L'amabile arte del sadismo

Per Byaku

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    Descrizione dei PNG vari ed eventuali qui.

    Quella era iniziata come una giornata come tante, per Leben. Era stata quasi tutta la mattinata chiusa nella sua "umile" dimora, precisamente nella sua camera da letto personale. In compagnia di Gold incatenato al letto mentre i suoi abominevoli attributi da licantropo si lavoravano il suo sodo didietro da non morta. O meglio, LEI si lavorava quegli attributi, dal momento che era LEI a cavalcare il lupacchiotto e impartire il ritmo all'amplesso mentre Lucia -povera, piccola e sfortunata- era stata incaricata di occupare la lingua e il muso del suddetto. Suddetto che, dato il collare "controlla-cervelli" che aveva avuto al collo e le continue scariche elettriche che riceveva da Leben stessa (la quale reggeva il telecomando apposito) si era rivelato anche sin troppo paziente e abile nel leccare le tenere natiche della malcapitata, nonostante la poverina temesse da un momento all'altro di sentirsi strappare la carne a morsi. Il motivo per cui non si sottraeva alla presa era molto semplice: era legata, "mutata" e aveva una rigidissima cintura di castità (Retro dello strumento) addosso, che costringeva il suo povero pene a rimanere contratto in quella morsa fredda, costretto a piegarsi verso l'alto, infossato nella sua tenera carne sin quasi a sparire allo sguardo. Fortunatamente era poco dotata di natura, o avrebbe di certo finito con l'impazzire per il dolore. Dolore che, tra le altre cose, alle volte si faceva già talmente insopportabile da impedirle di pensare coerentemente.
    Insomma, se per Leben quella era stata decisamente una mattina come tante, e per Gold la solita giornata "di merda" da quando era finito prigioniero di quella folle di una zombie... per Lucia si era rivelata l'ennesima colma di sfortuna e dolore. Era passato appena un giorno da quando era piombata alla Sapienza per colpa di un errore di calcolo nel teletrasportarsi. Aveva sperato di poter chiedere "asilo" e diventare una professoressa di magia cosicché "chi la cercava" non avesse potuto trovarla, ma tutto ciò che aveva ottenuto fino ad allora era stato un amplesso piuttosto spinto con due zombie e un coccodrilone (episodio del quale per altro non ricordava la conclusione) e altri innumerevoli incontri ravvicinati con Leben e i suoi "coinquilini". Avrebbe di certo voluto scappare subito, per la verità, ma se doveva considerare ciò che l'aspettava fuori, allora era di certo meglio nascondersi lì, tra i mostri, in quel luogo in cui certo non l'avrebbero mai...
    AHAHAHHAHAHAHAH! Ecco qua! Dovevo proprio aspettarmelo. Scappi da me e dal comodissimo Inferno solo per venir violentata e torturata per bene anche nel mondo di questi stupidi mortali. Sei proprio uno spasso Lucia! Mi sei mancata tantissimo! AHAHAHAHAH!
    Ed era così che la giornata "come tante" si era trasformata in totalmente diversa sia per Leben che per la povera Lucia. Per Leben era di certo cambiata in meglio perché l'uomo spuntato dal nulla aveva un odore delizioso, quasi di... carne arrosto. Per la poverina invece in peggio, semplicemente perché quella non era solo "una delle tante giornate sfortunata" no, quella si era appena rivelata LA giornata sfortunata per eccellenza.
    Macciao, signore del mistero. È un'abitudine di tutti voi bocconcini teletrasportarsi dal nulla all'interno delle abitazioni altrui? Non fraintendere... mi piace moltissimo, tuttavia la mia curiosità mi impone di chiederti:
    1) Come fate?
    2) Che cosa vorresti da...

    Ma Leben non aveva potuto concludere la frase, poiché, afferrata Lucia con l'intento di stuzzicarla un po, si era ritrovata investita da una luce violacea che l'aveva fatta letteralmente sparire dal suo stesso letto, insieme per l'appunto al bocconcino dall'aspetto androgino.
    I due uomini rimasero così a osservarsi con espressione interrogativa. Gold era felice di essere finalmente libero da quella dannata zombie ninfomane, sebbene fosse confuso. Ma Soul (il nuovo arrivato) non impiegò che un secondo per mettersi a gridare, stringendo i pugni in un gesto di irritazione e puntando lo sguardo verso l'alto... classica posizione da Goku super sayan, per intenderci, ma con lo sguardo verso l'alto.
    OOHHH, ACCIDENTI! Possibile che riesca sempre a sfuggirmi? Non doveva essere maledettamente sfortunata per via di quella patetica maledizione che le ha fatto Patricia?! CAZZO, CAZZO!
    E chi fosse Patricia era un mistero per Gold come lo è per tutti noi, al momento. Le uniche a cui probabilmente non sarebbe importato un bel niente erano proprio le due ragazze (una e mezza) che finirono catapultate a chilometri e chilometri di distanza da Roma e dal pittoresco appartamento sotterraneo della Sapienza. Solo per ritrovarsi a New Vegas, in America, all'interno di un tradizionalissimo... bagno in stile orientale?!
    ... Lu-cia? La preside aveva concluso la frase guardandosi intorno con uno sguardo decisamente perplesso, che subito si era aperto in un sorriso nell'intuire cosa fosse accaduto. Era semplice, in verità: Lucia aveva fatto un altro dei suoi danni teletrasportandosi per la paura in un... luogo totalmente a casaccio del cosmo? Ok, niente panico, ci si poteva sempre divertire... bisognava solo trovare compagnia. Era a pronta a farlo, ma mentre si voltava verso Lucia (che tra una cosa o l'altra l'era finita alle spalle), i suoi occhi ferini si puntarono sulla figura nella stanza. Ci mise un po' a riconoscere il viso familiare, ma con la sua particolare memoria fotografica non fu difficile trovare un nome da attribuire all'aspetto.
    Oh, ci dispiace averla interrotta... Byakuya Kuchiki.
    Un sorriso smagliante, mentre le mani si posavano sulle spalle tramanti di Lucia stringendole con forza come se volesse impedirle di fare un'altra delle sue fesserie. Anche solo per distrarla con il dolore di quella stretta sovrumana. La piccola in risposta mugolò, osservando il poliziotto e cercando di corpire le proprie nudità come poteva, voltandosi verso Leben che la lasciò fare solamente perché così facendo avrebbe mostrato anche di più. Le sue adorabili natiche androgine valevano tutto.
    Ed era incredibile anche altro. Quella piccola streghetta aveva fatto sì che entrambe si teletrasportassero dall'altra parte del globo in pochi secondi. Se avesse imparato a controllare un potere del genere... non che gliene importasse, in quel momento. Davanti a una presenza tanto famosa non poté trattenere l'eccitazione. Pensò a una scusa da usare mentre aspettava che l'uomo ponesse le sue più che aspettate domande. Doveva giustificare la loro presenza lì, ma soprattutto doveva giustificare il modo in cui Lucia era "vestita".
    Grazie al cielo dal canto suo non era nuda. Aveva indosso il suo fidato vestito nero di seta, il boa di piume bianco e delle decoltè con il tacco a spillo. Fare sesso abbigliati poteva rappresentare una vera comodità alle volte. Avrebbe dovuto ricordarsene...

