Casa di Leonhart

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    La casa di Leonhart sicuramente non è delle più sfarzose o invitanti del mondo, ma sicuramente un posticino piccolo ed accogliente dove poter riposare e godersi una vita tranquilla, almeno per quanto possibile.
    Infatti al piano che potremmo definire appunto piano terra si potrà trovare appena passata la porta d’ingresso e rispettivamente sulla sinistra, un portone di vetro smerigliato ed acciaio che porterà alla zona bagno e lavanderia della casa. Infatti appena entrati dalla porta di vetro, sulla destra sarà presente una lavatrice e di fronte alla lavatrice invece il tipico water ma non finisce di certo qui infatti è presente anche una porta scorrevole con il vetro smerigliato ed entrando al suo interno invece si potrà trovare una vasca da bagno dalle dimensioni di 2metri di grandezza per 3.5 di lunghezza e naturalmente è presente anche un set doccia per magari chi è di fretta e non vuole rilassarsi.
    Tornando però ancora una volta all’ingresso, poco più avanti si troverà una piccola cucina di color bianco dotata di tutti i confort necessari per garantire una vita alimentare più o meno decente, di fronte ad essa invece è presente invece una sorta di tavolo completamente bianco di 2m di larghezza e 3 di lunghezza con sopra un piano rialzato a forma di L dove dovrebbe essere usato per pranzare o cenare. Andando avanti sulla sinistra invece sarà presente una porta di legno che aprirà ad una piccola stanza che si potrebbe definire e soprattutto funzionare come da ripostiglio e poco più avanti dalla porta del ripostiglio e quasi al centro della stanza, un divano a 3 posti color blu con davanti un piccolo tavolino di legno il tutto poi coronato dall’avere di fronte un mobiletto contenente una console di ultima generazione e situato sopra invece si trova un televisore color nero a 45pollici.
    Salendo poi le scale ed andando al piano rialzato si potrà di fronte un armadio a muro mentre sulla sinistra invece sarà presente una porta di vetro scorrevole che porterà poi su un piccolo balconcino, mentre sulla destra si trova un piccolo corridoio. Nel piccolo corridoio e rispettivamente sulla destra è presente una stanzetta singola con dentro un letto ad una piazza con una scrivania con sopra il pc ed una piccola libreria, sulla sinistra inoltre si troverà una seconda stanza di solito adibita per gli ospiti dato che è presente un letto matrimoniale e tutti i confort che si rispettano per una camera “normale”.

    Edited by Deva - 1/5/2019, 14:51
     
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    Continua dalla role L'oscuro presagio


    Era ancora incredulo di aver conosciuto una ragazza come Nael, certo i suoi modi erano abbastanza freddi e forse le sue emozioni mancavano fin troppo di uscire, ma sembrava una tipa interessante. Mentre tornava a casa, nella mente del rosso si fece sempre più largo il la voglia di scoprire se anche Nael fosse dotata di qualche strambo e funzionale potere anche perché non gli sembrava si trattasse solo ed unicamente un essere umano comune e senza nulla di particolare. Avrebbe comunque cercato di scoprirlo in un modo o nell’altro.
    Entrato finalmente a casa, andò a posare il cestino dei popcorn sul piano rialzato a forma di L, non molto distante da quella che aveva tutta l’aria di essere una fotografia con la cornice d’argento raffigurante un rosso. L’uomo raffigurato in quella foto non era altro che il padre di Leonhart, infatti il ragazzo passando davanti a quella foto andò quasi a salutarlo con la mano, da quella sera avrebbe avuto un’ospite in casa e soprattutto le aveva promesso una cena tutta a tema e di certo non voleva deludere le aspettative, o almeno lo sperava.

    Vediamo un po’, dov’è che l’ho messo?
    Si chiese in modo interrogativo, mentre si metteva a cercare il volantino di un locale a tema giapponese che tramite l’ordinazione telefonica avrebbe potuto anche consegnare direttamente le cibarie a casa senza eccessivi ritardi o problemi e senza dover raggiungere effettivamente e fisicamente il ristorante.
    Ci mise alcuni minuti dopo anche numerose imprecazioni e finalmente trovò quel dannato volantino del: “Sweet Sushi Style”. Andò quindi a comporre il numero nell’attesa che qualcuno gli rispondesse, finalmente.

    Plonto? Sweet Sushi Style, mi dica?
    Ehm, allora iniziamo da due porzioni di Udon, due vaschette di Uramaki, una vaschetta di sushi mix e per finire due porzioni di Ramen.
    Mi scusi siniole ma il lamen non lo conscenziamo più a casa, pelò pel il lesto abbiamo tulto
    Mi scu? No vabbè ok niente Ramen, verso le 21 e 20 sarebbe l’ideale, vi do anche l’indirizzo di cas…
    No siniole tlanquillo, usuamo la posiziole di dove chiama. Quando alliva il lagazzo dia i soldi a lui.
    Cioè?...Ha riattaccato...
    Il rosso rimase un attimo sconcertato dal modo di fare del suo interlocutore, tanto che iniziò a pensare che forse il cibo per la cena non sarebbe mai arrivato, ma a dirla tutta non aveva ulteriore tempo da perdere, doveva vedere se la stanza per gli ospiti era effettivamente agibile e adatta ad ospitare la ragazza.
    Fortunatamente per lui la stanza era quasi del tutto in ordine, tranne che per alcuni piccoli particolari che cercò di mettere più o meno in ordine, sembrava finalmente essere tutto in ordine e confidava che la stanza in fin dei conti sarebbe potuta piacere anche a Nael. Il rosso però decise di cambiarsi, così da assumere un aspetto più casalingo del solito andando ad infilarsi un paio di pantaloni blu scuro, una t-shirt color nero ed infine una giacca da tuta sportiva color grigio scuro.
    DLIN DLON
    Sentì suonare il campanello, che fosse arrivata effettivamente Nael oppure il ragazzo delle consegne del ristorantino del sushi?

    Arrivo, un attimo!
    Disse arrivando vicino alla porta, se fosse stata effettivamente Nael il rosso avrebbe invitato chioma bianca non solo a farsi sotto ma anche ad entrare effettivamente in quella che poteva diventare la sua nuova casa.
     
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    Nael dopo esser tornata a casa, aver sfogato quella bruciante pressione dentro il petto, aveva preso le scatole e ci aveva messo dentro i macchinari che le servivano per cucire e che portava ormai ovunque. Due intere scatole di oggetti per il suo lavoro, tra cui stoffe e alcuni vestiti mezzi completi. Prese poi la sua valigia, sistemando dentro i suoi vestiti e i suoi effetti personali, seppur erano decisamente pochi. Prese il manico con la mano destra, notando come questo ormai aveva segni di bruciatura su di quello. Tenendo in una mano le due scatole, impilate una sopra all’altra, e nell’altra la valigia, Nael iniziò a dirigersi verso l’indirizzo senza nemmeno guardare il foglio, siccome aveva memorizzato il nome. Ci mise poco per arrivare, più che altro perché ormai aveva una certa esperienza nel muoversi tra la neve. Parlando di neve, Nael aveva cambiato il suo vestiario così che non le desse fastidio portare quei oggetti pesanti. Un vestito semplice e elegante, che andava però a far sentire più comoda Nael. La camicia nera a sbuffo, era chiusa intorno alla vita grazie alla giacchetta marrone, le gambe erano fasciate in dei pantaloni attillati, con degli stivali beige che arrivavano poco oltre le caviglie, con un tacco alto sei centimetri. La cosa la metteva un poco a disagio, siccome questo metteva in evidenza i fianchi e le gambe larghe, ma se voleva trasportare quei cosi pesanti si doveva accontentare.
    Mentre camminava in mezzo alla neve, Nael sentiva una certa agitazione nascerle nel petto, un’agitazione che la faceva sentire una bambina quasi. Non voleva, ma allo stesso tempo sapeva che era la cosa giusta. Si fermò, guardando verso il cielo ormai scuro, prendendo un lento ma profondo respiro. Dalla sua bocca, una leggera nebbiolina bianca data dal calore del suo fiato si presentò. Chiuse gli occhi, sentendo i piccoli fiocchi di neve posarsi sul suo volto. Stava nevicando, di nuovo. E a lei piaceva. Dimendica di tutto, per la prima volta in un lungo periodo, Nael finalmente sentì calma. Dentro di lei, fuori da lei. Non v’erano rumori strani, c’era solo il vento silenzioso.

