La corda rossa

Per Doom

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    E hai fatto molto bene.

    Perfino la maestra Baiken non era abbastanza forte da resistere al primo impatto con Ebrietas, Sho non era stupito ma se restava serio non era perché conosceva le potenzialità di quella spada, semplicemente aveva cambiato del tutto il suo atteggiamento, ribaltandolo vistosamente rispetto a prima. Prendeva molto seriamente ogni genere di allenamento e di nuova conoscenza, ovviamente era dispiaciuto di aver provocato una simile reazione di fronte alla maestra ma non poteva di sicuro esitare proprio a quel punto. O almeno ci provò fino a che la donna non gli rivelò che quel dolore era stato paragonabile al momento in cui le avevano strappato l'occhio, cosa che fece sgranare un pò l'espressione del ragazzo, raggiunto da dei sensi di colpa che fecero tremare leggermente la spada stretta nella sua mano, per poi stringerla più saldamente per non dare nell'occhio con quei denti digrignati e quella strana sensazione in corpo. C'era forse un leggero compiacimento in lui? No, impossibile. Non lo avrebbe mai ammesso e anzi, probabilmente arrivare a quella conclusione era un male per la sua sanità mentale, in quel frangente Baiken fu molto brava nel costringerlo a concentrarsi sul combattimento che non le sue stesse sensazioni, portandolo a parlare con lei e a distrarsi, spingendolo a spiegare come funzionava il suo potere. Il ragazzo cercava di restare tranquillo ma era in realtà molto teso, non solo per le corde ma anche per la strana atmosfera che iniziava a circondarli. L'attrazione era forte, ma soprattutto era reciproca.
    Siete confusa maestra perché questa non è un'illusione... il fodero che avvolge la Chikage è carne a tutti gli effetti, che appartiene al mostro confinato al suo interno. Quando Ebrietas tocca la carne di una persona allora ne imita le viscere. Non è sbagliato dire che in questo momento all'interno del mio fodero ci sono le vostre budella maestra, un perfetto duplicato che da qui posso ferire con la mia spada senza però arrecarle il minimo danno. Non direttamente almeno. Ciò che fa Ebrietas è intaccare la connessione che abbiamo stabilito. Più che un'illusione è un antenna: questa parte di budella subisce il danno, mentre quella all'interno del suo corpo subisce il dolore.
    Aveva dimenticato una parte fondamentale del discorso, che forse Baiken aveva intuito e che in fondo lui non aveva fatto così di proposito, il fatto era che lì dentro non c'erano esattamente le sue budella quanto più la sua intimità, se proprio dovevano fare un paragone spicciolo. Per questo se prima c'era solo una leggera attrazione, adesso Baiken poteva sentire il suo desiderio letteralmente infilzato e non poteva far altro che far sanguinare quel fiume di sensazioni che la trascinava verso Sho e la Chikage. Lo sguardo del ragazzo non si incrinò, anzi si fece più famelico mentre vedeva il corpo della maestra tendersi, perché non si stava facendo distrarre dal desiderio... anzi, ne voleva diventare parte. Bramava la carne di Baiken e si compiaceva nell'essere riuscito a piegarla anche solo di pochissimo, costringendola a sudare vistosamente tutto il suo stress per quello che stava subendo. Si sentiva un predatore e avrebbe approfittato di quel momento per farla sua, tuttavia Baiken era una maestra abile tanto quanto lui e aveva ancora degli assi nella manica da sfoggiare, assi assai più efficienti della libidine di un'adolescente. Lo portò ad indietreggiare di fronte a quello spillo, sollevando la katana senza estrarla dal fodero per poterlo intercettare, troppo concentrato sul fare bella figura con un movimento fluido e deciso per accorgersi di essere finito vittima di un'illusione. Gli occhi del ragazzo si affilarono, alla ricerca di comprendere cosa esattamente stesse succedendo al corpo di Baiken mentre la sua arma veniva rilasciata per carpirne i segreti e capire come funzionasse, ma proprio in quel momento un paio di delicate mani femminili avvolsero il corpo della sua maestra, abbracciandola ed accarezzandola delicatamente sui seni e sulle labbra morbide, facendo assaporare al ragazzo la visione di quella carne tanto bramata che veniva violata dal tocco altrui. Dei lunghi capelli fluenti tempestati da conchiglie e stelle marine scivolarono sulle spalle di Baiken mentre quella figura femminile la abbracciava, stringendosi a lei senza alzare lo sguardo, limitandosi ad usare quelle labbra blu tipiche dei morti annegati per baciarle il collo e risalirle le orecchie. Gli occhi di Sho tremarono così come le sue mani, mentre la destra si avvicinava istintivamente all'impugnatura della spada, senza però afferrarla Quella figura rubò completamente la sua attenzione: prestarla a Muramasa era assolutamente impossibile.
    M-ma... mamma?
    Fu un lamento quasi impercettibile e confuso, difficile per Baiken capire cosa stesse balbettando Sho in quel momento, il ragazzo però vide chiaramente rispondere la figura femminile al suo richiamo che sollevò lo sguardo verso di lui, sorridendogli amorevolmente mentre le dita che palpavano il corpo di Baiken si trasformavano lentamente in dei sottili e affusolati tentacoli, così come le ciocche dei suoi capelli. La figura si rivelò essere simile ad una sirena, ma che al posto di un corpo di pesce aveva in realtà il corpo di un polpo enorme, una piovra forse, difficile dirlo, la sua pelle e la sua carne erano di un blu pallidissimo, quasi bianco, mentre nei suoi occhi neri sembrava possibile vedere tutte le stelle del firmamento. Il sorriso della donna da amorevole si trasformò in un ghigno mostruoso che rivelò denti affilatissimi, gli occhi iniziarono ben presto a perdere acqua salata che crollò a terra mentre i tentacoli si strinsero intorno al collo e al ventre di Baiken per strozzarla, Sho afferrò la spada rabbiosamente, temendo che quella figura potesse fare del male alla sua maestra ma appena afferrò la spada si rese conto che quelle lacrime di sale stavano cadendo ai loro piedi, dentro un mare burrascoso ed abissale. Alla vista di quello spettacolo gli occhi di Sho si sgranarono di colpo, della figura distorta di sua madre non c'era più traccia, non restava altro che non quell'abisso immenso che lo paralizzò vistosamente, bloccandolo in quella posizione mentre tremava. Di cosa aveva paura Sho?
    Acqua... tutta questa... acqua?! Da dove arriva...?
    Balbettò terrorizzato e spaventato, si ritrovò in pochi istanti in uno dei suoi incubi ricorrenti dove il mare in tempesta lo avvolgeva e lo trascinava verso il basso. La presa sulla spada si fece fortissima e per istinto si preparò a combattere, torcendo la lama all'interno del fodero e provocando un'altra potente fitta nel ventre della maestra, stavolta molto più intensa di prima, da lasciare il segno. In molti sensi. Oltre al dolore, Baiken avrebbe percepito chiaramente il desiderio aumentare, la sua carne stava venendo tormentata non solo dal dolore ma anche dalla necessità di sostituirlo con qualcos'altro di molto più piacevole ed intenso. Nel mentre, Sho era perso nel suo incubo e continuava a respirare sempre più lentamente, timoroso che qualcosa potesse uscire da quell'acqua. Si capiva che ogni singola onda che attraversava le sue gambe lo terrorizzava tenendolo paralizzato sul posto, si sentiva stupido in quel momento e incredibilmente debole, ma non poteva farci nulla. Baiken era riuscita a mettere assieme tutti i pezzi di un puzzle enigmatico che anche una volta risolto non garantiva un quadro completo. Un mare burrascoso e oscuro, pieno di segreti e di mostri marini. Ebrietas lo guardava chiaramente a quel unto, mai quell'essere si era sentito così vicino a lui, e perfino Baiken poteva iniziare ad avvertire la presenza di qualcun altro in quel luogo. La sottile distanza tra sogno e realtà sembrava aver lasciato aperti diversi passaggi.
     
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    Baiken alzò un sopracciglio rossastro quando Sho terminò il proprio racconto, guardando il ragazzo con non poca perplessità nell'occhio. Se la spada riproduceva una parte del corpo specifica e in quella parte l'avversario subiva i "colpi" del ragazzo, era indubbio che in quel caso avesse scelto una zona del suo corpo decisamente poco consona... e la maestra non poté fare a meno di domandarsi se il giovane non intendesse prendersi gioco di lei... perché in quel caso le conseguenze sarebbero state temibili, poteva contarci. Decise dunque di stuzzicarlo un po' in proposito, con un tono più roco e sensuale di quanto avrebbe voluto, complice sicuramente il desiderio rinnovato e stuzzicato ad ogni contrazione della sua intimità.
    Il fatto è, Sho-chan... che quello che sto provando ora non lo chiamerei proprio dolore, tanto meno alle "budella". Devo dedurre che sia tu, e non Ebrietas, a scegliere a quale zona connetterti, e nel caso punirti severamente per l'affronto... o posso dare la colpa al demone e chiederti piuttosto quanto controllo tu abbia sulle sue scelte?
    Finito di parlare fu costretta a concedersi un profondo sospiro, sforzandosi di farlo lentamente per evitare di ansimare, nonché a mordicchiarsi il labbro per soffocare il bisogno di gemere, continuando tuttavia a sorridere per mascherare il disagio. La sensazione non faceva che crescere e la sua intimità continuava a bagnarsi, ma lei non si fece distrarre e proseguì dritta con la sua mossa, alla quale Sho reagì in modo ancora più sentito di quanto si fosse aspettata. Che avesse timore dell'acqua lo aveva in qualche modo intuito al loro precedente incontro, vedendo come osservava le "onde" di Muramasa che tuttavia in quel frangente si erano mantenute nella sua dimensione, completamente prive di reale illusione, incapaci di interagire con il mondo reale. Ma ora che il ragazzo aveva subito un Genjutsu le cose erano molto diverse. Probabilmente si sentiva come se fosse realmente sommerso dall'oceano, e Baiken poteva ringraziare che l'illusione della sua spada non si spingesse più in là della riproduzione delle onde, perché era certa che il suo collega non avrebbe reagito molto bene se si fosse sentito affogare. Si chiese cosa gli stesse mostrando la sua tecnica, perdendo il suo sorriso e lasciandosi cogliere da una punta d'apprensione nell'osservare la sua espressione, sensazione che la portò a sollevare il braccio risanato verso di lui, sfiorandogli la guancia con gli artigli e resistendo a malapena al forte istinto di attirarlo nuovamente a sé, e abbracciarlo. Non poteva farci nulla, Shouta le ispirava un istinto materno quasi quanto Jadis, forse perché i due sembravano aver legato, o forse proprio perché in lui rivedeva in parte i vissuti della ragazza: senza genitori, anche se in modo diverso; due giovani abbandonati a gestire da soli il proprio destino. Stava facendo scivolare le dita sulla sua mascella per raggiungergli la nuca e stringerlo, ma la sua apprensione si trasformò in tutt'altro quando il ragazzo, in preda alla paura e alle visioni, affondò e torse quella maledetta lama, costringendola quasi a piegarsi in due e cadergli addosso. Fortunatamente agì prontamente, portando piuttosto la mano a stringergli la spalla con forza, in un gesto rassicurante ma anche severo, necessario per proseguire quello strano allenamento, e che le avrebbe anche concesso di sorreggersi a lui senza darlo a vedere. Cercò gli occhi di Sho sperando che si alzassero a guardarla, e per agevolare la cosa e al tempo stesso mascherare le sue difficoltà, si piegò abbastanza da arrivare con il viso alla sua altezza e guardarlo con quell'unico occhio che cercava i suoi. La posizione dava un'ampia vista della sua generosa scollatura e dei capezzoli eretti sotto la fasciatura, ma in quel momento non era ciò che le interessava. E neppure quel desiderio cocente che sentiva crescere dentro doveva importarle, neppure la sensazione che qualcuno -o meglio,qualcosa- li stesse osservando... Era suo dovere resistere, la cosa era categorica... anche se doveva ricordarlo più volte a se stessa per convincersene.
    Non puoi costringermi sempre ad abbracciarti, ragazzino... Devi reagire.
    La stretta alla sua spalla venne meno, sostituita da una schicchera sulla fronte, potentissima. Baiken ritirò il Genjutsu messo in campo, ma non Muramasa stessa, la cui illusione anzi sembrò gonfiarsi e farsi più minacciosa. La corrente intorno a loro si fece impetuosa, funesta, mentre le sembianze dello spirito stesso sembravano distorcersi e cambiare: il copricapo che portava si deformò fino a diramarsi in tentacoli neri come l'inchiostro, e stessa cosa avvenne per le maniche e la gonna sdrucita i cui lembi presero ben presto la forma di innumerevoli e infiniti tentacoli che presero a circondare entrambi, ondeggiando nelle acque intorno a loro come se tonnellate di catrame si fossero riversate nel mare. L'unica cosa visibile in mezzo a quella massa oscura e informe era, di tanto in tanto, il sorriso serafico di Muramasa, la sua bianca e pallida pelle che rifletteva i raggi di una luna inesistente se non nel loro personale incubo. I tentacoli si diressero verso Sho e sembrarono volerlo toccare, infilandosi tra le sue corde per poterle tirare e spremere fino all'ultimo spasmo. Al contempo, Baiken cercava di rendere più reale quella visione tirando nella realtà la legatura di Sho, in modo delicato ma deciso, in più punti... mettendolo totalmente alla prova.
    Prima lezione sulle illusioni, per quanto banale possa essere: non sono reali. Prima te ne convinci, prima ne diventi sicuro... prima potrai uscirne. Ma se... tutto questo fosse vero? Se anche le acque ti stessero soffocando e la corrente incombesse su di te decisa a trascinarsi al largo? Se anche Muramasa volesse avvolgerti nel suo abbraccio e divorarti completamente... la paura ti servirebbe, forse? No, non farebbe che intralciarti...
    Un secondo strattone, un nuovo punto. Ad ogni parola cambiava corda così da stimolare sempre zone diverse, provocando reazioni e stimolazioni diverse.
    Liberatene, Sho... Nemmeno la tua paura è reale se te ne convinci.
    Sapeva di star tirando troppo la corda, e non solamente in senso lato. Ma nemmeno lei poteva cedere alla paura e tirarsi indietro: aveva bisogno di mettere alla prova Shouta, ed era disposta ad affrontare il pericolo che ciò comportava pur di adempire a questo dovere. Per quanto riguardava lei, invece... il suo dolore, la sua paura... tutto ciò poteva aspettare. Doveva.

