[Missione - H] Top Secret

x Shirosaki

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    Le vostre capacità deduttive verranno messe a dura prova da questo tipo di missioni che a volte si rivelano letali per i giocatori che combattono troppo cuor leggero, e che soprattutto non riconoscono i loro limiti. Dovrete prestare attenzione ad ogni dettaglio e non tralasciare nulla. Non dovete avere pietà perché i vostri avversari non ne avranno.
    Difficoltà: Media
    Possibilità di Morte: Presente
    Jolly disponibili: 2
    Punti difficoltà: 15
    Stelle massime: 2
    Conseguenze sul Governo: +25 (Londra)
    Compensi:
    - Punti esperienza: 300
    - Soldi: 500
    - Soul Point: 200


    Info Personaggio


    Nome: Duncan McBride
    Livello: 2
    Energia: Berserker
    Abilità Fisiche: Gigas e Mach Livello 4, tutte le altre al Livello 3
    Livello del Potere: 2
    Tecniche Personali: Air Upgrade 1.0 - Air Turbo - Air Reverse - Air Push - Air Fly - Air Upgrade 2.0 - Air Black Hole - Air Shot
    Tecniche Arte magica: Ninjutsu
    Ninjutsu #2: Evocazione di munizione e di armi - Ninjutsu #7: Laccio Energetico - Ninjutsu #10: Rankyaku - Ninjutsu #13: Air Hike - Ninjutsu #14: Soru
    Rinjutsu
    Rinjutsu #1: Tekkai Parziale - Rinjutsu #4: Scudo crociato - Rinjutsu #10: Liberatore crociato - Rinjutsu #11: Tekkai - Rinjutsu #12: Volontà
    Aitromanzia
    Aitromanzia #1: Rasengan - Aitromanzia #4: Onda sonora - Aitromanzia #6: Decompressione - Aitromanzia #9: Distortion Tornado - Aitromanzia #10: Cicatrice del Vento - Aitromanzia #11: Rasenshuriken - Aitromanzia #14: Piercing Tornado - Aitromanzia #19: Colpo d'ali
    Juinjutsu
    Juinjutsu #5: Squali dell'abisso profondo - Juinjutsu #8: Boltex oscuro - Juinjutsu #10: Nere spirali
    Armi & Equipaggiamento: Uzi - Caricatore Mitra - Gemma Alfa - Droga: Pillola Energetica x2 - Droga: Tonico Energetico x2 - Splendisfera



    L'addestramento selettivo dei nuovi cadetti è duro, alla Trinity non scherzano affatto e Duncan lo stava imparando sulla sua pelle. Aveva deciso di far parte della polizia e come molte altre reclute prima di lui stava partecipando ad una selezione dove venivano testate preparazione, resistenza fisica, abilità, poteri e soprattutto capacità investigative. Avevano iniziato il giorno prima e i nuovi cadetti riuscirono a riposare solamente due ore prima di essere buttati giù dalle brande per riprendere da dove avevano smesso. Un allenamento davvero spietato e che non lascia spazio ad altri pensieri, ma se non altro il cibo della mensa era davvero buono. E proprio mentre si trovava lì, a consumare un lauto pasto e a riposare le sue stanche membra, Duncan vide la porta d'entrata della mensa spalancarsi e tutti i suoi compagni di addestramento che si voltavano rapidamente verso quella direzione. Di fronte all'entrata c'era l'elegante e regale figura di una donna dall'aspetto marziale, vestita di tutto punto con l'alta uniforme della Trinity che metteva in ampio risalto le sue generose forme di donna. Lo sguardo di ghiaccio della Frozen Maiden di Nuova Britannia era famoso e sulla bocca di tutti, nessuno ignorava l'identità del capo della polizia Londinese: Stige Poltergeist. Dopo essersi assicurata di aver attirato l'attenzione, la donna iniziò a far ticchettare i suoi alti tacchi verso i tavoli della mensa, sfoggiando tutta la sua autorità e un tono di voce immensamente solenne.
    Ascoltatemi attentamente cadetti, ho per le mani una missione top secret di altissima importanza personale per me, e ho bisogno di un volontario che si prenda delle responsabilità. Anzi, molte responsabilità. Se mi trovo qui è perché altri agenti hanno avuto la saggia idea di rifiutare dato che non posso dare più informazioni di queste, ben consapevoli che avere a che fare con questo genere di cose significa poter morire o peggio ancora, mettersi contro di me.
    Si fermò proprio davanti al tavolo di Duncan, lanciando al ragazzo un occhiata gelida e incredibilmente distante, per poi fare lo stesso con tutti gli altri come se fosse alla ricerca di uno stimolo peculiare.
    Non vi biasimerò se vorrete starne fuori, questo è un lavoro delicato e la vostra carriera potrebbe finire prima ancora di entrare nel corpo di polizia, quindi non sentitevi in alcun modo obbligati. Tuttavia riuscire con successo significa dare praticamente per scontata la vostra entrata nella polizia, unendovi automaticamente alla mia squadra speciale. Ma ripeto, è una questione delicata dove il minimo errore vi condannerà per l'eternità...
    Con quel preambolo, neanche un folle si sarebbe fatto avanti e, intimiditi ed affamati, praticamente tutti i cadetti ignorarono Stige di una risposta, lasciando intendere il gentile declino. La donna si scurì ben presto in volto, delusa, già pronta a girare i tacchi ed andarsene.
    Come immaginavo...
     
