My true mentor

Per Hina

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    Per quanto Dorian si stesse impegnando a fondo nel suo nuovo lavoro, erano ormai palesi i suoi continui fallimenti e la sua inesperienza in quel settore: i pochi delinquenti che aveva affrontato lo avevano sempre sconfitto in maniera imbarazzante, a partire dallo scontro con Mordred in quel vicolo di Londra fino alla batosta contro la ladra Evelynn, avvenuta nei dintorni di Roma. Inutile dire come tali eventi divennero ben presto noti all’interno della Trinity, l’organizzazione per cui Dorian aveva iniziato a lavorare, generando di conseguenza numerose voci sul conto dello spadaccino: c’era chi sosteneva che fosse stato solo sfortunato ad aver fronteggiato avversari così preparati e competenti, i più maligni e maliziosi tuttavia non ci andarono leggeri, ritenendolo un rampollo raccomandato da un potente politico o addirittura un poveretto che aveva ricevuto la pietà di Stige, o che l’aveva convinta ad accoglierlo sotto la sua ala grazie a particolari doti nascoste. Con una situazione del genere da affrontare, acciuffare un criminale o anche solo portarsi avanti nelle piste che stava seguendo, divenne di importanza vitale per Dorian, il quale stabilì a Roma il perfetto punto di partenza per iniziare le proprie indagini.
    Inizialmente il londinese aveva scelto quella città proprio perché lì era avvenuto l’ultimo confronto con la ladra Evelynn, ma ben presto egli dovette fare i conti con l’assenza di vere e proprie tracce sul suo conto, oltre a scontrarsi con la diffidenza dei romani verso uno straniero proveniente dalla Britannia.
    Il caso volle tuttavia che proprio in quella città vi fossero alcune informazioni interessanti su un altro degli obiettivi principali di Dorian, ovvero di Gilbert Poltergeist: le voci non dicevano molto a riguardo, ma facevano sempre riferimento ad un ragazzo che corrispondeva negli atteggiamenti e nei modi violenti alla figura del folle Gil, collegandolo ad una prestigiosa scuola della città, La Sapienza.
    Greyback a quel punto vide una pista aprirsi di fronte a sé, dato che sicuramente sarebbe riuscito a ricavare qualche dettaglio in più dagli studenti o addirittura dai professori e fu proprio in quel momento che il giovane pensò ad Hilda, la vampira che aveva conosciuto a Londra e che lavorava proprio in quell’istituto: in un primo momento l’animo del giovane sembrò rasserenarsi pensando alla sua sensuale compagna ed a tutti i bei momenti che avevano condiviso, tuttavia Dorian rifletté sulla questione e pensò che sarebbe stato meglio lasciare la sua amica all’infuori di quella faccenda, piuttosto che coinvolgerla con Gilbert.
    L’agente della Trinity si ritrovò così a seguire le indagini pattugliando i dintorni del campus, senza pensare minimamente alle tragiche conseguenze che il suo gesto avrebbe comportato: per quanto la divisa di un poliziotto sia utile ed abbia un certo fascino, essa fornì a Dorian un aspetto ancora più cupo e minaccioso, perciò non c’era da meravigliarsi se qualcuno, vedendolo aggirarsi intorno ad una zona frequentata da ragazzi, lo scambiò per un malintenzionato.
    Tale avvenimento accadde proprio ad un gruppo particolare di genitori parecchio apprensivi nei confronti dei loro figli iscritti alla Sapienza, i quali avevano fondato una sorta di comitato di vigilanza intorno alla scuola, non fidandosi minimamente dei metodi di sicurezza messi in atto da una preside che non si era mai fatta vedere: nel vedere la figura di Dorian interagire con gli studenti e camminare in mezzo a loro, i due individui in “pattuglia” avvisarono immediatamente gli altri genitori sul loro gruppo social, allegando rispettivamente foto e video dell’individuo.
    Bastarono una decina di minuti per far sì che l’intero gruppo si presentasse all’appello per dare una lezione allo spadaccino, il quale non trovò l’aiuto che sperava: gli studenti più svogliati si limitarono ad ignorarlo, quelli più curiosi invece lo tempestarono di domande e di complimenti sulla propria spada e su quella divisa figa ma inquietante allo stesso tempo; a Dorian non rimase dunque altra scelta se non quella di presentarsi all’ingresso e chiedere udienza con uno dei professori, nella speranza di non farsi beccare da Hilda, tuttavia il moro non riuscì minimamente a varcare la soglia d’ingresso della scuola.
    L’agente della Trinity, proprio mentre stava per avviarsi di fronte all’imponente entrata dell’edificio, venne raggiunto da un sottile ago che lo punse all’altezza del collo, iniettando un potentissimo sedativo che lo stordì nel giro di pochi secondi: la frustrazione per quella stagnazione delle indagini, così come la sua carriera, avevano abbassato le difese ed i riflessi di Dorian, il quale cadde a terra come un sacco di patate , divenendo facile preda per il gruppo di genitori che lo prese subito dopo, caricandolo su di una macchina per portarlo in una zona più tranquilla ed adatta per le loro intenzioni.
    La destinazione di quella comitiva fu un vecchio capannone abbandonato nella zona industriale poco fuori dalla città, il quale avrebbe fornito una discreta riservatezza e copertura dagli occhi della legge.
    Dorian si svegliò con una fredda secchiata d’acqua lanciatagli addosso sulla nuda pelle, scoprendo a suo malgrado di essere stato privato di tutti i vestiti, fatta eccezione per i boxer, e di essere legato ad una colonna posta al centro di quella struttura del tutto priva di luci interne.
    Ma cosa diavolo?! Ehi! Si può sapere che diavolo succede? Dove sono?! E’ di nuovo opera tua, Gil?!
    La voce dello spadaccino passò dall’iniziale sorpresa alla frustrazione ripensando ad un risveglio similmente traumatico causato dal Poltergeist, tuttavia la risposta che ebbe l’agente fu del tutto diversa: numerose torce elettriche vennero accese e puntate addosso al moro, il quale si ritrovò circondato da un vero e proprio cerchio di luce.
    Sei arrivato alla tua resa dei conti, sporco pedofilo che non sei altro! Pensavi davvero che ti avremo lasciato girare indisturbato in mezzo ai nostri ragazzi?
    Povero illuso, se non fossi uno schifoso verme ci faresti quasi pena, ma dato che persino adesso osi anche solo nominare il nome di uno degli studenti mentre sei in queste condizioni, non fai che confermare la nostra teoria: sei solo uno schifoso pedofilo!

    La voce profonda e tonante proveniva da una figura massiccia, sicuramente maschile ed imponente dato che spiccava fra tutte le altre: egli, presumibilmente il presidente di quel comitato, si trovava a circa due metri di distanza da Dorian, esattamente di fronte a lui, leggermente più avanti rispetto al resto delle persone, una ventina, che formavano il cerchio intorno all’agente. Tutte quelle figure erano avvolte da quella coltre di tenebra, squarciata solamente dalle fredde torce puntate sul corpo di Greyback: alcuni tra i presenti avevano in mano delle grosse mazze di legno ed aspettavano solamente di ricevere l’ordine del loro presidente.
    Dorian, ancora sorpreso per quella equivoca situazione in cui si era cacciato, cambiò immediatamente atteggiamento, intuendo ciò che era appena accaduto.
    Ci deve essere un malinteso, io non sono la persona che pensate: sono un agente della polizia di Londra e sì, stavo cercando informazioni su uno degli studenti di quella scuola ma non per i motivi che voi tutti state pensand…
    Le parole dello spadaccino vennero interrotte dal dolore lancinante che avvertì ai genitali, i quali vennero colpiti da un violento colpo di mazza: uno dei presenti, non riuscendo a sopportare le scuse di Greyback, si era fatto avanti ed aveva inflitto il primo colpo.
    Che cosa stiamo aspettando?! Abbiamo preso un pedofilo in mezzo ai nostri ragazzi e che cosa stiamo facendo? Ascoltiamo le sue scuse quando sa già di essere nel torto marcio?
    Diamo un senso a questo comitato e facciamogli passare le sue devianze a suon di mazzate! Così non si farà più rivedere in mezzo ai nostri ragazzi!

    Il gesto di quell’individuo incontrò l’approvazione del presidente e degli altri genitori, i quali si avventarono sul povero agente, iniziando a percuoterlo in maniera confusionaria: l’agitazione di quelle torce nel buio, insieme alle grida di dolore di Dorian ed a quelle compiaciute dei suoi aguzzini si mescolarono all’interno di quel freddo capannone, triste teatro di quell’atto vigliacco.
    Gli abiti di Greyback, la Moonlight e la sua pistola erano stati adagiati poco fuori dall’entrata principale, così da renderlo praticamente inoffensivo: in un primo momento l’agente aveva tentato di ribellarsi e di cercare di combattere quei selvaggi psicopatici, tuttavia l’effetto di quel sedativo limitava enormemente i suoi movimenti e le sue forze, rendendolo un bersaglio troppo facile per quelle iene.
    Dopo circa una decina di minuti dall’inizio del pestaggio, alcuni genitori iniziarono a filmare il tutto con i loro telefonini, inviando i numerosi filmati, foto e selfie sul gruppo principale: data la foga del momento e l’incapacità di alcuni soggetti con la tecnologia, alcuni genitori finirono per inviare erroneamente il materiale appena acquisito ai propri figli, i quali non persero tempo a spargerlo nelle rispettive cerchie. In pochi minuti, l’individuo mezzo nudo e preso a bastonate divenne sulla bocca di tutti gli studenti della Sapienza e ben presto tale notizia giunse alle orecchie del corpo docenti: in molti sicuramente avrebbero ignorato quella sorta di buffonata, ma sicuramente una professoressa in particolare avrebbe visto qualcosa di terribilmente famigliare in quella figura percossa senza alcuna pietà.
    Il destino di quel pedofilo era ormai segnato o c’era ancora una fulgida speranza per lui?

