[Combat] Giustizia Privata

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    Quando Juri aprì gli occhi, inizialmente, dovette sbatterli più volte per capacitarsi di essere ancora sulla Terra, realizzando solo in un secondo momento di quanto le facesse male tutto il corpo... ma in modo molto meno grave e intenso di quanto si sarebbe aspettata ricordando gli ultimi eventi da sveglia. Era stata letteralmente addentata da un drago 5 volte più grosso di lei e, a pensarci, non si capacitava delle ultime parole che gli aveva sentito dire. L'aveva davvero risparmiata? Ripensando al proprio fallimento si sentiva una vera idiota, ma anche piuttosto... sollevata. Ora che era tornata in sé e perlomeno riusciva a pensare lucidamente, poteva essere felice di non essere andata fino in fondo. Chi si aspettava che quella bestia inarrestabile avesse persino due cuori? Fece flettere le dita di mani e piedi, una ad una, sempre più velocemente, e solo una volta realizzato di riuscire a muovere quasi tutto (la sinistra aveva ancora qualche problema e le gambe facevano un male fottuto), si mise seduta con un grugnito di fatica, guardandosi intorno per studiare l'ambiente. Poco prima di svenire, l'era parso di sentire "Stupida, se quello che volevi era semplicemente un cuore non dovevi far altro che chiederlo..." e ora che era tornata in sé quella frase le rimbombava nel cervello facendola sentire effettivamente, una stupida. Abbassò lo sguardo su di sé, notando che la sua ultradivisa si era ridotta (probabilmente ritirandosi mentre il drago la curava) a un collare ornamentale intorno al suo collo, nero, molto spesso, uno di quegli accessori dark con un ragno al centro pieno degli stessi occhi viola che solitamente le si aprivano addosso, mentre il resto del suo abbigliamento si riduceva all'intimo sportivo che aveva indossato quella mattina: un reggiseno viola che arrivava giusto al margine basso dei seni, lasciandoli leggermente scoperti, con una tarantola stilizzata sulla schiena che lasciava scoperta più pelle che altro, insieme a un perizoma decisamente molto succinto che solo per un momento la spinse a chiedersi se avrebbe potuto arrapare un drago. Perché mai ci pensava, poi? Piuttosto... Shagaru... che cazzo di problemi aveva? Non solo aveva tentato di ucciderlo, gli aveva sfondato il petto con una tecnica mortale e lo aveva ferito più volte pur di allontanarlo, ma gli aveva anche sempre e solo sputato del veleno addosso e lui si era persino preso la briga di salvarla. Non riusciva a spiegarsi perché. L'aveva avuta in pugno... Avrebbe potuto strappare la testa con una facilità disarmante e con ancora più velocità avrebbe potuto accartocciarla sotto le zampe come una macchina da rottamare. E invece non solo l'aveva portata lontana dall'omicidio che aveva compiuto ma l'aveva persino medicata con cura senza toglierle manco mezzo reggiseno e sbirciare un pochino (tradotto, nella sua mente malata: senza stuprarla brutalmente). Ah beh, quello probabilmente dipendeva dal suo essere umanoide, seppur non propriamente "umana". Sospirò, stringendo i pugni posati sull'ampio divano, incazzata con se stessa e con lui. Benché avrebbe voluto senz'altro esserlo, Juri non era completamente priva di coscienza, anzi, la gratitudine non l'era affatto un sentimento sconosciuto... solo che il più delle volte la faceva incazzare terribilmente esprimerlo, spesso talmente che avrebbe preferito mozzarsi la lingua piuttosto che parlarne. Il giorno in cui Arashi si era presentata alla sua "porta" con una splendida ultradivisa era stato un'eccezione, che aveva reso quasi facile ringraziarla; una bella donna, avvenente, con una storia alle spalle non dissimile dalla sua e che dal primo istante il suo cervello aveva etichettato in un solo modo: simile. Ma con Shagaru la questione era del tutto differente. Tutto dava l'impressione che non avessero niente da spartire, partendo dal suo essere un drago, finendo con il ben meno superficiale fatto che sembrasse avere un cuore gentile e votato alla giustizia mentre il suo, ironicamente, era nero e ultimamente molto abituato a spegnersi alla prima occasione. Non sapeva dunque come comportarsi. In un'altra occasione si sarebbe affidata alla parte più insopportabile di sé: il caratteraccio affinato negli anni di "non-vita". In quel caso la sua diffidenza e totale sfiducia verso il prossimo l'avrebbero portata a credere che ci fosse anche un altro motivo oltre alla mera bontà d'animo che avesse spinto il drago a portarla lì e "salvarla", e in un certo senso se lo augurava persino ora, ma aveva come la sensazione che quella volta le sue credenze si sbagliavano di grosso... e detestava questa sensazione. Proprio per questo usò un tono sarcastico e un sorrisetto provocatorio quando parlò, senza assicurarsi neppure che il suo interlocutore fosse nella stanza.
    In un'altra occasione mi avresti dovuta perlomeno portare a cena prima di spogliarmi, sappilo.
    Ecco il suo tentativo di mascherare il disagio. Non era di sicuro brava a farsi delle amicizie e tanto meno aveva idea di dove iniziare il discorso con qualcuno che prima si era messo tra i piedi e poi aveva fatto di tutto per salvarla anche quando aveva perso totalmente il controllo. Era ben più di quanto si sarebbe aspettata da uno sconosciuto... Era ben più di quanto avrebbe concesso alla sua maestra amata o a quel coglione di Erno. Il tentativo fu troppo fiacco e mal collaudato, dunque passò subito al dunque, e avrebbe cercato Shagaru con lo sguardo per puntare gli occhi nei suoi prima di parlare.
    ... Si può sapere perché diavolo lo hai fatto? Non eri affatto tenuto a... Farlo. Si indicò le ferite medicate con un ampio movimento del braccio "buono" dritto verso le fasciature su spalle e cosce/ginocchia. Non riusciva neppure a nominare il fatto che l'avesse salvata, orgogliosa e schiva com'era. Dimmi la verità, avanti. Sei uno sbirro o qualcosa del genere? Devo aspettarmi un qualche tipo di ricatto crudele così non spiffererai in giro che cosa ho fatto? Dimmi che si tratta di questo, per favore...
    Quasi quasi sarebbe stato più facile da digerire. Sentiva come se avesse bisogno di una scusa per detestarlo, altrimenti avrebbe odiato ancora di più tutto ciò in cui la sua energia e la sua sete la stavano trasformando. Con un lamento ben poco femminile si portò una mano ai capelli stringendo e portandoli indietro, sfogando un minimo di frustrazione. La sua tasta era un vero casino.
    Grrr... Che strazio..
    Stava una merda. Era una merda.
    Si strinse le spalle all'altezza delle cicatrici, e percependole si irrigidì di colpo, sentendosi a disagio non tanto perché il drago l'aveva curata e dunque spogliata (figurarsi, non era certo una verginella timida), quanto più perché aveva potuto vedere sicuramente quegli orribile segni: 4 solchi profondi e circolari posti esattamente intorno a braccia e cosce, dove Gil le aveva mozzato gli arti quel dannato giorno. Le braccia e le gambe si erano riformato attraverso il suo potere a partire proprio da quei punti e ora erano lì a ricordarle cos'era stato... Un terribile memento che la faceva incazzare e vergognare al contempo; come se non ci pensasse già troppo ogni singolo giorno che si guardava allo specchio! Con un unico movimento voltò le gambe in modo che i piedi penzolassero dall'ampio divano, mettendosi seduta normalmente ma continuando a reggersi con i palmi stretti sul cuoio. Lo sguardo basso, fisso sulle cicatrici adesso: la fascia iniziava poco sotto i solchi sulle cosce, quasi a lasciarli appena scoperti da far capolino e sbatterglieli in faccia. Era probabilmente un caso... ma la fece comunque incazzare, come se il destino volesse riderle addosso.
    Cosa vuoi da me?
    Continuando a fissare quei solchi si ripeté, non sapendo cos'altro dire. Stavolta in suo tono era molto più amaro.
     
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    Un drago poteva arraparsi per un perizoma? Si, se associato ad un fondoschiena perfetto come quello di Juri. Può farlo anche da fisicamente distrutto? Spesso si, ma in quel caso le cose erano un tantino più complicate. Per Shagaru rigenerare diversi tipi di ferite, anche molto gravi, era semplicissimo avendo a disposizione due cuori energetici invece di uno solo. Il problema era che la ferita in questione riguardava proprio uno dei suoi cuori, completamente andato. Aveva già rincominciato a rigenerarsi ma non sarebbe stato di sicuro un processo rapido, né indolore. Col tempo, per non impressionare i clienti, Shagaru aveva imparato a nascondere le ferite aperte con le scaglie nere ed era un trucco che gli veniva ancora piuttosto bene, ma mascherare il dolore... quello è tutta un'altra storia. Shagaru non era molto distante da lei, si trovava nel suo bagno privato giusto dietro la parete coperta dal divano su cui giaceva Juri. Il drago se ne stava piegato con entrambe le braccia inferiori sul lavandino e quelle superiori contro il muro, respirando affannosamente con le corna sollevate mentre cercava di concentrarsi in minima parte per poter ristabilire un battito cardiaco regolare. Fissava la sua immagine riflessa nello specchio. Nonostante tutto lì dentro fosse fatto su misura per lui, le mattonelle e la ceramica del bagno erano piegate dal suo peso, dolente per via della sconfitta subita. Aveva perso un cuore, perduto ogni goccia di energia. Se non fosse stato per la scaglia d'oro probabilmente sarebbe morto e non era sicuramente una bella sensazione. Percepì il risveglio di Juri prima ancora che iniziasse a parlare, ma riprese a respirare normalmente solo dopo quell'affermazione pungente che lo costrinse a ricomporsi.
    Io porto a cena le donne, non le ragazzine. Ho una reputazione da mantenere.
    Rispose netto, avvicinandosi all'uscita del bagno cercando di sembrare naturale. Certo, quella ragazzina lo aveva quasi ucciso ma anche lui era in vena di sdrammatizzare. Appena fu fuori dal bagno si voltò verso di lei posando le grosse zampe superiori sulle spalle in modo che le ali andassero in stato di quiete assumendo le fattezze di un leggero mantello nero. Era completamente nudo, ricoperto unicamente dalle sue scaglie nere che celavano ogni forma di vergogna, eccezione fatta per la ferita. Poteva coprirla, ma le dimensioni di quel buco erano troppo grandi e la ferita troppo profonda per ignorarla. Aspettò prima di avanzare, lasciando scivolare l'enorme coda a terra mentre Juri gli faceva notare che non era esattamente nei compiti di un avvocato improvvisarsi infermiere. Riprese a camminare verso di lei senza risponderle, lasciando che finisse di sputare il suo veleno in giro mentre afferrava un paio di tazze piene di caffè. O almeno una, quella destinata a Juri, era una tazza. La sua somigliava più ad un metallico barile formato gigante. Si avvicinò a lei finalmente, sedendosi davanti a Juri senza nessuna sedia, sfruttando l'immensa e possente coda perfettamente capace di sostenerlo. La domanda che gli fece Juri infine, accompagnata dall'invito a prendere la tazza, gli diede lo spunto per rispondere: cosa voleva da lei?
    Giustizia. Ecco cosa voglio.
    Una risposta netta, priva di doppi sensi o di esitazioni, Shagaru non nascondeva mai ciò di cui aveva più sete, anche se in quel momento quello che voleva bere era il suo caffè: infatti senza lasciare possibilità a Juri di rispondere sollevò quell'enorme contenitore alzando allo stesso tempo la testa, iniziando a trangugiare rumorosamente tutto il suo contenuto. La gola cavernosa di quell'immensa creatura nera produceva un suono gutturale, come se quel liquido stesse finendo all'interno di un abisso, mentre la muscolatura si sforzava di inghiottire tutto facendo gonfiare il collo, le spalle e i pettorali. Sembrava piuttosto che stesse divorando qualcosa anziché bevendo del semplice caffè, quello spettacolo poteva essere inquietante oppure affascinante in base agli occhi di chi lo guardava. Shagaru aveva bisogno di abbondanti dosi di caffè per ottenere l'effetto che la caffeina ha normalmente su un essere umano, per quello la sua tazza era tanto fuori misura. Svuotata quest'ultima, Shagaru la posizionò di fianco a sé, tornando con lo sguardo verso Juri mentre la lingua scivolava lentamente tra le sue fauci raccogliendo le ultime gocce di caffè rimaste sulle scaglie del suo volto.
    Dopo quello che ho visto sarei un pazzo se provassi a ricattare una come te. Mi spiace deluderti ma preferisco vivere. Inoltre ho un compito da assolvere: questo è ancora il mio caso e ho intenzione di risolverlo. Non sono un poliziotto, ma un avvocato. Il padre di uno dei ragazzi che hai ucciso mi ha chiesto di aiutarlo ed è ancora mia intenzione farlo. Ho già uno dei colpevoli, ma la questione non è ancora finita.
    Detto questo allungò la punta della coda verso la scrivania dove c'erano i suoi occhiali, mentre con una mano afferrava un grosso blocco di fogli tenuti assieme da un portadocumenti sgangherato. Si riferiva logicamente a lei quando parlava di colpevoli, ma il fatto che stesse parlando al plurale avrebbe dovuto far venire il dubbio a Juri che sulla sua lista non ci fosse solamente lei. Si portò gli occhiali sul muso alzando lo sguardo verso di lei, puntandole contro il cappuccio della grossa penna che aveva appena impugnato.
    Ho la sensazione che non collaboreresti se dovessi portarti davanti alla giustizia, inoltre sospetto che chiunque abbia provocato in te questa reazione tanto violenta, o se preferisci "la mente" dietro tutto questo non si fermerà di certo solo perché ti ho messo i bastoni tra le ruote. Quindi il caso non è ancora chiuso e ho bisogno di te per portarlo a termine. Il mio nome è Shagaru e se me ne darai la possibilità sarò tuo amico. Prima però dobbiamo capire perché questa parola non sembra entusiasmarti.
    A volte un Avvocato deve improvvisarsi anche psicologo, ed era pronto a sentire le parole di Juri a proposito di quell'argomento. Non poteva di certo negare che quella ragazzina fosse affascinante, ma qualcosa gli suggeriva che per lei il sesso non era un argomento così piacevole di cui parlare. Aveva visto come quei due erano morti... non un bel modo per andarsene. Un'esecuzione frustrata, disperata, delirante, tipica di chi ha subito un forte trauma. Le cicatrici sul corpo di Juri bastavano a far ribollirei l sangue di Shagaru di rabbia nei confronti di chi l'aveva ridotta in quel modo, sfortunatamente però non aveva abbastanza cuori per esplodere al momento.
     
