Posts written by atbmatus

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    Be' il titolo stà a indicare che le due ragazze hanno scoperto quell'attrazione in quella vacanza.
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    Eureka seven:

    Un ragazzo che abita con il nonno incontrerà non a caso una ragazza che giurerà di proteggere a costo della vita unendosi ad una banda contro il governo, fino a che sui due ricadrà il compito di ristabilire l'equilibrio del pianeta fermando la guerra tra gli umani e la specie nativa scatenata ovviamente dagli umani.
  3. .
    Come da titolo vorrei parlare di questa serie che comprende 3 titoli per nintendo ds e 2 per la wii.
    Tranne questi ultimi due, gli altri sono giochi a se stante parlando di trama che comunque è simile in tutti.
    Per chi non li conoscesse la storia parla di un ragazzo che arriva in un villaggio senza ricordi e, grazie ad un abitante, gli viene affidata una casa ed un campo.
    Il bello di questi giochi sono le tante cose possibili da fare:si può coltivare,tagliare legna, pescare, minare, esplorare, combattere , cucinare, craftare, addomesticare e mantenere dei mostri, socializzare con gli abitanti e creare una storia d'amore con una delle ragazze presenti fino a sposarsi.
    Il gameplay si svolge a movimento libero nella mappa divisa in aree e si può salire di livello e incrementare le skill.
    Il tempo è diviso in anni composti da 4 mesi con le rispettive stagioni e per ognuna di esse ci sono diversi tipi di coltivazioni.
    Poi ci sono i dungeon ognuno con all'interno una stagione fissa che permette di coltivare e dove, esplorando e combattendo, si arriverà al boss e permetterà l'avanzamento della "storia" del personaggio.
    Ogni titolo ha i suoi particolari ed il mio preferito è il terzo per ds poichè è molto più libero rispetto agli altri e offre più innovazioni.Inoltre anche i personaggi e la storia sono a parere mio i migliori.
    Vorrei discutere con chi è interessato o li conosce, per sapere cosa ne pensate, il vostro preferito e anche possibili strategie che addottate.
    Basta che non fate spoiler su segreti o altro eh! :titto: :asd:
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    Quella "fatidica" vacanza.

    Veronica era una ragazza di 16 anni e abitava in una città del nord Italia.
    Era molto carina nella sua semplicità;alta 1.60 con un bel corpo atletico, capelli biondo-castano lunghi e spesso arruffati, occhi azzurri e una terza di seno.
    Piaceva a moltissimi ragazzi della scuola che frequentava ma lei, probabilmente per la sua timidezza, rifiutava ogni tentativo di approccio.
    Era una buona studiosa e divideva il suo tempo libero tra il volontariato,la corsa e il gruppo di amici che frequentava.
    Esso era composto da quattro maschi e sei femmine comprese lei e la sua migliore amica Valentina.
    Quest'ultima era caratterialmente quasi l'opposto di Veronica poichè era molto spigliata, soppratutto con i ragazzi, e non andava tanto bene a scuola.
    Valentina, di 17 anni era alta quanto l'amica di corporatura nella media anche lei con una terza, con capelli mori che portava spesso raccolti in una coda a cavallo e
    occhi verdi.
    Chi le conosceva non riusciva a capire come potessero essere amiche quelle due ma erano inseparabili si confidavano sempre di tutto.
    Avvicinandosi le vacanze di Natale di quell'anno scolastico, il gruppo di amici si riunii per decidere cosa avrebbero fatto in quei giorni di libertà.
    Ne discussero per molte ore organizzando tutto alla perfezione, alla fine optarono per una settimana nella baita di montagna della famiglia di Valentina.
    Tornate a casa le due amiche si sentirono per telefono per discutere in tranquillità la cosa:

    Valentina: Ciao Vero!
    Veronica: Ciao Vale!
    Valentina: Allora che ne dici della vacanza?
    Veronica: Mi sembra una buona idea, sei sicura che ai tuoi vada bene?
    Valentina: Certo, sono preoccupati che accadrà chissà cosa, ma hanno accettato.
    Veronica: Strano.Avanti, come hai fatto a convincerli?
    Valentina: Come al solito, ho premuto sul fatto che non hanno fiducia in me e robe simili.
    Veronica: Ahahahah sei incorreggibile.I miei per fortuna non hanno fatto storie, mi hanno solo raccomandato di portarmi dietro i compiti e da studiare.
    Valentina: Cooooosa?I compiti in vacanza?Sono solo sette giorni!
    Veronica: Calmati, io li porto ma poi non è detto che li faccia.
    Valentina: Brava,così mi piaci!Stai imparando da me.
    Veronica: Non c'è da esserne tanto fiera eh.Lo studio è importante.
    Valentina: Sì certo mammina......cambiando discorso cosa pensi di fare con Marco?
    Veronica: Marco!?Che stai dicendo?
    Valentina: Non dirmi che non te ne sei accorta?lo sanno tutti che ha una mega cotta per te.Avanti, è ora che cominci coi ragazzi.
    Veronica: Non è vero!
    Valentina: Invece sì, non fare la finta tonta.Ed è uno del gruppo, lo conosci.Staremo sette giorni lontani dai genitori, il momento è perfetto per "conoscerlo meglio".
    Veronica: Ti dico di no!
    Valentina: Cosa c'è che non va, non ti piace?O hai paura che possa provarci e finiate a letto?
    Veronica: V-V-Vale cosa dici?Ho 16 anni!
    Valentina: E allora?! Hai tutta l'età che serve per farlo.Io forse lo farò con Daniele, non si è mai dichiarato ma c'è feeling tra noi.
    Veronica: No non succederà mai!
    Valentina: Be che tu lo voglia o no lui ci proverà, ne sono sicura.Non fare come tuo solito, per una volta lasciati andare.Al massimo vi bacerete e finita li.
    Veronica: Ok ok ci penserò là, ora cambiamo discorso.

    Le due chiaccherarono ancora per un pò di vestiti e altro da portarsi dietro poi si salutarono e riattaccarono.

    Passarono i giorni e il momento della partenza arrivò, dopo il giorno del compleanno di Valentina.
    Le due amiche sarebbero salite per prime alla baita per sistemare tutto, poi gli altri le avrebbero raggiunte il giorno dopo.
    Furono accompagnate dal padre di Veronica e il tragitto fu lungo, ma alla fine arrivarono.
    Su quel monte la neve era già scesa abbondante e il paesaggio era meravigliosamente tutto bianco.
    Scaricarono i bagagli e salutaro il loro autista che ripartì.
    Una volta entrate accesero subito il camino per riscaldare l'ambiente poi sistemarono il cibo, spolverarono i mobili, fecero i letti e tante altre faccende tra cui
    l'accensione del macchinario per l'acqua calda.
    La casa in legno era abbastanza grande per il loro gruppo:era composta da un salotto spazioso collegato da porte alla cucina,al bagno con una vasca idromassaggio e ad un piccolo atrio per le quattro stanze da letto.
    Ci misero quindi parecchio tempo ma alla fine furono soddisfatte e si sedettero a scartare i regali di Valentina.
    Dopo quello di Veronica, un bel maglione caldo di marca lungo, trovarono altri vestiti, un profumo, una lampada davvero strana.
    C'era un ultimo pacco che Valentina aprì e, dopo un un momento di sorpresa, disse: -Questo sicuramente è opera di Marica.- ed estrasse un vibratore molto grosso e lungo.
    Varonica si coprì gli occhi tutta rossa esclamando: -Mettilo via!Mettilo via!- ma l'amica glilo avvicinò e disse: -Avanti Vero, è solo un oggetto.Certe volte sei davvero
    una fifona.Dai guardalo, è uno scherzo di Marica per riderci su.- .
    Veronica si tolse le mani dal volto e con la scusa di avere sete sparì in cucina.
    Dopo qualche minuto tornò in salotto ma Valentina non c'era più, probabilmente era andata a farsi un bagno.
    Veronica non sapendo cosa fare decise di mettersi lo smalto alle unghie così cercò nei bagagli l'occorrente ma non lo trovò, doveva essere in bagno.
    Arrivata davanti alla porta sentì dei sospiri sommessi e pensò che l'amica esagerava a fare così per un semplice bagno, seppure nell'idromassaggio, ed entrò.
    La scena che vide la lascio paralizzata con la bocca aperta: Valentina era immersa nell'acqua fino al seno e nonostante questo si capiva benissimo che stava collaudando il suo nuovo regalo.
    Lei non si fermò e dopo qualche minuto urlò di piacere tra gli spasmi poi si fermò ansimando con gli occhi chiusi.
    Veronica riuscì a riprendersi quel tanto che bastava per uscire e chiudersi la porta dietro le spalle.
    Valentina uscì dopo un po' e cercò l'amica trovandola nella camera da letto dove avrebbero dormito loro, sul letto mentre faceva chiaramente finta di studiare
    intensamente.Lei si sedette piano sul letto con la schiena rivolta a Veronica cercando le parole per discutere dell'accaduto con l'amica.

