Hell of lust

Appartamento sotteraneo a ''La Sapienza''. Proprietaria: Leben Meyer

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    Una delle tante stanze dell'istituto, nove metri quadrati, pareti simili a...pareti e un pavimento simile a...un pavimento, coperto da una moquette di colore verde acido. Ah, e una finestra, sì, una finestra. C'è altro da dire su una stanza vuota? Perché si, è vuota. Leben non possiede altro che il vestito con cui è stata rapita, la collana che portava addosso, il travestimento che usa per girare a scuola, una boa di piume, un cellulare e il portafogli rubato al proprio rapitore. Va da sé che tutto ciò che troverete nella sua stanza, oltre ai suoi averi sparsi per la moquette, sarà...lei (eccetto nelle 23 ore su 24 in cui sarà fuori da essa a cercare qualcosa per ammazzare il tempo, certo). Ma del resto cosa ci si poteva aspettare da una creatura priva della maggior parte delle funzioni vitali eccetto la fame? Un mini frigo in camera per ciò che è abituata a mangiare non sarebbe certo bastato.



    La camera vuota della quale si accontentava in passato è solo un vecchio e noioso ricordo per Leben, che col tempo ha cominciato a sentire il bisogno di nuovi stimoli e passatempi sempre diversi, anche all'interno della scuola. Questo l'ha portata a decidere di "ritagliarsi" un posto tutto per sé, in cui investire con piacere i fin troppi soldi che lo stipendio da preside e le varie imprese le hanno fruttato. Certo, potrebbe usarli per qualcosa di diverso, armi, equipaggiamenti... ma da quando è tipa da armature e super spade laser?
    Da mai.

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    Tramite l'intricata rete di passaggi "segreti" che percorrono praticamente tutto l'istituto, è possibile giungere in un ambiente sotterraneo che si trova sotto l'immensa palestra di cui è provvisto l'edificio. Qui, dietro una porta varcabile solo ed esclusivamente dopo essere stati "scannerizzati" e accettati dal sistema di riconoscimento )che in caso di personale non autorizzato farà scattare immediatamente l'allarme) si trova il "delizioso" (direbbe lei) impero di Leben, un appartamento estremamente ampio che fa pensare quasi a un labirinto, poiché ogni volta che ci si mette piedi, alla volta successiva sembra essersi aggiunta o spostata qualche stanza.
    Le telecamere sono solo una dei sistemi di difesa per questo "piccolo" gioiellino, ma in ogni caso la zombie non ci dà molto peso dal momento che certo non le importa di incappare in possibili intrusi... anzi, quasi quasi è probabile li attenda. Adora avere ospiti, e in particolare deliziarli (o per meglio dire, spaventarli) con l'arredamento che ha scelto per il luogo.

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    Prima del suo arrivo si trattava di un ambiente spoglio, caratterizzato solamente dall'aspetto futuristico e gli extra iper-tecnologici sparsi al suo interno, tutti controllati da un super computer la cui intelligenza artificiale con tanto di voce parlante irritante si chiama VI-U-Z14 (abbreviato in ''Vi''), e gestisce tuttora ogni elettrodomestico, lampada o aggeggio infernale all'interno dell'abitazione (Sotto il costante monitoraggio della segretaria di Leben, Hachi). Nel tempo, la zombie ha portato una ventata di ''vita'' all'ambiente, facendo istallare innumerevoli giocattolini utili allo svago, per poi ''collezionare'' fidati coinquilini che potessero tenerle compagnia in un ambiente dall'aspetto sin troppo asettico per i suoi gusti.



    ABITAZIONE LUCIA

    Tra tutti gli abitanti della casa, Lucia è sicuramente la più "amata" da tutti (nel senso più deleterio possibile per la poverina). Thresh ne va pazzo, Soul è arrivato con il solo scopo di riportarla a casa e chiunque la incontri sembra sentire il profondo bisogno di stuprare quel bel culetto sodo. Leben dal canto suo ha finito per sviluppare una specie di affetto/odio per la piccoletta, ed è per questo che spesso e volentieri le riserva un trattamento speciale. In particolare, ha deciso di ritagliarle uno spazio tutto per lei all'interno della sua casa, situato al piano superiore rispetto all'appartamento e dotato di un'entrata indipendente, rimanendo comunque unito al resto dell'abitazione tramite semplici scale mobili. La decisione è stata presa soprattutto come favore al suo status particolare, ovvero l'essere diventata mamma a seguito di un incantesimo andato decisamente storto, che le ha permesso di mettere al mondo i "figli" dei due zombie più famosi dell'istituto: Thresh e Gilbert.
    Se l'appartamento di Leben è caratterizzato da tecnologia in ogni dove, salendo le scale si arriva in un ambiente ben diverso, strutturato come una stanzetta antica, costruita in legno e dotata di finestre decorate con vetri colorati che rendono eventuali raggi del sole spettacolari. La stanza è abbastanza grande ed elegante, molto luminosa e decisamente anacronistica nell'arredamento e nei materiali. Il grande letto a baldacchino, la postazione per lo specchio e il divanetto lussuoso, sono tutti accessori scelti da Leben in persona, che a dirla tutta Lucia utilizza solamente di nascosto per via del profondo disagio che le creano. La zombie ha infatti scelto un ambiente degno di una regina, un po' per sfottere il povero spettro che in vita sua era stato un misero schiavo. Per questo la ragazza preferisce passare il proprio tempo sul soppalco di cui la stanza è dotata, dove tiene una sorta di piccolo laboratorio alchemico ed è solita allenarsi con la magia o creare i suoi particolari e utili intrugli. In questa porzione della casa tutto sembra essere composto da legno o altri materiali più "antichi", ma la realtà dei fatti è che Vi ha anche qui il totale controllo dell'ambiente e può far arrivare le sue nanomacchine tranquillamente. In questo caso, solitamente fa assumere al tutto un aspetto per l'appunto antico con impalcature molto particolari e macchine della tortura che ricordano quelle del periodo dell'inquisizione. Lucia ne è terrorizzata.
    Inutile dire che il tutto è condito con libri, boccette, giocattoli sessuali tra i più fantasiosi, sparsi costantemente in ogni angolo della stanza. Persino l'angolo scrivania non è da meno. E anche quando Lucia cerca di mettere in ordine, Leben manda qualcuno (la gelosissima Miku, ad esempio) a intrufolarsi di nascosto per aggiungere qualche pezzo alla collezione appena la giovane si distrae un attimo. Come se non bastasse i suoi "teneri bambini" non fanno altro che fare danni. È anche per il loro estremo e continuo bisogno di sesso che vengono spesso evitati dagli abitanti dell'appartamento, restando dunque rintanati nella stanza della mamma... usando spesso e volentieri la suddetta come valvola di sfogo per i proprio istinti. Leben è stata proprio gentile a farle un simile favore, davvero.


    ABITAZIONE MISTRAL

    L'appartamento di Mistral è situato praticamente al fianco della Hell of Lust, nello stesso piano "sotterraneo" a cui non possono accedere gli sconosciuti, non senza che qualcuno interno ve li conduca e li faccia entrare perlomeno. Il bilocale è collegato attraverso un portone secondario interno che permette alle due abitazioni di comunicare. Si tratta di un ampio trilocale disposto su due piani, dall'ambiente post-apocalittico e decisamente minimale ma non per questo dotato di meno intrattenimenti rispetto alla casa di Leben, questo anche grazie a VI, che ha altrettanto accesso e controllo sull'abitazione del demone. La casa è composta da due camere da letto, una cucina, un "salotto" adibito a studio e due bagni. Mistral ci vive con Lant, problematico figlio suo e di Thresh, e tenta di tenerlo sempre all'interno dell'immensa casa portandogli di tanto intanto vittime su cui sfogarsi, così da impedirgli di andare in giro per la Sapienza... perché in quel caso i disastri sarebbero all'ordine del giorno e decisamente troppo difficili da tenere segreti.


    Edited by MidoriNoBakeneko - 18/2/2023, 16:28
     
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    .:PNG Servitori x Thresh:.



