Posts written by Exogenesis

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    Hilda lo stava trattando come un vero e proprio bambolotto tra le sue braccia e quel pensiero lo stava facendo infuriare. Com'era finito a gambe all'aria a farsi usare da quella sporca puttana dai denti a punta e perché più ci pensava e più gli diventava duro?! Non c'era verso che riuscisse a proiettare la sua rabbia verso una soluzione alla sua condizione e non c'era modo che tutto l'astio del mondo potesse permettergli di muoversi e ribaltare la situazione. Al contrario, più si incazzava, più figurava nella testa la posizione umiliante in cui si trovava e la furia cresceva, più il suo cervello gli consigliava soltanto di avventarsi con maggior passione sulle carni dolci e bisognose della sua signora. Aveva forse qualche problema? Niente che Hilda non potesse risolvere, doveva soltanto leccare per bene, doveva soltanto farla godere e soddisfarla e la sua padrona avrebbe risolto qualsiasi impiccio, avrebbe sciolto qualunque nodo e soprattutto lo avrebbe fatto godere come la troietta che era. In una posizione più comoda si sarebbe tirato due schiaffi per recuperare la lucidità necessaria a comprendere che quei pensieri erano solo artefatti della malia di quella creatura ma mentre quest'ultima affondava la sua meravigliosa e lunghissima lingua nel suo ano, pistonandolo con quella propaggine di certo non molto grande ma sicuramente invadente, e il suo cazzo giaceva doloramente eretto tra quei seni giunonici anche per una mente forte come quella di un Cacciatore era un'impresa impossibile non precipitare sempre più nel baratro. Ogni verso che emetteva, ogni gemito o spasmo del suo corpo non facevano altro che far crescere le voglie di quella donna, la sua soddisfazione per, ironia della sorte, la caccia andata a buon fine e più la lussuria di Hilda lievitava più lei si faceva aggressiva e libidinosa e più lei si avventava su di lui e sul suo corpo più Edmond godeva in modi che annebbiavano sempre di più il suo giudizio e il suo buonsenso. Ora che ci pensava... ne aveva ancora davvero? Quell'oscuro angolo del suo cervello ancora in grado di elaborare pensieri che non fossero diretti alla grandezza e alla bellezza di Hilda era fin troppo minuscolo e isolato per contare più qualcosa nel controllo delle decisioni dell'uomo e di fatti, quando Hilda lo strinse a lui come un pupazzone tenuto a testa in giù non pensò minimamente all'umiliazione, alla rabbia, al bisogno di liberarsi e scopare a sangue quella donna, al vampiro che era venuto lì a cacciare ma si preoccupò solamente di ringraziarla per aver spinto ancora più a fondo la lingua nel suo culo cercando di estrarre la propria il più possibile fino quasi a percepire dolore e stanchezza in tutta la bocca così da poterle far provare lo stesso tipo di piacere e riempire le sue carni con quel piccolo pezzo di carne il cui unico pregio era l'incredibile agilità capace di guidarlo verso le zone più sensibili che via via iniziava a memorizzare. Hilda ancheggiava e muoveva il suo bacino per indirizzarlo nei punti giusti e Edmond non ci pensava due volte ad affondare la lingua e farla vorticare in quello stretto e caldo canale con l'impegno di qualcuno che deve assolutamente riempirsi le orecchie con i lamenti lascivi e perversi della propria padrona e allo stesso tempo ne dispensa il doppio per lei anche se soffocati dal suo didietro premuto contro la propria faccia... il che forse era un dettaglio positivo. Quella lingua lo stava facendo terribilmente impazzire ed era strano che il suo ano fosse così spaventosamente sensibile come del resto tutto il suo corpo. Riusciva a percepire distintamente quella lingua serpentina muoversi su e giù dentro di lui, tormentando la sua povera prostata che in risposta emetteva potenti scariche di piacere fino alla punta dei capelli portandolo a tendere ogni muscolo del suo corpo in un vano tentativo di alleviare le intense sensazioni aggravate dalle attenzioni alla sua corolla di carne leggermente dilatata e il povero perineo dove il mento della vampira finiva irrimediabilmente con il premere man mano che la fame della donna cresceva. E più essa cresceva più il calore delle sue membra pallide faceva lo stesso.
    A-ancora mia signora... di più! Cercò di gridare il povero Cacciatore per un attimo privo di tutto quel ben di Dio premuto contro il viso rivelando una maschera di umiliante piacere. Le guance arrossate di Edmond facevano da base agli occhi appesantiti e semi chiusi pieni soltanto della vista delle natiche sospese sopra di essi mentre le labbra affaticate venivano bagnate e insaporite dalla lingua pregna dei dolci umori di Hilda che Edmond non aveva la minima intenzione di sprecare, il tutto incorniciato dalla chioma argentata dell'uomo totalmente umida di sudore con ciocche buffamente appiccicate alla fronte e sul resto del volto. Spalancò la bocca gemendo vergognosamente all'ennesima scarica provocata dalla lingua della donna e il suo cazzo pulsò in risposta tra gli enormi seni che indirettamente lo massaggiavano ogni volta che Hilda decideva di sollevarsi o di schiacciarsi maggiormente contro di lui in quel lascivo e possessivo abbraccio. Aveva poco tempo per riprendere aria e poi la vampira lo rinchiudeva nuovamente nella sua cella dove il prigioniero non poteva far altro se non darsi da fare ed uscire di nuovo la lingua per far godere la propria signora. Cercò di nuovo le sue labbra, allargandole per farsi strada tra di esse e quando i movimenti della donna glielo permettevano, aggiustava il collo per poter agguantare con le labbra quel clitoride sempre più gonfio e turgido, tormentandolo con la lingua, beandosi di quel calore che via via seguitava a crescere portando con se anche una fortissima pesantezza proprio nel suo basso ventre. Era già vicino all'orgasmo? Travolto da quell'improvviso amplesso non si era neanche reso conto di quanto il suo corpo fosse vicino al limite, ignaro anche di come Hilda stesse riempiendo entrambi di energia erotica, e il suo cervello non potè che attribuire i meriti esclusivamente alle incredibili capacità della sua signora. Non era poi così strano che il suo schiavo non fosse in grado di resistere alle abilità e alla lussuriosa sensualità della vampira.
    P-padrona sto per... nnnnggg... non resisto! Piagnucolò il Cacciatore durante un altro breve attimo d'aria. Cercò inutilmente di muovere i propri di fianchi in un istintivo tentativo di fottere i seni della donna ma in quella posizione era pressochè impossibile riuscire in un impresa simile portandolo solamente ad umiliarsi ancora di più mentre Hilda aggiustava anche quello di problema, masturbando la sua asta bisognosa muovendo il suo intero corpo. Quanto poteva andare avanti così? Quanto poteva umiliarsi ancora? Gemeva e gemeva senza ritegno, senza freni, sia quando Hilda se ne stava seduta su di lui, soffocandoli, sia quando aveva via libera e quel calore che aveva sentito in tutto il corpo era ormai totalmente concentrato nei suoi testicoli, gonfi e bollenti e ormai prossimi all'esplosione ma... un pensiero dissipò la nebbia del piacere nella sua testa. Poteva davvero venire prima della sua signora? Non era ammissibie. Quella convinzione non fece altro che far crescere un pungente dolore lungo tutto il suo membro ormai duro e arrossato dal bisogno di eiaculare. Le sue palle si comprimevano ma il Cacciatore faceva di tutto per trattenersi e per attendere che Hilda mostrasse i primi segni di climax. Avrebbe continuato a stimolarla, a leccarla e penetrarla fino al momento in cui il sesso della sua signora si fosse stretto intorno alla sua lingua e le sue grida avessero risuonato in quella casa abbandonata. Solo a quel punto si sarebbe rilassato e nel calore del suo viso schiacciato dalle natiche della vampira, Edmond avrebbe spalancato, per quanto possibile, la bocca in un grido liberatorio mentre le sue gonadi spremevano all'esterno il suo torrenziale orgasmo che dilatò dolorosamente l'uretra con un primo denso getto di seme a cui seguì un'indegna e copiosa sborrata che mise a dura prova la sua intera virilità. Dolore e piacere si mescolarono in quei fiotti di seme caldo che avrebbero insozzato ogni parte di Hilda con cui fossero venuti a contatto tra cui sicuramente i suoi seni. Neanche lui ne sarebbe uscito illeso data la posizione e non era da escludere che se la vampira si fosse scostata scoprendo il viso del Cacciatore, esso sarebbe finito col venirsi completamente addosso senza rendersene neanche conto, occhi ribaltati e denti stretti contro il labbro inferiore. Il morso, l'eromanzia, la travolgente devozione a quella donna e complice anche la foga con cui la vampira lo stava mungendo attraverso la sua torturata prostata resero quell'orgasmo assolutamente esplosivo, capace perfino di stancare un uomo resistente come lui che una volta terminato sarebbe rimasto lì, umiliato e zozzo di seme a riprendere fiato. Hilda avrebbe potuto notare che tutta quella furia combattiva dai suoi occhi era quasi completamente sparita, sostituita da uno sguardo che sicuramente aveva avuto il piacere di vedere molte volte: lo sguardo di un essere sottomesso.
    G-grazie padrona... Biascicò debolmente con il grosso cazzo ormai floscio tra i seni della vampira e il povero ano dilatato e pulsante. Era stato sconfitto su tutti i fronti.

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    Non c'era modo che potesse prevedere la bizzarra capacità del suo avversario e il fatto che dietro quella colonna non solo ci fosse Nimue ma anche un perfetto gemello del ragazzo a cui aveva appena sparato. Fece giusto in tempo ad esplodere il suo colpo che il cemento della colonna venne perforato da ben cinque raggi di pura oscurità mirati alla rinfusa probabilmente usando come unico aggancio il rumore del suo stesso attacco. Strinse i denti in un istintivo gesto difensivo che lo portò a sollevare il braccio disarmato a protezione della testa mentre i cinque colpi lo investivano: due mancarono completamente l'obiettivo, bucando il terreno vicino ai suoi piedi mentre gli altri tre furono più fortunati colpendolo al fianco sinistro, sul braccio destro tra polso e gomito che aveva alzato e di striscio tra i suoi capelli facendogli saltare il cappello dalla testa.
    Argh!
    Juinjutsu, non c'erano dubbi, un'arte di tale forza offensiva che quei raggi non ebbero difficoltà ad attraversare da parte a parte la sua carne lasciandolo con dei buffi fori da cui qualcuno avrebbe potuto guardare oltre ma che ora si limitarono a sgorgare sangue che andò rapidamente a sporcare i vestiti e ad attirare l'attenzione di Gal che interruppe il suo attacco per poter ripiegare verso il Cacciatore e coprirgli le spalle mentre il clone armato di spadone compiva il suo giro per posizionarsi perfettamente all'opposto della colonna, posizione da cui il primo Gil aveva lanciato il suo attacco. Subire quel colpo non solo lo aveva debilitato ma aveva forzatamente spento anche la sua evoluzione alleviando l'aura oscura che aveva invaso l'intero campo di battaglia come se il demone, con quei raggi, avesse anche colpito un interruttore segreto. Edmond impiegò qualche secondo ad incassare ma quando abbassò il braccio un sorriso soddisfatto gli deformava il volto mentre dalla ferita sulla testa il sangue scivolava come una piccola cascata imbrattandogli la faccia. Gli occhi dorati e animaleschi si puntarono sulla colonna per nulla preoccupato dal clone armato di spada controllato dal suo fidato Yogami al suo fianco.
    Che sorpresa! O Nimue è molto brava a nascondersi dietro la sua completa incapacità nel combattimento o adesso ci sono ben due cagnolini a cui pensare. E' così che sputate in faccia al destino? Questo è il tutto a cui siete disposti? E' un po' poco, non sei neanche disposto a morire.
    Si portò la mano libera sul volto strofinando via con i polpastrelli un paio di gocce di sangue che minacciavano di finire nel suo occhio per poi guardare i guanti totalmente imbrattati di quel liquido di colore rosso/argento.
    Cazzo, io non sono capace di rigenerarmi come te. Voi che scusa avete? Sai credo di conoscervi un po' di più ora. Una coppietta di crudeli cagasotto che si è divertita finché gli eventi hanno girato in loro favore. Due falliti dal giorno in cui sono nati che hanno steso uno dietro l'altro avversari da quattro soldi e che ora parlano di bruciare il mondo ma adesso che siete davanti ad un possibile capolinea... vi state pisciando sotto dalla paura. Non devo farmi colpire al cuore o alla testa da quei colpi o sarà la fine! - fece il verso ai due - E cazzo se hai ragione ragazzino. Non esiterò ad ammazzare te e la tua puttanella chiacchierona e la storia finirà com'è sempre finita... con qualche pezzo di merda in meno su questo pianeta.
    Non aveva voglia solo di sfogare un po' la frustrazione di dover affrontare qualcuno capace di rigenerarsi e sdoppiarsi ma era necessario guadagnare anche solo qualche secondo per recuperare le forze necessarie a proseguire quello scontro.

    STATUS FISICO
    Ferita media al fianco sinistro. Ferita media al braccio DX. Ferita medio-lieve alla testa. Niente più cappello in testa. :lacri:
    Gal: Perfetto.


    STATUS PSICOLOGICO
    Fremente ma incredibilmente infastidito dalle capacità di Gil.
    Gal: Eccitata. Protettiva nei confronti di Edmond.