    Valentina: Senti.....mi spiace per quello che è successo.
    Veronica: .........
    Valentina: Cosa c'è adesso, perchè non mi parli?Non ti ho mica fatto niente di male!
    Veronica: ....non è colpa tua....(arrossendo imbarazzata)avrei dovuto bussare.
    Valentina: Non mi fà niente se mi hai vista, siamo amiche, ma è una cosa naturale masturbarsi.Ti può anche aiutare a rilassarti.
    Veronica: Ti prego, non voglio saperlo(tappandosi le orecchie con le mani).
    Valentina: Ora basta!Vuoi forse farti suora?Aspettami qua, torno subito!

    La ragazza corse via dalla stanza e dopo 5 minuti ritornò con in mano il vibratore.

    Valentina: Ecco, l'ho lavato bene e disinfettato.Ora tu lo proverai altrimenti non usciremo da questa stanza.

    Chiuse a chiave la porta e si mise in tasca la chiave.

    Veronica: No!Perchè mi fai questo?(E delle lacrime le scorsero sulla guancia)
    Valentina: Perchè ti voglio bene e ti voglio aiutare a sconfiggere questa paura che hai.E poi anche perchè se finirai a letto con Marco sarai già preparata.
    Veronica: Io non voglio andarci a letto!
    Valentina: E' lo stesso.Sarai preparata per quando lo farai con qualcuno.La prima volta che ti entra qualcosa fa male e quindi è meglio farlo con questo.
    Veronica: Ma perchè adesso?
    Valentina: Perchè siamo sole e altrimenti non lo faresti.E anche perchè domani ci raggiungono gli altri e con gente in casa non ci sarà tempo.Ora via i jeans.

    Veronica sperava che fosse un incubo ma sapeva essere vero e che l'amica non avrebbe ceduto.
    Cercando di convincersi pensò che era lì con lei e non c'era nessun altro, e forse non sarebbe stato male dato che l'aveva già fatto Valentina.
    Allora con titubanza si sbottonò i jeans e cominciò a toglierseli.
    L'amica non perse tempo e afferrandoli per le gambe glieli sfilò in un colpo.
    Veronica rimase con le mutandine addosso imbarazzata al massimo e non sapendo cosa fare.
    Valentina spazientita disse: -Guarda che ci siamo già viste nude di che ti vergogni?Togli anche quelle!- e l'amica se le tolse.
    Allora lei le avvicinò il vibratore alla vagina e dicendo: -Farà un pochino male ma sarà solo per la prima volta, tranquilla- glielo infilò senza tante cerimonie e non
    con tanta delicatezza.
    Veronica urlò afferrando il braccio all'amica ma ella non mollò e inizio a sfilarglielo e infilarglielo a buon ritmo.
    Dopo un po' il dolore diventò sopportabile e la ragazza cominciò a provare piacere che, dopo qualche minuto, arrivò al culmine;lei urlando schizzò un liquido che pareva acqua misto a sangue sullo straccio che l'amica aveva prontamente messo sotto, poi rimase ansimando sdraiata.
    Quando si rialzò asciugandosi la vagina bagnata e rivestendosi, Valentina disse: -Visto!?Non è stato tanto male no?- e lei rispose: -Non lo so,da un lato mi è piaciuto- .
    Quella sera andarono a dormire presto, sia perchè erano stanche sia perchè non vedevano l'ora che gli altri le raggiungesserò, ma Veronica non riuscì ad addormentarsi presto.
    Continuò a fissare nell'oscurità la sagoma dell'amica nell'altro letto e pensando a quello che era successo;certo Valentina aveva fatto quello con buone intenzione ma non sapeva bene come sentirsi.Non si poteva dire che non le fosse piaciuto masturbarsi per la prima volta, ma provava un forte imbarazzo con l'amica.
    Non riusciva a capirne il perchè, forse avrebbe fatto bene a parlarne con lei ma aveva paura.
    Eppure quando si erano viste nude negli spogliatoi della piscina non aveva avuto problemi, poi erano sempre state legate ed adesso pensava di non conoscerla più così bene.
    Tra questi e altri pensieri si addormentò finalmente verso l'una.
    Il giorno seguente venne svegliata da Valentina la quale sembrava molto preoccupata e le disse che una forte tempesta di neve si era abbattuta sulla zona.
    Aspettarono per tutta la mattinata notizie degli amici, dato che i loro telefoni non avevano campo, e verso mezzogiorno finalmente ricevettero la telefonata di
    Marica;Ella disse che stavano bene ma erano di nuovo a casa, non potendo raggiungerle, e quindi avrebbero posticipato l'arrivo.
    Sollevate le due amiche pranzarono, poi accesero lo stereo e ballarono divertendosi;Veronica scoprì turbata che ogni volta che sfiorava o toccava l'amica provava
    un'incomprensibile emozione ma cercò di non darle tanto peso.
    Il pomeriggio Valentina, fissata col farsi un bagno tutti i giorni, se ne fece uno promettendo di non fare porcherie come le chiamava scherzosamente dopo il trascorso
    episodio, mentre Veronica si portò un libro in salotto e si sistemò sul divanetto di fronte al fuoco per studiare.
    Dopo un quarto d'ora l'amica uscì dal bagno e si sedette anche lei sul divanetto.
    Veronica provò ancora la strana sensazione quando vide che Valentina indossava solo il maglione che le aveva regalato, il quale le arrivava fino a metà coscia, e le
    mutandine.
    A vederla così insieme ai suoi capelli sciolti e umidi provò dei brividi che la turbarono maggiormente.
    Doveva pensare da sola e con calma, perciò disse che avrebbe fatto un bagno anche lei e così fece.
    Nella vasca con l'acqua calda e le bolle massaggiatrici si sentì più tranquilla e si abbandonò alle sue riflessioni.
    Arrivò ad una possibile conclusione che la spaventò parecchio ovvero che fosse diventata lesbica.
    Allora uscì dalla vasca, si asciugò e poi prese una rivista femminile dal porta giornali vicino al water, poi la sfogliò guardano le donne raffigurate nelle pagine stando
    attenta a possibili strane emozioni.
    Così non fu, non le facevano nessun effetto, allora prese una rivista per uomini e scoprì con un certo sollievo che le immagini di maschi a torso nudo non le
    dispiacevano.
    Il sollievo durò poco perchè ancora non capiva la situazione con la sua amica e rimase ferma a pensarci finchè Valentina bussò alla porta dicendo: -Ehi Vero sei caduta nel buco della vasca?Non fa bene stare in acqua così tanto.-.
    Quella sera la tempesta di neve non si era ancora placata e le due la trascorsero giocando a carte finchè stanche non andarono a dormire.
    Sotto le coperte Veronica tornò a pensare al suo problema per poi disperdersi nei ricordi;non era mai successo niente fino ad'allora, neanche quando avevano fatto la doccia insieme tempo prima perchè per un problema c'era poca acqua.
    Al ricordo di quella scena Veronica riprovò ancora la strana emozione e si accorse stupefatta che la sua vagina si era bagnata.
    Si infilò la mano sotto la camicia da notte per accertarsi della situazione e toccandosela provò un lieve piacere.
    Da una piccola parte avrebbe voluto smetterla ma dall'altra provava eccitazione e pensando alla doccia con l'amica inizio a sfregarsela sempre ritmicamente.
    Il piacere aumentava e lei cercò di soffocare i sospiri nel cuscino infilandosi poi due dita nella sua farfalla.
    Se le sfilò e infilò sempre più velocemente poi sfiorandosi il clitoride sentì un picco di piacere ed iniziò a sfregarselo con l'altra mano.
    Dopo due minuti non ce la fece più e gemette bagnando le lenzuola.
    Finita l'eccitazione si immobilizzò di colpo con le orecchie tese all'ascolto ma la sua amica pareva dormire ancora allora si alzò e, in punta di piedi cercò qualcosa per
    asciugare.