    Edited by ~ Midori ~ - 25/1/2015, 03:51
     
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    Purtroppo in quei giorni era tutto tranquillo e nessuna delle svariate minacce tanto decantate si erano effettivamente verificate, le giornate di Byakuya quindi iniziavano a diventare decisamente noiose... Le stesse cose, stessi piccoli reati di cui doveva occuparsi per forza lui (si ahimè il capo della polizia di New Vegas non aveva ancora trovato una persona degna di affiancarlo) quindi si riduceva a dover correre ovunque senza sosta ma senza neppur potersi divertire un pochino.
    "Ci sono delle volte che penso di tornare a Kurayami per prendermi una pausa..." Eppure in quello stesso momento si trovava in un momento discretamente "di pausa": stava nella vasca da bagno privata che stava all'interno della stazione di polizia, tutto taceva attorno a lui, silenzio incredibile se non consideriamo il rumore che provocava qualche goccia d'acqua che cadeva nella vasca scivolando lungo il suo corpo, cadendo dai sui capelli corvini oppure dalla bocchetta adibita a riempire la vasca "Almeno qui trovo un poco di tranquillità... Per fortun-..." O forse neppure li avrebbe trovato tranquillità....
    In quella stanza aveva concentrato tutto ciò che lo rendeva o almeno riusciva a renderlo tranquillo: acqua calda, vapori al profumo di muschio bianco, un bicchiere di sakè tiepido che lui amava consumare in quel momento di relax; la stanza in se si presentava in maniera semplicissima e in tipico stile giapponese con pareti di e quasi tutte le superfici di legno o pietra atti a mantenere il calore e al centro di questa stanza stava una vasca con acqua calda, decisamente grande, in cui adesso stava Byakuya immerso fino a poco sopra la vita.
    In quel momento però qualcosa o meglio qualcuno di inaspettato comparvero dal nulla delle figure femminili... Nel suo bagno... A disturbarlo... "Stiamo scherzando....?" Era decisamente seccato perchè quella apparizione dal nulla in quel sacro momento lo innervosì da morire "Avete un minuto per spiegarmi cosa ci fate nel mio bagno, come siete entrate e..." Il suo sguardo cadde veloce sul corpo della ragazza più piccola delle due "E.... spiegate come mai questa ragazza è vestita in questo modo?" Fissava le due persone ma non si era mosso di un millimetro, rimase freddo e con lo sguardo fisso glaciale e impenetrabile come sempre "Ma tu....Io ti ho gia vista...Chi sei?" Disse parlando verso la ragazza più alta.
     
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    Una fortuna sfacciata trovarlo intento nel fare il bagno. Lucia era tutta agitata, la sentiva mentre cercava di rigirarsi, di coprirsi in qualche modo, mugolando talmente che ormai dalla Ball gag che aveva in bocca cominciavano a colare piccole quantità di saliva. E i suoi occhioni? Erano sempre adorabili quando si riempivano di lacrime maldestramente trattenute... e fu proprio osservandoli, che a Leben venne l'idea perfetta per giustificare la loro presenza lì. Una giustificazione assurda, assolutamente falsa, ma soprattutto... indicibilmente subdola. Perché in fondo era ancora eccitata e malgrado il "piccolo contrattempo" non aveva alcuna voglia di avere rogne... per il momento. Quindi tanto vale non far arrabbiare l'inaspettato interlocutore... non con lei almeno.
    Con un sorriso ancora più diabolico guardò l'uomo dagli occhi glaciali e costrinse Lucia a voltarsi, rimettendole le mani sulle spalle e tornando a stringerla.
    È una fortuna me l'abbia chiesto, Kuchiki-sama. Vede, si dà il caso che non mi abbia mai visto, ma io so molto di lei, poiché la sua fama la precede. Probabilmente conosce solo il mio nome: sono Leben Meyer, riservata preside della "Sapienza". Non mi faccio vedere in giro spesso ma questo caso urgeva... di un intervento esterno, per così dire.
    Balle, balle, balle e ancora balle. Come facevano a venirle così bene? Forse era lo sguardo glaciale di quell'uomo a farle trovare la sfacciataggine per pronunciare così tante fandonie con tanta naturalità. O forse era l'odore che certo il sapone e gli aromi non potevano nascondere, non alle sue narici da predatrice perlomeno. Era odore... di carne fresca. E quegli occhi... oh, rischiava di ripetersi ma quell'apparenza fredda non poteva che ispirarle solo una cosa: sedurlo, divertirsi con lui, e assaggiarlo alla prima occasione. Le ricordava Sousuke, in un certo senso. Sebbene le emozioni dell'uomo che le stava davanti c'erano, e si sentivano per quanto ben mascherate: irritazione per la loro venuta. E Leben stringeva tra le mani il giocattolo perfetto con cui farlo sfogare...
    Oh, si sarebbero divertiti, eccome se si sarebbero divertiti. Perché non iniziare subito a stuzzicare la preda, dunque?
    Spinse Lucia in avanti con tanta forza che "la ragazza", non potendo sorreggersi in alcun modo percorse qualche saltello in avanti prima di cadere a faccia a terra... o meglio, con la testa dritta dritta dentro la massa d'acqua dove l'uomo tentava di rilassarsi. Lucia emise subito dei suoni di disappunto, dimenando le gambe per tentare di recuperare l'equilibrio, ma l'era impossibile. era praticamente a novanta gradi sul bordo di pietre della vasca, con la testa e parte della schiena infilata in acqua e il sedere e le gambe fuori che si agitavano convulsamente, proprio sotto gli occhi di Kuchiki. Avrebbe provato a salvarla? In ogni caso Leben non intendeva dargli il tempo di pensarci... anzi, voleva che provasse ben altro per il tenero zuccherino. Quella piccoletta era semplicemente troppo divertente da maltrattare... e invitante.
    Malgrado le apparenze questa sgualdrina è un'abile spia. L'ho beccata nella mia scuola mentre tentava di manomettere degli importantissimi file digitali. Tutto ciò che sono riuscita a scoprire provando a interrogarla mi ha portato solamente a un'idea vaga di quali potrebbero essere i suoi scopi, tuttavia l'elemento chiave mi è sembrato evidente: probabilmente è stata mandata da qualcuno per raccogliere informazioni ma, soprattutto, creare un bel po' di trambusto e confusione. E la colpa del misfatto voleva darla a lei... Signor Kuchiki. Voleva incolpare lei.
    Il sorriso si era affievolito via via come richiedeva la recita assurda che stava eseguendo. Ciò fece sì che l'atmosfera si facesse decisamente seria nonostante Lucia continuasse a dimenarsi, probabilmente per via del fatto che stesse per esplodere a furia di trattenersi dall'ingerire ancora dell'acqua. Povera, sfortunata, piccola Lucia...
    Leben tornò a sorridere, ma cercò di farlo sembrare un sorriso sdegnoso.
    Come vede ho dovuto utilizzare metodi decisamente poco ortodossi per... tentare di farla parlare. Ma non è servito a molto. Quindi la prego di scusare l'intrusione ma... avrei davvero bisogno che se ne occupi. Ne è in grado?
    A quel punto fu del tutto soddisfatta di se stessa, e già se la ghignava tra sé. Non solo aveva fatto passare quello scricciolo indifeso per un'abilissima spia, ma aveva anche sfidato quell'uomo di ghiaccio chiedendogli se fosse in grado di fare il proprio lavoro. Era troppo, troppo divertente. Ma soprattutto, la curiosità che la investì era tale che umori minacciarono di colare dalla sua intimità al pavimento stesso, a causa del suo "brutto" vizio di non indossare mai biancheria.
    Quel ghiaccio... era davvero indistruttibile come si diceva, o forse aveva bisogno solamente di essere adeguatamente... riscaldato?
    Troppo divertente. Da quel giorno avrebbe fatto una statua a Lucia. Le aveva reso la giornata super intrigante!