     
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    Purtroppo, il povero rosso non ebbe modo di difendersi dalla maliziosa accusa della sua maestra, con il senno di poi avrebbe potuto dare la colpa ad Ebrietas, cosa in parte vera, ma in quel momento era troppo perso nel suo incubi ad occhi aperti per poterle dare una risposta convincente, ma soprattutto per il momento non sarebbe stato capace di convincerla che al posto di Ebrietas non avrebbe fatto altrettanto. Rimase immobile con la bocca socchiusa priva di fiato e gli occhi sgranati anche quando Baiken gli crollò addosso, non riusciva a muoversi: era totalmente paralizzato dalla paura e dalla visione della maestra che arrancava verso di lui, ammutolita dai tentacoli che la avvolgevano e che sembravano volerla soffocare. E anche lui non riusciva a parlare, con i polmoni pieni d'acqua, una sensazione orribile che stava oramai privandolo di tutto il controllo che aveva in corpo. Fortunatamente però, la maestra ebbe la saggia idea di spezzare l'illusione e dare alla mente del suo allievo un minimo di tregua, ma l'abisso in cui si era insinuato Ebrietas era oramai perfettamente formato nella mente di entrambi, un pò come se la gabbia di una bestia fosse stata lasciata aperta per troppo tempo e anche se ora era chiusa, una parte di quell'essere era riuscita a passare. Per questo Sho ancora non rinsaviva. La cosa che davvero riuscì a riaccendere la sua mente da quel trance profondo, dagli occhi e la cicatrice accesi di un'inquietante energia, fu la violenta schicchera lanciata dalla sua maestra direttamente sulla fronte, un gesto che gli fece sbattere gli occhi dolente mentre la presa sulla spada si faceva meno convinta. L'immagine di sua madre trasformata in un mostro scomparve del tutto e l'influenza di Ebrietas si fece più debole. Le ginocchia del ragazzo stavano tremando ma istintivamente portò la mano destra dal fodero della spada alla spalla della sua maestra per sostenersi, un modo sia per dare tregua a lei, che cercare un sostegno per sé stesso. Sembravano davvero uniti per resistere ad una tempesta ma proprio perché il legame si stava affievolendo, la spada decise di agire per sé stessa, andando ad influenzare non solo Baiken ma anche la carne del ragazzo, visto che era a diretto contatto con lui. La cosa amplificò di molto le sensazioni di Sho ma non lo realizzò fino a che Baiken non iniziò a tirare le corde sul suo corpo. I tentacoli che fino a quel momento lo avevano avvolto in maniera materna creando un abbraccio piacevole si trasformarono invece in un'intensa fitta di perverso dolore, una fitta tale da essere perfino piacevole: Sho non sarebbe riuscito a resistergli. Spalancò la bocca sentendo la sua verga pulsare intensamente per via dello stimolo, un lungo gemito dolente ma con un retrogusto di piacere intenso si sollevò e attraversò la mente di Baiken, facendole percepire quanto stava godendo il suo allievo. Ulteriori stimoli gli impedirono di restare in piedi, crollando inevitabilmente addosso a lei in un abbraccio esausto che se l'avesse colta impreparata l'avrebbe perfino buttata a terra. Sho non si stava limitando a sostenersi su di lei, la stava abbracciando con forza per sentire sulla propria pelle il corpo caldissimo di Baiken e la sua piacevole morbidezza. Inevitabilmente la verga del ragazzo, anche se coperta dai pantaloni, iniziò a sfregarsi contro il ventre della sua maestra visto il contatto diretto e lì successe quello che probabilmente Baiken non si aspettava: Ebrietas li aveva connessi. Sho era la spada, lei era il fodero, pertanto bastò quel minimo contatto per farle sentire una sensazione non dissimile dalla penetrazione ma priva della piacevole presenza della verga del ragazzo, uno stimolo lasciato volutamente a metà, piacevole ma maledettamente insoddisfacente. Lo stesso successe a Sho che si ritrovò a cercare uno stimolo intenso, come se volesse penetrarla, ma a parte una piccola gioia iniziale non poteva di certo definirsi soddisfatto. Anche quella in fondo era una mezza illusione, pertanto non potevano far altro che desiderarsi a vicenda. L'unica cosa positiva? Adesso l'acqua era l'ultimo dei problemi.
    M-maestra... se mi stimolate così io... non riesco a tenere il controllo...
    Anche se separati da diversi strati di vestiti, Baiken poteva sentire chiaramente la mazza del ragazzo eccitata oltre ogni immaginazione, caldissima e furente di piacere, che si sfregava e pulsava su di lei impaziente, era davvero irrefrenabile a quel punto e anche quando lei non tirava le corde, Sho si muoveva in maniera autonoma su di lei. Ogni sfregamento provocava quell'intensa fitta per entrambi, qualcosa che riusciva a riempire di dolore ed impazienza Sho, ma che non aveva modo di smettere perché era semplicemente troppo piacevole. La presenza di Ebrietas a quel punto era forte, fortissima, Baiken poteva percepirla perfettamente, gli avevano permesso di entrare e ora stava avendo il sopravvento su Sho. La vera domanda a quel punto era: il ragazzo era un mero strumento nelle mani di quella creatura, oppure stava fungendo da semplice incoraggiamento per spingerlo a prendersi quello che voleva? Per quanto sconvolto, Sho non sembrava affatto disprezzare quelle sensazioni, Baiken poteva sentire i suoi spasmi ma soprattutto i suoi gemiti giovani ed impazienti che si accendevano ogni volta che il suo fisico forte e caldo veniva contorto da quelle legature. Per chi pratica una simile disciplina le reazioni del partner legato erano forse la vera essenza dello shibari, dunque Baiken poteva davvero disprezzare quel risultato? Da canto suo, Sho, cercava come poteva di trattenersi, tenendo salda la mano sulla spalla di Baiken e l'altra sulla spada in modo da non cedere ad ulteriori tentazioni nella speranza di appigliarsi a qualcosa.
     
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    Baiken si accorse troppo tardi rispetto a quanto avrebbe dovuto, di aver sopravvalutato l'autocontrollo di Sho. Doveva pur sempre ricordarsi che si parlava di un ragazzino inesperto, con il fisico di un guerriero fatto e finito forse, e un potere molto potente... ma pur sempre un ragazzino. In breve l'espressione spaventata che aveva distorto il bel visino del giovane durante tutte le illusioni di Muramasa, si trasformò in qualcosa di molto diverso dalla paura, qualcosa che spinse i lineamenti di Baiken a distendersi come se si trovasse di fronte a uno spettacolo meraviglioso e inaspettato, salvo poi dover imitare quella stessa espressione e sussultare appena perché anche lei stava provando qualcosa di molto simile. Vedere il risultato del proprio tocco sulle corde riflettersi sulle espressioni di Shouta era un'esperienza davvero eccitante, che le faceva dimenticare completamente tutto il resto. Ma il desiderio che Ebrietas stava instillando in lei era qualcosa che rischiava di diventare insopportabile fin troppo velocemente, e che la distrasse abbastanza da permettere a Sho di farla cadere a terra di schiena. Quando il ragazzo iniziò a strusciarsi su di lei fu costretta a mordersi a sangue il labbro per non gemere, impazzendo quasi dal bisogno di essere toccata. Il suo sesso a quel punto doveva essere completamente schiuso e pronto, gocciolante e in preda alle pulsazioni. Aveva voglia di spalancare le gambe e fregarsene totalmente della loro differenza d'età o del proprio ruolo di maestra, di tutte le paure e i ricordi... ma semplicemente non riusciva a lasciarsi andare. Sentiva che sarebbe stata la cosa più sbagliata da fare, e non ricordava neppure del tutto perché. Il viso di Shouta infilato tra i suoi seni, il suo sesso che si premeva ritmicamente sul suo ventre... erano tutti stimoli che amplificavano la tortura data dalla spada, senza mai darle ciò di cui aveva davvero bisogno... e non ci volle molto perché Baiken arrivasse al limite massimo di sopportazione. All'ennesimo movimento, ribaltò la situazione facendo forza sulle spalle di Sho per poterlo spingere a terra e costringerlo di schiena, salendogli al contempo sopra con una gamba così da ritrovarsi a cavalcioni su di lui quando avessero cambiato posizione. Se Sho non avesse opposto abbastanza resistenza sarebbe stato un movimento molto veloce, che avrebbe stravolto le loro posizioni. Una volta sopra di lui, Baiken lo avrebbe guardato dall'alto, china sul suo viso a neppure mezzo metro di distanza, con ciuffi di capelli rossi che gli sarebbero ricaduti addosso, gocciolando stranamente, e la scollatura messa a durissima prova dal peso del suo seno prosperoso. I capezzoli introflessi in quel momento erano un ricordo lontano, completamente fuori dalla loro sede che premevano contro il kimono e le fasciature supplicando per essere toccati, guardati, stretti. Per diversi istanti l'espressione di Baiken fu incerta, la stretta sulle spalle di Shouta era salda, pure troppo, come se dovesse sfogare disperatamente ciò che sentiva ma avesse paura di farlo. La posizione dei loro bacini in quel frangente peggiorò, fattore a cui non aveva pensato ma di cui si accorse troppo tardi: l'asta del giovane era completamente premuta sul suo stesso ventre muscoloso dall'intimità fradicia della donna, così bagnata da riuscire a inumidire anche i suoi vestiti, tanto che forse Sho avrebbe percepito i suoi umori e la forma delle sue labbra anche attraverso i vari strati di tessuto. Sarebbe stato facile, pensò Baiken, decisamente facile strapparsi di dosso la fasciatura e abbassare i pantaloni del giovane per permettergli di penetrarla e riempire finalmente il vuoto creato da tutta quella bramosia repressa. Ma si sentiva pronta ad affrontare le conseguenze? Era davvero un suo desiderio o era Ebrietas che si stava prendendo gioco di entrambi? Quale autocontrollo avrebbe dimostrato in quanto Maestra se ella stessa cedeva così facilmente? Vide distintamente la scena di loro due che ci davano dentro pesantemente, come animali su quel prato infradiciato dalle acque di Muramasa, quasi avesse piovuto e loro fossero pronti a sguazzare su quell'odoroso mix di erba e fango. Per assurdo, fu proprio quell'immagine a destarla. Ansimava, ma il suo sguardo era completamente serio, forse persino un po' rabbioso.
    Dobbiamo... fermarci. L'allenamento... è finito; per oggi. Vai a casa mia, se vuoi. Datti una ripulita. E, per carità divina... tieni a bada la tua spada.
    Intendeva di ritirare il legame o qualunque cosa dovesse fare per smettere di tormentarla in quel modo, comunque fosse, si rialzò cercando di controllare la respirazione, poiché aveva ansimato qua e là durante tutto il "discorso". Sospirò, rifoderando la sua spada e dunque eliminando completamente l'illusione di Muramasa. Solo a quel punto si accorse che la sensazione di bagnato non era stato solo frutto del suo spirito, bensì del clima intorno a loro: durante il loro "scontro" aveva iniziato a piovere molto forte e ora, anche se aveva smesso, entrambi erano fradici come pulcini. Nel suo caso la cosa era resa ancora più evidente dal kimono e dalle fasce che, essendo bianche, lasciavano intravedere ben più di quanto avrebbero dovuto. Comunque fosse, lei si congedò con un inchino formale e leggermente goffo, a causa del cocente desiderio che aveva dovuto trascurare un'ennesima volta. Con una camminata incerta rispetto alla sua solita sfilata sicura e quasi marziale, sarebbe sparita tra gli scaffali dell'enorme biblioteca, cercando di portarsi il più lontano possibile da lui e dalla Chikage. Appena fosse stata nascosta dallo sguardo di Sho si sarebbe aggrappata a uno dei ripiani delle librerie, respirando affannosamente e rumorosamente come avrebbe voluto fare sin dal principio. Avrebbe aspettato che il giovane si congedasse a propria volta per afferrare con le dita della mano buona uno dei suoi capezzoli, iniziando a stringerlo con fin troppa forza e lasciandosi sfuggire un gemito profondo poiché era precisamente ciò di cui aveva bisogno. La mano poi sarebbe scivolata tra le sue cosce ignorando il fatto che fosse ancora vestita, premendo come poteva sul clitoride e tra le labbra. Forse avrebbe dovuto toccarsi per scaricare almeno un minimo della tensione sessuale accumulata... Non ne poteva proprio più.