    Il giorno dopo si svegliò grazie alla cuscinata di Valentina che le diede della dormigliona e le annunciò che la tempesta si era placata.
    Fecero colazione poi si vestirono pesante ed uscirono sulla neve alta per fare una passeggiata ma finirono per darsi battaglia a palle di neve.
    Rientrarono bagnate e Valentina propose di farsi un bagno caldo insieme, intanto che i vestiti si asciugavano davanti al fuoco.
    A Veronica non parve propio una buona idea ma aveva paura che l'amica capisse qualcosa e quindi devette assecondarla.
    Entrarono in bagno, prepararono gli asciugamani i saponi poi si spogliarono, lei lo fece con gli occhi bassi.
    Poi entrarono nella vasca e per fortuna la schiuma generata dal bagnoschiuma le avvolse nascondendo i loro corpi alla vista.
    Per fortuna il rossore sulle guance di Veronica poteva essere associato al calore dell'acqua perchè lei era veramente imbarazzata.
    Stettero in silenzio per un pò a mollo poi Valentina ruppe il silenzio:

    Valentina: Ehi Vero, c'è qualcosa che non va?Mi sembri strana da ieri.
    Veronica: (cercando la voce più convincente)No perchè?
    Valentina: No così, mi pareva.Non è che ce l'hai ancora con me per il vibratore?
    Veronica: No l'hai fatto per aiutarmi.
    Valentina: Ah bene.Comunque qualsiasi cosa ti preoccupa dimmelo.Ora è meglio sciacquarsi, mi aiuteresti con la schiena?

    Valentina si girò dando la schiena e Veronica titubante le si avvicinò;il collo e la schiena stessa dell'amica la fecero eccitare subito e rimase bloccata a osservarle.
    L'amica dopo qualche istante disse: -Allora?Che aspetti, ho capito che ti piace l'acqua calda ma è meglio uscire.Avanti aiutami scemotta!- e Veronica fu costretta a
    posare le mani tremanti sull' amica ed a iniziare a lavarla.
    Il cuore le batteva forte e il collo di Valentina l'attirava sempre di più così avvicino la testa alla sua spalla destra.
    Non riusciva a ragionare per la tante emozioni che la sovrastavano ed era abbandonata a quell'attrazione fortissima.
    Raggiuse con la bocca la pelle bagnata di Valentina e cominciò a baciarla dolcemente salendo verso il collo mentre con il seno toccava la sua schiena.
    Valentina disse con una leggera preoccupazione nella voce: -Ehi Veronica, che stai facendo?- poi si dimeno facendo arretrare l'amica e si girò.
    Cominciò a dire: -Ver...- quando l'amica le prese la testa tra le mani e la baciò sulla bocca carica di passione e desiderio.
    Valentina era sbalordita e spaventata quindi afferrò le spalle dell'amica e la spinse indietro, poi non sapendo cosa dire si alzò dall'acqua, ne uscì, si circondò con
    l'asciugamano ed usci di fretta dal bagno.
    Veronica rimase ferma per parecchio tempo terrorizzata da quello che aveva appena fatto.
    Ora cosa sarebbe successo?La sua migliore amica l'aveva guardata come se fosse pazza o malata e si era spaventata, non sarebbe più stato lo stesso.
    Pianse per un po' ma poi prese la difficile decisione di parlare con Valentina per cercare di sistemare o almeno chiarire le cose, non poteva fare finta di niente.
    Uscì dopo qualche minuto dal bagno e cercò l'amica non trovandola, doveva essere uscita di casa.
    Non le rimase che aspettare e mentre attendeva davanti al camino ricevette una telefonata da Marica la quale triste disse che le strade erano inagibili e sarebbero
    partiti l'indomani.
    Valentina non tornò fino all'ora di cena ed entrando non rivolse mai lo sguardo verso l'amica che ci rimase molto male.
    Lei fece per andare in camera da letto quando Veronica la fermò:

    Veronica: Aspetta, ti prego!Dobbiamo parlare.

    Valentina non rispose ma si fermò.

    Veronica: Non so da dove iniziare.E' cominciato tutto dalla storia con il vibratore.
    Valentina: ...........
    Veronica: Dal giorno dopo ho iniziato a provare strane sensazioni ogni volta che ti toccavo o sfioravo.Ho cercato di non darci peso ma la cosa è degenerata.
    Valentina: ...........
    Veronica: Non sono lesbica davvero, mi piacciono i maschi.Ho provato a guardare foto di donne ma niente, solo con te....
    Valentina: ...........
    Veronica: Ti prego, non so che cos'ho.Non voglio rovinare la nostra amicizia.Non voglio perderti.
    Valentina: ...........
    Veronica: Rispondimi!Di qualcosa!

    Veronica raggiunse l'amica e le afferrò una mano ma ella tentò di liberarsi.
    Lottarono con le braccia, una cercava di spingere via l'altra che invece cercava di non mollarla.
    Finirono con Valentina contro il muro con le mani aggrovigliate entrambe ansimando.
    Valentina scoppiò improvvisamente a piangere dicendo: -Perchè?Anche io non capisco questa cosa, anche io credo di provare attrazione verso di te, ma non te l'ho mai
    detto!Perchè è successo a noi?-.
    Allora Veronica abbracciò l'amica stringendola forte piangendo con lei e rimasero così fino a quando non si calmarono.
    Separandosi dall'abbraccio il silenzio era totale, solo con il loro sguardo indecifrabile tra di loro.
    Poi Valentina si avvicinò lentamente con il viso a Veronica finchè le loro bocche non si toccarono ed iniziarono a baciarsi sempre più appassionate.
    Così facendo si spostarono quasi involontariamente verso il divanetto e si sdraiarono sopra sempre baciandosi.
    La cosa si prolungò fino a quando le mani corsero ai bottoni e alle cerniere e i vestiti caddero.
    Rimasero nude avvinghiate l'una all'altra baciandosi con foga e toccandosi le vagine a vicenda strusciandosi i seni dai capezzoli turgidi.
    Poi Valentina, che era sopra, si staccò dalle labbra di Veronica e cominciò a baciarla sul collo per poi scendere giù ai capezzoli, ancora più giù sulla pancia e infine
    cominciò a leccarle la vagina tra i gemiti dell'altra.
    Gliela leccò infilandole anche la lingua all'interno poi dopo un po' si girò e si mise con la sua vagina sulla faccia di Veronica la quale a sua volta iniziò a
    leccargliela.
    Arrivarono ad un alto livello di eccitazione poi si separararono e si risistemarono in modo che fossero vagina contro vagina ed iniziarono a strusciarsi gemendo di
    piacerere.
    Il culmine non si fece tanto attendere ed arrivò violento facendole urlare come non mai tra gli spasmi e i fluidi che si mischiavano copiosi.
    Rimasero così finchè non tornarono a respirare normalmente poi si misero fianco a fianco e si abbracciarono addormentandosi di lì a poco.