    ENERGIA
    35/100
    Gal: 60/60


    TECNICHE UTILIZZATE

    POTERE
    ● Livello 4
    - I proiettili hanno una capacità di penetrazione estremamente superiore al normale e sono in grado di danneggiare senza sforzo materiali sia convenzionali che energetici composti dai materiali più duri del pianeta;
    - I proiettili godono d'immunità ai controlli altrui di qualunque genere e presentano un'estrema resistenza alle deviazioni e ai danni da usura;
    - A inizio combattimento ogni arma personale di Edmond è già caricata con un tamburo e la bandoliera potrà conservarne un massimo di 5 aggiuntivi.


    NOTE
    - Revolver SX nella mano SX, Revolver DX nella fondina | caricatore DX 0/6 - caricatore SX 0/6
    - Glock SX nella fondina ascellare | Glock DX nella fondina ascellare
    - Globo della Costrizione aperto | Gal libera
    - Contender nella fondina dietro la vita [Proiettili dell'Infinito 2/2]
    - Abilità di Gal utilizzata, in ricarica [1/2]
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    Quella vampira era schifosamente dolce lì sotto ed era sicuro che Hilda fosse perfettamente pronta ad incassare la sua esplosiva passione ma percepirla tendersi sotto il tocco della sua lingua e rispondere ad essa con un gemito rumoroso e osceno fu sufficiente a riempirlo d'orgoglio, il medesimo orgoglio che potrebbe provare uno schiavo che soddisfa alla perfezione la sua padrona. Non esattamente il tipo di emozione che era solito ricercare ma l'unica che il suo cervello era in grado di elaborare in risposta ad un verso tanto vergognoso da parte della donna. Cercò di risponderle, cercò di tirare fuori un minimo di dignità prendendosi quella piccola vittoria su di lei e gli sarebbe stato sufficiente ritirare dentro la bocca la lingua per lasciar fluire le parole all'esterno ma quella lurida donna fu molto più rapida di lui a prendersi ciò che desiderava e lo fece soffocandoo ogni tipo di discussione tra le carni del suo sesso e del suo didietro pieno come un paio di mappamondi messi uno di fianco all'altro. Un attimo prima faticava a raggiungere il suo frutto e l'attimo non riusciva a levarselo più dalla bocca insieme al peso di tutto quel ben di Dio che lo privava parzialmente dell'aria necessaria a non morire asfissiato. L'impulso di ribellarsi venne prepotentemente soppresso in favore del suo bisogno crescente di leccare e penetrare il sesso della sua signora con sempre maggior trasporto beandosi della sua voce e dei versi che riusciva a strapparle solamente memorizzando i punti dove risultava più sensibile seguendo i movimenti dei suoi fianchi. Sembrava che attraverso il suo stesso egoismo si stesse divertendo ad "insegnare" ad Edmond dove mirare per farla godere e gridare ancora più forte e ben presto Hilda si sarebbe resa conto che il Cacciatore era uno studente molto brillante, soprattutto in quel campo. L'unico difetto di quella situazione? Vedeva solamente nero. Aveva dovuto serrare gli occhi un attimo prima dell'impatto del culone di Hilda sul suo volto e ora quest'ultimo gli impediva di vedere oltre quelle giunoniche chiappe obbligandolo a tenere gli occhi chiusi concentrandosi solamente sul suo compito e amplificando l'efficacia di ogni altro senso. Secondo dopo secondo i versi e i gemiti di Hilda iniziarono a penetrargli nella testa come veri e propri complimenti per il suo operato, invogliandolo a fare sempre di più e sempre meglio dimenticandosi molto velocemente della rabbia di poco prima. Persino il suo olfatto si affinò permettendogli di inebriarsi con la fragranza pungente e dolce del sesso della vampira che riempiva ormai la sua bocca con un sapore altrettanto esotico e che difficilmente avrebbe dimenticato negli anni a venire. Il tatto si sensibilizzò al punto che la sua pelle si tese e tremò al tocco dei grossi seni della donna contro il suo ventre percependo chiaramente i capezzoli turgidi "pungergli" gli addominali duri come una tavola di legno. Impiegò qualche attimo a realizzare che la sua foga e le sue abilità con la lingua dovevano averla obbligata a piegarsi in avanti, su di lui, e quel pensiero lo inorgoglì abbastanza da intensificare la foga con cui penetrava e faceva vorticare la lingua nelle interiora del suo sesso. Quello a cui non pensò fu che piegandosi Hilda non aveva fatto altro che avvicinarsi al suo membro così brutalmente eretto che ogni ulteriore pulsazione risultava in una scaricare di piacere e dolore in tutto il suo basso ventre. Se non avesse avuto la bocca piena delle grazie della donna si sarebbe lamentato del modo in cui la sua verga stava venendo trascurata ma quando il semplice respiro di Hilda sfiorò la sua cappella pregò di avere un momento libero per poterla implorare di non farlo. Purtroppo quelle preghiere si tramutarono solamente in mugugni soffocati e tremori impazienti delle sue gambe dai muscoli tesi e pronti ad incassare ciò che stava per arrivare... ma era impossibile essere pronti. L'Eromanzia della vampira scorreva così profondamente nei suoi circuiti energetici che quando la lingua di essa posò una volgare leccata sul suo glande, il Cacciatore emise un gemito strozzato e lamentoso da sotto di lei, un gemito lungo e a tratti simile al lamento di un uomo in agonia. Eppure non riusciva a smettere di divorare il suo sesso e anche quando Hilda leccò il suo cazzo non prima di averlo saldamente afferrato con una mano, il Cacciatore si lasciò andare ad un nuovo gemito che a fatica trovò la strada per uscire da quel tripudio di carni morbide e gustose. Quella situazione era troppo caotica e troppo piacevole per riflettere e per trovare una soluzione e ancora più problematica per cercare di mantenere un certo grado di lucidità ed era sicuro che Hilda ne fosse assolutamente consapevole. Non riusciva a più a vedere nulla, non riusciva più ad avere il controllo di nulla e tutto ciò che riusciva a fare era godere e godere quindi... era davvero così negativo? Doveva combattere e rimanere sveglio... ma doveva anche leccare la sua signora e farla gemere così che lei avesse potuto fare lo stesso con lui. Con quella confusione in testa Edmond fu ancora più vulnerabile all'assalto della vampira che avvolse la sua intera lingua in una spirale intorno alla sua verga, torturandola e succhiandola senza ritegno fino a spingerla fin nelle profondità della sua gola, fino a toccare la base del suo pube e obbligarlo a sviolinate di piacere tra le sue natiche e gemiti così rumorosi da poter essere paragonati a grida disperate. Sperò di potersi riposare, di poter riprendere fiato a quel punto ma non aveva fatto i conti con l'eccitazione galoppante di quella donna che non ebbe intenzione di lasciargli neanche un momento per recuperare. Squittì pateticamente quando la lingua coccolò il suo scroto passando come una fastidiosa serpe a stuzzicare il suo perineo sensibile. Quella stimolazione fu sufficiente a bagnare di pre-sperma il suo glande e far colare goccioline cristalline di liquido lungo tutta la lunghezza mentre l'uomo sfogava tutto il suo piacere con lamenti vergognosi che sarebbero stata musica per le orecchie della vampira. Era completamente in balia di quella strega e della sua incontrollabile foga ma questo non alleviò lo stupore di sentirsi prima afferrare e allargare le cosce e subito dopo tirare prima verso il basso e poi sollevare il bacino verso l'alto. Quel gesto improvviso fece scivolare la sua verga tra i seni gonfi di Hilda e fece mugugnare sorpreso il Cacciatore che per un breve attimo, durante quella traslazione, ebbe la bocca libera per poter parlare.
    A-aspetti... mia s-signor-mmmfffff!!!
    Il tono di voce affannato e il volto arrossato vennero prontamente schiacciati di nuovo tra le natiche di Hilda che non appena violò con la lingua l'ano dell'uomo ricevette in dono un gemito acuto e improvviso soffocato dalle sue carni. Come a volerla ringraziare, Edmond riprese immediatamente a leccare e stimolare il suo fiore mentre la sua corolla si strizzava timidamente sotto le attenzioni della donna che tra i seni avrebbe iniziato a percepire la verga cominciare a pulsare con sempre maggiore intensità, rilasciando delicati fiotti di pre-sperma che andarono a depositarsi proprio sul corpo dell'uomo sottostante data la posizione. Quella stimolazione si stava rivelando molto fruttuosa e non era difficile comprendere che l'uomo sarebbe giunto molto rapidamente all'orgasmo se la vampira avesse deciso di torturare il suo ano in modi più "invasivi" ma questo non fermò Edmond dal portare avanti il suo compito, aggiustando testa e collo per poter raggiungere con la lingua il clitoride gonfio e turgido, prima leccandolo con gusto per poi cercare di accoglierlo voracemente tra le labbra, strizzandolo il più intensamente possibile. Iniziava a dimenticare il suo spirito ribelle e la paura che un possibile orgasmo lo avrebbe portato a cedere totalmente alla malia di Hilda iniziò a trasformarsi in una speranza.

