Non si sevizia un paperino!

per Mr

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Nome partecipanti: Adam Qadmon Vs Kuroto Dan
    Livello partecipanti: 1 Vs 1
    Energia partecipanti: Newbie Vs Newbie
    Numero dei partecipanti: 2
    Livello del potere: 1 Vs 1
    Abilità fisiche G1: Tutte all’1 tranne Gigas 2 - Mach 2 – Shell 2
    Abilità fisiche G2: Tutte al 3
    Tecniche personali G1: Unguis - Gladius - Aculeus
    Tecniche personali G2: Mighty Action X - Gekitotsu Robots - Taddle Quest
    Arti Magiche/Occulte G1: //
    Arti Magiche/Occulte G2: Ninjutsu
    Ninjutsu #2: Evocazione di munizione e di armi
    Ninjutsu #10: Rankyaku
    Genjutsu
    Genjutsu #1: Kai
    Genjutsu #2: Visioni Malefiche
    Genjutsu #3: Miraggio
    Genjutsu #7: Masquerade
    Genjutsu #8: Sostituzione
    Genjutsu #10: Fear of the Dark
    Armi & Equipaggiamento G1: //
    Armi e Equipaggiamento G2: Chambara - RPG - Droga: Pillola Energetica [x2] - Gemma Alfa [x2]
    Luogo: La zona di combattimento consta dell’intera superficie di una libreria dalle medie dimensioni e dalla consueta pianta rettangolare, larga 15 metri, lunga 30 e dal soffitto alto 5. L’interno è diviso in due aree equivalenti adibite a funzioni diverse: l’area a sinistra dell’ingresso (Posto all’esatta metà del lato che dà sulla strada) contiene tutti gli scaffali e le librerie che ci si aspetterebbe di incontrare in un simile esercizio commerciale e quella alla destra dell’ingresso, dove è posta la scrivania con la cassa e dove si trova lo spazio destinato a ospitare le sedie e le persone venute ad assistere alle piccole conferenze spesso organizzate dalla proprietaria dell’esercizio.
    Le librerie dell’area sinistra sono tutte in legno massello, larghe 50 centimetri, alte 2 metri e lunghe 4, poste in tre file parallele alle due pareti più lunghe del negozio , in modo da formare quattro “corridoi” larghi circa 150 cm. Ogni fila è composta da tre librerie vicine. Le sedie in acciaio e plastica, invece, dell’area di destra sono disposte in tre file da dieci unità a fila. L’ambiente è illuminato da tre grandi lampade al neon situate ai due estremi e al centro del soffitto e da piccole finestre lunghe strette, situare a un altezza di quattro metri dal pavimento, lunghe 80 cm e larghe 20, se ne trovano ben dieci lungo tutta la parete che dà sulla strada. Le pareti sono in mattoni e cemento.

    Avviso: questo post è stato scritto appositamente per risultare demenziale e nonsense. Perché ho fatto una simile scelta? Perché Mr sa di cosa sto parlando! èwé

    Scherzi a parte, spero di non fare troppi errori a causa della mia nabbaggine.