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    Quando Juri sentì Shagaru sussultò leggermente, volgendo lo sguardo verso la soglia del bagno aspettandosi da un momento all'altro che si facesse vivo, senza sapere esattamente se si sentisse nervosa o meno in proposito. Alla sua affermazione sollevò un sopracciglio, e nonostante la situazione le fu impossibile reprimere un sorrisetto provocatorio. Quando alla fine fece capolino dal bagno, lei si chinò in avanti con le gambe larghe e le braccia tra esse, i bicipiti stretti verso il petto così da mettere in evidenza il seno prosperoso mentre gli si rivolgeva. Il suo tono di voce si fece roco.
    Sappi che sempre in quest'altra fantomatica occasione... drago o no, secolare o meno... Avrei preso questa provocazione come una sfida e ti avrei fatto ricredere piuttosto velocemente.
    Non aggiunse altro, ma non aveva avuto la minima incertezza negli occhi o nel tono di voce, stupendosi da sola nel rendersi conto di essere ancora in grado di provocare gli sconosciuti senza provare ansia o insicurezza, almeno quando era in sé. Si sentiva stranamente rilassata, anzi, spompapata era la parola giusta, probabilmente perché aveva preso abbastanza botte da ricordarsele per giorni. Sospirò mentre si rimetteva dritta, massaggiandosi la spalla sinistra mentre faceva roteare il collo per sgranchirlo; le mancava quel tipo di spensieratezza, quella che un tempo le aveva permesso di divertirsi quando voleva, con chi voleva, spammando eromanzie a destra e a manca per provocare i nemici e prendersene gioco. Seguì con lo sguardo i movimenti del drago nero quando si avvicinò, e non poté fare a meno di irrigidirsi alla vista delle scaglie danneggiate sul suo petto. Era difficile non pensare alla propria sfuriata quando il risultato di un simile errore le veniva sbattuto in faccia. Si chiese cosa sarebbe successo se avesse perso il controllo con Arashi, o Erno, e la risposta non le piacque, perché già con quel drago che praticamente non conosceva le stava pesando molto. Lo osservò mentre si sedeva e accettò di buon grado il caffè, portandoselo alle labbra istintivamente, salvo poi bloccarsi e lasciarsi sfuggire un commento spontaneo mentre sollevava gli occhi al cielo alla sua risposta. Sempre con quella dannata giustizia... Non avresti piuttosto una camomi- Si interruppe a fissarlo imbambolata quando lo vide trangugiare in quel modo il suo caffè, guardandolo come avrebbe fatto un critico d'arte davanti a un'opera completamente incomprensibile. Quando ebbe finito, gli porse prontamente anche la sua tazza, a malapena sfiorata dalle sue labbra ma comunque leggermente sporca di residui di rossetto.
    Tieni, sembri averne più bisogno di me.
    Guardare Shagaru che beveva era stato decisamente... istruttivo, diciamo. Aveva intravisto una lingua più lunga e ruvida di quanto si sarebbe aspettata, e dei muscoli che non sapeva neppure potessero diventare così grossi; probabilmente perché in un umano non sarebbe stato possibile. Era una creatura veramente affascinante. E per quanto in precedenza avesse cercato di provocarlo utilizzando il suo aspetto come appiglio, neppure una come lei poteva negare la sua bellezza selvaggia. Qualcosa che non tutti gli umani avrebbero potuto digerire forse, ma da cui lei si sentiva sicuramente attratta, anche solo a livello estetico. Per un attimo si ritrovò a desiderare che questa fantomatica diversa "occasione" fosse il presente e non una vana e lontana possibilità. Sarebbe stato un modo più sano per sfogare la rabbia ed esorcizzare i cattivi ricordi. Fu il drago stesso a portare la conversazione su un piano molto più serio, facendole dimenticare il corso che i suoi pensieri avevano rischiato di intraprendere. Cercò di non irritarsi più del dovuto per il fatto che il drago stesse cercando palesemente di psicanalizzarla, concentrandosi piuttosto su ciò che le stava chiedendo. Davvero uno come lui era un avvocato? Non si vedeva tutti i giorni qualcosa di simile e la cosa rischiò di farla scoppiare a ridere. Questa volta però, il discorso andava affrontato con un attimo di serietà... E senza sapere perché lei si sentì molto più sciolta del solito a parlare dei propri "problemi", senza la minima parvenza di vittimismo, in realtà. Il tono di voce era quello di chi sta per raccontare una storiella priva di troppo valore. Si sforzò di non pensare troppo al padre che diceva di dover aiutare, o sarebbe tornata a sclerare sicuramente. Nuovamente si sporse verso di lui, posando un gomito sulla coscia e la mano sotto la guancia, squadrando la sua faccia alla ricerca degli occhi che non aveva ancora individuato.
    Sai come nasce uno spettro, Shagaru? Di solito siamo anime reduci da morti violente che si rifiutano di lasciare questo mondo perché troppo incazzate e desiderose di vendetta. Io non sono diversa. E definire la mia morte "violenta"... Beh, sarebbe un vero eufemismo. Ero una sfigata di merda che è finita sotto le mani di un malato di mente insieme alla sua famiglia adottiva, composta da una giovane coppia la cui "madre", era incinta e prossima al parto. Non sto qui a fornirti dettagli cruenti, magari hai sentito parlare del caso Hollow avvenuto in Giappome qualche anno fa... Era diventato piuttosto famoso per la foto della spettro completamente nuda e ricoperta di sangue che era uscita dalla scena del suo stesso omicidio sorridendo come una pazza. In seguito il video integrale dell'accaduto era stato divulgato: qualcuno aveva deciso di mettere in rete il materiale per farsi bei soldi, non era chiaro se fosse stato qualche novellino alla polizia o un hacker esperto, fatto stava che il materiale snuff andava alla grande e in breve molti, troppi, avevano visto la sua Sun appesa a un gancio da macellaio come un maiale pronto a diventare prosciutto, arti mozzati, pancione squarciato, e il suo povero bambino impiccato dal suo stesso cordone. Lei non aveva fatto una fine molto diversa, ma almeno n'era uscita rinnovata... e ormai era da tempo che parlava dell'accaduto come qualcosa che non aveva neppure vissuto lei. Ecco perché le vicissitudini con lo zombie la stavano tormentando così tanto: aveva risvegliato anche la paura di un passato che aveva cercato di lasciarsi alle spalle. Comunque. Per te sarò una ragazzina, certo, figurati se un drago grande e grosso come te non avrà almeno, che so... 70, 80 anni, forse? Eppure vedi, questa "ragazzina" ha visto abbastanza merda nei suoi pochi anni di vita da farsela bastare per secoli. Puoi credermi. Si rimise dritta, cercando sempre di guardarlo in faccia così da fargli capire quanto fosse seria, ma assumendo una posa più rilassata sull'enorme divano. Questa premessa per dirti cosa penso della parola "amico": Nasciamo soli e moriamo ancora peggio. L'amicizia è solo una delle tante stronzate che la gente si racconta per dormire bene la notte. Qualcosa a cui aggrapparsi disperatamente per non affogare, e che rischia di mancarti come l'aria e renderti debole qualora venisse a mancarti... Ma io non posso permettermi appoggi di questo genere. Non ora, sopratutto. Mi capisci?
    Il fatto era anche che... gli amici l'avrebbero fermata, ecco il punto principale. Non solo l'avrebbero fermata, anzi, ma sarebbero rimasti coinvolti e le conseguenze sarebbero state terribili. Quello era uno dei motivi per i quali attualmente stava evitando le uniche due persone che poteva considerare vagamente care a quel mondo. Ed era anche il motivo per il quale condividere la sua "croce", come l'aveva chiamata Shagaru, le veniva tanto difficile. Ma, una cosa era vera, d'altro canto... il drago avrebbe anche potuto non diventare un appiglio o una debolezza, anzi, raccontandogli la sua storia poteva essere una rottura in più da mandare in faccia a quello zombie di merda, e quindi, che fosse dannata, non le sembrava un'idea così malvagia parlargliene. Prima però doveva mettere in chiaro le cose.
    Quindi, quello che posso offrirti è una testimonianza, non baci e abbracci. Più lo osservava più pensava che probabilmente gli avrebbe offerto anche altro se fosse stata più in forma, ma dettagli. Quella sua dannata provocazione sull'età l'aveva stuzzicata parecchio. A differenza di ciò che si poteva pensare, Juri non era traumatizzata a livello sessuale o roba del genere, non era tipa da dare tanto potere a uno stronzo qualunque... neppure se quello stronzo era il mostro più brutto e cattivo che avesse mai incontrato. Non per nulla la prima cosa che aveva fatto appena si era ripresa quello stesso giorno era stato esorcizzare il tutto con Erno e Arashi. No, il suo trauma era qualcosa di diverso, qualcosa di radicato nella sua anima certo, ma che aveva minato la sua psiche in modo differenre da una qualsiasi vittima di stupro. Anzi, non nego che il fatto che qualcun altro dia la caccia a quel bastardo mi sarebbe di grande aiuto... ma se con queste premesse sei ancora deciso a parlare di questa storia... devo avvisarti. Tu dici di aver paura di metterti contro di me, e questo sinceramente mi lusinga... Ma renditi conto che il tipo di cui stiamo parlando ha ridotto ME a un busto senza arti che ha servito su un piatto d'argento ai suoi burattini. Stiamo parlando di qualcosa di molto peggio di uno spettro incazzato... Qui si tratta di un mostro peggiore di qualsiasi Babadook, Freddy Krueger, uomo nero o mostro "X" che un drago come te possa temere. E tu vorresti forse aiutarmi ad affrontarlo? Fece una pausa in cui sollevò il sopracciglio e lo fissò ben bene sul muso, e sulle corna, visto che non capiva da dove potesse vederla. La domanda è: Perché? La giustizia di cui parli vale più della tua vita, forse? Io almeno sono già morta... E tra le altre cose sono già pazza e fottuta... Tu che scusa hai?
    Non c'era più odio o amarezza nella sua voce, non stava neppure respirando e non aveva la minima espressione incazzosa, anzi, sorrideva leggermente, come se volesse prenderlo in giro. Stava semplicemente constatando qualcosa che pensava sinceramente, senza rancore di nessun genere. Quella era la vera Juri, una parvenza della ragazza spensierata che non voleva altro che divertirsi un po'. Peccato soltanto che gli argomenti e i motivi per cui si trovava in quel luogo non fossero affatto divertenti o piacevoli, e ora anche Shagaru ne era testimone.



    Edited by .Bakemono - 5/8/2018, 12:30
     
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    Shagaru era abituato a vedere il suo caffè rifiutato, anche se in piccole quantità era molto forte, forse era bastato l'aroma per far passare qualsiasi voglia a Juri. Pertanto senza insistere troppo recuperò la tazza di lei e fece per scostarla sulla scrivania alle sue spalle, temporeggiando solo un attimo guardando il segno delle labbra della ragazza intorno alla tazza, forse con un'aria vagamente soddisfatta, difficile decifrare l'espressione di un volto tanto mostruoso. Continuò a guardarla, aveva un'aria decisamente spensierata mentre lo provocava, sembrava diversa dalla bestia che gli aveva tenuto testa fino a poche ore prima: ora appariva come una liceale qualsiasi, carina, affascinante, dalla lingua tagliente e la risposta pronta un pò come gli adolescenti durante la pubertà. Aveva sempre provato una certa predilezione per gli umani in quella fase, una fase molto più spontanea e naturale degli esseri umani, forse la più sincera della loro intera esistenza. Tuttavia l'espressione cambiò inevitabilmente iniziando a parlare di cose serie e questo non era necessariamente un male, ma passò dallo spontaneo sguardo di un'adolescente al volto vissuto di chissà quale donna navigata seduta al bancone di un bar a rivangare una vita di sacrifici non ricambiati. Gli raccontò della sua infanzia e sebbene Shagaru ricordasse qualche notizia a proposito di quel caso non disse nulla, restando semplicemente attento alle sue parole per capire dove voleva andare a parare. Anche solo la sua trasformazione in spettro doveva essere qualcosa di terribile, ma il fatto che la utilizzasse come una giustificazione non era assolutamente accettabile, non per un drago che fin dalla nascita è costretto ad uccidere e mangiare i suoi sessi fratelli perché le matrone dei Magala non si preoccupano di nutrire i figli nella speranza di veder emergere un campione. Gli umani erano decisamente troppo drammatici da quel punto di vista, scandendo ogni caso come se fosse unico e terribile nel suo genere, ignorando che ingiustizie di quel tipo erano all'ordine del giorno per il mondo della natura, che non era il resto del globo ad essere bestiale e selvaggio ma semplicemente quelle poche fortunate a non aver affrontato certe difficoltà a non aver visto il mondo nella sua interezza. Essere sopravvissuti non era assolutamente una giustificazione, anzi l'esatto opposto, ma ancora una volta non parlò. Sapeva bene per esperienza che molto spesso le persone non hanno bisogno della verità per risolvere i loro problemi. E il problema di Juri era grande se aveva paura che dei compagni di viaggio potessero rallentarla in quel pellegrinaggio tanto oscuro e dannato. Forse non era abituata a frequentare compagnie intraprendenti, oppure era abbastanza spensierata e stupida da pensare che semplicemente qualcuno volesse solo, egoisticamente, proteggerla per non perderla. Anche in questo gli umani erano decisamente un mistero per lui ma essendo stato una furia pericolosa per molti, Shagaru non poteva giudicare davvero qualcuno che sceglieva di seguire un percorso da solo.
    Parli un sacco per essere un morto.
    Sentenziò, cercando di ironizzare anche lui senza scomporsi troppo. Era contento se non altro di aver fatto emergere la vera Juri, una ragazza che seppur tormentata riusciva a sorridere a scherzare di sé stessa. Aiutare un mostro non era per lui motivo di vanto, ma era certo che avrebbe trovato la ragazzina inghiottita da quell'orso di peluche rattoppato da cattiveria e vendetta, un motivo in più per aiutarla. Rispose a tono, senza sbilanciarsi troppo, piegandosi in avanti per potersi avvicinare a lei. le corna si sollevarono leggermente, non perché fosse arrabbiato ma perché in qualche modo Juri aveva acceso l'anima della discussione e ora anche lui doveva rispondere a tono.
    Però su una cosa siamo d'accordo: nasciamo e moriamo soli a questo mondo. Tuttavia... pensi davvero che dirlo ad alta voce e ripeterlo davanti allo specchio ogni mattina ti dia qualche merito? O ti renda coraggiosa?
    Non usò mezzi termini e le puntò l'indice della mano destra contro il petto, una sentenza piuttosto diretta che venne accompagnata da un discorso che non aveva molti giri di parole. voleva rendere chiaro quel concetto in modo che Juri comprendesse nel profondo il punto di vista del drago.
    Il coraggio non è nelle distanze. Il coraggio non è affrontare la vita da solo a muso duro. Coraggio è sedersi davanti a chi ti fa paura e parlarne conscio di poter risolvere il problema. Coraggio non è stringere il collo di una persona fino a che la sua espressione cambia, fino a fargli esplodere gli occhi dalle orbite. Pensi che sia coraggioso privare qualcuno della vita a cuor leggero? E' l'esatto opposto. Non c'è niente di coraggioso nel prendersela con l'eco di chi ha fatto rumore, non c'è niente di coraggioso nel giustificarsi dietro il fatto che la vita fa schifo. Coraggio è affrontare i propri demoni, che questi siano dietro un vetro oscuro oppure dietro uno specchio.
    Ecco cosa pensava del suo pellegrinaggio solitario. Concluse la sentenza tornando col busto eretto, stringendo le mastodontiche cosce con entrambe le braccia come a voler assumere una posa marziale. Era anche in parte la forza dell'abitudine, un drago non esita a farsi più grosso durante una discussione per far valere le proprie ragioni, giuste o sbagliate che fossero. Juri doveva comprendere che per raggiungere un obbiettivo non è necessario semplicemente avere la forza per farlo o le ragioni per farlo in un certo modo, il primo avversario da battere è sé stessi, perché la vittima di un crimine non è decisamente quella giusta per risolvere il problema. Ma Shagaru era anche un essere che non apprezzava perdere tempo inutile con belle parole, era un avvocato e ogni sentenza aveva uno scopo, un peso, un obbiettivo chiaro, per questo non le diede il tempo di interromperlo, passando piuttosto al sodo:
    Ma non sembri la tipa da lezioncina, mi rendo conto che ti ho offerto i miei servizi senza darti una dimostrazione pratica delle mie qualità. Sarai sorpresa nel sentirti dire che non eccello in combattimento, ma bensì nel mio lavoro di avvocato. Posso dimostrartelo.
    In parte, le sue corna erano sollevate anche perché in un certo senso Juri lo aveva provocato, insinuando che non fosse abbastanza forte da poter conciare per le feste un criminale come tanti. Adesso anche lui aveva una gran voglia di dimostrarle che quello che aveva visto era uno Shagaru decisamente troppo bestiale e poco concentrato sul combattimento, se voleva una prova delle sue doti le avrebbe anche avute, ma non di certo in un combattimento. Tuttavia, per ora, voleva dimostrarle il suo vero talento, motivo di vanto per un avvocato: le doti investigative.
    L'omicidio che hai commesso è di natura puramente instabile, avevi bisogno di uno sfogo per quello che ti è successo e sei tornata nel luogo in cui è stato consumato il crimine nei tuoi confronti, forse lo hai perfino già fatto in passato. A giudicare da quello che hai inflitto ai ragazzi, la natura di quello che ti è successo è sessuale, quindi i burattini di cui vai parlando non sono esclusivamente i ragazzi che lo seguivano ma anche le persone che ti hanno tormentato in seguito. Per fare ciò, deve essere agganciato ad una rete di criminalità piuttosto articolata, dei semplici liceali non hanno interesse nel strappare gli arti di una persona e trasformarla in un giocattolo sessuale, ma criminali più complessi e incastrati nel sistema si. Quindi i suoi agganci lasciano intendere che tu non sei stata né la prima né l'ultima, quindi quello con cui abbiamo a che fare non è semplicemente un personaggio instabile come te, ma un criminale esperto o col potenziale per diventarlo, abbastanza abile e forte da non lasciare tracce dove passa e probabilmente in grado di agire a livello mondiale e non solo della sua zona di caccia in quanto immischiato nella compravendita di servizi. Non è molto su cui indagare, ma possiamo seguire le briciole per trovarlo, cosa che ti farà risparmiare il tempo per trovarlo prima che tu diventi vecchia come me.
    Adesso Juri aveva un quadro completo della merce: un grosso drago nero capace di immensa furia e potenza distruttiva, abile quanto basta per non far morire come due idioti dei tizi che si stavano per colpire a morte senza una vera ragione sensata ma soprattutto sveglio quel tanto che bastava per seguire una scia di briciole che Juri non poteva ignorare, e che volendo poteva metterli in vantaggio. Il suo obbiettivo poteva essere fortissimo se era lui ad attaccare, ma preso alla sprovvista da un fantomatico "gruppo" o anche solo duo di amici, di sicuro il risultato sarebbe stato molto diverso. Shagaru si piegò di nuovo verso di lei, stavolta con le corna sollevate e leggermente illuminate da venature viola che arrivavano fino alla punta. Non stava parlando più con aria pragmatica e logica, ma con l'istinto del drago. Stava quindi per rivelare il punto di tutto quel discorso.
    Perché voglio aiutarti allora? Perché so cosa viene dopo. Sembri volermi mettere in guardia ma allo stesso tempo sai di volerlo affrontare, e forse sai anche di vincere contro questo mostro, ma nello stato in cui ti trovi ora che tu vinca o perda contro di lui non fa la minima differenza. Non sei a caccia di una vittoria, sei a caccia di qualcosa che non c'è. Pensi di poter riavvolgere il nastro andando avanti da sola a muso duro? O di poter cancellare il ricordo? O rimuovere quella sensazione? Dimmi un pò... per caso ti sei sentita meglio dopo che hai ucciso quei ragazzi? E se si... per quanto? A giudicare da come mi hai ruggito in faccia non molto direi. E cosa succederà quando avrai avuto anche l'ultima vendetta? Non dico che non te la meriti, ma cosa credi che abbia darà più soddisfazione a quel tizio? Averti ridotto ad un giocattolo sessuale... o guardarti consumata dall'odio quando ti rivedrà di nuovo? Alla fine di questo viaggio lui avrà vinto comunque, perché nella vittoria o nella sconfitta sarai sola. Lui ti ha strappato quello che avevi facendo a pezzi il tuo cuore, e anche se lo uccidessi questa cosa non cambierà. Io non lo faccio per aiutarti a batterlo, lo faccio perché voglio sperare che quando questa storia sarà finita tu potrai dire di aver fatto trionfare la giustizia... non considerare la possibilità che tu possa sostituirti a lui. Quello che ti ha fatto ti rimarrà dentro per sempre, la follia di questi esseri non è una macchina spietata da smontare... è un morbo che si attacca alla tua anima e la fa a pezzi finché non ti verrà la voglia di farlo con qualcun altro... e come puoi notare è già successo.
    Ecco qual era il suo obbiettivo: non il bisogno di trovarsi un fantomatico cliente o di usarla per trovare un colpevole, ciò che voleva era spezzare la catena di crudeltà che si stava generando. Per quanto ne sapevano dietro il maniaco che le aveva fatto questo c'era semplicemente un altro mostro che l'aveva reso così, quindi farlo fuori senza pensarci troppo significava semplicemente sostituirlo e questo Juri non poteva comprenderlo in quello stato. Ecco a cosa le serviva un passeggero: non a spingere altri pedali che non ci sono, ma a guidarla verso la strada in modo da non finire contro un muro.
    Permettimi di aiutarti. Io non voglio aiutarti a risolvere questa vendetta, ma aiutarti a far si che non ti resti solo quella...
     