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    Spesso il titolo "paladino della giustizia" era da attribuire a persone che avevano compiuto gesta eroiche a favore dei giusti, delle persone innocenti, di coloro che venivano presi di mira dai malvagi solitamente senza un motivo valido. Questo non si poteva dire di Duncan, lui era un promotore della giustizia, ma non aveva ancora dimostrato pienamente il suo valore, né era riconosciuto come una persona che era al servizio della giustizia, dunque doveva fare un passo concreto per divenire questo tipo di persona, poiché la sua aspirazione, il suo sogno era che la giustizia potesse trionfare, sempre e voleva contribuire a tale trionfo. Il modo migliore per farlo era entrare a far parte delle forze di polizia del suo paese, di Londra, così che tramite alcune conoscenze ed alcuni annunci scoprì che la ricerca di volontari, di persone che anche di fronte alla morte volevano preservare la giustizia, era sempre aperta. Decise di presentarsi alla Trinity, il quartier generale della polizia londinese. Non fu affatto respinto, anzi non appena entrò, fu subito messo sotto addestramento e dovette capire che per servire la giustizia bisognava avere attributi e non temere nulla, proprio nulla. Addestramenti severi, senza alcuna pietà per i candidati, solo i più temerari venivano selezionati e non era sufficiente dimostrare capacità superficiali, la decisione spettava solamente ai grandi capi e fino a quel momento nessuno di coloro che era sotto addestramento sarebbe entrato automaticamente a far parte di quell'organizzazione. In una giornata che si prospettava piena di stress fisico e mentale, durante la pausa pranzo, ci fu un ingresso quasi inaspettato. Mentre Duncan si gustava una bistecca di manzo e delle patate lesse, la forchetta ed il coltello si interruppero al suono della camminata di una persona. Si girò velocemente e squadrò da cima a fondo la figura che si palesò sotto sia i suoi occhi che del resto dei cadetti. Di tanto in tanto i suoi occhi captavano gli sguardi dei presenti che seguivano incantati i movimenti del corpo di lei, il leader indiscusso delle forze di polizia di Londra.
    "Stige Poltergeist..." Sussurrò con gli occhi spalancati il londinese che mantenne il suo sguardo fisso su di lei, per nulla intimorito anzi, ammaliato da tale fascino ed autorevolezza che probabilmente nei meandri del suo cervello aveva già fatto qualche pensiero sconcio sulla donna, soprattutto per l'eleganza che sfoggiava con la sua divisa, altro che la t-shirt bianca ed i pantaloni neri che aveva ricevuto dagli impiegati presenti alla Trinity mischiandosi fra il resto dei cadetti vestiti nello stesso modo. Ma non era il momento di distrarsi con certe cose, perché essa venne in quella mensa con una richiesta specifica. Un compito che, a detta di lei, sembrava assai arduo e che comportava rischi molto elevati. Tutti che abbassarono lo sguardo, echeggiavano epiglottidi che spingevano la saliva nell'esofago, alcuni che mostravano un sorriso beffardo come per dire: "Per chi ci hai presi? Per dei folli?" Dunque nessuno sembrava intenzionato a farsi avanti, a prendersi carico delle molte responsabilità da Stige menzionate. E dopo diversi secondi d'attesa, la donna aveva praticamente concluso che si era rivolta alle persone sbagliate e stava per girare i tacchi e tornare da dov'era venuta. Duncan pensava a ciò che disse, al fatto che ci potevano essere dei grossi rischi e anche delle gravosi conseguenze, ma ciò che lo portò a riflettere forse più degli altri fu che lei avrebbe accolto nelle sue forze speciali colui o coloro che avessero portato a termine tale missione e quella ricompensa era assai più ghiotta di ciò che avrebbe potuto rischiare accettando quell'incarico. Finalmente avrebbe potuto dare un senso alla sua vita, uno scopo valido, emulare l'agente che gli salvò la vita, da cui prese ispirazione per proteggere le persone innocenti attorno a lui e magari, una volta diventato un membro importante delle forze di polizia, avrebbe potuto salvare molte vite, un contributo enorme ed era quello che voleva per sé.
    "Se nessuno vuole accettare, lo farò io!" Si alzò di scatto in piedi, posando rumorosamente le posate sul tavolo e richiamando l'attenzione su di sé di tutti i presenti in quella mensa che lo guardarono quasi sbigottiti a seguito di quelle parole. Non potevano credere che una persona potesse mai accettare una missione del genere, specie se era lì durante la fase d'addestramento, forse era ancora presto. Ma Duncan non la pensava come loro, ci voleva provare, voleva tentare, poiché pensava che probabilmente se non avesse fatto il passo in avanti, i rimpianti sarebbero stati molteplici.
    "Accetto la missione, Miss Stige..." Aggiunse subito dopo con un tono meno sicuro, ma che comunque non si scomponeva, ingoiando della saliva per cercare di sciogliere la tensione e soprattutto il silenzio che s'era venuto a creare, proprio a motivo del suo sorprendente intervento.


    Status Fisico: Illeso
    Status Psicologico: Sicuro di sé (o quasi)
    Energia: 130/130
    Tecniche: //
    Potere: Kazeshini Inattivo
    Armi ed Equipaggiamento: Uzi - Caricatore per mitra - Pillola XLR8 - Pillola Jizz - Gemma Alfa (2 Gemme) - Droga Pillola Energetica (2 pillole)
    Note: Zanpakuto "Kazeshini" nel fodero, riposta accanto al tavolo dove mangia. Uzi in una Gemma Alfa e Caricatore in un'altra, entrambe le gemme nella tasca destra assieme alla Splendisfera. Le due pillole ed i due tonici energetici nella tasca sinistra.

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    E' un pò insolito avere tutto quell'equipaggiamento durante un addestramento, ma non preoccuparti, in questo post c'è anche la soluzione.