    Il Sole splendeva alto nel cielo e una brezza lieve, quasi sommessa spirava senza fretta tra le strade pigre e sonnacchiose di quel nuovo, ennesimo quartiere periferico della Città Eterna. Quartieri simili spuntavano ogni giorno attorno ai confini sempre più labili di Roma, il cui nuovo Impero non aveva dato soltanto il lustro e le forze di un tempo, aveva anche risvegliato l’atavica fame di plebe, schiavi e derelitti che, da ogni dove, venivano attirati nella Capitale come la fiamma di una candela seduce le ignare falene.
    Il destino della Città Eterna, dunque, sembrava essere sempre lo stesso: crescere sempre di più come un bubbone rigonfio di ambizione, disperazione e vizio finché non sarebbe scoppiato da sé… o almeno, così pensava Adam passeggiando senza una meta precisa lungo quei marciapiedi sonnacchiosi e poco trafficati: fortunatamente, infatti, per l’umore della tiranide (ex homunculus), l’urbanizzazione eccessiva della capitale sembrava aver tralasciato, almeno per ora, quel quartiere che poteva anche godersi il suo essere ininfluente, la sua assoluta conformità con tutti gli altri quartieri periferici e quindi poter trascorrere un’esistenza pacifica e tranquilla, almeno finché la frenesia del facile guadagno non sarebbe arrivata fino a lì.
    Ovviamente, l’umore del giovane uomo quel giorno era pessimo proprio come il mattino prima e quello prima ancora, fino a risalire al momento in cui era stato costretto a incarnarsi in un corpo solido, ma la tranquillità che si respirava tra quelle case, tra quei palazzi tutti uguali e dove, però, riusciva comunque a emergere l’individualità dei suoi abitanti, vuoi con un graffito, vuoi da qualche altro piccolo dettaglio, meglio disposero il suo animo facile all’irritazione e, senza neanche accorgersene, arrivò davanti alla “Alexandria’s books” la piccola ma fornita libreria che frequentava ormai da qualche mese.
    Forse il nome poteva un po’ troppo altisonante per una modesta libreria di periferia, ma in realtà non era altro che un semplice ma grazioso gioco dio parole tra il nome della proprietaria, Alessandra per l’appunto, e la famosa biblioteca. In effetti la libreria era piena di volumi di difficile reperimento e molto spesso vi tenevano delle piccole conferenze, soprattutto di piccoli o giovani autori che, in tal maniera, potevano sperare di aumentare il loro seguito di lettori e, soprattutto, assecondare il bisogno di tutti gli scrittori di parlare dei libri propri e altrui. Lui stesso, in veste di piccolo autore di saggi sull’alchimia medievale aveva tenuto qualche conferenza nella libreria e aveva, sia pure in maniera molto labile, fatto amicizia con la proprietaria e con i clienti abituali della libreria.
    Per questo motivo, finalmente con l’ombra di un sorriso che si stava disegnando sulle sue labbra, si decise a entrare, comprare qualche volume interessante e magari scambiare quattro chiacchiere con gli astanti… sennonché, dopo un forte trambusto proveniente dall’interno della libreria, uscì di corsa dalla libreria una bambina in lacrime, che, non appena vide Adam si fiondò ad abbracciarlo piangendo disperata.
    Per uno che aveva la stessa attitudine al contatto umano di una mazza ferrata, quell’abbraccio lo pietrificò e gli fece venire l’orticaria allo stesso momento, tanto che la bambina sarebbe stata scagliata nell’iperuranio se non si fosse deciso a controllarsi.

    << Avanti, bambina, non piangere: qualunque cosa sia successa una bimba grande come te non dovrebbe fare così… hai perso tua madre?>>

    Cercò di calmarla dandole qualche impacciata pacca sulle spalle, non sapendo minimamente cosa fare. La piccolina, però, negò con la testolina di aver smarrito la mamma e singhiozzò un altro poco, incapace di frenare le lacrime come se avesse assistito a un orrore troppo grande per poter essere raccontato senza fare appello a tutte le sue forze.

    << Sigh, sob! Un signore brutto e cattivo è entrato durante la conferenza e… e... ha spaventato tutti, facendoli scappare via! Adesso è da solo e sta strappando tutte le storie di Paperino!>>

    Singhiozzò disperata la piccolina, prima di stringersi di nuovo verso Adam, che sorpreso guardò di nuovo verso la libreria e vide il piccolo manifesto che prima gli era sfuggita: era l’avviso di una nuova conferenza nella libreria, dove avrebbe parlato l’autore di un libro intitolato “Noi amiamo Paperino!” e dove si informava che, alla fine, sarebbero stati consegnati ai bambini presenti dei vecchi fumetti.
    Ovviamente Adam non sopportava i fumetti ma sapere che un idiota stava vandalizzando una libreria gli fece venire una gran rabbia, ma non sufficiente per decidere di entrare là dentro e spaccare il muso a quel pazzoide: dopotutto, stando al racconto della bambina, i presenti erano riusciti ad allontanarsi e sicuramente si trovavano nelle case vicine dove avevano chiamato le forze dell’ordine… ed era proprio lì che doveva portare la bambina.

    << Su, su, bimba: tra poco arriverà la polizia che porterà in prigione questo signore cattivo, non avere paura. Adesso ti va di dirmi dov’è andata tua madre?>>

    Le chiese, mentre persa per mano si era incamminato nel bar di fronte alla libreria, dove in effetti vedeva molte persone agitate e in piedi dietro la vetrina. Aveva appena deciso di accompagnare la piccolina lì, ma inaspettatamente la bimba non voleva saperne di muoversi.