    Santo cielo...
    Sospiro, prima di riprendere il suo cammino. Si fermò di fronte alla porta, lasciando la sua valigia e mantenendo comunque le scatole con una mano. Osservò il campanello, per qualche attimo, prima di suonare. Una delle prime cose che voleva fare era subito prendere le misure di Leonhart, e iniziare a disegnare un vestito. Quando Leo aprì la porta, si sarebbe infatti trovato davanti Nael, con in una mano le scatole e nell’altra la valigia. Non sembrava per nulla affaticata, anzi. Si fece avanti nella casa, guardandosi intorno piuttosto confusa, prima di riportare il suo sguardo su di Leonhart.
    Dove posso lasciare le mie macchine? E le stoffe? Anche se immagino che devo prenderne anche di nuove più resistenti...
    Disse l’ultima parte quasi come se stesse pensando a voce alta, prima di scuotere leggermente i capelli bianchi e ritornare con il suo sguardo verso il ragazzo. Nael aveva sui capelli ancora di quella neve caduta, così come sulle spalle e sulle scatole, ma sembrava quasi che la neve a contatto con i suoi vestiti si stesse velocemente sciogliendo, come se il corpo della ragazza fosse in realtà una fornace vivente.
    "Sei ancora sicuro di volermi qui?"
    Domando stavolta, piegando leggermente la testa di lato, la voce e l'espressione ancora neutra. Però sembrava molto più... calma, e tranquilla. Effettivamente, usare il suo fuoco e poi stare sotto la neve l'aveva calmata molto e l'aveva rilassata. Nonostante ciò potesse essere un pericolo per la salute di una normale persona.
     
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    Come concordato finalmente Nael aveva raggiunto la casa del rosso, Leon aprendo la porta notò immediatamente gli oggetti che portava con sé, delle scatole ed in una mano una valiga, il rosso iniziò a pensare seriamente che forse quella ragazza aveva perso molto. Anche perchè era impossibile che una ragazza della sua età avesse effettivamente così poche cose, gli sembrava abbastanza strano, ma di certo non era lui quello che doveva giudicare in modo effettivo le scelte di Nael.
    Alzò platealmente il sopracciglio destro guardandola anche un po' male, possibile che anche in quel momento si facesse venire in mente simili paranoie? Il motivo per il quale il rosso voleva dare una mano alla ragazza era perché in qualche modo si sentiva in sintonia con lei ed in un certo senso voleva proteggerla. Infatti in un angolo oscuro della sua mente iniziò a pensare a Nael come ad una sorta di sorellina, seppur non di sangue, da aiutare e soprattutto da cercare di indirizzare verso una via di propositi nettamente migliori!

    Mah…. Vieni dai… Ah!
    Puoi pure l’asciare le tue cose qui all’ingresso, fra poco dovrebbe arrivare la cena. Credo?

    Si domandò a voce alta, anche perché non sapeva se l’uomo che aveva preso l’ordinazione sarebbe arrivato veramente o meno. Sicuramente però la cosa che il rosso doveva fare prima di tutte era prendere Nael e portarla al secondo piano, dov’era situata la sua possibile stanza.
    Iniziò a dirigersi verso le scale dando le spalle a Nael e nel farlo indicò prima di tutto una porta di vetro.

    Allora, questo è il bagno, se ti vuoi fare una doccia o altre cose… Beh è il bagno.
    Comunque seguimi, ah ultima cosa.
    Come detto prima lascia li i tuoi strumenti che poi procederemo a sistemarli, seguimi e porta con te i tuoi indumenti.

    Certamente Leonhart non era la guida casalinga più famosa ed esperta di Londra, ma se Nael lo avesse seguito fino al secondo piano si sarebbero poi trovati in un piccolo corridoio con due camere una davanti all’altra.
    Il rosso andò ad aprire la porta sulla sua sinistra. Se Nael si fosse esposta avrebbe potuto notare una stanza dalle dimensioni comunque grandi per una persona normale, un letto matrimoniale che ora poteva diventare tutto per lei ed a sei metri sulla sua destra un armadio in legno color noce alto circa 1e80cm e largo 2e50m. Era una stanza che in ogni caso Leon cercava comunque di tener pulita e ben curata, anche perché alla fine non si sapeva mai quando un possibile ospite poteva venire a trovarti.

    Forza, accomodati. Magari non è nulla di speciale ma almeno meglio di niente no?
    Cercò di buttarla sul ridere, non sapeva se quella stanza era adatta agli standard di una ragazza come Nael, ma alla fine l’unica cosa che poteva fare era sperarci.
    Allora, metti pure a posto i tuoi vestiti, se non ti basta l’armadio nella stanza è presente anche un armadio appena sopra le scale.
    Bene. Credo sia arrivato il momento di lasciarti sola a sistemare le tue cose, mettiti a tuo agio e quando sarai pronta ti aspetto al piano terra.

    Non sapeva se fosse stato effettivamente funzionale ed esplicativo ma alla fine di certo non era uno di quei venditori di case che capitava magari di vedere in alcuni programmi televisivi. Avrebbe poi tolto la chiave dalla serratura, consegnandola a Nael. Gli sembrava giusto levarsi di torno, per lasciare il tempo alla ragazza nel provare ad ambientarsi meglio e soprattutto per mettere in ordine le sue cose.
    Una volta che Nael avesse preso la chiave in mano, il rosso proprio come aveva detto, si sarebbe diretto al piano terra anche perché mancavano ancora circa 5 minuti all'arrivo della cena, anche se la vera domanda era un’altra, sarebbe arrivata veramente?
     
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    Nael quasi alzò il sopracciglio allo stesso modo di Leonhart, quasi in realtà aspettandosi una reazione del genere. Facendo un sospiro silenzioso, la ragazza lasciò i due scatoloni all’ingresso come aveva detto Leonhart, mantenendo la valigia nella sua mano destra. Iniziò a seguire il ragazzo il ragazzo, guardandosi intorno e memorizzando quel che le diceva. Solo una cosa le venne in mente… il bagno aveva i vetri trasparenti? La cosa la stava facendo venire un poco di ansia, in verità.
    Seguì Leo fino alla stanza degli ospiti, o meglio… la sua? D’ora in poi. Sperava. Osservò la stanza, guardando il letto, l’armadio, e l’intorno di quello. Era decisamente migliore rispetto alla stanza dove aveva dormito fino ad ora, e probabilmente pure della sua casa prima che questa bruciasse.