    Il loro gruppo di amici arrivò il giorno dopo e le due amiche si comportarono normalmente in tacito accordo senza accettare le avanche dei maschi.
    La settimana terminò presto e il ritorno a casa procedette senza problemi.
    Veronica e Valentina non riuscirono a scoprire il motivo di quell'attrazione ma strinsero comunque un patto:avrebbero frequentato normalmente dei ragazzi ma ogni volta che avvrebbero avuto quel bisogno l'una dell'altra avrebbero risposto al richiamo.

    Edited by atbmatus - 21/7/2012, 20:15
  5. .
    Perso nella foresta.

    Mi chiamo Vittorio, per gli amici Victor, e sono un esploratore.
    Propio così, ho partecipato a tanti viaggi con varie squadre in luoghi considerati ancora misteriosi.
    Prima ero un ragazzo come tanti, andavo in palestra e uscivo con gli amici, ma mi annoiavo.
    Poi navigando in Internet ho scoperto e apprezzato fin da subito questa "carriera" e mi ci sono buttato anima
    e corpo, per fortuna sono di famiglia ricca.
    Comunque ora vi racconterò l'avventura più sorprendente che ho vissuto.

    Dopo un anno dall'inizio di questi miei viaggi entrai in contatto con una squadra abbastanza famosa che
    voleva partire per una foresta del sud America, definendola misteriosa.
    Io volli partecipare e ci riunimmo alla data concordata all'areoporto più vicino a tutti.
    Eravamo un gruppo di dodici persone, otto maschi e quattro femmine, che conobbi e apprezzai per tutto il
    viaggio.
    Arrivammo dopo cinque giorni a causa di deviazioni per interperie e soste ma alla fine ce l'avevamo fatta.
    Affittammo tre jeep e viaggiammo per chilometri e chilometri fino al margine della tanto discussa foresta.
    Da lì viaggiammo a piedi e ci inoltrammo nel folto della vegetazione tra scimmie, serpenti e persino dei
    gorilla.
    Come capita quando ci si diverte la sera arrivò presto e dovemmo accamparci.
    La sera passò allegra e alla fine il caposquadra, un omaccione che si faceva chiamare Golia, rivelò che in
    quella foresta poteva esserci la famosa Eldorado, la città d'oro, sepolta da tempo.
    Io pensai lo dicesse per raccontare una leggenda ma lui sembrava propio convinto e gli luccicavano gli occhi.
    Comunque verso le undici andammo a dormire stabilendo prima dei turni di guardia, per eventuali predatori.
    Mi svegliai di colpo sentendo del trambusto fuori dalla tenda così mi vestii e uscii scoprendo che tutti gli
    altri erano già in piedi ed erano all'erta.
    Chiesi qual'era il problema e mi dissero che eravamo accerchiati da delle tigri, presumibilmente due.
    Io mi misi a scrutare l'oscurità che il fuoco non riusciva a illuminare finchè non scorsi due occhi che
    parevano fari nel buio.
    Il propietario, uno splendido esemplare di tigre, sbucò subito dopo tra due tende e mi puntò.
    Avevo studiato quegli animali e sapevo che ero la sua preda così in preda al panico mi voltai e schizzai a
    tutta velocità alla cieca.
    Purtroppo in fondo sapevo di non avere possibilità perchè quella belva era velocissima ma continuai a correre
    finchè non inciampai in una radice al margine di un pendio e caddi rotolando e graffiandomi.
    Mi arrestai tutto dolorante ma apparentemente senza niente di rotto e mi voltai per vedere dove era la
    predatrice, ma non c'era nessuno.
    Non so fino a quando rimasi lì impalato ma ad un certo punto sentii un urlo femminile, allora facendomi
    coraggio mi alzai e mi diressi veloce verso la fonte del rumore.
    Sbucai in uno spiazzo dove filtrava un po' più di luce lunare e trovai la tigre immobile e minacciosa rivolta
    verso un albero.
    Contro al suo tronco vi stava una ragazza accuattata e spaventata: era molto probabilmente un indigena, aveva
    la pelle semi scura, capelli lunghi e sparpagliati neri, e un corpo eccitante semi nascosto da un reggipetto
    e un gonnellino di foglie.
    Se non fosse stato per la situazione mi sarei eccitato parecchio ma non c'era tempo da perdere.
    Per terra distante dai due c'era una lancia rudimentale, probabilmente caduta alla ragazza, che raccolsi
    prontamente.
    Chiamai a voce alta la bestia brandendo saldamente l'arma e minacciandola.
    Essa si voltò e ruggì mostrando le sue zanne affilate poi si avventò su di me;io riuscii per un pelo a
    schivarla e con la punta della lancia la ferii sulla zampa.
    La tigre cadde a terra per lo sbilanciamento sulla zampa ferita e sentii un crack.
    In parte mi dispiacque ma non avrei potuto fare altrimenti, lei si mise in piedi a fatica e zoppicando se ne
    andò.
    Ansimando mi girai verso la ragazza che ora mi osservava timorosa, aveva due occhi scuri e a vederla meglio
    le avrei dato 18 anni.
    Le porsi la mano per aiutarla ad alzarsi e lei dopo un attimo di esitazione accettò.
    Io le dissi per tranquillizzarla:-Tranquilla ora siamo al sicuro, sei ferita?- ma lei evidentemente non
    capiva la mia lingua.
    Allora mimai il dolore e lei scosse la testa.
    Ora che c'era più tranquillità osservai il suo corpo e il mio pene si rizzò nei pantaloni, sotto quei miseri
    vestiti pareva propio essere nuda.
    Pensai di cercare la strada per l'accampamento ma all'improvviso da un punto imprecisato non troppo distante
    sentii un ruggito.
    La ragazza sembrò terrorizzata e prendendomi per mano mi fece strada per chissà dove.
    Corremmo per un po' finchè arrivammo di fronte a delle strane rovine ma per la tensione non vi badai molto.
    Entrammo all'interno di quello che sembrava un tempio e proseguimmo fino ad un lungo corridoio affollato da
    edera e ciuffi d'erba.
    A circa metà corridoio c'era una porta di pietra chiusa e la ragazza tirò fuori dal reggipetto un medeglione
    e, infilandolo in una fessura, aprì la porta che con un rumore assordante si aprii.
    Entrammo in una stanza di pietra circolare e spaziosa, apparentemente collegata ad altre, nella quale c'era
    una specie di cucina rudimentale.
    Alle pareti erano attaccate delle torcie che illuminavano il posto creando strane ombre.
    La ragazza mi portò fino ad un tappeto di edera e mi fece sedere poi prese da una mensola scavata nella
    roccia dei vegetali e cominciò a cucinare.
    Io dopo una breve occhiata intorno cercai di comunicare con lei cominciando con l'indicarmi e a dire
    Vittorio.
    Lei sembrò capire, si indicò e disse con una bella voce:-Iala- poi riprese le sue faccende.
    Dopo qualche minuto fiutai un buonissimo odore proveniente da quello che doveva essere il forno e dopo un
    po' ci mettemmo a mangiare.
    Io continuavo ad essere eccitato poichè Iala era seduta sulle ginocchia a gambe aperte e il gonnellino le
    cadeva in mezzo.
    Finito di mangiare lei mi indicò di segurirla e passammo per un altra stanza circolare con un letto di foglie
    ed edera e delle mensole con sopra curiosi oggetti, poi per un'altra stanza dove al centrò c'era una larga
    pozza d'acqua limpida rifornita da una cascatella che poteva benissimo essere usata come una doccia.
    Quasi mi venne un infarto quando Iala si spogliò davanti a me senza vergogna ed entrò nell'acqua.Fece una
    nuotata poi si girò e mi fece cenno di entrare.
    Forse per lei era normale, non conoscendo i tabù e usanze dei paesi civilizzati, e probabilmente voleva
    soltanto lavarsi dalla sporcizia, ma io ero leggermente imbarazzato.
    Lei comunque si era spostata sotto la cascatella e si stava lavando ad occhi chiusi così mi spogliai
    velocemente ed entrai nell'acqua che era incredibilmente calda al livello giusto, probabilmente c'era una
    fonte lavica nel sottosuolo vicino.
    Nuotai per un po',sbirciando di tanto in tanto la ragazza, e il mio pene si era ormai ingrossato al limite.
    Eccitato mi avvicinai alla cascatella non sapendo bene che volevo fare ed ero distante un metro quando la
    ragazza finì di lavarsi e sorridendomi mi lasciò il posto per uscire dalla vasca, asciugarsi con un telo
    fatto di foglie ed andandosene nella camera da letto.
    Io pensai di essere stato uno stupido, mi lavai ed uscii dalla "piscina".
    Mi asciugai anche io con il telo, mi vestii e poi per aspettare di calmare l'eccitazione decisi di esplorare
    l'altra porta che c'era nella stanza.
    Arrivai nell'ennesima stanza circolare con un piccolo particolare: incastonate nelle ampie pareti di pietra
    c'erano delle vene d'oro!
    Mi tornò in mente Eldorado e non potei fare altro che cominciare a crederci, almeno era bastato per placarmi
    la voglia sessuale.
    Tornai nella camera da letto dove scoprii che Iala aveva fatto comparire un altro giaciglio.
    Ci coricammo ognuno nel suo letto e dopo un sorriso ci preparammo a dormire, io sprofondai nel sonno subito.
