Sangue e Argento

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    Non immaginava che Hilda potesse essere così sospettosa e prudente nei confronti di un uomo che aveva letteralmente morso pochi minuti prima. Gli era impossibile cogliere le varie sfaccettature ma gli sarebbe risultato immensamente divertente poter leggere la mente della vampira terribilmente spaventata da ogni suo gesto o reazione, da ogni sua parola stranamente servile o atteggiamento sottomesso e soprattutto dall'improvviso recupero della mobilità delle braccia del Cacciatore. Si fidava così poco delle sue capacità o aveva inteso che tra le mani aveva qualcuno di davvero potente, forse anche più di lei? Di certo una piccola parte dell'uomo ancora gridava a gran voce nel profondo del suo subconscio cercando di tornare a galla e fare ciò che andava fatto. Quella piccola parte era furiosa e non riusciva ad accettare di essere caduto in una trappola così banale finendo a subire un destino simile... ma per quanto quel granello di lucidità potesse alzare la voce nessuno lo sentiva lasciando il posto al suo lato più perverso e indecente che la stessa malia della donna aveva messo in risalto, il lato di Edmond che più metteva in mostra la sua depravazione e assoluta assenza di auto-controllo. Nel pieno delle sue facoltà mentali poteva gestire la sua libidine e la sua passione ma Hilda lo aveva corrotto a pensare che lei fosse in cima alla piramide, che lei fosse una creatura a cui doversi assoggettare senza fare troppe domande, che fosse la sua signora e la sua assoluta padrona e che non ci fosse nulla di sbagliato a sottomettere il suo intero corpo al suo volere. Aveva combattuto contro quella corruzione ma il piacere di quel primo orgasmo lo aveva spinto troppo nel profondo per poter tornare in superficie a riprendere aria e ora, mentre annaspava disperatamente per tornare ad essere se stesso, poteva solamente essere l'amante servile della bellissima donna di fronte a lui a cui non riusciva ad attribuire un aggettivo o un complimento che nella sua testa non risultasse riduttivo o banale. Gli faceva comodo pensare che fosse tutto merito della stregoneria della vampira ma la realtà era che gli stava piacendo da impazzire il modo con cui lei lo guardava in un mix di desiderio e incredulità, meravigliosa come plasmata per essere la rappresentazione concreta della lussuria sul pianeta Terra.
    T-tutto bene mia signora? La vedo confus-nnnnggggaaaahhhh!
    Era eccitato da morire, ubriaco del veleno iniettatogli nel collo e in tutto il corpo dalla vampira ma il suo sguardo appesantito dall'impazienza riuscì a notare la reazione di Hilda al modo con cui aveva deciso di offrirsi a lei, la reazione di qualcuno che non ha neanche inserito nella lista un'evenienza simile. Credette di aver commesso un errore, che non fosse quello il modo corretto di concedersi alla sua padrona e per un attimo fu pronto ad interrompere tutto, a scusarsi con lei per l'arroganza con cui le si era rivolto con quelle parole che sembravano più un ordine che una richiesta ma non ebbe tempo neanche per terminare quella frase, non ebbe tempo neanche per elaborare il suo errore nei confronti dei pensieri della donna che desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Percepì il cazzo e la cappella di Hilda sussultare e pulsare con forza contro la carne delicata e sensibile del suo ano e fu sufficiente a troncare la frase per poter serrare prima le labbra e subito dopo aprirle così da poter inspirare profondamente e incassare la scarica di piacere che quel semplice contatto gli provocò... ma poteva sopportarlo, poteva rilassarsi e recuperare fiato pronto a ricevere la sua intera virilità... se solo la vampira glielo avesse concesso. A quel breve attimo ne seguì immediatamente un altro che spezzò in due non solo la sua anima ma anche il suo povero culo perchè la donna ormai spinta dal mero istinto decise immediatamente di spingere dentro di lui dilatando e conquistando l'ingresso delle sue carni con incredibile facilità. Il Cacciatore gettò la testa indietro, spalancando la bocca che emise un depravato lamento andando a mescolarsi col lungo gemito della sua signora. Volle poter dire che le sue interiora fossero fatte per accoglierla senza problemi e che si sarebbero inchinate al passaggio della sua carne turgida e calda ma non fu così. Nonostante fosse scivolata al suo interno molto facilmente, la vampira dovette sudare ogni centimetro e più strada percorreva più la voce di Edmond cresceva e con essa la pressione della sua mano contro i suoi stessi testicoli che mai aveva lasciato e che ora stavano quasi fungendo da valvola di sfogo. L'altro braccio, che prima aveva tenuto dilatata la pallida corolla di carne, cedette verso il basso finché con i polpastrelli il Cacciatore sentì il freddo del pavimento.