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    »Lazarus Renekton [+]
    Collega di Thresh, a sua volta insegnante di nuoto, in lui il carceriere ha ritrovato i secondini che lo accompagnarono nelle sue torture da "vivente". Lazarus proviene da una congrega segreta appartenente all'Egitto di cavalieri ibridi votati alla protezione della pace. Tuttavia essendo un tipo facile all'ira Renekton è stato cacciato dall'ordine ed esiliato a Roma dove ha iniziato a dare libero sfogo alla sua cupidigia e perversione, sfociando addirittura in brutali omicidi. L'uomo coccodrillo, così come lo chiamarono sui giornali, venne ucciso da un altro esponente della sua stessa specie inviato a Roma come insegnante per evitare che altri alligatori umanoidi potessero fare danni, o almeno questa è la verità che trapela sui giornali: niente di più falso. Renekton ha un corpo a metà tra l'uomo e il coccodrillo, perfettamente in grado di starei n piedi su due zampe ma con la parte superiore della colonna vertebrale leggermente piegata in avanti, ma nonostante questo arriva comunque a 2 metri e 20 di altezza. Il colorito delle sue scaglie è di un verde scuro, mentre la parte anteriore del corpo è di un beige molto chiaro. Indossa sempre degli occhiali da sole per coprire i suoi occhi di predatore sanguigno, e anche perché a sua detta gli danno un look semplicemente irresistibile. I piedi sono tipici dei rettili, muniti solo di 3 dita, mentre le mani sono dotati di pollice opponibile ma sprovvisti di un dito. Le sue fauci sono possenti e la dentatura affilata che possiede contiene una lingua estremamente grossa e lunga. Essendo semplicemente sproporzionato Renekton ha sempre molti problemi a vestirsi e non avendo problemi di temperatura non è raro vederlo sfilare per la scuola vestito come un bagnino, indossando solo una canottiera e vari tipi di costumi a pantaloncini tutti strappati all'altezza del bacino per via della sua lunga coda. Renekton non ha particolari abilità se non una forza semplicemente sovrumana e la capacità di ingrandirsi quando si infuria oppure quando perde il controllo di sé. E' una persona estremamente violenta e facile all'ira, praticamene insensibile verso i problemi degli altri (specialmente degli studenti) ma soprattutto ama umiliare le persone. Per lui il sesso (o lo stupro nel su caso) non è principalmente una questione di attrazione, per lui va bene scoparsi anche cozze e altri uomini purché riesca ad umiliarli nel mentre, quello si che lo fa godere. Ovviamente non disdegna rapporti tradizionali ma per farlo divertire senza un pò di lacrime bisogna essere speciali. Adora prenderei n giro il resto degli insegnanti, eccetto Thresh con la quale ha stretto una profonda amicizia.
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    »Sarah
    Sarah è una che... ha perso la testa. Non sarebbe la prima a farlo per un insegnante carismatico come Thresh, ma è più corretto dire che lei è proprio fisicamente decapitata. Rinvenuta dentro la tazza di un cesso, Thresh ha rianimato la testa con i suoi poteri per capire cos'è accaduto alla ragazza e così rimarrà per l'eternità visto che il resto del suo corpo è stato divorato: insomma uno zombie senz'altro che la sua testa. Sarah porta dei capelli biondi non troppo corti con dei riflessi rossi dietro la nuca raccolti tutti dietro una piccola treccia, ha gli occhi sottili di un rosso intenso e una carnagione molto chiara. Per ovviare al fatto che in mancanza del resto del corpo le mancava il terzo buco, Thresh le ha cavato un occhio. La ragazza rimane spesso in disparte ma quando possibile il professore se la porta a spasso come se fosse la sua lanterna. Sarah era una ragazza normalissima e non ha ancora nessun tipo di potere, tuttavia se la sua testa viene attaccata su un corpo decapitato allora potrà controllarlo per un breve periodo di tempo.
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    »Kageru [+]
    Questa misteriosa quanto ammaliante personalità è giunta alla Sapienza per mezzo di uno scambio di studenti con il Giappone, che ovviamente avevano bisogno della guida di alcuni insegnanti. Kagerou non è esattamente una professoressa, ma da quando è alla Sapienza grazie all'influenza di Thresh e Leben ha raggiunto questo status. Originariamente si trattava di un'assassina che utilizzava la scuola per poter compiere i suoi misfatti, ma scoperti piaceri oscuri nascosti nelle stanze tenebrose dei due non morti ha deciso di non andarsene più. Kagerou è nata in una confraternita di assassini molto particolari, che oltre all'arte dell'omicidio forgia anche l'inclinazione sessuale dei suoi adepti: Kagerou infatti non è una donna, ma il trattamento speciale della sua confraternita a base di ingestione pesante di fluidi corporei maschili e femminili (prontamente influenzati dalle arti magiche) le hanno dato una silhouette estremamente femminile e un seno prosperoso, ma a livello di genitali inferiori è a tutti gli effetti un uomo, con tanto di pene e testicoli. A causa di questa sua deviazione fisiologica, Kagerou non ha alcun freno inibitorio dal punto di vista sessuale. Il suo pesante addestramento le ha conferito diverse abilità, tra cui una volontà instancabile, una rigenerazione delle ferite particolarmente elevata anche degli organi interni e soprattutto la facoltà di venire ininterrottamente finché è necessario...
    Kagerou ha dei lunghissimi capelli corvini, una pelle pallida e degli occhi molto particolari, totalmente rossi e muniti di un'iride bianchissima.
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    »Smoke Karthus [+]
    Strano a dirsi, ma nonostante la camicia di forza e le colossali misure di sicurezza che lo circondano, Smoke è il fidato avvocato di Thresh che interviene nel momento in cui la situazione si può sbrogliare nella maniera più politicamente corretta. Alto, con i capelli grigi e gli occhi rossi, per la composizione facciale somiglia un pò a Thresh ma sembra molto più giovane e mingherlino. Il suo corpo è avvolto da una camicia di forza rinforzata in fibre di titanio e carbonio. La sua bocca è completamente bloccata da una maschera che la sigilla impedendogli di avvicinare qualsiasi cosa alle labbra. Nessuno ha mai visto la parte inferiore del suo viso e molti si domandano come faccia a sopravvivere. E' dotato di una retorica estremamente convincente, molti sostengono che abbia convinto delle studentesse a fargli pompini estremamente sentiti senza muovere un singolo muscolo del suo corpo. Quindi si, non temete, è pur sempre un pervertito come tutti gli altri nonostante la sua preparazione intellettuale elevata e classica. Pare sia rinchiuso in quel modo per la sua estrema pericolosità ma non è raro vederlo appeso in giro per la scuola, specialmente se c'è qualche udienza alle porte. Sembra abbia un tacito patto con Thresh, nessuno dei due ne parla mai, si sa solo che si sopportano come alleati facendo finta di non litigare, ma spesso rivendicano la proprietà su una ragazza, finendo inevitabilmente per vincere Thresh per colpa del suo... vantaggio strategico? Smoke è dotato di notevoli poteri mentali, oltre alla capacità di subire qualsiasi tipo di ferita senza morire (ma soffre comunque come un cane).
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    »Eligor "Fuffy" [+]
    Uno spettacolare prodigio dei poteri di Thresh, all'altezza di un'opera come Sarah per intenderci. Eligor era un drago zombie perverso e orgoglioso, potente e soprattutto immortale. Dopo essere stato sconfitto dall'arguzia di Leben, Thresh lo ha privato del suo pene e lo ha maledetto con la propria lanterna condannandolo a trasformarsi in una dragonica alla sua servitù, incapace di opporsi ad ogni comando che il non morto le affida. Finché non riottiene il suo pene, Eligor è costretta a rimanere in forma femminile umanoide, mentre se riesce a riottenerlo può riprendere la forma dragonica senza però poter riprendere il totale controllo delle sue azioni. Dotata di un notevole Fascino, Eligor indossa degli occhiali trasparenti che coprono il suo sguardo zaffiro. Capelli chiari color verde acqua, due grosse corna grige, scaglie dragoniche rosse sulle estremità degli arti e un fisico estremamente prosperoso, oltre che notevolmente massiccio (è infatti alta 2 metri e 10). Medita costantemente la fuga e disprezza i due non morti che l'hanno schiavizzata, in particolar modo il suo orgoglio le impedisce di accettare le umiliazioni subite e non è difficile vederla piangere disperatamente, che con la sua stazza è uno spettacolo imperdibile.
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    »Oktavius [+]
    Professore di scienze, Oktavius è il tipico prof inquietante: alto 150 cm, tozzo e grasso, con due occhiali particolarmente spessi e uno sguardo poco rassicurante. Nessuno lo prende sul serio, mai, in nessunissima occasione, bersaglio degli scherzi e del disprezzo degli studenti, le ragazze ne hanno una totale repulsione al punto da dargli soprannomi ripugnanti come "porco" o "mostro tentacolare". Il problema è che Oktavius un mostro tentacolare lo è davvero. Si tratta infatti di un Kaiju alla quale è stata proibita la possibilità di rilasciare la sua vera forma se non con permessi speciali. Le poche volte che succede finisce per stuprare una classe intera di ragazzi e far dimenticare loro tutto non è una cosa facile. Oktavius si trasforma in una belva alta 5 metri, munita di un numero illimitato di tentacoli, da sottilissimi baffi a colossali arti viscidi, muniti di ventose, lame e altre conformazioni organiche che lo fanno sembrare più un giocattolo erotico ambulante che un vero e proprio mostro. I suoi tentacoli vibrano, si ingrossano, emettono scariche elettriche, è una macchina da stupro instancabile e può ingravidare perfino gli uomini, questo perché non ha bisogno di fecondazione: trova un anfratto caldo e umido, lo riempie col suo sperma colmo di uova e aspetta che la covata fecondi all'interno del corpo della vittima senza fare distinzioni di sesso e razza. Ovviamente ripulire tutto è sempre un macello esagerato, per questo la sua trasformazione è assolutamente vietata. Quando si trasforma in Kaiju, da passivo e timido omino insignificante, Oktavius diventa un folle senza controllo.
     
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    "Il giusto festeggiamento...''



    Prosegue da QUI.

    CITAZIONE
    Tutto questo mangiare e vomitare mi ha fatto venire una voglia assurda. Facciamo un salto nel tuo piccolo angolo di scuola, Leben?

    Mi hai tolto le parole di bocca, Thresh. Avevo giusto qualche regalo per te messo da parte... sono certa lo apprezzerai.
    Non c'era stato nient'altro da dire per far sì che i due zombie si incamminassero insieme verso l'appartamento di Leben. Lei stessa alle volte si sorprendeva di aver ottenuto una casa tanto grande e spaziosa. Il fatto era che -da quando era stata ''assunta'' e aveva preso il suo posto di Preside- aveva racimolato un mucchio di soldi di cui non sapeva assolutamente che farsene, ed era quasi logico fosse finita con l'investirli in ciò che le interessava più di qualsiasi altra cosa: lo svago.
    Una creatura capricciosa come lei tendeva ad annoiarsi spesso, e cosa meglio di un piccolo regno creato tutto per sé poteva sopperire a un simile problema? Certo, forse per lei era tutto troppo tecnologico e all'avanguardia, ma da quando viveva là dentro aveva imparato che anche la tecnologia poteva essere interessante... se sfruttata al meglio.
    E cosa intendeva lei con quel "meglio" era abbastanza chiaro sin dalla prima visita nella grande casa, il cui unico arredamento era composto quasi esclusivamente da macchine robotizzate utili a torture/giochi sessuali di vario genere, sparse per tutto il locale. Era qualcosa di molto vicino alla box di Thresh, volendo, solo in una versione più perversa e meno utile alla battaglia. Non che lei se ne lamentasse...