     
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    Sia il ragazzo che Ebrietas sentirono chiaramente il desiderio di Baiken crescere, entrambi se ne abbeveravano come se fossero stati dei disperati immersi nel calore del deserto e condannati a vagare fino alla prossima oasi che sembrava tanto lontana, e finalmente potevano spalancare le sue gambe per poter attingere direttamente alla fonte di quel desiderio, leccandola, assaporandola e se serve violandola se fosse stato necessario pur di farla grondare ancora. A quel punto il loro desiderio era sincronizzato e impossibile da spezzare, volevano una cosa sola e la volevano da Baiken. Solo lei poteva decidere di fermarli e forse non sarebbe stato così semplice. Perfino il primo movimento per ribaltare la situazione venne del tutto forviato dai due che lo interpretarono come un modo di voler guidare la prossima fase di quel piacevole scambio "di idee", tant'è che Sho finì a terra anche molto volentieri, con un sorrisetto eccitato e soddisfatto a decorare l'espressione trasudante di energia oscura. Era perso in lei, Sho non esitò un solo istante a sollevare le mani per poterle toccare il ventre, i fianchi, il petto e risalendo anche il seno, turgido ed eccitato oltre ogni immaginazione, lo voleva anche lei a giudicare dal modo in cui ansimava e sudava impaziente, per questo Sho non smise un solo istante di spingere la cappella della sua mazza contro l'intimità della maestra, facendole sentire tutta la struttura turgida e piena di vene gonfie pronta a scoparle quel femminile anfratto fino a farla impazzire. Il respiro si fece inevitabilmente corto, impossibile dire quanto sarebbe riuscito ad aspettare ancora. La sentì ansimare mentre parlava, e lui già sapeva cosa stava per dirgli, per questo inclinò la testa in avanti pronto a baciarla, ma non andò esattamente così. Lo invitò a riprendersi, rompere qualsiasi legame e tornarsene a casa, l'allenamento era finito e così anche il loro discorso. Lo sguardo di Sho divenne man mano sempre meno entusiasta, vedendo Baiken che si allontanava totalmente fradicia da lui, in molti sensi. Il ragazzo balzò in piedi come se si fosse risvegliato di colpo da un brutto sogno e i suoi muscoli reagivano anche meglio di prima. Appena l'illusione di Muramasa si era spezzata, quella confusione risultava sparita del tutto e adesso Sho poteva pensare lucidamente. O quasi. Impossibile farlo nel pieno delle sue facoltà mentali mentre aveva davanti lo spettacolo di Baiken totalmente bagnata, esposta, eccitata da morire ed ansimante. Rischiava di impazzire a quel punto eppure il suo corpo era immobile, non riusciva a farsi avanti né a parlarle. Perché proprio ora? Erano ad un passo dal farlo, dallo sfogarsi entrambi, lo volevano tutti e due dopotutto perché fermarsi proprio ora! Poi improvvisamente se ne rese conto: chi cercava di farsi avanti non era lui ma Ebrietas, lui invece era mortificato e dispiaciuto per quello che era successo, per questo risultavano bloccati in un limbo senza uscita. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Sho si ritrovò a stringere la spada nel pugno sinistro con rabbia e quando tornò in sé, le sensazioni si mescolarono. Era dispiaciuto certo... ma perché la sua maestra si era fatta indietro. Gli occhi si accesero di nuovo pur rimanendo con lo sguardo chino e dispiaciuto. Non disse nulla, semplicemente si voltò e assecondò la richiesta della sua maestra, andandosene mentre spezzava il legame tra lei e la spada. Era libera ora... ma non si era presa la responsabilità di quello che era successo al suo allievo. Lo aveva lasciato da solo con molti problemi, non uno solo, e forse l'eccitazione era perfino il minore. Camminò sempre più forte, respirando affannosamente a denti stretti. I muscoli erano tesi, le corde sembravano non riuscire più a trattenerlo e il suo cazzo non aveva mai pulsato in quel modo prima d'ora.
    MALEDIZIONE!
    Gridò calciando rumorosamente il primo mobilio più resistente che si ritrovò davanti, gridando e facendo un rumore tale da poter essere udito in qualunque angolo della casa. Si ritrovò a tirare un pugno contro la parete più vicina ma prima di rischiare di abbatterla controllò la forza, riducendola di colpo fino a limitarsi a posare le nocche contro la superficie, scivolando gradualmente su di essa fino a che il braccio non fu sul bianco del muro, immobile come un sostegno, col pugno chiuso a fare da cuscino per la fronte del ragazzo. Si piegò sul muro cercando di riprendersi, respirando sempre più affannosamente, ritrovandosi però a non potersi controllare. Era basito, insoddisfatto, si sentiva in parte perfino tradito e soprattutto aveva bisogno di sfogarsi. Ignorando completamente la possibilità che ci fosse qualcuno in casa o che potesse tornare qualcuno proprio in quel momento, Sho si slacciò frettolosamente i pantaloni con la mano libera, strappando con forza le legature che aveva addosso per poter impugnare la sua verga mentre rimaneva col braccio e la testa contro il muro, iniziando a masturbarsi come un'animale impazzito. Non riusciva a sfogarsi, non era abbastanza, non avrebbe ricevuto la minima soddisfazione in quel modo eppure sentiva di non riuscire a farne a meno. Doveva farlo, provarci almeno, il rumore del suo cuore che batteva era perfino più forte del suo respiro, per questo aveva bisogno di provarci, altrimenti sarebbe impazzito del tutto...
     
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    Ironico... Voi umani studiate la preda molto più a lungo di quanto immaginassi. È una prerogativa di ogni individuo o sei tu a essere speciale, bambina? Non pensi che quell'umano si spaventerebbe, a trovarti qui?
    Jadis strinse con fin troppa irruenza le dita intorno al suo cannocchiale ipertecnologico, tanto che le nocche si sbiancarono sensibilmente. Era la quinta volta che prendeva quell'aggeggio e si appostava alla finestra per vedere se Sho stesse tornando da lei. Si era figurata di vederlo correre verso la casa dopo neppure mezz'ora di allenamento, visto che le sue corde avrebbero dovuto dargli non pochi problemi, ma invece era passata almeno un'ora e ancora non si vedeva. Lo aveva osservato come poteva mentre si allontanava dalla casa, e aveva ridacchiato da sola nel vedere la sua andatura claudicante. Era stato divertente ed eccitante al contempo sapere che sarebbe andato da Baiken con le sue corde intorno al corpo, tutto abbottonato con quella camicia stretta e il viso arrossato. Si era sentita molto soddisfatta dal proprio operato, ma già meno di dieci minuti dopo essere rientrata e aver appoggiato il cannocchiale si era resa conto... che si annoiava. Da morire. Ecco uno dei motivi per i quali era tornata alla finestra più volte durante quell'ora aspettando di intravedere colui che già, suo malgrado, considerava come uno schiavetto. Il suo schiavo. Ovviamente non c'era modo che dimostrasse anche a lui questo "attaccamento" che aveva sviluppato in un solo incontro, l'avrebbe presa per una ragazzina e si sarebbe beffato di lei facendola infuriare. Tuttavia, aveva deciso che poteva trattarlo come una sua proprietà anche senza perdere credibilità ai suoi occhi, doveva semplicemente lavorarci un po'. Per questo lo aspettava. Non aveva dubbio alcuno che sarebbe tornato per sfogare anche solo in parte il desiderio provocato dalle sue corde, solo che non sapeva quando e in che condizioni lo avesse fatto. Conosceva Baiken e sapeva che non c'era pericolo (almeno ai suoi occhi) che fosse lei a godersi il risultato delle sue corde, era troppo professionale, troppo... "vecchia" (sempre ai suoi occhi)... solo che a un'ora dalla legatura cominciava a pensare di essersi sbagliata, anche se la sola idea la faceva infuriare e disgustare al contempo. Quando vide una testa rossa avanzare in lontananza spalancò gli occhi, che le si accesero d'eccitazione. E fu proprio quello il momento in cui Syornha decise di commentare la sua postazione da stalker. Beh, non aveva tutti i torti se ci pensava... ma ovviamente LEI non lo avrebbe mai e poi mai ammesso.
    Perché non ti congedi e vai a fare ciò che piace fare a voi insetti, Syorn? A breve sarò occupata.
    La creatura sollevò i molteplici occhi al cielo, concedendosi il solito sorriso serafico ma letale. Si esibì in un falso inchino con il capo, una riverenza che traspariva falsità da ogni poro, dopodiché saltò e con un balzo già strisciava sul soffitto, avviandosi verso la finestra più vicina. Jadis sospirò, mettendosi su una poltrona che dava le spalle alla porta da cui Sho sarebbe entrato, prendendo un libro, il primo che le capitasse, e sedendovi sopra con le gambe incrociate e il fare disinteressato di una vera donna d'affari. Forse Sho aveva ragione: era davvero malefica. Quando entrò, proprio come aveva immaginato, tirò dritto fino a posarsi sulla parate davanti alla sua, senza accorgersi subito di lei, con suo sommo sbigottimento. Sollevò un sopracciglio mentre lo osservava, pronta a esternare il proprio disappunto con qualche frase tagliante, ma rendendosi conto di ciò che il giovane si apprestava a fare dovette mettere il libro da parte e schiudere le labbra, basita. Attese qualche secondo prima di alzarsi, ma quando lo fece non si preoccupò di mascherare ulteriormente la propria presenza, parlando con il suo tono di voce giovane ma autoritario, sempre arrogante come se il mondo le dovesse ogni cosa.
    Wow... le mie corde servivano a farti eccitare come il pervertito che sei... Ma non pensavo ti riducessero così. Vuoi una mano, cane?
    Camminò lentamente, e terminò la frase quando fu al suo fianco che lo guardava con un'espressione di superiorità scioccante, quasi lo stesse compatendo. Lo squadrò in toto, soffermandosi sul suo membro eccitato, e a quel punto i suoi occhi si strinsero nel notare le corde strappate. Nel suo discorso fece una piccola pausa in cui sembrò quasi, per un breve e incredibile istante, che gli stesse offrendo davvero una parvenza di solidarietà e una mano d'aiuto. Poi però arrivò il: "Vieni." E il tono lasciò intendere chiaramente che si trattava di un ordine e che quindi il suo "aiuto" non era rifiutabile. Che avesse organizzato tutto e sperato proprio in un risultato simile? Forse Sho se lo sarebbe chiesto, se avesse avuto il tempo, ma Jadis si voltò velocemente con il mento alto e un verso da vera smorfiosa, facendo ondeggiare i lunghi capelli con una mano in modo da farglieli arrivare molto vicino alla faccia, così da fargli sentire il suo profumo e possibilmente frustargli il viso. Si diresse nella sua camera (che era praticamente la porta a fianco alla parete scelta da Sho per toccarsi) e una volta dentro si voltò verso di lui, facendogli cenno di entrare e chiudere la porta. Lo squadrò di nuovo, e il suo sguardo finì per bloccarsi ancora una volta in un punto ben preciso. Mentre parlava, si leccò le labbra inconsciamente, ma poi si sforzò di guardare il rosso negli occhi, con uno sguardo decisamente stizzito. Incrociò le braccia intorno al petto, mettendo in risalto i piccoli seni e scoprendo la pancia, nuda a causa della tutina minimale che indossava (la stessa con cui l'aveva accolto quella mattina).
    È Baiken che ti ha eccitato così tanto, cane? Ti piace scodinzolare dietro le tettone della mia tutrice?
    In realtà Baiken non era legalmente la sua tutrice, già dalla sparizione dei suoi Jadis si era data da fare per rendere Syornha la sua custode legale, così da avere essenzialmente il pieno controllo sulla propria vita, dal momento che il famiglio non aveva giurisdizione su di lei o le sue decisioni, non perché le fosse sottomessa in realtà, tutt'altro, ma per semplice e più che gradito disinteresse. Comunque, non c'era bisogno che Sho sapesse niente di tutto ciò, e tanto per pungolarlo mentì.
    Non avevi alcun diritto di strappare quelle corde, Kuma. Né di sfogarti da solo. È un compito del padrone tenere il proprio cane al guinzaglio... Vieni qui.
    Sollevò l'indice e lo piegò su se stesso in modo da richiamarlo a sé, proprio come se fosse un cagnolino obbediente e fosse certa che dovesse obbedirle. Purtroppo per lei, Jadis era così presa dai propri desideri e dalle proprie emozioni che non aveva minimamente notato quanto fosse truce e pericoloso lo sguardo di Sho in quel momento. Con il senno di poi sicuramente avrebbe evitato di essere così... "se stessa", ma purtroppo l'empatia spesso e volentieri non era il suo forte.



    Edited by .Bakemono - 8/8/2018, 09:02
     
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    A causa del turbine di emozioni che stava provando, Sho non si accorse nemmeno per un istante della presenza di Jadis, né quando entrò, né quando iniziò a respirare affannosamente, né quando prese a masturbarsi alla ricerca di sollievo. Appena sentì la sua voce, alzò lo sguardo e la testa di colpo, sgranando gli occhi, risucchiando aria così velocemente da emettere un suono strizzato e dolente, incapace di elaborare un solo pensiero coerente, era semplicemente terrorizzato dall'idea che potesse beccarlo proprio in quel modo, eppure la mano non smise un solo istante di masturbarlo. Rallentò, certo, ma non si fermò del tutto. Non ne era in grado. Era immobile, non parlava né respirava, non la guardava o muoveva gli occhi, sembrava congelato sul posto e in parte era vero... ma invece di risultare gelato era invece bollente, da morire, caldo come mai si era sentito prima. Neanche la febbre, le prime pulsioni della gioventù, le notti più arrapate e disperate alla ricerca del porno perfetto, mai si era sentito così caldo, dava l'idea di poter evaporare da un momento all'altro, se non lui almeno tutto il sangue che aveva in corpo, per questo il suo cazzo sembrava così grosso, enorme, e le vene che lo circondavano pulsavano così tanto. Non gli importava cosa avrebbe detto Jadis a quel punto, era troppo eccitato per disperarsi, commentare o rispondere a tono. Non le disse nulla, non rispose, si limitò semplicemente a seguire il suo consiglio. O meglio: il suo comando. Bastò sentire il profumo che veniva dai suoi capelli, la testa di Sho si voltò come un girasole verso l'astro che cavalca la terra, lasciandosi trascinare in quel torrente di ricordi e sensazioni legati al loro primo incontro e la voglia di ripetere fino a sentirsi male. Non più per odio verso di lei, per ripicca o vendetta, ma perché il sangue nel suo corpo era oramai raddoppiato in volume e quello di cui aveva bisogno era scoparsi qualcuno. Se quel qualcuno poi era una ragazzina dal culo perfetto, le gambe seducenti e le labbra vogliose, non poteva di sicuro lamentarsi. Jadis per quanto sbagliata, maligna e opportunista, era la sua perversione più profonda e assoluta. A quel punto niente poteva trattenerlo, men che meno se lo voleva anche lei. Ma forse non ardentemente quanto il rosso in un momento del genere...
    Chiuse la porta dandole le spalle, voltandosi verso Jadis cercando di restare fermo, ma non ci riusciva. Le dita pendevano verso il basso tremolando intenzionate a stringersi in solidi pugni, incapaci però di provare rabbia. Le spalle erano leggermente più alte rispetto alla testa che invece risultava più in basso. A giudicare dal modo in cui respirava a pieni polmoni Sho sembrava quasi una belva, la temperatura del suo corpo era divenuta tale da rendere il fiato densissimo e visibile mentre la sua mazza vibrava e pulsava eccitata come se fosse la mannaia con cui l'aguzzino avrebbe fatto a pezzi la sua povera vittima. Ironico che in quel caso, volente o nolente, la vittima era lui. Si avvicinò, nonostante tutto riusciva a trattenersi, parlare però... non era così semplice. Ma ci provò comunque.

    Baiken è riuscita a scavare a fondo... forse troppo. Non posso farci niente. Sono un ragazzo... e mi piacciono le donne... e quando mi fanno uscire di testa vorrei scoparle tutte. Quindi stavolta starò al gioco, ma vedi di tenere d'occhio quella cosa inquietante che ci ha spiato l'ultima volta... o mi scoperò anche lei...
    Dire che quello non era il vero Sho sarebbe stato un errore. Il vero Sho semmai avrebbe provato a trattenersi o ignorare la cosa, tuttavia in quel momento i filtri erano completamente andati quindi diceva tutto quello che pensava senza pensarci due volte, sincero come non mai. Voleva scopare, ne sentiva il bisogno, non importava se con una ragazzina pestifera, la sua inquietante tutrice o una maestra tettona. Quando fu davanti a lei, serrò i pugni e chinò istintivamente il capo, chiudendo gli occhi cercando di riprendere almeno in parte il controllo di sé, perché altrimenti rischiava di afferrare Jadis per la gola, spingerla sul letto e fotterla fino a riempire ogni singolo buco di seme bollente e trovare finalmente sollievo. Ma Jadis aveva anche i suoi giochi da portare avanti no? In un certo senso, pur di raggiungere la soddisfazione che cercava, era disposto anche ad assecondare i perversi giochi di Jadis... e renderli suoi.
     