    P-Padrona! Prendetevelo tutto! Il mio culo è totalmente vostro e del vostro meraviglioso cazzo!
    Piagnucolò ad alta voce l'uomo alternando le parole a grugniti strascicati e gemiti incontrollati mentre la vampira dominava e schiacciava la resistenza di quello stretto canale che via via andava modellandosi e sottomettendosi alla sua forma e le sue considerevoli dimensioni, strisciando dentro di lui, tormentando la sua povera prostata al punto da fargli vedere le stelle. Contro la foga di Hilda, il suo corpo e i suoi muscoli si tendevano senza una logica precisa come a voler ricercare una maniera efficace per sfogare e incassare le insopportabili stilettate di piacere e dolore con ben poco successo. La corolla dilatata bruciava come l'inferno e quella mostruosità intenzionata a riempirlo fino alla base lo stava letteralmente facendo impazzire tanto che quando Hilda completò la sua opera Edmond era già in uno stato pressochè pietoso, ansante come se avessero scopato da almeno una ventina d'ore senza sosta. Cercò di recuperare fiato e di smetterla di mordersi il labbro inferiore ma le pulsazioni insistenti di quella nerchia conficcata nelle sue interiora erano sufficiente a farlo gemere debolmente, facile preda della sua amante. Squittì stupito nel sentirsi afferrare una grossa ciocca di capelli dietro la nuca ma prima che i suoi occhi socchiusi potessero mettere a fuoco cosa stesse accadendo, la vampira era già piegata su di lui decisa a prendersi non solo il suo culo ma anche le sue labbra carnose, umide e gonfie che, a differenza del suo didietro, esercitarono molta meno resistenza. Le ciglia di Edmond vibrarono in estasi mentre la sua bocca si schiudeva docilmente e si lasciava schiacciare e riempire dalle labbra e dall'invadente lingua di Hilda a cui il giovane cercò di rispondere a tono per quanto possibile. Voleva tenerle testa almeno in quello e mentre le proprie di labbra si mescolarono a quella della vampira, la sua lingua umana cercò di combattere valorosamente contro il prensile e oblungo invasore su cui cercò di avvolgersi aggressivamente. In quella posizione la donna avrebbe schiacciato tra i loro ventri il povero membro dell'uomo che nonostante le pulsazioni e la stimolazione del suo ano non riusciva ancora a recuperare un'erezione completa, complice il probabile blocco mentale impostogli dalla vampira stessa che lo vedeva come suo totale sottoposto.
    Mi scopi duramente padrona, la supplico...
    Quando le loro labbra si divisero lentamente il collo dell'uomo si inarcò per poterla seguire e recuperare quel contatto, sussurrandole in risposta quell'ennesima disperata richiesta che non tardò a ricevere una risposta. Inspirò nuovamente serrando i denti mentre le sue povere interiora venivano quasi rivoltate dall'uscita dell'erezione di Hilda e non potè fare altro che gridare con altrettanta disperazione quando la donna lo riempì con molta più decisione e autorità stavolta mettendo in chiaro che nessuna resistenza poteva fermarla. I loro bacini schioccarono con un rumore umido ed indecente e di nuovo l'uomo si ritrovò a sfogare il suo piacere nella bocca della sua selvaggia amante che non sembrava volersi arrendere al fatto che lo avesse riempito del tutto, premendo contro di lui al punto da schiacciargli il capo contro il poggiolo del divano e fargli sentire al massimo possibile la consistenza della sua ruggente erezione.
    N-No! M-AH!-rio non ha voluto d-dirmi troppo su di l-EH!-i per non sentirsi tr-OH!-ppo in colpa!
    In un tentativo di alleviare il proprio senso di colpa per aver venduto Hilda ad un Cacciatore, Mario aveva fornito ad Edmond solamente i dettagli per poterla riconoscere ma null'altro che riguardasse il suo nome o la sua occupazione ma il tentativo dell'uomo di raccontare alla vampira questo inaspettato aneddoto si rivelò più difficile del previsto visto che si trovò a farlo proprio mentre la sua amante cominciò a smettere di penetrarlo lentamente cominciando ad ancheggiare con maggior velocità e forza decisa a sottometterlo con la sola forza di quel brutale cazzo e così, ogni volta che si trovava pieno della sua carne eretta e crudele a seguito di un forte schiocco provocato dall'impatto dei loro bacini e delle palle di Hilda contro la sua pelle pallida la sua voce piagnucolante subiva un improvvisa impennata nella tonalità per poi venir condita da gemiti capaci di prolungare inutilmente alcune vocali così da renderlo solamente più buffo.