    Appena sentì una risposta, Stige si fermò sul posto, girandosi lentamente sfoggiando uno sguardo di velata sufficienza, non poteva di certo mostrare quanto in realtà fosse entusiasta. Ma appena si voltò del tutto verso il ragazzo che si era fatto avanti, sgranò gli occhi sorpresa nel vedere il suo tatuaggio, bisbigliando qualcosa come a lasciar intendere che lo avesse già visto da qualche parte. Si voltò poi del tutto, ricomponendosi, facendo cenno con il capo a Duncan di seguirla.
    Allora muoviti, non abbiamo molto tempo.
    Detto questo si fiondò fuori dalla mensa, aspettando che Duncan la seguisse e che il portone prima spalancato si richiudesse. Iniziarono a camminare dunque a passo lungo su un corridoio molto ampio, desolato, dove la voce di Stige avrebbe rimbombato rumorosamente così come il suono delle sue scarpe. Non si voltò mai verso il ragazzo durante quel percorso, mantenendo una postura diamantina.
    Visto che ti sei fatto avanti di tua iniziativa non ti mentirò: questa operazione è estremamente personale per me e ha ben poco a che fare con la Trinity, tuttavia imparerai presto che in un lavoro del genere, ottenuto un ruolo di spicco, diventa importante farsi molti amici e agganciare le giuste conoscenze. La verità è che in questo momento anche io sono sotto esame e devo dimostrare qualcosa: il mio esaminatore riconosce la mia forza e i miei poteri, ma non sa se sono abbastanza capace anche come leader e come intelligence, quindi mi ha chiesto di affidare questa missione ad una persona che non conosco, e dimostrare che sono in grado di guidarla verso il successo senza intervenire personalmente. Se riuscirò in questo test guadagnerò un formidabile alleato, anzi, lo guadagneremo entrambi perché a giudicare dalla sua richiesta chiunque riesca a risolvere questa missione è indubbiamente meritevole di far parte della polizia e non solo.
    Arrivarono davanti alla porta di un magazzino, Duncan avrebbe potuto riconoscerlo perché lì dentro gli avevano chiesto di lasciare tutta la sua roba prima di iniziare l'addestramento. A quel punto, piazzandosi a braccia conserte di fianco alla porta, Stige gli rivolse finalmente il suo sguardo di ghiaccio, con una determinazione degna della fama della Frozen Maiden.
    Iniziamo allora con una dimostrazione di compostezza: da ora in avanti sarò Comandante Poltergeist per te, o solo Comandate. Dovresti presentarti come fa un vero agente ora, e poi tornare qui solo quando avrai preso tutto quello che ti serve dal magazzino. il resto dell'equipaggiamento te lo fornirò io. Se ci sono domande falle mentre ti prepari, posso sentirti oltre la porta...
    Detto questo, lasciò che Duncan facesse i preparativi per iniziare il prima possibile la missione. Sembrava piuttosto importante e le dita che ticchettavano rumorosamente sulle braccia di Stige lasciavano intendere quanto fosse nervosa.
     
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    Ops, errore dovuto all'abitudine di trascrivere il riquadro completo dello status.


    Prima che Stige avesse una qualche reazione alla sua risposta, Duncan sentì il cuore cominciare a battergli in modo accelerato, preso un po' dall'agitazione e da alcuni pensieri che cominciarono a balenargli la mente. Pensava che magari venisse rifiutato, che la donna osservandolo non lo ritenesse idoneo per poter affrontare la missione richiesta e che quindi potesse fare una figuraccia davanti a tutti gli altri candidati che lo stavano guardando con sorpresa ed incredulità. Ma essa senza tanto girarci attorno, lo reclutò, così che in quel frangente il londinese disegnò sul suo volto un sorrisetto di soddisfazione ed a passo svelto seguì Stige. Uscendo dalla mensa, la donna spiegò al ragazzo alcuni dettagli relativi a quell'incarico, tutt'altra cosa rispetto all'idea che s'era fatto Duncan in merito a quella missione. Anche lei era sotto esame, perciò aveva bisogno di una persona che collaborasse, così che entrambi potessero ottenere dei benefici notevoli. Ma in tutto ciò, il cuore non smetteva di battere velocemente, probabilmente il subconscio del ragazzo era pervaso da mille pensieri più reconditi, del resto non era un robot privo di emozioni, era pur sempre un umano che poteva provare paura e preoccupazioni. Ad un tratto, si ritrovarono entrambi di fronte al portone dove il londinese lasciò il suo equipaggiamento e in quel frangete, la donna si girò rivolgendogli lo sguardo. Duncan incrociò quegli occhi luminosi e freddi, ma non poteva negare a sé stesso che Stige era una donna davvero affascinante, stranamente non si mise nemmeno a guardare i movimenti del suo corpo mentre era dietro di lei che la seguiva nel corridoio dove essa gli spiegò in cosa in realtà consistesse la missione. Ma non c'era tempo per distrarsi, per fare pensieri in quel contesto futili, doveva sbrigarsi e tenersi pronto per assolvere il suo incarico.
    "D'accordo, Comandante!" Rispose, portandosi la mano destra in orizzontale sulla fronte e serrando le gambe, la classica posizione di un soldato che obbedisce verbalmente agli ordini di un suo superiore. Entrò pertanto nel magazzino e prese da una cassa dov'era affissa una targhetta col suo cognome il suo equipaggiamento. Le gemme Alfa, le droghe energetiche, la Splendisfera e per finire la sua compagna di battaglie, Kazeshini che si mise addosso, con l'arma dietro la schiena ed il laccetto che legava essa al corpo del ragazzo e che gli passava sul petto, mentre tutti gli altri oggetti piccoli li infilò nelle tasche dei suoi pantaloni.
    "Mi scusi, Comandante... Ma se i risultati che si ottengono completando la missione sono quelli che lei ha menzionato, che razza di missione è? Insomma, che cosa dovrei fare sostanzialmente?" Chiese Duncan mentre finiva di raccogliere le sue cose, per poi rimettere apposto il cassone vuoto. Prima ancora che Stige potesse dargli una risposta, il londinese uscì dal magazzino, mostrandosi pronto alla donna.


    Status Fisico: Illeso
    Status Psicologico: Un po' teso
    Energia: 130/130
    Tecniche: //
    Potere: Kazeshini Inattivo
    Armi ed Equipaggiamento: Uzi - Caricatore per mitra - Pillola XLR8 - Pillola Jizz - Gemma Alfa (2 Gemme) - Droga Pillola Energetica (2 pillole)
    Note: Zanpakuto "Kazeshini" nel fodero dietro la schiena. Uzi in una Gemma Alfa e Caricatore in un'altra, entrambe le gemme nella tasca destra assieme alla Splendisfera. Le due pillole ed i due tonici energetici nella tasca sinistra.