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    Juri sapeva perfettamente che razza di ingiustizie accadessero nel mondo ogni due secondi, anche mentre loro se ne stavano in panciolle a parlare; sapeva poco dei draghi ma era facile immaginare quanto fosse diverso il loro vissuto rispetto al suo, così come il loro modo di pensare, quindi non si aspettava grandi commenti da Shagaru, né tanto meno la sua compassione, che anzi l'avrebbe solo pesantemente irritata. No. Ciò che voleva che capisse era semplicemente il motivo per il quale per lei la parola "amico" era facile da digerire, proprio come il drago le aveva chiesto di spiegare. Il problema principale non era né che fosse stupida, né che fosse troppo drammatica o vittimista, il suo racconto era stato necessario per far capire perché lei vedesse gli affetti come dei grossi pesi da portarsi dietro, e a differenza del drago preferiva fregarsene degli altri piuttosto che lasciarsi andare alla coscienza; anzi, aveva bisogno di fregarsene del mondo. La verità nascosta dietro le sue parole era che detestava la sensazione di rimpiangere qualcosa, la coscienza che si risvegliava facendola tornare fragile e umana... era qualcosa che ogni singola volta le faceva del male quasi fisico e avere gente intorno che risvegliava in lei "amore" o affetto, la rendeva solo più debole a simili sensazioni. Sarebbe bastato dunque che Shagaru accettasse il suo punto di vista e passasse a parlarle di fatti concreti, abbandonando la questione di "diventare amici", ma preferì invece cambiare registro e iniziare una ramanzina che dal suo punto di vista sembrò durare ore, e che le fece sollevare un sopracciglio più di una volta. Proprio come l'avvocato aveva dedotto, Juri non era tipo da lezioncine, non solo perché le critiche o il parere altrui spesso e volentieri finivano o con l'irritarla profondamente, o con il scivolarle addosso, ma soprattutto perché i giri di parole o la morale comune finivano irrimediabilmente per annoiarla. Lei era un tipo più pratico, istintivo, forse pure troppo (era la prima a rendersene conto) ma era così che la sua anima era rinata: un grosso cumulo di passione, furore e bramosia, che aveva bisogno di essere continuamente nutrito per poter rimanere vivo e continuare a pulsare. La noia, quella sarebbe stata la vera e definitiva morte per lei. Quindi si sforzò davvero di ascoltare il drago, e di tanto in tanto venne persino rapita dalle sue parole, ma a tratti invece non poté fare a meno di pensare a quanto tutto quel divagare... fosse incredibilmente futile. Fatto su cui, da grande stronza qual era, non esitò a ironizzare una volta che la grossa creatura ebbe finito, sbadigliando sonoramente (e soprattutto visivamente), sollevando le braccia e inarcando la schiena con una sensualità decisamente eccessiva e ostentata, mettendo in mostra il seno a malapena coperto dal suo top-reggiseno, che di rimando si sollevò leggermente fin quasi a scoprirle i capezzoli, mostrando per brevi istanti l'inizio delle areole.
    *Ahhhh-ahhh*... (Sbadiglio) Io parlerò troppo per essere un morto... ma tu parli troppo per essere vivo e senza un cuore! Dimmi un po', ti porti tutta questa passione anche a letto? Sarebbe da provare..
    Ridacchiò brevemente, alzandosi velocemente dal divano (forse un po' troppo velocemente) per iniziare a curiosare in giro per l'ufficio, sorridendo tra sé. Voleva sgranchirsi le gambe per testare quanto effettivamente si fosse ripresa, ma forse voleva anche mettersi un po' in mostra. Se Shagaru aveva scelto di farsi più grosso per far valere le proprie ragioni, lei assunse l'aria di chi non ha bisogno di dimensioni considerevoli per dire la propria. E con un culo come il suo, un corpo intero in verità, poteva decisamente permetterselo. Il colmo che solo un attento osservatore avrebbe potuto notare, era che proprio verso il finale del discorso di Shagaru, quello che aveva ottenuto una reazione tanto "disinteressata", Juri aveva tenuto gli occhi incollati alla faccia del drago e aveva dovuto stringere i pugni più di una volta per non perdere il controllo, dimenticandosi del suo non-bisogno di respirare, e anzi, quasi ansimando silenziosamente. Anche per questo si era alzata a quel modo, fingendosi annoiata. Dopotutto la verità, se scomoda, era molto più difficile da digerire della bella bugia che LEI si raccontava per dormire bene la notte: Quando li ucciderò sarà tutto finito. Fortunatamente era dannatamente brava a fingere, e per questo riuscì ad apparire quasi serena e "infantile", mentre girovagava per gli scaffali e parlava senza guardarlo ma rispondendo a tono.
    Qualsiasi cosa tu possa pensare: non sono una stupida, draghetto. Se non avessi pensato che abbia bisogno di "lezioncine" non ti saresti messo a sparare tutte queste stronzate, e non mi faresti 10 minuti di arringa su quanto cazzo abbia sbagliato ad ammazzare quei due bastardi... Ma stammi a sentire: non cerco giustificazioni. Fece una giravolta su se stessa per guardarlo negli occhi il tempo di dire: Non l'ho mai fatto. Poi tornò a prestare attenzione agli arredi, giocherellando distrattamente con ciò che si trovava davanti, che fosse un libro, uno scaffale o l'angolo di una cornice, soffermandosi quando si trovava a dire cose che considerava un pelo "imbarazzanti", come: Non penso e non pretendo di essere coraggiosa, anzi... Satana solo sa quanto io non lo sia stata nella mia esistenza, e quanto poco lo sia stata con quei due ragazzi, o quando tutto questo casino è iniziato. So anche che il mondo fa schifo per tutti e non sono l'unica stronza che è stata fottuta nella vita, non pretendo che tu mi capisca e tanto meno cerco simpatia... anzi, mi farebbe solo incazzare. Mentre girava per la stanza ostentava attenzione per eventuali quadri o foto presenti, e a quel punto era giunta alle sue spalle, alla scrivania, e gli si rivolse direttamente, voltandosi a guardarlo mentre passava una mano sulla superficie liscia del mobile. Ma in fondo non è forse vero che i problemi sono grossi solo per chi li vive sulla pelle? Parliamoci sinceramente, dai. Non ti ho raccontato la mia merda per farmi compatire, né tanto meno intendo star seduta sul tuo divano a farmi psicanalizzare. Indicò il sopracitato divano con un ampio movimento della mano aperta. Se avessi voluto uno strizzacervelli, ci sarei andata da un pezzo. Quindi non offenderti, ma se davvero vuoi aiutarmi e andare d'accordo con me, abbandona questo atteggiamento da "essere superiore salvatore del mondo che ha tutte le risposte da darmi", perché ti dico già che così non ti reggo.
    A quel punto si sedette sull'ampia poltrona del drago, spaparanzandosi bene bene e mettendosi talmente comoda da issare le lunghe e splendide gambe sulla scrivania stessa, incrociandole e mettendo in evidenza i piedi, che poi iniziò a far scivolare lentamente l'uno sull'altro mentre parlava, fissandoli senza vederli davvero. L'ultima parte del discorso dell'avvocato era stata la più difficile da ascoltare, ed era stato anche e soprattutto per riprendersi che Juri si era rifugiata in quella reazione teatrale e sarcastica. Ora che doveva tornare a parlarne però, la sua voce si fece leggermente cupa, e il suo occhio sinistro parve infiammarsi all'interno, illuminandosi appena, ma nonostante questo continuò a metterla sul leggero... o almeno ci provò.
    Per il resto devo dire che il tuo discorso mi ha catturata, davvero. Ci hai visto giusto su tutto, a parte me: sì, mi hanno stuprata, sì mi hanno fatto cose molto brutte e sì, anche io dubito fortemente che si trattasse di un semplice delinquentello da quattro soldi, tuttavia... no, non sono traumatizzata come pensi, anzi... devo confessarti che quando hai sollevato le corna facendo la voce grossa sei apparso così figo che mi hai fatta bagnare... Accennò un sorrisetto e uno sguardo malizioso la cui ilarità tuttavia non raggiunse gli occhi, anche perché si ammosciò subito. Rimise i piedi a terra, smettendo di fissarli, e solo a quel punto si sporse verso di lui, guardandolo finalmente negli occhi senza sentire l'esigenza di distogliere lo sguardo. Forse liberarmi di loro non mi aiuterà a stare meglio, hai ragione, ma visto che tieni tanto a questa "giustizia" di cui vai blaterando... cerca di elaborare che vedere quel bastardo morto sarebbe la MIA Puntò l'indice contro il tavolo così forte da farci quasi un buco, evidenziando quella parola. -giustizia, e a me basterebbe questo. Sapere che chi di dovere ha pagato... e lo ha fatto a sufficienza da ricordarselo anche all'Inferno. Infine tornò, finalmente, a rilassarsi contro lo schienale. Se poi nel frattempo tu pensi di salvare il mondo o l'intero creato, che sia da una futura e ipotetica me, o dal resto dei folli come loro... Fece spallucce. Beh, accomodati. Di sicuro non sarò io a fermarti, anzi, sono disposta persino a collaborare e sforzarmi di essere ragionevole... L'unica regola insindacabile è questa: passi per i burattini che consideri ""innocenti"" (fece il gesto delle virgolette con le mani, sollevando gli occhi al cielo con un lieve sbuffo infantile, per poi tornare seria) ma gli altri, i colpevoli... Loro dovranno pagare. Uno ad uno... E lo faranno per mano mia.
    Puoi sopportarlo?

    Gli porse la mano, pronta a sigillare quel patto. La sintesi era che non lo voleva troppo tra i piedi, certo... ma non avrebbe mai ammesso che in fondo l'idea di avere qualcuno così forte e soprattutto così preparato dalla propria, la faceva sentire un minimo più leggera.