    Edited by ~ Midori ~ - 25/1/2015, 03:56
     
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    Kuchiki Byakuya non era un tipico uomo glaciale le cui emozioni venivano oscurate dalla sua personale forza di volontà e dedizione totale al suo lavoro, in anni e anni passati a Kurayami e nel tempo che aveva speso li a New Vegas aveva avuto occasione di "ammirare" un sacco di situazioni che avrebbero sconvolto il soldato più addestrato, ferito il corpo più allenato, fiaccato la volontà più incrollabile, stupito il più esperto uomo e fatto crollare la più brava delle spie "Signorina Leben..." Fece l'uomo senza muovere un muscolo ne battendo ciglio "Questo è un onore inaspettato... Il fatto di poterla conoscere di persona mi provoca sorpresa non lo nascondo e mi perdonerà vero se non mi inchino per salutarla e porgerle i miei ossequi ma come può immaginare.." Fece un pausa e un mezzo sospiro, decisamente seccato "Mi trova in un momento poco presentabile" Essere nudi come un verme e immersi in un mare di bollicine davanti a due persone a cui avrebbe dovuto prestare molta attenzione e tutti i suoi riguardi lo faceva soltanto alterare ancora di più.
    In quel momento mentre Leben ricominciò a parlare la ragazzina più piccola li con lei vestita in quella maniera così succinta e poco presentabile venne letteralmente spinta all'interno della vasca dove stava lui finendo per infilarsi a testa in giù dentro l'acqua esattamente all'altezza del bacino di Byakuya; il viso della giovane andò a poggiarsi o quasi "picchiare" direttamente nella zona genitale dell'uomo che non potè non trattenere un'esclamazione di stupore più che dolore ovviamente era stato "colpito" in una zona che avrebbe turbato qualunque uomo umano come anche lui "Ma che-" Di riflesso cercò subito di "raddrizzare" la giovane che pareva incapace, così legata com'era, di tirarsi su ma si fermò all'istante e il suo sguardo si fece di colpo cupo, cattivo e spento, già l'uomo traspirava poco e nulla con il suo sguardo ma quando qualcosa lo faceva preoccupare rischiava di entrare in ballo il suo lato cattivo "Leben" Portò lo stesso sguardo prima perso nel vuoto direttamente negli occhi della donna "Se ciò che dici è vero, non lo metto in dubbio sia chiaro, sappi che questa persona potrebbe uscire da questa stanza in pessime condizioni fisiche e mentali" Fece una pausa portando una mano verso il collo della ragazza afferandola senza stringere ma con decisione tirandola fuori dall'acqua e portando il suo viso davanti al suo "Sei molto carina e pari innocua ma di persone come te ne ho seppellite a decine, sappi che se confessi ora potrai avere una speranza che non ti accada qualcosa di molto spiacevole ma se continui a tacere" Guardò per un attimo Leben facendo un cenno con il capo di approvazione alle parole della donna "Se continui a tacere metterò in pratica ogni mezzo a mia disposizione di inimmaginabile crudeltà pur di farti parlare".
    Nel suo essere freddo Byakuya aveva praticamente ignorato la condizione in cui versava la ragazzina che pareva in se molto scossa anche se questo non lo avrebbe fermato ma anzi credendo ciecamente alle parole di Leben ormai dentro di lui c'era una sola verità che andava sviscerata dalla lingua della giovane ad ogni costo "Posso iniziare qui? Preferisce che ci spostiamo in un altro luogo? Vuole presenziare?" Chiese con tono distaccato alla donna mentre intanto aveva messo la ragazzina seduta sul bordo della vasca ma senza levargli la mano dal collo ma senza neppure stringere.
     