    Non ci volle molto a giungere nei "sotterranei" e trovarsi dinanzi alla porta per il Paradiso personale della zombie. Guardò la piccola telecamerina posta al di sopra del portone e bussò.
    Hachi-chan, abbiamo ospiti, apri la porta...
    Un sorriso verso la telecamera e attese. La sua fidata segretaria era sempre molto efficiente nella manutenzione e salvaguardia della casa, e benché il tutto fosse automatizzato, aveva espressamente richiesto che spettasse a lei il controllo dell'entrata principale (nonché unica) e la sua apertura.
    Ovviamente, questo faceva sì che la ragazza dovesse passare la maggior parte delle sue giornate davanti al pannello di controllo a fissare i vari schermi e smanettare con super computer ma... a quanto pareva era quello che preferiva fare, per cui Leben le aveva dato il permesso.
    Quel giorno però sembrava non essere nella sua postazione, perché passarono diversi minuti ma la porta non si aprì affatto, costringendo la zombie a ripetersi.
    Hachi... ho detto apri la porta.
    Niente. Zero. Vuoto totale. Sperava vivamente che le due sorelline ''devilcomesichiamavano'' non si fossero divertite ancora a farle qualche scherzo dei loro, aveva una voglia matta di un po' di carne umana (che avesse un sapore decente) e per questo la prima che voleva salutare e presentare a Thresh rientrando, era proprio lei. Ma non c'era verso che rispondesse... quindi si passava al sistema d'apertura manuale.
    Perdona l'inconveniente Thresh, la mia assistente dev'essere impegnata.
    Dopo essersi rivolta al suo adorato compagno, aprì un pannello posto al lato destro della porta e fece per cliccare un pulsante al suo interno (quello che in un casa super tecnologica del 2108 era considerabile ''campanello'') così da far partire il sistema di riconoscimento e poter finalmente entrare in casa sua... ma una tenera vocina proveniente da un altoparlante la fermò.
    S-S-scusa Leben, Momo si sta di nuovo divertendo a importunare Hachi, e lei fa così casino che non ti avevamo sentita. Apro subito. E... ah, s-salve Professor Thresh.
    Senza poter vedere il suo viso la piccola Nana sembrava ancora più impacciata di quanto non fosse di solito. Cercava sempre di star dietro alla sorella per mostrarsi forte, ma era sin troppo facile capire che fare la voce grossa non faceva proprio per lei.
    In ogni caso, finalmente la porta si aprì e il consueto bagliore dovuto a tutto quel bianco e le varie luci al neon li investì entrambi, per questo Leben per prima ci mise un po' a mettere a fuoco la scena che le si presentò dinanzi una volta superato il corridoio:
    Nana era davanti a loro, ad ''accoglierli'', con le mani strette sul basso ventre, quasi avesse fastidio da quelle parti, e il bel visino scarlatto. Sembrava imbarazzata, o forse il colorito era dovuto a ben altro, difficile dirlo dal momento che per una volta aveva i vestiti addosso. Alle sue spalle, proprio sul tavolino che sarebbe dovuto -in teoria- essere usato come comunissimo arredo del ''salotto'', una figura era inginocchiata e involta in una tutina rossa in latex che le lasciava ben poca libertà di movimento, mentre in piedi, dietro di lei, Momo sembrava divertirsi un mondo a spingere col piedino -dritto nel suo didietro- un plug anale a forma di codina.
    Fu proprio la suddetta, a voltarsi verso di loro rivolgendogli un sorriso smagliante, continuando in quello che stava facendo come se niente fosse.
    Oh, ciao Leben-san! <3 Bentornata! E oh, c'è anche il professor Thresh! Come se la passa?
    La figura a quel punto tentò di voltarsi a propria volta, peccato fosse bendata e per questo finì col rivolgersi a un angolo imprecisato della stanza.
    Cazzo Leben...sei tu? Se... non mi levi... questa troia di dosso subito... giuro che me ne vado domani stesso da questo posto di merda! Mi tiene così da stamattina! A quest'ora come minimo avrò un buco nero al posto del culo...
    E dalle ingenti quantità di liquido che bagnavano il tavolino, così come dal respiro pesante, di certo non doveva dispiacerle come voleva far credere. Dalla voce e dai pessimi modi, in ogni caso, divenne chiaro che involta in quel rosso acceso ci fosse Hachi.
    E chiunque sia il tuo ospite farai meglio a fargli chiudere gli occhi, dannazione!
    Al ché Leben si voltò verso Tresh, ridacchiando.
    Non saprei come... desideri forse chiudere gli occhi, Thresh? Perdonala, ma non sa proprio cosa sia l'ospitalità.
    Uno sguardo allusivo quanto sarcastico, poi le mani si aprirono a indicare prima la casa, poi le ragazze.
    Comunque sia ti do benvenuto nel mio piccolo parco giochi personale, sentiti libero di usufruirne come preferisci. Intanto ti presento Hachi -la scorbutica rinchiusa in quell'involucro scarlatto- e le sorelline Mo-chan e Na-chan, direttamente dalla II-C. Probabilmente le conosci già, frequentano le lezioni... a volte.
    Le rare volte in cui non erano rinchiuse là dentro a "divertirsi" e intrattenerla, avrebbe dovuto dire, ma sapeva non ci fosse bisogno di troppe parole con lui.
    Na-chan e Mo-chan perché si dimentica sempre i nostri nomi. Completi sarebbe Nana e Momo, grazie.
    Oh, ma allora riusciva a fare la voce grossa alle volte?
    Quisquilie che non interessano a nessuno Nana.
    Mh, no, ecco la cresta palesemente falsa abbassarsi di nuovo in mezzo ai rossori.
    Se non erro eri già stato qui prima che le modifiche all'arredamento fossero ultimate, giusto Thresh? E soprattutto... quando ancora non avevo coinquilini così adorabili. Ma passiamo ai regali di cui ti accennavo... Nana, dov'è Hikage-chan?
    La piccola Nana riprese l'espressione stizzita che le veniva tanto male e indicò con la manina la stanza di Leben, rigorosamente sigillata per l'occasione.
    Là dentro... con Gold e i nuovi arrivi.
    Leben alzò un sopracciglio, la sua espressione a metà tra perplessità e maliziosa ilarità.
    Non si starà divertendo con loro senza avermi interpellata, vero?
    Un'alzata di spalle della piccoletta fu la risposta.
    Dalla parete chiusa non proveniva alcun suono, ma del resto non c'era da stupirsi dal momento che tutto l'appartamento era costituito da pareti insonorizzate, capaci di tenere perfettamente al loro interno (e all'esterno) qualsiasi suono.
    Leben fissò per qualche attimo la porta chiusa, poi sorrise rivolgendosi a Thresh.
    Solo un attimo...
    Si diresse ancheggiando verso l'enorme parete e aprì un pannello alla sua sinistra, digitandovi sopra un codice che la fece risalire verso l'alto, rivelando ciò che era nascosto al suo interno:
    A sinistra, tenuta salda al muro tramite dei bracci robotici e costretta in una posizione che lasciava ben poco del suo corpicino nascosto (persino del suo interno), c'era Miku, ansimante per le attenzioni che la lunga e grossa lingua di Hikage (mutata nella sua vera forma) stava riservando alla voragine che era costretto a sembrare il suo didietro, mentre una delle sue sei mani si divertiva a stuzzicare la sua intimità illibata e fradicia di umori. Nella parte opposta della stanza, sul letto di Leben, era legato invece Gold nella sua "minuta" versione umana, steso supino e incatenato per le ''zampe'' alla spalliera, costretto ad assistere al ''simpatico'' spettacolino. Subito dopo, al fianco del letto, legate salde alla parete tramite dei cavi luminescenti, c'era invece Iris e Bran. La prima che con gli occhi stretti e il viso abbassato pregava sommessamente con voce appena udibile, rifiutandosi di guardare, la seconda che con sguardo assassino fissava più o meno tutti i presenti nella stanza, e che fu la prima a notare l'arrivo dei nuovi arrivati. I suoi occhi dicevano chiaro quanto volesse ammazzare tutti là dentro, e Gold non aveva una espressione molto diversa, con la differenza che lei faceva di tutto per liberarsi dalle catene che la costringevano per collo e mani a stare con la schiena quasi aderente alla parete, mentre lui non si muoveva per nulla, come se sapesse perfettamente che ogni suo sforzo sarebbe stato vano. Entrambi, in ogni caso, sembravano due bestie in gabbia per nulla eccitate dallo spettacolino che stavano offrendo loro Hikage.
    Muki fu la seconda a notarli arrivare, e appena i suoi occhioni si posarono su Thresh, sgranandosi, il suo sesso cominciò a pulsare e schizzare, tanto che persino la sua uretra riversò ingenti quantità di liquido dritte sul viso di Hikage, che stranita dalla reazione improvvisa del corpicino della ragazza si decise finalmente a staccarsi da lei per voltarsi verso Leben e Thresh.
    Notando la zombie, il suo viso si illuminò eccitato, incupito prontamente dalla vista del suo accompagnatore.
    Bentornata tesoro, scusa se ho usufruito senza permesso ma giuro che è stata lei a chieder... Ah, salve collega.
    Se lo sguardo non fosse bastato, il repentino cambio di voce fu testimone del fatto che la serpentessa non fosse molto felice di vederlo lì. Soprattutto perché Leben e le altre coinquiline erano le uniche a conoscere la sua vera forma, e non le piaceva che lui si unisse ai testimoni.
    Se mi avessi avvisata dell'ospite in arrivo mi sarei fatta trovare in ben altre circostanze, Leben, tesoro.
    Un sorriso smagliante della zombie fu la risposta.
    Oh, stai tranquilla Hi-chan, sono certa che il tuo segreto sia al sicuro con lui. Piuttosto... speravo di fargli trovare la piccola Yuzu in condizioni un po' più... "chiuse". La troietta ti ha chiesto anche di levarle la verginità, tra le altre cose, o è ancora illibata?
    In risposta la sopracitata arrossì come non mai cominciando scuotere la testa e sudare vistosamente, guardando Thresh con palese espressione mortificata, nonostante probabilmente lui non avesse idea di chi fosse.
    E' tutta intera... davanti. Il suo sedere invece era già bello allenato di suo, per cui non dare la colpa a me.
    La professoressa incrociò tutte e sei le braccia, visibilmente seccata.
    Al ché Leben ridacchiò, ripercorrendo ancora una volta la stanza con gli occhi.
    Che dire... neppure organizzandola lei stessa avrebbe potuto immaginare un'accoglienza più strana di quella per il suo fidato compagno.
    Perdonami Thresh, mi ero figurata un benvenuto leggermente diverso ma... bé, permettimi almeno di presentarti i ''doni'' di cui ti ho parlato. Quelle due in fondo le ho acquistare pensando proprio a te in un locale piuttosto bizzarro di cui ti farò nome, se rimarrai soddisfatto. Il bocconcino alla parete è invece una studentessa della I-A che giusto qualche giorno fa è giunta alla mia porta in ginocchio pregandomi di aiutarla a conquistarti... Direi che non mi è costata troppa fatica crearle l'occasione adatta. Ha fatto tutto da sola...
    A quel punto ridacchiò, posandosi di schiena alla parete più vicina a lei e passando in rassegna con lo sguardo prima il salone e la scena che ancora offriva (con la differenza che Momo si era fermata e fissava curiosa l'interno della camera della zombie) poi la camera stessa.
    Scosse la testa in preda alle risa.
    Ora, siamo qui per festeggiare e di certo è cosa da fare in grande, ma io stessa mi sento comunque un po' imbarazzata nel chiederti... da dove iniziamo?
    Non che lei non fosse abituata a venir accolta da simili spettacolini privati, ma c'era comunque l'imbarazzo della scelta.