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    Mentre il ragazzo si mostrava già pronto e operativo, Stige accennò un mezzo sorriso sorpreso nel vederlo impugnare quella che sembrava una zampakuto, guardandola con un pò di nostalgia, come se rievocasse in lei dei ricordi.
    Una Zampakuto...
    Commentò silenziosamente, per poi tornare a parlare con lui con la sua solita compostezza e fare marziale, non prima di avergli offerto quella che sembrava una trasmittente auricolare molto piccola da celare all'interno dell'orecchio.
    La tua domanda è più che logica, ma credimi non voglio fare la vaga, la verità è che anche io ne so davvero poco. So che avremo un obbiettivo, una sorta di caccia all'uomo per impedire una crisi contenuta, sembrerebbe che un elemento pericoloso stia pianificando di creare problemi qui a Londra ma otterremo le informazioni chiave per iniziare solo dopo aver raggiunto le posizioni di partenza. Io dovrò monitorarti dal mio ufficio con i mezzi che ho a disposizione, tu invece dovrai essere il mio braccio, fare esattamente quello che ti dico e portare a termine la missione. Il mio compito è proteggerti, ma in questo momento la mia posizione è nelle tue mani.
    Lo disse con una certa naturalezza, ma ben presto quel volto glaciale finì per incrinarsi. Era forse a disagio? No, Stige per quanto capo della polizia e soprattutto per quanto potente, restava un umana non priva di sentimenti e soprattutto molto empatica. Se aveva un grammo di preoccupazione era nei confronti di Duncan, e non in sé stessa.
    Immagino ti chiederai perché ho scelto di andare a caso... sappi che per quanto romantico possa sembrare il destino, in realtà andare totalmente a caso faceva parte delle mie istruzioni, quindi non credo che una grande forza superiore ci abbia accoppiati per fare qualcosa di grande oggi, non so se saremo affiatati, se tu sarai in grado di vincere o se io sarò in grado di guidarti...
    Il fato è qualcosa su cui difficilmente si poteva fare affidamento e lei, Stige, lo sapeva davvero bene. Tuttavia, il discorso prese una piega del tutto diversa quando rialzò lo sguardo verso Duncan, serrando il pugno destro per portarselo sul cuore, al centro dei suoi generosi seni, per poi allungare quella stessa mano sulla spalla del ragazzo, con fare fraterno e sfoggiando un sorriso risoluto.
    Quindi no, non credo al destino, ma di tutte le persone che ho cercato tu ti sei fatto avanti senza timore e senza fare domande, proprio come un vero agente dovrebbe fare per salvare delle vite innocenti. Questo è vero coraggio, e al coraggio io ci credo. Quindi penso che se dovevo andare alla cieca nella scelta di un alleato in questa missione, non potevo chiedere di meglio...
    Voleva indubbiamente essere un discorso di incoraggiamento, ma non lo diceva tanto per dire. Stige era davvero convinta che Duncan fosse quello giusto, per questo non avrebbe esitato a portare avanti la missione. Se quel discorso lo avesse incoraggiato quanto bastava, sarebbero passati alle prime istruzioni: Duncan doveva raggiungere una delle piazze della città in borghese, cercando di non dare nell'occhio. La piazza aveva al centro una grossa fontana, uno spiazzo piuttosto ampio con molta gente a passeggiare, perfetto per una manifestazione o magari chissà, per un attacco terroristico. Intorno c'erano molti negozi, bar e palazzi, nascondersi nella folla era decisamente facile.
     