    Decisamente. E’ molto più grande rispetto alla stanza che avevo prima.
    Disse, con calma, senza in verità riferisti a nessuna casa in particolare. Stava tentando di scherzare a sua volta? Difficile da dire con quel tono di voce neutro che aveva. La ragazza piegò leggermente la testa di lato, e annuì prendendo le chiavi offertole da Leo.
    Ho capito, grazie.
    La voce di Nael era calma, la sua schiena dritta e il suo sguardo quasi fermo. Almeno fino a quando Leonhart non la lasciò da sola. A quel punto di lasciò andare in un respiro profondo per calmare il suo cuore impazzito. Si portò una mano al petto, come a trattenere il battito furioso, ma non servì a molto. In ogni caso, una volta da sola, Nael rimase a guardare la porta per qualche secondo, indecisa sul cosa fare, prima di andare verso l’armadio e tirare fuori le cose che aveva dentro la sua valigia… quattro vestiti, meno quello indossato da lei prima, in quanto bruciato durante il suo sfogo. Tra di quelli vi era pure il suo pigiama. A volte ringraziava il cielo di sapere come fare dei vestiti, altrimenti finiva senza di quelli e sarebbe dovuta girare nuda. In ogni caso, oltre ai vestiti possedeva alcuni stivaletti e scarpe, che mise in ordine, e infine sistemò i suoi accessori. Quando arrivò alla sua benda nera, la osservò quasi in trans, prima di metterla via. In effetti, aveva veramente poche cose. Mise la valigia da parte, osservando di nuovo la stanza, per poi sedersi sul letto e fare un respiro profondo, distendendosi su di quello. La sua schiena ringraziò e quasi iniziò a piangere, mentre Nael faceva un leggero sospiro di sollievo. Non si era resa conto di quanto dolore provasse, fino a quando non si era stesa sul letto. Poi si ricordò che effettivamente avrebbe dovuto scendere, dunque si alzò di scatto e si alzò in piedi. Usò uno dei suoi trucchetti per asciugare i vestiti dalla neve, così come i suoi capelli. Si sistemò velocemente i capelli bianchi, scendendo le scale, non rendendosi conto che effettivamente erano passati più di cinque minuti, forse sei o sette.
    Scusa, eccomi.
    Scese, stranamente i suoi capelli e vestiti asciutti seppur poco prima erano coperti di neve. Nael si osservò un’altra volta in torno, cercando con lo sguardo Leonhart, avvicinandosi poi a lui una volta trovato.
    Non dovrei già prendere le tue misure così posso già iniziare a fare dei bozzetti?
    Chiese, piegando leggermente la testa, con le mani dietro di lei e le dita che si muovevano tra di loro, come agitate, in quella voglia che Nael provava nel disegnare e fare nuove cose. Dopotutto, Leonhart ci aveva visto giusto, quella che lei aveva era una passione bruciante.
     
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    Leon tornò al piano terra lasciando tutto il tempo possibile a Nael di ambientarsi, capiva e comprendeva la difficoltà del fatto di doversi spostare e cambiare a tutti gli effetti la propria casa andando però ad essere ospite di qualcuno che aveva alla fine a mala pena conosciuto e il rosso ci teneva in qualche modo comunque a fare una buona impressione!
    Una volta arrivato al piano terra il rosso si diresse verso il bancone da cucina, doveva trovare un rimedio e iniziare i preparativi della cena, anche perché era poco convinto che il tizio giapponese avesse detto la verità. Estrasse da sotto il piano cottura una pentola di colore nero dal diametro di 45cm prendendo anche due piatti,,ora che però ci pensava meglio, il ragazzo non aveva effettivamente mai ospitato nessuno a casa sua e le probabilità che facesse una brutta impressione invece erano assai alte.
    Una volta estratti gli “utensili” del mestiere si diresse verso il frigorifero andando a prendere una bottiglia di coca cola, una di aranciata ed infine naturalmente l’acqua, posizionandole sul piano rialzato a forma di L. Messa in ordine quella che si poteva considerare più o meno una tavola, Leon andò per accendere il fornello però si trovò di fianco una sorpresa che lo fece sussultare in modo abbastanza vistoso.

    MA PORCA...
    Mi hai fatto prendere un colpo...

    In quel momento il ragazzo era talmente assorto nei suoi pensieri che non si era accorto minimamente che Nael fosse scesa al piano terra e si fosse avvicinata così tanto a lui.
    Il rosso ascoltò ciò che aveva da dire chioma bianca e sembrava proprio intenzionata a mollare gli ormeggi per prendergli subito le misure e mettersi a lavoro. Leon doveva assolutamente spezzare una lancia a favore della ragazza, capitava veramente di rado di vedere persone così dedite al proprio lavoro e volenterose. Il rosso andò a posare la sua mano sinistra sul capo di Nael, quasi a volerla confortare mentre gli sorrise compiaciuto e divertito.

    Mi piace la tua voglia di metterti subito al lavoro, sei quasi stimolante sai?
    Però che ne dici di goderti una bella cena e divertirti?

    Chiese con fare ironico mentre staccò la mano dalla testa di Nael, non gli avrebbe certamente negato il fatto di potergli prendere le misure, ma secondo lui la ragazza avrebbe dovuto godersi la serata senza pensare ad altro, o meglio doveva pensare a riambientarsi in una realtà diversa dalla casa in cui viveva.
    Il rosso però aveva ormai perso la speranza, anche perché la cena che aveva ordinato era palesemente in ritardo di quasi 7 minuti e probabilmente non sarebbe mai arrivata, quindi andò a mettere la pentola sul fornello ad induzione accendendo il fuoco.
    DLIN DLON
    Leon guardò sorpreso Nael, che fosse il ragazzo delle consegne? Difficile dirlo, ma dato l’orario poteva sicuramente essere.
    Appena il ragazzo aprì la porta si trovò davanti una ragazza alta all’incirca quanto lui e con una giacca felpata di colore nero, ad occhio e croce era circa sulla ventina o poco più, con in mano un sacchetto di carta abbastanza grosso e voluminoso.

    MI SCUSI DEL RITARDO!
    Sono la ragazza che consegna la roba da parte del Sweet Sushi Style

    Sinceramente avevo poche speranze che la cena arrivasse direttamente a casa, comunque c’è tutto dentro a quel sacchettone di carta?
    Certo, ho controllato prima di scendere dall’auto. Il proprietario dovrebbe anche averle detto il costo finale del servizio!
    Ehm…. N…. Certo!
    In effetti il tizio che aveva risposto a telefono in verità non gli aveva detto proprio una mazza, ma facendo un piccolo calcolo di quello che aveva ordinato il rosso aveva già preparato i soldi.
    Leon diede di conseguenza i soldi alla ragazza che non appena li prese si diresse immediatamente sulla macchina, partendo con quel bolide a tutta velocità facendo dipingere sul volto del ragazzo un’espressione abbastanza sconcertata.
    Con il sacchettone di carta in mano il ragazzo si diresse verso il piano cottura, posizionando le cibarie proprio sopra al piano rialzato cercando lo sguardo di Nael.

    BENE SI MANGIA!
    Disse in tono squillante mentre iniziò ad estrarre le varie vaschette contenute in quel sacchettone maggico e posizionandole una accanto all’altra, era arrivato il momento di gustarsi quella cena che aveva ordinato e che era finalmente arrivata a tutti gli effetti.
    Bene Nael, accomodati pure così possiamo iniziare finalmente a cenare!
    Leon si accomodò ad una di quelle sedie presenti davanti al piano cottura invitando Nael a fare lo stesso, nel vassoio di alluminio dove era collocato l’Udon erano presenti altri due piccoli vassoi che presentavano quindi le due porzioni separate e distinte. Mentre nei due vassoi di alluminio dov’era collocato il sushi si poteva vedere una strabiliante ed invitante distesa di colori.
    Non appena Nael si fu accomodata, il rosso le diede la sua porzione di Udon con tanto di forchetta. Era veramente curioso di scoprire cosa ne pensasse Nael del cibo giapponese.
     