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    Non le aveva mai staccato gli occhi inquisitori di dosso e dopo il suo commento non aveva proferito parola continuando a fissare la ragazza insistentemente nella speranza che non avesse messo su un teatrino patetico per difendere Gabriel. Riusciva a percepire quell'intenzione, lo vedeva nei suoi occhi che in fondo, molto in fondo, desiderava mettersi tra lui e il suo cucciolo che doveva apprezzare davvero tanto. Quel pensiero lo disgustò ancora di più e non fece altro che far crescere l'odio nei confronti di quella povera studentessa che aveva commesso l'unico errore di infatuarsi del giovane sbagliato. Era piccolina e piena di carne nei punti giusti e in qualunque altra situazione Hecarim si sarebbe congratulato con Gabriel per l'ottima scelta del sacco di carne da farcire ma lei voleva portarglielo via e il ragazzo ci credeva davvero e quello non poteva proprio sopportarlo. Quando si scusò con lui, Hecarim si limitò ad avanzare alle spalle di Gabriel quel tanto che bastava per metterle pressione e per schiacciare maggiormente la sua virilità sul corpo del suo cucciolo ma non disse nulla per spaventarla e farla fuggire limitandosi a stringere i denti nascosti dietro le labbra serrate. Doveva schiacciare qualsiasi suo desiderio di ribellione e l'impresa si rivelò più semplice del previsto dato che fu sufficiente la sua figura di "custode" e "docente" per mettere in chiaro la gerarchia e quale fosse la scelta migliore per salvaguardare la propria vita scolastica. La ragazza indietreggiò esitante e prima ancora che Gabriel potesse recuperare la lucidità era già sparita, abbandonandola con uno sguardo che fece grugnire il centauro di fastidio. Lo sguardo di qualcuno che non si era semplicemente arreso e che sarebbe tornato per creare problemi. Quel che era importante, però, era che se ne fosse andata e che ora il suo cucciolo fosse finalmente tutto per lui, ancora una volta...
    Uh...?
    Quell'improvvisa sfuriata lo prese davvero di sorpresa tanto che il centauro ritrasse la mano che fino a quel momento aveva saldamente strizzato la natica di Gabriel, lasciando quest'ultimo libero di riposizionarsi sotto di lui offrendogli il suo miglior sguardo da animaletto ferito e furioso, che era il massimo che potesse apparire agli occhi dell'omone. Quella rabbia lo rendeva ancora più appetitoso e più carino, quell'inutile foga nel cercare di volersi liberare da lui quando non era stato capace neanche di liberarsi dal pensiero del centauro. Di conseguenza se l'obiettivo di Gabriel fosse stato quello di spaventarlo o rimetterlo al suo posto, fallì miseramente ritrovandosi davanti l'espressione arrogante e il sorriso soddisfatto di un uomo che ha ricevuto esattamente ciò che desiderava. Non si preoccupò minimamente dell'urlo che sicuramente attirò l'attenzione dei pochi studenti sparsi tra gli scaffali che però ricollegarono subito le parole a qualche battibecco amoroso... senza poi sbagliarsi di così tanto. Per quanto inusuale, ad un occhio esterno, Hecarim e Gabriel sarebbero sembrati davvero una stranissima coppietta impegnata a litigare e dopotutto non c'era modo di vederli diversamente dal modo in cui lo sguardo del centauro vagava beatamente e fastidiosamente sulla figura dello studente. Da così vicino, così eccitato e arrabbiato era ancora più bello di tutti quei giorni che aveva passato a spiarlo da lontano. Ora poteva ammirare i frutti del suo allenamento e quella muscolatura che non rovinava il suo aspetto dolcemente androgino e goloso. Le pupille guizzarono sui capelli rosati e sulla treccia dove Hecarim vide subito la sua mano stretta intento a montarlo furiosamente ovunque avesse voluto. Il suo gargantuesco cazzo sussultò a quel semplice pensiero dimenticandosi che sicuramente Gabriel non sarebbe stato così disposto ad avvicinarcisi, non con un po' di motivazione. In quel momento però l'importante era lasciarlo sfogare quindi, mentre Gabriel riordinava le parole, Hecarim tornò comodo con il braccio contro gli scaffali, incurvandosi maggiormente su di lui come a volergli negare qualsiasi via di fuga. Non aveva bisogno neanche di annusare l'aria per sentire il pungente odore di giovane uomo eccitato e la piccola erezione di Gabriel non era passata inosservata tanto che dovette trattenersi, con poco successo, al leccarsi libidinoso le labbra più e più volte mentre lo studente furioso riversava su di lui tutta la rabbia cresciuta in quei mesi di solitudine e tortura. Riuscì ad accettare ogni secondo di quella sceneggiata, guardandosi intorno di tanto in tanto notando occhi curiosi fra i libri puntati nella loro direzione attirati dalle grida strozzate di Gabriel che difficilmente poteva passare inosservato in un luogo così silenzioso anche se sopprimeva la sua voce ma quando il giovane, resosi conto di non essere Carnelia, gli vietò di avvicinarsi intimandogli che non lo avrebbe più "servito", la mano che fino a poco prima aveva stretto la sua natica scattò come una molla andando ad afferrargli le guance, stringendole in una morsa che copriva tutta la parte bassa del viso, dal naso in giù, chiudendogli anche forzatamente la bocca. Se Gabriel avesse guardato la sua espressione in quel momento (e lo avrebbe fatto perchè Hecarim lo obbligò a guardarlo) avrebbe notato una scintilla furiosa nei suoi occhi. Fino a quel momento l'arroganza aveva dominato il suo viso ma ora qualcosa di più violento e autoritario stava guidando i suoi pensieri e le sue movenze e il modo in cui stringeva con quella mano fino a fargli provare un pizzico di dolore e oppressione ne era la prova.
    Non osare mai più rivolgerti a me in questo modo, cucciolo. Non osare mai più dirmi cosa posso o non posso fare e non osare mai più mettermi allo stesso livello dei tuoi luridi clienti. Nessuna di quelle bestie da cui ti fai scopare ti apprezza come lo faccio io. Vogliono solo Carnelia, la puttana e non vedono quanto sia bello il giovane dietro quella stupida maschera.
    Si fece più avanti con tutto il corpo schiacciando la sua animalesca ed enorme virilità ancora intrappolata nei pantaloni contro Gabriel e contro la sua modesta erezione in modo tale da riuscire a sentirla contro il tessuto teso del suo indumento ormai allo stremo delle forze.
    Vuoi sapere perchè ti ho lasciato lì? Perché ho rischiato di tornare il mostro che ero una volta. Ho rischiato di fotterti fino a strapparti l'anima dal corpo e renderti un guscio vuoto ed è qualcosa che non deve succedere di nuovo. Non sono rinato per tornare ad essere la belva senza cervello di una volta... ma non potevo neanche abbandonare il mio cucciolo e ti ho osservato per tutti questi mesi e ho mantenuto vivo il mio ricordo dentro la tua testa perchè tu sei MIO, Gabriel.
    Fece scivolare il braccio contro lo scaffale verso il basso e ora senza appoggio il corpo scivolò in avanti fino a che non fu la fronte di Hecarim a toccare i libri, piegata verso il basso per poter continuare a guardare il suo dolce cucciolo sotto di lui. Il braccio continuò a scendere fino a raggiungere il cavallo dei pantaloni dello studente e senza tanti complimenti la ruvida e tozza mano afferrò il suo pacco strizzandolo con lo scopo di provocare abbastanza dolore a Gabriel da farlo squittire sotto le dita forti che ancora gli impedivano di parlare e gridare.
    Ti ho guardato a scuola, ti ho guardato tornare a casa e allenarti in palestra. Ti ho guardato uscire dalle case dei tuoi clienti vedendo come ti trattavano e come ti disprezzavano perché non eri stato capace di venire invece di vedere la bellezza nella tua disperazione. Ma non preoccuparti cucciolo mio, molti di loro dovranno preoccuparsi di cose ben peggiori di una scopata andata male ora.
    Si lasciò sfuggire una risata gutturale molto soddisfatta segno che molti dei clienti di Gabriel erano probabilmente finiti in un ospedale se non peggio, motivo per cui non veniva richiesto come prima. Il centauro aumentò la presa sui genitali di Gabriel che avrebbe iniziato a percepire di nuovo il bruciore sulla natica mentre il dolore dello stritolamento si trasformava in vergognoso piacere. Non lo stava neanche masturbando ma semplicemente stringendo ancora e ancora e più lo stringeva più il calore sul suo culetto aumentava e più esso aumentava più un bisogno che era stato tolto a Gabriel tornava a far capolino: il bisogno di venire.
    Lo senti, cucciolo? Senti questo calore tra le tue cosce? Non resistere e fammi vedere come vieni nel modo più umiliante possibile. E ora... vieni.
    L'ultima parola venne pronunciata come un ordine perentorio e in contemporanea ad esso, la stretta di Hecarim divenne ancora più poderosa mentre il calore del marchio arrivò a bruciare come l'inferno. Ma per Gabriel sarebbe stato come se i lucchetti della pesante gabbia intorno al suo cazzo fossero stati tutti aperti e finalmente poteva lasciarsi andare come gli era stato impossibile per mesi e mesi.

  5. .

    Quel morso lo stava facendo impazzire... o forse era la sua ostinazione a non volersi arrendere all'influenza vampirica di Hilda a mantenere il suo cervello in un perpetuo stato di confusione? Quando la mano della donna strinse il suo viso in seguito al suo breve momento di lucidità e odio, il suo corpo reagì in un modo che non si sarebbe mai aspettato. Un intenso calore avvampò sotto la pelle nivea concentrandosi maggiormente nel suo basso ventre dove i pantaloni in tessuto rinforzato cominciarono a soffrire la presenza sotto di essi. Era bastato quel semplice gesto ad eccitarlo al punto che i testicoli iniziarono a dolergli di fronte ai tuoi tentativi di trattenere la ruggente erezione. Scusarsi lo aveva soddisfatto ed essere afferrato in quel modo da Hilda lo aveva eccitato in modi che gli fecero ringraziare la paralisi che ancora lo teneva saldamente bloccato sul divano. Eppure lei non lo guardava intimorita ma lo fissava con gli occhi di qualcuno che non vedeva l'ora di subire altre scenate d'odio come quella di poco prima. La vampira sapeva benissimo di essere in totale controllo della situazione quindi minacce vuote non avevano alcun effetto su di lei se non gonfiarle ulteriormente l'ego e spingerla a fare ancora peggio. Normalmente un pensiero simile lo avrebbe preoccupato, lo avrebbe spinto a guardarsi intorno per trovare una soluzione che potesse tirarlo fuori ma non c'era spazio, davanti a lei, per desideri di fuga, non c'era spazio per strani piani che potessero ribaltare i ruoli perchè in fondo, molto in fondo (ma in risalita) sentiva di voler davvero vedere la sua signora fare ancora di peggio. L'espressione sadica di Hilda fece pulsare la sua virilità facendolo lamentare sotto le dita della donna che stringevano la parte bassa del suo volto e in risposta i suoi occhi si affilarono come quelli di una belva furente in risposta al suo commento. Avrebbe voluto risponderle a tono, avrebbe voluto dimenarsi e mostrare che non era un pupazzo con cui giocare ma l'unica cosa che riuscì a fare fu lanciarle quella rabbiosa occhiataccia che svanì non appena Hilda mise in mostra la determinazione di un vero alfa, strappando l'unica protezione per il suo torace che ora, totalmente nudo, era diventato preda facile per le dita affusolate della vampira che non persero tempo a toccare la pelle pallida e tesa del Cacciatore. Le sue membra tremarono in risposta al tocco alternato dei polpastrelli morbidi e delle unghie affilate e Hilda riuscì finalmente a strappare un gemito strozzato all'uomo quando le dita pizzicarono uno dei suoi capezzoli chiari che immediatamente reagì, insieme al compare, sollevandosi con la stessa energia con cui il suo membro avrebbe voluto innalzarsi da dentro i pantaloni.
    N-non prendermi in giro. S-sei una creatura disgustosa anche tu... lo sento. Sento quanto sei sporca...
    Approfittò della bocca finalmente libera e del fatto che la vampira si fosse sollevata da sopra lui per sibilarle rabbioso quelle parole, cercando in ogni modo di resistere, subito dopo, all'urgente necessità di scusarsi con lei e mostrarsi pateticamente mansueto come prima. Quell'impulso era stato così improvviso da averlo preso di sorpresa ma ora riusciva a riconoscere il suo arrivo e sopprimerlo prima del tempo. Hilda però non poteva sapere quante energie gli richiedesse compiere un'impresa simile quando avrebbe potuto semplicemente lasciarsi andare e divenire la puttana di quella vampira per chissà quanto tempo visto che sembrava l'unico suggerimento disponibile del suo cervello da quando la donna lo aveva gettato su quel divano.
    Come osi?! I Cacciatori puniscono coloro che lo meritano! La razza non impor- Fermati immediatamente!
    Quella maledetta donna era incontrollabile anche mentre le parlava! Se Hilda stava cercando di farlo sentire totalmente impotente ci stava riuscendo benissimo perché vedersi slacciare i pantaloni per poi sfilarli verso il basso senza la minima eleganza o sensualità fu solamente un gesto di puro potere. Desiderò poter muovere le gambe per renderle almeno il lavoro più difficoltoso ma, di nuovo, non riuscì a fare nulla per mettere fine a quella follia ritrovandosi in un attimo nudo come un verme di fronte a quella pazza.
    Ti ho detto di smetterla subito!
    Il suo viso rabbioso, gli occhi affilati e il tono iracondo cozzavano totalmente con la sua ora libera erezione. Nel momento in cui Hilda gli aveva sfilato i pantaloni era scattata fuori come una molla posizionandosi perpendicolare al corpo sdraiato come una meravigliosa colonna carnosa ricoperta da così tante venature gonfie e pulsanti da far temere che potesse esplodere da un momento all'altro. L'intera asta era leggermente più scura della pelle di Edmond come anche i testicoli totalmente privi anche della più timida peluria e, nonostante il Cacciatore non possedesse un briciolo di energia, sembrava emettere un potere tutto suo. Avrebbe potuto resistere al bisogno della sua mente di mettere insieme il suo cazzo e la vampira ma quello sarebbe stato possibile solamente se quest'ultima non avesse continuato a torturare il suo auto-controllo e così non fu. Erano sufficienti gli occhi di Hilda su di lui a far barcollare la sua ragione, a dipingere un'infinita moltitudine di situazioni dove la donna gridava il suo nome riempiendosi di quella carne turgida fino ad impazzire e vederla così decise nel denudarlo suggerì alla propria fantasia che forse anche la vampira avrebbe voluto assaggiare le proprie interiora. Quei pensieri avrebbero dovuto preoccuparlo ma i grossi testicoli non fecero altro che pulsare sotto il tocco delle mani di Hilda e il suo ano ebbe un sussulto alla remota possibilità.
    Dovresti ringraziare le tue stregonerie che mi tengono fermo su questo maledetto divano o saresti già faccia a terra a prendere il mio cazzo come la dannata puttana che sei!
    Vederla giocherellare col suo membro e sentirla punzecchiarlo erano sicuramente metodi infallibili per tenere in superficie la sua parte più lucida e meno mansueta. Le rispose rabbiosamente, a denti stretti con lo sguardo iniettato di sangue di una belva pronta ad attaccare ma per quanto potesse riempirla di insulti e fissarla in cagnesco era pur sempre sotto l'effetto della sua malia e di conseguenza non era assolutamente immune al suo fascino già reale e ora solamente amplificato dal morso vampirico. Nonostante fosse stato impegnato a gridarle addosso rimase estasiato da quel corpo nudo e da quel vestiario oscenamente adatto a sfogare qualunque pulsione sessuale in qualunque momento e i suoi occhi ferini non persero neanche un centimetro di quelle carni morbide e generose. Il suo membro pulsò dolorosamente segno che per quanto quella donna lo stesse facendo infuriare era totalmente assoggettato alla sua bellezza. Le sue labbra si mossero per intimarla di fermarsi nuovamente quando andò a posizionarsi con le cosce ai lati della sua testa ma la visione di quel sesso fu sufficiente a farlo salivare, obbligandolo a deglutire rumorosamente. Di nuovo il forte impulso di sottomissione tornò a farsi valere e a mettere in discussione le motivazioni della sua rabbia. Era la malia a provocare quei pensieri fastidiosi ma per quanto lo sapesse non riusciva a combatterla a differenza di quella di un normale vampiro. C'era qualcosa che la rendeva più forte, qualcosa che non riusciva a spiegare, qualcosa che frenò ogni suo desiderio di continuare ad odiarla. Il Cacciatore schiuse le labbra accumulando ogni briciolo di forza sul collo così che potesse sollevare la testa quel tanto che bastava per permettere alla lingua di guizzare fuori e piazzare su quelle labbra umide e gustose una piena leccata degna di un vero animale a cui ne seguì subito un'altra e un'altra ancora. Non era la strada giusta ma il sapore di Hilda era troppo inebriante per privarsene così presto e la consistenza del suo fiore così morbida da renderlo rapidamente impaziente. Quelle leccate divennero velocemente troppo poco e quando l'insoddisfazione crebbe al suo massimo, Edmond sibilò a denti stretti mentre le sue pupille tornarono ad affilarsi come quelle di un predatore. Raccolse le forze per schiacciare l'intero volto contro le carni di Hilda, inturgidendo la lingua per trasformarla in una vera e propria lancia che l'avrebbe penetrata il più a fondo possibile muovendosi abilmente dentro di lei alla ricerca di ogni punto sensibile da stimolare. Nella sua testa era difficile capire quale motivazione lo stesse trainando. L'odio per quella donna che voleva vedere piegarsi dal piacere? O l'insaziabile bisogno di soddisfare le voglie della sua signora? Era compito di Hilda decidere quale delle due parti continuare a far vivere e quale uccidere.