    Sognai che mi stavo scopando dal dietro la ragazza e lei gemeva e urlava, poi mi svegliai ma non so dire
    quanto avevo dormito non essendoci finestre.
    Anche da sveglio comunque sentii quei gemiti e sorpreso mi alzai e procedendo a piedi nudi mi avvicinai alla
    porta che dava sulla stanza piscina.
    Il mio pene si rizzò di nuovo quando vidi Iala seduta sul bordo della pozza che si stava masturbando con una
    specie di pene d'oro infilandoselo e sfilandoselo ritmicamente e palpandosi i suoi bei seni.
    Sembrava cercare di attutire i gemiti, per non svegliarmi penso, ma le pareti di roccia amplificavano il
    suono.
    Arrivò all'orgasmo e mordendosi la mano per non urlare ebbe tanti spasmi fino a crollare sdraiata ansimando.
    Non volevo farmi scoprire così tornai piano al mio letto e mi sdraiai sul lato nascondendo il rigonfiamento
    dei pantaloni con le gambe.
    Dopo qualche minuto sentii i passi leggeri della ragazza fino al suo giaciglio e la sentii sdraiarsi.
    Ancora una volta dovetti aspettare che il mio pene tornasse normale poi dopo poco mi riaddormentai.
    Mi svegliai riposato ed alzandomi vidi che Iala non c'era, così raggiunsi la cucina e la trovai ad armeggiare
    con il "forno".
    Facemmo colazione durante la quale detti delle sbirciatine di nascosto alla cuoca eccitandomi leggermente.
    L'idea di fare sesso con lei prendeva sempre più forza nella mia testa ma avevo paura che mi rifiutasse o si
    spaventasse, inoltre mi ero riposato abbastanza e dovevo cercare il resto del mio gruppo del quale non sapevo
    più assolutamente niente.
    All'improvviso iniziai ad avere il sudore freddo e un leggero mal di testa e toccandomi la fronte sentii che
    scottavo;fantastico avevo la febbre.
    Iala si accorse del mio stato e toccandomi a sua volta la fronte si allarmò e mi accompagno al mio giaciglio
    e mi fece sdraiare.
    Si prese cura di me per tutta la convalescienza bagnandomi la fronte e facendomi bere.
    Era passato chissà quanto tempo quando ebbi un picco di febbre alta, bollivo e mi sentivo malissimo, allora
    lei mi preparò un ignoto infuso con un odoraccio e bevendolo mi si alzò stranamente il pene durissimo.
    Lei non potè non notare l'improvviso rigonfiamento e sembrò incuriosita, intanto la febbre si era un po'
    abbassata.
    Iala lo tastò e ancora incuriosita mi abbassò i pantaloni fino a che il mio membro non fù completamente
    libero ed eretto.
    Lei assunse una strana espressione e me lo toccò con la punta di un dito, poi lo afferrò ed iniziò a
    muovermelo su e giù meravigliata.
    Dopo qualche minuto arrivai al culmine e le schizzai il viso e il seno anche se ero mezzo intontito, poi mi
    riaddormentai.
    Al mio successivo risveglio stavo molto meglio e riuscii ad alzarmi, doveva essere stata quella strana
    bevanda che mi aveva fatto bere.
    Avevo vaghi ricordi dell'accaduto ma avevo capito che avrei potuto provarci con Iala in quanto era
    incuriosita.
    Lei entrò nella stanza e mi guardò stranamente ma poi sorrise e mi dette da bere ancora quell'infuso.
    Il pene mi si rizzò di nuovo e lei se ne accorse ma si comportò normalmente e si fece seguire nella stanza
    bagno.
    Ci spogliammo ed entrammo in acqua nuotando, mi sentivo bene ed ero propio guarito.
    Nuotando ai lati opposti della grande vasca ci rincontrammo alla cascatella e ci lavammo così vicini che
    quasi ci toccavamo.
    Finii per primo ed uscii dall'acqua, feci per prendere il telo di foglie quando vidi che sotto c'era il dildo
    d'oro e mi venne un idea per scoprire a quanto Iala sarebbe stata disposta.
    Lo presi e nascosto dietro la schiena mi sedetti su un bordo della pozza con le gambe in acqua.
    Iala finì di lavarsi e si apprestò ad uscire dalla pozza, allora io le mostrai il giocattolo sessuale e lei
    mi guardò visibilmente sorpresa.
    Io avendo catturato la sua attenzione preseguii e prima indicai l'oggetto poi il mio pene ancora vivamente
    alzato.
    Lei non si mosse e mi fisso con un'altra strana espressione poi lentamente si avvicinò a me.
    Arrivata a distanza di tocco me lo prese tra le mani ed iniziò su e giù ma non era quello che volevo io.
    La fermai, prendendola per le spalle, poi le feci cenno di alzarsi e lei lo fece.
    Poi la presi per i fianchi e la avvicinai a me finchè il mio pene non fù schiacciato tra noi due.
    La baciai e lei non si ritrasse anzi ricambiò e allora iniziai a palparle il suo seno ne troppo grande ne
    troppo piccolo e a lei sembrò piacere.
    Continuammo così per un bel po' poi, volendo approfondire la situazione, le afferrai una gamba e gliela alzai
    tirandola sopra il bordo vasca, poi feci cenno all'altra.
    Iala sembrò capire e mi venne sopra con le gambe allargate poggiandosi sulle sue ginocchia.
    Avevo raggiunto il mio scopo, la feci alzare quel tanto che bastava per sistemare il mio pene nella giusta
    direzione poi la feci abbassare e le entrai dentro dolcemente.
    Lei urlò ma non mi fermò e io cominciai a scoparla prima dolcemente poi più forte.
    Iala mi fermò per sistemare le gambe attorno ai miei fianchi poi aggrappandosi a me prese l'iniziativa ed
    iniziò su e giù.
    Mi pareva di essere in un sogno ma in fondo non importava molto, il pene nella sua vagina lo sentivo
    benissimo così come il suo seno contro il mio petto.
    Arrivai al culmine dopo un bel po' di tempo e le venni dentro urlando insieme a lei.
    Rimanemmo aggrappati per svariati minuti ansimando poi lei dolcemente mi baciò e liberando il mio membro si
    alzò con la vagina gocciolante.
    Ma non era finita, stranamente l'eccitazione non era finita e volevo penetrarla ancora così quando lei si
    girò verso il telo per asciugarsi io la raggiunsi e dal dietro riniziai a palpeggiarle il seno e lei forse
    non troppo convinta mi lasciò fare.
    La baciai sul collo poi le spinsi dolcemente la schiena verso il basso per farla piegare e siccome lei lo
    fece gli appoggiai il pene sull'ano e inizia a strofinare la cappella su di esso.
    Dopo qualche suo gemito il buco si allargò e io glielo infilai tutto dentro facendola urlare.
    Ed iniziai a penetrarla sempre più veloce facendola urlare sempre più forte finchè non le venni anche li
    dentro.
    Ancora una volta l'eccitazione non cessò e non essendo propio normale mi chiesi se poteva essere causato dal
    misterioso infuso.
    Comunque fosse, anche se lei era stremata la feci girare baciandola sul collo, poi la feci abbassare fino a
    farla inginocchiare.
    Con le dita le feci aprire la bocca e poi glielo infilai pure lì;lei ancora non mi fermò e io le presi la
    testa fra le mani e me lo feci succhiare.
    Dopo poco lei prese l'iniziativa e io tolsi le mani tenendole i capelli per non farglieli sporcare.
    Arrivai presto al culmine e le riempii la bocca di sperma poi estraetti il pene.
    Ora l'eccitazione stava sciemando finalmente mentre Iala ingoiò tutto poi raggiunse il telo e si sdraiò
    addormentandosi quasi all'istante.
    Anche io ero abbastanza sfinito ed ora mi faceva male leggermente il pene tornato normale, così mi coricai
    nel letto e mi addormentai.
    Al successivo risveglio trovai Iala ancora in cucina ed io non sapevo come avrei potuto dirle che dovevo
    andare, ma forse poteva venire con me, l'idea non mi sarebbe dispiaciuta.
    Impiegai un po' per farmi capire coi gesti e lei mi guardò con un espressione così triste che mi rimarrà
    sempre impressa e mi fece capire che non sarebbe venuta con me, quella era la sua casa.
    Il nostro addio fu amarissimo poichè non ci guardammo per tutto il tragitto fino all'esterno dove splendeva
    il sole.
    Prima di partire mi voltai verso di lei e feci per accarezzarla ma lei con le lacrime agli occhi tornò di
    corsa nei meandri del tempio.
    Io rimasi immobile con la voglia di seguirla ma dovevo sapere cosa era successo agli altri così mi misi in
    marcia anche se non sapevo dove andare.
    Camminavo già da parecchio tempo quando sentii un ruggito, "ancora la tigre noooo!" pensai e mi misi a
    correre.
    Sfortunatamente dopo un po' inciampai ancora in una radice ma questa volta caddi picchiando la testa contro
    un tronco e svenni.
    Mi risvegliai in ospedale circondato dai compagni di squadra che sospirarono sollevati.
    Erano tutti sani e salvi e dopo la mia scomparsa avevano capito che la tigre era solo una e avevano cominciato
    al più presto le mie ricerche.Mi avevano trovato svenuto e mi avevano portato all'ospedale.
    A loro non rivelai niente ne delle rovine del probabile Eldorado ne di Iala, dissi soltanto che mi ero
    nascosto in una grotta e avevo passato una febbre tremenda fortunatamente.
    Loro ci credettero e quando fui dimesso ce ne andammo.