    << Non voglio aspettare la polizia, tu devi punire quel signore cattivo! Sei tanto grande e forte, se gli dai un pugno gli farai di sicuro una bella bua e salverai Paperino!>>

    Trillò la bimba guardandola con due occhioni tenerissimi ricolmi di ammirazione, che stuzzicò l’orgoglio ipertrofico di Adam, felice nel constatare che persino una bimba notava la sua buona condizione fisica, ma non abbastanza lusingato da fronteggiare per niente uno svitato.

    << Non sono io a dover dare pugni e punizioni ai signori cattivi, piccola: per queste cose c’è la polizia e tua madre sarà preoccupata, quindi seguimi… - senti stronzetto, vuoi andare là dentro o ti mancano le palle?>>

    Gli chiese a bruciapelo la piccola che, smessi i modi di fare infantili e carini, lo guardò decisamente insolente: Adam non poté fare a meno di guardarla strabuzzando gli occhi, prima di sentirsi avvelenare dall’indignazione: che tempi degeneri, persino i bambini erano macchiati dalla volgarità!

    << Chi diavolo ti ha insegnato a rivolgerti così a un adulto??! E comunque, se proprio lo vuoi sapere mocciosa, a me di Paperino non me ne frega un accident… ehi! Che mi hai tirato? Piccola impertinente, se ti prendo ti riempio di sculaccioni!>>

    Esclamò sorpreso, mentre la piccola, con un gesto repentino, si portò la manina in tasca e, raccolta una manciata di polverina dorata e brillanta, gliela buttò in faccia.

    << Un po’ di magia Disney, stronzetto!>>

    Esclamò la piccina mentre un sorriso mefistofelico si allargava sul suo visetto infantile: Adam, infatti, percepì chiaramente una sensazione di pace, gioia e di amore incondizionato verso buffi animali antropomorfi dilagare in lui, mentre il mondo si faceva più colorato, vivido e bello ai suoi occhi.

    << Adesso ti sei deciso a entrare là dentro e fare il culo a quel finocchio?>>

    Gli chiese divertita la bimba, mentre il fuoco dell’ira si accendeva nelle pupille dell’uomo, semplicemente indignato che si potesse compiere un simile scempio delle opere di uno dei personaggi più iconici e senza tempo mai creati da ingegno e arte umana!>>

    << Cazzo, sì! Gli darò così tanti calci al portapiume* che dovrà cagare dalla bocca per una settimana!!!>>

    Ringhiò, mentre la bimba si allontanava ridacchiando e lui faceva irruzione nella libreria dando un calcio alla porta.

    << Leva le tue manacce dai fottuti fumetti di quel fottutissimo Papero, stronzo o lo rimpiangerai finché vivrai!>>

    Esordì a dieci metri di distanza dal suo obiettivo. Non era da Adam usare un linguaggio così sboccato… o farsi coinvolgere in un fatto che non lo riguarda. O, peggio ancora, irrompere senza la benché minima strategia in una libreria devastata da un pazzo furioso, ma la magia Disney ha strade misteriose e probabilmente alcune di queste passano per una droga sintetica molto potente e per piccole fan insolenti.
    Adam sarebbe riuscito a proteggere l’onore del papero p famoso di tutti i tempi? Ma soprattutto, dove diavolo ha imparato la parola “portapiume”? Forse, un giorno, questi interrogativi troveranno risposta.

    CITAZIONE
    Status fisico: Illeso.
    Status psicologico: SQUAK!!
    Energia: 20/20
    Tecniche usate: //
    Potere: disattivato.
    Note: //
     