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    Neppure fosse stata chiamata e apparsa da chissà dove, Syornha era seduta sulla finestra in modo davvero particolare: si reggeva grazie alle zampe insettoidi che aveva sulla schiena, che risultavano in quel momento perfettamente aderenti i cardini laterali della finestra, mentre lo stesso accadeva alle zampe inferiori (quelle più umane) che facevano lo stesso con la parete. Parlò prima ancora che Jadis potesse notare la sua presenza e voltarsi a incenerirla con lo sguardo.
    Tenermi a bada, dice? Il giovane umano vuole giocare con me, mi sembra di capire...
    Ormai accortasi di lei, la ragazzina fece esattamente come preannunciato: si voltò e guardò il suo famiglio così male che qualsiasi altro individuo non sarebbe riuscito a mantenere un'espressione serafica a quel punto. Sembrò quasi sibilare quando le disse senza troppi convenevoli di andarsene.
    Fatti da parte, Syornha. Non sei stata invitata.
    In risposta il famiglio rimase però nella propria posizione, con il suo solito sorriso inquietante, e piuttosto che andarsene si mise in mostra, anzitutto afferrandosi i seni pallidi e gonfi con due delle 6 zampe da insetto, così da tirarli su e deformarli sotto il tocco dell'esoscheletro esile, al contempo spalancò le gambe in modo che Sho potesse guardare ciò che nascondevano: con altre due zampe spalancò la propria intimità rivelando una vulva decisamente particolare, spaventosa sicuramente, ma probabilmente in grado di regalare esperienze del tutto nuove poiché le piccole labbra erano composte da segmenti in grado di muoversi ognuno indipendentemente dall'altro, come una sorta di fameliche fauci mostruose, solo che la consistenza di quei "denti" pareva morbida e ricoperta di una lieve peluria quasi invisibile talmente era piccola. L'apertura, già leggermente schiusa, ebbe subito uno spasmo davanti agli occhi dei presenti, come se stesse respirando e volesse disperatamente riempirsi la "bocca". Jadis in risposta sollevò gli occhi al cielo, leggermente rossa in viso non tanto per la vista quanto per l'invidia cocente che stava provando in quel momento. Syornha per quanto spaventosa era una delle creature che lei stessa considerava più affascinanti al mondo, e detestava che Sho potesse anche solo lontanamente pensarla come lei; per questo il suo tono era terribilmente brusco quando si voltò nuovamente verso di lui, stizzita e con un comando ben preciso tra le labbra...
    Ignorala. O verrai punito. Ci fu solo una brevissima pausa accompagnata da uno sguardo intenso anche verso di lui, prima che un nuovo ordine si librasse nell'aria. Vieni qui.
    Tanto per chiarire a chi dovesse prestare attenzione si avvicinò con uno scatto felino quasi volesse assalirlo sul posto, il tanto che bastava per afferrargli il membro senza troppe premure o alcun preavviso, utilizzandolo come un vero e proprio appiglio per costringerlo a seguirla mentre si voltava e si dirigeva verso il letto a passo spedito, ignorando la vista del suo famiglio e sperando vivamente che lo facesse anche Shouta... Sul serio, lo sperava per lui. In poche falcate furono di fronte all'ampio materasso e lei con uno strattone e ben poca pazienza "invitò" (o per meglio dire spinse) Sho a stendersi sul letto, facendo un breve giro così da trovarsi di fronte a lui e potergli premere una manina delicata sul petto, in mezzo ai pettorali per l'esattezza, spingendolo con tutte le forze che aveva nella speranza che non si ribellasse.
    Stenditi, e tieni giù le mani finché non te lo dico io.
    Se Sho l'avesse assecondata, si sarebbe trovato disteso a metà del letto, dal lato opposto rispetto a quello dove di solito dormiva Jadis, con Syornha alle sue spalle che avrebbe potuto vedere facilmente semplicemente inarcando il collo e sollevando lo sguardo, dal momento che era posizionata proprio sull'orlo della finestra al fianco del letto e distava a malapena un metro e mezzo da loro, e Jadis che saliva a propria volta su di lui a gattoni fissandolo tutto il tempo come se lo sfidasse a guardare altrove, lasciando intendere che in quel caso le ripercussioni sarebbero state terribili. Ma proprio quando la sua faccia fu a neppure 15 centimetri dalla sua, ecco che con l'eleganza e la leggerezza tipici di chi ha praticato sport artistici la giovane si portò dapprima di lato (sempre a quattro zampe), mostrando dunque il suo profilo perfetto, poi del tutto mettendosi a cavalcioni su Sho ma con la testa rivolta verso il suo sesso eretto. La vista per il rosso a quel punto sarebbe stata semplicemente sublime, un piccolo ricordo di ciò che già aveva potuto ammirare e provare in passato: la sua bellissima e piccola vulva le cui grandi labbra a chicco di caffè si intravedevano perfettamente attraverso il cerotto che portava, stavolta con i contorni rossi che riprendevano i colori della tutina, e poco sopra il suo splendido didietro che la giovane non esitò a spalancare con una mano, mentre con l'altra si sorreggeva sul letto. Il motivo di quel gesto era probabilmente quello che sembrava essere un anello unito a una serie di perline anali, infilate completamente nel fondoschiena di Jadis e pronte a essere sfilate una ad una.
    G-giocaci, ma non le sfilare finché non lo dico io, ok?
    Jadis gocciolava visibilmente, inutile nasconderlo a quel punto. Il suo piccolo clitoride era gonfio e bisognoso di attenzioni, e la sua intimità appariva fradicia nonostante il cerotto, inumidito completamente dai suoi umori. Il fatto che si fosse lasciata sfuggire una domanda piuttosto che un ordine chiariva quanto poco anche lei avesse autocontrollo in quel momento, avendo atteso così tanto per soddisfare la voglia che aveva da quella mattina. Probabilmente non poteva nascondere di essersi divertita da sola, o perlomeno di essersi infilata quelle perline nel sedere in attesa di poterle sfilare... l'unica cosa su cui contava era che l'eccitazione di Sho gli impedisse di realizzare che aveva atteso proprio lui per occuparsene. Pensò ella stessa ad aiutarsi per far sì che ciò avvenisse, afferrando la sua erezione per iniziare a masturbarlo con lo stesso entusiasmo e la stessa foga utilizzate da egli stesso in precedenza, tentando di distrarlo con qualche colpetto di lingua sulla punta mentre ciò avveniva.

     
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    Com'era prevedibile, quella mostruosità li stava spiando e bastò un solo sibilo per attirare l'attenzione del ragazzo, tanto era teso in quel momento. Jadis sembrava volerla tenere fuori dai giochi ma appena Sho iniziò a fissarla quella creatura iniziò a tentarlo, mostrando il suo corpo strano e perverso che sembrava celare dei piaceri nuovi, tutti da scoprire. Sho non aveva mai fatto sesso con creature diverse da quelle umane, era curioso ma Syornha lo aveva in qualche modo traumatizzato, di norma non si sarebbe concesso a lei. Eppure in quel momento, col cazzo pulsante ed impaziente, l'avrebbe scopata più che volentieri anche solo per toglierle quel sorriso maligno dalla faccia. Se aveva un buco del genere allora anche lei poteva impazzire dal piacere e l'idea di vederla ridotta come Jadis al termine del loro ultimo incontro lo faceva impazzire. Tuttavia, Jadis sapeva di certo come far tornare l'attenzione su di lei e quando lo rimproverò, il rosso le prestò tutta la sua attenzione con degli occhi impazienti che sembravano lasciar intendere che non era più disposto ad aspettare oltre. La ragazzina parve coglierei l messaggio e come se quella mazza enorme fosse un guinzaglio, lo afferrò tirandolo verso il letto, concedendogli solo un ultimo istante per guardare Syornha prima di finire sul letto, steso ed eccitato anche più di prima, fissando Jadis mentre risaliva il suo corpo e gli posava una mano sul petto. Eseguì l'ordine mentre gli occhi erano fissi su quelli della ragazza, allargando i palmi delle mani sul materasso e spingendo contro di esso forte, così da farle capire che avrebbe eseguito l'ordine. Lo stesso non si poteva dire del suo cazzo: enorme, marmoreo, pulsava la punta e allo stesso ritmo pulsavano anche le vene che lo circondavano, avrebbe potuto usarlo per appendere qualche chiodo al muro, e probabilmente anche la ragazzina su una parete... ma questo era tutto un altro discorso. Da quella posizione poteva intravedere Syornha tentare ancora di attirare la sua attenzione, ma a quel punto l'inquietante donna insetto avrebbe dovuto fare molto di più, perché Jadis aveva la massima attenzione del rosso mentre gattonava su di lui concedendogli uno spettacolo mozzafiato. Qualche giorno prima si sarebbe sentito un folle a provare una simile attrazione per una ragazzina così giovane e immatura, l'odio lo avrebbe perfino colto pensando che si trattava di una maledetta approfittatrice che lo stava praticamente ricattando. Ma in quel momento, oramai totalmente voglioso di scopare e di ricevere piacere, Sho non riusciva a pensare ad altro che non fosse la sua bellezza e la voglia che aveva di sentirla gridare a squarciagola mentre i suoi anfratti venivano riempiti dal suo seme caldissimo. Il fiato di Sho si spezzò per qualche secondo mentre la ammirava, per poi ripartire più caldo e affamato di prima appena il corpicino di Jadis fu totalmente davanti a lui. Scoprendo che dal suo buchino pendeva quell'anello legato ad un gioco erotico difficile da confondere, Sho pregustava già quello che lo aspettava subito dopo e si fece immediatamente impaziente: la sua verga pulsava e vibrava così forte che perfino tenerla in mano in maniera stabile sarebbe stato difficile per Jadis, di sicuro a quel punto anche lei si sarebbe accorta che la situazione rispetto al loro primo incontro era totalmente diversa.
    Senza sfilarlo? E come dovrei giocarci? Anzi... faccio da me...
    Aveva voglia di sfidarla evidentemente e se Syornha non se ne fosse andata indispettita anche lei sarebbe stata l'espediente perfetto per attirare su di sé l'ira di Jadis, ma per il momento non voleva sentire niente: anche lui aveva bisogno di carne e quella era finalmente la sua occasione per riceverne. La mano sinistra afferrò l'anello che pendeva dal suo culetto, lo prese saldamente iniziando a tirarlo verso di sé con molta pazienza, lasciando che la prima di quelle palline si avvicinasse all'uscita, lentamente. Nel mentre, la destra del rosso scivolò verso l'intimità della ragazzina, solcandola prima con due dita all'altezza del cerotto, lentamente, poi quando arrivò al clitoride entrò in gioco anche il pollice che eseguì lo stesso identico movimento per poi soffermarsi sulla perlina di carne di Jadis, prendendo a massaggiarla mentre il volto di Sho si avvicinava. Di sicuro Jadis non avrebbe apprezzato il fatto che le labbra del suo cane si stessero spingendo contro la sua vulva, anche se coperta dal cerotto, ma prima che lei potesse lamentarsi il ragazzo spinse con più forza la perla fuori dal suo culetto, bloccandosi appena quel grosso strumento erotico fosse a metà strada, proprio quando il buchino è alla massima dilatazione, per poi spingerlo di nuovo dentro e concedersi una leccata forte all'altezza del cerotto, mentre il pollice continuava a tormentare il clitoride. Sho non chiuse gli occhi nemmeno per un istante, assaporando lo spettacolo di quelle minute carni che godevano e il culetto di Jadis che si allargava il più possibile sotto il suo tocco, uno spettacolo perverso e perfetto che fece pulsare ancora più forte la verga tra le mani della ragazzina, ogni colpetto della sua lingua rischiava di ustionarla per quanto quella mazza fosse forte e bollente. Jadis probabilmente non aveva mai avuto un amante del genere, non così focoso, non così eccitato, non così paziente.
    Non lo senti quanto è duro? Inizio a pensare che rischio di farti del male... forse dovresti davvero lasciare spazio a Syornha... padrona...
    Enfatizzò l'ultima parola senza celare una certa provocazione, poi a meno che Jadis non avrebbe dato altri ordini, Sho avrebbe ripreso a giocare col suo culetto e la sua intimità proprio come aveva fatto poco prima, tirando fuori la perlina fino a metà e rispedendola dentro prima che potesse uscire, e mentre il suo culetto dilatato sentiva distintamente quelle sensazioni, la bocca di Sho avrebbe provocato la sua intimità, sfiorando con decisione il clitoride col pollice. Una, due, tre volte, tutte quelle necessarie per farla strillare e renderla impaziente quanto lui.
     