    Allora avevo 23 anni, ora ne ho 26.
    Non mi sono ancora stancato di viaggiare ma quando così sarà ritornerò in quella foresta, cercherò Iala e se
    mi vorrà ancora resterò con lei.

    Edited by atbmatus - 21/7/2012, 19:58
  6. .
    Grazie, troppo gentile. :)
  7. .
    L'istituto Dublon.

    Quella mattina mi svegliai molto presto.
    Quel giorno avrei finalmente dimostrato a tutti i miei compagni e amici il mio coraggio, dopo quello che avrei fatto nessuno avrebbe potuto darmi del codardo ancora.
    Mi alzai dal letto leggermente nervoso, mi vestii piano per non svegliare i miei genitori, mi lavai e feci colazione.
    Poi mi avviai alla porta di ingresso passando per l'atrio dove c'era un enorme specchio.
    Osservai il mio riflesso per controllarmi: ero un ragazzo di 17 anni, castano con occhi marroni di altezza e corporatura nella media.
    Un ragazzo qualunque che tra un po' sarebbe divenuto una leggenda.
    Lasciai un biglietto ai miei con scritto:

    "Sono uscito presto per
    vedermi coi miei amici,
    faccio colazione da loro.

    Damiano
    "
    Lo appoggiai sul tavolino e presi la macchina fotografica, l'elemento fondamentale per il mio piano, e uscii.
    Fuori si stava bene ma io avevo i brividi, salii in sella alla bici e partii.
    Raggiunsi la mia meta alle prime luci dell'alba e parcheggiai dietro dei cespugli, d'ora in poi avrei dovuto essere invisibile.
    Il mio piano era semplice da spiegare ma tremendamente pericoloso;mi trovavo davanti alla recinzione che delimitava l'istituto Dublon.
    Era riservato alle sole ragazze ed era rigorosamente sorvegliato.
    Io sarei penetrato dentro tramite un buco alla base di una parte di recinzione nascosto dall'erba alta.
    Sarei sgattaiolato all'interno dell'edificio attraverso la finestra dello scantinato, poco visibile grazie alle aiuole e ai cespugli che delimitavano l'edificio.
    Poi una volta dentro,sarei salito fino allo spogliatoio del primo piano e lì mi sarei nascosto dentro l'armadietto di Priscilla, la figlia di un'amica di mia madre che sapevo essere a casa con il morbillo, la quale mi aveva raccontato ingenuamente molto di quel posto.
    Nascosto avrei fatto svariate foto ma per stroncare i più diffidenti, il colpo più grosso sarebbe avvenuto dopo.
    Sarei andato in una stanza di qualche ragazza mentre erano tutte a lezione e avrei rubato della biancheria intima e magari qualcosa di più schiacciante.
    La parte iniziale del piano andò davvero alla grande: anche se avevo il cuore a mille riuscii ad arrivare nel seminterrato senza essere visto.
    Con cautela salii le scale che portavano al piano terra poi, non essendoci nessuno in giro, salii al primo piano.Lo spogliatoio era propio all'inizio.
    Vi entraii e cercai l'armadietto giusto;trovato constatai con gioia e crescente eccitazione che dava sulle doccie e mi nascosi.
    Dopo quella che sembrò un eternità e cominciavo a non sentire più le gambe, sentii le prime voci nel corridoio.Dopo qualche minuto alcune ragazze entrarono nello spogliatoio e tra risatine e chiacchiere si prepararono per la doccia.
    Le doccie non erano separate fortunatamente e dalla mia visuale ne potevo vedere cinque.
    Quasi sussultai quando le prime due ragazze mi passarano davanti completamente nude e il mio pene si alzò.
    Presi la fotocamera e la posizionai a livello delle fessure dello sportello dell'armadietto, per fortuna era una macchina silenziosa, poi mi preparai.
    Le due ragazze attivarono le doccie,si bagnarono e poi cominciarono a insaponarsi a vicenda.
    Io continuavo a scattare foto su foto e intanto mi eccitavo sempre di più soppratutto quando
    a vicenda le due passarono ai seni dell'altra fino a insaponarsi le loro vagine.
    Poi sempre a vicenda si sciacquarono e finita la doccia uscirono dalla mia visuale per andarsi ad
    asciugare e vestire;io ne approfittai scattando due foto a loro girate sul davanti.
    Aspettai di non udire più nessun rumore,segno che erano tutte uscite dallo spogliatoio,poi uscii.
    Mi sgranchii le gambe che ormai erano semi addormentate,ero anche tutto sudato un po' per il caldo,un po' per l'eccitazione.In silenzio e più cautamente possibile uscii dalla stanza, mettendo la macchina fotografica nella sua custodia, e procedetti verso le scale per salire.Stavo per raggiungerle quando dal corridoio sulla destra giunse un rumore di passi e io preso dal panico entrai nella porta più vicina aprendola e chiudendola dietro di me più piano possibile.
    Attesi con la testa appoggiata ad essa finchè non ci furono più rumori fuori.
    Sospirai di sollievo e mi voltai per osservare dove mi ero rifugiato, a pensarci bene poteva esserci chiunque la dentro.
    Ero capitato nell'infermeria dell'istituto e pareva deserta essendo in penombra.
    Cominciavo a pensare che il mio piano fosse l'idea più stupida che avessi mai avuto e che avrei
    fatto meglio ad andarmene, così mi voltai e feci per aprire la porta quando una voce femminile
    disse: "Fermo lì!".
    Io mi voltai di nuovo e vidi che era sbucata fuori dalla semi oscurità una ragazza molto bella ma con una strana espressione sul viso.Era bionda coi capelli a coda di cavallo, gli occhi erano azzurri, era alta quasi quanto me e aveva un davanzale da paura nascosto da una camicia da notte che la vestiva fino alle ginocchia.
    Per la seconda volta quel giorno sembrò passare un eternità mentre ci osservavamo a vicenda fino a quando la ragazza parlò: -Chi saresti tu?Un maniaco?E da dove sei entrato?- , io riuscii solo a rispondere con un verso strozzato.
    Allora lei disse: -Non vuoi rispondere?Allora darò l'allarme, chissà cosa accadrà ad un ragazzo qua dentro!- e scoppiò a ridere.
    Io pensai in fretta ad una scusa e trovata dissi debolmente: -Senti, ti prego non denunciarmi.Ho fatto una scommessa con dei miei amici che sarei entrato qua dentro e uscito, solo questo- .
    Lei smise di ridere e mi si avvicinò dicendo: -Davvero?- ;io annuii e lei si arrestò a qualche centimetro da me, poi con un gesto fulmineo mi afferrò la macchina fotografica che si intravedeva dall'apertura della tasca.-E questa cos'è eh?Visto sei solo un maniaco pervertito!- .
    Io disperato cercai di afferrare la mia macchina ma lei la teneva fuori portata e io non volevo aggravare la situazione toccandola, allora le dissi: -Ti prego,farò tutto quello che vuoi ma non mi denunciare!- .