    Edited by .Bakemono - 1/9/2018, 21:36
     
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    Forse per gli esseri umani può essere sensuale vedere una ragazza annoiata che si stiracchia con fare provocatorio, ma un drago coglie facilmente gli insulti, anche i più velati, e l'espressione di Shagaru non era soddisfatta in quel momento, figurarsi provare la vaga attrazione sessuale nei confronti di una persona che lo stava chiaramente cercando di allontanare. Fortunatamente Shagaru aveva abbastanza sangue in corpo con i suoi due cuori per alimentare contemporaneamente cervello e cazzo, cosa che gli concedeva fin troppa lucidità anche davanti a situazioni più spinose. Fu lui dunque a guardarla male a quel punto, pensando seriamente di star perdendo tempo inutile con una tipa tanto frivola e volatile come Juri. Forse lei non aveva neanche la pazienza e la sanità mentale che Shagaru sembrava attribuirle, probabilmente era già impazzita da tempo e quello non era che uno sporadico e illusorio momento di calma apparente che stava favorendo una conversazione tanto lunga quanto inutile. Ma gonfiò i polmoni, sospirò e contò fino a dieci, furono molte conte fino a dieci in realtà, che concessero molto tempo a Juri per parlare. Contò per tutto il tempo di quel balletto sarcastico e poco accattivante, contò per ogni singola sillaba che Juri aveva pronunciato semplificando il suo concetto e cercando di imporre il proprio senza mezzi termini. Contò soprattutto quando vide quella mano davanti a lui. Il Magala che giaceva incatenato dentro di sé sentiva il chiaro bisogno di azzannarla e strappargliela via con un solo boccone, al momento Juri più che una affascinante ragazza era un pezzo di carne che aveva perso da diverso tempo il diritto di vivere, uno spirito vendicativo che poteva fare solo danni. Lei bramava vendetta, ma quello che avrebbe portato era solo pestilenza, una lungo susseguirsi di vendetta e caos che non avrebbe fatto altro che portare sofferenza a chiunque intorno a loro. La risposta di Shagaru fu netta, e mentre schiaffeggiava con forza quella mano per distoglierla dal suo muso, sembrò quasi ruggire assieme a quella risposta.
    Basta così!
    Per un attimo le sue corna si sollevarono, le scaglie del volto si tinsero di viola e la sua espressione placida venne contornata da una lunga serie di zanne scure che fecero capolino dalla sua bocca. Ritrovò ben presto il contengo, calmandosi pochi istanti dopo, ma sperava che quel piccolo sfogo riuscisse a farla desistere dal continuare quel teatrino ironico capace solo di spazientirlo.
    Ricapitoliamo: non vuoi aiuto, non vuoi un amico, non vuoi uno psicanalista, non vuoi giustizia legislativa. Non vuoi una guida, non vuoi una mano, non vuoi parlarne ma non vuoi neanche tacere sulla cosa. Non ti interessa conoscere un altro punto di vista, non ti importa del tuo carnefice e di chiunque gli sia stato attorno. Non ti importa di chi ti ha fatto del male come quei due ragazzi, non ti importa di chi potrebbe soffrirne come i loro genitori, non ti importa di chi si sta preoccupando per gli altri tipo me o chiunque possa preoccuparti per te, e di sicuro più importante di tutti non ti importa di te stessa. Quindi la domanda è: perché sei ancora qui a parlare con me? Tu ti sei già ripresa completamente, io dovrò fare ancora parecchio lavoro, anche se immaginassi di poterti fermare potresti uccidermi e andartene per la tua strada in qualsiasi momento, quindi fermati un attimo e prova a spiegarmi perché sei ancora qui a cercare di convincermi che non ti importa di niente?
    Sperò di zittirla e di mettere fine a quello sproloquio, per poi calmarsi e riprendere il discorso in maniera assennata. A meno che Juri non fosse sparita di colpo, in quel caso non avrebbe potuto farci nulla. Ma se avesse dato anche il minimo rispetto a quel drago che cercava disperatamente di concederle qualcosa, che fosse la ragione, un emozione o anche solo un vago bagliore di speranza, allora lo avrebbe ascoltato.
    Stammi a sentire... non stiamo parlando della mia giustizia o della tua. Parliamo di giustizia e basta. Tu non sei forse uno spettro? vuoi sapere quanti casi di spiriti vendicativi ci sono al mondo? Esseri rinati perché uccisi in maniera violenta, anche se lo meritavano, e sono tornati appositamente per vendicarsi? Cosa ti fa credere che ammazzando questo tizio lui non tornerà in vita proprio come è successo a te rincominciando tutto da capo? E se sulla tua strada si mettessero anche i genitori di quei ragazzi che hai ucciso, bramosi della tua stessa vendetta? Cosa farai' ucciderai anche loro? Ucciderai anche me? Questa è vendetta secondo te?! Questa è follia, Juri!
    Era coinvolto, più che personalmente, sapeva che quella storia poteva finire solo maledettamente male, stava cercando di trasmetterle la stessa forza d'animo che lei voleva imprimere in quella folle vendetta, farle capire che anche se credevano in cose diverse, avevano la stessa identica passione e lei non poteva calpestarlo come se fosse uno dei tanti. Per farlo doveva ucciderlo, ma a quale prezzo? Cercò di usare un tono più pacato, avvicinandosi col petto e con lo sguardo.
    Io ti sto proponendo una giustizia risolutiva. Prendiamo quel bastardo e facciamogli scontare tutto quello che ha fatto, non come farebbe uno spirito folle però, ma come farebbe uno spirito giusto. Pensi di non esserlo? Allora diventalo. Se io avessi dovuto seguire il mio istinto a questo punto sarei con la tua testa tra le fauci mentre mi fotto il tuo collo finché è caldo. Si sarebbe molto soddisfacente, ma poi cosa mi rimarrà? Un cadavere pieno di seme di drago e un teschio duro da digerire, visto quanto sei testarda... no mi dispiace, non mi accontento. Se devo vincere, io voglio il massimo del premio.
    Non ci fu nessuna stretta di mano a quel punto, Shagaru semplicemente si sollevò spalancando leggermente le ali, come a volersi stiracchiare a sua volta, facendole il verso. Poi le diede le spalle, nascondendo quel fisico mostruoso con le ali che gli facevano da mantello.
    Se questo discorso ti ha annoiato abbastanza puoi anche andartene. A meno che non mi uccidi ora, io proseguirò per la mia strada e farò giustizia a modo mio. Lo farò anche senza il tuo aiuto perché questa sarà anche la tua vendetta, ma è il MIO caso. Se non vuoi il mio aiuto, allora ti farò competizione e alla fine vedremo cosa succederà. Ma ti avverto: se ucciderai ancora qualcuno sotto il mio sguardo perseguirò anche te. Se vuoi una giustizia testarda ti farò scoprire quanto testardo può essere un drago con mezzo cuore in corpo.
    Detto questo sarebbe tornato alla sua macchina del caffè, deciso a riempirsi un altro considerevole boccale e mandarlo giù senza troppe esitazioni. Juri aveva la testa dura ma la cosa peggiore del suo carattere era che non sembrava in grado di comprendere che non era l'unica ad avere delle valide motivazioni sulla faccia di quella terra dannata. Shagaru non sarebbe stato la sua spalla comica, né un ricorrente Zenigata. Shagaru era un avvocato e avrebbe messo dietro le sbarre quel dannato stupratore malato. Con o senza Juri.
     
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    Quello che Shagaru non capiva era che aveva già ottenuto da Juri più di quanto avessero ottenuto le persone a lei più care (ed erano poche) nell'arco della sua vita, o ben più di quanto fosse concessa a dare di solito: confidenze, ammissioni, un tono pacato, racconti di vita persino. Forse il problema tra loro oltre all'incompatibilità caratteriale era anche e soprattutto quella razziale. Sembrava che il drago non riuscisse a provare alcuna empatia per lo spettro, e viceversa lei ostentava di non provarne per lui o chiunque altro, nascondendo le sue vere impressioni. A che pro allora continuare a stare lì? Non avrebbe dovuto essere ovvio? Se Juri avesse voluto andarsene via lo avrebbe fatto da subito. Se non avesse voluto ascoltarlo si sarebbe semplicemente resa intangibile e sarebbe volata via dalla finestra fin da subito, evitando la situazione a priori. Invece era rimasta, aveva ascoltato ogni singola parola, e si era sentita abbastanza in difficoltà da nascondersi dietro i suoi soliti atteggiamenti strafottenti mentre in realtà avrebbe avuto solo voglia di sclerare, magari farsi un bel pianto ristoratore e prendere a pugni qualcosa o scopare qualcuno fino a ridurlo o ridursi in poltiglia. Pensava di essere scesa già a compromessi estremi avendo dichiarato seppur velatamente di essere disposta a risparmiare tutti i giovani che il suo nemico aveva usato contro di lei, che fosse stato per tenerla ferma mentre la faceva a fette, o per aiutarlo semplicemente nel resto e prepararla al trio delle "merdaviglie" a cui l'avevano data in pasto dopo. Ma no, a quanto pareva non bastava. Shagaru voleva che cambiasse piani su tutto, voleva vedere l'albino, il suo amico anfibio ciccione e i suoi due tirapiedi psicopatici dietro le sbarre, esattamente come voleva vedere i ragazzi "innocenti" trattati nel medesimo modo. Ma Juri, che aveva provato la differenza sulla propria pelle e ora grazie ai loro discorsi l'aveva metabolizzata ancora meglio, semplicemente non poteva permettersi di accettarla. Il quadro mostrato dal drago era terribile e folle, lo capiva, neppure lei si considerava così pazza da uccidere chiunque indiscriminatamente, e infatti ancora le tremava la mano al pensiero che aveva rischiato di uccidere l'avvocato senza un valido motivo solo perché aveva perso il controllo... Ma trovarsi davanti il padre di quei due ragazzi morti faceva ormai parte delle conseguenze per lei, così come l'evenienza di farsi nemico Shagaru stesso non le sembrava così terribile rispetto al dovere di eliminare i suoi nemici dalla faccia della terra. Non solo per sé stessa, ma anche per le persone a cui doveva rendere conto. E non poteva permettersi di fregarsene del fatto che queste ultime a loro volta non sarebbero state d'accordo. Probabilmente persino loro avrebbero dato ragione al drago, anzi sicuramente. Ma erano loro i pazzi a quel punto. La ragazza ascoltò ancora una volta il discorso del drago, restando immobile a fissare la propria mano scacciata quando questi gliela schiaffeggiò, fissandosi come ipnotizzata sul sangue che si accumulava sottopelle spingendo il rossore a diffondersi. Le occorse un'enorme dose di autocontrollo per ascoltarlo fino alla fine, sentendosi sempre meno calma a poco a poco che lui parlava, finendo per mordersi il labbro così forte da ferirsi. Quando concluse dandole le spalle, Juri era un fascio di nervi tremante e non ci volle molto prima che esplodesse di colpo, alzandosi e sbattendo le mani sulla scrivania così forte da spezzarla a metà, se non fosse stata abbastanza resistente.
    Quando ho detto che non mi importa di nessuno?! Quando ho detto di non volere il tuo aiuto? O di non averne bisogno? Pretendi di essere bravo a capire il prossimo tanto da improvvisati psicanalista ma sei solo una creatura che si considera superiore al mondo e non sa ascoltare o vedere lontano dal proprio muso! Il problema è proprio che mi importa! Mi importa di me e di chi mi sta intorno! Ho anche io delle persone che considero care e ho anche io qualcosa da proteggere, primo su tutti i brandelli di questo cazzo di cuore che sta andando a pezzi! Si strinse il top al centro del petto fin quasi a strapparlo per quanta forza ci mise. Ma questo cambia forse qualcosa, per te?! Dovrei rinunciare anche a vedere quel maledetto pagare con il suo sangue, dopo che sono pronta a non uccidere gli altri coglioni che lo hanno aiutato?! A differenza di quanto credi ho capito! Ho realizzato fin troppo bene che quei piccoli bastardi erano burattini esattamente come li ho definiti e come tali sono disposta a lasciare i loro amici in pace. Se potessi tornare indietro a mente lucida probabilmente non ucciderei Philip e Tj, non sono una che va in giro a distruggere tutto ciò che le capita a tiro solo perché si diverte! E mi dispiace... Ok? MI DISPIACE! Ma tu... Tu pretendi che provi la stessa compassione per uno psicopatico che se ne sbatte del mondo? Che mi ha ridotta a un vaso da sborra solo per diletto, e perché voleva arrivare alla mia maestra e fare lo stesso con lei?! Che mi ha torturata, straziata, e ferita così nel profondo che non riconosco più dove finisco io e dove inizia il mostro che vuole solo ucciderli tutti?! Beh, FOTTITI CAZZO! FOTTITI! Pensi che lui non tornerà in giro a fare esattamente quello che ha fatto e probabilmente fa ancora, dopo che sconterà le sue pene?! Pensi anzi, che rimarrà buono sotto le amorevoli cure dello stato mentre tu gioisci della tua "giustizia"? E allora io cosa dovrei fare a quel punto? Quando scapperà dalla sua cella del cazzo e andrà ad ammazzare... Si fermò un momento, rendendosi conto che stava per nominare Arashi, immaginando poi il suo stupido cavaliere e quel bastardo di un simbionte decapitati e divorati nel tentativo di proteggerla. Si costrinse a ricacciare quei nomi indietro; non voleva neppure pensarci. Cosa cazzo farò... In quel caso? La sua voce era tremante, disperata, ma non si concesse le lacrime di cui aveva bisogno, finendo inevitabilmente per concentrarsi sulla rabbia piuttosto. Il suo tono di voce crebbe di nuovo. È così sbagliato che desideri ucciderlo? Vederlo morto ancora e ancora fino a impedirgli di rinascere una volta per tutte, raggiungendolo anche all'Inferno se dovesse servire? No, mi dispiace... Non posso vederla come te e non posso accettare una giustizia cieca come la tua! Fai ciò che devi dunque. Era troppo provata per cogliere l'ironia nell'aver etichettato come "cieca" la giustizia del drago. Ansante, abbassò lo sguardo sui resti della scrivania, i pugni stretti lungo i fianchi e gli occhi accesi delle fiamme del suo potere. Si concesse un respiro profondo nel tentativo di calmarsi, persino il suo cuore di spettro aveva ripreso a battere con frequenza durante quella sfuriata. Forse aveva ragione lui, ma non si può chiedere a qualcuno appena diventato cieco di vedere con i propri sensi, se prima non gli si insegna a farlo, così come non si può chiedere a un fiume di rientrare nei propri argini prima che cessi la tempesta. E Juri era un lavoro che richiedeva fin troppa pazienza, lo sapeva anche lei. Fece per dirigersi alla porta, se Shagaru non l'avesse fermata si sarebbe diretta verso l'uscita, ma non prima di lasciarsi sfuggire qualche ultima parola bofonchiata con la mano sulla soglia.
    Stai tranquillo, avvocato...
    Avrebbe voluto dire che le sue parole non erano state del tutto vane, che l'aveva in qualche modo aiutata a ragionare almeno su un punto, che sarebbe stata più attenta alla sua follia e avrebbe risparmiato gli innocenti finché si fossero dimostrati tali. Non ci sarebbero stati padri morti, né pestilenza così come temeva lui, questo lei non se lo sarebbe concesso. MAI. Ma non riuscì a dire nulla, si era aperta fin troppo e ora voleva solo rinchiudersi di nuovo e andare a ragionare altrove, forse perché in fondo temeva di non riuscire a mantenere quella promessa. Quindi tornò alla maschera, per quanto ormai non servisse a nulla.
    ... Ti farò avere i soldi per la scrivania.

    Ho aggiunto giusto mezza frase alla fine del terz'ultimo parlato perché mi sembrava lasciata a metà, nessuna modifica importante.