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    Con i suoi giochetti, Shouta stava mettendo a dura prova la pazienza di Jadis; era decisamente irrispettoso e indomabile, ed ella odiava ammettere con se stessa quanto la cosa in realtà le piacesse. Trovò il modo di disobbedire al suo ordine quanto bastava per non farlo affatto e metterla in difficoltà, un colmo che la fece dapprima sussultare pronta a rimproverarlo e minacciarlo quando tirò le perline abbastanza da allargarla per bene, e infine sospirare e rilassarsi quando capì che non aveva intenzione di sfilarle realmente da dentro di lei. Fu difficile darsi un contegno nel rispondere alla sua provocazione, ma ovviamente lo fece.
    Non mi provocare, cane... Pensi forse che la bocca di Syornha sarebbe piacevole quanto la mia, con tutti quei denti affilati?
    Dopo quella risposta, iniziarono entrambi una sorta di tacita sfida di pazienza, una gara a chi dava più piacere all'altro, e la piccola Mistress si vide costretta a dare il meglio di sé, o perlomeno provarci: se aveva iniziato dolcemente, giocando con la punta dell'erezione di Shouta, quando iniziò a sentirla fremere e diventare così grossa e minacciosa, piuttosto che tirarsi indietro decise di rincarare la dose, iniziando a segarlo con una furia e una forza decisamente sorprendenti per una ragazzina della sua taglia. Al tempo stesso con la bocca e la lingua si occupava della cappella scoperta, vorticandoci intorno e alternando a movimenti sinuosi e leccate, baci più profondi in cui si premurava di succhiare forte e a lungo, rilasciando ritmicamente la muscolatura della bocca per poter creare un effetto "risucchio" estremamente ritmato e intenso. Nessuno dei due però, o perlomeno di sicuro non lei, aveva pensato alla reazione della demone, che trovò il suo personale modo di dire la propria. Solo Sho, data la sua posizione, avrebbe potuto assistere alla scena: dapprima il ghigno profondo ed estremamente malefico che si dipinse sul viso della creatura, allargandosi fino alle spaccature presenti sulle sue guance che mostrarono una serie di denti paragonabili a quelli di uno squalo, infine la sua azione. Fu proprio Syornha, infatti, a intromettersi in quel gioco di pazienza, con una velocità nei movimenti e nei gesti che trascendeva sicuramente le capacità e le sembianze umane: si muoveva a scatti e in modo decisamente fulmineo, proprio come un insetto appostato sul proprio ramo che si stesse fiondando sulla preda, e fu proprio con quei movimenti estremamente repentini che staccò le zampe anteriori e le mani dalla finestra, rimanendo con quelle posteriori al muro, quanto bastava per allungarsi e raggiungere con una mano quella di Shouta, afferrandola e infilando velocemente il lungo indice nell'anello del giocattolo, per poi dare un deciso e veloce strattone. Il tutto mentre tornava al proprio posto in unico e fluido movimento, sfilando le sfere tutte in una volta e spalancando così il culetto di Jadis di botto, lasciandolo dunque aperto e pulsante davanti agli occhi di Shouta. Il rosso si sarebbe ritrovato con il giocattolo fradicio e lucido in mano e il cazzo profondamente infilato nella gola di Jadis, che per la sorpresa si ritrovò appunto quasi a svenire contro la sua erezione, adagiandovisi contro con le palpebre pesanti e il muco al naso che quasi gli toccava le palle a quel punto, per un momento completamente inebetita e sconvolta. Gridò, ma il suono venne soffocato e quasi annullato dalla presenza che le ostruiva completamente la gola. Alla fine, dopo qualche secondo in cui il suo ano non smise un solo istante di pulsare, si sfilò lentamente dalla propria posizione, percorrendo involontariamente l'asta in modo decisamente piacevole, infradiciandola completamente di saliva a causa della precedente penetrazione. Era ovviamente furiosa, ma anche incredibilmente sorpresa, talmente sorpresa che non sapeva bene come reagire. Non lo seppe inizialmente, perlomeno. Dopo qualche minuto in cui rimase semplicemente ansante a mordersi le labbra e tentare di riprendere a respirare regolarmente, trattenendosi a dismisura dal bisogno di ordinare a Sho di prenderla e fotterla subito, si sollevò quanto bastava per mettersi a quattro zampe, sempre a cavalcioni su Sho, allargando le braccia e le cosce, abbassando infine lo sguardo per poterlo guardare da quelle aperture, a testa in giù. Per quanto la posizione non fosse affatto minacciosa, il suo sguardo lo fulminò. E anche la sua voce lo avrebbe fatto, se non fosse stato per il tono ansimante e l'ovvia difficoltà a mettere insieme due parole in croce.
    Ti ahvevo detto... di non... sfilarlo!
    Ovviamente trovando Syornha appollaiata alla finestra e apparentemente immobile e Shouta con "l'arma del delitto" in mano (la demone aveva fatto in modo di lasciargliela), non pensò neppure per un secondo di dare la colpa a lei. Ma come avrebbe potuto punire uno schiavetto che non solo disobbediva ai suoi ordini, ma rischiava pure di farglielo apprezzare? Perché che fosse dannato... era esattamente ciò che stava accadendo. Ogni singola volta che le disobbediva, era come ricevere una sfida, risvegliava in lei sensazioni contrastanti nelle quali a prevalere era sempre l'eccitazione. Le piaceva essere sfidata, e le piaceva soprattutto che il suo schiavo potesse essere così forte, abile a letto, nonché incredibilmente dotato... L'unica nota negativa era che la cosa non era ancora ufficiale, e per l'appunto ogni sua mossa le faceva desiderare che invece lo diventasse. Doveva fare in modo che lo desiderasse anche lui. Forse poteva essere una buona idea coinvolgere anche il suo famiglio, a quel punto... In fondo non doveva essere roba da tutti i giorni neppure per lui avere a che fare con una creatura bella e particolare come Syornha. Se fosse stato per suo ordine avrebbe potuto sopportare l'idea di vederli in atteggiamenti sensuali, anzi... poteva sempre decidere di sfruttare la cosa per apparire ancora più piacente agli occhi del suo schiavo. Era pur sempre morbida e calda, al fianco di un "mostro" dalla pelle fredda e la bocca inquietante. Forse poteva persino spaventarlo un po'... E proprio con questa idea si sollevò dalla propria postazione per scendere dal letto e far cenno al famiglio di prendere il suo posto tra le sue gambe, sicura dei propri mezzi. Forse persino un po' troppo.
    diLWIEz
    E va bene Syornha, pensaci tu al suo cazzo... Non merita le mie attenzioni per oggi. Anzi, se ti andasse di addentarlo sappi che non ti fermerei...
    A quel punto Shouta avrebbe potuto vedere il famiglio concedere un leggero inchino con il capo alla sua """padrona""", sorridendo accondiscendente ma con una luce decisamente famelica che le brillava nei molteplici occhi, che si fissarono tutti su di lui.
    Con estremo piacere, cara...
    Dopodiché iniziò ad arrampicarsi sulla parete con la leggiadria e la velocità di un mostro da film horror, issandosi da prima attraverso la larghezza della finestra e poi sul muro con le sue molteplici zampe, solo per concedere al ragazzo lo spettacolo di una creatura del genere che, una volta giunta alla giusta altezza, si calò dal soffitto per finirgli direttamente tra le gambe, in ginocchio sul pavimento ma con il busto e le zampe anteriori sul materasso, pronta a darsi da fare. Il suo corpo era decisamente elastico all'altezza delle "vertebre", e ciò le permise di piegarsi in modo decisamente innaturale pur di raggiungere l'oggetto del suo interesse: il cazzo succoso dell'umano steso sul letto. Era facile immaginare che dalla prospettiva di Syornha lui fosse un succulento pasto che non vedeva l'ora di divorare, più che altro perché il suo sguardo freddo non trasmetteva di certo passione, piuttosto vera e propria fame. Shouta avrebbe potuto vedere il famiglio mentre posizionava 2 paia delle sue zampe insettoidi su di lui: due sui testicoli, due alla base dell'asta per tenerla ferma, e infine le sue fauci spalancarsi al loro limite massimo prima di prenderlo in bocca e inghiottirlo totalmente, solo che la sua visuale proprio nel momento dell'apertura sarebbe stata coperta dal corpicino di Jadis, che salì a cavalcioni sulla sua faccia sbattendole la vulva piccola e fradicia sulle labbra, lasciandola sospesa a mezz'aria. Era completamente nuda. Diabolicamente, la giovane aveva strappato il cerotto prima di mettersi in quella posizione e ora per la prima volta Sho poteva vedere e assaporare la forma del suo fiore vergine senza ostacoli.
    Mh-mh. Scosse il capo, guardandolo dall'alto e afferrandogli i capelli perché capisse a chi prestare attenzione. Guarda me. Apri la bocca...
    Che ubbidisse o meno, Jadis abbassò del tutto il bacino per poter far scivolare le sue labbra bagnate sulla bocca e sul naso del ragazzo, appiattendosi di tanto in tanto abbastanza da non farlo respirare, iniziando dei movimenti lenti ma ampi avanti e indietro, così che potesse leccare o perlomeno sentire sul viso tutto di lei, dall'intimità finalmente scoperta al buchino che si era divertito così tanto ad aprire (almeno secondo lei) e che ancora pulsava gonfio contro la sua pelle, sino alle natiche sode e morbide che non esitava a sbattergli in faccia, istigandolo ad afferrarle. In questo modo il ragazzo sarebbe stato rinchiuso in una morsa: da una parte il facesitting a tratti soffocante di Jadis, ma che gli avrebbe dato modo di inebriarsi del suo profumo squisito, dall'altro la bocca decisamente particolare di Syornha che si dava da fare su e giù sulla sua asta, mentre i suoi artigli lo massaggiavano e masturbavano al contempo.
    Se stacchi le mani dal materasso... ti faccio mordere davvero.
    Lo invitava a non toccarla, peccato che la sua voce ansante e roca, la sua espressione languida con le guance rosse, unite al fatto che dall'altra parte Syornha stesse per il momento concedendogli una fellatio di tutto rispetto con solo un minimo ma eccitante accenno di denti, faceva quasi venire voglia di sfidarla davvero...

     
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    Si trovava sempre così maledettamente in difficoltà con lei non solo perché sapeva come giocare le sue carte, ma perché nonostante quello che subiva, nonostante le situazioni estreme, Jadis sapeva tenergli testa e metterlo perfino in difficoltà! Qualcosa che faceva salire il sangue al cervello del ragazzo e indurire il suo sguardo, sempre più rabbioso. Se il sangue non fosse stato occupato completamente nel suo cazzo di sicuro avrebbe finito con lo sbraitarle contro, eppure eccolo davanti a lei con i denti digrignati, impegnato in quella lotta di resistenza, a gara a chi aveva la testa più dura, non solo gli organi sessuali più tosti, come se quella fosse una sfida bambinesca, altro che un gioco sessuale. La sfida bambinesca più piacevole che avesse mai provato. Era talmente distratto da quella perversa sfida da non rendersi assolutamente conto delle intenzioni di Syornha: vide solo il suo perverso sorriso che gli fece pulsare ancora di più quella mazza incandescente sulle labbra e le dita di Jadis, poi fu davanti al ragazzo molto più velocemente di quanto lui potesse aspettarsi, forse quella provocazione aveva funzionato fin troppo bene, dando risultati praticamente imprevisti. Infine, il suo gesto: un netto strattone per rovinare il piano di Sho e il suo delicato gioco di provocazioni, lasciandolo stupefatto... quella mostruosa donna era davvero terribile quanto la sua padrona! Le labbra di Sho rimasero a muoversi come se avesse voluto dire qualcosa, ma il perfetto mix tra stupore ed eccitazione lo avevano paralizzato e costretto ad un banale tremolio inconcludente di quella bocca, complice anche lo spettacolo di quella carne totalmente spalancata ed esposta. La cosa peggiore era che Syornha eseguì il tutto in maniera fulminea e silenziosa, pertanto sarebbe stato impossibile per il rosso affibbiarle la colpa, specialmente dopo che Jadis lo aveva preso così tanto in antipatia. Fiato sprecato ovviamente, non ne valeva neanche la pena. Il tutto quindi perse totalmente di significato, sfumando in un lunghissimo e sempre più acuto verso di piacere mentre la sua verga sprofondava nella gola di Jadis, pulsando più forte: sembrava quasi seguire il ritmo di quel culo totalmente dilatato e voglioso. La voglia di sbatterle il cazzo lì dentro fino in fondo era terribile e pertanto si ritrovò a spingere col bacino dentro di lei istintivamente, come ipnotizzato, maledicendo mentalmente Syornha e tutte le sue zampe. Jadis lo fulminò con lo sguardo e lui con quell'arnese fradicio tra le mani e il cazzo totalmente in tiro e pulsante si sentiva come uno stupratore colto sul fatto in un vicolo buio illuminato dai fari della polizia. Serrò i denti e gli occhi, timoroso, per una volta che non era colpa sua avrebbe voluto difendersi ma anche in quella situazione sapeva che sarebbe stato del tutto inutile. Quindi... tanto valeva aumentare la dose. Gli occhi gli tremarono per via della menzogna che stava perpetrando, ma rispose con la giusta decisione:
    B-ben ti sta...
    Sapeva di averla comunque colta alla sprovvista, forse il fatto che il merito sarebbe stato attribuito a lui non era necessariamente un male, anzi a dirla tutta aveva smesso di dispiacergli nel preciso istante in cui la sentì gemere con la gola intorno al suo cazzo e gli aveva lanciato quello sguardo sconfitto e furibondo. Jadis però non accolse bene quell'ennesima sfida del suo schiavo e prima ancora che Sho potesse gettare via l'arma del delitto e rialzarsi, Jadis si era già fatta da parte invitando il suo famiglio a farsi avanti. Sho lasciò a terra le palline che prima stavano nel culo di Jadis e piantò le mani a terra come intenzionato a tirarsi su e dire la sua, deciso ad opporsi ad un simile rifiuto ma Syornha lo raggiunse con quello sguardo inquietante e col suo fulmineo fare di mostro, cogliendolo ancora una volta alla sprovvista, facendolo irrigidire sia con la schiena che con la verga, provocandogli chiare reazioni contrastanti. Era spaventato da lei, ma anche attratto. Si sentiva fragile perché in quella situazione non era al massimo della sua forma di combattente, poteva far godere una donna certo ma di sicuro non poteva difendersi come quando era concentrato al cento per cento. Sentiva la mancanza di quella sensazione decisa e risoluta, specialmente di fronte ad una creatura del genere, si affascinante ma anche estremamente temibile, con lo sguardo di un mostro affamato più che di una piccola ninfomane con manie di grandezza. Syornha e Jadis erano molto, molto diverse e forse la piccoletta poteva trovare nella sua alleata un punto debole per Sho da non sottovalutare. Si ritrovò quindi impietrito, incapace di dire nulla né di opporsi, ammaliato e terrorizzato da quella bocca mostruosa che si spalancava intorno alla sua virilità, finendo poi censurata dalla carne di Jadis che gli piombò in faccia senza alcun preavviso, cogliendolo impreparato. Sulla sua carne la ragazzina avrebbe potuto sentire chiaramente lo sbuffo di Sho mentre cercava di riprendere fiato, ma il calore di quella mossa e la saliva sulla faccia finì per mischiarsi rapidamente agli umori d Jadis, concedendogli una maschera perversa che avrebbe permesso alla ragazzina di scivolare su di lui mentre, impotente, il rosso perdeva fiato e in un certo senso anche la volontà di combattere. Avrebbe voluto cercare aria ma ben presto più che ossigeno la sua lingua aveva iniziato a cercare la carne di Jadis, scivolando nelle sue grandi labbra, leccando il clitoride, affossandosi in quello stretto anfratto inviolato per poi raggiungere il suo culetto dilatato. Era strano avere a che fare con una ragazza che aveva il buco posteriore più ampio rispetto a quello "ufficioso", ma stava anche intrattenendo una relazione sessuale con una ragazzina e il suo mostro domestico, non era la cosa più strana in quel contesto. E a proposito di mostro, Syornha non si stava di certo risparmiando a quel punto: lasciava sentire a Sho l'unicità della sua carne, la forma di una bocca mai provata prima e dei denti che invece di demoralizzarlo non facevano altro che stuzzicarlo mentre solcavano una per una le vene gonfie che circondavano il cazzo eccitato da morire di Sho. Si, quella situazione era uno spettacolo, altro che orrore: la tentazione si fece forte e le dita del ragazzo si piegarono come a volersi sollevare, ma l'ammonimento di Jadis lo costrinse a desistere, costringendolo ad irrigidirsi e cercando soddisfazione in tutt'altro modo: il bacino e il collo iniziarono a muoversi cercando maggiore soddisfazione: succhiava avidamente i fluidi di Jadis e ne assaporava la carne impaziente, mugugnando sempre più forte poiché ancora alla ricerca di aria, ma non era più la priorità. Il bacino invece stava iniziando a scopare la gola di Syornha, forse in maniera anche troppo gentile vista la situazione, magari il mostro avrebbe voluto di più ma in quella posizione per Sho era impossibile. Impossibile impossibile... quante volte se lo stava ripetendo nella mente da quando era finito in quella situazione? Forse più che pensare all'impossibile doveva concentrarsi invece sulle cose fattibili... ad esempio: quante possibilità c'erano che quella situazione gli sarebbe ricapitata? Impossibile. Quante possibilità c'erano di rigenerarsi in caso di ferite troppo gravi? Molto elevate invece... no, non aveva senso porsi dei limiti. Aveva deciso di sfidarla, aveva deciso di esagerare... e sarebbe andato fino in fondo. Sho sollevò le mani senza pensarci troppo, afferrando quelle natiche morbidissime e stringendole come se stesse affondando le dita nella massa perfetta del pane, uno spettacolo per il tatto ma che gli consentì perfino di spingerla più forte verso di sé. la lingua affondò profondamente nelle grandi labbra di Jadis, sembrava quasi volerla sverginare, mentre i pollici afferravano così saldamente la sua carne da scivolare verso il centro, impalando il suo culetto e dilatandolo. Forse una stimolazione indegna in confronto a quello che aveva provato prima, ma sicuramente qualcosa in più rispetto al semplice tocco col suo viso. Sho succhiava, toccava, leccava e ben presto iniziò perfino a mordere delicatamente quel clitoride e quelle grandi labbra, se Jadis non si fosse difesa bene, quel giorno il rosso si sarebbe preso la sua cazzo di verginità, anche con Syornha intorno alle palle se necessario...
     