    Edited by = Midori.no.Neko = - 29/4/2014, 21:46
     
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    Festeggiare con Leben si rivelava sempre una prospettiva molto interessante, tuttavia sapeva che andando nel loro piccolo angolo di inferno avrebbe dovuto rimanere principalmente passivo, o almeno in un primo momento dato che come prima cosa Leben avrebbe dovuto ristabilire l'ordine in quel posto fatto di perversione pura. La situazione iniziale che li lasciò per qualche tempo fuori di casa lo divertì non poco, immaginando i possibili scenari che potevano stare lì dentro. A giudicare dalle voci Leben si stava circondando di persone interessanti... quelle erano proprio Nana e Momo, le due diaboliche ragazzine il cui numero di assenze era inferiore soltanto al numero di dicerie sul loro conto. La loro fama le precedeva e Thresh aveva già una mezza idea di cosa fosse successo alla povera portinaia che doveva aprire loro. Difatti, avanzando nell'abitazione, Thresh avrebbe visto una delle diaboliche sorelle giocare alla mistress con una ragazza ampiamente imbacuccata che suscitò subito l'interesse di Thresh. Il non morto commentò lisciandosi il mento, con fare malizioso.
    Sono certo che quello ti sta una favola Leben...
    Ma non aggiunse altro, si limitò a lanciare occhiate da vero predatore verso le due sorelline, non vedeva l'ora di vedere quante di quelle famose dicerie erano vere. Leben sembrava preoccupata per il resto dei condomini, dato che le pareti insonorizzate non le facevano capire cosa stava succedendo nelle altre stanze. Pareti insonorizzate? Un vero peccato... parte del divertimento sta nel far sentire le grida delle vittime ai suoi compagni incatenati poco lontano, così da aumentare la paura... ma questi dettagli superflui li avrebbe lasciati ad altre considerazioni. Il non morto diede qualche pacca sulla testa mascherata di Hachi, passando avanti assieme alla sua compagna. Entrati nella stanza da letto della non morta, Thresh avrebbe potuto ammirare il bel spettacolino che avevano allestito gli altri condomini: tre di loro, due donne e un uomo più belva che umano erano legati da un lato, mentre dalla parte opposta la professoressa Lamia si dilettava in una divertente degustazione erotica prendendo come cavia la studentessa... com'è che si chiamava? Riko? Mino? Difficile ricordarsi tutti questi nomi stranieri, tra l'altro non risaltava subito all'occhio né spiccava per le sue abilità o personalità, una ragazza insignificante sicuramente indegna delle sue attenzioni... l'ideale da dare come avanzo a quella faccia di serpente di Lamia. Che in realtà non era nemmeno tanto male, doveva solo insegnarle di più ad imparare i piacere che garantisce guardare nell'oltretomba. Ma una cosa alla volta.
    Tesoro io mi scopo la preside e la moderatrice, se tu avessi una pietra di giada infilata su per il culo e fosse scritto nei documenti io lo saprei. Non cercare di avere segreti con me.
    Anche a lei un paio di pacche sulle guance, tanto per farle capire che poteva anche essere convinta che la sua reale forma fosse un segreto, ma per Thresh in quel posto non ce n'erano affatto. Ora però l'aveva un pò presa sul personale, a quanto pare Lamia si era presa una preda destinata a lui e come al solito non lo trattava col minimo riguardo. Thresh fece cenno a Leben di seguirlo fuori dalla stanza, poi afferrò per le code le due diaboliche sorelline, ben consapevole che quello era il punto debole di ogni succubus che si rispetti, al punto che notoriamente quando le stringi la coda perdono tutte le forze e si eccitano come non mai. Lo aveva fatto a posta per ottenere il massimo della loro attenzione e coinvolgerle nella piccola riunione con Leben. Voleva evitare di farsi sentire da Lamia.
    Visto che mi lasci scegliere... ho sempre desiderato mettere in riga quella deliziosa faccia di serpente. E voi due ragazze... mi servirà anche il vostro aiuto. Che ne dite... mi aiutate a farle cambiare pelle?
    E detto questo portò le braccia intorno alle spalle delle due succubus, come a volerle abbracciare con intesa, sorridendo lussurioso verso Leben. Con il loro aiuto sarebbe senza ombra di dubbio riuscito a seviziare Lamia e farla entrare nelle sue grazie... che le piacesse o meno.
     
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    La reazione di Hikage non fu per niente soddisfatta, come si poteva immaginare. Dall'espressione disgustata e furiosa che si dipinse sul suo viso mentre Thresh "osava" toccarla, fu chiarissimo infatti quali fossero i suoi pensieri sul non morto. E se anche la sua sola faccia non fosse bastata, il corpo sinuoso che si abbassò in modo che il loro sguardi si ritrovassero alla medesima altezza, sommato alle sue parole, chiarì una volta per tutte il concetto.
    Toccami di nuovo, pezzo di ssssterco, e ti farò pentire di essere nato.
    Solo dopo aver parlato tornò eretta, furiosa nel vedere lui e la sua adorata Leben uscire dalla stanza. Quel Thresh... non l'era mai piaciuto.

    Leben sorrise della simpatica scenetta, seguendo lo zombie dopo aver rivolto uno sguardo "di scuse" verso "Hi-chan". Le piaceva quella creatura, si erano divertite insieme un mucchio di volte da quando erano diventate coinquiline, e anche se lei preferiva dichiaratamente la compagnia maschile, la grossa coda della professoressa risultava sempre sufficiente a soddisfarla, abbastanza da considerarla un amante del tutto degna di nota... quasi quanto Thresh stesso. E sentire che proprio lui, sembrava interessato a far abbassare la cresta all'unico "dolce" bocconcino in quella casa che neppure lei aveva tentato di sottomettere, le fece in automatico venir da ridere.
    Una scelta davvero interessante... ma del resto non poteva aspettarsi niente di diverso da lui.
    Considerami a tua disposizione per aiutarti, Thresh caro, ma devo avvisarti: Hi-chan non è un ossicino tenero, e mi ha sempre dato l'idea di preferire la compagnia delle curve ai muscoli virili... Sarà una bella sfida.
    Il sorriso malizioso mostrò chiaramente quanto quelle ultime parole erano state pronunciate appositamente per renderlo più che entusiasta della propria scelta, sebbene in fondo non gli avesse confessato niente che a scuola non si sapesse già: la prof Hikage era a detta di quasi tutti gli studenti, ''dichiaratamente lesbica'' e ''assolutamente inavvicinabile''.

    Le reazioni delle due sorelline succubus alla richiesta furono invece un po' diverse, e "titubanti", soprattutto perché entrambe ci misero un po' a riprendersi dopo che le loro codine erano state afferrate da un tocco così freddo. Non che fosse il freddo il problema, ovvio.
    Momo, nascondendo al meglio l'eccitazione a cui un semplice tocco l'aveva portata, e assumendo un tono accondiscendente quanto malizioso, rispose per prima dopo 5 buoni secondi.
    Io ci sto... ma solo se lei mi promette che avrò una buona dose di questo e di ciò che contiene una volta finito tutto... più possibilmente durante. Ho sempre voluto assaggiare il suo cazzone, prof.
    E la manina che afferrò i testicoli allo zombie e salì su lungo il suo membro chiarì perfettamente il concetto.
    Nana, invece, la sorellina con meno ''attributi'' (in senso duplice), totalmente rossa in viso e già tremante, ci mise ben più tempo a rispondere, almeno una decina di secondi.
    A-Ah, o-ok, ma... qual era l'ultima parte della d-domanda?
    Così eccitata che si era persino dimenticata di fingere di essere una "dura", ma non c'era poi troppo da sorprendersi. Come del resto non ci fu da sorprendersi quando Hachi, abbandonata al proprio destino, si girò verso lo stesso punto imprecisato di poco prima cercando di divincolarsi e gridando verso di loro.
    Ehi, che cazzo fate... non vorrete lasciarmi qui così?! Ehi! EHI! EHI!
    Delle lamentele che la piccola Momo non accolse neppure, limitandosi a un "ci penso io" diretto ai suoi futuri complici e il click di un telecomandino che teneva legato alla coscia e che attivò immediatamente la codina che la povera ragazza aveva nel didietro, prendendo a farla vibrare vistosamente... e tacitando così ogni lamentela, sostituita da mugugni e lamenti vari.
    Solo a quel punto, tornò a prestare totale attenzione al professore, strusciandosi e stringendosi al suo fianco con fare da vera micia.
    Ora... qual è il piano?
    Leben sorrise, era sempre comico vedere certi modi da una piccoletta simile.
    Stavo per fare la stessa domanda.
     
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    Sembravano tutte molto entusiaste di poter dare una mano al loro adorato professore, e anche Nana che cercava di riordinare i pezzi non aveva di sicuro detto "no", quindi era da considerarsi dentro fino al collo. Ora serviva un "piano", ma le ragazze lo sottovalutavano ampiamente se pensavano che una persona astuta come Thresh non avesse un piano. Il suo genio diabolico non aveva nessun limite e...
    Nessun piano signorine mie.
    Come non detto. Ok nessun piano, ma Thresh non lo disse con fare arreso o demoralizzato, anzi ghignava soddisfatto perché aveva qualcosa di molto meglio di un piano. Iniziò a ridacchiare divertito, mentre dalla sua grossa e magica tasca delle meraviglie perverse tirava fuori una pillola colorata di celeste, mostrandola a tutte dando per scontato che sapessero benissimo a cosa serviva.
    Quando scegli di diventare un torturatore, devi essere pronto a sfoggiare le tue arti di seduzione migliori, o non sarai in grado di affascinare nemmeno un bambino con delle caramelle. Qui entra in gioco una carta che uso raramente ma che non mi dispiace condividere con voi... io la chiamo "accontentare il cliente".
    E sempre ridacchiando soddisfatto, buttò giù la sua pillola ingurgitandola con non poco gusto. Il resto del piano era semplice: di sicuro Hikage non avrebbe mai accettato l'invito di Thresh, per questo il non morto avrebbe delegato le sue "Thresh's Angels" di questo incarico, avviandosi verso una delle sue stanze. Le ragazze avrebbero dovuto convincere la donna mostruosa che il caro Carnovash era andato via e potevano soddisfare uno dei loro odiosi scherzetti per rimettere in riga l'odiato professore. L'inferno non conosce ira più grande di una donna indispettita, di sicuro Lamia non si sarebbe tirata indietro di fronte a questa occasione, e se le ragazze l'avessero sedotta a dovere, allora niente sarebbe stato d'intralcio al loro piccolo quanto lungimirante piano. Ovvio che se una delle tre si fosse tirata indietro mentre chiudevano Hikage nella stanza di Thresh il caro non morto sarebbe stato molto arrabbiato. Si Nana, sto parlando con te.
    Una volta all'interno della stanza buia, Hikage e le altre sarebbero piombate in mezzo all'oscurità, specialmente perché Thresh aveva specificato chiaramente di chiudere la porta a chiave nel momento in cui la loro spiacevole ospite sarebbe entrata nella stanza.

    Quanto mi dispiace... ho sempre sperato che potessimo diventare amici. Abbiamo molte cose in comune Lamia... tu hai tante mani, io ho un grosso cazzo... siamo praticamente fatti l'uno per l'altra. Ma tu sembri non gradire la mia presenza.
    Dall'estremità della stanza, un piccolo falò dal colore verde, intento a vomitare un'energia spettrale, contornò quella che sembrava una sedia, no anzi era un trono irto di spine, sulla quale giaceva l'inconfondibile forma del non morto, avvolto dai suoi fantasmi e dal suo lacero manto nero. Tuttavia la sua silhouette aveva qualcosa di decisamente strano.
    Allora mi sono detto... invitiamola a casa: così vedrà come ci divertiamo tutti assieme.
    A quel punto altre fiamme si accesero per tutta la stanza, sui muri c'erano alcune torce, mentre ai quattro lati Thresh aveva posizionato dei grossi candelabri, sempre grondanti di energia spettrale. Al centro della stanza non c'era altro se non un grosso cerchio diabolico, sembrava proprio che quella stanza fosse stata modificata appositamente per quell'occasione. Leben aveva già avuto un assaggio di quel potere con Kainé, e adesso poteva finalmente assaporare di nuovo il mondo proibito che può invadere questa dimensione: il Box. Finalmente le fiamme riuscirono ad illuminare del tutto la figura di Thresh, ed era molto diversa da come tutti erano abituate a vederlo... o meglio vederla: la muscolatura si era leggermente affievolita, trasformandosi in tono e consistenza. La pelle, rimasta comunque pallida e cerulea, aveva assunto delle fattezze morbide ed invitanti. I fianchi ed i seni prosperosi gli davano un'aria incredibilmente femminile, mentre il suo sguardo perverso... bhe, quello non era cambiato affatto. I suoi capelli erano più luminescenti che mai, ed erano sciolti, non più legati dentro a 3 grosse trecce. Il largo sorriso lacerato e tenuto assieme dai piercing era stato sostituito da una vistosa cicatrice che si allungava sulle guance, ma senza capacità di allargarsi ancora... per il momento. Se ne stava seduta sul suo trono di spine con le gambe accavallate e i gomiti sui braccioli, le mani invece se ne stavano intrecciate per le dita di fronte al suo petto, in attesa di una reazione da parte degli invitati alla festa. Tranquille, fans della verga non morta del professore, anche con le gambe accavallate si poteva notare tranquillamente un rigonfiamento all'altezza del suo bacino, anche se abilmente coperto dal suo lacero mantello.
     