    Edited by .Bakemono - 17/11/2018, 14:44
     
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    Sembrava dunque che in un modo o nell'altro fosse riuscito a stimolarla quel tanto che bastava per farla esplodere. Quel tanto forse era un pò troppo presuntuoso, diciamo che Shagaru aveva dovuto tirare fuori tutta la sua retorica contro una tipetta del genere. Juri sapeva sicuramente il fatto suo in quanto rispondere a tono e non dava affatto l'idea di essere una pazza fuori di testa. Ogni sua azione, ogni sua parola aveva una condizione di causa, ma Shagaru sapeva bene che finché non dici una cosa ad alta voce, quella suona fin troppo bene nella sua testa. Quindi aveva bisogno di sentirglielo dire. Almeno una volta.
    Psicanalista o no, giustiziere o meno, il mio obbiettivo era farti esplodere qui, nella speranza di non vederti esplodere poi. E magari farti anche gridare scusa. Quindi si, penso di essere molto bravo in questo.
    Il suo tono di voce si abbassò all'improvviso, diventando più grave ma meno aggressivo, forse perfino anche un pò accondiscendente, come se alla fine Juri fosse finita nella sua trappola dialettica e potesse finalmente raccoglierne i frutti. Ma non si crogiolò in questo. Il drago non aveva fatto una piega né un passo da quando Juri aveva iniziato a sfogarsi, l'aveva lasciata esplodere fino alla fine, così che si sfogasse, ma non le avrebbe permesso di andarsene. Si voltò verso di lei mentre gli dava le spalle, iniziando a camminare lasciando che anche il suo punto di vista diventasse chiaro. Fino a quel momento non aveva mai voluto farle cambiare idea, voleva semplicemente che si rendesse conto di cosa stava facendo, e che alla fine di quella storia ci fosse qualcosa per cui valeva vendicarsi, non soltanto un baratro vuoto senza nient'altro.
    Quindi no, non pretendo che tu provi compassione per quel bastardo. Ti chiedo di avere pietà di quelli che potrebbero farsi male con i danni collaterali. Da una giusta vendetta a diventare un mostro come quello il passo è breve.
    Una volta raggiunta Juri, come se avesse voluto simbolicamente strapparle via quella maschera che tanto disperatamente cercava di rimettersi addosso, Shagaru portò una mano sul suo volto, afferrandola da dietro con una certa forza e ben poca grazia, ma Juri non dava l'idea di essere una ragazzina delicata. la spinse verso di sé, in una sorta di rude abbraccio, spingendola col capo contro le scaglie danneggiate del suo petto, condividendo con lei il calore del suo corpo e il suo stesso battito. Anche se solitario, il cuore di Shagaru batteva forte come non mai, anche se il drago sembrava tranquillo, il motore era acceso. Non solo per giustizia, non solo per rabbia o per vendetta, ma perché aveva qualcosa in cui combattere.
    Allora facciamo a modo tuo, ma non osare tagliarmi fuori. Lo senti questo? Altro che scrivania... tu mi devi un cuore. E salderai il tuo debito dimostrandomi che quello che ti sei presa ti è servito a qualcosa.
    La strinse più forte a sé, a volte quello di cui ha bisogno una persona non sono belle parole né motivazioni, ma solo un abbraccio, e viste le dimensioni degli arti di Shagaru quello era un compito che gli veniva molto bene. La presa sulla faccia si trasformò in una carezza sul suo capo, mentre l'arto opposto si avvicinava al suo petto per poterla attirare a sé e darle finalmente un pò di calore. Uno spettro può sottrarsi ad un simile abbraccio in qualsiasi momento, ma Shagaru sapeva che non se ne sarebbe andata. Quello che voleva dirle non era di rinunciare alla lotta, ma di lasciarlo combattere al suo fianco.
     
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    Juri non si aspettava niente. Era decisa ad abbandonare quella stanza il più velocemente possibile e, intimamente, si vergognava come una ladra per essersi scoperta così tanto con un tizio qualsiasi. Cos'aveva quel drago che la faceva uscire di testa in quel modo? Che si fottesse anche lui, si disse. Ma solo a pensarlo si rese conto che invece... non era vero un cazzo. Definiva Shagaru uno qualsiasi perché aveva una paura fottuta. Paura perché aveva ragione su molte cose, troppe. Paura perché lei era la prima ad aver temuto di esplodere, di peggiorare e degradarsi fino a sparire del tutto. Terrore di rimanere inghiottita e soffocata dal suo stesso odio... e tutto questo quel bastardo di un drago l'aveva capito. Lo stava maledicendo tra sé in coreano quando venne afferrata, sgranando gli occhi per la sorpresa. I suoi sensi erano stati così tanto provati e assorbiti dalla sua sfuriata, dall'irritazione e dalla confusione, che non si accorse minimamente dei suoi movimenti. Di primo acchito si sentì minacciata e l'istinto la spinse a tendersi, pronta a reagire con violenza in linea con la combattente che era, afferrò le braccia di Shagaru subito, pronta a respingerle e muoversi... ma quando si sentì sbattuta contro il suo petto e circondata dal suo enorme braccio rilassò le spalle, sbigottita. La stava... abbracciando? Sentì il forte bisogno di scoppiare a piangere a quel punto, quella tipica sensazione di ostruzione alla gola, la difficoltà a respirare, attutita solo superficialmente dalla sua immoralità. Tuttavia no... quello non glielo avrebbe concesso. Non voleva cadere così in basso. Quindi ricacciò indietro le lacrime, prese un profondo respiro d'incoraggiamento, sollevò gli occhi al cielo un solo secondo ringraziando che lui glieli stesse coprendo... e quando buttò nuovamente l'aria fuori, rilassando il corpo, aveva ripreso il controllo. Ebbe la faccia tosta di fare la dura... ma del resto per quanto avesse calato la maschera, l'atteggiamento affinato negli anni era troppo duro a morire.
    Adesso... non vorrai addirittura che mi metta a singhiozzare come una poppante, spero!
    Lo sgridò quasi, nonostante come detto fosse proprio ciò che avrebbe avuto voglia di fare a quel punto, come un qualsiasi essere umano che dopo un forte stress aveva il sacrosanto diritto di scoppiare in un pianto ristoratore. Per mascherare la cosa borbottò quelle parole come se da un momento all'altro avesse voluto staccarsi da lui e prenderlo a pugni... solo che al contempo piuttosto che respingerle il suo braccio lo "abbracciò" a propria volta, in modo goffo, certo, ma strinse le mani intorno al suo enorme braccio sorprendendosi di quanto dovesse sollevare gli avambracci per poterlo avvolgere tutto, aggrappandosi ai suoi muscoli con le dita. Lo fece con rabbia, con forza, le unghie contro le scaglie come se in realtà anche quello fosse uno sfogo, un modo per picchiarlo, graffiarlo... ma solo perché sapeva che probabilmente uno tosto e duro come lui non avrebbe neppure sentito la fitta che voleva procurargli. Ringraziò di non poterlo vedere in faccia in quel momento, così come ringraziò di non saper distinguere i suoi occhi da tutto quel nero quando gli lanciò un'occhiataccia di sbieco, perché non avrebbe retto uno sguardo accusatorio. Le capitava di rado, ma per una volta dopo tanto tempo si sentì... piccola, un po' ingenua persino; diciamo pure una completa idiota a confronto di chi si trovava davanti. E questo la faceva incazzare di brutto, se ci pensava, quindi cercò di evitare di soffermarsi su quel pensiero. Accettò di buon grado la carezza al capo, senza mollare la presa sul suo braccio, un po' come se volesse aver modo di tenerlo fermo o respingerlo quando avesse voluto... una stronzata che in realtà non aveva nessuna voglia di fare.
    Sei veramente un tipo... Strano, irritante, grosso, insistente, mostruoso, sexy, scaltro, duro... c'erano almeno dozzine e dozzine di aggettivi che le vorticavano nel cervello in quel momento, tutti perfettamente adatti a lui, che fosse dal punto di vista del suo cervello o... di qualcos'altro. Scelse il meno calzante, ma il più "da lei". ... fastidioso, tu. Te ne rendi conto almeno?
    Sospirò, appoggiandosi a lui solo a quel punto, rilassandosi finalmente (quasi del tutto almeno) contro il suo corpo e lasciando che le loro forme si fondessero a vicenda: le sue così umane, sode ma morbide a modo loro, in contrapposizione di quelle marmoree e spigolose delle scaglie di lui, che funsero come piano perfetto per la sua schiena e le sue natiche. Dall'esterno doveva essere davvero una scena strana... ma in quel momento era l'ultimo dei suoi pensieri. Voleva solo godersi un po' di quel calore... un secondo di relax dopo tutte quelle emozioni intense, forse pure troppo intense. Di sicuro quel giorno non poteva dire di essersi annoiata o di essersi sentita vuota, e mai come in quel momento anzi si sentiva davvero... "viva". Per un momento si rilassò talmente da tirare a sé il braccio di Shagaru maggiormente, come se non le bastasse un semplice tocco, sbattendosene se così facendo avrebbe finito con il schiacciargli la zampa contro i seni, costringendolo probabilmente a toccarli. Non stava pensando a quello, per una volta; per qualche secondo anzi non pensava proprio a niente, di niente. C'era solo lei e quel calore... quell'abbraccio che in un'altra situazione avrebbe trovato a dir poco ridicolo, ma che in quel preciso momento era esattamente ciò che le serviva. Si ritrovò come un'ebete a chiudere gli occhi, e stringere, farsi piccola... come se poi servisse a qualcosa vista la differenza di dimensioni. Lo strinse forte, davvero molto forte, e nonostante non fossero faccia a faccia si spalmò su di lui e al contempo lo tirò a sé, quasi volesse inglobarlo dentro, o ancor meglio sparire nel suo enorme corpo. Quando riaprì gli occhi non sapeva quanti minuti fossero passati, era come se fosse entrata in una sorta di trance, che fosse breve o lungo, e si sentì una vera idiota, lasciando a quel punto la presa sul braccio del drago e cercando di staccare la schiena di lui. Sbatté le palpebre più volte, rispondendo finalmente alle sue parole. Se lui glielo avesse lasciato fare si sarebbe girata per averlo davanti, posandogli il palmo aperto sulle scaglie danneggiate.
    Io... Non lo guardò in faccia mentre cercava le parole, piuttosto gli fissò il petto, là dove aveva la mano. Sì, insomma... sì. L'orgoglio le impose di ricacciare indietro il "Hai ragione" che stava per scapparle. Io e te abbiamo un patto, direi. Che cazzo di situazione del cazzo... Non si sentiva così a disagio dai tempi delle elementari, cristo! Sospirò, spingendo contro il petto e facendo un passo indietro come se volesse costringersi a staccarsi da lui e, per farlo, avesse bisogno di imporre una certa distanza tra i loro corpi. Aveva un buon odore, persino. La sua pelle sapeva in qualche modo di fumo e natura. Era difficile associarlo a qualcosa.
    Scusa se mi sono imbambolata in quel modo. Non ricevevo... insomma, non mi sentivo così... da un bel po'. Distolse lo sguardo, mostrando un'espressione incazzata e malcontenta, che cercò di nascondere abbassando nuovamente la testa e scuotendola appena. Sbuffò, come se avesse sputato fuori un rospo davvero enorme e ingombrante. Era il caso di ringraziarlo, c'era poco da fare. Per quanto detestasse ammetterlo doveva davvero parecchio a quel dannato drago... troppo per esserle sopportabile a dirla tutta. Solo che si sa, lei non era capace di fare quelle menate: ringraziamenti sinceri, "grazie di cuore", "hai ragione tu", "scusa", eccetera... insomma, si sarebbe volentieri strappata la lingua a morsi piuttosto che diventare melensa, per questo le venne spontaneo ricorrere alla sua faccia tosta piuttosto che continuare con quella versione di sé pietosa, "timida" e sentimentale.
    Dopo questa però non aspettarti che mi scusi di nuovo con te... Mai più, intesi? Né per il tuo cuore, né se domani dovessi pestarti quel grosso codone o inciamparci sopra per sbaglio mentre combattiamo per il bene comune...
    A quel punto sollevò lo sguardo verso di lui, e per quanto con quella frase sembrasse essere tornata alla strafottenza della loro prima chiacchierata, ribadì il concetto che sì, probabilmente le sarebbe andato bene averlo fra i piedi per un po', per quanto le desse fastidio ammetterlo. Fece spallucce. Si sentiva in difficoltà con lui, ancora una volta. Non era abituata a niente di ciò che stava accadendo quel giorno. I "buoni" li aveva sempre evitati proprio perché la facevano razionalizzare troppo, risvegliavano in lei un sacco di sentimenti contrastanti: rabbia, invidia, senso di colpa... una coscienza, insomma. Terribile... ma ormai aveva poco senso pensarci. Ormai ciò che doveva assolutamente fare era evitare che Shagaru facesse domande sulla sua confessione riguardo l'abbraccio, se solo le avesse mostrato della compassione sarebbe sicuramente morta di diabete o avrebbe rigurgitato qualcosa, tra cui tutto l'odio momentaneamente sopito. Meglio dunque distrarlo... magari puntando su ciò che in effetti stava distraendo lei dalla prima volta che l'aveva visto e che dopo quell'abbraccio si era destata ancora un po': attrazione. Pura e semplice. Si avvicinò di un passo, cambiando atteggiamento in modo volutamente studiato e piegando le braccia per potergli appoggiare anche l'altro mano sul petto, insieme ai seni morbidi che si schiacciarono l'uno con l'altro. Le andava bene se avesse capito che lo stava debilitatamene provocando per cambiare argomento, l'essenziale era che l'atmosfera precedente venisse sostituita da qualcos'altro, fosse anche semplicemente un'avance respinta. Avrebbe fatto meno male al suo orgoglio, questo è sicuro.
    Vorrei comunque ringraziarti... Ma conosco solamente metodi da cattiva ragazza per farlo... Metodi che ho come l'impressione che uno come te non accetterebbe mai...
    Concesse a Shagaru un ghigno malizioso, uno di quelli che le venivano tanto bene. Al contempo si sollevò leggermente sulle punte, per potersi fare più vicino al suo muso (cosa assai complicata vista la differenza di stazza) finendo per sospirargli contro il petto mentre lo guardava dal basso. Dubitava di poter mettere in difficoltà un tipo come lui, infatti la mise in quei termini più che altro per evitarsi ulteriori scene imbarazzanti e "disarmanti", nella speranza di spingersi in un terreno più nelle sue corde. Se anche l'avesse respinta, perlomeno avrebbe cambiato l'atmosfera, o almeno sperava. Dopotutto, il drago avrebbe dovuto abituarsi al suo carattere libertino e volubile se davvero voleva stare al suo fianco quando fosse servito...
     