  6. .

    Abbassò lentamente la pistola ammirando i due perfetti buchi sulla colonna per poi stringere i denti e espirare tra di essi per la fatica. Era tanto che un avversario non lo costringeva a spingersi così oltre e aveva dimenticato quanto potesse essere pesante anche per lui il suo stesso potere. Almeno uno dei colpi, però, doveva essere andato a segno dopotutto le grida di Gil e la carne e le ossa che andavano in frantumi erano un campanello d'allarme fin troppo ovvio. Il ragazzo aveva già dimostrato sorprendenti capacità rigenerative e non l'aveva sentito cadere a terra come un sacco di patate e men che meno aveva udito la voce di Nimue disperata per la morte del suo amato quindi dette per scontato di aver colpito l'unico punto non vitale che aveva mirato e che Gil fosse stato capace di rigenerare anche quello. Ringhiò a denti stretti, terribilmente infastidito dalle bizzarre capacità di quel mostro e dal fatto che non riuscisse più a percepirli in maniera chiara. Era difficile capire se fossero ai piedi della colonna o aggrappati ad essa e a quale altezza, di preciso.
    Lo stai dicendo da quando ci siamo incontrati. Te la stai prendendo comoda!
    Alzò la voce per rispondere all'ennesima minaccia del suo avversario solamente per vederlo, l'attimo successivo, guizzare buffamente dal lato della colonna, aggrappato ad essa con un braccio mutato e provvisto di una gamba dall'aspetto altrettanto potenziato, frutto della rigenerazione a seguito del danno inferto dal suo ultimo attacco. Un dettaglio che non sfuggì ai suoi occhi dorati fu la totale assenza di Nimue. Che fosse rimasta dietro la colonna? O stesse preparando un attacco a sorpresa? Trovava improbabile la seconda opzione dato che la ragazza non aveva dimostrato nessuna capacità combattiva dall'inizio dello scontro quindi era più plausibile che Gil l'avesse parcheggiata da qualche parte per evitare che lui avesse potuto ferirla. Che quello fosse un clone e che i due sposini fossero appesi dietro la colonna impegnati a pomiciare erano informazioni che Edmond non avrebbe potuto estrapolare in nessun modo quindi il Cacciatore decise di fare la cosa più ovvia: concentrarsi sul Gil che aveva di fronte. Mentre il suo avversario richiamava il suo spadone, l'uomo spostò leggermente il corpo di lato sollevando l'arma da fuoco nella sua direzione. Ciò che avrebbe dovuto attirare l'attenzione di Gil, tuttavia, non era la bocca di fuoco nuovamente puntata a lui ma la creatura antropomorfa già in posizione con le zampe piegate. Fino a poco prima celata dietro il corpo di Edmond, Gal avrebbe immediatamente fatto forza con le muscolose zampe posteriori per poi saltare verso il suo avversario, allungando fino alla loro massima estensione le lame sui dorsi delle mani e sul collo dei piedi, tenendo le zampe anteriori incrociate di fronte a lei. Nonostante l'assalto, però, Edmond non le avrebbe dato il tempo di raggiungere Gil sfruttandola come un vero e proprio ostacolo visivo per il ragazzo. La revolver puntata verso di lui venne rapidamente ricaricata dalle tecniche Risonanza dell'Anima e Intuizione Rapida mentre il Cacciatore non esitò un solo istante a premere il grilletto esplodendo una nuova rumorosissima Perla Oscura perfettamente allineata con il corpo di Gal in modo tale da colpirla al cuore e colpire successivamente al cuore anche il suo avversario. Di nuovo l'ombra dietro di lui prese forme seguendo i movimenti del suo braccio, generandone uno d'energia equipaggiato con la medesima revolver che emulò l'attacco di Edmond direzionandolo verso il braccio che impugnava il grosso spadone. Un altro grosso tamburo si polverizzò di fronte a quell'evento mentre entrambe le Perle Oscure minacciavano di bucherellare la povera Gal solamente per arrivare al loro bersaglio. Ciò che il ragazzo non poteva immaginare è che nell'istante in cui quei colpi avessero raggiunto la carne della Yogami... semplicemente l'avrebbero attraversata come se lei non fosse stata presente nella loro traiettoria, sbucando oltre lei con la stessa sorpresa con cui avevano perforato senza fatica il marmo della colonna. Sbuffò affaticato dopo quell'ennesimo colpo e le gambe tremarono pericolosamente. Era chiaro che non poteva andare avanti così ancora per molto e anzi, forse anche per molto meno di quanto avesse immaginato.

    STATUS FISICO
    Perfetto. Molto affaticato.
    Gal: Perfetto.


    STATUS PSICOLOGICO
    Fremente.
    Gal: Eccitata.


    ENERGIA
    20/100
    Gal: 60/60


    TECNICHE UTILIZZATE
    Risonanza dell'Anima
    Tecnica che fa da pilastro a tutto il potere di Edmond. Concentrando la forza oscura della sua anima così da farla entrare in risonanza con il proprio sangue argentato e le rune presenti sulla bandoliera, il Cacciatore è in grado di plasmare un tamburo carico di proiettili o nella propria mano o direttamente all'interno di una delle sacche della bandoliera così da non ritrovarsi mai senza proiettili.
    Costo: 5

    Intuizione Rapida
    Normalmente un tamburo generato dal potere di Edmond va inserito manualmente all'interno dell'arma ma attivando questa tecnica è possibile trasferire un tamburo presente nella bandoliera oppure un tamburo appena generato dalla tecnica Risonanza dell'Anima direttamente all'interno di un'arma da fuoco scarica che possa accoglierlo.
    Costo: 5

    Perla Oscura
    E' possibile attivare questa tecnica solamente con il caricatore pieno. I sei colpi all'interno del tamburo si fonderanno in un singolo proiettile dal colore nero e lucido, simile a ossidiana, dalle dimensioni raddoppiate rispetto al normale (quindi 15 cm di lunghezza e 3 cm di diametro) e dalla potenza di penetrazione potenziata.
    Costo: 10


    POTERE
    ● Livello 4
    - I proiettili hanno una capacità di penetrazione estremamente superiore al normale e sono in grado di danneggiare senza sforzo materiali sia convenzionali che energetici composti dai materiali più duri del pianeta;
    - I proiettili godono d'immunità ai controlli altrui di qualunque genere e presentano un'estrema resistenza alle deviazioni e ai danni da usura;
    - A inizio combattimento ogni arma personale di Edmond è già caricata con un tamburo e la bandoliera potrà conservarne un massimo di 5 aggiuntivi.


    NOTE
    - Revolver SX nella mano SX, Revolver DX nella fondina | caricatore DX 0/6 - caricatore SX 0/6
    - Glock SX nella fondina ascellare | Glock DX nella fondina ascellare
    - Globo della Costrizione aperto | Gal libera
    - Contender nella fondina dietro la vita [Proiettili dell'Infinito 2/2]
    - Tamburi [1/3]
    - Tamburo #1 in rigenerazione [1/2]
    - Tamburo #2 in rigenerazione [0/2]
    - Abilità di Gal utilizzata, in ricarica [0/2]
  7. .

    Ogni secondo in quel luogo insieme a lei metteva sempre più a fuoco il modo di pensare che la vampira gli aveva forzatamente inculcato nella testa. Le sue vecchie e spiacevoli esperienze lo avevano visto in parte resistere alla malia del morso di quelle creature al punto da riuscire a combattere attraverso l'impulso di arrendersi al suo "padrone" ma con Hilda si stava rivelando molto diverso. Era difficile delinearne i motivi ma quella donna era riuscita a far germogliare tra le sue sinapsi non solo il concetto di sottomissione ma anche l'incrollabile convinzione che lei fosse l'alfa assoluta, in ogni ambito gli potesse venire in mente e quello era un modo di pensare complicato da contrastare soprattutto in presenza della sua stessa, maledettamente bella, aguzzina. Era stata forse l'aggressività con cui l'aveva morso? Che lui sapesse l'intensità del morso non aveva mai influito sulla forza della malia quindi doveva essere qualcos'altro, qualcosa che rendeva Hilda una vampira unica nel suo genere. E di certo lo era, unica. Quel corpo era provvisto di curve pericolose tanto quanto lei, curve che avrebbe voluto mordere e leccare solamente per essere morso e punito ancora e ancora e ancora... strizzò gli occhi cercando di recuperare la lucidità invano perché anche se era riuscito ad accantonare quei pensieri, essi ancora sussurravano in un angolo della sua testa ricordandogli che lui era solo il cuscino dove la sua signora si sarebbe seduta per rilassarsi. Un pensiero bizzarro ma che fece pulsare di nuovo la sua erezione, perversamente contenta di una tale possibilità e soprattutto incredibilmente soddisfatta dal modo in cui Hilda la guardava e osservava il Cacciatore per intero. Il suo buonsenso gli gridava di agire, di saltare via da quel divano, prendere le sue pistole ed eliminare quella creatura il prima possibile ma come un novello Pinocchio che ignora i consigli del Grillo Parlante, Edmond iniziava a faticare a non ritenerla semplicemente la sua padrona, rimanendo quindi, docilmente, sdraiato su quel divano ancora indebolito da quell'attacco improvviso ed eccitato dall'eromanzia che gli scorreva in corpo.
    A-Aspet-UFF! Un pizzico di ribellione fece capolino quando la donna cominciò a concretizzare i suoi pensieri di poco prima. Non gli fu difficile anticipare le sue intenzioni di usarlo come un divanetto dalle sue movenze ma ciò che riuscì a fare nel tentativo di fermarla fu solo biascicare debolmente un timido e spaventato "Aspetta" che venne crudelmente troncato dalla pesantezza e la morbidezza del corpo di Hilda contro il suo bacino e più precisamente contro la sua esplosiva erezione che si ritrovò intrappolata e premuta in un tripudio di cosce e genitali femminili di cui quasi riusciva a delineare la forma soltanto attraverso il contatto col suo membro. Al momento dello "schiacciamento" l'intera muscolatura del Cacciatore si tese in risposta all'impatto per poi rilassarsi immediamente come a volersi abituare alla presenza della propria signora su di essa e nella testa dell'uomo iniziò a nascere un lieve senso di rabbia verso se stesso per aver anche solo pensato che Hilda potesse essere "pesante" su di lui e non che invece fosse il suo cazzo a non essere stato pronto ad accoglierla e farla stare il più comoda possibile. Si morse l'interno delle labbra inferiori per trattenere l'impulso di scusarsi con lei mentre le gambe tremavano martoriate dal piacere e dal dolore dei suoi gioielli schiacciati dal peso di un corpo intero. Ci pensò Hilda, però, a rompere il ghiaccio con un commento sulla sua "gente".
    Estinti m-mia signora? I C-Cacciatori sono ovunque...
    Si sentì in assoluto dovere di risponderle nonostante la vampira non sembrasse particolarmente interessata alle sue parole che di nuovo fluirono fuori forzatamente come se il Cacciatore avesse intenzione di proferire parole molto diverse nei confronti della donna. Lo sforzo era maggiore quando la definiva "sua signora" ma una dominatrice naturale come lei avrebbe potuto notare come la resistenza di Edmond si stesse facendo, anche se ancora molto presente, sempre più debole parola dopo parola al punto che quando Hilda allungò le mani sulle sue pistole per sfilarle e farle cadere a terra, il Cacciatore non sentì lo stesso spasmo muscolare che suggeriva una voglia latente di intervenire per fermarla. Non aveva bisogno di quelle pistole, soprattutto se mettevano in pericolo la sua bellissima signora.
    C-conosco Mario... è un m-mio informatore a R-Roma... mi ha indicato l-lei ma non credo fosse t-totalmente convinto che f-fosse la colpevole... a-aspetti!
    Cercò di risponderle ancora ma l'ultima parola guizzò fuori con un tono più acuto del normale e ora che Hilda poteva guardarlo meglio in volto avrebbe potuto ammirare i suoi tratti incredibilmente delicati, più simili a quelli di una preziosa bambola di porcellana decorati da occhi brillanti come perle dorate dalle pupille ferine e minacciose. Un volto sicuramente inquietante e bello allo stesso tempo ma che in quel momento era sporcato da un rossore intenso dovuto ai movimenti dei fianchi della donna che lo fecero nuovamente tendere rigido come una tavola da surf mentre strizzava gli occhi in preda alla disperazione di un piacere troppo intenso da gestire. Sentiva l'impulso di ringraziarla per quelle sensazioni così intense ma era ancora abbastanza lucido da risparmiarsi commenti troppo umilianti.
    S-Sono di Londra e sono qui per ammazzare q-quel vampiro...
    I suoi occhi dorati divennero affilati come rasoi a quelle parole come se in quella dichiarazione il Cacciatore stesse tentando di includere anche lei ma il dolce tocco della vampira sulla sua pelle era sufficiente a provocare intensi brividi su di essa. Hilda, però, gli aveva posto la domanda giusta, la domanda adatta a risvegliare, anche se per un breve attimo, l'uomo nascosto sotto la malia che lei gli aveva gettato addosso. L'uomo che era stato attaccato, morso, rapito, privato delle sue armi e ora tormentato da una creatura della notte fin troppo arrogante e piena di se.
    E dopo di lui sarai tu a morire brutta p-puttana...
    Vomitò quell'ultima frase con tutta la rabbia che il suo corpo riusciva a produrre, piegando il viso in una smorfia furiosa per poi fare i conti, immediatamente, con un improvviso e profondissimo senso di colpa che mutò la sua espressione in una molto più mansueta e quasi... in colpa. L'intensità del contraccolpo della malia era stata proporzionale all'intensità con cui era riuscito a ribellarsi da essa anche se solo per un breve istante. Il pensiero che fosse "pesante" su di lui lo aveva fatto sentire una brutta persona ma non era bastato a piegarlo a lei e neanche il piacere dei suoi fianchi sul suo membro era stato sufficiente ad umiliarlo con un ringraziamento. Ma insultarla... insultarla fu tutta un'altra cosa e le sue labbra si mossero quasi inconsciamente subito dopo la minaccia.
    M-mi scusi mia signora... n-non volevo... Quelle parole gli vennero strappate dalla gola dalla mano di un'ombra piegata su di lui. Si sentì soffocare quando il braccio gli finì in gola e fu doloroso quando afferrò quella frase così umiliante e la tirò fuori a forza ma scusarsi con lei... lo fece sentire immensamente soddisfatto con se stesso.