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    Pervert Member

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    Al mondo possono succedere parecchie cose strane, e questa giornata sarebbe stata sicuramente la più strana della vita di Kuroto, per il momento almeno. Si trovava a Roma per un convegno, stava ricercando nuovi collaboratori per la sua impresa, gente interessante, soprattutto qualcuno che avesse le qualità che cercava in un "giocatore", ma per il momento non aveva trovato nessuno di interessante, e così si ritrovò a vagare senza meta sino a ritrovarsi nella zona povera della città. Letteralmente una borgata, e sembrava esserci perso, cercò qualche indicazione e trovò solamente il nome della via: Via Fonteiana 86. Si guardava intorno e non capiva, come era finito in un luogo del genere senza accorgersene? In giro si sentivano gli schiamazzi dei bambini, le urla dei manovali e delle massaie, ma per le strade vi era poca gente, quasi nessuno potremmo dire.
    Ci mise un po ad accorgersi della presenza di un'altra persona vicino a se, nonostante i suoi sensi oltre l'umano era come se fosse comparsa dal nulla, e i suoi sensi uno ad uno si attivarono: da prima l'udito, un rumore di acqua scrosciante che colpiva con forza inpetuosa un muro, come secondo l'olfatto, un odore acre di urina invase le sue narici mischiato a polviscolo e sudore, il tatto fu il terzo, sentiva una sensezione di bagnato sotto i piedi e sulle scarpe, tanto da macchiarli persino i calzini investendolo di un disgustoso calore, il quarto sfortunatamente fu il gusto, quasi a cercare di risparmiarsi da quell'odore aprì la bocca "assaporando" l'aria circostante, e come piccole esplosioni invasero la sua lingua, qualcosa che andava oltre il soprananturale, un tanfo tale da non risparmiare nulla, e fu così che giunse il quinto e ultimo senso, la vista, questa resa incerta da alcune lacrime che si stavano formando sotto i suoi occhi per via di quel dolore fisico che stava provando. Si girò verso la figura per vederla. Era un uomo, alto circa un metro e sessantacinque, completamente pelato e con una barba incola sul visto, poco lunga ma mal tenuta, i suoi vestiti erano sporchi di grasso e unto di frittura, mentre i suoi occhiali da vista così sporchi da iniziare a non essere più utili al loro scopo, la canotta bianca metteva in vista un petto villoso e braccia altrettanto pelose, mentre dei pantaloni corti mostravano una foresta nera. Quell'uomo era sicuramente il male, o almeno ne erauna rappresentazione più che accurata. In una mano teneva i suoi genitali che si svuotavano dei liquidi in eccesso, mentre nell'altra... Un'antologia di poesie per lo studio universitario (fotocopiata ovviamente)?
    Kuroto era allibito, e riuscì a dire poce parole.
    Ma mi stà pisciando sulle scarpe?
    Eja. E immoi ti doinidu unu cazzu e bucciconi a conca, bruttu fille e bagassa.
    Kuroto non capì una parola di quel linguaggio arcaico, pieno di accenti inutili e violenza gratuita. Ma una cosa la capì chiara, e fu un pugno in pieno volto, un pugno pieloso e macchiato da quell'urina. Una sensazione terribile investì il suo corpo, che lo trasportò in un'altra dimensione dei sensi. Era forse stato messo KO da un singolo pugno? Era forse un Bug di quel mondo? Non capiva. Intorno a se però iniziò a vedere diverse figure, tutte ornate da curiosi baffi, giravano intorno a lui sempre più velocemente, in un carosello psichedelico che gli rendeva impossibile avere un singolo pensiero normale. Quando tuttò finì si risvegliò all'interno di un bagno all'interno della sua corazza, ignorando cosa potesse averlo portato in quel luogo, forse nell'infinito della sua coscenza aveva cercato rifugio in questo luogo, e il trauma dell'urina lo aveva portato a nascondersi proprio in un bagno. La vita a volte è strana. Poteva sentire solo una voce maschile che sbraitava emettendodei fersi simili a quelli di una papera, ma tra essi gli sembrava di riconoscere anche qualche parola, ma questo era nulla in confronto al fatto che, non si sentiva padrone del suo corpo, la sua coscenza non era che un un sussurro nella mente occupata da altro, un solo persiero, poche parole che sentivadi dover urlare. E aprendo la prota del bagno sarebbe uscito mettendosi su un ginocchioe e alzando le braccia al cielo, urlando queste parole. Era come se un pazzo stesse parlando attraverso un pazzo, sembrava quasi divertente.
    E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera!
    Insieme a lui sarebbe entrata anche una persona dalla prota principale, sembrava molto arrabbiata per qualche motivo. Era davvero altissimo e il suo corpo non sembrava umano da quanto era perfetto, sembrava quasi una statua dei tempi antichi, adesso viva per qualche ragione. Ma oltre a lui vi era qualcun'altro. Presenteli da prima della loro entrata, e forse la causa che rendeva quel luogo così desolato. Era un uomo sulla cinquantina, pochissimi capelli in testa neri e unti, un corpo grassop oltre l'inverosimile, con un corpo che emanava grasso e villosità. Il suo volto sfigurato dall'acne era quasi trascurabile se non per il fatto che gran parte delle sue guance e labbra fossero state asportate e innestato usando una pinzatrice quello che smbrava essere un becco di plastica giallo. I suoi occhi emanavano follia pura, non era in se, o forse era l'unico davvero in se in quel momento? Sulla testolina vi era un berretto da marinaio, mentre l'unico indumento che indossava era una giacca azzurra alla marinaretta, con tanto di enorme fiocco rosso, per il resto non vi era nulla, era completamente nudo e completamente eretto, in ogni senso possibile. Emanava strane frasi che il non più tanto Kuroto non comprendeva. Ma forse comprendeva il fatto che stesse letteralmente facendo a pezzi dei fumetti.
    Dopo molte grida e molte ombre di un paese ignoto,
    Dopo molto cigolìo di verghe e molto acceso fervore
    Vidi l'arrivo di un uomo perlato.