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    Nel loro dialogo ci fu un mutamento davvero incredibile. Da che mise piede alla Trinity, molte persone parlarono di Stige come se fosse un comandante di ferro, priva di emozioni o di sentimenti, fredda e spietata. Eppure Duncan in quel frangente vide qualcosa che forse in pochi videro della donna. Un lato umano, tipico forse di una donna che nascondeva come meglio poteva le sue preoccupazioni e forse cominciava a capire anche il fatto che ciò era dovuto alla sua delicata ed elevata posizione all'interno di quell'organizzazione. Poi, ritrovarsi in una situazione in cui anch'essa era sotto esame, probabilmente non le faceva dormire sonni tranquilli di notte. Ma dalla sua reazione, Stige credeva nel ragazzo, era rimasta colpita dal coraggio, dall'iniziativa presa da lui per poter assolvere quell'incarico che avrebbe portato molti giovamenti ad entrambi se le cose fossero andate per il verso giusto. Se, quell'incognita grande quanto una casa, poiché Duncan non sapeva esattamente i dettagli specifici, apprese solamente che un elemento minaccioso stava per minacciare l'ordine a Londra ed andava fermato e toccava a lui, chiaramente Stige lo avrebbe supportato via radio. Arrossì quando la donna posò la sua mano sulla spalla, una mano delicata, femminile, da una persona che esternamente non sembrava trasmettere tali sensazioni e poi quello sguardo così amichevole, così fiducioso, tutt'altro che lo sguardo che poco prima essa aveva rivelato al londinese che provava un certo timore a stare in sua compagnia. In quel momento invece si sentì motivato, una molla fece scattare dentro di sé la voglia di cimentarsi in quella missione, di farlo più che altro per lei, non tanto per i benefici che forse lui avrebbe ottenuto. Prese la trasmittente e se la inserì nell'orecchio, più a fondo che poteva in modo da non farsi beccare da eventuali nemici che avrebbero capito che in mezzo a loro c'era una talpa.
    "Ho capito. Darò tutto me stesso per completare questa missione, Comandante! Una persona come lei, che ha messo a disposizione la sua vita per la giustizia, merita questo ed altro!" Rispose a tono il ragazzo con un'espressione convinta di ciò che diceva, più sicuro di prima, con un tono di voce privo di esitazioni o di ripensamenti. Ciò che disse Stige lo incoraggiò particolarmente e si sentì pronto ad assolvere quell'incarico. I dettagli gli furono illustrati, doveva agire senza farsi troppo notare altrimenti avrebbe destato subito sospetti ed avrebbe trovato più difficoltà del previsto nel portare a termine la missione. Per prima cosa, gli venne la brillante idea di nascondere la sua zanpakuto in una delle Gemme Alfa in suo possesso così da non attirare l'attenzione su di sé con un'arma chiaramente visibile, sostituendola con il caricatore per mitra che aveva a sua disposizione, quello poteva stare benissimo in una tasca di pantaloni. Indossò un abbigliamento modesto, che comprendeva in una felpa bianca con una tasca unica al centro all'altezza dell'addome ed un paio di jeans con ai piedi un paio di stivaletti pesanti neri, il clima non era rigido, ma a Londra non c'era mai il caldo che ti permetteva di girare più svestito possibile. La donna gli indicò che si sarebbe dovuto trovare in una piazza con al centro una fontana, attorno locali come negozi e bar ed un via vai frenetico ed abbondante di persone, tipico di quella metropoli. Così Duncan si sedette su un tavolino di una caffetteria italiana presente in quella piazza, era a circa 20 metri dalla fontana posizionata al centro di quella piazza, consultando il menù del locale, ma alzando spesso e volentieri lo sguardo per osservare la gente attorno a sé ed attendendo le indicazioni di Stige.
    "Ok, sono qui, sono seduto ad uno dei tavolini di una caffetteria italiana della piazza, la caffetteria si chiama Love Italy Caffè." Disse con una voce pacata, quasi a bassa voce il ragazzo, cercando di restare il più tranquillo possibile, non incrociando con fare indagatore gli sguardi altrui, ma comunque mantenendo una particolare attenzione, sia per la gente che aveva attorno a sé che per la guida che attendeva da Stige, che gli sarebbe arrivata dal microfono posto e nascosto all'interno dell'orecchio destro. L'agitazione del momento tornò a farsi sentire, ma respirando un po' a fondo stava provando a calmarsi e a mantenere la lucidità necessaria per non commettere errori che gli sarebbero costati caro.


    Status Fisico: Illeso
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    Note: Zanpakuto "Kazeshini" in una Gemma Alfa e Uzi in un'altra, entrambe le gemme nella tasca destra assieme alla Splendisfera. Le due pillole ed i due tonici energetici nella tasca sinistra assieme al caricatore per mitra.

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    EDIT: Modificato il post, riportando la posizione di Duncan nella piazza.


    Edited by Shirosaki Ogihci™ - 8/10/2017, 10:19
     
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    Duncan sarebbe stato sicuro di avere Stige completamente dalla sua parte, gli occhi colmi di fiducia di quella donna non mentivano ed entrambi in fondo erano agenti di polizia, agenti che credevano nel loro compito e che lo avrebbero portato a termine anche a costo della vita. L'operazione ebbe quindi inizio e Duncan si mischiò insieme alla marmaglia cercando di non dare nell'occhio, restando vicino alla fontana. Il tempo non era decisamente dalla loro parte: nuvole grige oscuravano il già poco colorito cielo di Londra, abbassando di molto la temperatura, dava l'idea che potesse piovere da un momento all'altro.
    Ti ricevo forte e chiaro Duncan, ho il tuo segnale sugli schemi, sono con te ma non ho visuale diretta. Cerca di dirmi cosa vedi senza attirare l'attenzione, dammi solo le informazioni necessarie.
    Il ragazzo doveva aguzzare la sua vista e anche se avesse solo il minimo delle capacità di un buon detective, non avrebbe avuto difficoltà a notare alcuni piccoli particolari insoliti. Ad esempio che nonostante il traffico fosse limitato, un piccolo taxi con dentro un uomo di mezza età piuttosto facile all'ira, tentava comunque di attraversare facendo ampio uso del suo clacson. Vicino alla fontana c'era invece un distinto licantropo dalla giacca a vento ampia che fissava molto spesso un orologio da taschino piuttosto vecchio, ma che non si preoccupava minimamente di nascondere la sua vera forma. Non che fosse insolito trovare mannari o ibridi in quel periodo ovviamente, ma con quella folta pelliccia doveva avere caldo nonostante il tempo. Vicinissimo al café dove si trovava lui, un gruppo di 5 stranieri dall'accento nordico dava l'idea di essere in procinto di fare qualcosa di eclatante, dato che bevevano qualcosa di forte per scaldarsi e sfoggiavano all'altezza della cintura delle spade e delle pistole che sembravano costose, ma ben custodite all'interno di fondine che le nascondevano quasi del tutto, somigliavano decisamente ad un'affermazione di stile.
     