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    Intuendo le intenzioni di Thresh Leben esplose in un risata maliziosa, mentre Momo gli sorrise con intesa e una buona dose d'ammirazione negli occhi.
    Lei sì che sa il fatto suo, prof. Non vedo l'ora di vedere l'espressione di Lamia quando cadrà in trappola, ho sempre desiderato vederla sottomessa come si deve. Non mi prende mai sul serio. Si crede la regina di questo posto, ci tratta tutti come giocattolini... è una sborona insopportabile.
    Ora era chiaro che la piccola Momo avesse interessi in comune con lo zombie, sebbene dovuti a motivi diversi, mentre Leben se la rideva sempre di più nell'immaginare che cosa avrebbero potuto combinare tutti insieme.
    Non poteva certo dire le dispiacesse per Lamia, anzi... quasi quasi la invidiava.
    Tu sì che sei uno stratega diabolico, Thresh caro, non vedo l'ora di iniziare. Andiamo, ragazze.
    Ma mancava qualcuno all'appello... non si sentì infatti neppure un suono provenire dalle labbra dalla piccola Nana, ancora rossa e imbronciata per essersi fatta vedere in quello stato dal professore.
    Momo e Leben sapevano già del suo lato "imbarazzante", ma quell'uomo... non voleva lo scoprisse. Quindi tirò fuori la voce appena fu libera dalla stretta dello zombie.
    Facciamo vedere a quella troia come si scopa.
    Ma per quanto si sforzò di assumere un'espressione convinta, il rossore che le ornava le guance e gli umori che brillavano tra le sue cosce, coperte a malapena dal vestitino che portava, non erano certo dovuti al pensiero di Lama sottomessa al professore... quanto più di se stessa al suo posto. Per fortuna nessuno là dentro aveva la capacità di leggere il pensiero, o sarebbe di certo morta per la vergogna.
    Comunque fosse, tutte insieme andarono da Lamia e non ci volle molto a convincerla che Thresh se ne fosse andato, anche e soprattutto perché Leben sapeva certo come essere convincente... Accorrendo a strusciarsi su di lei quando entrò nella stanza. Ma prima che potesse parlare, Miku, che si trovava nella medesima posizione di prima ma aveva la bocca libera da costrizioni, le facilitò il lavoro con una domanda dal tono piagnucolante e preoccupato.
    Thresh-sama??? Dov'è? Dimmi che non è andato via! Era colpito? Disgustato? Mio Dio, dimmi che ha detto qualcosa! I-Io-
    Shhh, calmati. Ha ricevuto una chiamata importante e non è potuto restare, ma tornerà presto, ne sono sicura. E in tal proposito...
    A quel punto la sua attenzione era tornata a Hikage che aveva assunto un'espressione vagamente soddisfatta, ma soprattutto colma di desiderio dal momento che Leben aveva posato la testa sui suoi enormi seni (soprattutto vista la differenza di dimensioni tra le due) carezzandoli con le guance e baciandoli uno alla volta.
    Che ne dici di preparargli un caloroso benvenuto, Hi-chan? Ho sempre voluto vederlo in difficoltà, e da come lo guardavi non sembravi apprezzare molto la sua presenza qui. Perché non gli prepariamo una comoda stanza?
    Hikage comprese subito (male) e sorrise diabolica, mostrando una serie di denti perfetti quanto affilati.
    Comoda eh? Gli piacerà così tanto che non vedrà l'ora di andarsene, puoi starne certa.
    Era caduta in trappola. E a quel punto, portando una delle sue braccia intorno ai fianchi di Leben e altri due intorno a quelli delle "gemelline" si diresse verso una delle stanza non occupate in quella grande casa.
    Ehi, aspettate, cosa volete fare al professore? EHI!
    Leben si premurò di chiudersi la porta alle spalle, così da non sentire inutili lamentele da Miku e i suoi compagni di stanza.

    ***



    Ehi, Leben... cominciò Lamia una volta piombata nell'oscurità, cominciando a sentire fin da subito puzza di imbroglio... e di cadavere. In fondo era una specie di bestia, il suo sesto senso era fin troppo acuto. Tu non mi tireresti mai un colpo così meschino, vero?
    Un'alzata di spalle da parte della zombie, e un sorriso disarmante incredibilmente da lei, mentre le luci cominciavano ad accendersi...
    Consideralo un regalo, tesoro. Non c'è bisogno che mi ringrazi.
    Lamia strinse gli occhi, incapace tuttavia di arrabbiarsi con colei che l'aveva accolta in quella casa, permettendole di sfogare finalmente tutta la sua natura, senza doversi preoccupare di nascondere la propria forma. Certo, era dispettosa e irritante a volte... ma quel sedere pallido e sodo compensava qualsiasi cosa, per quel che la riguardava. L'unico degno della sua ira era l'uomo che si trovava davanti a loro, per questo capendo perfettamente la situazione si voltò immediatamente verso di... lei?!
    Squadrò la nuova figura a lungo, con un sopracciglio verdastro alzato e uno sguardo decisamente disgustato quando i suoi occhi ferini si posarono sul gonfiore tra le sue gambe, e le sue orecchie udirono sfortunatamente ciò che aveva da dire.
    Sono quasi lusingata, collega, ti sei dato tanta pena per fare amicizia con me... ma debbo deluderti, l'unica carne maschile che mi va a genio è quella di cui mi nutro. E un paio di tette non ti rendono più piacevole ai miei occhi.
    Ok, quello non era vero, era chiaro dal modo in cui continuava a fissargli il nuovo corpo, ma era altrettanto chiaro non l'avrebbe mai ammesso a voce alta. In ogni caso, solo in quel momento lasciò andare le ragazze, per poi ergersi dritta al centro della stanza, guardando Thresh dall'alto della sua stazza, con tutte le braccia incrociate dinanzi al petto. Una creatura come lei non sarebbe mai scappata dinanzi a una sfida, per questo fu quasi inutile che la piccola Nana sgattaiolasse via per dirigersi verso la porta per chiud... aprirla per tentare di uscire senza farsi notare. Sperava che la confusione e la distrazione non facessero notare a nessuno della sua assenza, il fatto era che davvero non voleva mostrarsi in atteggiamenti imbarazzanti davanti al professore, né alla professoressa da cui si era sino a quel momento tenuta ben lontana... Solo Momo e Leben sapevano del suo segreto e voleva che le cose rimanessero così, peccato non conoscesse affatto il potere di Thresh, e non sapesse dunque che una volta entrata in quella stanza difficilmente ne sarebbe uscita. Un peccato? Il sorriso di Leben che l'aveva notata e la guardava con un sopracciglio alzato diceva di no, ma al contempo la inchiodò sul posto facendola rabbrividire.
    Sua sorella invece era ferma al fianco della serpentessa, che così vicina a lei sembrava ancora più enorme, facendola a propria volta apparire più piccola di quanto non fosse... non lo sopportava. Al cenno di Thresh, era pronta a saltarle addosso e "fargliela vedere".
    Hikage, notandola e sentendo che in quello spazio chiuso il profumo di quelle due cominciava a spargersi nell'aria, guardò Thresh con rinnovato disgusto... cominciando a pentirsi del proprio orgoglio, dal momento che di certo quell'odore aveva effetto su di lei e l'eccitazione non l'aiutava a stare tranquilla. Come se non bastasse sapeva perfettamente, che nel giro di brevissimo tempo, sia lei che il resto di presenti avrebbero iniziato irrimediabilmente a sentirsi estremamente vogliosi... come se ce ne fosse bisogno poi, visti i soggetti.
    Molto furbo da parte tua portare qui la cavalleria... ma un po' basssso, se vuoi sapere la mia opinione.
    A quel punto cominciò a strisciare verso di lui, l'intento di raggiungerlo e poggiare tutte le mani sui braccioli di quel disgustoso trono, tre da una parte e tre dall'altra, circondandolo con le braccia e portando il viso a un centimetro dal suo, con fare minaccioso. Era tanto più grossa di lui che i suoi seni in quella posizione gli sfioravano le cosce.
    E' una cosa tra me e te, lurido porco. -Fece schioccare la lingua, fino a sfiorargli accidentalmente le labbra, degno di una serpe come lei.- Cossssa vuoi?
    Nessuno in quella casa sapeva con esattezza perché odiasse tanto gli uomini, probabilmente motivi profondi di cui non le andava di parlare... ma in quel momento il motivo del suo odio verso Thresh sembrava di ben altra natura: possessività verso le sue adorate coinquiline.
     