     
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    Anche se non ne aveva bisogno fisicamente ad Hilda piaceva dormire per riposare il corpo. La aiutava a tenere a bada la sete di sangue e spesso sognava o meglio aveva incubi. Probabilmente per via della maledizione della sua razza, non capitava mai che facesse bei sogni e lei amava tormentarsi con le figure oniriche che la spaventavano o la tormentavano. Aveva sognato di nuovo quella presenza fastidiosa che tormentava Dorian, era andato da lei e l'aveva stuprata più volte umiliandola nei modi peggiori possibili. Al punto che Hilda si ritrovò a pensare che non fossero stati solo dei sogni ma che quell'entità misteriosa era andata davvero a trovarla nel mondo onirico per spaventarla probabilmente e farla desistere dal voler aiutare Dorian a liberarsi di lui. Si era svegliata di soprassalto ritrovandosi in un letto, totalmente nuda. Voltandosi alla sua sinistra vide che c'era un'altra donna stesa fra le lenzuola, dormiva beatamente anche lei totalmente nuda. Accanto a lei sul comodino il cellulare della donna prese a squillare, le stavano arrivando vari messaggi, ma lei sembrava non volersi svegliare. La donna nel suo letto era una delle "mamme" che facevano parte del comitato assolutamente NON approvato dalla sapienza. L'aveva avvicinata e sedotta per poter raccogliere informazioni su cosa stessero facendo. Non era stato difficile farla parlare e sebbene trovasse il loro scopo nobile, i loro metodi lasciavano davvero molto a desiderare. Si sarebbero messi nei guai prima o poi e non poteva permettere che ficcassero troppo il naso fra le mura della scuola. Infondo lei e Oboro avevano in mente vari piani da voler fare, e stavano usando la scuola come base per i loro piccoli esperimenti. Infondo l'aveva sedotta proprio per raccogliere informazioni utili, quindi senza tanti complimenti Hilda allungò una mano e prese il cellulare per leggere i messaggi che le erano arrivati. A quanto pare avevano preso qualcuno che si aggirava in modo sospetto a scuola e gliela stavano facendo pagare. Hilda fece spallucce, non sembravano interessati alla scuola in particolare alla fin fine e stava quasi per perdere interesse se non fosse arrivato un video in particolare in cui le dicevano "guarda che ti stai perdendo." Hilda curiosò guardando il video e le mancò un battito quando riconobbe l'uomo che avevano catturato. Dovette frenare qualche risata divertita nel leggere che lo avevano scambiato per un pedofilo, le sembrava assurdo che quell'uomo finisse in guai di quel genere. Oltretutto notò che aveva anche una divisa addosso, la conosceva bene poiché era stata a Londra, ma a quanto pare i genitori del comitato pensavano che fosse una trappola e non una vera divisa. Si sentì felice come una bambina che si alzava la mattina di natale e non vedeva l'ora di scartare i regali. Si alzò dal letto rivestendosi in fretta, così da dirigersi verso il luogo in cui avevano invitato la donna per partecipare al pestaggio. Non fu per niente difficile trovarlo grazie alle indicazioni che avevano condiviso. Quando giunse in prossimità del luogo notò che avevano lasciato l'arma dell'uomo fuori dalla porta. Una mossa davvero stupida da parte loro: come potevano lasciare incustoditi delle cose così pericolose? Erano proprio inesperti in quel campo, ma non li biasimava infondo erano solo dei genitori preoccupati con della rabbia soppressa che volevano sfogare. Non si fece però avanti in modo plateale, anche se poteva rendersi una eroina agli occhi del suo adorato Dorian, non era ciò che avrebbe reso le cose interessanti. Hilda guardò per un lungo momento la spada che sembrava vibrare di energia come se l'entità al suo interno l'avesse percepita e volesse aggredirla. E proprio quello strano fenome le fece venire un'idea malsana. Si trasformò per ottenere le ali che le avrebbero permesso di volare all'interno del luogo in silenzio senza farsi notare. Si rannicchiò dietro ad una colonna potante in alto ed a quel punto lanciò la spada di Dorian per farla finire proprio davanti a lui. Richiamò uno shuriken e lo lanciò per danneggiare le corde che lo tenevano legato, a quel punto sperò che la spada e la situazione disperata volgessero in favore di Dorian. Si sarebbe liberato e avrebbe combattuto difendendosi, oppure si sarebbe fatto malmenare ancora fino a rimanere svenuto a terra? Sperava vivamente che l'entità lo aiutasse a fare la scelta più sbagliata, così che poi lei sarebbe potuta intervenire, quando la situazione sarebbe stata disperata. Se interveniva subito sarebbe stata solo una professoressa che evitava che le cose finissero male, salvando non solo il pover'uomo da un terribile equivoco, ma anche i genitori da colpe terribili. Intervenire in seguito invece avrebbe potuto dare un vantaggio ad Hilda per cui avrebbe potuto ricattarli tutti e far fare loro ciò che voleva. Dorian infondo era forte, sapeva che non sarebbe di certo morto per delle botte. Oltretutto amava quell'ansia che la stava tormentando già da quando aveva visto il video. Era preoccupata per lui ma doveva resistere così che il dolore che sentiva nel proprio cuore sarebbe stato più intenso per lei.
     
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    Più colpi riceveva Dorian all’interno di quel magazzino abbandonato, più gli effetti del veleno si intensificavano, un po' come accade ad una tossina che ha il tempo di propagarsi nel corpo dell’infetto: tale processo peggiorò le condizioni dell’agente, il cui corpo venne contornato da lividi e da vistose tumefazioni in più parti. Il suo volto era ormai una maschera di sangue eppure Greyback riuscì a notare perfettamente ogni singolo corpo diretto alla propria persona, ma i suoi riflessi divenivano sempre più ovattati, come se in qualche modo si stesse estraniando da quella situazione e da se stesso: tale fenomeno era già successo a Dorian in situazioni di pericolo proprio come quella, episodi in cui la coscienza dell’agente vacillava sempre più fino a sprofondare nell’oblio per lasciare il posto a qualcos’altro.
    Quel qualcosa era proprio lo spirito malevolo della Moonlight, l’arma di Greyback, la quale aveva iniziato un lento processo di infezione all’interno del corpo e dell’animo del giovane, con il preciso intento di prenderne il controllo assoluto: in condizioni normali, l’agente manteneva il perfetto controllo della propria persona, per questo la subdola entità prendeva il sopravvento solo quando Dorian era in condizioni critiche o particolarmente intense.
    Puntuale come un orologio svizzero, l’aura di quello spirito iniziò a manifestarsi prima con una luminescenza debole nelle iridi del moro, poi con un sussurro lontano nelle orecchie dello spadaccino, una voce che si stava avvicinando sempre più.
    Sei davvero patetico, ragazzo, guarda in che condizioni ti hanno ridotto questo gruppo di esaltati: almeno le ultime volte ti sei fatto sconfiggere da delle vere gnocche ma adesso sei caduto davvero in basso…
    L’agente in un primo momento non capì che cosa stesse succedendo e da dove provenisse quella strana voce profonda e deviata che sentiva dentro la sua testa: in un primo momento pensò che si trattasse di un’allucinazione dovuta al veleno, ma più l’agente rifletteva su quelle parole, più quel suono gli sembrava famigliare, come se lo avesse già sentito in diverse occasioni.
    Nel frattempo il comitato aveva sfogato buona parte dell’iniziale raid nei confronti del pedofilo, ma nonostante questo avevano costruito una sorta di turnazione per far riposare i più stanchi e consentire all’agente una dose continua di percosse che si abbattevano sul suo corpo praticamente inerme: il supplizio continuò per svariati minuti fino a quando l’intervento provvidenziale di Hilda rimescolò le carte in tavola. La Moonlight lanciata proprio vicino a Dorian mise in allarme l’intero gruppo, così come lo shuriken che liberò le mani dell’agente: dimostrandosi totalmente dei vigliacchi, coloro che stavano malmenando l’agente fino a quel momento iniziarono subito ad indietreggiare, mantenendo tremolante la presa sulle loro mazze.
    Il bagliore della spada, così come quello degli occhi di Greyback si fecero sempre più intensi, come se fossero entrati in risonanza, un fenomeno che fece accelerare ulteriormente il deterioramento delle condizioni dell’agente.
    Guardati, non riesci nemmeno a reggerti in piedi e ad afferrare la tua unica possibilità di salvezza. Non ho intenzione di rimanere qui a guardare mentre questi idioti rovinano il mio prossimo corpo. Tu sarai il vascello della mia rinascita e loro pagheranno per questo affronto.
    Chi diavolo è che parla? Si può sapere di che cosa stai parlando? Ciò che dici non ha senso… io sono…
    Debole! Ecco che cosa sei. Un fragile pezzo di carne che cerca di fare il poliziotto inutilmente: che cosa pensi di fare agendo in questo modo? Vuoi catturare tanti criminali per fare colpo sul tuo Comandante? Oh, io l’ho vista quella donna e credimi, non sarai mai alla sua altezza, così come non sarai mai all’altezza di quella vampira, di quella zombie e di qualsiasi altra donna che entrerà nella tua vita.
    Non vali nulla, ragazzo, sei solo un contenitore in attesa di essere svuotato di quel poco che ha, per lasciare spazio a qualcos’altro di grandioso e di incredibile, qualcosa che cambierà per sempre la tua vita: ...