    Lei mi guardò per qualche secondo poi rispose: -Propio tutto?- ed io parecchio preoccupato annuii.Lei sorrise maleficamente e mi fece segno di seguirla, così io la seguii nel corridoio deserto fino ad una delle tante porte con su scritto "Charlotte Boulì" ed entrammo.
    L'interno era una camera stretta arredata con una scrivania ordinata,un armadio ed un letto semplice.
    Pensai che la ragazza era francese per il suo nome e cognome ma non dissi niente,ero troppo nervoso.
    Charlotte chiuse la porta dietro di noi a chiave poi si sedette sul letto e disse: -Dato che sei in mio potere ora farai tutto quello che ti dirò finche lo vorrò intesi?- .Io deglutii e annuii e lei continuò: -Bene,cominciamo dai miei piedi,leccali!- .
    Io la guardai sperando fosse uno scherzo ma quando lei mi esortò ancora a farlo io presi un po' di coraggio e dissi: -Stai scherzando vero?Che schifo, ti prego fammi fare qualcos'altro- e lei ora seccata rispose: -Non ubbidisci?!Allora addio, vado a chiamare la preside!- , si alzò e fece un passo verso la porta.
    Io disperato mi misi davanti a lei e dissi: -Ok ok lo farò!- quasi pentendomene subito dopo.
    Lei per tutta risposta si sedette e attese sollevando la sua bella gamba verso di me.Io combattei tutto me stesso e mi costrinsi ad avvicinare il viso al suo piede e a iniziare a leccarglielo.
    Lei dopo poco disse: -Fai pena, impegnati di più.Sei fortunato che non ti ho denunciato,la nostra preside è famosa per le sue punizioni.Dato che sei un maschio prima ti frusterebbe poi ti consegnerebbe alle autorità- .Io poteì solo aumentare il ritmo e passò chissà quanto tempo prima che lei mi fermasse.-Può bastare, ora voglio un massaggio dai piedi fino alle spalle,intesi? - e si sdraiò.Io cominciai dai piedi per qualche minuto poi alle gambe e lì il mio pene si rizzò.
    Dopo le gambe passai al sedere e cominciai a sudare per l'eccitazione cresciente mentre glielo massaggiavo con gesti rotatori tastando quelle colline spettacolari.
    Infine passai alla schiena per arrivare alle spalle.
    Lei fece un sospiro che avrei giurato fosse di piacere ma guardandomi aveva ancora l'espressione da schiavista.
    Poi disse: -Ok,avresti potuto fare di meglio ma sei solo un ragazzo infondo.Ora passiamo ad altro, devi depilarmi-.
    No, pensai, ancora una cosa schifosa ma dovevo farlo altrimenti chissà che guai mi avrebbero sommerso.
    Lei si alzò e da una borsa nell'armadio tirò fuori una lametta e della schiuma, poi tornò sul letto e si sdraiò a pancia in su aprendo le gambe e ordinando:- comincia dalle gambe! -.
    Nonostante la situazione non potei fare a meno di eccitarmi di più alla vista delle ormai visibili mutandine che indossava.Desideravo quasi saltarle addosso e sbatterla per quello che mi stava facendo fare ma non potevo;così le spalmai la schiuma sulle gambe ed iniziai a rasarla.
    Ancora una voltà il tempo passò lentissimo e alla fine finii.Lei si tastò per sentire il risultato e non commento,forse era soddisfatta, ma disse: -Ora passiamo un po' più sopra- e senza aspettare si afferro i bordi delle mutandine e se le sfilò.
    Io rimasi ipnotizzato guardando per la prima volta una vagina da vicino intanto che il mio pene si ingrandiva al massimo.Lei tossicchio e disse: -Cosa c'è maniaco,è la prima che vedi?Muoviti!- e io arrossito spalmai con titubanza la crema ed iniziai a rasargliela.
    Non ci misi molto ma per me sembrò un eternità mentre osservavo quel monte di Venere.
    Finito lei controllò il lavoro poi disse: -Ora che me l'hai vista dobbiamo metterci alla pari,spogliati!- .
    Io sbalordito cercai di protestare ma lei mi fisso minacciosa ed io fui costretto a farlo.
    Spogliato non potevo più nascondere il mio pene alzato e lei sembrò per un attimo eccitata ma poi con il solito tono disse: -Sporcaccione!Maniaco!Per punizione ora me la devi leccare,muoviti!- ed io le allargai le gambe ed iniziai a farlo, anche se non ero del tutto dispiaciuto.
    Lei sembrò godere e dopo un po' di tempo mi afferro per i capelli e gemette di piacere mentre mi bagnava la faccia con schizzi dei suoi liquidi.Io indietreggiai e mi asciugai gli occhi con il lenzuolo mentre lei si teneva la vagina e respirava affanosamente.
    A quel punto non potei più resistere, ero in preda all'eccitazione totale;mi misi sopra di lei la quale cerco di spingermi via dicendo:- Cosa cavolo credi di fare maniaco?- ma io le bloccai le braccia e infilai il mio pene nella sua vagina.
    Lei urlò.
    Non avevo mai fatto sesso e lo trovai la cosa più bella che avessi fatto in tutta la mia vita.
    Sapendo però più o meno come andava fatto, grazie ai filmini porno visti in passato, iniziai il tipico movimento su e giù crescendo man mano il ritmo.
    Lei, dopo ancora un poco convinto tentativo di respingermi, mi assecondò prendendomi la testa tra le mani e tirandomela verso la sua poi cominciammo a baciarci con la lingua.
    Io volevo venirle dentro e così aumentati il ritmo fino a che lei inizio a gemere.
    Dopo qualche minuto arrivai al culmine e con il respiro affannoso la rempii di sperma.
    Restammo in quella posizione per chissà quanto tempo senza una parola ma entrambi con il fiatone poi io ritirai fuori il pene e mi sdraiai in fianco a lei.
    Dopo un bel po' il pene mi torno alle dimensioni da riposo e mi azzardai a guardare Charlotte scoprendo che si era addormentata.
    Così serena senza traccia di espressioni maligne era bellissima.
    Comunque era arrivata la mia occasione:mi vestii,presi la macchina fotografica finita sotto il letto,raccolsi le mutandine della ragazza leggermente bagnate e poi socchiusi la porta sbirciando fuori, le finestre avevano le sbarre.
    Fuori sembrava ancora deserto ma non sapendo quanto tempo era passato avevo timore di essere scoperto.
    Allora mi voltai verso la scrivania e vidi una sveglia dalla quale scoprii che era l'una,quindi erano tutte a mangiare.
    Prima di andarmene mi venne una splendida idea che mi avrebbe reso molto più di una leggenda,un mito.
    Fotografai Charlotte addormentata da più punti di vista poi decisi di andare e procedendo di soppiatto tornai nel seminterrato,uscii all'aria aperta e infine fuori dal recinto dell'istituto.
    Arrivato a casa ebbi una ramanzina dai miei genitori perchè non mi ero fatto vivo fino a quell'ora ma in compenso ne era valsa la pena.