  8. .

    C'era troppo troppo silenzio per essere il terreno di caccia di un mostro e, a parte l'odore femminile che il suo naso aveva percepito, non c'era nessun'altra traccia che attirasse la sua attenzione. Aveva fatto centro al primo colpo? Che fosse proprio la donna da cui Mario lo aveva messo in guardia? Era anche lei una vampira ma non poteva dimenticare la reazione del ragazzo alle sue stesse accuse... non ci credeva neanche lui che potesse arrivare ad un tale livello di follia omicida. Poco importava, l'importante era trovarla e farle qualche domanda ma dal modo in cui confondeva la sua posizione era chiaro che lei lo stesse osservando e avesse tutto l'interesse di non essere beccata quindi non aveva a che fare con una sprovveduta. L'approccio migliore sarebbe stato quello di alzare la voce e provare a farsi sentire ma quando il Cacciatore decise di mettere in atto quel piano qualcosa di inaspettato lo interruppe, qualcosa che non si sarebbe mai immaginato: era nel bel mezzo di una trappola neanche mirata a lui. Il primo segno fu l'intenso bruciore dietro al collo anticipato da una sensazione simile alla puntura di un ago e quando l'uomo allungò una mano alle sue spalle nella zona colpita constatò la presenza di un oggetto solido al tatto liscio e dalla forma che ricordava un rozzo cristallo. Non era riuscito a percepirne la presenza segno che quella donna doveva aver preparato appositamente quell'attacco per essere il più silenzioso possibile.
    C-Cazzo... Sussurrò con una smorfia di disappunto quando i primi effetti del colpo iniziarono a palesarsi sotto forma di una leggera confusione mentale e nei movimenti stessi. Dovette aggiustare la posizione delle gambe anche solo per non finire in ginocchio e strizzare un paio di volte gli occhi per cercare di recuperare la lucidità mentre si portava la mano sulla fronte nel tentativo di far passare quella fastidiosa sensazione. Lo aveva drogato? Era il suo potere? Era forse quello il modo con cui cacciava e rendeva inermi le sue prede? Non si stupì dell'infamia di un vampiro che raramente affronta in prima persona le sue vittime ma si chiese seriamente a cosa servisse irrorare il corpo della propria vittima con energia eromantica se l'unico obiettivo era quello di divorarla. Nessuna delle vittime aveva sul corpo segni di stupro... quindi che senso aveva? Fu difficile anche solo elaborare quei pensieri e quindi fu altrettanto difficile prepararsi al resto di quella trappola che non si fece attendere. Il suo primo istinto fu quello di sollevare la mano sinistra per bloccare l'arrivo di uno di quei colpi ma quando esso gli attraversò il palmo trasformandosi in un altro cristallo era chiaro che non ci fosse una maniera rapida per difendersi da tutti quelli che seguirono. Edmond si limitò a piegare il capo verso il basso e proteggersi inutilmente con le braccia mentre ogni chiodo che si conficcava nel suo corpo aumentava la sua confusione e la sua eccitazione compensata solo dall'adrenalina e dalla concentrazione. Dopotutto non poteva cedere alla passione prima ancora di aver finito la propria caccia. In più era impossibile non notare che da ognuno di quei cristalli provenisse il medesimo odore che aveva percepito nella zona. Era forse quello il motivo per cui non riusciva ad identificarla? L'odore di quei cristalli lo aveva ingannato? Quando anche l'ultimo di essi si infilò nel suo corpo superando di gran lunga la quantità necessaria di sette per metterlo al tappeto, il Cacciatore allargò le braccia portando immediatamente la mano destra ad uno dei revolver sul torace pronto ad estrarlo. Oltre alla confusione e all'eccitazione quei cristalli non sembravano provocargli altri problemi, nulla che non potesse sopportare durante un combattimento.
    Ce ne hai messo di tempo, mostro.
    Quando Hilda si palesò di fronte a lui, quello fu il suo unico commento arrogante sotto la sciarpa che celava un sorrisetto inconsapevole di ciò che aveva effettivamente addosso. Strinse la presa sul calcio della revolver, pronto ad estrarlo in un duello alla mezzogiorno di fuoco. Sfortunatamente per lui la più rapida a sparare fu proprio la vampira che mediante il suo stesso potere mise in mostra la reale essenza di ognuno di quei cristalli: vere e proprie bombe risucchia energia. Le bastò un semplice gesto per farle detonare tutte insieme e ricoprire il suo intero corpo da bizzarri fori spirituali da cui la sua energia fluì all'esterno liberamente. Anche in quel caso il Cacciatore impiegò un secondo a realizzarne gli effetti ma quando il suo corpo registrò la totale assenza di energia le immagini che di fronte a lui erano state lucide e nitide per tutto il tempo divennero improvvisamente sfocate, i suoni divennero ovattati e gli odori indefiniti. Ogni fibra del suo corpo perse le proprie funzioni facendolo crollare a terra su un fianco come se ogni osso del suo corpo fosse diventato pura gelatina. I sensi impiegarono poco tempo a tornare operativi ma anche se era in grado di vedere, sentire o odorare non c'era modo che potesse reagire a quella condizione. Poteva pensare di muovere le gambe ma esse non lo facevano e lo stesso problema valeva per le braccia al punto che anche quel semplice vestiario gli sembrava pesante come un macigno.
    ...aaaazo... Riuscì solamente a biascicare a terra sentendo chiaramente le parole vittoriose della donna. Nella sua testa quell'imprecazione era riuscita perfettamente ma nella realtà un semplice "cazzo" aveva risuonato come il vagito di un bebè piagnone. Doveva muoversi, doveva muoversi, doveva muoversi... e lo fece ma tristemente non per merito proprio. La donna dimostrò una forza non indifferente a tirarlo su in quella maniera e quando lo mise al muro gridandogli addosso frasi senza senso, almeno per lui, l'unica risposta che ricevette furono frasi dal contenuto simile a "ma che cazzo stai dicendo puttana impazzita" trasformate però in simpatiche costruzioni di vocali e altre vocali che inutilmente cercava di sostituire le consonanti totalmente assenti. Non c'era modo che Hilda potesse comprendere il fatto che Edmond non avesse idea di ciò che stesse dicendo e che soprattutto stesse cercando di informarla che non era lui il vampiro a cui, evidentemente, entrambi stavano dando la caccia. Era troppo furiosa e sfogò quella furia prima sul vestiario che gli celava il viso e poi su quello che proteggeva il suo collo. Volle pensare che una volta così vicini si concesse il tempo per ammirare la bellezza che Mario gli aveva descritto ma in realtà era troppo confuso anche per riempirsi gli occhi della magnificenza della creatura rabbiosa di fronte a lui che puntò a fare ciò che ogni vampiro fa: mordergli il collo. Di nuovo il suo cervello gli intimò di muoversi, di levarsi da quella situazione ma era semplicemente impossibile per i suoi muscoli mettere in atto un comando così semplice. Quando Hilda si schiacciò su di lui, un istante prima di morderlo, Edmond si rese anche conto che i suoi pantaloni stavano disperatamente contenendo un erezione bestiale su cui la vampira si premette senza nessuna pietà affondando i canini nel collo senza che il Cacciatore opponesse la minima resistenza. Non era del succhiare il sangue che aveva paura ma di quello che fece un attimo prima. Gli era già capitato e la sensazione era quella di qualcosa che mette a soqquadro la tua anima per sostituirla con qualcosa di diverso e fastidioso, una personalità che di solito si identifica come lo schiavo del vampiro. Non c'era modo che potesse resistere a quella malia con un morso diretto ma la soddisfazione di vederla sputare il suo sangue viziato dall'argento non ebbe prezzo. Le avrebbe riso in faccia se non fosse stato paralizzato da testa a piedi e se lei non l'avesse improvvisamente mollato a terra facendolo ruzzolare come un sacco di patate senz'anima. Borbottò una smorfia di dolore roca e senza nessun significato ma già percepiva nella sua testa dei sussurri che gli confondevano ancora di più i sensi ma in maniera differente da come lo avevano fatto i cristalli. Se prima aveva avuto difficoltà a pensare che Hilda fosse bella ora il suo cervello si sforzava di farlo e addirittura lo faceva sentire in colpa per averla derisa mentalmente del suo strozzarsi con il suo sangue. Se non fosse stato paralizzato avrebbe percepito l'impulso di aiutarla e di scusarsi e ne era sicuro perchè anche da immobile, a terra, accartocciato in modo quasi umiliante, le sue sinapsi gli suggerivano di fare esattamente quello. Le rispose solamente con un movimento degli occhi a quella domanda improvvisa per poi grugnire nuovamente quando Hilda lo sollevò di peso per metterselo in spalla. Era così forte la sua signora. gli suggerì di nuovo il suo cervello ma ogni tentativo di riprodurre quel commento si risolse solamente in una serie di biascichii senza senso simili a quelli di un uomo pesantemente ubriaco. Non era chiaro dove volesse portarlo e anche quando lei lo poggiò su un divano ancora coperto di celofan gli fu difficile mettere a fuoco il posto, di certo una delle tante case abbandonate che... sgranò gli occhi nel sentire il contatto improvviso delle labbra della donna sulle proprie e anche se fu molto breve, fu sufficiente a far pulsare la sua ancora totalmente presente erezione che per tutto il tragitto sulle spalle di lei non aveva fatto altro che premersi su uno dei seni della vampira aggravando solamente la sua già disperata situazione. Quel bacio fu come un soffio vitale che fece tornare operative, anche se in modo minimo, alcune sue funzioni base come la comunicazione. Gli veniva ancora difficile parlare e la mancanza di energie non era l'unico motivo. Si sentiva mostruosamente eccitato.
    T-tu devi essere la v-vampira di cui mi ha parlato M-Mario... sono un Cacciatore e... mi c-chiamo... Tentò di fare resistenza all'immensa necessità di rivelarle tutta la verità. Non c'era motivo di mentirle e non doveva osare mentire alla sua bellissima signora quindi le avrebbe rivelato ogni minimo dettaglio della sua venuta. ... E-Edmond Dantes... s-sono qui per cacciare... un v-vampiro impazzito... p-pensavo fosse lei m-mia s-s-s... signora...
    Non riusciva a frenare la parlantina ma era indubbio che si stesse impegnando moltissimo per farlo. Di certo qualunque altro soggetto avrebbe parlato come un fiume in piena invece il Cacciatore di fronte a lei vomitava ogni parola come fosse un sasso pesantissimo che gli stava venendo forzatamente strappato dalla gola. Era indubbiamente sotto il suo controllo ma se Hilda avesse avuto anche solo una minima conoscenza di un Cacciatore avrebbe saputo della loro fortitudine mentale, l'incrollabile forza di volontà e... il piacere nel fare fuori bestie come lei.

  9. .