    Fino a quel momento i sensi di Dorian erano stati ovattati ma quando la voce della presenza prese il sopravvento, un espressione di puro terrore si dipinse sul volto dell’agente, il quale afferrò tremante la propria arma con la mano destra mentre con la mancina si strinse le tempie nel tentativo di contrastare quella viscerale paura che gli stava montando dentro.
    Non è vero! Sei solo un’allucinazione nella mia testa! Non appena questo veleno sarà stato debellato tornerò normale e tu cesserai di esiste...
    Le parole dell’agente, gridate con una forte nota di terrore gli morirono in gola non appena toccò l’elsa della spada: l’arma si illuminò violentemente, trasformandosi nella sua forma originale e squarciando per un istante quelle tenebre, mentre la mano destra dell’uomo iniziò a deformarsi mostruosamente, accompagnata da urla strazianti di dolore.
    La peluria iniziò a crescere in maniera esponenziale e fitta, risalendo l’intero braccio di Dorian fino a coprirlo del tutto con un manto di pelliccia: le ossa ed i muscoli dell’intero arto iniziarono a rompersi ed a ricostruirsi ciclicamente in pochissimi istanti, andando ad incrementare le dimensioni di quell’estremità praticamente bestiale. Il processo di corruzione si era innescato violentemente grazie alle condizioni debilitate dell’agente ed al contatto diretto con quella spada, fino a raggiungere la metà destra del suo volto, anch’esso deformato da quella parziale trasformazione: dopo quell'urlo disumano, la bocca di Dorian si aprì per lasciare uscire un sospiro profondo e graffiante che si disperse in una piccola nuvola di vapore, lasciando uscire una voce corrotta che Hilda sicuramente avrebbe riconosciuto.
    ME.

     
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    Hilda se ne stava nascosta aggrappata alla colonna come un gargoyle oscuro che osservava la scena in assoluto silenzio. I genitori erano davvero crudeli con le percosse, non gli lasciavano il tempo di parlare, era evidente che non gli interessava e che nel loro cuore lo avevano già condannato unicamente per poter sfogare su di lui la loro frustrazione, la loro rabbia e la loro paura. Doveva essere successo qualcosa di particolare se avevano organizzato quel comitato e Hilda avrebbe scoperto cosa e avrebbe risolto il problema sicuramente con l'aiuto di Oboro e di Thresh. Intanto però Hilda aveva tutta l'attenzione su Dorian, il cuore in gola in attesa che reagisse e si liberasse dalla sua prigionia. Notò che stava parlando da solo inizialmente, e non riuscì a sentirlo, ma era evidente che stava vivendo una battaglia personale. Hilda intuì che si trattava di quella entità che stava lottando con lui per prendere il sopravvento. Hilda si sentì molto combattuta perché se da un lato voleva strappare via Dorian dalle grinfie di quel maledetto mostro, dall'altro sapeva che gli serviva per uscire da quella situazione spinosa. Più di tutto però le emozioni che stava vivendo osservandolo erano troppo deliziose per farne a meno. Le parole di Dorian sembravano avere sempre più senso e iniziò a udirle e capì che l'entità gli stava parlando, in quel luogo solo Hilda sembrava saperlo. I genitori lo guardavano confusi e perplessi non capendo di che diamine stava parlando. Infine quando afferrò la spada le cose cambiarono sia per loro che per Dorian. Le volte precedenti Dorian non aveva mai subito una metamorfosi del corpo del genere ed Hilda capì che la situazione era più grave del previsto. Artigliò la colonna su cui era digrignando i denti. Doveva intervenire in qualche modo prima che le cose precipitassero. Hilda però era sola e quei genitori non sembravano voler fuggire via terrorizzati, anzi quelli armati con le mazze indietreggiarono ma erano decisi a difendersi, le donne invece si allontanavano sempre di più. A quel punto Hilda scese a terra planando lentamente mentre la metamorfosi giungeva al suo culmine. La situazione divenne particolarmente difficile a quel punto. Hilda iniziò ad impastare energia nel proprio corpo per prepararsi a "spegnere" con i suoi poteri la furia di Dorian, ma da come lo vedeva in quel momento non sembrava poi così sicura di riuscirci. Si fece avanti a piccoli passi, facendo sussultare i genitori che non si aspettavano di vedere una delle insegnanti lì.
    Dorian! Non farti vincere, prendi il controllo di te! fece a gran voce per attirare l'attenzione dell'agente su di sé. I genitori guardarono confusi prima lei e poi Dorian, sul loro volto si dipinse un'espressione di disgusto.
    Quindi lo conosci? Sei una complice? Gli procuravi la carne fresca? la accusò uno dei genitori attirando l'attenzione di Hilda che lo guardò minacciosa.
    Come comitato protettivo siete dei falliti, avete preso un terribile granchio e adesso si sta trasformando in un kaiju pronto a divorarvi se fossi in voi scapperei...
     
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    Dopo che l’intero arto e metà del volto di Dorian si furono trasformati grazie allo spirito maligno della Moonlight, l’aspetto dello spadaccino risultò ancora più grottesco e bestiale ma non sicuramente statico: tale corruzione infatti avrebbe iniziato a diffondersi sul busto, ricoprendolo del tutto, fatta eccezione per una piccola porzione di pelle in prossimità del cuore del londinese. Dalla vita in giù il corpo di Greyback subì la metamorfosi, portando alla distruzione di quegli inutili boxer, così da lasciarlo completamente nudo di fronte agli occhi attoniti dei presenti: la stragrande maggioranza di quei genitori furono terribilmente spaventati da quella orrenda visione, eppure vi erano un paio di donne, dalla mente molto aperta ed a tratti deviata, che provarono un malsano interesse alla vista di quel corpo mostruoso e selvaggio.
    Tutti i segni di quelle percosse e le ferite scaturite dal pestaggio vennero risanate grazie a quella corruzione, dando così alla figura di Dorian un aspetto ancora più massiccio e minaccioso: le iridi iridescenti di quella creatura antropomorfa si posarono su ognuno dei presenti, scrutando quel mix di paura ed eccitazione che si stagliava di fronte ai suoi occhi.
    Coraggio, dov’è finita tutta quella furia con cui mi stavate travolgendo fino a poco fa? E’ arrivato il mio turno?
    La provocazione di quell’essere terrorizzò ancora di più l’intero comitato ed i più defilati avevano già iniziato ad uscire da quell’edificio, intuendo come le cose sarebbero ben presto degenerate.
    Dopo pochi istanti tuttavia un altro evento sconvolse quel povero comitato, ovvero la planata di Hilda fra quegli individui ed i suoi successivi incitamenti per spronare Dorian a combattere quella presenza.
    Nel percepire come la vampira si stesse preparando a combatterlo, impastando l’energia nel proprio corpo, quella creatura iniziò a ghignare divertita, rivolgendo la propria attenzione su di lei.
    Ma guarda che piacevole sorpresa, ecco la professoressa che è giunta in soccorso del suo amato, o almeno è questo che vuoi far credere, non è così?
    Le prime parole di quella presenza furono volutamente provocatorie e trasmetterono una certa sicurezza, come se la vampira non fosse considerata del tutto una minaccia in quel frangente: il corpo di Dorian si fece avanti di qualche passo mentre la punta della Moonlight veniva rivolta proprio verso Hilda.
    Io penso di sapere il motivo per cui sei venuta qui ed hai lanciato questa spada a Dorian, innescando tutto questo: tu volevi me, ho indovinato?
    E come darti torto dopo che ci siamo divertiti nel mondo onirico. Sei rimasta talmente colpita dal nostro ultimo incontro che volevi provare di persona quell’esperienza, non è così?
    Ahahahah sei davvero una perversa masochista, vampira, ma mi piaci ed è per questo che non ti ucciderò ma ti aggiungerò al mio harem personale.

    Il tono di voce di quella creatura divenne sempre più perverso ed inquietante, cosa che sarebbe risultata ancora più spaventosa ad Hilda dato che quelle parole provenivano proprio dal corpo di Dorian: lo spadaccino sembrava essere caduto in uno stato di trance, ben intuibile dalla metà del volto non ancora corrotta da quell’essere. Quella parte del viso era ancora intatta, tuttavia la vampira avrebbe notato come quell’occhio sinistro si stesse lentamente spegnendo, diventando vitreo, quasi privo di vita.
    Ma prima di passare al divertimento, ho una piccola faccenda da sistemare e sto già perdendo troppo tempo.
    Lo spirito maligno canalizzò una notevole quantità d’energia all’interno della Moonlight, la quale iniziò a risplendere in maniera minacciosa: dopo pochi istanti di caricamento, il corpo di Dorian eseguì un giro su se stesso in senso orario, vibrando di conseguenza la propria arma così da generare un massiccio fendente d’energia. La creatura ebbe l’accortezza di non includere la posizione di Hilda in quell’attacco, mirato a tranciare tutti i presenti che fino ad allora lo avevano assalito, ma dovette fare i conti con un suo grosso errore di valutazione: egli fino ad allora aveva solamente condiviso la propria energia con l’agente e quando aveva preso il sopravvento su di lui, lo aveva fatto sempre e solo in situazioni estremamente perverse ed eccitanti, mai in un combattimento. Fu per questo motivo che il pericoloso fendente generato dalla Moonlight non andò a segno, dato che venne scagliato ad un’altezza troppo alta per ferire i presenti, andando così a squarciare le mura dell’edificio: inutile dire come i genitori avessero visto la morte in faccia grazie a quell’attacco e non appena si resero conto di essere ancora vivi, si precipitarono all’esterno, abbandonando le armi ed ogni intenzione vendicativa.
    L’essere tuttavia non sembrò affatto arrabbiato per quella brutta figura anzi, ritornato ad osservare Hilda di fronte a sé, separata a circa otto metri di distanza, rise di gusto per poi guardare con attenzione il proprio corpo.
    Diamine, due secoli di inattività si fanno proprio sentire ma devo ammettere che la potenza di questo colpo mi ha davvero sbalordito. Oh sì, Dorian è il contenitore perfetto e se tu pensi di poterlo salvare ti sbagli di grosso.
    Perché insisti nel voler aiutare questo poveretto? Coraggio, non devi più fingere di fare la professoressa modello, quei topolini se la sono svignata ed adesso puoi essere sincera con me.