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    Leben rimase piacevolmente stupita dall'apparente impassibilità dell'uomo. Le sue parole sembrarono intendere che gli importasse, che fosse irritato, ma dalla sua espressione, dal suo tono o dalle sue azioni, tutto ciò non traspariva in alcun modo. La zombie ebbe un brivido di desiderio nel sentire quella voce risuonare così chiara, tagliente e al tempo stesso incolore. Sicuramente era un individuo interessante... e ciò bastò per far sì che, ciò che era iniziato come un gioco, diventasse addirittura importante per la zombie. Voleva assolutamente osservare fin dove quell'uomo si sarebbe spinto con la piccola Lucia. E quando il momento adeguato si fosse presentato... allora sarebbe stato il suo turno di divertirsi.
    Ma prima urgeva diplomazia e serietà, due cose che certo non le appartenevano ma che tuttavia la donna era capace di imitare al meglio. In fondo era stata umana in un passato non troppo lontano, e come se non fosse abbastanza il suo primo diletto fra tutti era studiare gli umani... per poi mangiarseli, ma questi erano inutili dettagli al momento.
    Alle sue prime parole, mentre lei gli lanciava Lucia praticamente addosso, mimò un breve inchino con il capo, come se capisse perfettamente e si stesse scusando di nuovo per il momento "poco opportuno" in cui l'aveva scovato. Sorrise.
    Oh, non si preoccupi. In verità sarei io quella in torto, non deve scusarsi.
    Poi trattenne a stento una risata nel sentire ciò che seguì. Aveva creduto ciecamente alle sue parole... incredibile. Era stata davvero così brava? Per non lasciare dubbi, volle rincarare la dose.
    Le assicuro che ciò che dico è del tutto vero, purtroppo. E non si faccia ingannare dal bel faccino o dalle apparenze. È un'abile manipolatrice...
    Del resto, so che non otterrei mai la sua fiducia senza una prova tangibile, perciò appena vorrà raggiungermi le mostrerò senza esitazione il mio cip d'identità, che non dovrebbe lasciare dubbi sulla serietà dei miei intenti. Dopotutto... sono o non sono la Preside di un istituto dalla decantata moralità come La Sapienza? Non può non aver sentito parlare di noi. I nostri corsi sono... tra i migliori.

    Cielo cielo cielo... stava esagerando! Era tutto così comico che il suo viso era teso in un sorriso cordiale assolutamente distorto, e proprio per questo fu costretta a voltarsi e dare le spalle a quell'uomo, mentre avrebbe solo voluto tuffarglisi addosso e divorarlo lì, sul posto, sino a tingere quell'acqua di scarlatto...
    Calmo Gebiss, calmo...
    Per quanto mi riguarda il luogo o i metodi non fanno alcuna differenza, l'essenziale è ottenere ciò che serve. Le darò modo di rivestirsi restando voltata. Se preferisce far voltare anche la ragazza faccia pure, ma io non concederei tanto garbo a feccia simile...
    E la "ragazza" in questione -per la cronaca- aveva reagito più o meno così a tutto ciò che era successo in quei folli pochi minuti: prima aveva tossito talmente uscendo dalla vasca da farsi colare il naso e sputacchiare addosso al povero uomo che l'aveva apparentemente "sorretta", poi aveva compreso che in realtà fosse anch'egli un folle nemico e che avesse creduto a tutto ciò che quella sadica di una zombie le aveva detto... allora aveva iniziato a scuotere la testa con vigore mentre le lacrime continuavano a colarle sulle guance piene - arrossate da imbarazzo e paura. Tremava tantissimo e per chiunque sarebbe sembrato impossibile pensare che fingesse... ma le parole di Leben erano arrivate con il tempismo perfetto, sancendo la fine di ogni speranza che quell'uomo dubitasse di qualcosa anche solo per un attimo. Cosa le avrebbe fatto? Sarebbe morta di nuovo? Ma quanto sfortunata era!? Cercava disperatamente di raggiungere un barlume di felicità e puntualmente le veniva strappato via. Prima scappava da Dite per trovare asilo alla Sapienza e scopriva essere un'indicibile gabbia di folli pervertiti. Poi si convinceva fosse comunque meglio dell'Inferno e arrivava proprio il demone da cui aveva tentato di fuggire. Infine, cercava di fuggire nuovamente da quel demone e dalla gabbia di pazzi e cosa le accadeva? Si portava dietro la folle numero uno e insieme ne incontravano uno ancora peggiore! A quel punto se fosse morta di nuovo sarebbe stato anche troppo poco... E non aveva idea di come potesse morire uno spettro né se stavolta si sarebbe salvata ma di certo... aveva una paura fottuta. Il colmo? Il suo piccolo sesso non aveva fatto che tendersi alla stretta dell'uomo. Persino lui la tradiva! Non bastava solo la sfortuna, le ci mancava pure un corpo così pervertito, temprato dalle agonie dell'Inferno stesso.
    MMMH! MMMMH! MMMH!
    Povera, piccola, sfortunata Lucia...
     
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    Alle parole di Leben Byakuya rispose con un lieve inchino del capo, lievissimo diciamocelo ma pur sempre inchino restava, ascoltò cose gli disse e ormai l'idea che si era fatto era chiara: quella era senza ombra di dubbio una spia "Quindi..." Iniziò ancora "Questa creatura che pare cosi indifesa, così debole, in lacrime e tremolante, tutta bagnata e vestita in questo modo spera di riuscire a uscire da qui senza aver detto ciò che sa eh?" Sul suo viso non traspariva ancora nessuna emozione anzi lo sguardo si voltò verso la ragazzina ma le parole erano rivolte verso la preside "Mi fido molto di lei signorina Leben, prima di tentare inutili metodi posso chiederle quali ha già provveduto a utilizzare? Vedo che questa persona deve aver subito qualche tipo di tentativo persuasivo..." Chiaramente il riferimento era dovuto dato che il vestiario della ragazzina era estremamente poco normale ma lascia presupporre a qualche forma di tortura fisica a sfondo sessuale "Devo usare mezze misure? Le interessa per qualche motivo altro questa ragazza oppure posso usare ogni metodo a mia disposizione?" Aveva imparato l'arte della tortura a Kurayami dato che spesso ci si imbatteva in spie londinesi o romane "Li alla Sapienza avete di certo misure restrittive eccellenti sa? Avete immobilizzato questa persona molto bene, si vede che siete i migliori" Notò Byakuya con tono abbastanza marcato mentre si sporgeva per vedere come erano immobilizzate le braccia dietro la schiena "Alzati." Disse in tono secco fissando gli occhi lacrimanti della ragazzina "Alzati davanti a me e gira su te stessa di 180 gradi e non azzardarti a parlare." Avrebbe iniziato da prima a osservare accuratamente il corpo della spia prima di procedere con ciò che l'avrebbe fatta parlare.
    Di certo lui non era un uomo disonorevole ma ben sapeva che per ottenere certe informazioni quando era coinvolto un soggetto di sesso femminile il tipo di tortura migliore era appunto basata sull'aggredire la dignità, il pudore e il lato debole di ogni donna: per distruggere la mente della ragazza e farla crollare avrebbe anche ricorso a dirette torture a sfondo sessuale.
     