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    A quanto pare Hikage non aveva preso bene l'inganno di Leben, tuttavia non si sarebbe tirata indietro di fronte ad una sfida, troppo orgogliosa. E proprio il suo orgoglio sarebbe stata la sua disfatta, perché Thresh era un non morto paziente e soprattutto dotato di un'incredibile dialettica. Per questo non si mosse né fece una singola piega durante tutto il discorso di Lamia, nemmeno quando lo fermò sul suo stesso trono condannandolo alla sua mole colossale. Quella donna era davvero enorme... e faceva parte del suo fascino ovviamente. Il sorriso di Thresh non crollò un solo istante e anzi si fece più ampio quando realizzò che Hikage aveva accettato la sua sfida.
    Non hai ancora capito? Io voglio te. Qui dentro siamo tutti sulla stessa barca ma tu... tu sei un ostacolo. Siamo tutti in armonia e tu invece stoni. Io devo raddrizzarti perché ti voglio esattamente come desidero Leben. Che questo ti piaccia... oppure no.
    E con questo sollevò una gamba, portandola sul ventre di Hikage per poterla allontanare con forza da quella posizione. Lei era massiccia... ma Thresh era più forte. Dalle pareti della stanza delle catene vennero lanciate verso la donna, afferrando tutti i suoi polsi e costringendola a rimanere quasi sospesa in aria, se solo non fosse stato per la sua lunga coda che comunque risultava in difficoltà. Dopodiché Thresh scese dal suo trono, in maniera molto elegante e femminile, incredibile come riuscisse ad immedesimarsi a dovere in ogni situazione, portando la teatralità e l'inganno dalla sua parte. E il suo tono di voce profondo e cavernoso anche nella versione femminile riusciva ad ammaliare anche il sesso opposto, l'aveva capito dagli sguardi delle altre ragazze e sopratutto Hikage non poteva continuare a mentire a se stessa all'infinito. Con la lanterna intorno alla mano sinistra, Thresh avanzava come un custode di quella tenebrosa dimora.
    Tu hai la fama di odiare gli uomini... perché ti piacciono le donne, questo è quello che si dice. Ma la realtà è diversa... tu non odi gli uomini: tu ne hai una paura fottuta. Hai paura che possano sfruttare il tuo corpo, abusarne, scoparti come la troia a scaglie che sei... ma il vero terrore che ti attanaglia... è che possa piacerti. Piacerti un bel cazzo turgido spinto fino in gola, hai paura che le tue mani non bastino a soddisfare tutti gli affari che vorresti tra le mani, hai paura che le spire della tua coda non bastino a spingere un carnoso e turgido affare dentro il tuo caldo culetto... ecco qual'è la verità.
    Arrivò finalmente davanti a lei, la sua grandezza ancora lo superava ma questo non gli avrebbe impedito di afferrare il seno della donna con la mano destra: energicamente, molto forte, quasi stesse cercando di spremerlo, sebbene la sua massa le impedisse di rimanere danneggiata da tale stretta. Lo sguardo di Thresh si fece più profondo e divertito che mai, aspettando una risposta di Hikage.
    Avanti... tocca a te: questo è il momento in cui menti a me, e menti a te stessa dicendomi che non è vero...
    E lì iniziò a ghignare divertito. Voleva ovviamente dedicarsi anche alle sue preziose aiutanti, ma la loro era un'assistenza più che pratica, adesso doveva agire da solo per spezzare la mente di Lamia e riuscire a farla sua. Anche solo indebolirla... ci avrebbero pensato i loro corpi a chiudere l'opera.
     
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    Hikage si aspettava un colpo basso da un essere del genere, per questo quasi non si scompose quando i suoi dannati aggeggi della tortura la bloccarono, costringendola a rimanere mezzo sospesa. Cercò di opporsi, naturalmente, tirò con tutta la forza che derivava dalla sua natura inumana... ma non ci fu verso che quelle catene si spezzassero. Così si fermò dopo pochi tentativi, ascoltando ciò che lo zombie aveva da dire mentre il suo sguardo si assottigliava sempre di più.
    Era furiosa, certo, ma non poté impedirsi di squadrare la nuova figura di Thresh con velato interesse. Se solo non fosse stato per l'enormità che gli gonfiava i pantaloni, sarebbe stato di certo il suo tipo in quelle spoglie... finché non si contava il suo carattere irritante, o le cazzate che diceva.
    Perché per lei tutte le parole che stava sprecando erano solo una marea di cazzate al vento, e ciò divenne perfettamente chiaro per tutti i presenti quando -alla fine del discorso- esplose in una sonora risata, sebbene poco sentita.
    Tsk, te l'ha mai detto nessuno che per essere un professore spari un sacco di cazzate?
    La verità era che si sentiva furiosa e in difficoltà, ben poco abituata a trovarsi inerme sotto il controllo di qualcuno, il fatto era che si sarebbe uccisa prima di ammetterlo. Solo la mano che le strinse un seno con forza, riuscì a levarle il sorrisetto falso tramutandolo nuovamente in una smorfia d'ira, mista a una buona dose di fastidio.
    Strinse i denti dai canini appuntiti, abbassandosi per fissarlo.
    L'unica cosa di cui ho paura è non avere abbastanza fauci per strapparli, i cazzi di cui tanto ciarli.
    Una bugia, aveva ragione lui e lo sapeva anche lei. Non erano certo i loro attributi, il problema, ma gli uomini in generale. E il capezzolo turgido tra le mani dello zombie ne era un chiaro segno.
    Pensando a cosa l'avrebbe portata continuare ad affrontare quell'essere a muso duro, un brivido l'attraversò e l'istinto di tentare di liberarsi tornò più forte che mai tanto che tutte le braccia tornarono a strattonare le catene... peccato fosse tardi.

    Nel frattempo, Leben aveva afferrato la piccola fuggitiva (Nana) che rossa in viso e visibilmente accaldata (o forse il caldo non c'entrava affatto: sudava freddo) cercava di convincerla a lasciarla andare.
    P-p-per favore Leben, se scappo ora non se ne accorgerà!
    Di tutta risposta la zombie si voltò, continuando a tenerla in braccio con una sola mano, e si diresse invece verso i "futuri piccioncini" (era certa che sarebbero finiti con l'andare d'accordo dopo quella giornata) sorridendo vistosamente e fermandosi al fianco di Hikage. A quel punto, con Nana mortificata da una parte, sfruttò la mano libera per portarla dietro Hikage, precisamente sotto la sua intimità, strusciandoci l'intera mano sopra.
    Perdonate l'interruzione, carissimi, ma entrambi sapete bene quanto poco mi piaccia essere ignorata. Dunque non ti spiace vero se mi unisco ai giochi, Thresh?
    Leben, per favore, non...
    Cosa, Hi-chan? Non devo dire a Thresh di quanto tu sia bugiarda? O forse devo tenere segreta la tua intimità già fradicia? AHahahah, sarebbe piuttosto inutile, sai? Lui sa già tutto, e tu sei un libro aperto...
    A quel punto ignorò lo sguardo assassino seguito dal sibilo della lamia e guardò Thresh, portando l'attenzione sulla piccola fuggitiva che mise a terra, davanti a sé, tirandole i capelli per costringerla a guardarlo: a differenza dell'altra "prigioniera", che si sforzava per apparire il meno in difficoltà possibile, la piccola Nana era un'attrice ben meno preparata e per poco non piangeva... e dire che non l'avevano ancora toccata.
    Dunque, caro, qui c'è qualcuno che voleva lasciarci prima dei festeggiamenti... Credo che come educatori sia nostro dovere insegnarle le buone maniere.
    Ah-ehm... ecco, veramente io... d-dovevo solo andare in bagno.
    Certo, kfufuf, e io non mi sto annoiando con tutta questa storia!
    Momo, che Thresh aveva superato ponendosi davanti alla serpentessa, spuntò a quel punto da dietro lo zombie, cingendolo con una mano per arrivare ad accarezzargli il membro, ancora coperto dai vestiti laceri. Un modo come un altro per attirare l'attenzione.
    Quand'è che si inizia a torturare la troia a scaglie?
    La similitudine l'era piaciuta e la risatina che seguì chiarì quel fatto, provocando anche il divertimento di Leben. Le uniche che non sembravano divertirsi là dentro erano Hikage e Nana, l'una furiosa, l'altra terrorizzata... e segretamente eccitata come mai prima di allora.
    Aspetta solo che questo pagliaccio tiri fuori le palle e mi liberi, e ti concio per le feste, bocconcino...
    A pensarci... trovo che qui dentro urga una seduta educativa di gruppo... Oh sì.
     
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    Le parole di Hikage lo divertirono, contava davvero di fargli paura fradicia e legata in quel modo? Fortuna ce Leben riusciva sempre a trovare le parole giuste in qualsiasi situazione, e dando ragione al nostro caro professore, o in questo caso professoressa, riportò all'attenzione dell'educatore che purtroppo non poteva dedicarsi solo alla troia a scaglie, ma anche a tutte le presenti. Tra parentesi, dopo "troia a scaglie" Thresh esplose in una risata così sonora che dovette portarsi la mano sugli occhi per provare a trattenersi, mentre la ragazza alle sue spalle sollazzava il punto di interesse nevralgico in quella stanza. Ovviamenten on si oppose e la lasciò fare, lasciandole gustare la sua erezione più in tiro che mai che tra quelle manine affusolate quasi non ci stava.
    Allora vediamo un pò... abbiamo una professoressa bugiarda, una ragazzina insicura e la sua sorellina ninfomane. Preside Leben, proporrei di procedere per via anale.
    E detto così sembrava quasi una procedura seria, quasi clinica se vogliamo, ma il ghigno sul volto di Thresh suggeriva ben altre prospettive e non avrebbe tardato a mostrare la giusta diagnosi. Il non morto girò di qualche grado il suo busto, così da poter afferrare la testa di Momo e accarezzarla, facendole capire che non doveva essere frettolosa, e anzi molto presto sarebbe stata ricompensata.
    Momo tu hai tutte le carte in regola per rendermi orgoglioso... per cui oggi insegnerai alla tua sorellina come ci si diverte.
    Mentre le parlava la trascinava sempre di più davanti a sé, mettendola di fianco alla sua sorellina, piazzandole perfettamente tra lui e le altre due donne, come se volesse metterle al centro dell'attenzione. Aveva deciso di tentare Hikage con uno spettacolino che avrebbe visto le due sorelline come portata principale. Una volta posizionate entrambe davanti a sé, Thresh le avrebbe afferrate per la testa, spingendole verso il basso per tenerle inginocchiate e poi spingerle verso il suo membro, invitandole a darsi da fare. Una alla volta, intendiamoci: ce n'è per tutte.
    Leben mia cara tu non vorrai mica restare a guardare vero? Vieni qui... ho intenzione di provare questo nuovo corpo con te.
    E nel dirlo, proprio sotto gli occhi di Lamia, Thresh avrebbe scoperto un seno dalla sua giacca, che fece capolino assieme al già turgido capezzolo leggermente annerito dalla sua pelle morta. Stava invitando Leben ad unirsi alle due ragazze, concentrandosi su ben altre parti del corpo. Sperava che non fosse anche lei frettolosa con quel grosso cazzo, oppure non sarebbe riuscita a suscitare a dovere l'invidia di Lamia. Ora che aveva scoperto la sua menzogna doveva affamarla e lo avrebbe fatto soddisfacendo quelle piccole troiette diaboliche.
     