    La prego mia signora! AH! Desidero sapere il suo nome! Mi dica... AH! ... cosa devo fare per scoprirlo! Farò di tutto!
    Sollevò entrambe le braccia cercando di cingerle il collo con le mani e a quel punto, dopo quell'ultima preghiera, non ebbe più la forza di emettere suoni che non fossero pregni di perversione, lussuria e godimento, biascicando di tanto in tanto con un filo di voce proprio le parole che Hilda adorava di più sentirgli uscire dalla bocca. Ora che non aveva più nulla da dire Hilda poteva finalmente ammirare il suo viso totalmente devastato dalla foga con cui la vampira spingeva il suo cazzo dentro di lui e riempiva la buia stanza solamente con i suoni umidi e ritmici del loro amplesso. Edmond non sapeva dove guardare e i suoi occhi faticavano perfino a rimanere aperti almeno quando non inarcava il collo in avanti per cercare di scrutare la verga della sua amante sparire nelle sue interiora. Le sue labbra umide e arrossate dai precedenti focosi baci erano diventati ancora più invitanti soprattutto quando il Cacciatore le mordeva nel vano tentativo di alleviare il piacere provocato tanto dalle penetrazioni tanto dai momenti in cui il suo didietro combatteva contro il pericolo di venir letteralmente rivoltato dall'aggressività di Hilda che usciva da lui solamente per martellarlo subito dopo con crescente rabbia. Ogni angolo del corpo del Cacciatore stava provando piacere e da come l'uomo stava reagendo a quell'amplesso la vampira non doveva più aver paura di nulla. Era in totale controllo.

     
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    Hilda non era riuscita a leggere la sua anima attraverso il sangue che aveva bevuto, quindi non aveva potuto sbirciare qualcosa della sua anima che potesse aiutarla a capire che tipo di uomo fosse. Inoltre le sue fasi di ribellione erano durate tantissimo rispetto alle vittime che aveva avuto in passato. Era imprevedibile e ciò lo rendeva quindi temibile. Non avrebbe potuto immaginare quanto in realtà un cacciatore fosse incline ai bassi istinti, quanto Edmond potesse in realtà celare una depravazione così profonda da poter competere con la sua. Infondo anche Hilda era molto eccitata al momento e non aveva modo di pensare lucidamente. Se non fosse stata così distratta da lui, avrebbe ricordato che in realtà il morso di un vampiro riusciva a mettere in comunione la vera natura di una persona. Adam aveva una indole aggressiva e selvatica ed infatti sotto la sua influenza l'aveva stuprata e morsa a sua volta, sfogando quei istinti violenti che di solito reprimeva. Forse Edmond era una persona che si controllava, che reprimeva i suoi istinti lussuriosi di quel tipo, e adesso che lo aveva stuzzicato a dovere, lo aveva reso sincero con se stesso. Edmond non aveva la più pallida idea di cosa le suscitava vedere un cacciatore che prima avrebbe voluto ucciderla, offrirsi a lei in quel modo osceno. Poteva forse capirlo dal sentire quanto fosse durissima e la passione che ci aveva messo nel penetrarlo. Hilda aveva sentito che non era stato facile e che probabilmente in una situazione normale avrebbe sentito un dolore lancinante, ma a quel punto Edmond poteva stupirsi poiché c'era qualcosa di decisamente diverso. Avrebbe sentito il dolore, quello non sparì, ma sarebbe stato corrotto dalla magia della lanterna di Hilda. Per Edmond sarebbe stato una fonte di piacere, intensa e diversa ma lo avrebbe attraversato fin dentro l'anima. Lo fissò estasiata nel sentirlo dire che il suo culo le apparteneva, in una rappresentazione metaforica, le iridi di Hilda si sarebbero trasformati in due cuoricini. I baci di Edmond erano deliziosi, le sue suppliche la eccitavano da impazzire, come poteva resistere a quel richiamo? Era impossibile. Iniziò a stantuffare e dovette separarsi dalle sue labbra per sentire la sua risposta, ma non smise di baciarlo sul mento sul collo, strusciandoci contro i canini affilati. Aveva voglia di morderlo ancora, ma non voleva che gli effetti del suo sangue mettessero fine a quel piacere crescente che stava provando. Così per non cadere in tentazione si allontanò gradualmente da lui per tornare eretta con la schiena.