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    Alla fine di una giornata, non c'è niente di più piacevole che sentire il corpo teso e nervoso di una persona sciogliersi nel proprio abbraccio. I sensi bestiali di Shagaru riuscivano a sentire ogni fibra muscolare di Juri che si arrendeva alla sua stretta calorosa, trasformandosi in una carezza pungente e stizzita certo, ma tutt'altro che violenta e dolorosa. Aveva accettato il suo abbraccio e anche lei, in fondo, se lo stava godendo come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio. Tutti hanno diritto alla loro vendetta, come tutti hanno diritto ad un abbraccio quando non sanno più a cosa appoggiarsi alla vita. Se proprio devi cadere, tanto vale cadere tra le braccia calde di chi ha intenzione di sostenerti. Senza concedersi neanche mezza risatina, Shagaru accolse la sua provocazione rispondendole come al solito a tono. Anche quando sembrava pacato, la sua voce era profonda e cavernosa, degna di un drago della sua stazza.
    Lo so. E' il mio lavoro.
    Dare fastidio ad una giustizia incrinata era quello che aveva sempre voluto fare per aiutare gli altri, quindi per quanto pungente quell'affermazione di Juri per lui suonava maledettamente come un complimento. Non disse nient'altro, si limitò ad accoglierla in quell'abbraccio che poteva durare secondi come ore, lui non si sarebbe mosso, continuando a stringerla sempre più con decisione, coprendola con le ali per darle calore e assecondando i suoi movimenti. una bestia come lui non provava di certo imbarazzo nell'afferrare i seni di una ragazza durante un abbraccio, in quel momento però era totalmente affettuoso, privo di malizia, non avrebbe reagito a quello stimolo per quanto morbide e piacevoli fossero le sue carni. Più si rilassava, più Juri diventava morbida proprio come i suoi seni, e questo si che per il drago nero era piacevole. Scoppiò come una bolla di sapone, non reagì in maniera violenta ma si privò di quella posizione dove era del tutto indifesa, riprendendosi un poco come se il sogno fosse finito. Shagaru non la trattenne, ma rimase con le mani sulle sue membra, come a volerla invitare a restare. Juri invece posò le dita sulle sue scaglie danneggiate, preparandosi a dire qualcosa. Era persuasa oramai, anche se troppo in imbarazzo per cedere del tutto alle piacevoli coccole di un abbraccio spontaneo. Troppo orgogliosa e timida forse, un mix decisamente letale, ma che Shagaru non avrebbe forzato, limitandosi ad annuire quando le disse che non si sentiva così da tanto tempo. Non faceva fatica a crederlo.
    Non preoccuparti, ho capito che le scuse con te servono a poco... non dimenticare che io sono un drago, è più facile esprimerci a gesti e versi per noi, quindi può andar bene. E non preoccuparti del debito... sono un avvocato, ho una parcella salata sai?
    Cercò di rassicurarla e rimetterla a suo agio, adesso che la vedeva così vulnerabile ed imbarazzata poteva vedere il canarino finito nella pece oscura del mondo che, una volta ripulito, non era che un'altra vittima come tutti gli altri che aveva solamente bisogno di qualcuno di cui fidarsi. Una rarità, inutile dirlo, ma qualcosa di cui tutti avevano bisogno. Aveva voluto sdrammatizzare con la storia del debito, ma si rese conto molto presto che Juri non aveva di certo intenzione di sdebitarsi con i soldi. Anzi, si avvicinò a lui con decisamente meno sfrontatezza di prima, in maniera tanto seducente quanto spontanea, facendogli sentire il calore e la consistenza del suo corpo mentre definiva quei metodi da "cattiva ragazza". Conoscendolo, avrebbe scoperto che anche Shagaru non era di certo privo di vizi, e che quello era uno dei pochi modi per tenere al guinzaglio la sua furia bestiale, difficilissima da contenere senza sfogarla furiosamente con la battaglia o col sesso. Volle essere incisivo, e piuttosto che risponderle fece parlare il suo corpo: le scaglie si sollevarono leggermente iniziando a vibrare, mentre la coda si muoveva lentamente per poterla circondare a terra, come a volerle togliere lo spazio. dalla sua gola uscì un sibilo cavernoso, sembrava che un enorme serpente nero la stesse stringendo tra le sue spire per poterla intrappolare. Le mani inferiori di Shagaru si avvicinarono al suo corpo, afferrandola per i glutei e facendole sentire quanto gigantesche fossero quelle dita, dando vita ad una stretta sovrumana vista la sua stazza gigantesca. Poteva afferrarli completamente nonostante le sue abbondanti forme e stringerli con decisione, dilatandoli fino ad allargare i suoi orifizi senza neanche toccarli per quanto risoluta fosse quella presa. Le braccia superiori invece si avvicinarono al suo capo, una delle quale la afferrò per il mento costringendola a fissarlo dritto negli occhi. L'espressione del drago cambiò sensibilmente, passando da seria ed inquisitoria a quello che sembrava un malizioso sorriso simile a quello di Juri.
    Per caso ti sembro un drago rosa?
    Commentò ironico, per poi sollevarla con le sue stesse natiche sfoggiando tutta la sua forza imperiosa, tirandola su per poter azzerare le distanze tra i loro volti, ritrovandosi faccia a faccia con le fauci leggermente spalancate. Juri poteva sentire il respiro caldo di Shagaru direttamente sul suo volto e il suo collo, sembrava una bestia pericolosa pronta ad azzannarla. Lei non era una sua simile, poteva davvero imporsi a livello sessuale anche semplicemente con la stazza, ma visto che lei sembrava tanto risoluta lui di certo non avrebbe perso quell'occasione. Finché non faceva del male a nessuno, Shagaru non disprezzava di certo quando la sua stazza era tanto superiore nei confronti di una compagna. Delle venature violacee attraversarono il volto andando a rivestire le corna che si sollevarono rapidamente, come se volesse mettere in mostra il fatto che si stava eccitando, dopodiché chiuse le distanze col volto di Juri: non aveva le labbra per baciare come un essere umano, quindi serrò le fauci intorno alle guance della ragazza, tenendo la testa inclinata. Non affondò con i denti per non farle male, limitandosi a cercare le sue labbra per poterle possedere con la sua lingua, violarle e unirsi alla sua carne. La lingua di Shagaru era gigantesca, quanto il suo corpo, era di un bollente disarmante anche con un solo cuore perfettamente attivo, ricoperta di saliva bollente che spargeva sul volto e nella bocca della ragazza. Non si rivelò affatto un bacio a due sensi, e mentre le mani sulle natiche della ragazza iniziavano a massaggiarla energicamente, la lingua sprofondava nella sua gola. Si era definita cattiva ragazza, ma non aveva idea di quanto poteva diventare un cattivo ragazzo anche lui. Le braccia superiori invece, si sarebbero mosse sul suo corpo per liberarla rapidamente di qualsiasi indumento che potesse dare fastidio a ciò che stava accadere. Juri si era rivelata più pericolosa di lui sfoggiando un potere terrificante, ma avrebbe resistito alla potenza sessuale di un drago tre volte più grosso di lei?
     
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    I soldi non sono un problema, sarò ben felice di pagare fino all'ultimo centesimo...
    Inizialmente Shagaru fu così comprensivo da sorprenderla quasi, visti i loro discorsi precedenti; la sua risposta fu capace di metterla a proprio agio, anche se riaccese la vergogna per il cedimento appena avuto, portandola a rispondere con tutt'altro, ignara che di lì a poco quelle parole sarebbero parse un doppio senso preciso. Sì, le andava a genio l'idea di comunicare a gesti o fatti. Non era questione di timidezza, o almeno dal suo punto di vista l'avrebbe negato fino alla morte, semplicemente non le piaceva essere debole, quindi mostrare debolezza davanti a qualcun altro era un enorme tabù che aveva appena violato. A quanto pareva comunque era riuscita a sviare l'attenzione dal fattaccio. Juri capì immediatamente di aver toccato qualcosa di pericoloso nelle corde dell'avvocato con le sue provocazioni, inizialmente pensò persino di averlo irritato di nuovo e quasi sollevò gli occhi al cielo, pronta a separarsi da lui esasperata e sfotterlo un po', poiché quello sarebbe stato di sicuro il colmo... ma man mano che l'atmosfera cambiava, i suoi sensi captarono molte più informazioni e il quadro che si disegnò via via nella sua mente mandò una serie di potenti stimoli a tutto il suo corpo: man mano, i capezzoli si fecero così turgidi da sollevare lo striminzito top che portava, mentre i suoi umori iniziavano a inzuppare il perizoma e il clitoride a farsi più gonfio. Quando Shagaru iniziò a intrappolarla in quella stretta lei gli sorrise di rimando, fissando le corna che si sollevavano e il suo immenso fisico massiccio che cambiava. Pur non conoscendo niente o quasi del mondo dei draghi riuscì a capire cosa significassero quei cambiamenti e si senti completamente rapita, affascinata da reazioni nuove e uno spettacolo senza precedenti, almeno per ciò che la riguardava. Istintivamente, sentendo quel sibilo provenire dalla gola del drago di rimando gemette, emettendo a propria volta un verso a metà tra il mugolio e il sospiro che si intensificò e divenne più acuto quando finalmente le afferrò le natiche con forza. Bastò quella semplice stretta a mettere in evidenza i suoi anfratti, già lievemente schiusi e pulsanti per la voglia. Chiuse gli occhi e si morse le labbra voluttuosamente, sospirando e affondando le unghie tra le sue scaglie, graffiandole appena o almeno provandoci. Fino a quel momento non aveva realizzato quanto avesse bisogno di essere toccata in quel modo, non per una questione meramente fisica né per qualcosa di prettamente sessuale, semplicemente il sesso era sempre stato uno dei principali mezzi che utilizzava per sentirsi bene, viva, e averlo messo da parte in favore della sete di vendetta era stata una cazzata bella e buona, soprattutto per la sua psiche. Da quanto non toccava qualcuno in quel modo? Da quanto lei, non si faceva toccare cosi? Era stata davvero una pazza. Non fu solo Shagaru a sollevarla, fu lei a saltargli direttamente addosso dandosi lo slancio con i piedi per poi allacciargli prontamente le cosce ai fianchi, cingendogli la schiena con i polpacci e appoggiando le piante dei piedi sulla sua coda. Era decisamente enorme, avrebbe dovuto averne paura e probabilmente presto o tardi anche quella sarebbe arrivata, ma per il momento c'era solo una gran voglia di accorciare le distanze. Scappare? Era lei che voleva intrappolarlo, e la sua voce lasciò trasparire perfettamente questo desiderio quando fu il momento di rispondere alla sua battuta sui "draghi rosa", poiché venne fuori roca e spezzata da qualche sospiro e vocale trascinata.
    Cazzo no! Ma pensavo che uno come te fosse meno Nnh... Oh, chisenefrega? Non immagini neppure quanto sia fottutamente felice di essermi sbagliata... Vieni qui.
    Gli gettò le braccia al collo, stringendo senza trattenere neppure un istante la sua forza, perché sapeva, sentiva che non avrebbe fatto alcuna differenza con lui, e le piaceva. Schiuse le labbra e si fece avanti per baciarlo ella stessa, ma presto si rese conto che non c'era molto spazio per un bacio comune... e le piacque anche quello. La sua consistenza granitica, il suo calore, il suo cuore enorme che pompava ritmicamente sotto le sue dita... era tutto nuovo ed estremamente eccitante, stuzzicante grazie a quella punta di timore verso l'ignoto. E come si aspettava, anche quel bacio perverso e inusuale per i suoi canoni fu pura goduria. Riusci a sbattersene persino del fatto che fosse quasi a senso unico e dovesse subirlo, non le fregava. L'unica cosa importante era assaggiare finalmente quella lingua, assorbire nei polmoni quel profondo aroma di caffe, carne ed energia; prendere una grossa boccata d'aria e lasciare che la sensazione di soffocamento la invadesse. Sospirò contro la sua bocca, succhiandogli letteralmente la lingua e mugolando, mostrandogli lo stesso entusiasmo che avrebbe mostrato se dentro la sua gola ci fosse qualcos'altro. Fu come prendere finalmente un sorso d'acqua dopo la sete, o ancora piu esauriente un grosso e succoso boccone da un dolce delizioso dopo settimane di digiuno. Juri era leggera di suo, ma soprattutto potendo lievitare non aveva bisogno di reggersi più di tanto, per questo la posizione delle sue gambe era solo ed esclusivamente per strusciarsi meglio contro Shagaru. Ben presto iniziò a muovere il bacino e spingere il sedere in alto come a invitarlo a fare di meglio con le zampe, che per il momento non facevano altro che torturarla, forzando i suoi anfratti a schiudersi per poi lasciarli insoddisfatti, al contempo ogniqualvolta poteva premeva la vulva bagnata contro il suo bassoventre, dove sarebbe dovuto essere il suo sesso. Immaginava lo tenesse nascosto, e quello voleva essere un invito a smettere di farlo, specie perché i pochi indumenti che ella indossava finirono strappati e ridotti in coriandoli molto velocemente, lasciandola completamente nuda. A contatto con le sue scaglie i capezzoli le mandarono diverse scariche di piacere, facendola gemere. Era così eccitata che le fiamme del suo potere le avvolsero gli arti e le accesero gli occhi senza che se ne accorgesse, rendendola bollente quasi quanto lui. I movimenti delle sue braccia e del suo bacino erano molto decisi, forti, e mentre lo baciava -o meglio- si lasciava baciare, la testa cercava di spingere il muso del drago quasi volesse travolgerlo e farlo cadere di schiena. Sicuramente con un umano ci sarebbe riuscita in pochissimo tempo, ma con lui era un'altra storia. Avrebbe voluto portare la mano a sfiorargli il "pacco" là dove sarebbe dovuto essere il suo sesso, ma vista la differenza di dimensioni preferì utilizzare le gambe, "slacciando" un polpaccio dalla sua schiena per poter portare il dorso del piede a stuzzicarlo, carezzandolo sinuosamente. Con così tanti anni di contorsionismo alle spalle e la possibilità di levitare Juri poteva permettersi un sacco di posizioni complicate, e un corpo enorme come quello di Shagaru le offriva molti appigli per sbizzarrirsi. Anche per questo era curiosa e così tanto presa, aveva molto da esplorare ed era impaziente di farlo... benché forse avrebbe dovuto temere cosa avrebbe trovato sotto tutte quelle scaglie, viste le proporzioni di entrambi.
     
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    L'odore femminile di Juri non passò inosservato al drago che anche senza prestare attenzione ai suoi capezzoli o il clitoride aveva percepito chiaramente quanto zuppa fosse la sua intimità a causa del pungente odore che emanavano le femmine di essere umano una volta eccitate. Shagaru maneggiava sempre con cura quelle fragili creature, senza scaglie o fasce muscolari dure, i loro corpi sembravano sempre così morbidi e delicati, perfino i capezzoli che si stringevano sul petto del drago erano si percettibili ma in una forma molto più tenue di quello che una bestia simile poteva aspettarsi. Non che disprezzasse lo stimolo, anzi tutt'altro, un corpo femminile resta tale indipendentemente dalla razza e dalle fattezze, eppure il seno morbido e il sedere altrettanto sodo sembravano creata tra i suoi muscoli possenti e il drago dava l'idea di essere pronto a modellarli nella maniera più perversa che conosceva. Sapeva di aver fatto la scelta giusta, Juri stessa gli saltò addosso mentre lui la afferrava, così che i loro corpi potessero iniziare a scambiarsi quel calore eccitato che contraddistingueva due esseri fortemente attratti tra di loro. Le scaglie del petto di Shagaru iniziarono a tremare a contatto con il petto prosperoso di Juri come a volerle dare una prima, intensa stimolazione, mentre il sibilo del drago aumentava attraverso la sua gola, trasformandosi in un tremolio simile alle fusa di un enorme bestia, un verso gutturale e cavernoso che non ricordava niente di umano. Dopo la sua risposta a tono, Juri decise di assaggiare il bacio di un drago afferrandolo per il collo, avrebbe dovuto fare i conti con una massa muscolare semplicemente immensa, non era come abbracciare un altro essere umano, sembrava più che stesse cercando di spostare a forza un enorme armadio senza successo, un armadio bollente che le respirava addosso come se le stesse scaldando il corpo, preparandola per quello che stava per succedere. Ovviamente non sarebbe stato un bacio normale, erano del tutto incompatibili in quanto a dimensioni e quando Shagaru spalancò la bocca Juri avrebbe avuto la sensazione che un enorme cobra nero la stesse per assalire e divorare in un sol boccone. La lingua luminescente e dal colore bluastro di Shagaru guizzò fuori dalla sua bocca, prima leccando le guance e le labbra della ragazza, poi circondando la sua lingua per tirarla a sé, infine le fauci si chiusero intorno al volto di Juri, come se stesse per divorarle la faccia, mandibola e mascella erano a contatto con le sue guance costringendola a tenere la bocca aperta, le labbra erano stimolate dalla base della lingua, gonfissima rispetto a quella di un essere umano, mentre quell'enorme e lunghissimo organo avvolgeva del tutto la lingua della ragazza e si infilava nella sua gola, invadendola in maniera forse più incisiva di una verga umana, riuscendo a gonfiare in maniera vistosa la carne dello spettro vista la mole che esercitava. La bocca di Shagaru era come una fucina, la lingua un tizzone ardente appena surriscaldato che non era ancora del tutto solido e attraversava la bocca della ragazza alla ricerca di una conquista totale dei suoi sensi. Il volto di Juri non era solo violato, ma avvolto da quel perverso suono gutturale che fuoriusciva dalla gola di Shagaru, un estensione del tamburo perverso che batteva nel suo petto e che voleva condividere con lei quella bruciante sensazione di voglia. Era eccitato, non poteva negarlo, ma aveva ancora il suo controllo, poco ma sicuro, poteva tenere a bada la belva o almeno era questo quello che pensava. Quando Juri si spogliò del tutto, avvolgendosi tra le fiamme le suo potere, Shagaru percepì il calore della ragazza aumentare. Diventò molto simile a quello di un drago, mentre il potere che si estendeva dal suo cuore era immane, una vera e propria attrazione per un Magala come lui che subito divenne avido di quelle sensazioni. E mentre la stretta sui suoi glutei aumentava e il bacio si faceva sempre più intenso, ecco che la giovane utilizzava una di quelle morbide gambe per stuzzicare le scaglie intorno ai suoi sessi, decisa a fargli perdere l'autocontrollo che fino a quel momento lo aveva contraddistinto. Si rivelò una vittoria molto facile. Juri avrebbe percepito uno spasmo provenire dalla gola del drago che si riversò nella sua gola come se la lingua si stesse gonfiando, un grosso grumo di saliva le invase la bocca mentre le scaglie del Magala si diradavano, rendendosi più irte sul petto mentre schiudevano la coppa che proteggeva i suoi cazzi, allungandoli immediatamente verso l'alto. Erano enormi, e si insinuarono facilmente intorno al corpo di Juri: uno tra le sue natiche, l'altro invece tra il ventre del drago e il ventre della ragazza, una forbice di perversione che le avrebbe fatto sentire un calore del tutto nuovo se non aveva mai giaciuto con un drago prima. Molto diversi dal fisico del Magala, sembravano a tutti gli effetti delle fasce muscolari luminose, caratterizzate da una forma leggermente arcuata e dalle caratteristiche diverse da quelle degli umani: invece di essere gonfie in punta, quelle mazze avevano una base corpulenta e una parte centrale rigonfia. Di un viola molto intenso, la parte finale delle mazze aveva una forma quasi a punta, più luminosa e calda del normale, nonostante fossero in effetti sprovviste di una cappella le loro dimensioni le rendeva assai più temibili di un membro umano, visto che non erano fatti per stare nei pertugi di un corpo umano, probabilmente sarebbe servito molto, molto spazio, ma se Juri aveva fegato probabilmente lo avrebbero trovato. Le mazze erano avvolte da pieghe che si contorcevano come muscoli, mentre la parte superiore era contraddistinta da una piccola cresta che serviva per stimolare la parte interna dell'intimità femminile ma soprattutto per impedire alla femmina di scappare. Forse non sarebbe servito, ma i Magala non sono di certo famosi per il loro romanticismo. Juri avrebbe potuto rendersi conto che quelle due mazze non erano solo troppe rispetto al normale, ma erano anche immense rispetto al suo corpo: quella dietro le dilatava completamente le natiche e risaliva fin sopra alla sua schiena, mentre quella davanti le spingeva il clitoride per poterlo stimolare esi infilava quasi sotto i suoi prosperosi sene, e lei tecnicamente era più rivolta verso il volto del drago che non il suo bacino, quindi c'era una quantità di cazzi semplicemente esagerata rispetto a lei, una sfida gestirli, poco ma sicuro. Shagaru lo realizzò subito e per quanto eccitato fosse in quel momento aveva ancora la calma dalla sua, Juri poteva sfoggiare mosse contorsioniste molto interessanti, forse poteva sedarlo un pò prima di passare al piatto principale, così da aiutarla a sopportare meglio l'immane stress che il suo corpo stava per subire. Spazzò il bacio, prima allargando le fauci e lasciandola libera, poi scivolando lentamente fuori dalla sua gola lasciandole sentire centimetro dopo centimetro quanto in fondo fosse andata quella lingua, improvvisamente la gola si sarebbe sentita fredda e vuota per quanto intenso era quel bacio.
    Sei brava con le gambe... fammi vedere quanto. Di solito con le umane è solo una questione di non rompere il giocattolo, tu invece potresti darmi una sfida inaspettata...
    Il tono era giocoso, ma la voce profonda, perversa, caldissima. Si stava trattenendo immensamente per non saltarle addosso e riempirle entrambi i buchi on quei cazzi immensi, ma voleva lasciarle la possibilità di divertirsi prima di assalirla come una bestia in calore.
     