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    Nael piegò la testa leggermente di lato, in confusione, per poi sussultare leggermente quando Leonhart poggiò la mano sui suoi capelli corti e folti. Rompendo per l’ennesima volta l’espressione neutrale di Nael, Leonhart avrebbe facilmente percepito tra le dita quanto i capelli di Nael fossero curati. Lisci, morbidi, erano folti eppure tenuti con cura in un taglio preciso. Gli occhi di Nael si aprirono molto, mostrando l’iride ghiacciata, mentre la bocca era leggermente aperta, comunicando la sua sorpresa. Sorpresa che perdurò, vedendo che si stava dirigendo ai fornelli accendendo il fuoco. Tutta via, quando il campanello suonò, la sua testa si mosse automaticamente verso la porta, guardandola. Recuperò velocemente la sua compostezza, portando le mani ai lati del suo corpo, aspettando che fosse lui ad aprire la porta, siccome era il padrone della casa. Curiosò oltre il fianco di Leonhart, muovendosi leggermente di lato, osservando la ragazza, domandandosi come mai erano tutti così bassi. Era normale? Era lei ad essere l’anormale ad essere troppo alta? Non aveva nemmeno smesso di crescere, lei! Dopotutto aveva ancora solo sedici anni, e la cosa cominciava a preoccuparla.
    Osservò le veloci battute di entrambi, prima di vedere Leonhart muoversi con il sacchetto e invitarla a sedersi e a provare il cibo. Nael riguardò invece il fornello, però capendo che non era uno come quello a cui era abituata si rilassò. Annuendo, Nael si sedette in modo composto, con la sua schiena dritta e le gambe unite, le mani sulle ginocchia.

    Okay. Come si chiamano?
    Chiese, prendendo la forchetta offertole. Seppur un poco impacciata, assaggiò l’Udon, prima di sbattere leggermente le palpebre. Per la prima volta, sentiva le sue papille gustative solleticate dal gusto di quella cibaria in modo sublime, tanto da farle abbandonare per poco la sua espressione neutra in una leggermente compiaciuta, senza tuttavia farla sorridere.
    E’ buono. Con cosa è fatto? E quelli?
    Domandò, ora con curiosità quasi viscerale, guardando i sushi e le altre vaschette, sporgendosi leggermente in avanti con il busto, prima di guardare verso l’alto e direttamente Leonhart, negli occhi. Le guance di Nael erano tinte in un tenero colore arrossato, mentre i suoi occhi dimostravano un’innocenza quasi disarmante.
     
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    In un certo senso il ragazzo si sentì orgoglioso nel vedere Nael sedersi al suo fianco pronta a degustare le cibarie che il rosso aveva ordinato e che erano effettivamente arrivate a casa. Doveva ammettere che però nonostante quelle espressioni poco gioviali e con poche emozioni Nael in un certo senso era una ragazza veramente carina, quasi coccolosa.
    La vide anche sedersi in una posa proprio da signorina, tanto che trattenne per alcuni secondi una plateale risata, erano pochi minuti che chioma bianca si era stabilita nella casa di Leon ma sembrò comunque essere a suo agio. Era tutto pronto e finalmente con Nael seduta il banchetto poteva iniziare!
    Sgranò gli occhi nel vedere la ragazza assaggiare quella pietanza rimanendone sorpresa, tanto che cambiò leggermente la sua espressione, che gli stesse piacendo in fin dei conti? Molto possibile, pure Leon però munito di forchetta iniziò ad assaggiarla. Non appena il boccone entrò nella bocca del ragazzo, il rosse venne come colpito da un gancio destro dritto alle sue papille gustative.
    Il brodo che accompagnava quella pasta era leggermente salato e accompagnato da alcune spezie che impregnarono la pasta di quell’aroma delicato ma pungente, tanto che il ragazzo chiuse per un attimo gli occhi per godersi al meglio quella piccola esperienza papillare. Era impossibile da credere che un piatto portato a casa tramite corriere fosse rimasto così buono, e se la causa di tale bontà fosse proprio derivata appunto dal tempo? Che avrebbe permesso senza mezzi termini alla pasta di assorbire ed assimilati i sapori contenuti in quel brodo, anche perché non trovò altra spiegazione ad una tale bontà.
    Riaprì gli occhi ne sentire la domanda di Nael, rimanendo perplesso, allora era vero che non ne aveva mai assaggiato nemmeno uno?

    Fi?
    Cercò di deglutire, anche se in modo fin troppo rumoroso. Se avesse parlato con il cibo in bocca sicuramente Nael non avrebbe capito nulla di quello che gli avrebbe detto il ragazzo.
    Quindi veramente non ne hai mai assaggiato? Pensavo che al cinema stessi scherzano ed invece…. Uhm.
    Bhe questo Nael si chiamano Udon, potremmo definirli a tutti gli effetti dei veri e propri spaghetti ma rifatti con lo stile Giapponese.

    Il rosso posò la forchetta portando però in avanti la parte alta del corpo, prendendo i due bicchieri in plastica e la bottiglia d’acqua. Aprendola verso il liquido in entrambi i bicchieri, portando uno dei due davanti a Nael.
    Questi particolari spaghetti sono fatti con ingredienti piuttosto semplici come: ”acqua, sale e ovviamente la farina”, e a proposito di farina non vorrei errare ma dal sapore dovrebbe essere farina di grano.
    In quel momento Leonhart espose la sua più che vasta conoscenza della cucina, a conti fatti era naturale che a forza di vivere da solo e soprattutto per evitare di morire di fame, era necessario conoscerla per prepararsi le cibarie da solo o comunque aiutarsi nel farlo grazie allo straordinario mondo dell'internetto.
    Sorseggiò per un attimo il bicchiere, prima di portarsi ancora una volta il boccone alla bocca spostando poi lo sguardo su Nael.

    Pariamo col dire che quelle distese colorate che stai vedendo alla fine è un modo diverso e più colorato di mangiare il sushi, o almeno io la vedo così. Cioè voglio dire, presentare ad un bambino un piatto di riso normale risulterebbe come dire un po’ meh….
    Per quello, credo, abbiano optato per forme più coloreggianti e belle. Alla fine è proprio un modo alternativo di mangiare il riso.
    Quelli che vedi al centro sono gli Uramaki, distinguibili specialmente dall’esterno dato che presentano o dei semi di sesamo o delle uova di pesce. Poi invece la vaschetta sulla destra bhe li è un mix di vari tipi di sushi e alcuni manco me li ricordo.

    Cercò di spiegare al meglio la situazione e sperando di esserci riuscito, anche se era consapevole che forse in quel momento poteva risultare molto logorroico. Il rosso però doveva ammettere che a parole forse la cosa non rendeva proprio al 100% e l'unica cosa invece che bisognava effettivamente era proprio l'usare le papille gustative. Prese la vaschetta degli Uramaki mettendola fra lui e Nael
    Ragazza! Credo sia meglio tu assaggi, così da capire meglio la situazione.
    Spostò verso di lei quella vaschetta dicendo quella frase con tono squillante ed energico.
    Sorseggiò per qualche secondo, in modo piuttosto rumoroso, il brodo dentro alla vaschetta di Udon, spostando ancora una volta lo sguardo su Nael, ma stavolta in volto era molto più serio rispetto a prima.