    Esclamò Kuroto guardando l'uomo/statua. Stavano a dieci metri di distanza, mentre l'uomo papero era sopra la cassa,strappando avidamente quei fumetti e spalmandosili sul corpo peloso. Questa sarebbe stata la giornata più strana per Kuroto, ci poteva contare.

    CITAZIONE
    Status Fisico: Perfetto
    Status Psicologico: Dino Campana
    Energia: 75/80
    Tecniche usate: //
    Potere: Livello 1
    - La resistenza dell'armatura di Dan è pari al metallo, eccetto la zona dalla punta delle dita fino a al gomito che invece ha una resistenza inferiore all'acciaio.
    - I nemici che sono sotto l'effetto di un Genjutsu risultano leggermente più deboli nei confronti dei danni provocati dall'armatura di Dan, inoltre ogni tecnica sblocca un effetto aggiuntivo. Infliggere ad un bersaglio una ferita di almeno medio-lieve entità con l'armatura prolunga la durata di tutti i Genjutsu che ha subito di 1 turno.
    - Quando Dan ha attive contemporaneamente due o più tecniche, la resistenza della sua corazza diminuisce.
    Note: Gemma alfa 1 (Chambara) alla cintura
    Gemma alfa 2 (RPG) alla cintura
     
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    L’ira ruggiva nel petto di Adam come una fucina rovente, ingorda di buonsenso e autocontrollo che scomponeva con le fiamme dell’odio e le trasformava in una folle furia che, con i battiti frenetici del suo cuore, si mescolava al sangue facendolo ribollire e schiumare. Una rabbia aliena alla natura essenzialmente calma e distaccata dell’ex homunculus e, forse proprio per questo, decisamente più travolgente a quel disprezzo venato di indignazione che, in precedenza, aveva chiamato con lo stesso nome.
    Eppure, benché travolta e assediata da quella marea ribollente d’ira, nella sua mente era rimasta una piccola isola di buonsenso che sembrava non soltanto voler a tutti i costi resistere ma, soprattutto, non aspettare altro che il momento buono per riprendere le redini del comando.
    Pia illusione, forse, ma se quel poco di razionale che era rimasto in lui pensava che venir drogati dalla bambina più sboccata mai apparsa sulla faccia della Terra era un evento semplicemente folle e insuperabile, stava per essere clamorosamente smentito: non appena, infatti, varcò la soglia della libreria e si diresse verso la zona dedicata alla conferenza e ai fumetti, vi trovò uno spettacolo che definire folle o disturbante sarebbe stato semplicemente eufemistico.
    Un uomo, infatti, di mezz’età e oppresso dall’adipe prorompente del ventre e dai molteplici strati di pappagorgia che gli tremolavano dal mento, risultava praticamente nudo dalla cintola in giù, mostrando un’oscena erezione mentre il petto villoso e grasso era coperto dalla blusa marinaresca del Papero più famoso del mondo, mentre si pochi capelli superstiti del suo cranio erano coperti dal famoso berrettino da marinaio e un becco di plastica gialla risultava innestato sulle labbra (o un tempo tali) dalle graffette di una pinzatrice.
    Già tale spettacolo spiegherebbe come mai tutti gli astanti fossero fuggiti immediatamente dalla libreria, dato che l’uomo in questione soffriva evidentemente di disturbi mentali e, chissà in preda a chissà quali psicosi, aveva deciso di mascherarsi in quel modo osceno indugiando sia nell’autolesionismo (Come rende evidente il becco) che, soprattutto, nel vandalismo perché in effetti stava deliberatamente strappando i fumetti presenti, mostrando di ricavare particolare diletto da questa operazione.
    La droga presente nel corpo di Adam era ancora particolarmente attiva, quindi la prima cosa che notò dell’uomo era che fosse lui il vandalo distruttore delle splendide opere sul mitico Paperino, ma vuoi per la follia di quanto stava osservando, vuoi perché il suo metabolismo da tiranide si stava dando da fare per neutralizzare la sostanza psicotropa che l’aveva reso un pazzo furioso, riuscì a controllarsi meglio di quanto aveva fatto fino ad allora.
    In tal senso, anziché gettarsi su quella figura emettendo un urlo belluino, rimase a osservarlo bloccato in un caleidoscopio di emozioni e sensazioni diverse: rabbia, disgusto, sconcerto e semplice curiosità. Stava cercando di formulare una frase di qualche tipo che avesse senso, quando dal bagno del negozio uscì fuori un uomo, decisamente nel fiore degli anni almeno a giudicare dalla voce, che agghindato con un’armatura bianca e nera dall’aspetto estremamente avveniristico.
    Il giovane sembrava in qualche modo traumatizzato dagli eventi accaduti in libreria, dato che inginocchiandosi su una sola gambe e alzando le mani al cielo in una sorta di invocazione divina, gridò delle parole che, all’inizio, sembrarono sconnesse e insensate alla nostra tiranide, sebbene non prive di una certa musicalità interna che lo colpì non poco.
    Dal modo in cui il nuovo arrivato guardò Adam e l’Uomo Papera, diede l’impressione che assistesse a quella situazione per la prima volta e che fosse anche più confuso di lui, tanto che si rivolse a lui utilizzando quelli che sembravano dei versi poetici.
    La mente dell’ex homunculus era sovraccarica da tutta quell’insensatezza a cui aveva assistito fino ad allora, al punto che gli servì da doccia fredda per recuperare un minimo di autocontrollo e circospezione: l’odio verso il pazzo vestito da papero era ancora intenso, ma fissando i suoi irreali occhi azzurri sul giovane uomo in armatura, riusciva a calmarsi abbastanza per riflettere almeno un poco.