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    Jadis fu ingenua ancora una volta, doveva ammetterlo. Proprio quando si convinceva di essere in vantaggio, proprio quando si sentiva un passo avanti a lui... Shouta la sorprendeva con un caratteraccio indomabile che ogni volta la coglieva impreparata. Possibile che non capisse la sua posizione? Lei poteva rovinarlo con una semplice parola; da un momento all'altro se solo avesse voluto avrebbe potuto denunciarlo a Baiken, persino alla polizia se avesse seguito la via più crudele con cui era arrivata a minacciarlo. Eppure... eppure questo non bastava. Forse era per colpa del fatto che si trovava davanti un combattente, un "duro", un Maestro di arti magiche persino, qualcuno capace di tenerle testa e anzi, di farla dannare prima di concederle qualcosa... o forse era semplicemente troppo stupido per capire? No, benché ella avrebbe tanto voluto che fosse così... sapeva di sbagliarsi. Non le stava dando il rispetto che pretendeva, perché a quanto pareva ancora non voleva concederglielo, ecco la questione... e lei non riusciva a sopportarlo. Voleva vincere comunque; doveva farlo, proprio perché lui era più forte, più grande, più preparato! Per questo la sua reazione a quelle effusioni così potenti fu il più contenuta possibile (se si teneva conto che si parlava comunque della sua eccessiva sensibilità al piacere). Si tese tutta, iniziando a tremare, ma premette forte i denti superiori sul labbro inferiore per non gemere troppo, continuando a muoversi contro la faccia di Sho nonostante il godimento crescente. I movimenti sinuosi del suo bacino erano perfettamente in sincrono con quelli del giovane, quasi stessero ballando insieme e si fossero appena riscoperti una coppia eccellente, perfetta. Era così presa, così persa, da sentirsi languida e rilassata mentre si godeva le attenzioni della lingua di Sho, convinta di doversi abituare semplicemente a quell'intensità per godersela appieno. Le palpebre presto si fecero pesanti, e gli occhi socchiusi si incontrarono un momento con quelli del giovane, ben meno rilassati. Con il senno di poi, non si sarebbe rilassata tanto. Di sicuro avrebbe notato quella luce malefica negli occhi del rosso e sarebbe riuscita probabilmente a fermarlo in tempo... o almeno così le piaceva pensare. Ma fece l'errore di chiudere le palpebre, di cedere al loro peso, e proprio quando iniziò a mugolare e muovere i fianchi più velocemente, tanto da dimenticarsi di lasciare spazio al naso di Sho per consentirgli di respirare, lui lo fece: le disobbedì ancora una volta. Rimanere impassibile a quel punto sarebbe stata un'impresa utopica, gli occhi si spalancarono di colpo mentre un verso spontaneo quanto osceno le sfuggiva dalle labbra, e la sua schiena si inarcava. Le dita dalle unghie curate si persero tra i riccioli rossi del suo schiavo irrispettoso, e se inizialmente glieli tirò per puro istinto, quando si rese conto della situazione iniziò a farlo anche solo semplicemente per fargli male e sfogarsi un po', nonostante l'avesse portata nuovamente sul filo di un orgasmo, interrotto dalla sorpresa.
    NNGHHHAAAH! T-ti... ti avevo detto... di no!
    Lo guardò dall'alto, ansante, sollevandosi leggermente e apostrofandolo con il semplice sguardo fulminante che gli riservarono i suoi occhioni. Aveva le gote abbronzate rosse, rese arancioni grazie al mix di colori. I segni del costume che mostravano la pelle lattea ad altezza dei suoi seni, presero anch'essi un colorito rosato, segno inequivocabile di quanto l'avesse messa alla prova quella stimolazione: il suo sangue ormai ribolliva tale era lo stato del suo desiderio. Sapeva bene che se anche avesse provato a togliere le dita di Shouta dal suo culetto, essendo lui molto forte, non sarebbe servito a nulla... e dunque non le rimase altro che punirlo a modo proprio, fingendo che quell'intrusione improvvisa le piacesse abbastanza da tenersela... cosa che per altro era vera.
    Nhgh!! Nh-nohn devi... spingerti... troppo... oltre, stupido cane! Mi costringi a diventare cattiva...
    A quel punto Jadis riabbassò il bacino, stavolta però con cattiveria e una buona dose di sadismo, sbattendo in faccia al rosso la sua vulva bagnata e le natiche morbide, iniziando a masturbarsi sulla sua lingua con pura voglia e solo ed esclusivo egoismo, come se lui fosse un mero strumento per raggiungere il piacere. Con una mano lo teneva saldo per i capelli, tirandolo verso di lei e usandoli quasi come le briglie di un cavallo, mentre con l'altra accompagnò le sue dita e le spinse a sé, più dentro di lei, invitandolo a stimolarla di più; al contempo si muoveva furiosa ma al tempo stesso sensuale, elegante quasi, compiendo ampi e variegati movimenti con i fianchi tondi. A vederla doveva apparire sicuramente sexy, perlomeno lei si sentiva così, ma probabilmente la cosa sarebbe passata in secondo piano per Shouta finché avesse dovuto combattere per prendere aria: perché non gliene avrebbe lasciata. Nonostante la tenera età, Jadis era una grande appassionata delle pratiche bdsm legate all'asfissia erotica e sebbene vista la sua giovane età e l'esperienza dunque limitata avrebbe forse dovuto evitarle, in quel caso era così irritata ma al tempo stesso presa dal momento che si sentì sicura di proseguire. Forse perché era proprio Shouta a darle sicurezza a causa della sua forza. Avrebbe usato movimenti precisi per limitargli la respirazione, diminuendo così l'afflusso di ossigeno al cervello per provocargli euforia e piacere, il tutto unito al trattamento che Syornha, in contemporanea, gli stava riservando. Un sorrisetto malefico le si dipinse sul volto stravolto dal piacere mentre guardava Shouta intrappolato tra le sue cosce... Che espressione avrebbe avuto?
    Da bravo, ora fammi venire... Bevi i miei umori... e forse potrò perdonarti e lasciarti respirare. Ma prima... Syorn-ha, sai cosa fare!
    A differenza di ciò che si poteva pensare dall'ordine perentorio con cui venne apostrofata, Syornha non era affatto "addomesticata", né tanto meno la si poteva definire ubbidiente e asservita a Jadis... anzi. Si prese il proprio tempo per eseguire l'ordine che le veniva impartito, taaaanto, studiatissimo, tempo... diversi minuti che occupò rendendo le sue effusioni verso il cazzo della sua preda sempre più intense e studiate. Ogni movimento, che fosse delle labbra, della lingua, o persino (e forse soprattutto) dei denti, era minuziosamente accurato, fatto apposta per tenere il poverino costantemente sul filo del rasoio. Se da una parte si impegnava per renderlo estremamente piacevole tra una leccata e un bacio più profondo, dall'altra si divertiva a mordicchiarlo leggermente, pungendolo in punti precisi che avevano il solo scopo di intensificare quel mix di dolore e piacere dato da una bocca così mostruosamente "dotata". La lingua lunga le consentiva di raggiungere davvero ogni angolo della base, gonadi comprese, che non esitava a leccare per intero o addirittura avvolgere una ad una come una specie di ampio fiocco, stringendo abbastanza da rendere piacevole ma anche a un passo dal dolore il momento in cui tutta la lunghezza del suo organo sinuoso scivolava tra esse, separandole e massaggiandole una ad una, per poi abbandonarle. Era come se la lingua della demone potesse prendere il posto delle corde di Jadis e renderle mobili e "vive", dando quasi l'illusione che a tratti fossero loro stesse a stimolarlo. Peccato che così non fosse, perché di sicuro delle semplici corde sarebbero state più facili da gestire rispetto a una lingua lunga quasi mezzo metro e in grado di assottigliarsi per raggiungere i punti più impensabili... attaccata poi a una bocca con un apertura abbastanza ampia da accogliere una testa umana, se spalancata del tutto. Syornha per fortuna non sembrava avere l'intenzione di ingoiare per intero gli attributi di Shota benché, questo è certo, avrebbe potuto benissimo farlo. No, il suo intento era quello di assecondare la sua ""padroncina""... ma a modo proprio. Dopo diversi minuti di limbo, la demone spalancò la bocca così tanto che le guance "umane" parvero separarsi, tendendosi all'inverosimile e mostrando una seconda fila di denti estremamente aguzzi, e con essa in quella posizione si abbassò totalmente contro il pube di Sho, accogliendolo in un sol boccone, di colpo, tutto in gola fino a sbattere furiosamente contro i testicoli resi sensibili dal suo massaggio. Fatto questo rimase ferma in quella posizione lasciando che il giovane le fottesse la gola, finanche a procurarsi conati, avvolgendo al contempo l'intera asta con la lingua e risalendo solamente dopo diversi secondi, quando ormai la produzione di saliva era aumentata tanto da infradiciare completamente il membro, rendendolo estremamente scivoloso. Così facendo sfruttò la lubrificazione esagerata per far scivolare le labbra sull'asta, facendole aderire in ogni centimetro della circonferenza per poi muovere la testa in modo estremamente veloce e con un'abilità tale che avrebbe fatto entrare Shouta in una specie di trance di piacere, se solo fosse stato un semplice umano. Solo quando lo avesse sentito rilassarsi e essere sul punto di pulsare dal godimento, allora lo avrebbe finalmente morso... ma non un morso normale, doloroso, atto a strappargli gli attributi e lasciarlo dissanguato come ci si sarebbe potuti aspettare. Anzi. Sarebbe stato molto preciso: ogni singola corona affilata avrebbe affondato la carne con il preciso scopo di toccare nervi che il ragazzo magari non sapeva neppure di avere, premendoli come si sarebbe potuto fare con i tasti di un pianoforte, con il solo scopo di farlo impazzire. Se fosse stato abbastanza sensibile sarebbe potuto tranquillamente venire per quel semplice morso, Jadis lo aveva visto accadere diverse volte e anche se in quel momento non sapeva che Syornha stava riservando al suo aspirante schiavetto un simile trattamento "di favore", di sicuro avrebbe potuto rendersene conto a seconda delle espressioni del suo viso. Ciò che davvero non avrebbe potuto immaginare era invece che il suo perverso e diabolico famiglio avesse piani ben precisi per entrambi, piani che ella non avrebbe di sicuro approvato se solo avesse potuto prevederli. Dopo averlo morso, leccando le piccole ferite lasciate dai suoi denti, Syornha si staccò lentamente dal cazzo di Sho e, nel farlo, sibilò parole che, se anche sarebbero dovute apparire invitanti, suonarono decisamente troppo minacciose.
    Se vuoi fottere qualcosa, dolce succoso umano... forse dovresti provare con il buco giusto...
    Si riferiva al fatto che aveva provato a soffocarla con il suo cazzo, ma probabilmente aveva bisogno di qualcosa di diverso se voleva mostrare davvero la propria forza ai due diavoli che gli stavano sopra. Anche perché una come Syornha non sembrava essere rimasta particolarmente soddisfatta da qualche conato più che voluto, specie se lei stessa era andata incontro alla sua cappella per procurarseli. Fu proprio quell'insoddisfazione a spingerla a sollevarsi lentamente, lasciando che piccoli rivoli di sangue scivolassero sulle vene spesse di Sho, spingendola a leccarsi le labbra pallide mentre osservava il risultato del suo morso. I suoi inquietanti occhi rossi si bloccarono sullo spettacolo e lì rimasero per diversi secondi, per la precisione i secondi che le occorsero per, con pochi e scattosi movimenti degni dell'insetto che era, salire sul letto e posizionarsi a cavalcioni sul rosso che, se non si fosse opposto, si sarebbe ritrovato facilmente preda della vulva mostruosa della creatura. Syornha portò due sottili dita artigliate a spalancarsi le grandi labbra, lasciando intravedere una serie di piccole escrescenze mobili che sembravano ricoperte di una microscopica peluria, ognuna delle quali si muoveva l'una contro l'altra come una serie di piccole tenaglie. L'intimità di Syorn sembrava una vera e propria "bocca" insettoide, famelica e letale, e probabilmente era una fortuna che in quel momento il ragazzo riuscisse a malapena a intravederla a causa della posizione di Jadis, che comunque si sollevò leggermente e al momento giusto per lasciargli dare un'ampia occhiata (e una boccata d'aria), dal momento che lei stessa voleva guardare. Appena vide cosa il demone si apprestasse a fare il suo corpicino si irrigidì, tornando ad appoggiarsi su Sho con espressione stizzita. Lui non poteva saperlo, ma Jadis aveva detto più volte a Syornha di non prendere iniziative senza il suo consenso e quella era solo una delle tante volte che l'insetto le disobbediva. Peccato che ovviamente non potesse dire nulla a quel punto per non fare la figura della completa idiota, non davanti a Shouta perlomeno... soprattutto se quest'ultimo poteva coalizzarsi con il suo famiglio per metterla in difficoltà. Non le rimase altro da fare che stare al gioco dunque, concedendo alla sua "amica" di fare ciò che preferiva e anzi, fingendo che fosse ella stessa a volerlo, nella speranza che il rosso non si scoprisse appassionato del mostruoso sesso dentato della demone. Lei, personalmente, lo trovava decisamente disgustoso. Non esitò comunque a tentare di rendere la cosa un minimo orrenda agli occhi di Sho, commentando con un borbottio invidioso.
    Spero che i suoi denti ti siano piaciuti, cane... Là sotto ne ha molti di più.
    Sei fortunato. Si dà il caso che io sia nel mio periodo migliore... posso presentarti i miei bambini?
    Fato volle che Syornha parlasse contemporaneamente con lei, rendendo l'evenienza ancor meno invitante. Da lì in poi, se Shouta non si fosse ribellato, la vulva del demone l'avrebbe accolto, circondandolo completamente e facendogli sentire fin da subito di cosa stesse parlando: tanti piccoli e morbidi scorpioni che, senza la possibilità di essere visti, avrebbero dato l'idea di far parte delle pareti vaginali dello strano famiglio di Jadis, regalandogli un massaggio decisamente particolare. I "bambini" non si sarebbero risparmiati, camminando sull'asta, sull'uretra e persino sulle palle di Sho, massaggiando ovunque passassero e soprattutto iniettando un po' dei ferormoni della "madre" dentro il suo corpo, rendendo in teoria ancora più piacevole il massaggio. Se Sho avesse odiato gli insetti la situazione si sarebbe fatta decisamente drammatica, ma in diverso modo avrebbe potuto godersi sensazioni e modi di godere del tutto nuovi. Caso volle poi che una piccola parte degli scorpioni avrebbero risalito il corpo del ragazzo per andare a tentare di infilarsi anche tra le natiche di Jadis, arrampicandosi sulle dita di Shouta che, se le avesse aperte tirando la corolla, li avrebbe probabilmente fatti entrare dentro di lei come nel peggior hentai per insettomani. Al solo sentire le loro zampette sfiorarla la ragazza si irrigidì. Che Syornha stesse consegnando a Shouta una vendetta con i fiocchi su un piatto d'argento?
    Ehi Syorn... Non ti ho dato il permesso di tirarli fuori!!! O-odio quei cosi, lo sai! Tienili lontani da me, perlomeno!
    Sei proprio sicura di volerlo... padroncina?
    Sì! Stupido cane... non osare darle... corda. Hai capito?!!
    La situazione si stava facendo decisamente strana, e probabilmente quello non era l'unico coniglio nel "cilindro" di Syornha. A quel punto Sho aveva in mano la situazione (più o meno): doveva scegliere da che parte stare... e in entrambi i casi ci potevano essere conseguenze molto gravi, che fossero per la sua reputazione o per... il suo fisico.
     