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    Fu molto facile, forse persino troppo per i suoi gusti, perdersi nelle sensazioni di quel bacio... ammesso che così si potesse definire. Di sicuro non l'era mai capitato di avere un'esperienza del genere, non perché fosse un tipo da sesso "vanilla", anzi, ma semplicemente perché un amante drago come Shagaru era difficile da trovare, e il partner più strano che le fosse capitato prima d'allora era stato il Diomedes di Arashi. Gran "brutta" esperienza, quella. Quella situazione invece era diversa, per quanto Shagaru potesse essere altrettanto grosso e forse persino di più. La sua lingua per quanto invasiva stava toccando punti dove nessuno era mai arrivato, e per quanto i conati fossero difficili da gestire e Juri si "godette" l'intrusione a occhi sgranati, ogni singolo spasmo di quell'immenso organo, ogni singola leccata dall'interno, e ogni fottuto grumo di saliva le strappava un gemito, un mugolio, e una falsa protesta. Arrivò per un momento a picchiare goffamente i pugni chiusi sui suoi pettorali, ma erano tentativi così deboli e poco determinati che le dita finirono presto per aprirsi piuttosto, e tastare quell'immenso petto a palmi pieni. La sua consistenza era piacevole, per quanto le sembrasse di toccare un pezzo di marmo ricoperto di velluto, il calore che emanava la faceva fremere di istinto primordiale. Sembrava che i suoni che emetteva la gola del drago le rimbombassero dentro, e ogni singola vibrazione faceva venir voglia anche a lei di rispondere come un animale. A un certo punto era così eccitata che pensò che la sua lingua potesse arrivare a stimolarla dall'interno, perché altrimenti non c'era spiegazione a quanto stesse gocciolando la sua fica senza che neppure le avessero sparato addosso una massiccia dose di Eromanzia. Non era una verginella dopotutto, anzi, per la sua età ne aveva fatte anche troppe, e nonostante ciò, più il bacio si intensificava, più lei si lasciava andare, tanto da arrivare a compiere quel "massaggio" sul pacco del drago inconsciamente, meccanicamente, dimentica quasi di starlo facendo. Almeno finché non sentì qualcosa cambiare... I suoi sensi erano completamente assorbiti dal bacio, ma distinse comunque qualcosa uscire fuori dal corpo massiccio dell'avvocato e svettarle davanti... e dietro? Mugolò curiosa, tentando di staccarsi senza neppure un briciolo di reale convinzione, dimenandosi un pochino ma facendo semplicemente sì che il suo sesso bagnato si strusciasse a cavallo delle due erezioni, mentre la lingua dentro il suo esofago la portava nuovamente a non farsi domande. Che fosse dannato quel drago... forse aveva scelto una sfida più grande di lei. Quando la liberò, rimase per diversi secondi a occhi chiusi, labbra spalancate a formare la "o" che fino a quel momento era stata ripiena di carne e il vapore dato dai loro respiri che avvolgeva entrambi. Aprì gli occhi molto lentamente, percependo sin da subito la sensazione di vuoto e freddo che le pervase la gola. La lingua, rimasta a penzolarle dal labbro inferiore, perse copiosissimi rivoli di saliva che scivolarono dritti dritti sulla punta del primo affare di Shagaru, spingendola solo a quel punto a seguirne la direzione con gli occhi, che subito si sgranarono. Chiuse la bocca, leccandosi le labbra distrattamente per saggiare ancora il sapore del drago, rendendosi conto solo a quel punto della situazione in cui si era cacciata: il suo piede, infinitamente misero rispetto all'asta che su cui stava appoggiato, era per l'appunto posato a un lato della base del fallo dragonico, più precisamente con la pianta "arcuata" e adagiata sulla zona rigonfia che precedeva la base di quell'enormità. Aveva davvero pensato che quel drago potesse essere alla sua portata? Cazzata, Juri... Grandissima cazzata. Tuttavia ormai c'era dentro, e a dirla tutta si sarebbe sparata in testa piuttosto che perdere un'occasione simile. Finalmente quello era qalcosa di nuovo, qualcosa che davvero avrebbe potuto intrattenerla facendole staccare la mente da tutto ciò che l'attanagliava in quel periodo... E ne aveva un fottuto bisogno. Per questo Shagaru avrebbe potuto osservare una strana reazione da parte della sua nuova amante: perché superato lo shock inizialmente, ben visibile per diversi istanti nella sua immobilità e nel suo sguardo basito, ci fu un largo sorriso malato che pur allargandosi lentamente, minacciò quasi di staccarle le guance una volta completo: sembrava semplicemente entusiasta. Si morse un labbro, sempre sorridente e con lo sguardo fissò sulla prima erezione. Davanti a quello spettacolo avrebbe potuto trasformarsi, n'era cosciente. Grazie alle sue capacità di spettro poteva tranquillamente assumere le forme di un drago grande quanto lui e riempire senza indugio il divario di dimensioni in quella situazione, ma il fatto era... Che non ci pensava neanche. Forse era un tipo senza onore, ma aveva un minimo di orgoglio e non la si poteva sfidare sperando che si tirasse indietro. Dopo quello spettacolo e quelle parole Shagaru per lei era appena diventato una vera e propria sfida, con la quale non vedeva l'ora di mettersi alla prova. Tornò a guardarlo, ritrovando la parola.
    Devo dire che mi hai doppiamente sorpreso... Si aspettava qualcosa di grosso, enorme addirittura, e sicuramente poco gestibile... ma addirittura ben DUE cose del genere? Si sarebbe dovuta preparare a lungo e nei modi più disparati per sopportare un'intrusione simile dentro il suo corpo... e dubitava che il drago avrebbe accettato di sbatterla un cazzo alla volta. Non che lei avrebbe mai avuto la faccia tosta di chiederlo, sbruffona com'era. Tenne dunque per sé le proprie paure, lasciando solamente intendere con uno sguardo malizioso e quel "doppiamente" a cosa si riferisse, per poi proseguire il discorso con un'ennesima provocazione. Non solo perché il tuo corpo è qualcosa di assolutamente nuovo per me... E nel dirlo afferrò l'asta poco sotto i suoi seni e iniziò a massaggiarla delicatamente distribuendovi sopra un po' della saliva che era gocciolata in precedenza, per poi intensificare la stretta.
    Ma anche e soprattutto perché... Chi lo avrebbe mai detto che un drago potesse essere così perverso? È proprio vero che la lussuria è di questo mondo...
    Sghignazzò, prendendolo amichevolmente in giro ma senza abbandonare il tono roco e voglioso anzi, per sottolineare il gioco si abbassò su di lui in modo che la strana punta della sua erezione le si infilasse tra le tette, rendendosi presto conto che pur essendo grosse quei cosi erano così immensi da allargarle quasi totalmente. Il sorriso si fece un po' meno incerto, mentre un gemito si faceva strada attraverso la sua gola per via del clitoride che premette contro le scaglie. Lasciò la presa con il piede, cercando di studiare un modo per stimolare decentemente il suo immenso amante. Ricorrere ai piedi non le sembrava la scelta migliore, viste le dimensioni e la quantità di carne da soddisfare (non poteva certo lasciare una delle due erezioni al proprio destino), ma forse il drago ci aveva visto giusto a nominare le gambe... con quelle qualcosa poteva inventarsi.
    Mmmh... Critichi tanto il corpo umano, noto... Vediamo allora... questo le tue simili lo possono fare?
    Tenendosi salda a Shagaru, Juri portò le mani sotto e davanti a sé, sulla "sella" creata dall'incavo tra i due sessi del drago, e dopo essersi posizionata, con la leggerezza e la leggiadria di un'atleta esperta, si diede la spinta per sorreggersi su braccia e palmi così da mettersi in verticale, allargando le gambe e piegandole lentamente per evitare di colpire accidentalmente Shagaru o fargli male. Fu così precisa che durante il processo lo sfiorò solo dove e come contava: con le natiche e il sesso percorse il fallo che prima l'era stato dietro, anche se per pochi secondi, mentre con i seni sfiorò quello anteriore prima di piegarsi e inarcarsi del tutto. Il risultato di una simile esibizione fu una posizione decisamente particolare, che probabilmente alla fin fine non era neppure così indispensabile data la sua scomodità, ma a Juri piaceva mettersi in mostra. Una volta completato il processo piegò le gambe così da poterle portare direttamente sul cazzo anteriore di Shagaru, iniziando a masturbarlo con i piedi sulla punta, e via via scivolandovi sopra con i polpacci, richiudendola lentamente in una morsa sempre più piacevole, sfruttando anche la densa saliva di cui era ricoperta. In quella posizione Shagaru aveva la parte inferiore del corpo di Juri praticamente sbattuta in faccia, se non fosse stato per la distanza data dalla sua altezza, e poteva così osservare come ad ogni torsione dei muscoli, ad ogni minimo sforzo per eseguire quella stimolazione, il suo sesso aveva uno spasmo e stillava nuovi umori che puntualmente gli cadevano addosso. Dall'altra parte invece, piuttosto che piegare la testa verso l'erezione di cui si stava occupando con le gambe, iniziò a levitare quanto bastava per afferrarsi i seni e avvolgere invece quella rimasta sola, prendendo a stimolarla attraverso un massaggio che cercò di rendere più facile facendo colare nuove quantità di saliva anche su essa, senza sputarci sopra ma creando piuttosto una lenta e perversa cascata cristallina dalla sua lingua. Non contenta, decise che così non bastava, e non esitò a dirlo...
    Nnh... non basta...
    Poco prima di emettere una forte energia erotica che Shagaru avrebbe potuto riconoscere se aveva mai avuto a che fare con un Eromante. In breve, le pareti del suo ufficio si riempirono di forme simili a corpi aggrovigliati e uniti tra loro a formare un unica grande distesa di sangue e carne, dove di tanto in tanto si riuscivano a distinguere forme tra cui seni, glutei, genitali di vario genere e bocche od occhi distorti dal piacere. In breve la tecnica "Groviglio oscuro" ricoprì il pavimento sotto di loro e le pareti, e da essi spuntarono alcuni tentacoli che subito andarono a stimolare i cazzi del drago, aiutandola nel proprio compito. Due tentacoli andarono ad avvolgerle i seni in modo che intrappolassero l'asta anche senza l'aiuto delle sue mani, stringendosi anche intorno alla base e lungo tutta l'asta, concentrandosi poi sulla punta con movimenti circolari del tutto simili a quelli che avrebbe fatto una lingua vogliosa; la medesima cosa si rispecchiò con altri due tentacoli nell'altra erezione, mentre Juri prendeva a muoversi così che il suo corpo scorresse meglio su ognuno dei due membri, oscillando come una perversa danza tra l'uno e l'altro: quando scendeva con le gambe i seni salivano, mentre al contrario quando quelle due morbide colline stimolavano fin quasi alla base il cazzo che stavano abbracciando, i piedi si occupavano della "cappella" dell'altro, e viceversa, potenzialmente all'infinito. A quel punto Juri era solo leggermente sudata per lo "sforzo" dato dalla posizione, ma a parte ciò era ben più eccitata di prima, e Shagaru avrebbe potuto constatarlo sia con gli occhi che con l'olfatto: l'odore del suo sesso era così intenso che sembrava provenire non solo da lei, ma da ogni singola bocca, lingua o sesso presente sulla stanza. Se avesse guardato in basso, avrebbe potuto vedere che in effetti i tentacoli sembravano proprio lingue, che uscivano dalle bocche deformate di alcuni lineamenti vaghi che egli stesso stava calpestando. Uno scenario decisamente strano. In effetti Juri aveva preso forse un tantino troppo sul serio quella "sfida"... non sapeva neppure lei come le fosse venuto in mente; probabilmente la lingua di lui le aveva fottuto il cervello.
    Ecco... Se ora volessi leccarmela, per ringraziarmi dell'impegno... sarebbe molto... gradito. Nh...
    A quanto pareva, l'avvocato quel giorno aveva accettato le avance di una liceale piuttosto strana...
     