    Ok bene, ora basta fare il minchione.
    Prima al cinema hai detto che tua madre è morta e tuo padre è scappato giusto? Capisco perfettamente la tua perdita, ma sarei curioso di scoprirne di più a riguardo.

    Il ragazzo in quel momento era consapevole di aver toccato un tasto fin troppo dolente per Nael ma era curioso di scoprire di più su quella ragazza e soprattutto sul suo passato, se voleva veramente aiutarla quelle erano informazioni che avrebbe dovuto sapere. Voleva comprendere meglio il vuoto che portava dentro quella ragazza che all'apparenza era di ghiaccio, un vuoto che il ragazzo conosceva fin troppo bene.
     
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    Nael scosse la testa, quando Leonhart diva che lei stesse scherzando. Lei non scherzava molto spesso, e Leonhart l’avrebbe scoperto prima o poi. Nael in ogni caso era una che imparava in fretta e velocemente, per questo rimase con gli occhi attenti a guardare ogni pietanza mentre Leonhart le presentava. Guardò i sushi con un’espressione che esprimeva la sua ammirazione per un cibo così colorato e allo stesso tempo che sembrava leggero! Sussultò leggermente quando la vaschetta degli Uramaki venne posta di fronte a lei. Delicatamente ne prese uno tra le dita per portarlo alle labbra, per poi degustarlo chiudendo gli occhi. Nael sentì le sue papille gustative impazzire, abbracciando il sapore e solleticandole il palato. Per l’ennesima volta, le guance di Nael assunsero un leggero tono rossastro, mentre un’espressione quasi soddisfatta le si schiaffò sul volto. Le sopracciglia rilassate, così come le spalle e la schiena. Non commentò nemmeno il modo rumoroso del ragazzo per bere il brodo, troppo affascinata dal gusto saporito. Tale sensazione, tuttavia, non rimase a lungo. Infatti, appena Leonhart accennò a smettere di fare il “minchione”, attirò la sua attenzione.
    hm?
    Piegò la testa leggermente, prima di ritornare a una espressione neutra e rigida, cercando di trattenere il “non sono affari tuoi” furioso che bruciò immediatamente dentro il suo petto. Sbatte le palpebre, cercando di calmare il suo cuore e rabbia, sopratutto il suo potere. Non voleva bruciare i vestiti di nuovo. Doveva semplicemente non pensare a sua madre, sarebbe stato facile… forse.
    Mio padre si era ammalato, gravemente, prima che una sera se ne andasse senza dire nulla quando a stento io avevo cinque anni. Non so se sia vivo, o se sia morto.
    Disse infatti Nael, con un tono di voce neutro, quasi… rabbioso. Era furiosa, perché? Lei sapeva… che se suo padre era ancora con loro, quando sua madre era in pericolo… magari le cose sarebbero andate differentemente. Anzi, sarebbe sicuramente andato in un modo diverso! Nael si morse il lato destro del labbro inferiore, prima di cercare di calmare la sua rabbia, cosa che le risultava estremamente difficile. Anzi, troppo. Nael aveva tentato, accuratamente, di non accennare alla morte di sua madre, sapendo che il solo pensarci l’avrebbe portata con il fuoco a scoppiare e a distruggere quel che aveva intorno a lei. E di certo, non sarebbe stato un bel “primo giorno” in quella casa. Non che pianificasse di distruggerla più tardi.
    Non è che in verità mi importi molto, di quel che gli è accaduto. Se mia madre e io siamo finite così parte di questo è colpa sua.
    Era una rabbia quasi infantile, quella che Nael provava per suo padre. Che prima era una semplice diffidenza, ma che con gli ultimi avvenimenti l’aveva portata ad evolversi in quello. Nael prese un altro respiro profondo, prima di portarsi alla bocca un altro Uramaki, decidendo che l’unico modo per non pensare alla rabbia, era il cibo. Poi un piccolo sospetto le venne in mente. Se continuava in quel modo, sarebbe ingrassata ancora di più e sarebbe sicuramente finita ad essere una palla che roteava. Era questo il piano di Leonhart fin dall’inizio? La sua naturale diffidenza degli uomini, iniziò a mostrarsi. Farla divenire grassa, e poi attaccarla quando lei non poteva reagire?
     
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    Sorrise nel vedere Nael testare con le sue mani l'Uramaki, ed ancora una volta il rossore si dipinse sul volto della ragazza. Come se fosse una bambina davanti ad un negozio di dolciumi con gli occhioni completamente spalancati, una situazione divertente ed esilarante.
    Il rosso si concentrò sulla sua vaschetta di Udon nella quale sarebbero bastate poche altre forchettate per finirla, mentre iniziò ad ascoltare la risposta effettiva di Nael.
    Sicuramente la domanda che gli fece il ragazzo era molto personale e senza mezzi termini pure troppo invadente, ma la ragazza cercò comunque di rispondere raccontando probabilmente mnetà della storia o almeno per Leonhart era così.
    La trovò tremendamente strana in quel momento, soprattutto nel parlare di una cosa così delicata e personale ma nonostante tutto Nael sembrò mantenere un tono neutrale ma comunque pacato. Il modo di fare della ragazza però non durò a lungo, infatti la vide mordersi il labbro inferiore segno che forse c'era dell'altro sotto?
    Sicuramente e non poteva essere altrimenti, avrebbe voluto provare a confortarla in quel momento ma non gli venne in mente nemmeno una battuta idiota per spezzare quel ritmo. Anzi decise di alzare la mano destra e posarla ancora una volta sul capo di Nael con fare delicato scuotendola leggermente, l'intenzione di Leon non era affatto quella di metterla in imbarazzo ma quello fu l'unico modo che gli venne in mente per rassicurarla.

    Immagino che tu abbia passato dei momenti brutti e che forse avresti voluto dimenticare, ma molte volte non ci si può fare nulla.
    Sono consapevole che questo non è molto e ci conosciamo da poche ore, ma non mi dispiacerebbe se considerassi questo posto come l a tua nuova casa. Un posto dove magari ripartire nuovamente.

    Scosse il capo della ragazza accorgendosi di quanto fossero ben curati e morbidi i suoi capelli. Disse quelle parole mantenendo un tono di voce serio ma al tempo stesso con una certa amarezza nel cuore, comprendeva come si poteva sentire Nael in quel momento a parlare del suo passato, e sperava vivamente che magari andando avanti col tempo la situazione potesse cambiare e addirittura migliorare.
    Leonhart sicuramente avrebbe fatto di tutto per dare un futuro più o meno roseo alla sua nuova coinquilina.

    Sai, ormai sono trascorsi parecchi anni invece dalla scomparsa di mio padre ed ho imparato più o meno a conviverci, anche se ammetto che la cosa è abbastanza difficile....
    Quando ero più piccolo la nostra famiglia di certo non navigava nell’oro, anzi tiravamo a fatica avanti, ma grazie ad un benefattore mio padre trovò un lavoro che sembrò ridarci tutto quello che ci era sempre mancato.

    Tolse una mano dal capo della ragazza tornando a riposizionarsi meglio sulla sedia, voltandosi nuovamente a guardarla.
    Mio padre lavorava per un uomo chiamato Pete, e questo fantasmagorico individuo lavorava per un uomo ancora più potente e pericoloso, Kun Lan.
    Kun Lan, insieme a mio padre ed a un programmatore stavano lavorando ad un videogioco…. Un videogioco molto pericoloso.
    Una volta però scoperto il vero obbiettivo dietro la creazione del gioco, mio padre cercò di tagliarsi fuori da quel ambiente, presumo non volesse affatto mettere a rischio la mia vita….