    Hilda si sarebbe dunque ritrovata di fronte ad uno scenario complesso ed insidioso: il corpo del proprio amato posseduto da una creatura maligna, infida, perversa e dotata di un potere molto pericoloso, la propria posizione ambigua agli occhi di quell’essere che ancora non la considerava una minaccia ed infine un campo di battaglia che non la ostacolava nei movimenti ma che aveva già subito un ingente danno strutturale con un singolo colpo.
    Come si sarebbe comportata l’avvenente professoressa per uscire da quella situazione ed aiutare Dorian in quel pasticcio?

     
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    La situazione di Dorian sembrava peggiorare ogni secondo di più. Hilda non badò più ai genitori furiosi poiché una sorta di emanazione energetica più forte provenne da Dorian facendola voltare verso di lui. Notò che la forza di quella metamorfosi era arrivata anche a strappargli tutti i vestiti di dosso lasciandolo nudo e sempre più minaccioso. Hilda digrignò i denti scossa da quella visione e sempre più preoccupata: come faceva a fermare quella creatura se usava il corpo di Dorian? Non poteva colpire direttamente l'entità che lo infestava senza fare del male a Dorian, e se non studiava bene le sue mosse avrebbe potuto perderlo. Era una situazione critica e non era stata lei a programmarla. Scendendo in campo riuscì ad attirare l'attenzione del nemico su di sé che la provocò cercando di farle perdere le staffe. Hilda però non volle dargli alcuna soddisfazione, dopotutto erano rivali in quel momento. Entrambi volevano avere Dorian per sé ed entrambi avevano pensato di rendere il nemico proprio schiavetto del personalissimo harem. Certo magari avrebbe dovuto domare quello spirito e fargli abbassare la cresta per renderlo suo devoto, ma in fin dei conti le stava antipatico quindi meglio perderlo che averlo. Dorian era di sicuro molto più interessante di uno spocchioso spirito maschilista che viveva come un parassita. Hilda iniziò a ridacchiare maliziosamente mentre la propria energia si accumulava sulle mani.
    Tesoro sei totalmente fuori strada! Mi dispiace deluderti ma il mio cuore appartiene a qualcun'altro. Ma non abbatterti, sono sicura che da qualche parte nel mondo ci sia la ragazza giusta per te. fece parlandogli come se stesse parlando ad un liceale che si era appena dichiarato alla ragazza più popolare della scuola, prendendo palesemente in giro. Sperava di poter tenere su di sé la sua attenzione con quel atteggiamento leggero e menefreghista. Fallì perché la malvagità di quell'essere volle prima di tutto vendicarsi dei sopprusi di quei genitori impiccioni. Hilda si allarmò quando vide la spada illuminarsi di energia. Conosceva quel potere e sapeva benissimo quanto fosse pericoloso, quella spada era di una potenza inaudita, quelle persone lì non avevano scampo se avesse deciso di attaccarli. Un gran bel guaio per Hilda dato che non sapeva come avrebbe potuto giustificare alla scuola la morte di quelle persone.
    GIùùùù!! ABBASSATEVI! urlò Hilda proprio mentre il braccio di Dorian fece il movimento per scatenare il potere della moonlight. I genitori presenti sicuramente non ci avrebbero fatto caso, ma una guerriera attenta come Hilda abituata a intervenire in caso di pericolo a scuola, aveva notato che il movimento fu ostacolato, e ciò accese di speranza il cuore di Hilda: era un chiaro segno che Dorian era ancora lì e stava combattento per riprendere il controllo su di sé. Il colpo non andò a segno per loro enorme fortuna, ma riuscì a dimostrare distruggendo la struttura di cosa era capace.
    Fuggite idioti! sbraitò Hilda rivolgendosi ai genitori, spostandosi poi per piazzarsi davanti a Dorian e impedirgli di avanzare. Tuttavia lui non sembrò intenzionato a fare una mattanza, anzi, sembrò più interessato a provocarla ancora, chiedendole perché mai volesse aiutare Dorian.
    Tsè, che ne può capire un essere come te? Anche se te lo dicessi non capiresti. gli rispose nervosa, e di sicuro non gli avrebbe detto che lo faceva per amore e non per interesse personale. Sicuramente non le avrebbe creduto poiché avrebbe trovato tutto molto strano e complicato. Hilda non tergiversò più, adesso che non c'erano più ostacoli poteva affrontarlo, il suo potere poteva aiutare Dorian, doveva solo escogitare un modo per colpirlo. Lanciò due cuspide scarlatte dalle mani, indirizzandole contro il braccio che impugnava la spada e contro il petto. Doveva usare il suo potere per inibire il flusso energetico, così da aiutare Dorian a recuperare terreno.
    Dorian maledizione non farti sopraffare! Sono qui! Non sei solo! usò un tono di rimprovero, sperava di poter fare breccia nella coscienza di Dorian così da farsi aiutare da dentro di lui. Se lo ostacolava di nuovo con i movimenti le probabilità di colpirlo erano molto più alte. Ed una volta indebolito e rallentato, avrebbe potuto attaccarlo direttamente per usare i suoi poteri di vampiro, ma era sicurissima che non gliel'avrebbe resa facile.
     
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    L’atteggiamento leggero e menefreghista di Hilda non impensierì più di tanto lo spirito della Moonlight, dato che quest’ultimo in tutta risposta si fece una grossa risata in seguito alle parole della vampira: l’occhio destro di quella creatura, sempre più vivido e brillante, rimase fisso sulla sensuale figura della professoressa, esaminando non solo le sue forme ma anche il più minimo movimento per prepararsi alla sua offensiva.
    La ragazza giusta per me? So perfettamente che non esiste al mondo una donna del genere, per questo il mio obiettivo è quello di avere più femmine sottomesse al mio volere e credimi, sarà uno spasso realizzare questa impresa con il corpo di Dorian.
    La presenza malevola fece molta attenzione alle successive parole della vampira ed alle sue cuspidi lanciate per cercare di contrastarla, effettuando una rapida schivata verso la propria sinistra, così da evitare la traiettoria di quei pericolosi dardi: nonostante non avesse preso subito il controllo dello spadaccino durante il primo incontro/scontro con Hilda, l’entità conosceva perfettamente gli effetti di quella tecnica e non le avrebbe concesso di debilitarlo lentamente; tuttavia la creatura si mise a sorridere non tanto per la schivata appena effettuata, quanto per quel sentimento che la vampira aveva palesato usando quelle parole.
    Nonostante non mi sia dimostrato immediatamente aggressivo nei tuoi confronti e ti abbia offerto un’alternativa, tu continui imperterrita a voler salvare questo povero agente, il che può significare solo una cosa: tu brami la sua persona tanto quanto lo voglio io.
    Chissà come reagiresti nel vedere il corpo del tuo amato intento a fare proprie tante altre donne? Pensi di riuscire a rimanere impassibile ed indifferente o la gelosia prenderà il sopravvento?
    Sai, ti potrei raccontare di quando Dorian è stato stuprato da una zombie…

    L’entità malevola rispose a tono alle provocazioni di Hilda, cercando di fare leva sui suoi sentimenti per destabilizzare la sua concentrazione e nel frattempo fare la propria mossa: il braccio destro che impugnava la Moonlight infatti si preparò a menare un altro fendente ma al termine di quest’ultimo non venne generata la tecnica desiderata.
    Tale fenomeno incuriosì non poco la creatura che rimase a fissare la Moonlight per qualche istante, interrogandosi su cosa fosse successo: dietro a quella sorta di cilecca vi era infatti lo spirito di Dorian che scosso ulteriormente dalle parole di Hilda, stava mettendo in atto la propria strategia per fregare quell’essere dall’interno.
    Lo spadaccino sapeva perfettamente che la vampira in uno scontro del genere non se la sarebbe cavata facilmente: nel loro primo combattimento ella aveva comunque avuto la meglio sul londinese ma affrontando un avversario così potente come quell’entità, le possibilità di vittoria per la professoressa sarebbero scese drasticamente.
    Fu così che Dorian iniziò a sabotare la Moonlight, prima con quel fendente lanciato troppo in alto, poi con quel colpo mancato: l’obiettivo dell’agente era quello di spingere la creatura a sbarazzarsi della spada senza perderne il potenziale offensivo, nell’unico modo che venne in mente ad entrambi, parassita ed ospite.
    Ho sempre disprezzato questo oggetto sin dal primo momento in cui mi hanno sigillato all’interno e per quanto me ne voglia sbarazzare, la mia esistenza è legata ad esso. Ora però ho intenzione di ricambiare il favore e di avere la mia personalissima rivincita.
    Le parole dell’essere vennero espresse con un ghigno perverso dipinto sul viso mentre la Moonlight venne afferrata sull’elsa da entrambe le mani: le braccia di Dorian si allungarono in avanti e la spada venne rivolta proprio contro il petto del londinese, dopo di che, con un movimento secco e deciso, la creatura si piantò lo spadone all’interno della cassa toracica.
    Tale gesto fu accompagnato da grida di puro piacere e contrariamente a ciò che ci si sarebbe aspettato, la lama non fuoriuscì dalla schiena di Dorian, ma rimase al suo interno come se l’arma si stesse fondendo con il corpo dell’agente.
    Il fenomeno di corruzione, che si era stabilizzato fino a quel momento, subì un esponenziale picco, estremizzando l’aspetto di Dorian: il pelo divenne più fitto e scuro, i muscoli sembrarono esplodere da un momento all’altro per quanto divennero gonfi, le estremità degli arti assunsero tratti sempre più bestiali ed allungati, così come il viso dai tratti ferali.
    Una lunga ed ampia coda si diramò dall’osso sacro mentre i genitali subirono un notevole cambiamento: le sacche scrotali si gonfiarono paurosamente, toccando quasi terra mentre due grosse verghe luminescenti e bollenti fecero la propria comparsa sopra di esse.
    Lo sconvolgimento del corpo di Dorian portò quella creatura a lasciare la posizione eretta, portandolo ad assumere una posa più bestiale: il respiro dell’essere iniziò a farsi pesante per quel fenomeno improvviso ed Hilda avrebbe notato come l’incremento di quella stazza aveva compromesso seriamente la sua mobilità.
    Il piano di Dorian si stava sviluppando come l’agente aveva sperato, dato che contro un avversario più lento Hilda avrebbe avuto maggiori possibilità di ostacolarlo ma di contro la pericolosità di quell’essere assunse una nuova sfaccettatura, oscena e perversa quanto quei due grossi falli. Quello tuttavia era l’unico modo in cui lo spirito dell’agente potesse entrare in contatto diretto con la Moonlight, la cui elsa spuntava ancora dal petto della bestia: in questo modo Dorian sperava di sconfiggere lo spirito malevolo al suo stesso gioco, corrompendo la spada al proprio volere per poter riottenere il controllo completo del proprio corpo, purificandolo da quel parassita.
    Tale impresa non sarebbe stata rapida e di facile riuscita, tuttavia l’agente aveva la massima fiducia nella professoressa, la quale avrebbe visto il proprio avversario iniziare a sbavare copiosamente dalla bocca, come se fosse stato colto da un appetito profondo e perverso.
    Ah… era da tanto tempo che non ero così vicino alla mia forma originale, ma tu ne hai già avuto un assaggio. Te lo ricordi o forse devo farti ritornare la memoria?
    Quelle parole sarebbero risuonate ad Hilda come un profondo latrato, una tetra minaccia che si sarebbe concretizzata pochi istanti dopo: entrambe le due verghe vennero irradiate da quella strana energia, incrementando le proprie dimensioni ed ottenendo numerose protuberanze sferiche tutt’intorno.
    Tale fenomeno divenne completo solamente quando quelle escrescenze iniziarono a ruotare velocemente intorno a quelle aste, trasformandosi in quei perversi trapani del piacere che Hilda aveva potuto provare durante il primo incontro con Dorian, anche se ora risultavano ancora più massicci e pericolosi.