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    Juri sembrava aver gradito il suo bacio, l'espressione persa ed eccitata soddisfaceva il drago nero che gonfiò i suoi pettorali facendo vibrare le scaglie sotto le dita di Juri, senz'altro quell'amante non era alla portata di una ragazza che, per quanto forte, era decisamente minuta, eppure lo sguardo che concedeva alle sue immani verghe lasciava intendere che fosse tutt'altro che intenzionata ad arrendersi tanto facilmente. Ci sbavò sopra addirittura, atrofizzata dal bacio e dalla sorpresa, in una situazione diversa avrebbe strappato una leggera risata al Magala, ma in quel momento anche lui era distratto dall'eccitazione e si concesse solo un profondo verso di scherno, simile ad una singola risata, molto più gutturale e cavernosa però, dava l'idea che fosse piuttosto la provocazione di una bestia pericolosa che invita la preda ad addentrarsi in una caverna senza uscita. Juri però non aveva la minima intenzione di tirarsi indietro, anzi lo stupì con un sorriso soddisfatto e perverso, quasi folle, un "accetto la sfida" a modo suo che riuscì a stupire ancora una volta il drago nero, entusiasta di aver trovato un'avversaria che non si tirava indietro proprio davanti a nulla. Iniziò a masturbarlo e subito Juri si sarebbe resa conto che quella era a malapena una situazione di "quiete" per quelle immense verghe, visto che iniziarono subito a pulsare sotto il suo tocco, reagendo neanche stessero dando vita ad un perverso braccio di ferro, con la differenza che il drago non voleva affatto vincere ma anzi la lasciava combattere contro quella carne. Abbassandosi si ritrovò praticamente entrambe quelle mostruosità a dividerle le grandi labbra e le natiche, molto meglio di qualsiasi altra perversa presa, poteva sentirli pulsare e ogni pulsazione sfregava le scaglie contro le parti più sensibili, le grandi labbra e il clitoride, mentre la pressione divideva le sue carni trasmettendo dentro di lei il calore di una belva semplicemente mostruosa.
    Se il tuo piano è lusingarmi nella speranza che ci vada piano dopo il modo in cui mi hai trattato, ti sbagli di grosso Juri...
    Commentò, fingendosi maligno, ma nella sua voce non c'era traccia di cattiveria, solo eccitazione. Anzi da quando aveva iniziato ad ascoltare il suo istinto e cedervi col corpo, la voce del drago era diventata molto più profonda, bestiale, sembrava tremare nelle sue corde vocali e faceva tremare anche la carne di Juri per quanto era profondo ed intenso. Era impaziente di iniziare ed insegnarle in cosa consisteva la furia di un Magala, ma volle lasciarle lo spazio indispensabile per poter fare una prova e dimostrare di essere all'altezza, perché non farlo? Juri sfruttò al massimo la sua flessibilità e le sue abilità di spettro, piegandosi in maniera perversa davanti a lui e lasciandolo sorpreso: era uno spettacolo davvero insolito per lui, effettivamente era la prima volta che una donna si piegava così PRIMA di iniziare a scopare e non dopo. Decise però di assecondarla, usando le braccia superiori per afferrarla per le natiche, avvicinando l'intimità della ragazza al suo volto già intenzionato ad assaporarla, limitandosi solo al suo aroma inizialmente, le mani inferiori invece avvolsero il suo corpo afferrandole i seni con forza e schiacciandoli energicamente contro la sua stessa verga, una sensazione molto, molto piacevole, ma insufficiente. Cosa che la ragazza realizzò anche da sola. Che fosse pronta alla resa? Affatto, anzi decise di usare l'arte occulta per poterlo stupire, non esattamente una mossa congeniale al drago: per un essere del genere una situazione simile andava affrontata con il proprio corpo, non di certo con trucchi di magia poco interessanti. Non volle scoraggiarla e lasciò ce quel groviglio di carne facesse il suo lavoro, ma il verso di sdegno del drago lasciava intendere cosa ne pensasse.
    Ragazzina, hai molto da imparare... te lo insegnerò io.
    Decise che dopo quella breve sessione avrebbe preso lui l'iniziativa per mostrarle come sfruttare davvero il suo corpo, ma per il momento volle assecondarla. Afferrò saldamente le natiche di Juri e sfruttando il fatto che in quanto drago poteva piegarsi a dovere su sé stesso, fece in modo di non separarla mai dai suoi cazzi lasciandole l'arduo compito di soddisfarli a dovere anche con quelle grosse lingue. Non sarebbe stato facile visto che Shagaru non amava la magia in quelle situazioni, ma le concesse comunque una possibilità, Lui invece fu subito impetuoso: le dita affondavano nelle sue morbide carni e sembravano quasi poterle deformare, i pollici e gli indici scivolavano sulla carne umida di umori andando a raggiungere i suoi orifizi senza problemi, sembravano poterci entrare dentro senza il minimo sforzo e viste le loro dimensioni per Juri non sarebbe stato difficile accorgersene. Shagaru spalancò le sue fauci davanti a quelle deliziose carni, anche solo il suo fiato incandescente era sufficiente per farla sentire in estasi, visto l'immane calore che fuoriusciva dalla sua bocca. Il Magala ritirò i suoi denti in modo che solamente le gengive avrebbero sfiorato la carne di Juri, ma prima arrivò la lingua che scivolando su di lei come una serpe bollente avrebbe riempito di fluidi e umori entrambi gli orifizi. Solamente quando la bocca fu totalmente intorno a lei, come se la stesse divorando, la lingua si infilò dentro la sua intimità, iniziando a leccarla avidamente mentre le dita massaggiavano le sue carni. Non ci volle molto prima che iniziasse a penetrarla del tutto e in quanto a dimensioni non aveva proprio nulla da invidiare ad un enorme cazzo umano, con la differenza che poteva muoversi liberamente dentro di lei, come una spirale perversa che esplorava ogni singolo angolo dell'intimità di Juri. Un'esperienza unica che diede il via ai movimenti del bacino del drago, così che qualsiasi mossa avrebbe fatto Juri, lui l'avrebbe letteralmente fottuta.
     
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    Strusciare le labbra carnose e morbide su quell'enorme sella fallica era stata una sensazione divina, sembrava quasi che il corpo di Shagaru vibrasse continuamente e in profondità, a frequenze troppo basse per farlo sembrare un enorme vibratore, ma era comunque una particolarità entusiasmante che lo rendeva estremamente più stimolante a livello sessuale rispetto alla massa comune. Era stato così eccitante che Juri lo aveva inzuppato con i suoi umori lì dove aveva sostato con il sesso, e ora che la posizione la rendeva ancora più esposta le cose erano solo peggiorate. Si sentiva fremere, pulsare, quasi bruciare per il bisogno crescente di sentire la lingua del drago dentro di sé. Le stava piacendo persino troppo avere a che fare con una belva simile: le piaceva la sensazione degli artigli addosso, le piaceva quella lingua enorme, e soprattutto le piaceva il calore delle sue scaglie. Il bacio l'avevo solo resa più impaziente, non le importava di aver annaspato per tutto il tempo. Per questo quando le chiese se volesse ammansirlo perché "ci andasse piano", la risposta sembrò quasi "offesa", come se si sentisse oltraggiata dall'impressione che aveva avuto di lei. Per chi l'aveva presa, si poteva sapere? Forse non aveva capito con che tipo di mentalità avesse a che fare...
    Ah-andare piano? Ma io NON voglio che ci vada piano, drago... Io voglio che mi fotti fino a farmi dimenticare chi diavolo sono..
    E non era mai stata così sincera in vita sua, probabilmente, anche se quelle parole erano dettate più dall'eccitazione e dal bisogno, che non dalla razionalità che le avrebbe dovuto far percepire la saggia voce della coscienza: "Sì ok, ma è un drago doppio il triplo di te, con due cazzi più alti del tuo mezzo busto, che potrebbe schiacciarti come un chicco d'uva se gli girassero poco poco i coglioni" Non importava che la furia le avesse procurato la possibilità di strappargli il cuore dal petto. Non c'entrava un cazzo che grazie al suo potere impazzito l'avesse quasi battuto. E Juri aveva smesso di sottovalutare il prossimo, quindi sapeva anche perfettamente, da qualche parte nella sua testa, che davvero rischiava grosso e avrebbe dovuto stare attenta ad ogni minima provocazione... solo che l'era impossibile. Anzi, non le importava proprio neppure pensarci, ecco il problema. Era così presa dalle sensazioni, così euforica per l'idea di potersi lasciare andare di nuovo con un perfetto sconosciuto solo per il gusto di sentire qualcosa, qualsiasi cosa senza paura, che preferì mettere da parte il fare bellicoso. Non che quella per lei non fosse una sfida, anzi, semplicemente intendeva batterlo su un campo decisamente diverso da quello bellico... Ed era un'impresa non da poco. Juri se ne accorse ben presto quando si ritrovò a sussultare leggermente, ma rilassarsi subito, nel momento in cui le zampe di Shagaru le furono sui seni e il suo muso a pochi centimetri dalla fica, stimolandola anche solo sbuffandoci sopra, cosa che le fece stringere i muscoli delle natiche senza che sapesse neppure precisamente perché, probabilmente un moto di fifa mista a impazienza. Il suo commento poi, le rese ancora più chiaro quanto sarebbe stata dura l'impresa di soddisfare un drago. Lui non poteva vederla in faccia, ma al suo commento ella sollevò gli occhi al cielo, senza scordarsi ovviamente di continuare a masturbarlo con l'intero corpo.
    Nnh... Ti porti il carattere da so tutto io anche a letto eh? Dovevo aspettarmelo... Parlare l'era difficoltoso, non tanto per la posizione, ma più che altro perché ogni "A" pronunciata finiva per suonare sospirata e gemente, a causa del suo continuo ansimare per l'eccitazione che tentava di contenere. Nonostante ciò non perse la strafottenza, anzi, rincarò la dose. Avanti allora... Ti assicuro che imparo in fretta, signore. disse, come a sfotterlo del suo "ragazzina". Potrei essere la migliore allieva che tu abbia mai avuto...
    Realizzò solo grazie al tono di Shagaru che forse agli occhi di una bestia come lui quei preliminari erano inutili, buffi o forse addirittura irritanti, ma Juri non poteva di certo permettersi di saltarli se voleva prepararsi per accogliere quelle due enormità dentro di sé, per cui benché avesse fatto tutto quello spettacolino soprattutto per eccitare e stimolare il drago, decise di fregarsene se anche non gli fosse piaciuto. Non per questo comunque si sarebbe fatta scoraggiare, anzi, dal suo punto di vista era solo un modo per darci dentro di più. Fece infatti qualcosa di folle, impensabile per le dimensioni di quei cosi, che tuttavia aveva voglia di fare da quando aveva sentito l'odore particolare che emanava un maschio simile: assaggiarlo. Quindi incurante di poterci rimettere sinceramente le pelle se Shagaru avesse pensato anche solo di afferrarle la testa e spingergliela in basso, staccò un momento i seni da lui e iniziò a leccare la punta di una di quelle abominevoli verghe per porterà lubrificare prima di farsela scivolare giù per la gola. Fu costretta a scendere e risalire più volte lungo i primi centimetri, per potersi abituare abbastanza a una presenza del genere, non senza procurarsi dei conati che la fecero pulsare sempre di più. Più succhiava, più le sue gambe e i polpacci ci davano dentro con la masturbazione all'altro cazzo, accarezzandone la punta e l'intera asta, sfruttando soprattutto la lubrificazione prodotta dai tentacoli. Sì, perché l'energia eromantica di cui erano pregne quelle escrescenze e il tappeto di carne crebbe insieme alla sua impazienza, divenendo via via sempre più forte. I seni, le bocca, i tentacoli, i cazzi... tutti quei corpi ammassati e deformati che si distinguevano a malapena in quel grumo di carne pulsante sembravano prendere sempre maggior vita, tanto da iniziare a rilasciare fluidi lungo tutte le aste di Shagaru, fluidi afrodisiaci delle più disparate specie che resero sempre più scivoloso il massaggio di Juri. Come a voler sottolineare la loro utilità poi, i tentacoli che avvolgevano i suoi seni infusero talmente tanta energia da farli gonfiare, non tanto da renderli ridicolmente grossi ma abbastanza da avvolgere maggiormente le aste, rendendo anche i capezzoli più grossi, increspati e leggermente schiusi, rendendoli quasi troppo ingombranti per le grosse mani di Shagaru. Gli altri tentacoli si occuparono di sorreggerla, masturbando lui là dove il corpo di lei non poteva arrivare. Anche in mezzo a tutto quello spettacolo il drago avrebbe potuto sentire distintamente il momento in cui Juri lo prese in bocca, sia con gli occhi che con la lingua: lo avrebbe potuto distinguere attraverso una pulsazione più profonda, una colata di umori più consistente, ma soprattutto quella fichetta da liceale che non fece altro che schiudersi davanti ai suoi occhi, aprendosi sempre di più. Quando alla fine le infilò quell'enorme organo dentro, ella aveva la bocca solamente la punta e altri scarsi centimetri della sua enorme verga, eppure gli occhi le si ribaltarono sotto le palpebre mentre un gemito molto più forte degli altri si soffocava e moriva contro la carne venosa e bollente che stava succhiando. Dopo lo spasmo iniziale ve ne fu un altro, e un altro ancora, finché non fu così presa che dimenticò quasi di muoversi, almeno i primi secondi. Non voleva perdere, si rifiutava, quindi per quanto il suo corpo fosse sensibile e lascivo si rifiutò categoricamente di venire alla prima leccata come una cacchio di verginella in calore. Guardò Shagaru dal basso, da quella posizione assurda in cui ella stessa si era messa, e con una torsione dei piedi cercò quasi di fargli male e stritolargli l'altro cazzo a metà dell'asta, aggrottando le sopracciglia per guardarlo male mentre glielo stringeva tra le piante dei piedi. I conati erano sempre più insopportabili, non tanto per la lunghezza che per un esofago "allenato" e uno spettro come lei sarebbero stati facilmente affrontabili, quanto più per lo spessore che le impediva obbiettivamente di arrivare anche solo a metà, dove tutto si ingrossava. Quando alla fine mollò la presa con la bocca spalancata e ansimante "vomitò" sulla punta fluo una quantità esorbitante di saliva, leccandolo un po' per poi prendere una grossa boccata d'aria prima di tentare di riprenderlo tutto, stavolta con tutta l'intenzione di superare almeno la metà. Niente da fare, ovviamente, prima della meta aveva già le lacrime agli occhi e un'espressione davvero oscena che la costrinse a tirarsi su nuovamente, ansimante e sconfitta. Si pentì immensamente di non aver fatto scorta di droghe magiche prima di quell'incontro. A quell'ora una bella pillola per elasticizzarle le interiora le sarebbe servita.
    Nnh-AH... c-cahzzo, Sh-Shaghhh... sei troppo... grosso... persino per farti un dannato pompino...
    Tornò dunque al piano iniziale e riportò le tette là dove stavano in precedenza, stavolta avvolgendo l'asta con molta più facilità grazie alle rinnovate dimensioni, tornando a masturbarla freneticamente reggendosi le tette con le mani stavolta, che andarono ad afferrare quelle di "Shag" come a intimargli di stringerle, mentre i piedi prendevano esempio e, congiunti ad afferrare l'altro membro, facevano lo stesso in combo con i tantacoli. Non ci volle molto prima che quel quadro diventasse ancora più strano, due dei tentacoli infatti si fecero cavi e tentarono di infilarsi le aste dentro partendo dalla punta, come due sorta di ona hole giganti, masturbandole anche in quel modo, il più veloce che Juri riuscisse a muoverle con la mente, senza che ovviamente mollasse la presa con le gambe o con i seni. Insomma, ci stava provando in tutti i modi a procurare un minimo di piacere a quel fottuto drago, ma a parte le sue fottute erezioni non riceveva molte soddisfazioni. E dire che il bastardo invece la stava facendo letteralmente sclerare, doveva concentrarsi un sacco per non godere e si mordeva il labbro a sangue pur di riuscirci, con una smorfia di pura difficoltà e la faccia tutta rossa e sudata. Persino le sue solite "corna", la pettinatura che prediligeva, erano scese a causa del gel consumato e adesso la facevano sembrare una scolaretta molto più giovane di quanto già non fosse. Fanculo. Avrebbe voluto che quelle enormi dita le si infilassero in culo, avrebbe voluto che la lingua le premesse più forte il punto G, ma sapeva che ciò avrebbe solo peggiorato le cose, facendola schizzare come non mai, e quindi desiderò piuttosto essere una dannata gigantessa in quel momento...
    Ma chi voleva prendere in giro, in fondo? Essere così in difficoltà... le piaceva pure troppo.
     
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