    Sorseggiò per un attimo il liquido dentro al bicchiere di plastica così da dare un attimo di pausa a quella storia, in modo che Nael riuscisse a seguirla per intero.
    Di certo mio padre non aveva mai combattuto od altro, era un semplice musicista e per Kun Lan, o meglio i suoi uomini risultò facile trovarlo.
    Infatti Pete e i suoi uomini trovarono mio padre e senza mezzi termini lo fecero fuori. Meglio però che tu non sappia i dettagli macabri di questa storia.
    Ma una donna di nome Titania mi disse che mio padre possedeva uno strano potere chiamato Song of Life. Non sapevo che mio padre avesse un potere simile però credo di essermi fatto un'idea a riguardo, arrivando a pensare che forse il potere di mio padre avesse a che fare probabilmente con le anime delle persone.
    Non saprei quanto sia vera questa mia ipotesi, ma il programmatore riuscì in qualche modo a fondersi col gioco e a farlo suo diventando di conseguenza Dangerous Zombie. Anche se ho la netta sensazione che Kun Lan in qualche modo abbia ancora a disposizione copie di quel gioco, che se messe in commercio sarebbero un rischio a livello mondiale.
    E sempre secondo le parole di Titania siano vere, Kun Lan fa parte dei Kinght of The Round, un gruppo che brama la distruzione del mondo.

    Cercò di spiegare la parte più buia della sua vita sperando di non aver incasinato i pensieri di Nael, anche se era consapevole che in quel momento fece un sermone piuttosto lungo e probabilmente anche noioso agli occhi della ragazza.
    Staccò lo sguardo da lei stropicciandosi poi gli occhi col pollice e l'indice della mano sinistra.

    Ahhhh credo di averti annoiato con la storia che ti ho appena raccontato, no?
    Chiese alla ragazza, mentre andò a prendere non uno ma ben due Uramaki. Inserendo uno dei due pezzi di sushi fra la guancia sinistra e i denti, facendo lo stesso con la guancia di destra. Le forme dei sushi erano perfettamente visibili grazie alle sue guance, tanto che il ragazzo andò a riunire i due pezzi nella bocca iniziando a gustarseli entrambi e contemporaneamente.
     
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    Nael riportò velocemente su gli occhi su di Leonhart, quando questo le accarezzò la testa per l’ennesima volta. Ci stava prendendo gusto? In verità lei nemmeno capiva che sensazione le dava, quando qualcuno le accarezzava così i capelli. L’unico che l’aveva fatto, era stato suo padre quando lei era ancora una bimba. Dunque aveva sentimenti contrastanti riguardo quel gesto. Però sbatte le palpebre al suo commento seguente, ascoltando attentamente. Ogni parola che diceva Leonhart, le faceva pensare che forse il suo problema non era così grande. Non c’era nessuna distruzione del monto, in atto, nell’uccidere sua madre. Abbassando lo sguardo, Nael guardo il suo braccio destro. Avevano una storia simile, eppure diversa. Lui in qualche modo era finito in un percorso che l’avrebbe portato da qualche parte, e lei? Non ne aveva idea. I loro poteri erano pure diversi. Song of life, canzone della vita.
    E il suo? Un dannato braccio corazzato, ripieno d’odio e fuoco, che non poteva far altro che distruggere quel che si trovata tra le dita. Nael piegò leggermente le dita, osservando l’interno del suo palmo,

    Non capisco proprio il motivo, per cui è così facile togliere la vita a qualcuno.
    Semplicemente commentò, con gli occhi leggermente socchiusi, mentre continuava a fissare quasi in trans la sua mano. Nael percepì la sua mano riscaldarsi, così come l’aria intorno a lei, eppure non riusciva a fermarlo.
    E non capisco proprio perché, a volte, la vita sia così… ingiusta.
    Fece un respiro profondo, prendendo con la mano sinistra il bicchiere d’acqua, bevendone il contenuto calmando leggermente quel calore. Riaprì gli occhi dopo qualche attimo, ed era tutto di nuovo normale. Seguì l’esempio di Leonhart, e continuò a mangiare seppur più lentamente. Era affamata, ma cercava di non farlo vedere. La dieta rigida che seguiva non le piaceva per nulla.
    Non sei stato noioso. Però non credo che questi Knight of The Round devono essere ignorati, così come la possibilità che ci sia ancora quel gioco in giro. La polizia ne è al corrente- no, la polizia può fare qualcosa?
    Domandò, con un tono quasi assurdamente calmo, Nael mentre mangiava e beveva tranquillamente. Nonostante quel suo comportamento, però, Nael credeva alle parole di Leonhart. Dopo quel che lei aveva visto, in quella grotta, non si poteva stupire così facilmente. Riusciva ancora a percepire il sangue le schizzava sul volto, le viscere e la carne intrappolata tra le sue dita nel mentre che colpiva quei suoi nemici…
    Bevette l’acqua, non doveva pensarci. Non doveva. Era un ricordo orribile, nauseante, sopratutto perché tutto portava a quel momento, alla causa di quella rabbia.

    Hai in mente di cacciarlo, di cercare vendetta, non è così?
    Guardò su, dal suo bicchiere ora vuoto, sul volto di Leonhart. Nael lo sapeva, ne era consapevole, che Leonhart lo avrebbe fatto. Non per qualche strano motivo, ma perché se era vero che erano simili, allora lui cercava di vendicarsi. Se non era così, beh, Nael a quel punto avrebbe avuto conferma che la vita era davvero ingiusta, mostrarle quel che poteva essere ma che invece non sarebbe mai divenuta.
    Scusa, non avrei dovuto chiederlo.
    Chiese però scusa, guardando di nuovo sul tavolo. Dopotutto erano sconosciuti, non si conoscevano ancora perfettamente, e la domanda poi risultava parecchio rude. Almeno, dal punto di vista di Nael.
     
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    Doveva ammettere che la domanda posta da Nael era sicuramente interessante e soprattutto presentava anche innumerevoli sfaccettature. In fin dei conti perchè ammazzare una persona era dannatamente facile? Forse il motivo era per un puro tornaconto personale, come per esempio poteva essere quello di Kun Lan hai datti di suo padre e Dangerous Zombie? Oppure semplicemente per lavoro, come facevano i sicai o comunque i killer su commissione?
    Difficile dare una spiegazione netta ed effettiva, tanto che anche Leonhart aveva speso innumerevoli ore nel cercare di dare una spiegazione ad una domanda simile. Comprendeva chi uccideva per odio, anche se doveva ammettere che non era una cosa di cui andasse molto fiero, specialmente dato che pure lui si era macchiato le Mani di Sangue quando uccise Pete.
    Leon però cercò di darsi una mezza soluzione a quel rebus difficile da risolvere, infatti mettere il naso in affari tremendamente pericolosi poteva essere un grossissimo rischio.

    Non serve che ti scusi, alla fine l'ho tirato fuori io il discorso. Sinceramente non saprei come rispondere alla tua domanda, però ti dirò che anche io mi sono macchiato di un tale crimine.
    Grazie all'aiuto di Titania sono riuscito a trovare Pete e li le cose peggiorarono in modo drastico, tanto che dovetti ucciderlo per avere salva la vita.