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    Le unghie che dolorosamente solcavano i suoi capelli rossi, e le grida spezzate dal piacere id Jadis, avevano il sapore della vittoria per Sho. Avrebbe ignorato le conseguenze e il dolore pur di godere di quel preciso e perfetto istante in cui, mentre raccoglieva i frutti della sua lingua, si gustava anche quella Jadis tanto perversa quanto impreparata, incapace di domare una simile bestia che lei stessa aveva creato con i ricatti e la seduzione. Non era forse quella la somma delle sue azioni? Il ghigno sul volto del rosso mentre la leccava diceva di si. Voleva punirlo? E come? Quell'espressione, quella voce spezzata dal piacere, quella reazione tanto gustosa mentre imperterrito continuava a baciare le sue labbra e leccarle, quelle erano tutte vittorie che Jadis non poteva strappargli in nessun modo. Addirittura cercò di umiliarlo e cavalcarlo, cosa che non fece altro se non eccitarlo ancora di più, rendendolo entusiasta e aumentando il vigore e la velocità con cui muoveva la lingua su quell'intimità illibata, chiedendone di più anche se in apnea, incapace di pensare ad altro che non fosse raccogliere i suoi umori, succhiarli e renderli la coppa della vittoria che tanto aveva atteso. Prima o poi gli avrebbe chiesto di scoparla ancora, e lui avrebbe fatto di tutto per raggiungere quell'obbiettivo. Meno ossigeno arrivava al suo cervello, più quell'obbiettivo diventava chiaro e semplice, e non servirono di certo le parole di Jadis per invogliarlo a fare di più. Leccare, baciare, stimolare, con forza crescente, perdendo del tutto di vista la necessità di respirare e spingendosi sempre più a fondo. Altro che prendersi al sua verginità: sembrava quasi potesse sentire il suo utero per quanto scavava a fondo con quella lingua, muoveva le labbra così forte intorno a quelle di Jadis che sembrava poter dar loro qualsiasi forma, indubbiamente la piccoletta poteva dirsi soddisfatta perché l'espressione vogliosa di Sho non era solo persa, ma voleva anche portarla a quell'orgasmo che entrambi desideravano tanto. Ma Sho non stava lottando solo con Jadis, la sua battaglia prevedeva anche il perverso demone che minacciava i suoi attributi come una spada di Damocle, la più piacevole mai provata in vita sua questo era certo. La sua tecnica era mostruosa ma invidiabile, nessun essere umano poteva succhiare il cazzo in quel modo e Sho non esitava a mostrarle il suo entusiasmo, sollevando il bacino ritmicamente per scoparsi la bocca mostruosa di Syornha ignorando completamente il pericolo. Poca aria nel cervello significava anche meno preoccupazioni, quindi quei denti affilati che lo stuzzicavano a volte non erano che l'ennesimo stimolo. Quando poi lo ingoiò del tutto, il cazzo di Sho era un vero e proprio pezzo di marmo che sembrava pronto ad esplodere da un momento all'altro, lubrificato per bene in modo da poter scivolare completamente in gola a quella mostruosa creatura. Era pronto a venire per offrirle un perverso pasto, ma Syornha lo morse in punti precisi, strappandogli un gemito di dolore che bloccò del tutto il suo entusiasmo, rendendo quella mazza un vibratore che sembrava sul punto di esplodere. Non lo aveva fatto cedere, ma di sicuro non lo aveva neanche scoraggiato, anzi quella mazza mostruosamente eccitata sembrava chiederne anche di più. Jadis si sollevò e per un istante Sho prese finalmente una boccata d'aria: i suoi occhi erano persi nel vuoto, il volto totalmente arrossato e sporco di umori, sembrava decisamente sconvolto e man mano che l'aria tornava al cervello si rese conto di che cazzo di situazione in cui si era andato a cacciare. Era eccitato come non mai, era davvero al limite della sua prestanza fisica, stretto in una perversione che mai prima d'ora si sarebbe aspettato di provare. Boccheggiò, cercando di ingoiare, ritrovandosi però con la bocca totalmente indolenzita, addormentata addirittura: non riuscì a formulare nemmeno una parola, poteva solo vedere: la caldissima intimità di Jadis che aveva assaggiato fino a quel momento, e la mostruosa vulva di Syornha che lentamente scivolava su di lui, mostrandogli quanto strana potesse essere l'intimità di un mostro. Si irrigidì, non era affatto entusiasta di quello, non dopo un morso tanto doloroso, ma ancora una volta non riuscì a dire nulla e prima che potesse fare qualsiasi cosa, Jadis fu di nuovo su di lui e la mostruosa creatura insettoide si prese quello che voleva, ritrovandosi tra le carni una mazza marmorea che di sicuro avrebbe avuto non poche difficoltà a tranciare di netto. La sua mente razionale gli diceva che scoparsi una cosa del genere era una pessima idea, ma il suo cazzo aveva solo voglia di riempire un pertugio di carne e sperma, quindi anche Syornha andava benissimo. Quello che non si aspettava però, erano le creaturine che iniziarono a conquistare il corpo del ragazzo. Non poteva vederle e lui di certo non era uno che si impressionava facilmente, ma era troppo strano, nuovo ed improvviso, gli fu impossibile non irrigidirsi di nuovo, il tutto a favore di Syornha che avrebbe sentito probabilmente il cazzo umano più grosso e vigoroso della sua vita, visto che quel mix di tensione ed eccitazione stava spingendo il dono del ragazzo in proporzioni inaspettate. Quei piccoletti sapevano senz'altro come rendere le cose piacevoli, cosa che non aiutò Sho a rilassarsi ma gli permisero di capire che non era assolutamente una situazione pericolosa per lui... anzi. Forse era solo un'impressione, ma Syornha sembrava proprio volergli dare una mano. Lo capì quando quei piccoletti si avvicinarono alle dita di Sho, ancorate nel culetto di Jadis, che piuttosto che liberarla cercavano piuttosto di aumentare la dose. Che fosse quella la sua immensa possibilità? Decise di mandare un messaggio chiaro a Syornha, qualcosa che le avrebbe fatto capire quanto era entusiasta e che poteva contare su di lui: iniziò a scoparla con l'entusiasmo di chi aveva conquistato l'intimità che tanto bramava, muovendo i fianchi con ritrovato vigore e facendole sentire la possanza di un vero guerriero, scopandole quella mostruosa intimità mentre le dita infilate nel culetto di Jadis si allargavano lentamente. Per togliere le forze alla piccoletta, riprese con maggior entusiasmo a leccare quella caldissima intimità, rendendola succube del piacere che lei stessa aveva cercato, così da poter finalmente raccogliere i frutti di quel momento. Se Syornha stava davvero dalla sua parte, avrebbe restituito a Jadis tutte le umiliazioni con gli interessi...
     