    << Cosa sta dicendo? Ma si sente bene?>>

    Forse non furono le domande più intelligenti od originali di sempre, ma le banalità sono, da sempre, gli utensili della conversazione: si parte sempre da questi per poi poter arrivare alle cose interessanti.
    Proprio in quel momento gli sovvenne in mente, da avido lettore, la poesia i cui versi erano stati incomprensibilmente citati dall’uomo in armatura.

    << Perché ha citato “La Chimera” di Campana? Se ha bisogno di aiuto potrei darle una mano, io… EHI, PEZZO DI MERDA, VUOI LASCIARE O NO QUEI FOTTUTISSIMI FUMETTI??!>>

    Si ritrovò costretto a urlare verso quella folle caricatura di Paperino, dove il suo sguardo era caduto mentre straziava i fumetti e si massaggiava oscenamente il petto villoso e il ventre prominente con le pagine crudelmente divelte, probabilmente senza troppo impressionare l'uomo con i suoi insulti.
    Frenare la rabbia quando la sua attenzione veniva attirata da quel folle in blusa da marinaio era impossibile, ma riuscì a riprendere il controllo di sé riportando lo sguardo verso l’uomo in armatura che, a pelle, sentiva più pericoloso e non più equilibrato dell’altro.

    << Non faccia caso a quanto ho appena detto, per favore: sta bene? Ha bisogno di aiuto? Io posso aiutarla, se mi dice cos'è successo.>>

    Riprovò a cercare un dialogo con l'uomo, dopo aver utilizzando una versione più gentile del suo solito tono freddo, deciso a trovare il bandolo di quell'insensata matassa: chi erano la bambina che l’aveva drogato e quei due matti che gli stavano di fronte? Cosa diamine stava succedendo? Ma soprattutto, perché non era già scappato a gambe levate? Per effetto della droga, certo… ma forse, anche la sua maledetta curiosità aveva influito, dopotutto mai avrebbe potuto immaginare una simile evoluzione delle vicende e sentiva di voler scoprire come sarebbe andata a finire quella storia, benché il suo buonsenso si opponesse vivamente a tale desiderio.
    Dopotutto, anche se la curiosità è nota per aver ucciso il gatto, sarebbe riuscita a ripetere l'evento con una tiranide di quasi due metri e mezzo?

    CITAZIONE
    Status fisico: Illeso.
    Status psicologico: Squak?
    Energia: 20/20
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    Potere: disattivato.
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