     
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    La creatura non aveva mostrato nessun genere di nervosismo e non si fece provocare dalle parole di Hilda, confessandole piuttosto le sue intenzioni una volta conquistato il corpo di Dorian. Riuscì a schivare facilmente le cuspidi che Hilda gli aveva lanciato, facendola preoccupare ulteriormente dato che significava che Dorian riusciva a influenzare molto poco i movimenti del corpo. Avrebbe dovuto impegnarsi molto di più per fregarlo e come se non bastasse doveva anche stare attenta a quella maledetta spada dato che era pericolosa, e molto più del solito dato che veniva brandita dall'entità e non dal suo adorato Dorian. Intanto lui continuò a parlare, lo trovava un gran chiacchierone, tentò di provocarla cercando di farle immaginari scenari per farla ingelosire, cosa che non funzionò molto dato che parlando per ipotesi ad Hilda rimbalzava tutto. Aggiunse però una frase che colpì la vampira come un pugno nello stomaco.
    Uno zombie? Stuprato? fece sorpresa, il primo pensiero andò a Thresh, se pensava ad uno zombie che amava stuprare ma in effetti le sembrava strano che si fosse interessato ad un uomo come Dorian. Oltretutto Thresh era un maestro della tortura e non aveva visto "segni" di Thresh dato che amava sempre dare un piercing ricordo alle sue vittime. Un'altro zombie che le venne in mente fu Leben e a quel punto le sembrò plausibile che Dorian non fosse tornato a trovarla a scuola per non beccare lei. La parola "stuprato" la lasciò fra il divertito ed il preoccupato: evidentemente anche Leben aveva visto qualcosa in lui se aveva deciso di risparmiarlo piuttosto che divorarlo. Una notizia che la stizzì non poco poiché non sapeva se Leben lo avesse fatto di proposito o se in effetti non sapeva niente di lui ed era stata attirata dal suo fascino.
    Ti sbagli! Tu vuoi il corpo di Dorian per sostituirti a lui ed eliminarlo, io invece voglio lui, il suo cuore. Io voglio Dorian non il suo corpo con dentro uno stronzo arrogante e presuntuoso maschilista come te! fece piegandosi sulle ginocchia pronta a combattere e riprendere il volo così da avere almeno un minimo di vantaggio sull'uomo ma proprio prima di balzare in aria si accorse che il fendente non aveva generato la tecnica di prima. Si era mosso ma l'energia non si era formata permettendo ad Hilda di alzarsi in volo mentre un sorriso colmo di gioia apparve sul suo volto. Forse stava pensando troppo da ragazzina innamorata, ma non poteva fare a meno di pensare che era stato Dorian ad impedirgli di creare la lama di luce.
    Ooh amore mio, allora riesci a sentirmi. Non farti vincere, tu sei più forte di lui. fece a gran voce, pronta a combattere, ma quella maledetta creatura la sorprese ancora. Pensava che si sarebbe scatenato a combattere con la spada ed invece fece qualcosa del tutto inaspettato, infilzandosi con la lama stessa in profondità nel torace. A quella vista Hilda strillò preoccupata avvicinandosi a lui con il terrore dipinto negli occhi.
    NO! gridò posizionandosi davanti a lui a circa un metro e mezzo di distanza, notando solo a quel punto, grazie alla sua posizione rialzata, che la lama non aveva attraversato il suo corpo e che il grido di dolore invece era un grido di piacere. Il fisico dello spadaccino venne corrotto ancora, sotto gli occhi attoniti della vampira che non sapeva cosa fare. Le sue mani tremavano indecisa sullo sparargli altre cuspidi proprio mentre si stava trasformando, temeva che avrebbe solo peggiorato la situazione e che fermando il flusso della metamorfosi, la spada tornava normale infilzando seriamente il corpo dell'agente. Imprecò a denti stretti con i canini in vista mentre ancora una volta i suoi occhi si spalancavano nel vedere le oscene erezioni fare capolino dal suo bacino. Quella battaglia adesso stava avendo tutta un'altro peso, era sicura che se l'avesse beccata, sicuramente l'avrebbe stuprata fino ad ucciderla. Non gliel'avrebbe permesso, nemmeno se la sua parte più masochisticha ne era un pizzico tentata. Non gli avrebbe permesso di umiliarla e ucciderla in quel modo. Hilda decise di mettercela tutta. Formò altre cuspidi scarlatte sparandone in successione, dall'alto verso il basso, anche se le avesse schivate, quelle andate a vuoto le avrebbe nascoste nel terreno stesso, in modo che i sensi del nemico non potessero percepirlo. Era una delle tecniche che aveva sviluppato di recente allenandosi fino allo sfinimento. E mentre sparava quelle cuspidi come una disperata ed iniziò a sentire la fatica per l'energia che stava spendendo, si abbassò di quota sempre di più per via della fatica, e mancavano davvero pochissimi metri per posare di nuovo i piedi sul terreno. Fu allora che le venne in mente un'idea che sperava potesse fregarlo.
    Me lo ricordo bene, speravo davvero che fossero abilità di Dorian e non le tue. fece cercando di ghignare divertita, così da nascondergli la sua vera preoccupazione e fargli credere che credeva di avere in pugno la situazione.
    Qualcosa mi dice che questa volta mi ci vuoi uccidere con quelli vero? Una gran bella tentazione, ma sai ho le mie cose... scherzò per sdrammatizzare, subito dopo richiamò la sua Katana fra le mani pronta a difendersi da un possibile attacco da parte di quella belva. Era sicura che avrebbe fatto di tutto per saltarle addosso fisicamente e Hilda non aspettava altro.
     
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    La reazione che ebbe Hilda non appena venne nominata la parole “zombie” fu impagabile per la malvagia entità, la quale deformò il volto d Dorian in un perverso ghigno, mentre le iridi luminescenti continuarono a fissare l’avvenente vampira.
    Oh si, ma per essere precisi, oltre ad essere stato stuprato, il tuo adorato spasimante ha abboccato come uno stolto alla trappola di quella femmina: potevo sentire chiaramente come il suo istinto gli stesse suggerendo di lasciare perdere, che quella creatura era pericolosa ma ormai il tuo amato stava dando ascolto solo al suo cazzo.
    Sei davvero sicura di voler affidare il tuo cuore ad un cucciolo che scodinzola alla prima cagna che incontra?

    Avendo ormai chiaro quale fosse l’interesse di Hilda nei confronti di Dorian, la presenza passò dalle provocazioni ai veri e propri insulti, volendo continuare a fare leva sul sentimento che la professoressa nutriva nei confronti del londinese: la posizione che aveva assunto la creatura rese quelle parole ancora più profonde e graffianti, nella speranza di influenzare le successive mosse della vampira.
    Hilda venne inesorabilmente travolta da quel rapido susseguirsi di eventi, finendo per ritrovarsi a pochi metri di distanza da l’essere osceno ed immondo che la fissava con notevole interesse: tuttavia l’audacia e la determinazione della vampira lo colsero di sorpresa, costringendolo a subire senza poter reagire ognuna delle dieci cuspidi che ella gli lanciò, nel disperato tentativo di aiutare il proprio amato in quella situazione critica.
    Ogni singolo dardo penetrò all’interno di quell’essere ma, nei punti in cui era stato colpito, non si formò la benché minima traccia dei cristalli derivati dal potere di Hilda, rendendo all’apparenza inutile quella dispendiosa tecnica.
    L’entità malevola iniziò a sganasciarsi dalle risate, schizzando abbondanti quantità di saliva da quella mascella deforme, mentre il corpo di Hilda planava lentamente verso il terreno.
    Chi si sarebbe aspettato una reazione del genere?
    E’ possibile che nella mia vera forma io sia immune alle tue tecniche o forse il tuo potere si è già sottomesso al suo nuovo padrone?