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    Shouta scelse di stare dalla parte di Syornha, a quanto pareva, e appena Jadis sentì le sue dita aprirle ancora meglio il sedere, sgranò gli occhi e lo guardò sbalordita. Come osava farle questo? Stava tirando immensamente la corda senza rispettare minimamente i suoi ordini! Lo avrebbe ucciso... no, frustato... no, picchiato! Voleva morderlo, graffiarlo e procurargli almeno una decina di orgasmi vuoti finché le sue palle non fossero diventate viola! Ecco sì, avrebbe fatto proprio questo... ma prima doveva liberarsi da quella tremenda situazione e non aveva idea di come farlo! Non aveva tutto sotto controllo la mandava in bestia, la faceva impazzire! Cercò di strappare le dita di Sho da dentro di lei, ma proprio come aveva previsto era impossibile, allora tentò perlomeno di impedire a quei cosi di raggiungere il suo buchino ma erano così viscidi, ancora "morbidi" per via dello stato larvale, che riuscirono a infilarsi comunque, passando tra gli spazi delle sue dita e proseguendo indisturbati, e per quanto cambiasse posizione delle mani freneticamente non riuscì a fermarne neppure uno.
    Me la pagherai... s-stupido caNH-ne! Me la paGH-erete... entrambiIIHHHH!
    Ne aveva sentiti entrare già 3 quando Shouta si avventò nuovamente su di lei, con ancora più foga, costringendola a dimenticarsi degli scorpioni per potersi sorreggere al materasso. Cadde in avanti, a quattro zampe quasi, ma con la fichetta ben salda alla sua faccia, mentre quei dannati così continuavano a penetrarle il sedere. Rischiò di venire già solo con quell'attacco a tradimento, ma sentire quei cosi camminarle dentro con le loro zampette bianche la distraeva abbastanza da tenerla in un perverso e malefico limbo che la portò quasi a lacrimare. Quasi. Era visibilmente sotto sforzo, in preda al piacere, e privata delle forze che le occorrevano per sfuggire. Tentò almeno si far soffrire anche Sho tirandogli un'altra volta i capelli, cercando anche di sollevarsi e separarsi da lui, ma a quel punto fu Syornha stessa a bloccarle i fianchi costringendola a stare giù.
    Molte grazie, *So-huta*-san...?
    Pronunciò il suo nome (o per meglio dire tentò di farlo) con uno strascico che palesemente non apparteneva alla loro lingua, un po' come uno straniero che al primo ascolto tentava di riprodurre un suono. Il demone non era abituato a pronunciare i nomi degli individui con cui interagiva, questo perché spesso e volentieri non dava loro alcuna importanza che non fosse prettamente fisica, e Shouta poteva dirsi fortunato perché scelse di chiamarlo per nome quasi come "premio" per aver scelto di assecondarla, aggiungendo addirittura un onorifico. Per Syornha era sempre piacevole far perdere a Jadis quel suo irritante caratterino, specie davanti a un sottoposto, o ancor meglio nel caso del rosso: davanti a qualcuno che avrebbe voluto sottomettere. Per questo il perverso ghigno demoniaco si allargò immensamente, raggiungendo le estremità del suo viso pallido mentre gli occhi rossi si puntavano da prima su Shouta a mo' di intesa, e infine al culetto di Jadis quando lui sparì nuovamente tra le sue cosce. I suoi piccoli scorpioni non ebbero bisogno neppure di presentazioni, cogliendo immediatamente l'occasione data dalle dita del rosso per potersi infilare nel buio e accogliente anfratto di Jadis, quasi fosse la loro tana predisposta. Sho non poteva saperlo, e Jadis aveva sempre disprezzato quella pratica evitandola dunque come la morte e non parlandone mai, ma il corpo della giovane era la principale fonte di nutrimento per i figlioletti di Syornha, essendo una fonte di energia simile a quella materna e anzi più potente, poiché in fondo la ragazza era l'anima principale della loro unione.
    Come siete bravi, piccoli miei... e quanti, soprattutto! Uno, due, tre... Contò i primi tre velocemente indicandoli con l'artiglio indice e poi tra sé proseguì fino a concludere, con voce falsamente sorpresa: E... Otto, addirittura? Deliziosi...
    Subdolo, il famiglio parlò solo ed esclusivamente per Jadis, in realtà, poiché non provava alcun affetto per i propri "figli", né tanto meno ne teneva particolare conto avendo una natura d'insetto, non certo famosi per il loro essere affettuosi, al massimo collaborativi. Voleva semplicemente far irrigidire la sua "padrona", vederla stringere quel tenero anfratto contro le dita di Sho cosicché sentisse per bene gli scorpioni percorrere le sue interiora uno ad uno. Erano piccoli, certo, ma più stavano dentro di lei più sarebbero cresciuti... e questo lo sapevano entrambe. Le sue mani pallide passarono dai suoi fianchi alle natiche mentre fissava la scena con tutti i suoi occhi curiosi, con tanta attenzione che le pupille bianche parvero assottigliarsi. Il culo della sua padroncina era una vera meraviglia da toccare: grosso e pieno, sodo ma morbido, di quella carne che faceva venire voglia di addentarla e spolparla fino all'osso. Si leccò le labbra, sollevando lo sguardo solamente quando Shouta dava una spinta più profonda delle altre, inarcando leggermente il capo all'indietro. Le sue reazioni non erano molto passionali, né tanto meno teatrali, dava quasi l'idea di non essere particolarmente sensibile ma in realtà, qualche movimento degli occhi, della lingua o del viso, faceva presupporre che le piacesse ciò che stava ricevendo. Semplicemente, non era una creatura comune, abituata a ben altro tipo di incontri. Farle cambiare espressione rispetto a quel ghigno demoniaco e mostruoso era praticamente impossibile per Shouta, c'era bisogno di molto più lavoro e certo ella non se lo aspettava da lui, un semplice umano. Syornha non era abituata al piacere, non era neppure ciò le interessava dell'amplesso in verità: lei voleva le reazioni altrui, voleva qualcosa che soddisfacesse il suo sadismo, la sua fame... voleva godersi la carne, i sapori e gli odori, ma soprattutto le espressioni e il piacere o il dolore altrui. E proprio in cerca di tutto questo si mosse a propria volta, andando incontro alle spinte di Shouta, sollevandosi fin quasi ad abbandonare il suo cazzo, per poi sbattere le cosce fredde contro il suo pube con violenza, ancora e ancora, tanto forte da stimolare anche le sue palle probabilmente, sbattendoci contro con il sedere (sorprendentemente l'unica cosa morbida del suo fisico, insieme agli enormi seni e alle cosce) in combo con il massaggio degli scorpioni. Il suo sesso mostruoso seguiva ognuno dei suoi movimenti, le strane escrescenze che costituivano le sue piccole labbra erano morbide e percorsi da una leggera peluria che massaggiava l'asta ad ogni discesa o risalita, abbracciandola e succhiandola come una vera e propria bocca da insetto, pulsando ritmicamente contro di lui e creando un effetto "risucchio" ogni volta che risaliva. La sua coda si avvolse alla gamba di Shouta e iniziò a pungerlo, iniettandogli dentro il suo "veleno" afrodisiaco. Era una puntura così flebile che lui avrebbe potuto sottrarsi quando avesse voluto, non faceva neppure molto male, ma se fosse stata fortunata avrebbe sortito effetti su di lui eccitandolo ancora di più. Il tutto, ovviamente, sorreggendosi sulle natiche di Jadis che di rimando spalancava all'inverosimile, massaggiandole e tenendole aperte, pronte per ricevere nuovi scorpioni: sì, perché quelli dentro di lei scesero lentamente durante l'amplesso, e alcuni con l'aiuto di Shouta avrebbero bussato ancora procurando alla ragazzina nuovi spasmi e gemiti, mentre lei si godeva lo spettacolo delle dita che lavoravano insieme ai suoi figli. Ormai Jadis aveva gli occhi socchiusi, le cui pupille tremavano ogni qualvolta il piacere sfiorava il picco massimo, e per quanto borbottasse parole incomprensibili e ingiurie contro entrambi, al contempo gemeva e si mordeva le labbra per non strillare, con lo stomaco piatto che iniziava a mostrare i primi timidi bozzi là dove gli insetti la violavano. Sho avrebbe potuto sentire come la sua carne inviolata si stringesse, stritolandogli la lingua abbastanza da indolenzirla addirittura, così come il suo buchino posteriore che nonostante la pressione delle sue dita continuava a opporre resistenza, ottenendo una perversa pulsazione ritmata a cui lui poteva impartire il ritmo. Jadis stava combattendo contro se stessa, contro il forte bisogno di venire e schizzare tutti gli umori che aveva sulla faccia di Shouta, e la paura incondizionata ogniqualvolta sentiva uno dei malefici insetti di Syornha camminarle dentro e crescere lentamente, senza sapere cosa provare esattamente. Era brutto ammetterlo con se stessa ma avrebbe preferito scappare ed evitare quella situazione, perché non si sentiva in grado di affrontarla come avrebbe voluto. Se da una parte il terrore la paralizzava, dall'altra... sentiva che avrebbe potuto piacerle. Vedere Jadis che si contorceva in quel modo era uno spettacolo davvero perverso e affascinante per Syornha, che d'altra parte sperava di aver trovato un compagno di "giochi" che non lo disprezzasse.
    Sembra che la nostra Jadis abbia difficoltà a lasciarsi andare... vogliamo aiutarla?
    Il demone posò le mani sopra le sue cosce, pronta ad afferrarle da sotto per poterla sollevare e mettersela in grembo probabilmente, lasciando il pene di Sho libero per chissà quale malefico piano... tuttavia le parole della ragazza la bloccarono, strappandole un nuovo ghigno ben visibile anche dal rosso, dal momento che la sua faccia per un momento fece capolino a fianco di quella di Jadis.
    Non... provate-gh-ci... nh-neppure! Gh... C-conhh-tinua a scoparlah, e lasciah-temi stare, cahne... e forse -GH... forse ti perdonerò....
    Syornha sorrise, facendosi indietro e lasciando solo a quel punto la presa sulle natiche della sua padrona, posandosi le mani sulle cosce e smettendo per il momento di cavalcare Shouta. Rimase perfettamente immobile sopra di lui, con la sola intimità che continuò a muoversi e massaggiarlo dall'interno, un massaggio erotico che sembrava più per provocarlo che per soddisfarlo; a eccezione di quel particolare, dall'esterno Syornha era una perfetta statua sopra al suo grembo, facendogli capire che avrebbe aspettato la sua decisione per proseguire, e lasciandogli così anche la maggior parte della responsabilità. Jadis dal canto suo avrebbe da subito fatto di tutto per liberarsi, pronta ad alzarsi e andarsene imbarazzata e ferita nell'orgoglio ma non sconfitta. C'era un motivo preciso se Syornha non aveva utilizzato i suoi ferormoni su Jadis ma su di lui: non voleva rendere mansueta la sua padroncina, ma selvaggio il suo ospite...
    Se Sho voleva tirarsi indietro doveva farlo in quel preciso istante, altrimenti sarebbe bastato un solo cenno verso di lei e la demone avrebbe afferrato velocemente Jadis dalle cosce, con quei suoi movimenti scattanti e fulminei, portandosi all'indietro mentre abbandonava la sua erezione e si posizionava come una specie di sedia per la sua padroncina, usando le innumerevoli zampe poste sulla sua schiena per mettersi comoda sul materasso, sospesa all'altezza giusta, divenendo così un perverso trono di carne pronto a sorreggere la propria regina nei momenti più difficili. Una scena quasi romantica in effetti, se solo quel momento difficile non l'avesse creato lei...
     
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    L'intervento di Syornha cambiò tutto, ribaltò completamente la situazione e portò Jadis dal suo piedistallo verso una caduta rovinosa verso quella trappola perversa dalla quale non poteva scappare, solo tentare di dimenarsi e gridare a vuoto, visto che l'unica cosa che volevano sia Sho che la creatura demoniaca era vederla godere immersa nella perversione. Qualsiasi tentativo di opporsi a quel trattamento era inutile, e anche se tirare i capelli a Sho in quel momento servisse a qualcosa, Syornha la rimetteva al suo posto oramai completamente schierata contro di lei, si era messa in trappola da sola e Jadis poteva subire un solo destino, inevitabilmente. Le creature che conquistavano quel morbido anfratto erano tantissime, Sho avrebbe perfino potuto invidiarli se solo non fosse stato tropo occupato a saziarsi della carne di Jadis che nonostante tutto leccava ancora fedelmente, forse più per piacere proprio oramai che devozione verso di lei, man on si fermò un solo istante, costringendo la sconfitta dominatrice a due tipi diversi di stimoli che non la lasciarono in pace nemmeno per un istante. Anche Syornha si fece coinvolgere dalla situazione, non impressionata troppo da Sho ma sicuramente stupita dalle sue doti per un semplice essere umano, tant'è che iniziò ad assecondare quelle spinte vigorose, attirando ancora di più la voglia del rosso di sfogarsi come si deve. In quel momento era troppo ubriaco dal piacere e stordito dalla mancanza di ossigeno per preoccuparsi di fare bella figura, ma probabilmente anche la demoniaca creatura avrebbe potuto capire che quel ragazzo poteva fare molto, molto di più. Se cercava emozioni forti probabilmente avrebbe fatto bene a cercarli di nuovo, in una situazione diversa, perché a giudicare da come pulsava quella verga ogni volta che affondavano e si stimolavano a vicenda, poteva esprimere una perversione assai più grande se solo avesse avuto la sua spada a disposizione un cervello perfettamente ossigenato... e anche così, quella mazza esagerata, seppur avendo a che fare con una mostruosità di quel tipo, sapeva benissimo dove pulsare e come andare a fondo, ritrovandosi a spingere contro quel culo mostruoso e morbido con le palle, turgidissime e pulsanti quasi come altre cappelle, mentre le vane gonfie convergevano tutte verso la punta andando a vibrare con forza quando occupavano il più possibile quella carne inquietante ma così vogliosa. Non poteva fermarsi, non voleva farlo, tutta colpa dei feromoni di Syornha che neanche aveva sentito mentre entravano in circolo, troppo distratto, troppo preso. Voleva di più, sentiva di volerne di più, per questo continuava a tendersi, gonfiando i muscoli come sotto sforzo, diventando più avido con la sua lingua e con la sua verga per assaporare ogni sfaccettatura di quella perversione. Del tutto corrotto, era oramai pronto a commettere qualsiasi nefandezza pur di ricevere il piacere supremo, e quando Syornha finalmente lo liberò dalla stretta di Jadis, lui poté sollevarsi con il capo e con il busto verso di loro: sempre più rosso in volto, con i capelli umidi che gli ricadevano sulla faccia nascondendola in parte, mettendo in evidenza solo lo sguardo cristallino acceso dalla sua energia misteriosa. Ogni singola fascia muscolare del suo corpo era in netta tensione, ogni vena era gonfia, soprattutto quelle intorno al suo cazzo che in quel momento era stimolato da Syornha, che lo tentava come a volerlo invitare, a concedergliene di più. Syornha stava letteralmente offrendo la sua padrona a lui, e l'espressione di Jadis mentre le sue carni venivano spalancate era sufficiente a farlo uscire di testa. Ma a quel punto era troppo eccitato e soprattutto stufo per assecondare ancora i giochi di quelle due... non sarebbe stato più loro succube. Non lasciò il tempo a Syornha di mettersi comoda, fu lui stesso a prendere l'iniziativa e spingersi in avanti, afferrando entrambe con forza per le spalle così da tirarle sul materasso, una sopra all'altra, tenendole saldamente a terra con una forza che fino a quel momento aveva trattenuto, per gentilezza e per rispetto forse. Ma adesso che era completamente distorto dall'afrodisiaco di Syornha e distrutto mentalmente da quegli eventi, non poteva in alcun modo trattenersi oltre. Mentre con la mancina le teneva saldamente sotto di sé, con uno sguardo che sembrava più bestia che umano, la mano destra si sollevò di colpo evocando la sua preziosa spada, il tutto mentre quella mazza troneggiava davanti a loro minacciosa, visto che nel movimento improvviso si era liberato dalla piacevole stretta di Syornha. Appena la spada fu tra le sue mani, un grumo di sangue densissimo traboccò dallo spazio tra il fodero e la guardia, separando i due elementi di qualche centimetro e riempiendo di bolle quello spazio, bolle vermiglie dall'odore pungente ma estremamente piacevole. Emanava una potenza che di sicuro era mille volte superiore a quella che poteva concedere Jadis a Syornha, anche solo l'odore avrebbe dovuto tentarla. Sho portò la spada dietro la sua schiena ,che iniziò a legarsi ai suoi capillari formando un'intricata serie di fili, sembrava quasi che stessero per fondersi, ma non fu così. Il ragazzo portò di nuovo entrmabe le mani sui loro corpi, stavolta però si preoccupò di mettere le mani sulle gambe di Jadis, mentre le ginocchia si sollevavano dal materasso e le copriva ora con tutto il corpo, sembrava davvero un animale. Sia Syornha che Jadis erano sotto di lui ,con le gambe spalancate, pronte per essere domate, e mentre la mazza del ragazzo si avvicinava pericolosamente alla vulva della giovane sconfitta, dalle sue gambe faceva capolino la sua spada, totalmente avvolta da sangue vermigli oche la rivestiva come un secondo fodero, dandogli fattezze deformi, allungate... sembrava a tutti gli effetti un membro gigante, reso deforme dall'irregolarità del sangue e soprattutto pulsante dal continuo ricambiarsi delle bolle dense che lo componevano. Come un pungiglione, la spada ricoperta di sangue si abbatté sulla carne femminile di Syornha, facendole sentire che in quanto a consistenza era proprio come un sesso maschile, ma in quanto a dimensioni era semplicemente esagerato, troppo forse perfino per lei. Una spada stava entrando nella sua carne, nutrendola della sua perversa e sanguigna energia, muovendosi lentamente mentre usciva, e fulminea mentre penetrava, decisa ad affondare centimetro dopo centimetro dentro di lei ad ogni affondo, col preciso scopo di arrivare fino alla guardia se necessario. Nel mentre, Sho fissava Jadis dritta negli occhi, una minaccia silenziosa visto che la sua verga era proprio davanti alla sua intimità, che si schiacciava con la punta pulsando sul suo clitoride e le grandi labbra. Era pronto a possederla, e al di fuori dell'umiliazione quel grosso cazzo anche solo prendendola di qualche centimetro senza fare a pezzi la sua verginità poteva darle sensazioni meravigliose. Ecco che la punta si teneva a metà tra le grandi labbra e l'esterno, sembrava quasi che la stesse per penetrare ma era solo un assaggio, qualcosa che probabilmente non sarebbe dispiaciuto nemmeno a lei. Fortunatamente per Jadis, e forse anche per Sho, in quel momento il suo cervello aveva ripreso sufficiente ossigeno per permettergli di avere almeno un pensiero saggio per il momento, e seppur con una nota di amarezza si rese conto che non voleva davvero farle del male, né umiliarla... non sarebbe mai stato capace di stuprarla in quel modo, non solo per sé stesso e Baiken, ma anche perché in fondo... Jadis gli piaceva. Pulsò, fu difficile staccarsi col membro da quell'intimità proprio ad un passo dalla frattura della sua impertinente verginità, ma non andò oltre. Tuttavia, se abbandonò i proposito di sverginarla, non perse la voglia di prendersi una rivalsa, e senza darle il tempo di capire che quella purezza era salva, Sho avrebbe seguito l'esempio del suo pungiglione sanguigno, sollevando di più le gambe di Jadis così da poter puntare comodamente nel suo buchino e, lasciando poco tempo ai scorpioni di farsi da parte, avrebbe conquistato il buchino posteriore di Jadis, affondando in un colpo solo completamente dentro di lei, sbattendole le palle contro la corolla di carne con un grido di piacere che non smise mai di fissarla negli occhi. L'aveva presa di nuovo, era di nuovo dentro quel culo meraviglioso e poteva farlo suo, scacciando gli insetti perché fosse solo suo, facendo in modo di tirarli fuori ad ogni affondo perché oramai avevano fatto la loro parte, e Jadis doveva essere solo sua. Le prese entrambe, iniziando a scoparle con un vigore che nemmeno lui pensava di avere, e quello non era solo che l'inizio di un ultima fase ancora più perversa di tutte le altre...
     
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