    La reazione del piccolo Arky fu un vero balsamo per gli occhi affaticati dal piacere di Edmond, una vera e propria boccata di godimento pari soltanto alla dolce tortura a cui lo aveva "inconsciamente" sottoposto il suo padroncino durante il tragitto fatto di strattonate alla gola che lo privavano del respiro e facevano pulsare il suo cazzo e lussuriose strizzate alle povere gonadi gonfie capaci di portarlo ad un passo dall'orgasmo ogni volta. Era sicuro che il suo tenero amante non avesse sempre avuto bisogno di riprendere l'equilibrio ma quella consapevolezza non faceva altro che far avvampare le sue membra e arrossargli le guance ogni volta che posava lo sguardo su di lui, così docile e timido nelle parole ma spietato nei gesti e nelle voglie. Quell'ultima volta non fece differenza e nel momento in cui percepì l'esitazione e l'imbarazzo sul viso di Arky l'anima del Cacciatore si avvampò di un desiderio che normalmente l'avrebbe spinto a gettarsi su di lui per fotterlo fino allo svenimento ma che ora gli suggeriva necessità ben diverse. Si leccava già le labbra al pensiero di quello che Arky gli avrebbe fatto di lì a poco e nonostante l'imbarazzo del ragazzo, Edmond non ebbe nessun dubbio sull'esito della sua scelta. Quello che non si aspettò, invece, fu il piccolo gesto punitivo che accompagnò la discesa di Arky e che fu sufficiente non solo a prenderlo di sorpresa ma addirittura a farlo squittire di piacere per poi portarlo a mordersi il labbro per non lasciarsi andare a gemiti ulteriormente depravati ed umilianti. Arky sottovalutava la sensibilità dei testicoli di Edmond e l'effetto che quel guinzaglio aveva su di essi ma l'uomo non aveva potuto ignorare la forte scarica che dal sul basso ventre era risalita fin dentro al cervello, sconquassandolo al punto da fargli tremare le ginocchia. Riuscì però a tenere la testa alta, seguendo i movimenti di quella giovane creatura meravigliosa mentre scendeva dalla sua schiena e ora, in piedi, metteva in mostra la sua ruggente erezione totalmente contrastante col suo delicatissimo e androgino aspetto. Dovette inghiottire un paio di volte grossi grumi di saliva invano visto che l'attimo dopo si ritrovò nuovamente con la lingua immersa in essa mentre i suoi occhi sgranati ed estasiati ammiravano quel totem di carne turgida rafforzata dall'influenza di quell'innocente incantesimo. Quel cazzo sembrava pronto a scoppiare da un momento all'altro e la sua superficie tesa e lucida era solcata da vene gonfie che le pupille di Edmond non riuscivano a smettere di fissare e delinearne il percorso, giungendo sempre o alla cappella gonfia e gustosa o alle palle piene della "bevanda" che l'avrebbe dissetato fino alla fine del loro viaggio verso la camera da letto. Non smise di fissarlo neanche quando si mosse intorno a lui per metterglisi di fronte e tanto meno quando lo ebbe davanti la faccia.
    Il tuo cazzo è meraviglioso padroncino... Riuscì a commentare a bassa voce mentre Arky si posizionava davanti la sua cavalcatura presentando la sua verga turgida leggermente bagnata sulla punta da una goccia cristallina di pre-sperma. Non era una sorpresa cosa sarebbe successo di lì a poco e Edmond non ebbe nulla da aggiungere, inarcando il collo in avanti per potersi avvicinare, posando un timido e servile bacio sul glande bagnando quindi le labbra con quel liquido cristallino prima di schiuderle e uscire la lingua come un perverso tappeto rosso di benvenuto non appena percepì le mani di Arky imboscarsi nella sua chioma argentea. Sapere di un avvenimento incombente, però, non significa sapere di essere pronti ad incassarlo e non appena il suo giovane padrone decise di riempire la sua bocca e la sua gola con ogni centimetro di quella colonna carnosa e marmorea senza la minima pietà abbattendo ogni vana difesa che le sue interiora provarono ad opporre al punto da fargli sentire il sapore delle sue palle sulla lingua e sulle labbra schiacciando la parte superiore del viso sul suo glabro pube, Edmond venne. Ma non venne in maniera graduale e piacevole. Venne in maniera esplosiva, sgranando gli occhi ed emettendo un guaito disperato mentre il suo cazzo alzava bandiera bianca, espellendo in una sola volta una vera e propria pozza di sperma denso sotto di lui e tra le sue gambe sentendo chiaramente le sue gonadi contrarsi furiosamente spremendo ogni goccia dell'orgasmo imminente che lo aveva accompagnato dallo schiaffo di Arky. Non ebbe il tempo per riprendersi, il tempo per recuperare fiato che il suo padrone fece esattamente ciò che gli aveva chiesto lui stesso prendendo immediatamente ad ancheggiare selvaggiamente mettendo immediatamente in chiaro quali fossero le posizioni di entrambi. Docili lacrime bagnarono gli occhi del Cacciatore che dovette trovare ristoro nelle morbide natiche del ragazzo dove si aggrappò con le mani come se la sua vita dipendesse da quello, aggiustando la posizione della propria gola per permettere ad Arky di scoparla ancora più facilmente e rabbiosamente, il tutto mentre il suo, di membro, non smetteva di spingere fuori densi fiotti di seme, pulsando verso l'alto ogni volta che uno di essi attraversava la povera e dilatata uretra o Arky strattonava il guinzaglio strappandogli ulteriori guaiti a bocca (e gola) piena. Se fino a quel momento Arky aveva pensato che il guinzaglio non potesse donargli energia in quantità maggiori dovette ricredersi quando il suo affondo e il modo selvaggio con cui stava possedendo il suo schiavo fecero letteralmente brillare l'artefatto di energia stringendo ulteriormente Edmond intorno al collo così da rendere le penetrazioni estremamente più piacevoli e intorno alle sue povere e abusate palle facendolo letteralmente gemere e disperarsi lascivamente mentre Arky fotteva spietatamente la sua calda gola. In più un vero e proprio torrente di energia lo avrebbe travolto ed era impossibile prevedere quali effetti avrebbe avuto sul corpicino del focoso ragazzo che in se celava l'anima di fiero drago.

  10. .

    Il polpastrello di Edmond scivolò pigramente sul touchpad del portatile poggiato sulla scrivania. Nonostante i Cacciatori avessero un'estetica molto retrò ciò non significava che non fossero al passo coi tempi. Internet poteva essere una vera miniera d'oro se si guardava nei posti giusti e i siti più underground e bizzarri erano, sicuramente e paradossalmente, quelli più affidabili per tenersi informati delle scorribande di qualche mostriciattolo. Un vampiro in questo caso. Edmond aggiustò la guancia sulle nocche dell'altra mano che sosteneva il suo capo e per un attimo lasciò andare il touchpad per agguantare la tazza di liquido caldo fumante subito a sinistra dello schermo. Se la portò alla bocca per scaldarsi la gola nelle giornate eternamente fredde dell'isola britannica mentre i suoi occhi analizzavano minuziosamente le notizie scritte a caratteri rossi su un perfettamente abbinato sfondo nero. Era proprio come gli aveva riferito Mario, il suo contatto in quel quartiere, per telefono subito dopo essere riuscito ad analizzare i corpi di alcune vittime. Poche ferite sui corpi fatta eccezione per due piccoli forellini sul collo, il lavoro di un vampiro non solo affamato e incurante della legge ma anche incredibilmente professionale e per niente guidato dalla brama di sangue. L'articolo elaborava la notizia in modo particolarmente passionale intimando la popolazione del luogo a mettere in atto tutte le stupide precauzioni contro i membri della razza incriminata: aglio, rosari e addirittura acqua santa. Poggiò di nuovo la tazza sulla scrivania, sorridendo nel constatare come tali usanze fossero ancora così presenti nei tempi moderni dove i vampiri si erano evoluti al punto da non prendere neanche più fuoco alla luce del sole. Mario aveva seguitato a spiegare che una delle sospettate per quei continui attacchi fosse una vampira residente in quel quartiere, bellissima ma pur sempre una succhia sangue, quindi una creatura dalle "abitudini impreviste" come l'aveva definita lui. Aveva percepito nel suo tono un misto di disappunto e delusione, come se gli venisse difficile pensare che tale donna fosse capace di una strage simile soprattutto nello stesso posto in cui viveva. Sicuramente una colpevole troppo comoda per una serie di omicidi portati avanti con tale perizia. Mario aveva terminato la telefonata chiedendo il suo aiuto dato che iniziava a sentirsi in pericolo in presenza di quella donna e, soprattutto, continuamente osservato subito dopo il tramonto. Edmond aveva riagganciato pochi minuti prima di accendere il portatile ma non prima di averlo rincuorato e avvisato del suo imminente arrivo. Chiuse il sito di notizie folli per passare agilmente a quello per acquistare biglietti per un viaggio a Roma.

    ***

    Nel tardo pomeriggio aveva raggiunto Roma e qualche ora più tardi era nel bar di Mario a discutere i dettagli. Il giovane gli consegnò le foto delle vittime e gli indicò una locazione comune che delimitava l'ipotetico terreno di caccia dell'assassino: una zona priva di popolazione e piena di case in ristrutturazione provvista di uno snodo importante per giungere al centro del quartiere. In sintesi una zona isolata ma di obbligo passaggio. Astuto. Mario gli descrisse a grandi linee la vampira di cui sospettava e lo stato di panico che attanagliava le persone come se nel raggiungerlo, Edmond, non avesse effettivamente notato le decorazioni appese ad ogni porta e ad ogni collo. Arrivò addirittura a fantastica che ogni persona portasse con se un paletto di legno per precauzione.
    Sai benissimo che questa roba non funziona più da decenni. Lo ammonì Edmond quando i suoi occhi caddero sul rosario semi nascosto sotto la camicia del barista che sbuffò rassegnato e consapevole che quell'attrezzo non era altro che un palliativo per la sua preoccupazione, un'illusione di sicurezza che non sarebbe servita a nulla nel momento dell'attacco. Gli occhi ferini del Cacciatore notarono il cielo scurirsi ad indicare che la notte era vicina e con esso il momento di agire. Strinse la mano del giovane Mario prima di uscire ed avviarsi nel luogo segnato.
    Edmond indossava un completo diverso dal solito. Al posto della solita camicia comoda il suo torace era protetto da un corpetto di tessuto rinforzato e saldamente assicurato al suo corpo da una serie di strette cinte che arrivava fin su al collo coprendolo a mo di protezione per morsi mentre i pantaloni da combattimento neri erano sostenuti da una tozza cinta di pelle con fibbia decorata da una testa di lupo e chiusi alle caviglie da pesanti stivali del medesimo colore, apparentemente molto tosti e adatti a prendere a calci prede ferite. Il vestiario era totalmente ricoperto da un lungo cappotto nero dalle bizzarre ma eleganti spalline simili a piccole mantelline, stretto in vita da una spessa cinta. Le maniche rialzate mettevano in mostra una blanda protezione di pelle lavorata sul braccio destro mentre entrambe le mani erano ricoperte da strettissimi guanti di pelle nera. Prima di entrare nel territorio di caccia del vampiro e iniziare le sue indagini, Edmond sollevò una pesante sciarpa sul volto fin sopra al naso per poi indossare un cappello nero dalla tesa larga capace di celare il suo viso e la sua pelle pallida a qualsiasi osservatore fatta eccezione per i suoi occhi dorati. La sua Contender era in bella mostra sul fianco sinistro mentre una cinta in obliquo sul busto sorreggeva le fondine delle due fidate revolver entrambe rivolte sul torace. Il primo luogo dove andò a guardare fu proprio il vicolo dov'era stato trovato l'ultimo cadavere e ignaro della presenza di un'osservatrice lontana e di una trappola mosse lentamente passi pesanti verso la sua destinazione nella speranza di ritrovarsi davanti proprio l'assassino che stava cercando. Edmond sapeva che non era mai così facile ma in fondo era proprio quello il bello del suo lavoro. Annusò l'aria e fu proprio in quel momento che agganciò un odore nella zona... un'odore sporco ma non disgustoso... l'odore di una bellissima e pericolosa donna.

  11. .

    Aveva ancora poco tempo prima che la coppietta di innamorati lo raggiungesse e quindi aveva poco tempo per ricapitolare ciò che sapeva del suo avversario: un tipo tendente all'ira con una forza considerevole, forse superiore alla sua e sospette elevate capacità rigenerative. La donna con lui, Nimue, sembrava essere in grado di calmare i suoi istinti più bestiali ma oltre a quello non mostrava capacità sovrumane se non un'insistente tendenza a porre domande scomode ad un avversario pronto ad ucciderli entrambi. Edmond poggiò la nuca sulla colonna, quasi infastidito dalle parole della ragazza. Era davvero capace di mentire così spudoratamente? Doveva ricordare che non fosse al corrente che lui aveva avuto diversi contatti con le sorelle della sua congrega, contatti abbastanza profondi da permettergli di memorizzare il loro timbro energetico, quindi era ovvio che tentasse di sviare il discorso. Sperava stesse cercando di giocare con la sua mente o stesse parlando a vanvera? Non conosceva l'entità del male perpetrato da lei e dal suo accompagnatore ma quei due avevano addosso l'odore di qualcosa di profondamente disgustoso, perverso e vomitevole. L'odore di omicidi e stupratori, l'odore di corruzione, l'odore di qualcosa che non dovrebbe esistere al mondo.
    Nimue, Nimue... menti così spudoratamente e ti aspetti che io risponda alle tue domande? Il tuo ragazzo ha ragione, non ho nessuna intenzione di parlare con te dei segreti del libro, tanto meno di metterci qui a discutere della cazzata che state facendo. So abbastanza su di voi per sapere che non siete creature che dovrebbero respirare, che solo la vostra esistenza mette a rischio il mondo intero e che non siete assolutamente come i precedenti che hanno provato a giocherellare con quel libro.
    Non poteva perdere tempo, non con un nemico capace di rigenerarsi quindi non appena terminò la sua frase, il Cacciatore espanse improvvisamente la sua aura oscura che con un botto sordo avrebbe ricoperto quasi completamente l'area di combattimento concentrandosi maggiormente intorno a lui con tale intensità da sollevare i capelli di Edmond come alghe fluttuanti in un mare nero e profondo e generare un denso mantello di energia nero pece a cui si mischiarono tre spesse catene con all'estremità, poggiati a terra, grossi tamburi di revolver delle stesse dimensioni di una palla da basket simili a bizzarre costrizioni per prigionieri. Rimase celato dalla colonna quindi sia Gil, sia Nimue, non avrebbero potuto assistere direttamente alla trasformazione della tecnica Affinità.
    Mi avete chiamato Mietitore ma quello che avevate davanti era solo un semplice Cacciatore.
    Si sarebbe voltato continuando ad approfittare della copertura visiva della colonna e nel farlo un nuovo caricatore sarebbe apparso nella sua revolver sinistra grazie alle tecniche Risonanza dell'Anima e Intuizione Rapida mentre la mano destra andava ad accompagnare l'altra revolver nella fondina, così da poter afferrare liberamente la sfera di costrizione di Gal con lo scopo di liberare il suo Yogami che già conscio del pericolo incombente rimase fedelmente alle sue spalle, anch'esso celato dalla colonna.
    Ora avete davanti il vostro Mietitore.
    Mentre il proprio Yogami veniva liberato Edmond avrebbe mirato la revolver sinistra, ora carica, alla superficie di pietra della colonna sfruttando i propri sensi per delineare la posizione di Gil e Nimue rispetto a lui e la propria memoria per aggiustare il tiro, abbassando di qualche grado la propria arma così che la traiettoria coincidesse con la gamba del demone più vicina alla ragazza e più precisamente il suo ginocchio. Senza nessuna esitazione avrebbe premuto il grilletto e nel compiere quel gesto uno dei tamburi si polverizzò e un'ombra composta dalla stessa energia oscura che lo avvolgeva assunse le fattezze di Edmond emulando il suo gesto mirando però, con il medesimo braccio, più in alto al centro del petto del demone. In questo modo due proiettili simultanei generati da una singola tecnica Perla Oscura sarebbero esplosi in direzione di Gil scavando in maniera chirurgica la pietra della colonna per apparire a tradimento dall'altro lato e impedire alla stessa costruzione di crollare, minacciando la carne e le ossa del giovane che aveva già provato sulla sua pelle la letalità e le proprietà dell'argento degli attacchi del Mietitore.