    Davverohh, non ti aah ha detto il mio nome?
    La sua voce era sorpresa, ma si interrompeva per il piacere crescente. Cambiò di nuovo posizione afferrando le cosce di Edmond piazzandogli le mani sotto le ginocchia così da spingergliele verso l'alto e quindi fargli alzare leggermente il bacino. In quel modo l'angolazione divenne più comoda per lei, permettendole di spingere più veloce e con più forza. Aveva anche una migliore visuale del suo amante, poteva vedere il suo volto sciogliersi dal piacere, il suo corpo piegato e oscenamente esposto a lei, il suo membro dondolare ad ogni spinta. Allo stesso modo anche Edmond avrebbe avuto la visione di Hilda con i suoi seni che sussultavano morbidissime ad ogni spinta, il suo sorriso malizioso, i suoi occhi appesantiti dal piacere. Il suo cazzo che affondava dentro di lui ogni volta qualche centimetro di più.

    Voglio che godi con me, voglio vederti impazzire di piacere, voglio fotterti fino a svenire, e quando mi sentirò soddisfatta ti rivelerò il mio nome.
    Si piegò con il busto in avanti, sollevandosi con le ginocchia un poco di più così che avrebbe iniziato ad affondare dall'alto in basso, facendo scioccare i loro bacini rumorosamente. Affondava così tanto fino a sbattere i suoi testicoli contro il bacino dell'uomo, facendo somigliare i rumori ad un perverso applauso.

    Aaah Edmond, il tuo culo è fantastico sento che sto già per venireeaaahh
    Biascicò sempre più ubriaca di piacere, accelerò ancora di più il ritmo allargando quel povero culetto in modo osceno. Il cazzo di Hilda pulsava sempre più forte, sembrò perfino gonfiarsi dentro di lui per quanto era eccitata. La vampira gemeva rumorosamente, sempre più preda della lussuria. Continuò a spingere e spingere, fin quando non sentì il primo fiotto di seme che attraversò la sua verga, facendola tremare. Affondò totalmente in lui, inarcando la schiena e sollevò il viso verso l'alto. Gridò di piacere, rilasciando in lui i suoi fluidi, attraversata dai brividi di piacere si allontanò con il bacino come se volesse uscire proprio mentre eiaculava, ma affondò ancora, e continuò a spingere come se volesse oltrepassare la barriera fisica, continuando a riversare in lui altri fluidi ricolmi di un energia intensa contaminata dal eromanzia e dal potere della sua lanterna che rese quelle sensazioni paradisiache, irresistibili.

    Aaah sììì... aaah ti voglio per me... tutto per me...
    Biascicava stordita dal piacere, rivelando dei pensieri strani che sul momento potevano essere scambiati benissimo per discorsi da letto, ma chi la conosceva sapeva che quello poteva essere un piccolo campanello di allarme.
     
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    Qualunque fosse il segreto di Hilda ormai riusciva a percepirlo sotto la pelle e fin dentro l'anima. Una bizzarra energia, un influsso subdolo capace non solo di eccitarlo alla follia e amplificare l'influenza della vampira su di lui ma anche rendere il dolore di quell'amplesso un piacere insostenibile, un piacere di cui rischiava la dipendenza. Riusciva ancora a sentirlo, il dolore, in ogni affondo della donna, un piccola stilettata che partiva direttamente dalla sua povera corolla di carne, forzatamente dilatata e posseduta dalla passione travolgente della sua focosa padrona, per poi espandersi come uno tsunami a tutto il resto del corpo fino alla punta delle dita ma quando lo faceva il suo cervello non lo elaborava più come dolore ma come puro, lussurioso e insopportabile godimento al punto che la stessa eromanzia che Hilda emanava senza controllo cominciava quasi a divenire superflua, un condimento piacevole aggiunto ad un piatto già incredibilmente saporito e quel piatto aveva l'aspetto di una vera dea che ora dominava non solo il suo corpo mortale ma anche la sua essenza e la sua mente che ritenne necessario mettere ogni ricordo inutile da parte per fare spazio a lei. Gli sarebbe stato impossibile dimenticare quella pelle scura e quei capelli lunghi e violacei, quegli occhi affilati dalle sclere nere e le iridi dorate e quel corpo scolpito da una divinità del sesso per portare la sua parola sul pianeta Terra... e quella parola doveva essere particolarmente intensa. La vampira non gli stava dando un attimo di tregua e più lui godeva più lei si faceva aggressiva e più lei scopava il suo culo rudemente e senza la minima pietà, più Edmond spalancava la bocca senza alcun freno lasciando fluire all'esterno gemiti indecenti spezzati solamente dal respiro corto e ansante che seguiva passivamente il ritmo e la cadenza con cui le grosse palle della donna impattavano crudelmente sulla sua pelle pallida e ora parzialmente arrossata da quei continui "schiaffeggiamenti" ad indicare il momento in cui quella carne marmorea si prendeva ogni centimetro della sua interiora modellandole alla sua forma spinta dopo spinta.