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    Era sul luogo in cui avrebbe dovuto cominciare ad agire, doveva farlo in modo intelligente, senza esporsi troppo e cercando di trarre il massimo dalla guida che Stige gli avrebbe dato se Duncan avesse trasmesso le informazioni in modo corretto. Mentre cercava di camuffarsi fra la gente, non poteva nascondere quanto meno a sé stesso il minimo d'agitazione che poteva percepire. Le premesse che quella fosse una missione delicata c'erano tutte, fu la donna stessa a dirgli che non sarebbe stata una passeggiata, perciò doveva fare molta attenzione a ciò che avrebbe fatto da quel momento in avanti. Sussultò leggermente non appena Stige rispose e cominciò a guardarsi attorno, non girando troppo la testa, del resto dove si trovava poteva avere un'ampia visuale del piazzale in cui era posizionato. Tre insolite situazioni, doveva capire quale fra quelle tre sarebbe stata la più sospetta, magari colei che lo stava guidando sapeva qualcosa in più di lui.
    "Un uomo che suona ripetutamente il clacson nel taxi sulla strada accanto alla piazza, un licantropo vicino alla fontana che guarda ripetutamente l'orologio come se stesse aspettando qualcuno e... Cinque personaggi dall'accento nordico alla mia destra, a circa dieci metri di distanza da me che bevono e sono armati di spade e pistole. La persona che stiamo cercando è una fra queste?" Chiese, mantenendo un tono di voce basso, muovendo molto poco la bocca cercando di non destare sospetti ad una di queste persone che lui stava tenendo d'occhio, alzando il menù per coprire le labbra, ma continuando a muovere gli occhi verso i tre elementi più dubbi all'interno di quella piazza londinese. Poco dopo che rivolse tale domanda a Stige, il cameriere del bar dov'era posto Duncan arrivò, svolgendo professionalmente il suo ruolo e chiedendo al ragazzo cosa volesse prendere, specificandogli che da diversi minuti stesse osservando la pagina dei panini.
    "Mi scusi... Può ripassare fra cinque minuti per favore? Devo ancora decidere." Rispose con un tono tranquillo il londinese che accennò uno sguardo sfuggente al cameriere, sorridendogli appena, per poi tornare a visualizzare i tre punti che comunicò a Stige e che per lui potevano essere delle persone sospette. In cuor suo sperava che il tizio che stavano cercando non fosse in mezzo ai cinque tipi armati, altrimenti avrebbe dovuto trovare un modo per sbarazzarsi un po' alla volta di quel gruppetto, tutti e cinque forse sarebbe stata sicuramente una situazione di svantaggio numerico, ma in ogni caso, Duncan stava cercando di mostrarsi pronto ad agire, qualsiasi sarebbero state le istruzioni che avrebbe ricevuto dal suo Comandante.


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    Note: Zanpakuto "Kazeshini" in una Gemma Alfa e Uzi in un'altra, entrambe le gemme nella tasca destra assieme alla Splendisfera. Le due pillole ed i due tonici energetici nella tasca sinistra assieme al caricatore per mitra.

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    Scusa se sto andando un pò a rilento, la settimana prossima dovrei essere più reattivo.

    Stige assimilò le informazioni di Duncan prendendosi il tempo necessario per riflettere ma senza farlo aspettare troppo. Nel mentre, lo scenario non sarebbe cambiato.
    Il caos a Londra non è insolito, e non ho mai visto un tassista calmo in vita mia. Turisti che vanno in giro armati non sono una novità e non li biasimerei, ma il licantropo che guarda l'orologio... non per la sua natura, ovviamente, ma se sta minuziosamente guardando l'orologio, vuol dire che aspetta qualcosa. Tienilo d'occhio.
    Il suggerimento di Stige si rivelò esatto, poiché in un brevissimo istante, le cose cambiarono: Duncan riuscì a scorgere quella figura solo per un istante, ma vide chiaramente una misteriosa persona incappucciata che sfoggiava un'inquietante maschera da dottore della peste, che lasciava circospetta una valigetta ai piedi del licantropo, sotto gli occhi circospetti di quell'uomo che si vedeva chiaramente stesse facendo finta di non vedere nulla. La misteriosa figura mascherata scomparve in un istante, lasciando solamente la valigetta ai piedi del Licantropo, che la afferrò sollevandola lentamente pochi secondi dopo. Sembrava una normale valigetta da uomo d'affari, in pelle nera e dall'impugnatura elegante, era grande poco più di un foglio A4 ma risultava piuttosto spessa e pertanto capiente.
    Duncan? Ti ho sentito sussultare, che succede?
    Stige era così concentrata da percepire chiaramente anche il più piccolo sospiro di Duncan in quel momento, andava tenuta aggiornata ma alla luce dei fatti, il ragazzo doveva prendere l'iniziativa a quel punto. Forse non in maniera eclatante, ma oramai il bersaglio sembrava più che ovvio, quindi era ora di muoversi.
     
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    Non preoccuparti, durante la settimana non credo nemmeno io d'essere celere nelle risposte.


    Duncan ebbe le prime indicazioni su come muoversi in base alla situazione che si trovò a dover tenere d'occhio ed il caso più sospetto fra i tre era quello del licantropo che osservava continuamente l'orologio in attesa di qualcosa. Da lì capì come Stige avesse più esperienza di lui a livello investigativo, lui non aveva bisogno di pensarci su più di tanto nel capire che quell'essere aveva qualcosa di sospetto, ma lei confermò i sospetti non vedendo direttamente la situazione, perciò senza esitazioni decise che quell'individuo sarebbe stato preso di mira dallo sguardo attento dell'aspirante agente. Ulteriori conferme avvennero quando accanto al licantropo si palesò un uomo con una maschera inquietante, che posò accanto alla bestia una valigetta e poi si dileguò nel nulla. A quel punto, distogliendo per un secondo lo sguardo dall'essere, Duncan si alzò istintivamente in piedi, prendendo un volantino presente sul tavolo del locale, era un foglio contenente le date di futuri eventi che si sarebbero tenuti in quel caffè e si mise a scrutarlo come se avesse molto da leggere e prese a camminare in direzione del licantropo.
    "Mi sto dirigendo verso di lui." Sussurrò a testa bassa, continuando a dare l'impressione d'essere particolarmente interessato a quel volantino, come se dovesse leggere un libro che lo stesse prendendo nella trama. Lo girava fronte e retro, cercando di memorizzare le date, non che lo stesse realmente facendo, ma non voleva dare troppo nell'occhio che stesse volutamente direzionando la sua camminata sciolta e disinvolta verso il licantropo. Alzava di poco lo sguardo, giusto per non andare a sbattere contro altre persone e per rendersi conto che quel tizio era ancora lì, vicino alla fontana, probabilmente da un momento all'altro se ne sarebbe andato e si sarebbe portato con sé quella sospettosa valigetta che l'inquietante uomo gli aveva lasciato poco prima. Ma prima ancora che il tizio potesse abbandonare furtivamente il posto, Duncan avrebbe cercato di entrare in modo grottesco in contatto con lui. Avrebbe alzato lo sguardo, come se si stesse lasciando distrarre da qualcosa in un'altra direzione e dopo un paio di passi il suo corpo sarebbe impattato sbadatamente contro quello del licantropo, cercando di fargli perdere un po' l'equilibrio e magari la presa sulla valigetta sospetta, sperando che cadesse a terra leggermente lontana dall'individuo.
    "Oh cacchio...! Scusa amico! Tutto ok??" Avrebbe chiesto il ragazzo, mostrandosi preoccupato e dispiaciuto se lo scontro fosse andato a buon fine, avendo anche un occhio di riguardo per l'oggetto che il licantropo ricevette dall'inquietante uomo, ipotizzando che all'interno d'esso ci fosse qualcosa di davvero scottante. Fu l'istinto a far agire Duncan in quel modo e sperava che l'avesse guidato nel modo corretto, poiché non ci sarebbe stato molto tempo per chiedere altre indicazioni a Stige, era questione di secondi, di distanze e soprattutto di non farsi troppo notare dalle persone sospette.