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    Leben restò di spalle nonostante avesse capito che l'uomo non si era ancora alzato. Pensò di doverlo fare per non porre fine a quel gioco troppo presto ma non poteva negare di essere un po' irritata. Si era voltata pensando che si sarebbe rivestito subito e invece era talmente impassibile da restare immerso nell'acqua e minacciare Lucia al contempo, costringendo lei a rimanere voltata quando avrebbe preferito di gran lunga stare a guardare. Che uomo freddo... Leben invece era già tutta un fuoco.
    Perlomeno voltata di spalle poté sorridere come ci voleva, ascoltando i vani lamenti di Lucia e poi quell'ordine secco, assolutamente glaciale e inquietante. Lucia non ci aveva pensato nemmeno due volte a voltarsi smettendo di fiatare. Lo fece piano, tutta rigida, muovendosi quasi come un pinguino che gira su se stesso. Era incredibilmente imbarazzata e impacciata. E il membro costretto contro la cintura... doleva come l'inferno.
    Abbiamo iniziato con il legarla. Da lì siamo passati a minacce di morte, puntandogli armi alla testa, ai genitali, alle braccia... gliele abbiamo infilate persino in bocca.
    Si trattenne per non esplodere a ridere visto il doppio senso nascosto nelle sue parole.
    Ma niente. Contro le minacce di morte o menomazione si è dimostrata impassibile. Quindi abbiamo provato con lievi percosse per umiliarla, ai danni di schiena e genitali, come può vedere dai segni sul suo corpo.
    Effettivamente il bellissimo lato B di Lucia aveva alcune striature su schiena e natiche. Poche per deturparne la bellezza, erano giusto pochi graffi molto arrossati. Era stato Gold a farglieli, con i denti.
    Non avendo avuto riscontri neppure stavolta, abbiamo deciso di cambiare tattica e utilizzare metodi meno ortodossi ma sicuramente più affidabili se sperimentati su un corpo femminile. Allora abbiamo iniziato a spaventarla, a spogliarla, a umiliarla... sino a conciarla come potete vedere e minacciare addirittura di abusare dell'anfratto che vedete esposto... al che ha iniziato ad avere delle reazioni, ma continua a negare di sapere qualcosa, limitandosi a quella recita patetica che potete ammirare. E poiché la politica della scuola e la sua apparente giovane età ci hanno impedito di proseguire oltre... bé, eccomi qui. In ogni caso penso che metodi eccessivamente violenti servano a poco, con lei. Sembra molto più disposta a collaborare con diversi... stimoli.
    Si stava sforzando davvero tantissimo per non tremare ed esplodere in sonore risate, sul serio. E se intende portare avanti l'interrogatorio in questa stanza mi farebbe piacere potermi voltare nuovamente, magari siederò in quella panca di legno dinanzi a me, se posso. Sono molto... incuriosita, dal suo lavoro. E ci tengo particolarmente a osservare il momento in cui un elemento tanto difficile cederà inevitabilmente...
    E in quel momento suonò sincera perché non si stava riferendo affatto a Lucia... nemmeno un po'.
    La biondina invece era rimasta lì, dando le spalle all'uomo, tremando, crogiolandosi nella paura... e alla fine fece una cosa stupida, stupidissima, ma anche... istintiva: cercò di fuggire. Ovviamente con i suoi sensi l'uomo avrebbe potuto bloccarla ancor prima che muovesse un passo verso la porta, e in ogni caso Leben l'avrebbe fermata prima che potesse uscire, fatto stava che la ragazza stessa sentì l'ansia crescere dentro di lei per la stupidata che aveva appena fatto. Nonostante questo, non riuscì a impedirselo...
    E Leben fremette, perché i suoi sensi avevano percepito tutto, e non vedevano l'ora di vedere il ghiacciolo reagire...
     
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    "Tutto molto interessante devo ammettere che avete proceduto con un approccio molto standard a questo tipo di interrogatori e ne vedo i segni sulla sua pelle" fece l'uomo facendo scorrere lo sguardo lungo la schiena le natiche e le gambe della ragazza "Vi siete impegnati assai e questa ragazzina vi ha resistito? Credo proprio che non sarà facile farla confessare e dirci chi sono i suoi mandanti" Osservò interdetto portandosi una mano al mento come per riflettere "Ma di certo ho una soluzione assai funzionale!!" In tutto ciò non si era mosso di mezzo millimetro, se non per il braccio che salvò Lucia, stava ancora seduto bello al calduccio nella sua vasca a crogiolarsi nelle bollicine, come se nulla fosse e ostentando un grande senso si sicurezza nelle se parole e ancor di più ne aveva nel suo agire.
    Avrebbe appena iniziato a uscire dalla vasca, l'acqua scivolava lungo il suo corpo snello e perfettamente allenato, nessuna imperfezione nella traiettoria che quelle particelle d'acqua disegnava fino alla vasca, un corpo levigato quasi che adesso si levava nudo senza ritegno, semplicemente si alzò senza dir nulla o avvertire come se mostrarsi nudo non fosse per lui sintomo di disagio o come se davvero del tipico senso di pudore che la vista di un uomo bello e nudo poteva suscitare in una donna "Dunque direi che possim-" Nel momento in cui si era quasi completamente alzato da dove stava, la ragazzina dalle belle natiche fece una specie di scatto verso quella che era la porta di uscita dalla stanza termale, Byakuya e probabilmente anche Leben avevano già previsto e capito sia cosa stava per fare e in che direzione di fosse mossa, in quel preciso istante, appena fatto un passo che la porto allo stesso livello della colonna che stava al centro della stanza, la ragazza avrebbe potuto percepire una mano poggiarsi sulla sua testa che di colpo l'avrebbe spinta direttamente contro la colonna tanto da farle sbattere la faccia (non con troppa forza) contro di essa "Non credere di potermi fregare sai?" Sussurrò al suo orecchio Byakuya: in un mezzo istante che lei fece un passo lui le era già addosso e adesso si trovava dietro di lei mentre con una mano teneva la sua testa con l'altra afferrò il suo polso mentre una gamba del ragazzo stava praticamente in mezzo a quelle della biondina con le sue natiche che poggiavano contro il fianco dell'uomo "Questa e solo una ulteriore conferma." Disse in tono molto minaccioso al suo orecchio "Se ora ti levo questa cosa, risponderai?" Dicendo questa frase avrebbe stretto più forte il suo polso e spinto leggermente con la gamba "Signorina Leben sarei onorato se volesse fermarsi qui con me e assistere direttamente. Ogni posto dove desidera sedersi è suo."
     