    Quelle ultime parole vennero condite dalla creatura con una massiccia dose di presunzione, la quale invece avrebbe giocato a favore di Dorian ed Hilda, dato che lo spirito dell’agente stava continuando la propria battaglia all’interno del proprio corpo deformato.
    L’energia sprigionata dalla tecnica della vampira aveva sì attraversato la creatura senza alcun danno superficiale, tuttavia proprio quel potere entrò in contatto con lo spirito di Dorian, il quale lo canalizzò verso l’elsa della Moonlight che ancora spuntava dal petto: l’estremità del manico iniziò a rivestirsi di un sottile strato di cristallo, avanzando in maniera lenta ma inesorabile lungo tutto quel materiale, diretto al corpo. Il piano era entrato dunque nella fase critica, dato che lo spirito maligno avrebbe potuto interrompere quel processo semplicemente impugnando la spada e conficcandosela del tutto nel petto: Hilda a quel punto doveva distrarlo e le sue ultime parole furono semplicemente perfette.
    Questo piccolo effetto scenico che ti ha fatto impazzire l’ultima volta è solo un assaggio… Non ti voglio uccidere con questi…
    Mentre l’entità proferiva quelle parole, le sue massicce gambe si piegarono verso il basso, facendo sprofondare di qualche centimetro i piedi nel terreno: a quel punto, dal corpo di Dorian si diramò quella sinistra energia a terra, disegnando un cerchio di otto metri intorno ai due avversari proprio come accade per Terra Sacra, una tecnica del potere speciale dell’agente: dopo pochi secondi, il cerchio appena generato si trasformò in una possente colonna d’energia verdastra che investì inesorabilmente, dal basso verso l’alto Hilda e Dorian, accelerando la caduta della prima e l’elevazione del secondo.
    Dopo quella manifestazione energetica infatti, l’essere assunse la postura eretta, scrutando dall’alto dei suoi quasi tre metri la figura di Hilda: la vampira d’altro canto si sarebbe sentita immersa in quella corrente energetica che trasudava dolore, lussuria e perversione, come se l’intero essere volesse inghiottirla e travolgerla con tutto se stesso. Il vero pericolo per la professoressa si manifestò pochi secondi dopo di fronte ai suoi occhi, sconvolti nel fissare un nuovo ed osceno fenomeno: le due verghe rotanti iniziarono ad attorcigliarsi l’una all’altra, generando centinaia di scintille energetiche che investirono in pieno Hilda.
    Il corpo della vampira non avrebbe subito alcun danno, tuttavia i suoi indumenti si ritrovarono seriamente danneggiati, perlopiù impossibilitati a coprirla del tutto.
    Non appena il getto di quelle scintille cessò, il nuovo fallo dell’essere divenne ben visibile e tremendamente inquietante: grande più del doppio dei due membri attorcigliato l’uno all’altro, contornato da numerose escrescenze sferiche, a partire dalla base fino alla punta di quella perversa spirale del piacere, la quale iniziò a ruotare su se stessa come un vero e proprio trapano, generando un rumore inquietante.
    Annienterò la tua anima con questo.
    Il tono di quella minaccia sarebbe stato tremendamente serio, seguito dai primi e pesanti passi di quell’essere verso una Hilda praticamente mezza nuda: il processo di conversione della Moonlight stava procedendo alla grande ma era ancora incompleto, eppure una combattente abile come la vampira lo avrebbe di sicuro notato, incrementando così il fuoco della speranza.
    Hilda tuttavia doveva stare molto attenta a giocare le proprie carte ed a non esagerare nell’esporsi troppo: se continuava ad incitare troppo il suo amato, la presenza avrebbe si sarebbe sicuramente accorta del tranello innescato da Dorian, ponendo facilmente fine a quel tentativo, se invece si dimostrava troppo lasciva ed accondiscendente nei suoi confronti, sarebbe finita vittima di quell’esagerato cazzo che le avrebbe trapanato non solo il corpo ma anche la sua mente.

     
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    Le parole graffianti della creatura nel voler spiegare più nel dettaglio cosa era successo a Dorian, diede maggiore conferma che la "zombie" di cui stessero parlando fosse proprio Leben. Non si meravigliò comunque del risultato dato che conosceva bene il fascino di quella donna e la sua conturbante pericolosità. Certo il fatto che lei ci avesse messo lo zampino sopra senza che lei ne sapesse niente la infastidiva molto, ma come poteva competere con una creatura terribile come Leben? In quel momento però non aveva il tempo per ingelosirsi o per arrabbiarsi con Dorian dato che la sua figura era diventata troppo grottesca e pericolosa, ecco perché stava dando fondo a molte sue energie per poterlo sopraffare. Riuscì a colpirlo, più volte ma prima che Hilda potesse cantare vittoria si accorse che gli effetti del suo potere non erano i soliti che dovevano verificarsi. Anche se Dorian le aveva dato una mano rallentando il corpo del nemico dal suo interno a quanto pare non era sufficente perché accadde qualcosa di inaspettato. Sembrava quasi che il potere di Hilda fosse totalmente inutile su di lui, e lo stupore sul volto della vampira era palese quanto il suo terrore nel vedere che nessuno dei suo dardi malefici avevano sortito nessun effetto, non formarono ne il cristallo e nemmeno i fori tipici che segnalavano la sua maledizione. Rimase attonita mentre lui rideva della sua disgrazia e si chiedeva se non fosse diventato immune al suo potere. Hilda stava per cedere allo sconforto: se il suo potere era inutile contro di lui come avrebbe mai potuto salvare il suo amato? Era sicura che il suo potere avrebbe potuto risolvere ogni probelma ed invece era destinata a venire sconfitta. Oppure no? Ci fu qualcosa che percepì provenire da lui che la confuse. Qualcosa che non le faceva tornare i conti dato che percepiva comunque la propria energia sul corpo di Dorian, sebbene in modo leggermente differente. Era come se i suoi sensi percepissero i cristalli che avrebbe dovuto rompere con il suo potere ma non li vedeva. La creatura non ne stava subendo nemmeno gli effeti, avrebbe dovuto spegnersi, avrebbe dovuto tornare normale, invece era lì più carico che mai. Solo in un secondo momento notò che i cristalli si stavano formando sull'elsa della spada, facendole capire che la coscienza di Dorian era ancora forte, sebbene non sembrasse riuscire a prendere di nuovo il sopravvento sul proprio corpo. Il suo potere quindi non aveva smesso di funzionare, semplicemente si era canalizzato in modo diverso, rispondendo allo spirito dello spadaccino. Non era sicurissima di ciò che stava succedendo, quindi non perse il suo sguardo preoccupato mentre Hilda pensava ancora a come fare per liberare l'uomo da quella possessione. Doveva raggiungere l'elsa di quella spada, ma doveva stare attenta poiché Hilda non era esattamente una guerriera provetta e non era nemmeno resistente. Prima che potesse fare un passo, la bestia aveva manifestato di nuovo i suoi poteri ricreando un campo di energia attorno a loro che li inghiottì togliendo per un momento il respiro alla vampira. Si rese conto che stava diventando sempre più forte che non doveva perdere altro tempo, ma quell'energia intrisa di dolore e di forza la schiantarono a terra costringendola ad inginocchiarsi. Le scappò un gemito fra il dolore ed il piacere, quella sensazione era stata potente ed un animo masochista come Hilda non poteva rimanere indifferente.
    Non è possibile! rantolò spaventata. Come aveva fatto Dorian a diventare così forte in così poco tempo? Come poteva fermare una cosa del genere? Con orrore vide il nemico avvicinarsi dando una nuova forma più minacciosa ai due falli che si uirono in un unico e massiccio pezzo di carne che fece sbiancare perfino Hilda che aveva visto anche draghi dotati. Cercò di usare la spada come perno per potersi rialzare ma le gambe divennero come gelatina, facendole scivolare il piede sui tacchi. Come se non bastasse mentre quelle due verghe si unirono in un mostruoso fallo, delle scintille si accanirono sui suoi abiti stracciandoli e consumandoli fino a lasciarla con pochi lembi di stoffa addosso. Le era rimasto una striscia di stoffa a coprirle il bacino e le parti più scabrose, il reggiseno si stracciò in più punti lasciando solo l'anima del sostegno che circondava i suoi seni dai capezzoli turgidi. Le erano rimaste le calze autoreggenti e le scarpe, sembrava proprio una donna che era stata aggredita per essere stuprata. Quando lui le fu vicino sovrastandola con la sua mole si fece indietro cadendo di nuovo sul sedere contro il pavimento. Emise un grido spaventato impugnando la katana per un disperato tentativo di difendersi. In realtà era una recita poiché Hilda contava proprio sul fatto che si sarebbe avvicinato per stuprarla. Si sarebbe trascinata sul pavimento cercando di allontanarsi da lui, lasciando che la bloccasse a terra se ci avesse provato. La sua unica arma contro di lui era rendersi appetibile ai suoi occhi, lasciando danzare i suoi seni nei movimenti goffi per sfuggirgli. Quando poi le sarebbe stato addosso pronto a dilaniarla con quel affare fra le gambe, Hilda avrebbe afferrato l'elsa della spada conficcata nel suo petto per rompere i cristalli che si erano formati su di esso ed allo stesso tempo estrarre la spada dal petto. Ovviamente non sarebbe rimasta ferma poiché mentre con la mano si dedicava a quell'operazione tentò di morderlo al collo, o al braccio o qualsiasi parte del corpo facilmente raggiungibile così da usare anche le sue doti di vampira per succhiargli il sangue, l'energia e imporsi su di lui tramite il morso. Lo fece in modo parecchio aggressivo, lasciando intuire quindi che fino ad allora era stata una recita la sua paura e che il suo vero volto era quello della vampira che affondava i canini nel suo corpo. Non lo avrebbe lasciato andare via, avrebbe continuato a morderlo e succhiare il sangue anche se l'avrebbe picchiata, ferita, era l'unico modo per riuscire a mettersi in vantaggio e liberare Dorian.
     