    Voleva essere sincero con Nael ed era consapevole che rivalare quell'informazione alla ragazza lo avrebbe potuto far apparire come un assassino, ma non rivelò ancora del tutto a chioma bianca la situazione che si venne a creare dopo aver trovato Pete.
    Sgranò gli occhi quando nael gli chiese senza mezzi termini se volesse dare la caccia a Kun Lan. La risposta era più che ovvia per Leon, voleva trovare quell'uomo e fargli pagare i crimini che aveva commesso anche perchè se le parole di Titania erano effettivamente vere, lui e la sua cricca di amici avrebbero messo in serio pericolo il mondo.
    Leonhart prese un ennesimo Uramaki cercando di raccogliere al meglio mentre il suo sguardo era rivolto proprio contro il bancone. Decise poi di tornare a guardare Nael con quell'espressione seria in volto, se la ragazza avesse scrutato leggermente nello sguardo di Leon avrebbe visto una decisione fiammeggiante farsi largo nel suo animo.

    Kun Lan va trovato e fermato, anche perchè se le parole di Titania hanno un fondo di verità siamo in pericolo.
    Prese il bicchiere ancora con un poì d'acqua dentro e la sorseggiò non appena finì di dire quelle parole, posandolo poi sul bancone.
    Quello che realmente mi spinge a volermi vendicare non è solo il voler rendere giustizia a mio padre o per riparare ciò che è successo. Alla fine il passato è passato, e non possiamo accettarlo... Ciò che veramente voglio evitare è che altri bambini subiscano un brusco destino com'è capitato a noi due.
    Era innegabile quanto Leonhart volesse staccare di netto la testa di Kun Lan però dopo aver incontrato il drago nero le sue prospettive sul mondo iniziarono a cambiare a poco a poco, voleva provare a rendere il mondo un posto migliore. Voleva veramente impedire che altri ragazzini avessero un peso simile da portare sul cuore, ma per farlo aveva estremamente bisogno di alleati, anche perchè Kun Lan poteva far effettivamente conto sui Knight mentre Leonhart? Bhe il rosso era solo, in una storia di gran lunga più grande di lui.
    Nael, andare senza prove dalla polizia sarebbe più controproducente che altro, considerando anche la possibilità che possa esserci qualche poliziotto corrotto che potrebbe spargere la voce.
    In fin dei conti quanto sarebbe credibile che pincopallo sta forse cercando di mettere in commercio un gioco maledetto? Alla fine è solo una mia ipotesi quella che Kun Lan potesse avere ancora dei prodotti, e come ipotesi spero non trovi mai fondamento.... Ma ho una brutta sensazione.

    Leonhart sperava veramente tanto che la sua ipotesi noon fosse fondata ma al tempo stesso trovava strano che Kun Lan avesse perso tutti i dati di quell'ambizioso progetto proprio per mano di Dangerous Zombie. Soprattutto dopo aver visto coi propri occhi ciò che successe a Pete forse per il rosso era tempo di dire realmente a Nael come stavano le cose?
    Quando ho affrontato Pete, per la prima volta in vita mia mi sono trovato davanti a quello che potremmo definire un rito pagano o comunque un utilizzo improprio della magia.
    Non credevo che cose del genere fossero possibile, ma quando Pete fu in fin di vita il suo corpo mutò forma e aspetto trasformandosi in quello che potremmo considerare un demone.
    Pete in quel momento non era più un essere umano.

    Finì quel discorso spostando lo sguardo da Nael alla vaschetta di Uramaki, prendendone uno e mangiandolo. Non sapeva quanto effettivamente Nael avesse creduto alle parole di Leonhart, anche perchè il ragazzo era più che consapevole che a primo impatto quella storia non potesse essere vera.
    Per perseguire il mio obbiettivo ho bisogno di alleati. Sono consapevole di non potercela assolutamente fare da solo, anche perchè ora come ora non sarei in grado di affrontare Kun Lan.
    Prese un Uramaki ma più che mangiarlo lo porse quasi in segno di ringraziamento a Nael, per aver ascoltato tutto ciò che gli disse. Leonhart voleva in qualche modo rialzare i ritmi di quella serata anche perchè ci teneva che Nael si divertisse almeno un pochino.
    Quando eravamo al cinema ho notato che parlavi di tua madre con molto orgoglio. Sarei curioso di scoprire che donna era?
    Una domanda sicuramente fatta a bruciapelo da parte di Leonhart, il ragazzo in quel momento era veramente curioso di scoprire che rapporto ma soprattutto che donna era la madre di Nael, sempre che la ragazza avesse voluto.
     
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    Nael sussultò leggermente, appena sentì che pure Leonhart si era sporcato le mani di un tale crimine. Anche lui aveva perso il controllo, prendendo tra le sue mani innumerevoli vite…? Ovviamente no, era legittima difesa, quello di Leonhart. Lei infatti non fece nessun cenno o espressione che lo considerasse un assassino, che lo giudicasse, Lei non ne aveva diritto. Nael guardò di lato, appena Leonhart parò del brusco destino che era capitato a loro due. Il suo destino era già segnato, lo vedeva, lo percepiva. Era un destino che l’avrebbe portata a consumarsi, a divenire cenere sotto la sua rabbia infuocata. Riportò lo sguardo su di Leonhart, ascoltando, eppure percependo il petto pesante e una stretta soffocante alla gola. Annuì, all’accenno della polizia corrotta, capendo, e capì pure la parte della magia. Appena però le chiese di sua madre, Nael guardò il suo grembo e le sue mani, sentendo la pressione ancora più forte, più fastidiosa, più soffocante intorno alla gola. Se avesse potuto, probabilmente, lacrime sarebbero cadute dai suoi occhi. Ma lei le lacrime le aveva usate tutte. Non ne aveva più da spendere.
    Era una donna forte, decisa. Sapeva sempre quel che era giusto da fare, come farlo e perché farlo. Era così tanto forte, che non esitò a combattere da sola contro… tutta quella gente, da sola. Però è finita male.
    Disse, cercando di mantenere un tono di voce normale, seppur ad un certo punto la sua voce si era inclinata leggermente, ma si era ripresa velocemente. Prese un respiro profondo, cercando di calmare la sensazione che sentiva, il nodo alla gola e il bruciore che sentiva.
    Posso aiutarti, con Kun Lan. Almeno, posso provarci.
    La sua voce rimase calma, mentre parlava, mostrando il suo braccio destro, alzandolo. Le dita erano leggermente piegate verso l’alto, con il palmo aperto. Un leggero fumo si presentò sulla mano di Nael, nero, come se la stoffa stesse per essere consumata.
    Purtroppo… non ho controllo del mio potere, e potrebbe risultare… difficile, in effetti, parlarmi mentre lo uso.
    Sospirò, appoggiando di nuovo la mano sul suo grembo con uno sguardo quasi… amareggiato. Le era difficile parlare di quel potere maledetto, però se poteva aiutare prima di morire, beh, l’avrebbe fatto. Nael aveva smesso di mangiare, non più affamata, sentendo lo stomaco chiuso. Non riusciva pensare al cibo, anzi, si sentiva nauseata al solo pensiero di quello. Il colore del suo volto era ancora più pallido, rispetto a poco prima, così come i suoi occhi un poco più spenti.
    E’ una corazza, che diventa più calda ogni volta che uso del fuoco, e mi fa divenire ancora più forte. Però, se perdo il controllo, la mia forza raddoppia.
    Spiegò, in poche parole, quel che aveva visto da quando questo potere si era dimostrato sulla sua persona. Nael non sapeva chi dei suoi genitori avesse nel sangue qualcosa di così… pericoloso. E anzi, non capiva perché proprio a lei, sia dovuto capitare qualcosa del genere. In verità, non le piaceva pensare di utilizzare quel potere, però ormai aveva capito quale era la sua fine, dunque perché resistere? Non sarebbe di certo cambiato così, per magia. Nemmeno se lei si impegnava per farlo.
     