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    Come Leben aveva previsto, ben prima che Lucia potesse anche solo mostrarsi mortificata per il proprio errore, l'uomo l'aveva già bloccata e "sbattuta" a dovere contro la colonna situata vicino alla vasca. Leben percepì solo il flebile suono e sentì distintamente il lamento di dolore di Lucia, benché avesse capito che la botta non doveva essere stata granché. Avrebbe tanto voluto girarsi... ma attese invece di venir invitata a farlo, e quando ciò accadde non esitò un solo attimo a mostrarsi soddisfatta.
    La ringrazio molto. Mi siederò qui.
    Davanti a lei c'era una panca di legno perfettamente in sintonia con il resto dell'arredamento e la utilizzò per sedersi, approfittando del fatto che Byakuya le stesse dando le spalle per farlo in modo assolutamente indecente: il piede destro era sulla panca, la gamba sinuosa piegata, mentre la sinistra era seduta normalmente e lievemente scostata rispetto ad essa. Una posizione che con il suo vestito e l'assenza di intimo mostrava ben più del dovuto.
    La faceva sorridere starsene lì, in quella posa oscena, continuando a fingersi una brava preside diligente. Doveva mordersi le labbra però, evitando di ridere.
    Si concesse di leccarle, infine, mentre atona commentò: Eccelso tempismo, Signor Kuchiki. L'ha presa giusto in tempo. Prego, faccia pure come se io non ci fossi...
    Detto ciò si godette a pieno lo spettacolo: Lucia che tremante inarcava la schiena verso l'uomo, quasi lo stesse invitando a darci giù pesante mentre invece probabilmente era solo sconvolta e non sapeva più cosa faceva. Poi si voltò verso di lui, piangente, e i suoi occhioni rossi sembrarono ancora una volta supplicarlo... e la posizione fece sembrare il tutto orribilmente osceno. Ovviamente Lucia cercava solo di dirgli di toglierle quella palla dalla bocca. Infatti fece "sì" con la testa appena lui porse quella domanda, e Leben rise. Probabilmente voleva raccontargli tutta la verità... quella vera letteralmente. Peccato che oramai nessuno le avrebbe creduto. Che spasso!
    Leben si leccò le labbra, sfiorandosi il clitoride con le dita, pronta a mettersi composta di scatto se l'uomo si fosse voltato. Aveva un corpo decisamente appetibile... non era divertente guardarlo ma di certo la eccitava. L'odore della sua carne poi... era delizioso.
     
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    Seppur la posizione fosse decisamente imbarazzante vista dall'esterno dove un uomo schiaccia una ragazzina, lui nudo e bagnato lei vestita con un completo che ha poco di vestito, Byakuya non ebbe la ben che minima reazione o meglio avrebbe avuto una reazione ma di certo non quella che ogni altro uomo avrebbe avuto "Ora te la levo e tu parlerai oppure..." Ancora una volta fece sentire la sua presenza spingendo direttamente in mezzo alle natiche di Lucia premendo l'anello metallico sulla sua pelle cosi da marcare la situazione in cui si trovava; allentò dunque la forza sulla mano dietro la testa per poter slacciare la gagball e lasciò che questa cadesse a terra.
    La ragazzina appariva scossa e sconsolata quasi come violata, peccato che se si fosse dovuto giungere a tanto sarebbero stati grossi guai per lei, ma ancora era presto o cosi Byakuya pensava "Adesso che hai la bocca libera ti conviene parlare e dire tutto o saranno guai seri..." E sempre parlò con quel tono intimidatorio incredibilmente freddo anche se in quella posizione sarebbe da pensare a tutt'altro che a fredde emozioni distaccate dato che la ragazza pareva quasi a sua volta divertirsi di ciò che le stava accadendo.
    Ci fu un attimo di silenzio in cui Byakuya si voltò verso Leben che intanto si era seduta o cosi disse, meglio controllare no? La Preside se ne stava li sulla panca bella tranquilla, si mosse appena quando lui volto il capo, forse per apparire il più seria e rigida possibile, cosa che rese felice il ragazzo "Bene allora? Susu parla..."
    Se avesse avuto le sue riposte sarebbe finita li ma se avesse mentito di certo quel piccolo corpicino perfetto nelle sue curve avrebbe subito violenze che qualunque persona al mondo preferirebbe evitare ad ogni costo se sano di mente ovvio.
     