    Edited by atbmatus - 16/7/2012, 22:13
  8. .
    Grazie mille, in effetti è il mio primo testo.Grazie per il consiglio.
  9. .
    Grazie mille a tutti!
  10. .
    Grazie mille.Allora sono un ragazzo semplice che ha l'hobby dei videogiochi,serie televisive,anime e giocare a basket.
    Che altro dire......mi piacciono le ragazze......sto tentando di imparare la chitarra.....e poi bo....
  11. .
    Grazie comunque sono maschio.In che senso presentarmi?Il mio username lo si può leggere.
    Va be ok allora mi presento: Ciao sono atbmatus e mi piacciono gli hentai.Piacere.
  12. .
    Vecchie conoscenze.

    E' piena estate, il caldo è insopportabile.
    Decido di uscire e andare al parco vicino dove forse all'ombra troverò riparo.
    Mi do una rinfrescata alla faccia, mi vesto ed esco.Arrivato alla mia meta vedo che ci sono tante persone che giocano a pallone o prendono il sole.
    Come diavolo fanno a resistere a queste temperature non lo so propio.Arrivo al mio posto preferito sotto un albero dai mille rami.
    Mi siedo appoggiato al tronco e mi guardo in giro.Guardando meglio ci sono tante ragazze sdraiate qua e là in costume ma cerco di controllarmi
    perchè d'estate mi eccito facilmente e con i pantaloni corti che indosso si noterebbe abbastanza il mio pene ingrossato.
    All'improvviso due ragazze che prendono il sole a qualche metro di distanza, si alzano e prendendo le loro cose vengono a sedersi all'ombra del
    mio albero.Sono entrambe molto carine,una bassetta coi capelli biondi corti e l'altra alta quasi quanto me coi capelli mori, entrambe coi dei corpi
    spettacolari coperti in minima parte dai loro costumi da bagno.Non riesco a restare impassibile e mi si gonfiano i pantaloni.
    Spero non se ne accorgano e metto le gambe in modo da nascondere il rigonfiamento.
    Sistemate le loro cose si guardano in torno e mi vedono, mi guardano attentamente e indicandomi vengono verso di me.
    Mi raggiungono e dopo un saluto mi chiedono se andavo alle medie con loro.Osservandole bene, nonostante la crescente eccitazione, mi pare
    di riconoscerle e discutendo con loro,ora sedute di fianco a me,scopro che è vero.
    Mentre parliamo mi pare che la mora si sia accorta del mio problema ma non fa commenti, meno male.
    All'improvviso lei dice che deve guardare il cellulare e si porta la bionda alle loro cose.
    Le vedo parlarsi chinate verso la sua borsa e i loro sederi mi fanno quasi impazzire.
    Dopo un attimo tornano indietro con strane espressioni e mi chiedono di accompagnarle in una zona del parco un po' isolata perchè non vogliono andare
    da sole.Io accetto e mi offro di portare le loro borse come scusa per coprirmi la zona "incriminata".
    Arriviamo in uno spazio tra alti cespugli dove non c'è nessuno e chiedo loro perchè siamo andati li.
    Loro si guardano e poi mi strappano le borsette dalle mani e il mio rigonfiamento è ormai ben visibile.
    La mora mi viene davanti, si mette sulle ginocchia e comincia ad accarezzarmi li;la bionda invece si infila una mano nel costume e inizia a toccarsi.
    Io sono troppo eccitato ma non so se fare qualcosa o no.La mora mi sbottona i pantaloni, me lo tira fuori e comincia a leccarmelo finche non lo infila tutto
    in bocca e comincia a farmi i pompini.
    Io la fermo mi tolgo i pantaloni e le mutande,mi sdraio e lei riprende quello che stava facendo.
    La bionda invece viene all'altezza della mia testa,si toglie la parte sotto del costume e si siede sulla mia faccia.
    Avevo sempre sognato una scena del genere e inizio subito a leccarle la vagina e il clitoride.
    Dopo qualche altro pompino la mora si spoglia, e si mette sul mio pene aiutandosi con la mano per infilarselo meglio, poi comincia su e giù.
    Sono così eccitato che voglio scoparla brutalmente, così faccio alzare la bionda,scosto la mora e la faccio girare.
    Poi gli vado in groppa come fanno i cani e inizio a infilarglielo tutto dentro.
    Lei geme di piacere e la bionda le si mette sotto e inizia a leccarmi i testicoli mentre la mora comincia a leccarle la vagina.
    Continuamo così chissa per quanto poi, arrivato quasi al culmine del godimento dico alle due che sto per venire e lo sfilo dalla mora.
    Loro si girano ed entrambe iniziano a leccarmelo dal basso fino alla cappella.
    Dopo qualche secondo non resisto più e con delle schizzate fenomenali vengo sulle loro faccie e sui loro seni.
    Allora loro cominciano a slinguazzarsi e a masturbarsi a vicenda mentre io le struscio sulla faccia il mio pene, fino a che entrambe vengono tra urla e gemiti.
    Dopo che si sono pulite torniamo al mio albero e dopo avermi dato un bacio insieme sulle due guance mi salutano e avviandosi verso l'uscita del parco mi chiedono
    se qualche volta lo potremmo rifare.

    Edited by atbmatus - 4/7/2012, 13:17
  13. .
    Be che dire,mi sono iscritto da poco,saluti tutti\e!
88 replies since 30/6/2012
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