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    Quando il ragazzo prese l'iniziativa senza attendere ordini dal suo superiore, la voce di Stige si alterò visibilmente, dando l'idea che fosse piuttosto preoccupata.
    Duncan? Duncan! Che succede?! Non tenermi allo scuro, devo sapere cosa vedi, Duncan...!
    Ma il ragazzo era già avviato e lei stessa sapeva bene che distrarre un agente mentre agiva sarebbe stato altamente controproducente. Il problema era che lei non sapeva della valigetta, quindi poteva solo immaginare cosa stesse succedendo. Realizzò che se Duncan aveva preso l'iniziativa sicuramente aveva le sue buone ragioni, quindi doveva restare calma e fidarsi di lui. Il ragazzo decise di intraprendere un approccio diretto col licantropo, rischioso forse ma indubbiamente incisivo. L'impatto per poco non spinse il lupo verso la fontana, facendogli palesemente rizzare il pelo all'idea di infradiciarsi con tutto quel freddo, al punto che perse la presa sulla valigetta, che finì pochi metri più a destra del lupo, alla sinistra di Duncan e quindi equidistante tra i due di pochi metri. Il lupo gli rispose in maniera aggressiva, spingendolo per una spalla con un colpo deciso.
    Hey idiota! Guarda dove cavolo metti i piedi!
    Avrebbe sbuffato poi in maniera bestiale, era visibilmente nervoso e teneva sott'occhio la valigetta mentre scansando Duncan avrebbe guardato di nuovo l'orologio da taschino, iniziando subito a dirigersi verso la valigetta per poterla recuperare. Duncan non sarebbe riuscito a cogliere dettagli precisi, ma avrebbe potuto notare che le lancette di quel vecchio orologio, per qualche ragione, si muovevano al contrario.
     
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    Il frutto di una iniziativa andò apparentemente a buon fine, non destando alcun sospetto sul sospettato, ma permettendo a Duncan di metterlo in una situazione in cui avrebbe potuto capirci qualcosa in più di quell'individuo, se fosse lui o se lavorasse per la persona che stava nascondendo una minaccia per Londra. La valigetta si staccò dalla presa del licantropo ed in quel momento era a pochi metri da entrambi, solo che quello più interessato all'oggetto in questione era proprio il non umano. Il ragazzo ignorò completamente ciò che Stige volesse sapere al riguardo delle manovre che lui aveva compiuto, non era proprio il momento di dialogare con la donna, altrimenti la sua copertura sarebbe saltata all'istante e probabilmente avrebbe anche rischiato di finire in una brutta situazione, rischi del mestiere, ma meglio trarne il massimo vantaggio e non rovinarsi con le proprie mani. Chiaramente la reazione del tizio fu brusca, non poteva capire che quello scontro fosse dovuto ad una chiara intenzione di Duncan di separarlo dalla valigetta, non sapeva che fosse un agente sotto copertura. Il londinese volse uno sguardo verso l'oggetto a pochi metri da entrambi e poi si voltò verso il licantropo, assumendo un'espressione dispiaciuta, ma i suoi occhi vennero subito rapiti dall'orologio che poco prima quell'essere continuava a guardare in modo irrequieto, osservando che non aveva il solito movimento, ma le lancette giravano al contrario, un qualcosa di veramente insolito. Non volle esprimersi a riguardo, né mostrare al licantropo qualche tipo di espressione insospettita o perplessa vedendo ciò, ma cercò di restare più vago possibile.
    "Scusami davvero... Aspetta te la prendo io." Replicò, per poi dare la sua attenzione alla valigetta. Con una camminata più naturale possibile, si sarebbe diretto verso l'oggetto in questione, prendendolo da terra e sollevandolo, constatando che ciò che era al suo interno, stava donando un peso piuttosto consistente a quella valigetta. Era curioso di capire cosa ci fosse al suo interno, avrebbe voluto aprirla in quel medesimo istante, ma forse sarebbe stato fin troppo rischioso ai fini di preservare una copertura che prima o poi sarebbe saltata, ma doveva accadere in un momento favorevole, forse in quella piazza, con tutta quella gente, non era proprio il caso di scatenare il panico e complicare la situazione. Non avrebbe riportato subito la valigetta al suo proprietario, sarebbe rimasto fermo nel punto dove l'avrebbe raccolta, scuotendola un po' per cercare di capire cosa ci fosse al suo interno e decidere se agire subito o attendere.