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    Leben ridacchiò "sotto i baffi". Era tornata composta con una gamba sull'altra giusto in tempo. Un millesimo di secondo di ritardo e Byakuya l'avrebbe scoperta. Cercò di immaginare cosa avrebbe fatto in quel caso e non riuscendoci si leccò le labbra. Era davvero un personaggio enigmatico. Il bello è che di lui non aveva sentito poi molto se non notizie sparse lette da qualche parte o viste in tv. La famiglia, la tradizione, l'occupazione tramandata di padre in figlio... tutte cose a cui la non morta aveva fatto caso a malapena. Eppure, nel riconoscere il suo viso, aveva ricordato quell'importante particolare sulle voci sul suo conto: la freddezza. E lei poteva forse rinunciare a divertirsi a stuzzicare un tipo del genere? Nemmeno per sogno. Per questo più guardava Lucia e più pensava a quanto la ragazza, nella sua sfortuna, avesse reso fortunata lei. Dopotutto a casa sua c'erano "solo" una miriade di bocconcini con cui sfamarsi e giocare un po' e delle macchine super tecnologiche con cui sfruttare meglio i loro corpi fragili... ma quei bocconcini li aveva già assaggiati tutti e variare -soprattutto nella monotona dieta di una zombie con gusti "classici" come i suoi- era importante, se non essenziale. Per questo non poteva fare a meno di cominciare ad adorare il "difetto" di Lucia. Quella totale incapacità nelle arti magiche (e soprattutto nell'incantesimo che sembrava utilizzare più spesso, ovvero il teletrasporto) unita alla sfortuna nera che pareva maledirla.
    La ragazza tuttavia sembrava avere pensieri in proposito ben diversi...
    S-sta mentendo! iniziò a fatica appena la sua boccuccia fu libera. Leben, in risposta, alzò un sopracciglio e sorrise beffarda, quasi stesse ammirando la sua faccia tosta. D-deve credermi! È malata! Si diverte a torturare le persone fisicamente e psicologicamente!
    Ma grazie, troppo buona... (Sarcasmo fin troppo palese)
    ... E-e-e adesso sta approfittando di un mio errore per divertirsi anche con lei! L'ho portata io qui. Ho sbagliato le coordinate magiche e ho fatto un p-pasticcio ma... ma... la scongiuro, lei deve ascoltarmi! Stavo scappando da lui... cioè... da un demone e... ero nel panico!
    Leben si finse stizzita, roteando gli occhi al cielo, mentre avrebbe solamente voluto ridere.
    Ohh, per l'amor di Dio Capitano Kuchiki... la faccia tacere. Tutto ciò è oltraggioso.
    Avrebbe approfittato del momento in cui l'uomo le avesse dato le spalle, per sorridere malevola. Che spasso! Che spasso! Quella piccoletta aveva parlato con un tono balbettante e fin troppo veloce e data la situazione era sembrata proprio una balla inventata sul momento. Soprattutto perché... quale delle due storie reggeva di più? Un errore nel teletrasportarsi per fuggire da un demone venuto direttamente da Dite per inseguirla, o un attentato alla sua adorata scuola in un mondo dove tali crimini erano all'ordine del giorno?
    Non che non si sapesse niente dei demoni, certo, ma sui giornali di cosa si parlava di più? Leben aveva sicuramente le apparenze dalla sua, e ne era estasiata. Quel gioco iniziato per caso si stava rivelando fin troppo bello. E come se non bastasse, di lì a breve avrebbe potuto ammirare se quell'uomo si fosse lasciato andare più del dovuto con i metodi d'interrogatorio. Soprattutto perché Lucia non faceva molto per essere poco invitante, anzi, quel suo fare innocente le donava un'aura estremamente eccitante e anche se l'uomo con cui avevano a che fare era un ghiacciolo, non poteva certo durare in eterno. O sì? L'incertezza faceva parte del gioco. In ogni caso Lucia cominciò a cercare di sfuggire dalla presa di Byakuya durante tutto il suo discorso e anche dopo. Era disperata, e il viso arrossato e l'espressione a tratti di fastidio e dolore, erano chiari segni che -malgrado tutto- il suo tenero corpo stesse reagendo in modo inaspettato. Era incredibile, ma quel corpicino temprato dalle sevizie dell'Inferno sembrava andare totalmente contro alla volontà della sua proprietaria.
    La supplico... la scongiuro... m-mi lasci andare.
     
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    Quella ragazzina pareva quasi convincente cioè se un qualunque uomo avesse ascoltato quella storia guardandola negli occhi esattamente come Byakuya stava facendo adesso ci sarebbero state grandi possibilità che la fermezza e la determinazione potessero venire a meno... Peccato per lei non sarebbe mai successo.
    Se c'era una cosa che il capitano della polizia di New Vegas odiava era appunto stare ad ascoltare menzogne e bugie palesemente appena inventate, perché lo erano senza dubbio, poteva dir quel che voleva ma la sua parola valeva decisamente meno di quella della preside della Sapienza di Roma e anche se non fosse arrivata direttamente da lei quell'accusa, la sola probabilità che ci fosse una minaccia che minava la tranquillità di New Vegas che Byakuya avrebbe agito con tutta la forza senza mezze misure per risolvere il problema sul nascere e adesso quella ragazzina era quel problema "Sai... "Iniziò parlando a voce bassissima "Non credere che un bel visino in lacrime, delle parole dette in maniera cosi struggente e questo tuo apparire innocente bastino a farmi cambiare idea ma anzi stai solo peggiorando la tua situazione in maniera incredibile"
    Mentre la piccola cercava di dimenarsi dalla stretta di Byakuya questo la sbatte con forza contro la colonna con la gamba spingendo con forza direttamente sull'anello metallico che stava sul suo sedere andando a premerla contro la colonna mentre teneva la sua mano tirandola sopra la testa della ragazzina "Da qui non te ne vai sai? Anzi adesso inizieremo con un bellissimo trattamento che di sicuro ti farò confessare tutto" In quel momento avrebbe portato l'altra mano andando a passarla lungo la sua schiena e scendendo e salendo su e giù "Sicura di non voler parlare prima che inizi? No perchè vedi ho maniera molto diverse temo da quella di Leben perciò..." Fermando la mano sulla pelle della ragazzina "Non vorrei mai ti si rovinasse la pelle dopo le mie cure" Sentiva la mano fredda come i suoi occhi all'altezza del fianco ma leggermente spostata verso la schiena.
    La sua freddezza era tale che alla fine della fiera qualunque cosa di qualunque violenza o depravazione per lui sarebbe stata soltanto l'ennesima realizzazione della sua volontà ferrea nello scoprire la verità ad ogni costo anche torturando la carne della sua preda... In ogni modo.
     
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    Lucia era sconsolata, così sconsolata che aveva voglia di lasciare che le sue spalle crollassero e scoppiare in infantili singhiozzi. Tuttavia era anche terrorizzata, e al tempo stesso -suo malgrado- eccitata. Il suo piccolo sesso premeva dolorosamente contro il metallo della cintura di castità, e il suo stretto anfratto posteriore pulsava quasi nel ricevere attenzioni -decisamente violente- da parte del bellissimo uomo che le stava alle spalle. Perché sì, anche se provava tutte quelle orride sensazioni e lo considerava stolto e crudele (impossibile fare altrimenti dal suo punto di vista) riusciva comunque ad ammettere che fosse eccezionalmente bello. Probabilmente, se avesse avuto una mente un minimo più maliziosa, avrebbe persino potuto comprendere appieno Leben, per aver voluto iniziare quel perverso gioco. Peccato avesse scelto proprio lei come "esca" per il divertimento... rovinando ogni possibilità che finisse per piacerle. Come aveva intenzione di torturarla? A parte stuprandola, certo. Quello sarebbe stato il minore dei mali, dopotutto...
    Santi numi! Era solo il suo stupido corpo a farglielo pensare. Un corpo perverso che desiderava provare piacere nonostante tutto. Ma Lucia sapeva bene cosa l'attendeva... anche dolore. Tanto dolore. E quel pensiero la faceva tremare come una foglia pronta a cadere dall'albero.
    Ci volle riprovare.
    S-se... se solo si fermasse... un attimo a pensare... capirebbe che... malgrado le apparenze... io n-non sono... quello che dice lei. S-sono innocente!
    Sembrava proprio un delinquente colto nel sacco, che si sforzava di convincere tutti -anche se stesso- della propria innocenza. Però lei stava dicendo la verità! Era così ingiusto... così...
    Leben, prevedendo quegli stupidi e infantili pensieri, volle interferire. Sbadigliò sonoramente.
    Uff. Quant'è noiosa. Io passerei immediatamente alle maniere forti, Capitano Kuchiki. Non riesco a sopportarla oltre. Dopotutto, è da tutta la mattina che ripete la solita solfa... Comincio a perdere le speranze. Sul serio. Forse dovrei rivolgermi...
    Lasciò la frase in sospeso, in attesa di una reazione; quale che fosse. Desiderava sentire qualcosa di più provenire da quella voce glaciale. Il solo sentirla abbassarsi le aveva procurato dolcissimi brividi che non vedeva l'ora di ripetere. Per il momento, tuttavia, doveva stare buona. E se lo impose. Avrebbe solo guardato... o quasi. In fondo le sue mani non esitavano per tornare sulla sua intimità eccitata ogni qual volta l'uomo non le prestava attenzione, fermandosi quando invece si voltava. Chissà se, continuando a tentoni in quel modo, poteva comunque venire...
    "Tanto valeva scoprirlo presto", pensò sorridente.
     
