chirurgica in modo che le ferite non lo uccidessero ma che lo facessero soffrire. Alla fine Dorian sarebbe tornato al presente, la lanterna continuava a brillare fiocamente. Hilda aveva sicuramente molti misteri conservati nel suo cuore e ciò che Dorian conosceva di lei non era che la punta di un Iceberg.
     
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    Il curioso fenomeno che investì Dorian non appena toccò la superficie della lanterna di Hilda, lo lasciò senza fiato, portandolo in uno stato di trance che durò pochissimi istanti in realtà ma che lasciò dei profondi segni nell’animo del londinese: vedere uno degli affetti della vampira che veniva ucciso, travolto da quella sete di sangue fu un esperienza sconvolgente, qualcosa di molto più intenso ed orribile di quando a sua volta veniva morso dalla professoressa.
    L’agente sarebbe di sicuro impazzito se fosse stato nei panni di Hilda, la cui sete continuò a mietere numerose vittime, tutte diverse personalità che Dorian vide con i propri occhi in quella serie di flashback: il dolore e la sete di sangue sembravano così insormontabili che era più che comprensibile lasciarsi trascinare da essi piuttosto che combatterli tenacemente.
    Greyback non poteva minimamente immaginare quanta sofferenza Hilda aveva dovuto subire nei suoi lunghi anni da immortale, ma fortunatamente quello straziante mix di sensazioni negative sembrò svanire quando egli ebbe delle visioni della sua vita all’interno della scuola: le voci e gli sguardi dei suoi alunni trasmisero a Dorian quanto ella tenesse davvero al proprio lavoro, a quanto esso la rendesse felice ma non appena tra di essi emerse la figura di Tresh, l’agente sentì montargli dentro un’inquietudine ancora più profonda e disturbante, cosa che andò in netto contrasto con ciò che invece Hilda stava provando mentre guardava negli occhi il professore, intento a consegnarle una vera e propria reliquia.
    Un ulteriore lampo bianco proiettò Dorian in un’altra visione, molto più criptica e perversa che ritraeva Hilda ed un’altra misteriosa donna intente a torturare un drago in una maniera così sadica ed aberrante da far accapponare la pelle: le urla di quella creatura non erano che un semplice sottofondo alle perverse risate delle due femminee figure, le quali riecheggiarono nella mente dell’agente anche quando egli riaprì gli occhi, ritornando alla realtà.
    Il cuore gli batteva all’impazzata, come se quelle visioni lo avessero effettivamente scosso fisicamente, tuttavia quando le proprie iridi glaciali si posarono su quella sfera, la trovarono normalissima, come se avesse perso del tutto quell’aria tetra ed inquietante.
    Lo sguardo dell’agente si posò successivamente su Hilda che dormiva beatamente nel letto e nella propria mente riecheggiavano le sue perverse risate durante quella tortura, susseguite dalle urla di disperazione per la morte di quella persona cara.
    Dorian capì che in quel momento egli non sapeva nulla di lei, eppure non si sarebbe tirato indietro, deciso a dare retta al proprio cuore anche se significava affrontare un pericolo mortale.
    Non appena il proprio cuore si placò, egli raggiunse Hilda per stringerla dolcemente a sé e coccolarla prima che il sonno lo vincesse del tutto, decretando la fine di quella giornata ma l’inizio di una lunga serie di tormenti che avrebbero stravolto la vita di Dorian ed Hilda.

    CITAZIONE
    Role conclusa.
     
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