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    La situazione all’interno di quel magazzino sembrava ormai a senso unico, diretta verso una perversa e schiacciante vittoria dello spirito maligno: tale essere la stava già pregustando mentre avanzava lentamente ma inesorabilmente verso Hilda, ormai riversa a terra e con i vestiti praticamente ridotti a brandelli.
    La vista di quel corpo nudo e pressoché perfetto, unito ai capezzoli già turgidi per quel mix di sensazioni che l’avevano stravolta, concentrò tutta l’attenzione dell’essere sulla vampira, ignorando la formazione dei cristalli sull’elsa della spada conficcata nel proprio petto.
    Per quanto Dorian dentro di sé avrebbe voluto intervenire per fermare quel mostro dallo stuprare Hilda, egli si concentrò per portare a termine quel disperato tentativo nel più breve tempo possibile, nonostante la creatura fosse ormai sopra alla vampira.
    I rivoli di bava caddero copiosamente dalla bocca del mostro su Hilda, rendendo lucida e vischiosa la sua pelle, un effetto che la rese ancora più eccitante ed oscena alla vista.
    Sicuro della propria posizione di schiacciante dominio, la creatura non si preoccupò di bloccarle gli arti superiori con le braccia, piantando le mani sul terreno all’altezza del viso della vampira, mentre la propria verga si avvicinò pericolosamente al suo intimo: l’aria tra le due figure sembrò quasi incendiarsi ed Hilda avrebbe avvertito un calore sempre più crescente travolgerla insieme a quella strana energia che stava entrando in risonanza con tutto il mostruoso corpo di Dorian.
    La vittoria dell’essere era ormai nel palmo della propria mano ed il premio per quel trionfo era proprio lì, in mezzo a quelle cosce ambrate e perfette quando la recita della vampira cessò e la sua vera natura si manifestò con quel suo morso al collo.
    Una lieve fitta di dolore impensierì inizialmente la creatura che tuttavia continuò a ghignare divertito, come se quell’attacco, normalmente mortale, fosse per lui un semplice “succhiotto”.
    Hai reagito troppo tardi, mia cara, dovevi scappare quando ne avevi l’occasio…
    Le parole dell’essere gli morirono in bocca dopo pochi secondi proprio a causa del danno di quel morso vampiresco: il corpo della creatura aveva subito danni ben peggiori in quello scambio di colpi, tuttavia l’efficacia della mossa di Hilda non fu tanto fisica bensì mentale.
    Quel singolo morso innescò una reazione a catena devastante dato che fu scagliato nello stesso punto dove Dorian era stato morso durante il loro primo incontro: nella mente dell’essere iniziarono così a balenare le innumerevoli immagini e ricordi emersi in quel frangente, seguite poi da tutti i meravigliosi ed intensi momenti che Hilda e Dorian avevano trascorso insieme fino a quel momento. Quel flusso improvviso ed intenso destabilizzò la concentrazione della creatura, permettendo così alla vampira di afferrare l’elsa e di estrarla dal corpo della creatura, innescando la reazione dei cristalli.
    L’essere urlò per il dolore causato dall’estrazione della spada, ricadendo all’indietro non prima di aver assestato una zampata sul volto di Hilda, costringendola a staccarsi da lui.
    Tu… lurida sgualdrina… che cosa mi hai fatto?
    La rabbia ed il terrore della creatura erano ben palpabili dal tono della sua voce mentre goffamente si alzava in piedi, richiamando a sé una notevole quantità d’energia. Ferito nel fisico ma anche nell’orgoglio, lo spirito della spada ora si concentrò per scagliarsi su Hilda con tutta la sua furia ma dopo pochi secondi si bloccò di colpo, come se non rispondesse più del proprio corpo.
    Che cosa sta succedendo?
    NO!

    All’essere bastò abbassare il proprio sguardo sul petto per vedere dei numerosi cristalli crescere sul proprio corpo, andando a ricoprirlo interamente non solo in superficie ma penetrando anche nella carne: il processo subì un notevole incremento di velocità rispetto a prima, dato che la Moonlight ora giaceva tra le mani di Hilda. In pochi secondi l’intera figura di quell’essere si tramutò in un gigantesco golem di cristallo, nascondendo per sempre agli occhi della vampira quell’abominio malevolo.
    Al termine di quel processo piombò all’interno di quel luogo un silenzio innaturale ed inquietante, scandito solamente dall’incrinarsi di qualche cristallo solo dopo un paio di minuti: dopo la prima rottura, ne seguirono altre sempre più massicce e rumorose fino a quando l’intera figura esplose in una deflagrazione violenta, trasformando in polvere i cristalli di Hilda. Ciò che emerse dopo quell’evento fu il corpo di Dorian ritornato alla normalità, completamente nudo ma privo di ogni segno di possessione e riverso a terra all’apparenza privo di sensi.
    La Moonlight ritornò immediatamente alla propria forma base, segno che il potere dell’agente si era disattivato mentre Hilda non avrebbe più percepito quel campo d’energia opprimente, né tantomeno la presenza di quell’essere malevolo.
    Il loro piano era andato in porto, la vampira era riuscita a salvare il suo amato da quell’orribile incubo che lo aveva tormentato sin dal primo momento in cui aveva posato lo sguardo su quella spada.
    Per Dorian ora si apriva un nuovo capitolo della propria vita, un percorso che lo vedeva privato di una presenza scomoda e negativa ma al fianco di una persona più unica che rara, una donna che lo amava dal profondo del proprio cuore.


     
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    Quando i suoi denti affondarono nella carne del collo, Hilda si ricordò quanto fosse bello mordere qualcuno, quanto fosse appagante seguire il proprio istinto predatorio. Non mordeva qualcuno già da tempo perché le piaceva alimentare la propria sete e soffrire, solo perché poi quando si cibava di sangue il piacere che ne traeva era molto più grande e inebriante. Difatti anche se il mostro rise di lei, non riuscì a trattenere un mugugno di soddisfazione nel sentire il sapore del suo sangue riempirle la bocca. Inizialmente si era limitata a morderlo, ma quando le prime gocce le attraversarono il palato iniziò a succhiare quel nettare avidamente. Non era solo sangue era anche energia e sembrava perfino corrotta, aveva un sapore diverso dal solito, era come bere del buon alcoolico con la differenza che non bruciava la gola. I suoi versi invece di essere aggressivi come quelli di una belva che azzannava la preda erano sensuali, come se stesse godendo, come se si stesse unendo a lui nella carne lussuriosamente. Riuscì a sentire Dorian come un richiamo spirituale che destabilizzò l'orrida creatura, il loro piano aveva funzionato ed il nemico si accorse troppo tardi di ciò che stava succedendo. Stordita dal sangue Hilda venne staccata fin troppo bruscamente dal collo della creatura mentre lui ricadeva all'indietro e lei stringeva con forza l'elsa della spada di Dorian. Le ci volle qualche secondo per riprendersi dalla frenesia che le diede il sangue, poi raccolse le sue forze per costringersi ad alzarsi in piedi davanti a lui, con lo sguardo molto diverso da prima. Non era per niente spaventata, anzi lo guardava dall'alto in basso con la certezza di essere la vincitrice. Aveva le labbra sporche di sangue con un rivolo che le colò lungo il mento e che lei raccolse leccandosi le labbra sensualmente, passando la lingua sul labbro superiore con fare provocatorio. Quando si sentì insultare non riuscì proprio a resistere e si lasciò andare ad una piccola risata malefica.
    Funziona sempre, basta mostrarsi deboli e farvi vedere un poco di carne e non vi accorgete della serpe in seno. sentenziò sicura di sé e godendosi la reazione furiosa della creatura che tentò di aggredirla ancora, finendo però per bloccarsi totalmente perché finalmente Dorian stava riprendendo il controllo del proprio corpo. Hilda si limitò a schioccare le dita così che ogni cristallo si ruppe uno dopo l'altro disperdendo l'energia dell'entità malvagia.
    Te l'ho detto, Dorian è mio! concluse come se fossero state parole per una condanna a morte per il suo nemico. Il corpo della bestia si sgretolò dopo una vampata di energia esplosiva che la costrinse a corprirsi il corpo con le braccia per proteggersi. Quando tutto si calmò e non percepì più l'opprimente energia della moonlight tornò a guardare in direzione dell'uomo che era tornato finalmente in sé, svenuto a terra ma sano. Hilda corse subito verso di lui inginocchiandosi a suo fianco per assicurarsi che stesse bene. Non sembrava ferito gravemente, ma era privo di sensi e di energie. Lo girò con il volto verso di lei e gli sorrise dolcemente dandogli un bacio sulle labbra sentendosi rincuorata dal fatto che fosse salvo.
    Avresti dovuto chiamarmi schiocchino! bisbigliò affettuosamente anche se lui non poteva sentirla. Lo avrebbe preso in braccio, caricandoselo addosso come meglio poteva.
    Dorian si sarebbe risvegliato nel letto di Hilda, ancora nudo ma perfettamente pulito e sano... più o meno. Solo una piccola fasciatura attorno al suo collo per coprire i fori del suo morso. Hilda era seduta sul bordo del letto che gli rivolgeva le spalle, aveva sulle gambe la sua moonlight e sembrava osservarla e studiarla passando le dita lungo il piatto della lama, come se stesse cercando qualcosa. Indossava una vestaglia di seta bianca tenuta chiusa da una cintura dello stesso materiale attorno alla vita.
     