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    Avrebbe dovuto aspettarselo: quel Thresh non aveva le palle di cogliere la sua sfida e liberarla. Non avrebbe dovuto sentirsi così delusa e stringere la mascella cominciando a sentirsi a disagio sempre di più, ogni secondo che passava. Quando poi quel subdolo di un non-morto invitò le ragazze a fargli da spalla, allora capì immediatamente cosa aveva intenzione di fare... e non le piacque, ma solo in parte, perché vedere Leben dirigersi verso di lui le fece ribollire il sangue nonostante il tiro mancino che la donna le aveva tirato.
    Ovviamente tutti quei pensieri non si leggevano sulla sua espressione, che sembrava solo infastidita, ma la zombie li conosceva perfettamente anche senza particolari poteri in proposito, o con la totale assenza di empatia dalla sua parte. Semplicemente, erano insieme abbastanza da conoscerla bene almeno su quel punto, e proprio perché la conosceva bene, quando Thresh la invitò a farsi avanti lei sorrise radiosa.
    Mi inviti a nozze, tesoro...
    Chiedere a lei di dare spettacolo esibizionista com'era? Un po' come chiedere a un idraulico di aggiustare un tubo... solo che lei non lo faceva per lavoro. Si diresse sculettando verso il suo "adorato", ma invece che fermarsi davanti a lui insieme alle due sorelline, dopo aver dato piena mostra delle natiche che piacevano tanto alla lamia, gli girò intorno arrivando alle sue spalle e infilando la mano sotto il suo braccio così da giungere senza troppe difficoltà a stringere il seno che stava mostrando, preoccupandosi di fissare "Hi-chan" tutto il tempo, con un'espressione estremamente provocatoria e il sorrisetto malizioso. Fatto ciò, stando ben attenta a studiare ogni movimento perché la serpentessa si sentisse eccitata, cominciò a leccare il collo del non morto, mordicchiandogli una spalla con gusto, infine l'orecchio... il tutto fissandola.
    Mmmh, però... questa nuova forma è proprio morbida, Thresh...
    La mano si muoveva al contempo sul seno nudo, stuzzicandone il capezzolo per poi scostare le dita permettendo a Hikage di ammirarlo mentre il bottoncino di carne si increspava ancora di più. Alla "festa" si unì poi l'altra mano che andò a scoprire anche l'altro seno, dedicandovi il medesimo trattamento.
    Se solo non fosse già stato fin troppo eccitante, sarebbe di certo sembrato quasi comico il modo in cui sembrava totalmente impegnata nel stuzzicare lo zombie, quando invece quella che ne soffriva era solo la loro legata spettatrice, che con gli occhi sembrava dirle quasi "bastarda"... ma in modo non troppo sentito.

    Davanti a Thresh, invece, sentendosi chiamata in causa anche lei, la piccola Momo ci tenne particolarmente a precisare un punto che personalmente le premeva parecchio: Ehi ehi, non cominciate voi due... io sono dei vostri: punisco ma non vengo punita... che questo sia chiaro.
    Dal basso della sua statura quelle parole suonavano decisamente divertenti, ma come a voler chiarire la propria posizione, nell'abbassarsi e ritrovarsi dinanzi a quella maestosa virilità eccitata, si concesse giusto di dare un assaggio, lasciando solo momentaneamente la propria sorellina in pace, se non per imbarazzanti commenti del tipo: Guardalo Nana-chan, non è meraviglioso? O ancora... Non vedi l'ora di sentirlo tutto dentro vero?
    Il tutto mentre con quelle manine troppo piccole per tanta carne (che infatti era costretta a cingere con entrambe) si premurava di tenere fermo il cazzo del professore per potersi strusciare con le guance sull'asta, quasi stesse abbracciando un tenero pupazzetto... con la differenza che visto il cambio di soggetto quella scena risultava particolarmente suggestiva. Lo leccò in tutta la sua lunghezza, concentrandosi su tutta l'asta e poi sui testicoli, guardando la sua adorata sorellina dritta negli occhi quasi a farle il crepa crepa. Poi -visto che la suddetta non si muoveva limitandosi ad arrossire e sembrava aver bisogno di un incoraggiamento- l'afferrò per i capelli rosa, sulla nuca, e la costrinse a strusciarsi a sua volta su quella meravigliosa fascia di carne, fissandola negli occhi per coglierne l'imbarazzo, ma anche la malcelata eccitazione. La conosceva meglio di chiunque, e sapeva bene quanto essere maltratta le piacesse... ma sapeva anche che quella misera costrizione non era abbastanza per soddisfarla. C'era bisogno di metodi decisamente più "invasivi", tanto per restare in tema medico. Così annusò la virilità di Thresh un'ultima volta, e poi fece per alzarsi chiarendo la situazione...
    Mi perdoni prof, lungi da me mostrarle poco entusiasmo per questo meraviglioso cazzo ma c'è una cosa che deve sapere di Na-chan...
    Si alzò, tirò la sorella per i capelli e poi la costrinse a mettersi a pecorina (con culetto e intimità rivolti rigorosamente verso Lamia) e continuare a strusciarsi contro il fulcro dell'attenzione generale in quella stanza... eccetto quella di Hikage, che fissava invece tutte le forme femminili così spudoratamente esposte.
    Se non viene maltrattata la puttanella non si eccita nemmeno un po'. A Dite era la vergogna dell'intero Inferno... eheheheh!
    E poi alzò la gamba destra e col piedino scostò la gonna minimale del vestito della sua pseudo-gemella, mostrando un'intimità già umida alla spettatrice legata e cominciando a carezzarla con le dita del medesimo, facendolo scivolare in alto per umidificare il piccolo anello di carne ben visibile poco sopra.
    Avevamo detto via anale, giusto?
    E con un sorrisetto compiaciuto dopo aver lubrificato a dovere quel buchino cominciò a torturarlo come meglio poteva, senza tuttavia infilarci l'intero piedino che per quanto piccolo era comunque troppo grande per il corpicino altrettanto minuto della sua adorata sorellina. Sorellina che, per dovere di cronaca, aveva già iniziato a mugola e lamentarsi, tanto che quando cercò di protestare a voce con un: S-smettila di dire cazzate stupi-AH...NGH! Si ritrovò per l'appunto col membro del professore in fondo alla boccuccia (per quanto la sua stretta e poco profonda gola potesse contenerlo). Gli occhi sgranati... e finalmente cominciarono a scivolare lungo le sue guance lacrimoni a lungo trattenuti. Erano forse di gioia?
    Piccola pervertita...
    E in tutto ciò Hikage era... Uh? Ma non stava forse guardando da un'altra parte vero? Un simile affronto sarebbe stato inconcepibile...
    Ehi ehi, la nostra spettatrice sembra non gradire il nostro spettacolo... che scortese.
    Taci, Leben.
    Ma invece che tacere approfittando degli occhi che tornarono su di lei Leben affondò i denti lungo il collo del professore, quasi fosse stata un vampiro... Perché? Perché sapeva perfettamente quanto Lamia adorasse il sangue, e quella era la classica goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso... O, nel loro caso, l'intimità ormai visibilmente grondante della serpe.
     
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    Le ragazze stavano collaborando, e questo è un bene perché un'opera teatrale non è completa unicamente col suo protagonista. Leben gli donava attenzioni e Thresh le concedeva soddisfazioni tramite mugugni vogliosi e incredibilmente piacevoli. Ciò che invece non gli andava proprio giù, era il comportamento di Momo. Non aveva capito evidentemente: non sarebbe stata lei a domare sua sorella, ma Thresh avrebbe sistemato tutte e due suscitando l'invidia di Lamia. Ma prima di ogni cosa, si preoccupò di provocare lei.
    Che c'è tesoro, vuoi un pò di carne? Spero proprio di no, mi hai detto che non ti interessa, o mi sbaglio? Resta pure lì mentre noi ci divertiamo...
    La stava affamando, come una bestia, Thresh non ha rispetto per l'umanità e per l'integrità di una persona, figurarsi di un mostro come quella donna serpente. Il morso di Leben coincise quasi nello stesso momento con l'affondo del suo grosso cazzo nella gola di Nana, una bella sensazione che portò Thresh a sollevare il capo con un'espressione di immensa goduria, ma non era ancora soddisfatto: quella piccola impertinente di Momo meritava una lezione, ma ogni cosa a suo tempo. Prima di tutto doveva soddisfare le richieste indirette di Nana. Una alla volta però, o dedicandosi a tutte contemporaneamente non ne avrebbe fatta bene nemmeno una.
    Allora la tua sorellina ha ragione? Sei davvero una piccola troia demoniaca in calore... e ti piace anche essere umiliata. No, il mio cazzo non può stare dentro una bocca del genere.
    E detto questo lo tirò fuori, tenendo saldamente la testa di Nana per i capelli con la mancina, mostrandole il suo grosso affare carnoso e soprattutto venoso, sbandierandolo davanti al suo volto per poi usare la mano destra e impugnarlo, iniziando a vibrarlo come se fosse una mazza. La schiaffeggiava, prima sulla guancia, ma ogni tanto la sua cappella le sfiorava occhi e naso, non si preoccupava di farle male e tirando all'indietro i suoi capelli contava anche di farle spalancare la bocca, per poter schiaffeggiare anche la sua lingua.
    Guardatela è davvero perversa... le piace farsi sbattere dal mio cazzo... Ahahahahahaha!
    E detto questo si lasciò andare ad una goduriosa, cavernosa ed immensamente sadica risata. Quanto ancora avrebbe resistito Lamia? Una volta sistemate le due gemelline, Leben e Thresh le avrebbero dato il benservito, ma solamente quando sarebbe giunta al limite.
     
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    Lamia era visibilmente furiosa e questo lo si vedeva chiaramete, ma era altrettanto chiaro dalle ingenti quantità di liquidi che stava perdendo che non fosse comunque indifferente a tutto ciò che stava guardando. La vista del sangue di Thresh, in particolare, sembrò modificare per un istante la sua espressione, da furiosa a decisamente affamata. Durò solo un istante, però, poiché quando lo zombie le si rivolse in quel modo la creatura demoniaca tutta d'un pezzo tornò al proprio posto.
    Di sicuro non è la tua carne a tentarmi, idiota.
    Eppure con quelle tette forse avrebbe persino potuto dimenticare che si trattasse di Thresh. Nella sua mente cominciava infatti a farsi strada l'idea che in fondo cedere le avrebbe portato solo dei vantaggi... se solo non avesse significato dar ragione a quel porco e andarci pure d'accordo, ovviamente.
    D'altra parte, quelle due ragazzine il cui odore aveva ormai impregnato la stanza, non facevano che attirare i suoi sguardi per via della simpatica scenetta che stavano mettendo in atto. Più sentiva quell'arrogante tappetta far la voce grossa, più fantasticava sull'idea di metterla in riga una volta per tutte... ma per farlo avrebbe dovuto aspettare di venire liberata da quel vile. Ed ecco che si tornava al problema principale.

    La "tappetta" sopracitata, intanto, sembrava divertirsi un mondo a stuzzicare la sorellina ulteriormente, incurante delle mire di Thresh sul suo conto. In fondo si credeva pur sempre una specie di "femme fatale" degna per dirne una della preside stessa, senza rendersi conto che con la sua statura e il suo aspetto da "zuccherino", la sua natura di succubus dominatrice risaltasse ben poco. Per la sua tenera sorellina il discorso invece risultava diverso. Era ovvio le piacesse venire maltrattata ma perlomeno era più coerente con quel visino innocente e il carattere da tsundere mal camuffata. Che col membro di Thresh in gola -per la cronaca- sembrava essere felicissima. Piangeva, certo, si lamentava, certo, ma al tempo stesso il suo corpicino fremeva visibilmente e il suo didietro non faceva che inarcarsi per andare in contro al piede della sorella. Una piccola pervertita senza dubbio, che quasi si mise a rincorrere con la bocca spalancata il fallo dell'adorato zombie quando questi lo tirò fuori, salvo riprendersi quasi subito e correggere il tiro tornando indietro e tentando, goffamente, di continuare a mentire.
    N-non... è vero. Sta mentend-nh!