    STATUS FISICO
    Perfetto. Leggermente affaticato.
    Gal: Perfetto.


    STATUS PSICOLOGICO
    Fremente.
    Gal: Eccitata.


    ENERGIA
    45/100
    Gal: 60/60


    TECNICHE UTILIZZATE
    Risonanza dell'Anima
    Tecnica che fa da pilastro a tutto il potere di Edmond. Concentrando la forza oscura della sua anima così da farla entrare in risonanza con il proprio sangue argentato e le rune presenti sulla bandoliera, il Cacciatore è in grado di plasmare un tamburo carico di proiettili o nella propria mano o direttamente all'interno di una delle sacche della bandoliera così da non ritrovarsi mai senza proiettili.
    Costo: 5

    Intuizione Rapida
    Normalmente un tamburo generato dal potere di Edmond va inserito manualmente all'interno dell'arma ma attivando questa tecnica è possibile trasferire un tamburo presente nella bandoliera oppure un tamburo appena generato dalla tecnica Risonanza dell'Anima direttamente all'interno di un'arma da fuoco scarica che possa accoglierlo.
    Costo: 5

    Perla Oscura
    E' possibile attivare questa tecnica solamente con il caricatore pieno. I sei colpi all'interno del tamburo si fonderanno in un singolo proiettile dal colore nero e lucido, simile a ossidiana, dalle dimensioni raddoppiate rispetto al normale (quindi 15 cm di lunghezza e 3 cm di diametro) e dalla potenza di penetrazione potenziata.
    Costo: 10

    Affinità
    L'evoluzione del potere di Edmond, una volta attivata, espande in maniera incontrollata l'aura della sua Anima Oscura, che andrà a condensarsi alle sue spalle o, in caso indossi la sua mantella, su di essa, generando un lungo e oscuro mantello di tenebra da cui sorgeranno, lungo la sua lunghezza 3 tozze catene d'energia alla cui estremità saranno assicurate delle riproduzioni grandi quanto una palla da basket di tamburi da revolver. A prima vista di peso considerevole, catene e tamburi non saranno assolutamente un impedimento nei movimenti per Edmond e il Cacciatore, in qualunque momento, potrà distruggere uno o più dei grossi tamburi per risvegliare la sua anima, riproducendo fedelmente il semplice sparo di un proiettile o l'attivazione di una tecnica tante volte quanti erano i tamburi distrutti. Ogni 2 turni verrà generato un nuovo tamburo senza mai superare però il limite massimo. Il "doppelganger" apparirà agli occhi dell'avversario come un'ombra violacea per un breve attimo per poi scomparire e potrà sia riprodurre una tecnica nella medesima direzione di Edmond sia in direzioni totalmente diverse. In questo stato ogni movimento di Edmond lascia delle brevissime immagini residue d'oscurità e i suoi capelli fluttuano a causa della grossa mole d'energia.
    Costo: 30 + 5 di mantenimento


    POTERE
    ● Livello 4
    - I proiettili hanno una capacità di penetrazione estremamente superiore al normale e sono in grado di danneggiare senza sforzo materiali sia convenzionali che energetici composti dai materiali più duri del pianeta;
    - I proiettili godono d'immunità ai controlli altrui di qualunque genere e presentano un'estrema resistenza alle deviazioni e ai danni da usura;
    - A inizio combattimento ogni arma personale di Edmond è già caricata con un tamburo e la bandoliera potrà conservarne un massimo di 5 aggiuntivi.


    NOTE
    - Revolver SX nella mano SX, Revolver DX nella fondina | caricatore DX 0/6 - caricatore SX 0/6
    - Glock SX nella fondina ascellare | Glock DX nella fondina ascellare
    - Globo della Costrizione nella mano DX | Gal libera
    - Contender nella fondina dietro la vita [Proiettili dell'Infinito 2/2]
    - Tamburi [2/3]
    - Tamburo #1 in rigenerazione [0/2]
  12. .
    Benvenuta su hf!
    Se vuoi iscriverti al gdr ma hai un po' di difficoltà non esitare a chiedere aiuto a noi dello staff per qualsiasi delucidazione. Per il resto ti auguro una buona permanenza su hf! :tunz:
  13. .

    Aveva perso il conto del tempo da quella notte. Era passata qualche settimana? Forse un mese? Non gli era chiaro ma ricordava distintamente il tempo passato con Gabriel e quanto era stato vicino a tornare il mostro di una volta nonostante Thresh gli avesse insegnato diversamente. Pensava di potersi controllare e in un primo momento c'era riuscito ma quando il giovane aveva iniziato a pregare di smettere lui non lo aveva fatto fottendolo in ogni modo e maniera gli venissero in mente, fottendolo da umano o da centauro senza preoccuparsi se il suo corpo potesse sopportarlo. Aveva goduto come mai prima d'ora quella notte con Gabriel ma quel piacere gli era quasi costato caro ed era sicuramente costato caro alla psiche del povero ragazzo. Si era ripromesso di non romperne altri e invece Gabriel giaceva davanti a lui inerme e svenuto con un vistoso marchio sulla natica impresso proprio da lui. Non provava pietà per lui ma piuttosto timore di aver deluso se stesso e fu quello stesso timore a frenarlo e a far credere al ragazzo che tutto ciò che aveva passato non era stato altro che un sogno sfruttando il potere delle loro lanterne maledicendolo nel mentre. Quel marchio gli avrebbe impedito di venire con soddisfazione a meno che non fosse stato il centauro a permetterglielo, dopotutto lasciar andare Gabriel non significava di certo liberarlo ma solo concedergli del tempo per riprendersi.
    Approfittò di quel tempo lontano da lui per affinare le sue capacità con quei nuovi poteri e non ci volle molto prima che il centauro riuscisse a plasmare un aspetto umanoide completo e soddisfacente a differenza di quello raffazzonato di cui si era accontentato al suo primo giorno alla Sapienza, passando diverso tempo davanti allo specchio complimentandosi da solo per l'ottimo lavoro come un perfetto narcisista. L'unico dettaglio che proprio non era riuscito a modificare era stato il suo membro equino. Perchè avrebbe dovuto privarsi della sua imponente virilità in cambio di un normale pene umano? Follia. Doveva solo accettare che nessun pantalone di quella debole razza era abbastanza largo e capiente da impedire ai suoi genitali di sporgere in avanti in un gonfiore estremamente molesto e volgare.
    Modificare il suo aspetto era servito anche a insegnargli ad assumere fattezze diverse, trucchetto che usò molto spesso per seguire e osservare Gabriel vivere la sua vita tranquilla e masturbarsi su di essa e soprattutto su di lui, tenendo a freno le sue voglie galoppanti. Non era raro che lo seguisse all'uscita da scuola o mentre andava in palestra camuffato da semplice umano intento ad allenarsi come lui. Vederlo sudare, vederlo guardarsi sulle vetrate soddisfatto era una fonte di piacere insostenibile che il centauro si trovava a sfogare furiosamente nei bagni e nelle docce della struttura quando era sicuro di trovarsi totalmente solo. Era capace di sentire l'odore dolce del sudore scorrergli sulla pelle e doveva mordersi le labbra fino a farle sanguinare per evitare di stuprarlo in mezzo a tutte quelle persone ritrovandosi a sborrare copiosamente nella più totale solitudine, digrignando i denti per lo sforzo di svuotare le palle fino all'ultima goccia all'interno di stupide e microscopiche tazze del cesso. Stalkerarlo in quel modo gli aveva permesso di sviluppare la sua malsana attrazione verso quel giovane al punto da risultare mostruosamente geloso del suo secondo lavoro come Carnelia. Se Gabriel avesse pensato che le sue richieste come Carnelia stessero iniziando a ridursi soprattutto all'esterno della scuola era solo merito di Hecarim e del modo in cui riduceva i suoi clienti, in particolar modo quelli che lo trattavano nei modi peggiori, umiliandolo per la sua incapacità di venire, minacciandoli che qualsiasi altro contatto col ragazzo avrebbe portato alla loro immediata uccisione.
    Gabriel poteva quasi considerarlo il suo nascosto angelo custode ma quando Hecarim invadeva i suoi sogni la notte grazie al suo legame con il marchio che aveva sulla natica era molto più simile ad un vero e proprio demone. Il suo legame con lui gli permetteva di far riaffiorare quei ricordi sepolti e camuffarli da semplici, vividi e incredibilmente realistici sogni godendosi poi i frutti di quegl'incubi ammirandoli dal punto di vista del ragazzo stesso. Quelle notti erano i momenti in cui si sentiva più vicino a lui, in cui riusciva a percepire la sua insoddisfabile eccitazione, il suo timore e il suo desiderio mischiato ad un profondo disprezzo per quelle stesse sensazioni e non c'era mano o onahole che potesse aiutarlo a spremere fuori i suoi intensi orgasmi che finivano con l'imbrattare il suo stesso corpo disteso sul letto della sua camera all'interno della scuola. Si era sempre chiesto se qualcuno lo avesse mai sentito grugnire e ringhiare come un vero e proprio animale mentre ad occhi serrati ancheggiava rabbiosamente all'interno di quei patetici surrogati immaginando di avere sopra di se il corpo allenato e androgino del suo Gabriel.
    Si era ripetuto che avrebbe potuto resistere ancora molto tempo prima di tornare da lui ma quando Gabriel iniziò a frequentare uno sporco sacco di carne la sua gelosia salì alle stelle e con essa il suo morboso bisogno di seguirlo e tenerlo sott'occhio in tutte le loro cinque uscite. Quella puttana voleva rubarlo a lui? Non gliel'avrebbe permesso.
    Si era offerto per il ruolo di custode della biblioteca della scuola, un posto forse un po' bizzarro per un soggetto come lui, ma dalla liberazione di Thresh aveva scoperto di essere molto più curioso di quel che credeva e non era raro, quando non era impegnato ad osservare Gabriel, che non si dilettasse in lunghe sessioni di lettura riguardo argomenti di ogni genere con una preferenza alla sfera sessuale. Sapeva girasse voce di un bellissimo nuovo custode e non era strano che giovani ragazze e ragazzi frequentassero la biblioteca solo per lui ma per il centauro gli occhi erano puntati solamente sulla figura che aveva appena varcato la soglia insieme ad una nanerottola grassa nei punti giusti. Una figura che gli riempiva le pupille di selvaggio desiderio, che faceva pulsare la virilità malcelata all'interno dei larghi pantaloni e che lo portò ad abbassare la sua lettura. Quel giorno tra tutti quei libri non c'erano molti studenti, forse complice la tarda ora, quindi non era difficile immaginare che i due piccioncini che neanche si erano accorti di lui non si trovassero lì per aumentare la loro cultura ma probabilmente per consumare uno o più atti impuri. Ciò che gli fece chiudere il libro e alzare le chiappe annoiate dalla sedia, però, non fu il dovere di proteggere quel luogo dalla perversione e la lussuria della gioventù ma la focosa gelosia. Normalmente si sarebbe tenuto a distanza da lui ma l'idea che quella vacca potesse portarselo via era inconcepibile quindi se Gabriel avesse pensato, di nuovo, che quella giornata sarebbe andata bene si sarebbe dovuto ricredere quando, a fare ombra alla coppietta, sarebbe apparsa una figura imponente, alle spalle del ragazzo.
    Cucciolo mio... non ricordi di essere impegnato, OGGI?
    Il tempo che i due ragazzi avessero impiegato a capire cosa fosse successo, Hecarim lo avrebbe sfruttato per assumere la stessa posa di Gabriel sfruttando la sua altezza per sovrastarlo e poggiare il braccio sullo scaffale alle spalle della ragazza mentre l'altra mano andava ad afferrare possessivamente la natica marchiata. Quel contatto sarebbe stato sufficiente ad accendere il marchio e travolgere la mente del povero ragazzo con le stesse immagini che invadevano i suoi sogni, stavolta ancora più reali, insieme ad un torrente di piacere improvviso che sicuramente non era assolutamente pronto ad incassare. Se la ragazza avesse aguzzato la vista avrebbe potuto ammirare la figura altissima alle spalle di Gabriel. Un omone alto all'incirca due metri e mezzo vestito solamente di una camicia bianca ampissima a cui era più facile contare i bottoni chiusi che non quelli aperti, incapace di coprire del tutto il petto villoso sotto di essa. Le maniche erano arrotolate similmente a quelle di Gabriel e le mani e i polsi erano tempestati di bracciali e anelli. Alla vita una tozza cinta dalla fibbia vistosa sosteneva un paio di pantaloni cargo neri equipaggiati di una moltitudine di tasche e un prorompente gonfiore sul cavallo che andavano stringendosi sulle caviglie dove la figura terminava con un paio di pesanti anfibi neri. Il viso del centauro era distorto in un sorriso malizioso circondato dalla folta chioma di capelli raccolti in una coda e diverse treccine.
    Hecarim strinse ancora di più la presa, avvicinandosi con i fianchi per permettere al suo giovane cucciolo di percepire chiaramente la gigantesca virilità alle sue spalle che, anche se contenuta nei pantaloni, iniziava già a felicitarsi del loro riavvicinamento, continuando a tenerlo saldamente fermo sul posto irrorando la sua testa dei loro ricordi lussuriosi e depravati.
    In più... voi giovanotti non dovreste usare questo luogo per i vostri incontri amorosi.
    Stavolta lo sguardo si spostò sulla ragazza e i suoi occhi spettrali le guardarono nel profondo. La guardarono come se non fosse la prima volta che la fissavano, come se volessero gridarle di togliersi dalle palle una volta per tutte e di non rubare la roba d'altri.