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    Allora tua madre era veramente una tosta, mi sarebbe piaciuto un sacco conoscerla.
    Furono le uniche parole che uscirono dalla bocca di Leonhart, vederla in quella situazione però gli stava dispiacendo un sacco.
    Nonostante il modo di parlare di Nael fosse comunque freddo e distaccato, Leonhart percepì una nota amara alla fine di quel discorso, avrebbe voluto tanto abbracciarla cercando di consolarla e dicendogli che tutto andava bene ma non era nel suo stile.
    Non voleva riempire la testa di Nael con fandonie che non stavano ne in cielo ne in terra, sgranò gli occhi nel sentire la sua proposta. Perchè voleva rischiare in quel modo la sua vita, specialmente in una potenziale missione suicida? Possibile che avesse realmente perso la speranza e la voglia di andare avanti?

    Calma Nael, calma.
    La strada che sto percorrendo per trovare Kun Lan potrebbe essere più pericolosa del previsto. Non posso farti correre un simile rischio!

    Non voleva far compiere a Nael un tale rischio, gli aveva promesso di aiutarla nella sua cariera da stilista e voleva mantenere fede a quel tacito accordo. Non voleva mettere a rischio la sua vita per nulla al mondo!
    Alzò il sopracciglio perplesso quando la vide alzare la sua mano, che aveva in mente? Uno strano fumo nero sembrò fuoriuscire dal palmno della mano di Nael mentre l'espressione di Leonhart si fece sempre più perplessa e stranita.
    Quindi il potere di cui era dotata Nael era proprio una corazza che più diventa calda e più aumentava la sua forza, sul volto di Leonhart si dipinse un'espressione preoccupata quando la ragazza parlò della perdita di controllo. Era una situazione da non prendere assolutamente alla leggere, il rosso andò a posare la sua mano destra sulla spalla sinistra di Nael come a volerla consolare.

    Vuoi veramente unirti a questa causa?
    Gli avrebbe chiesto in modo serio, avrebbe accolto la richiesta di Nael solo ad una condizione.
    Se vuoi realmente unirti a questa causa dobbiamo trovare un modo per evitare che tu perda troppo il controllo.
    Dobbiamo trovare un modo INSIEME

    Sicuramente il rosso la avrebbe aiutata a trovare un modo per controllare quel suo ed incanalarlo magari in una strada giusta, era conscio che ci avrebbe messo tempo e il percorso sarebbe stato difficile, ma doveva farlo per il bene di Nael.
    Avevo in mente una cosa, un progetto per così dire, così da impedire quella crisi che potrebbe diventare una realtà.
    In quel momento il rosso avrebbe preso un enorme respiro, voleva proporre a Nael un qualcosa che gli era venuto in mente ormai da parecchi mesi.
    Volevo mettere insieme un gruppo di persone eccezionali facendo in modo che collaborando fra di loro lo diventassero ancora di più. E che lavorassero insieme quando ne avremmo avuto bisogno per combattere quelle battaglie per noi insostenibili.
    Mise alla luce del sole l'idea che gli venne in mente, era consapevole che quelle parole fossero state usate anche da altri ma in una situazione incombente come quella di Kun Lan e i suoi uomini non poteva essere altrimenti
    Questo è quello che ho in mente, non nego che potrebbe essere una cosa fin troppo da videogioco o fumetto, ma confido nella sua buona uscita.
    Trovare alleati sarà indubbiamente difficile.

    In quel momento Leonhart era curioso di scoprire la reazione di Nael alla cosa che il rosso gli propose. Era consapevole che trovare alleati per una causa simile sarebbe stato dannatamente difficile.

    Edited by Deva - 19/5/2019, 18:54
     
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    Nael non sapeva se aveva fatto effettivamente bene ad mostrare ad Leonhart il suo potere, od ad avergli rivelato il suo problema di controllo, però comunque sentiva il peso dentro il suo petto aumentare. Forse perché non gli aveva rivelato tutto? Di certo non gli poteva dire che lei aveva ucciso così tante persone… solo perché era arrabbiata, quando lui le aveva detto che lo aveva fatto solo perché costretto. Era lei, la vera assassina. Sussultò leggermente, quando Leonhart poggiò la mano sulla sua spalla, e anzi, Leonhart stesso avrebbe percepito come la spalla stessa della ragazza fosse… quasi infantile, di un ragazzino e non di una adulta formata. Nael annuì leggermente, quando le chiese se voleva sul serio unirsi a quella causa.
    Sia che lo seguo, che meno, devo farlo… visto che è legato alle mie emozioni.
    Iniziò, cercando di calmare il suo cuore agitato. Doveva dirlo, doveva? Però non ne era sicura, il terrore era enorme, di ritornare come quando era nella grotta. Come poteva anche solo pensarci? Nono, doveva tenerlo nascosto, le cose non potevano che andare male se la gente conosceva i suoi punti deboli, l’avrebbero solo mandata male! Però… la mano sulla spalla, andava in qualche modo a spingerla a parlare e non riusciva a fermarsi. Forse perché aveva sopportato troppo, forse perché non poteva più contenere quel che sentiva.
    Come hai detto… sono triste, arrabbiata. E questo si riflette nelle mie abilità. E questa corazza, che io ho, non fa altro che alimentare ancora di più questi sentimenti.
    Spiegò. In effetti, da quando aveva usato per la prima volta quel potere, la sua rabbia invece che calmarsi non aveva fatto altro che aumentare, fino a farla sentire soffocata. Quella era la ragione per cui sopprimeva ogni sentimento, cercando mantenere la calma, seppur anche solo apparente, per pensare lucidamente fino a quando poteva. Non era ancora un cadavere senza volontà, alla fine.
    Non posso dare un’opinione, non ho mai giocato a un videogioco o letto un fumetto. Ma indubbiamente, un gruppo di persone è molto meglio rispetto a una singola. Inoltre, diverse persone e abilità possono andare a riempire le lacune di altri, così da fornire una base molto più solida e-...
    Mentre parlava, come se fosse in effetti pensando non solo più a un problema ma effettivamente a un lavoro e su come renderlo più efficace, Nael si portò la mano destra di fronte alla bocca, rendendosi conto che aveva di nuovo ripreso a parlare con un tono quasi più… passionale, rispetto a quello neutro. Dopotutto, era lei quella che cercava le idee per come far iniziare un negozio con le giuste basi, con un lavoro solido e che poteva perdurare. E, in effetti, di solito nei negozi si lavorava in compagnia. Un gruppo, e questo l’aveva portata a esprimersi con tutta se stessa, di nuovo. Fece un respiro profondo, cercando di calmare di nuovo quei sentimenti brucianti che le si annidavano all’interno.
    Emozioni troppo forti, possono farmi perdere il controllo e entrare in una spiacevole situazione. Non vorrei bruciare di nuovo parte dei miei vestiti per nulla.
    Perché sì, pochi vestiti, tanta creatività. C’era un motivo, se ne aveva così pochi di vestiti. Molto spesso, questi finivano in cenere molto prima che lei se ne accorgesse e per questo doveva crearne di altri, ogni volta, nuovi.
    In ogni caso… si, sono sicura in ogni caso, voglio aiutarti. L'unico... problema, è che non sono molto brava con le persone.
    Fece un leggero sospiro, guardando verso il basso, gli occhi leggermente socchiusi.
     
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