    Non le venne concesso di parlare. Il suo tenero visino venne tempestato dai colpi del grosso affare del professore, tanto che più di una volta fu costretta a chiudere gli occhioni per evitare di farsi davvero male, ricevendo comunque più di un colpo sul naso e sulle guance, tanto che queste cominciarono a farsi visibilmente rosse e leggermente gonfie, e il sangue a colarle dal naso, trasformando la sua espressione in toto.
    Alla fine le venne istintivo alzare le manine per tentare di fermare quell'enorme protuberanza di carne che non sembrava volerle dar tregua, ma la boccuccia rimase comunque spalancata e la lingua fuori quasi aspettasse di poterlo riaccogliere in gola, segno inconfutabile del fatto che -nemmeno troppo in fondo- alla fine non voleva affatto si fermasse... se non per maltrattarla ancora di più.
    Leben, in tutto ciò, ridacchiava divertita di tutta la situazione, continuando a stuzzicare il nuovo corpo del suo adorato partner di giochi, ma soprattutto la bella Lamia incatenata e costretta a guardarli. Alla fine si stancò di agire così passivamente e volle attirare l'attenzione su di sé, scivolando con lingua e denti sulla schiena del professore, mordendolo in più punti e lambendo poi la carne lesa, fino a giungere alle natiche ormai femminili per afferrarle con gusto, graffiandole persino. Il suo fine? Piuttosto palese: spalancare quelle sode colline per andare a stimolare con la lingua l'anfratto più intimo del professore, intrufolandosi all'interno alla ricerca della prostata per far aumentare ulteriormente il suo godimento. Da quel che sapeva, negli umani quello era il punto debole per eccellenza, stimolabile in diversi modi ma soprattutto capace di donare orgasmi estremamente più intensi del solito, e curiosa com'era Leben non poteva fare a meno di chiedersi: valeva anche per gli zombie? Qualunque fosse la risposta tutta quella situazione e l'odore delle due sorelline cominciavano decisamente a renderla impaziente, tanto che mentre si impegnava con la sua lunghissima lingua a dar piacere a Thresh, la sua mano scivolò senza troppi indugi tra le sue gambe per concedersi a propria volta un po' di divertimento.
     
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    Il piano stava funzionando alla perfezione. Le sue fantastiche assistenti ci stavano mettendo del loro ma Thresh poteva dirsi soddisfatto della sua perfetta iniziativa per affamare a dovere Lamia e farle desiderare sempre di più di unirsi alla festa. Ma per quanto i suoi lombi grondassero Thresh non le avrebbe concesso la minima soddisfazione fino a che non avrebbe confessato il suo impellente desiderio, sarebbe stata lei stessa a chiedergli il suo cazzo fino a farglielo sentire dentro la gola, e per questo doveva mostrarle tutto ciò che sapeva fare. E proprio quando Leben iniziò a scendere vicino alle sue natiche Thresh realizzò cosa doveva fare, allargando un sorriso soddisfatto per poi preparare la prossima mossa.
    Sei molto brava Nana... ti meriti una ricompensa.
    Detto questo, Thresh l'avrebbe afferrata per la nuca con la mano sinistra, mentre la destra teneva ancora saldamente il suo grosso affare e glielo masturbava sulla faccia. La avvicinò con prepotenza al proprio scroto, costringendola ad infilarselo in bocca per poterlo succhiare proprio come aveva fatto con l'asta di carne appena tolta. Dopodiché il suo sguardo si fiondò su Momo, e la prese senza esitazione per i capelli.
    Ti sei divertita abbastanza piccoletta... adesso è il tuo turno.
    Senza attendere nessuna reazione o cenno di assenso, Thresh la prese per i fianchi e la sollevò di peso: era molto forte e si lasciò aiutare da delle catene che penzolarono dal soffitto, afferrandola per i polsi e lasciandola lì, proprio sopra alla testa della sua sorellina e con la schiena rivolta verso Thresh, così che Lamia potesse gustarsi lo spettacolo alla perfezione. Thresh la prese per le cosce, divaricandole per bene e sollevando le ginocchia verso l'alto, così che mentre Nana gli succhiava le palle, la non morta avrebbe tranquillamente piazzato la sua bella asta lubrificata nel culetto di Momo, sfondandolo letteralmente per le sue grandi dimensioni in confronto al minuto buchino della succube. Erezione che aumentò all'improvviso quando finalmente Leben infilò la sua lingua deliziosa dentro quello stretto buchino, facendo ingrossare quella carne direttamente nel corpo di Momo spingendole le budella contro lo stomaco e farle risalire tutto quello che aveva in corpo fino alla gola. A quel punto non restava che dare un ultimo avviso.
    Mi raccomando Nana... presto da tua sorella uscirà ogni genere di liquido e tu devi bere tutto, senza mai dimenticarti delle mie palle... ma attenta: se ne farai cadere a terra anche solo una goccia... allora lo infilerò nel culo anche a te... ma sarà molto più grande di così.
    E già con quelle dimensioni era decisamente spropositato, più Leben lo avrebbe stimolato, più l'erezione si sarebbe ingrossata. Presto Thresh avrebbe iniziato a riempire la sua dolce vittima di caldo e voglioso sperma, che sarebbe colato direttamente nella bocca della sua sorellina... in abbondanti dosi. Quanto poteva resistere Lamia?
     
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    La piccola Nana sgranò gli occhi con un piccolo gemito quando il professore le afferrò la nuca per spingerla ancora più in basso, costringendola a prendere in bocca le sue gonadi per succhiarle proprio come poco prima aveva fatto con il suo membro, cosa che fece senza esitazione, assicurandosi di stimolarlo il più possibile poiché timorosa di farlo arrabbiare. I lacrimoni si erano fermati ma rimanevano comunque tremolanti sui suoi occhioni lucidi, mentre da sotto il suo vestitino, tra le sue cosce, sempre più liquido colava copiosamente, spiegando anche i mugolii che non riusciva a trattenere mentre faceva vorticare la lingua dentro la bocca, così da soddisfare più carne possibile. Si sentiva usata, umiliata e terribilmente intimorita da quel non morto inquietante... e le piaceva.
    Ben meno entusiasta fu invece la reazione di Momo, che sentendosi afferrare per i capelli non nascose certo il proprio sdegno afferrando (inutilmente) le mani del non morto cercando di allontanarle e cominciando a lamentarsi a gran voce (per quanto la sua statura le concedesse).
    AHIO! Ma che fa, prof? EHI! NO, NO, glielo impedisco! Fermo, EHI! Levi subito queste catene da me! Sul serio. Gli ordino di ferm- AAAAAAH..NGH!
    Mentre parlava aveva cercato in tutti i modi di divincolarsi e anche quando le catene avevano intrappolato i suoi polsi e Thresh le sue gambe lei si era dimenata come un'ossessa, per niente felice della propria posizione. Ciononostante, quando il suo culetto così stretto venne spalancato senza alcuna premura o preliminare il suo grido di dolore riecheggiò per la stanza, e gli occhi solitamente perversi e beffardi si riempirono di lacrime, finendo con il rassomigliare a quelli della sua gemellina, differenti per un solo fattore: non erano felici nemmeno un po'. Essendo una succubus perversa non era certo vergine, in nessun anfratto, ma -d'altra parte- poiché abituata a dominare solitamente usava quel buchino in modo ben diverso, per torturare il prossimo e non certo per essere torturata a propria volta ritrovarselo sfondato con così poche premure da farlo persino sanguinare. Cosa che, per la cronaca, cominciò a fare fin da subito, costringendo la piccola Nana là sotto a smettere di succhiare le gonadi del suo professore limitandosi a leccarle tenendo ben tesa la lingua e muovendo la testa per raccogliere al contempo ogni singola goccia di sangue. Sembrava quasi di osservare uno di quei mini-giochi in cui bisogna muovere il proprio personaggio a destra o sinistra per raccogliere più cibo possibile, con la differenza che la faccia della succubus era decisamente terrorizzata quasi ne andasse della sua vita se avesse perso anche una sola singola goccia. Il ché era una contraddizione vera e propria, dal momento che da una parte, più che una minaccia quelle parole erano suonate alle sue orecchie come la cosa più eccitante del mondo, facendola grondare e fremere... almeno finché non aveva guardato in alto e visto gli effetti devastanti che l'erezione del professore aveva avuto sul corpicino della sua sorellina, rompendolo fin troppo presto con quelle dimensioni già dal principio spropositate. Per questo era così terrorizzata e per questo si stava impegnando al massimo e l'avrebbe fatto anche quando da quel culetto avrebbe iniziato a fluire nuovo liquido di ben altro genere. Liquido che, in quel momento, fuoriuscì invece dalla bocca di Momo mentre rivedeva parte dei gustosi fluidi di cui si era nutrita in quella giornata. Cos'altro poteva esserci nello stomaco di una succubus se non sperma e umori femminili? Per questo, pur avendo appena rigettato, quella scena risultò comunque fin troppo eccitante agli occhi della loro spettatrice, perché non solo soddisfava i suoi pensieri sadici sulla nanetta arrogante, ma il corpicino di quest'ultima finì semplicemente con il ricoprirsi di sperma, sui seni, sul vestitino e persino sull'intimità grondante o il sedere spalancato. L'unica cosa che non le piaceva molto era vedere l'affare del non morto sprofondare in quelle interiora sempre più velocemente... perché più il suo occhio vi cadeva sopra, più cominciava a temere che quel mostro avesse avuto ragione: ne aveva paura... e lo voleva.
    Basta... Smettetela... sussurrò infatti alla fine, in modo quasi impercettibile, voltando il viso da un'altra parte. E per tutta risposta cosa fece Leben oltre a staccarsi dall'anfratto di Thresh?
    Mi spiace tesoro, ma dovrai aspettare ancora un po'... il pancino di Momo dev'essere riempito fino a scoppiare e poi quello della piccola Nana seguirà l'esempio. Non è vero Na-chan? Fammi sentire il sapore della tua sorellina...
    "Na-chan" era troppo impegnata a seguire gli ordini del professore per capire cosa Leben avesse in mente o tanto meno guardarla, fatto stava che si sarebbe ritrovata afferrata per la nuca con la lingua della non morta infilata fino in gola, mentre le dita affusolate avrebbero sostituito l'organo all'interno dell'anfratto di Thresh, stimolandolo sempre di più e invitandolo a venire mentre la piccola succubus era costretta a baciare lei, e si sarebbe dunque ritrovata con tutto quel ben di Dio addosso, sprecato in modo imperdonabile. Risultato? Per quanto la povera Lamia si costringesse a non guardare, le grida e l'odore di lussuria non avrebbero fatto che aumentare in quell'Inferno, così come il suo sesso non avrebbe potuto far altro che continuare a bagnarsi e pulsare sempre di più...
    Per la prima volta in vita sua Hikage si sentì vulnerabile e inerme, una sensazione che non le si addiceva per niente. Il suo bel corpo cominciava a sudare visibilmente come mai prima di allora aveva fatto, così come i suoi capezzoli erano così turgidi da dolere orribilmente... stava impazzendo.

    Edited by = Midori.no.Neko = - 17/5/2014, 11:06
     
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