  14. .

    Era sicuro che Arky fosse giunto alla conclusione che quello non era altro che un gioco di parti ed era ovvio che Edmond agisse col preciso scopo di saziare i propri bisogni. Quello che forse non riusciva a comprendere appieno era che in quel momento il Cacciatore era, o per lo meno si sentiva, totalmente sottomesso a lui. Così sottomesso che quando la piccola mano di Arky si abbattè sulla carne morbida della sua natica vibrante come una gelatina il suo mondo esplose in mille stelle luminose travolgendolo con un'ondata di piacere tale da spezzargli il fiato e strappargli dalla gola un lungo, strisciante e volgare gemito simile a quello di una depravata bestia in calore, obbligandolo a piegarsi in avanti arrivando quasi a poggiare la fronte sul pavimento mentre le gambe tremavano insieme al suo mostruosamente eretto cazzo pulsante. Era stato ad un passo dall'orgasmo e ringraziò silenziosamente ogni divinità celeste che Arky non avesse deciso di tirargliene un secondo altrimenti avrebbe rischiato di esplodere sul posto in modo schifosamente umiliante. Per la pelle pallida del Cacciatore fu impossibile nascondere il buffo segno della manata e il forte rossore che ben presto iniziò a spandersi intorno all'area di impatto come un vero e proprio marchio del passaggio di quel giovane. Era indubbio che il corpo niveo di quell'uomo fosse incredibilmente soddisfacente da schiaffeggiare se i segni rimanevano così impressi e visibili. Era qualcosa di difficile da accettare perfino per quel briciolo di coscienza propria che ancora sopravviveva nel caos della sua testa e gli impediva di divenire completamente Edwyn nel corpo sbagliato ma era innegabile che l'essenza che loro due avevano inconsciamente creato e che ora viveva nella sua testa era così infatuata di quel piccoletto da non accettare che l'uomo potesse dominare su di lui trasferendogli tutto il suo desiderio di essere sottomesso.
    M-mi vergogno padroncino! P-perdono...!
    Squittì ad alta voce subito dopo lo schiaffo tendendo le sue membra tremanti come corde di violino mettendo quindi in mostra, inconsapevolmente, la sua possente muscolatura prima di rilassarsi al gentile tocco della mano di Arky sulla schiena. Una carezza simile a quella che si riserva ad una cavalcatura e che riuscì, almeno in parte, a lenire il bruciore di quell'improvvisa punizione. Per Arky quello schiaffo sarebbe stato fonte di incredibile energia, molto più di quando si era limitato a strattonare il collare poco prima, lo stesso quantitativo e tipo di energia che era quasi riuscito a stimolare la sua trasformazione in draghetto mentre era in compagnia di Edwyn. Non fu abbastanza però per mutarlo ma avrebbe dato un nuovo indizio al funzionamento di quell'incantesimo: ogni qual volta Arky imponeva il suo volere sulla sua vittima il guinzaglio non faceva altro che potenziarlo e caricarlo di forza. Quello che ancora non sapeva è che amplificava anche la sensibilità della vittima al punto che quella semplice carezza sulla schiena per Edmond fu pari ad una lenta masturbazione tanto che i suoi testicoli si gonfiarono ulteriormente bisognosi di rilascio mentre l'uomo inarcava la colonna vertebrale in un tentativo di premersi maggiormente sulla mano del ragazzo come farebbe un gatto.
    Vuoi salirmi in groppa... sei veramente un pervertito padronc-IH!
    Cercò di essere nuovamente irritante una volta che recuperò la lucidità, ansimando, ma Arky lo prese di nuovo in contropiede avvolgendo il guinzaglio alla base dei suoi grassi testicoli portandolo a squittire di nuovo con voce acuta, sgranando gli occhi stupito. Le sue gambe tornarono a tremare e quella sensazione di oppressione che sentiva fu sufficiente a far vibrare il suo membro da cima a fondo così che dall'uretra sensibile sgorgassero nuove gocce di cristallino liquido pre-seminale, sufficiente ad allargare una patetica pozza bagnata tra le sue gambe. Non aveva preventivato una tale iniziativa da parte del suo piccolo amante che non ci pensò due volte, poi, a salire in groppa e far sentire il suo peso sulla schiena del Cacciatore. Edmond dovette mordersi il labbro inferiore per poi respirare affannosamente mentre percepiva le sue palle costrette da quel laccio e i genitali di Arky schiacciati contro la sua pelle insieme al suo morbido fondoschiena.
    A-aspetta padroncino... così non credo di riuscire ad avanz-NGH!
    Una volta accertatosi che la sua cavalcatura fosse stata pronta, Arky non aggiunse nulla, limitandosi a tirare il lato del guinzaglio stretto intorno alle sue gonadi. Un tocchetto leggero che fu abbastanza per farlo gemere vergognosamente e metterlo a tacere costringendolo ad abbassare la testa per recuperare fiato e prepararsi a partire. Il corpo di un umano non è comodissimo da cavalcare quindi quando Edmond mosse il primo passo Arky avrebbe dovuto sfruttare molto il suo equilibrio e quelle redini improvvisate per non ruzzolare a terra suscitando continui gemiti e lamenti ogni qual volta avesse deciso di strattonare le redini collegate alle gonadi del Cacciatore perfettamente consapevole di quanto sarebbe stato lungo quel viaggio in quelle condizioni, soprattutto quando il suo membro ferocemente eretto non faceva altro che strofinarsi sul pavimento lasciando una brillante scia di pre-sperma dietro di lui e una piacevole stimolazione che gli fece tornare alla mente la virile erezione che Arky aveva sfoggiato poco prima, pregna di grosse e gonfie venature che il ragazzo non sembrava più intenzionato a nascondere. Fu proprio quel pensiero, dopo aver percorso più strada possibile, a portarlo a porre al suo padrone una nuova richiesta, senza però fermare la sua difficoltosa avanzata, voltandosi verso di lui mirando con gli occhi affilati proprio la sua ruggente erezione, leccandosi le labbra voglioso.
    Padroncino il tuo cavallo ha molta sete, non può proseguire il suo viaggio così assetato.

  15. .
    Mi scuso immensamente per il ritardo. Hyp, una domanda. Gil raddoppia i punti che prende quando è solo quindi una grave = 7 x 2 = 14 però nella scheda hai messo 17 e non mi sembra di aver letto di punti extra da qualche parte. Mi è sfuggito qualcosa?

    La sua mancanza di esitazione aveva sorpreso così tanto il suo avversario? Buffo che degli esseri con un odore così nauseabondo venissero sorpresi da un atteggiamento così freddo, eppure dovevano aver affrontato una moltitudine di combattenti... che fosse la prima volta che si ritrovavano davanti qualcuno di davvero spietato? Era la prima volta che qualcuno trattava la sua donna come un nemico alla pari di lui arrivando addirittura a tentare di colpirla? La reazione di quel giovane fu di puro terrore quando si rese conto che uno dei proiettili era indirizzato alla donna insieme a lui, un tale terrore da fargli commettere un terribile errore: nominare il suo nome. Vederlo lanciarsi al salvataggio della sua compare prendendosi lui stesso il proiettile mirato al cuore di lei fu estremamente soddisfacente e non si stupì dei danni causati ma più della sua rapida rigenerazione che sostituì il braccio che reggeva la spada con qualcosa di ben più mostruoso.
    Odio quando si rigenerano... Sussurrò tra se e se poggiandosi con la schiena alla colonna, sollevando entrambe le pistole verso l'alto per poi agitarle con un rapido gesto dei polsi facendo saltare fuori i tamburi argentati prodotti dal suo potere così che svanissero nell'aria in uno sbuffo di energia oscura. Sperava di riuscire a farlo infuriare, ad annebbiare il suo giudizio e sostituirlo con un torrenziale odio nei suoi confronti, abbastanza forte da fargli dimenticare la protezione della sua bella in favore della possibilità di vendicarsi per averla messa in pericolo.
    Cazzo quanto parlate tutti e due...
    Davvero credevano che quello fosse un duello onorevole? Che avrebbe lanciato loro il guanto di sfida e non gli avrebbe mai voltato le spalle perché "le cicatrici sulla schiena di un guerriero sono il disonore più grande"? Che la ragazza non sarebbe stata un bersaglio tanto quanto lui? Non sembravano una coppia con tutte le rotelle a posto e quindi dei soggetti facilmente irritabili con un semplice commento che aveva messo in dubbio le loro parole. Quanto poteva essere difficile allontanarlo dalla donna privandola quindi della sua protezione? In un primo momento, al Cacciatore, parve una missione immensamente facile dato che la semplice intenzione di colpirla era stato sufficiente a farlo incazzare così tanto da estendere una tale pressione energetica da mettere in guardia perfino lui. Era pronto a ricaricare le sue armi quando quell'immensa aura omicida si assopì obbligandolo ad inclinarsi leggermente di lato, spiando la coppia con un occhio solo. La ragazza lo aveva fermato. Si morse il labbro inferiore, infastidito dallo scoprire che almeno uno dei due aveva un po' di sale in zucca al punto da porgergli addirittura delle domande mentre entrambi avanzano molto lentamente come una bella coppietta felice durante una passeggiata.
    Non è la prima volta che fermo dei pazzi che giocano con quel libro... e la sua nenia guida in questo luogo. Immagino che tu l'abbia sentita... Nimue. Come un canto e un grido d'aiuto ma dietro quelle parole ci sono forze con cui nessuno dovrebbe giocare. Tanto meno due mostri schifosi come voi...
    Nimue. Nimue. Annusò l'aria un'altra volta e di nuovo quel puzzo asfissiante invase le sue narici misto a quel timbro energetico così familiare... così simile a quello di Artemis e Midna con cui aveva avuto il piacere di giacere. Ecco dove lo aveva già sentito.
    Lui non so chi sia ma tu, Nimue... le tue sorelle sanno quello che stai facendo insieme al tuo cane?
    Una supposizione lanciata come una sassata ma di cui non poteva essere totalmente sicuro. Nimue era forse una strega? Da quello che Artemis gli aveva detto le streghe non se ne andavano in giro a commettere atrocità al punto da attirare l'attenzione di uno come lui e soprattutto non si abbandonavano all'oscurità così profondamente.

    STATUS FISICO
    Perfetto.

    STATUS PSICOLOGICO
    Fremente.

    ENERGIA
    95/100

    TECNICHE UTILIZZATE

    POTERE
    ● Livello 4
    - I proiettili hanno una capacità di penetrazione estremamente superiore al normale e sono in grado di danneggiare senza sforzo materiali sia convenzionali che energetici composti dai materiali più duri del pianeta;
    - I proiettili godono d'immunità ai controlli altrui di qualunque genere e presentano un'estrema resistenza alle deviazioni e ai danni da usura;
    - A inizio combattimento ogni arma personale di Edmond è già caricata con un tamburo e la bandoliera potrà conservarne un massimo di 5 aggiuntivi.


    NOTE
    - Revolver SX nella mano SX, Revolver DX nella mano DX | caricatore DX 0/6 - caricatore SX 0/6
    - Glock SX nella fondina ascellare | Glock DX nella fondina ascellare
    - Globo della Costrizione legato dietro la vita
    - Contender nella fondina dietro la vita [Proiettili dell'Infinito 2/2]
8071 replies since 19/8/2007
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