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    Privato dei propri sensi e di ogni briciolo d’energia, Dorian poté finalmente riposare in santa pace, permettendo così al proprio corpo di recuperare le forze: l’influenza negativa di quello spirito era svanita grazie ad Hilda, alleggerendo la mente dello spadaccino, tormentata in precedenza da quel senso di ansia e di pessimismo divenuto oramai onnipresente.
    Sicuramente da quel momento in poi le cose per l’agente sarebbero cambiate, fatta eccezione per i propri obiettivi, ancora rimasti vividi nella propria coscienza.
    Il processo di ripristino di Dorian durò molto più del previsto dato che il corpo dell’agente si dovette ricalibrare grazie all’assenza di quello spirito, consentendogli un controllo ancora più elevato del proprio potere: il sonno dal quale si risvegliò il londinese fu estremamente tranquillo e beato, proprio come la visione che ebbe non appena dischiuse i suoi grandi occhi azzurri.
    La sagoma di Hilda divenne sempre più nitida e ben presto nella mente del giovane balenarono i ricordi della loro ultima ma pericolosa avventura: l’agente si stiracchiò le braccia in un movimento lento e rilassato ma dopo pochi istanti egli accusò una fitta di dolore all’altezza del collo, gemendo debolmente più per la sorpresa che per il danno.
    Chissà perché ma mi sembra di aver già vissuto questa scena…
    Dalla voce di Dorian, Hilda avrebbe capito quanto l’uomo fosse inizialmente rilassato ma soprattutto disteso, al punto da arrivare a scherzare dopo che aveva rischiato di perdere il controllo del proprio corpo e di perdere anche lei: egli tuttavia si fece un poco più serio dopo qualche secondo, cercando di mettersi seduto sul materasso, facendo aderire la schiena contro la testiera del letto ed osservando la donna di fronte a sé.
    Hilda… mi dispiace di averti coinvolta in questa faccenda. Ho quasi rischiato di ucciderti e di ferire altri innocenti per colpa di quella cosa.
    Il tono dell’agente si fece ancora più serio ed a tratti spaventato mentre indicava con l’indice destro la propria arma in grembo alla vampira: nella propria mente iniziarono a balenare le scene delle numerose possessioni e numerosi brividi percorsero interamente il suo corpo, come il ricordo di quello spirito si stesse facendo più nitido e reale.
    Se non fosse stato per te, a quest’ora non avrei più il mio corpo. Ti devo la mia vita.
    L’agente concluse così quel discorso interrotto a più riprese, passando più volte lo sguardo tra la figura di Hilda e la propria spada fino a soffermarsi sulle iridi della vampira, come se volesse entrarle nell’anima con quelle parole: era ormai chiaro che dopo un avvenimento del genere il legame tra i due si stava rafforzando particolarmente ma le sfumature di quel rapporto erano ancora tutte da scoprire; tinte influenzate da una sadica zombie, da un culto sadico e perverso, dal richiamo del sangue e dai battiti di due cuori che risuonano all’unisono.


     
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    Era rimasta una presenza molto molto labile nella spada dello spadaccino, Hilda non era ancora una lanterna esperta, ma le bastò seguire il proprio istinto e richiamare la sua lanterna per percepire l'anima dell'entità che aveva tormentato Dorian fino a quel giorno. Era indebolita e ciò le permise di catturarlo e farlo suo prigioniero nella sua lanterna. Fu una deliziosa sensazione poiché le diede l'impressione di averla fatta diventare più forte mentre un brivido intenso di piacere la invase nel momento in cui divenne sua. Quindi era questo che si provava a fare propria un'anima e offrirla alla dea Apocrypha? Un orgasmo cosmico che fece vibrare la sua anima e risuonava ancora dentro di lei in un grido misto fra disperazione e piacere. Era così difficile poter spiegare cosa stesse provando Hilda, ma capì perché molti adepti diventavano dipendenti da quella meravigliosa esperienza. Era distratta il momento in cui Dorian riaprì gli occhi, e difatti sussultò quando sentì la sua voce profonda e maschile. Si voltò subito verso di lui sorridente e con gli occhi pieni di festa, lasciò la sua spada ai piedi del letto, come se avesse perso tutto l'interesse della donna. Gattonò sul letto avvicinandosi a lui il più possibile, guardandolo attentamente per accertarsi che stesse bene, piegata leggermente in avanti Dorian avrebbe potuto notare che non stava indossando niente a parte la sottile vestaglia bianca che lasciava un ampio scollo che culminava all'altezza dello stomaco. Essendo di stoffa chiara si poteva intravedere la parte più scura delle aureolee sotto la stoffa. Aveva l'aria di chi si fosse appena fatta una lunga doccia ristoratrice e difatti emenava un buon odore di pulito e di donna. Hilda gli sorrise dolcemente quando lui si scusò di averla coinvolta in quella situazione assurda. Allungò una mano per carezzargli il viso e tranquillizzarlo mentre si accorgeva con gioia che era tornato il solito Dorian il buon uomo che aveva conosciuto.
    Non è stata colpa tua. Adesso però è tutto finito, sei riuscito a sconfiggere quella cosa. Non ti darà più problemi. gli spiegò prima che lui provò a ringraziarla a modo suo dicendole che le doveva la vita. Hilda lo guardò dapprima sorpresa, poi intenerita, gli si avvicinò poggiando la fronte contro la sua mentre le mani che gli carezzava il volto andò sulla nuca dell'uomo per carezzarlo e giocare con i suoi capelli fra le dita.
    Ma che dici? Non potevo di certo lasciare che quell'essere divorasse il mio dolcissimo Dorian, ti pare? fece cercando di alleggerire l'atmosfera con un tono più leggero. Voleva fargli capire che ormai aveva superato tutto che non c'era più niente di cui crucciarsi. Poi però sospirò abbassando lo sguardo per guardare un punto vuoto fra loro due. Si ricordò della profonda ansia che aveva provato in quei momenti, la reale paura di perdere per sempre Dorian.
    Se ti fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. confessò mentre una mano scivolò sul braccio di Dorian per carezzarlo ancora, quasi come se non riuscissea crederci che fosse lì tutto intero davanti a lei. Gli si avvicinò con tutto il corpo poggiando il suo florido seno contro il petto, guardandolo finalmente negli occhi per mostrargli uno sguardo amorevole.
    Ho avuto tanta paura di perderti... ma adesso sei qui... con me. le parole si abbassavano di volume man mano che si avvicinava con la bocca alle labbra di Dorian alla ricerca di un bacio. Nel momento in cui le loro labbra si sarebbero unite, Hilda inspirò aria avidamente tradendo il suo respiro leggermente tremolante per le emozioni che stava provando. Se non l'avesse respinta o non l'avesse interrotta, Hilda avrebbe cercato di approfondire il bacio socchiudendo la bocca per cercare il tocco della sua lingua in un gesto carico di impazienza nel voler sentire l'uomo di nuovo vicino a lei.
     
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    Ad Hilda bastarono pochi e semplici gesti per spazzare via la paura e l’angoscia che aveva ripreso a tormentare l’animo di Dorian, il quale si intenerì nel sentire quelle dolci ed affettuose parole tutte per sé: certo, oltre a provare quelle emozioni tenere e genuine, l’agente non riuscì proprio a trattenere l’imbarazzo nel vedere praticamente tutto il seno della vampira avvicinarsi a lui, per nulla celato da quella vestaglia; era una reazione inconscia che il londinese proprio non riusciva a controllare, cosa che sicuramente non sarebbe sfuggita alla professoressa.
    La sua vicinanza portò inoltre una fragranza dolce e femminile che placò in maniera definitiva l’ansia di Dorian, tranquillizzato dai suoi successivi tocchi al capo ed al braccio: egli si prese qualche istante per bearsi di quella fragranza così delicata ma al tempo stesso avvolgente, andandole incontro con il busto fino a fare aderire i loro corpi.
    Non posso prendermi il merito di tutto questo, il tuo aiuto è stato essenziale.
    Nonostante il tono di voce dell’agente si fosse abbassato a causa di quell’avvicinamento, Hilda avrebbe percepito in quelle parole una sincerità estrema, non tanto di chi dubita dei propri mezzi ma di chi riconosce i meriti altrui.
    La mano destra di Dorian si portò sul fianco sinistro della vampira, stringendolo dolcemente per spingerla ulteriormente contro di sé, come se quel semplice contatto non gli bastasse, mentre la mancina si posò delicatamente sul suo viso, accarezzandone i morbidi lineamenti.
    Egli ascoltò attentamente la confessione della professoressa, tant’è che riuscì quasi a toccare la tensione e la paura di perderlo che aveva provato, per questo, quando i loro occhi finalmente si incrociarono, scattò una scintilla tra di loro: Dorian portò il proprio capo ancora più vicino a quello di Hilda, facendo unire teneramente le punte dei loro nasi.
    Sono qui e non ho alcuna intenzione di lasciarti. Mai più.
    Dopo quelle parole, cariche di sentimento e di sincerità, Dorian dischiuse le proprie labbra per baciare quelle della vampira, sospirando immensamente per quella nuova unione dopo un lungo periodo di tempo: l’agente non avrebbe fatto nulla per intralciare la lingua di Hilda anzi, per tutta risposta egli le andò incontro, cercandola con fame, quasi divorando le sue labbra.
    Il proprio corpo reagì a quel bacio in maniera istintiva dato che la mancina si portò sulla nuca della professoressa, insinuando quella chioma con le proprie dita e stringendola appena mentre la mano destra esercitò una pressione ancora più forte, spingendo il corpo di Hilda a spalmarsi praticamente sul proprio.
    Il fisico dell’agente sarebbe risultato tonico e semplicemente perfetto, un insieme di carne e di muscoli che si stava riscaldando con il passare dei secondi, mentre i battiti del cuore di Dorian sarebbero risultati quasi assordanti per le orecchie di Hilda, un profondo richiamo che testimoniava quando ormai l’agente fosse coinvolto.

     
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