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    L'iniziativa di Duncan era buona, ma il suo fare placido e poco sospetto vennero anticipati dal Lupo che, molto più frettoloso e diretto, recuperò per primo la valigetta nonostante il ragazzo fosse in vantaggio, perché Duncan aveva deciso di fare il finto tonto fino all'ultimo. Il lupo lo spinse poi via con la mancina, tenendo la valigia stretta al fianco destro con maggior gelosia e attenzione di prima, ringhiando aggressivamente verso il suo interlocutore, come ad invitarlo a stare indietro. la spinta non era sufficiente a farlo cadere, ma abbastanza rapida e decisa da fargli capire che non doveva assolutamente impicciarsi dei suoi affari.
    Stai alla larga, hai capito?!
    Avrebbe a quel punto cercato di mescolarsi nella folla, con fare piuttosto frettoloso. Osservando l'orologio, Duncan aveva avuto la possibilità di esaminare meglio il suo funzionamento: la lancetta corta puntava sulle 12 e non si muoveva di un passo, mentre dopo qualche ticchettio della lancetta dei secondi ,quella più lunga si spostava di un pò, chiudendo le distanze che c'erano tra il 3 e il 12, segno che stava contando un countdown sicuramente inferiore ai 15 minuti.
    Duncan? Che succede? Rispondimi, è un ordine!
    Stige era spazientita, aveva bisogno di sapere cosa stava succedendo per aiutare Duncan, poteva fidarsi di lui ma non poteva mandarlo allo sbaraglio, aveva bisogno di conoscere, aveva bisogno di capire. E Duncan avrebbe fatto bene a pensare ad un piano preciso, dato che qualsiasi cosa ci fosse in quella valigia sembrava avere un timer. Un timer che aveva reso irrequieto e frettoloso anche il lupo.
     
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    Nel tentativo di recuperare la valigetta, Duncan venne anticipato in modo frettoloso e minaccioso dal licantropo che gli intimò di non avvicinarsi a quell'oggetto, dando l'idea all'aspirante agente che contenesse qualcosa di veramente scottante. La conferma arrivò quando diede un'altra occhiata all'orologio in possesso dell'essere e dal modo in cui si muoveva, sembrava fosse un timer per un qualcosa, forse per una bomba ad orologeria e il ragazzo ipotizzò che valigetta ed orologio fossero in qualche modo collegati. Nel mentre, il licantropo cercò di allontanarsi da lui, dileguandosi fra la gente che passava in modo frenetico in quella piazza. Ed in tutto ciò, avrebbe dovuto chiedere la guida di Stige che lo richiamò all'ordine quasi agitata, era comprensibile, la missione era delicata e non poteva fare tutto da solo, magari lei avendo più esperienza gli avrebbe potuto dare la guida necessaria ad affrontare meglio la situazione.
    "Mi scusi Comandante! Il licantropo ha una valigetta molto sospetta, pare che al suo interno ci sia qualcosa che funziona a tempo, come una bomba o qualcosa del genere, perché l'orologio di quella bestia funziona come se stesse contando un countdown, potrebbe essere in qualche modo collegato al contenuto della valigetta. Sto cercando di inseguirlo." Disse Duncan non perdendo di vista il sospettato ma iniziando a camminare per raggiungerlo. Era chiaro che a quel punto non poteva più agire nello stesso modo, poiché probabilmente aveva già insospettito quel tizio, perciò doveva trovare il modo di stargli dietro senza farsi troppo notare. Vicino alla fontana vi era una panchina con un barbone che stava beatamente dormendo e che aveva appoggiato su di sé un gran cappotto color marrone scuro, un paio di occhiali da sole ed in testa indossava un berretto in pile grigio. Non sarebbe stata una copertura efficace, ma forse il licantropo non aveva visualizzato bene in viso Duncan, forse preso dalla fretta di sparire con appresso quella valigetta. Senza farsi troppi problemi che magari quegli indumenti fossero sporchi, il ragazzo li prese velocemente e li indossò, chiuse il cappotto per nascondere la felpa bianca si mise il berretto e poi indossò gli occhiali e prese ad inseguire a passo abbastanza svelto quell'individuo, mantenendo la visuale su di lui per non perderlo di vista.
    "Ok, ho cercato di camuffarmi un po' di più ed ora gli sto dietro, Comandante." Aggiunse in seguito, rimanendo concentrato sul mantenere viva la traccia del licantropo e capire dove si stesse dirigendo e quali fossero le sue intenzioni.


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    Il travestimento d'emergenza lo avrebbe confuso un pò meglio con la folla, evitando che il lupo riuscisse a rintracciarlo facilmente. Era un bene, perché quel tipo si stava muovendo davvero velocemente nella piazza e Duncan non poteva restare indietro. Stige, d'altro canto, sembrava più tranquilla per aver ripreso le comunicazioni tra di loro e poteva quindi tornare a dare ordini al ragazzo.
    Capisco... molto probabilmente si tratta di un ordigno si, un attacco terroristico magari, da non sottovalutare Duncan. La cosa si è appena fatta molto più pericolosa di quanto avessi stimato, mi spiace averti coinvolto a questo punto ma non possiamo più tornare indietro. Ne vale probabilmente la vita di molte persone...
    Il lupo si stava dirigendo in un edificio molto specifico, non molto distante dalla piazza in cui si trovava originariamente, forse voleva raggiungere una posizione più favorevole per il suo ordigno, oppure chissà cosa stava orchestrando. Continuava a guardare frettolosamente l'orologio, andava di fretta ma non maneggiava quell'affare come se fosse una bomba, dava più l'idea di qualcosa che potesse controllare, anche perché altrimenti l'avrebbe potuta lasciare lì molto prima, proprio in mezzo alla folla. Duncan avrebbe potuto vedere che l'edificio in cui si dirigeva il lupo era abbandonato, non esattamente fatiscente ma le finestre erano sbarrate e le porte delimitate da del nastro giallo. Prima di avvicinarsi all'entrata, il Lupo si sarebbe guardato attorno.
    Duncan, dobbiamo togliergli la valigetta il più velocemente possibile e assicurarci che qualsiasi cosa stia aspettando non arrivi mai, sono stata chiara?
    L'ordine di Stige non era necessariamente cerca e distruggi, ma Duncan doveva prendere una posizione velocemente, non poteva continuare in terno il suo teatrino.
     
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