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    Povera dolce ragazzina, innocente e sicuramente senza nessuna colpa, attribuitegli solamente da una Preside cattiva e da un poliziotto corrotto che stava facendo tutto quello soltanto per divertimento... Come no... Pareva essere la trama di un film incredibilmente sfortunato (dal punto di vista dalla ragazzina ovviamente) alla fine del quale un cavaliere azzurro l'avrebbe salvata "Adesso mi hai stufato spia!" Non aveva alzato la voce insomma non urlava ma era seccato e adesso lo si notava molto bene nella sua voce: secca chiara e decisamente paurosa "Iniziamo da qualcosa di soft..." Dette quelle parole fece un passo indietro e si mise a circa 40 centimetri dal corpo della ragazza liberandone il sedere da quella pressa, nonostante questa nuova posizione le mani erano bloccate contro la colonna "Vediamo quanto resisti" Fece scorrere la mano lungo la schiena della ragazzina appena sfiorando con le unghie la pelle creando quella sensazione di brividi lungo tutto il corpo della giovane, prima salendo poi scendendo "Tre" Iniziò una conta continuando a fissare la ragazza negli occhi "Due" Alzò la mano dal corpo della ragazza portandola in alto vicino alla testa "Direi che farà sicuramente male. Uno..." Allo scadere, come se fosse una lenta condanna, la mano di Byakuya colpì a palmo aperto la natica sinistra della ragazzina, un colpo secco forte che fece rimbombare nell'aria lo schiocco "Questo era un assaggio sai?" Aggiunse parlando piano e lasciando la mano sulla natica per meno di un secondo. Quella situazione così perversa avrebbe sicuramente provocato istinti assai "maschili" in qualunque uomo normale, normalità che non c'era in Byakuya, avrebbe eseguito il suo compito senza neppure eccitarsi e usando il suo corpo semplicemente come strumento per ottenere ciò che desiderava: risposte.
    "Chi ti ha mandato?!" Chiese adesso con voce empia e lasciando partire un altro schiaffo questa volta sull'altra chiappa e con stessa intensità "Allora parla!" Era serio e non avrebbe smesso per nulla al mondo se non nel momento in cui lei avrebbe ceduto.
     
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    Da quel giorno Leben ne sarebbe stata testimone: Byakuay Kuchiki era proprio un uomo tutto d'un pezzo. Un uomo che non crollava neppure dinanzi al visino o al culetto più tenero. Ma la zombie non ne era ammirata, no no. Semplicemente ne era estremamente divertita, tanto che si morse forte le labbra per non lasciarsi sfuggire una sentita risata, davanti a quella visione indecorosa. Indecorosa solamente all'apparenza, e soprattutto per colpa di Lucia. La piccola si tese mentre aspettava quel "tre", come una corda in procinto di spezzarsi. E quando alla fine arrivò, l'impatto fu tale da farle inarcare la schiena e strapparle un grido acuto. Così accadde al secondo colpo, e al terzo. Eppure in quella tenera vocina c'era qualcosa di estremamente sbagliato, qualcosa che in quella situazione non sarebbe dovuto esistere: una punta di eccitazione. Eccitazione malcelata che la falsa ragazzina mostrava volente o nolente, con quelle carni ornate da perle di sudore, probabilmente dovute al dolore che doveva provare con il sesso costretto in quel modo. Leben poteva sentirlo bene, l'odore di quel tenero sesso maschile riempire la stanza, andando a mischiarsi con quello di pulito di Byakuya, unito ai profumi speziati del bagno. Solo lei probabilmente lo percepiva, e nel farlo non poté che affondare le dita nella propria intimità fradicia, cominciando a muoverle stando attenta a non far rumore. Scommetteva che per un po' il Capitano non avrebbe avuto occhi che per l'interrogata, ma nel dubbio volle comunque parlare... e nella sua voce non ci fu esitazione o sospiro alcuno. Dopotutto era una zombie: controllava ogni singola sensazione che il suo corpo morto era ancora capace di provare, senza eccezioni.
    Mh, così non va. Con questo abbiamo già provato...
    Il suo tono voleva essere deluso, ma in realtà fuoriuscì divertito. Soprattutto perché Lucia, in contemporanea con quella constatazione, se non un millesimo di secondo prima, aveva iniziato a gridare: I-Io non posso! V-vorrei ma non posso! Deve creder-AH!
    Notare come la paura e il dolore l'avessero confusa facendole dimenticare di aggiungere qualcosa come "perché non lo so!", facendo sembrare il tutto come una confessione. Quella dolcezza non faceva altro che peggiorare la propria situazione ogni secondo che passava...
    Il rumore dei colpi riempì la stanza. Un'altra sculacciata, un'altra torsione della schiena. Le sue natiche bronzee avrebbero impiegato pochissimo ad arrossarsi, prendendo quel color arancio che le donava tanto...
    Lebene venne in un batter d'occhio, tuttavia non si fermò, attendendo di vedere di più da quell'intrigante spettacolo che la fortuna sembrava aver organizzato solo per lei.
     
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