    N-no padrona! Non me l'ha d-EH!-tto! Aaaannnhhh...
    Sollevò servilmente il volto, chiudendo gli occhi ed esponendo il collo quando Hilda volle assaggiarlo con le proprie dolci labbra, gemendo senza ritegno oltre a mordersi il labbro inferiore nel percepire i canini affilati scivolare su quella pelle tesa e nivea quasi desiderando che lo mordesse di nuovo per mettere ulteriormente in chiaro la gerarchia tra loro due. Ma ce n'era davvero bisogno? Non era già sufficiente il modo in cui corpo del Cacciatore si contorceva sotto di lei ogni volta che la distanza fra i loro bacini si riduceva a zero? E cominciava ad avvenire sempre più rapidamente, sempre più intensamente e sempre più rumorosamente. Hilda stava massacrando la sua povera prostata ma non sembrava preoccuparsi di ciò nella maniera che l'avrebbe portata a fermarsi per sincerarsi se il giovane sotto di lei, una maschera di doloroso piacere, stesse bene. Il suo interesse era indubbiamente indirizzato verso il totale peggioramento della sua condizione già completamente disastrata e anche ridotto in quello stato Edmond poteva capirlo. Quel cazzo era durissimo e Hilda lo sbatteva dentro di lui con il preciso scopo di abbattere ogni traccia di lucidità che ancora gli permetteva di esprimersi a parole invece che semplici e umilianti versi ma quando sollevò il busto per tornare in posizione eretta mostrandosi di nuovo in tutta la sua indescrivibile bellezza... niente di tutto quello fu più importante. Quella vampira poteva scoparlo fino alla follia, poteva fotterlo fino a fargli incrociare gli occhi e penzolare la lingua e lui avrebbe sempre goduto proprio come lei voleva e come stava facendo proprio in quel momento mentre la sua signora ancheggiava furiosamente, dominando le sue interiora ormai sempre più abituate a quella erculea presenza. Edmond sciolse l'abbraccio dietro il collo della donna quando essa sollevò il busto per poi piegare le braccia sopra la sua testa in modo tale da afferrare il bracciolo dietro di lui con entrambe le mani quando Hilda lo prese sotto le cosce indirizzando il suo bacino verso l'alto come poco prima, senza mai smettere di riempire la stanza dei rumori osceni della loro unione. In quella posizione non poteva più nascondersi ed Hilda avrebbe avuto una panoramica senza filtri dei suoi denti serrati in una smorfia in un vano tentativo di sopportare un piacere ormai insostenibile e degli occhi chiusi come se l'uomo fosse stato impegnato in uno sforzo considerevole o in un compito faticosissimo che però stava irrimediabilmente fallendo. La mano sinistra scattò immediatamente verso il suo basso ventre, afferrando prima i propri testicoli così da poterli massaggiare per poi scivolare verso la propria asta ancora floscia, masturbandola furiosamente nonostante non desse molti segni di vita.
    Si... si... si m-mia padrona! Voglio godere con lei! Voglio impazzire di piacere! Voglio che la mia signora mi scopi finché non sarà sazia!
    Spalancò gli occhi, piagnucolando quelle parole con una fatica immensa combattendo contro quello stesso amplesso, che minacciava di rigettargli ogni parola in gola per sostituirla con un verso privo di qualsiasi dignità, e contro la figura di Hilda, piegata su di lui, che poteva ammirare come un quadro pregiato e magnifico. I seni della sua signora ondeggiavano ipnotici ad ogni movimento, sussultando sensualmente ogni volta che la vampira imponeva la sua dominazione su di lui sottoforma di poderose e selvagge penetrazioni della sua intera virilità che terminavano sistematicamente con uno schiaffo delle sue palle gonfie e calde. La sua espressione condivideva insieme a lui la totale assuefazione a quel travolgente piacere ma il sorriso malizioso lasciava intendere che fosse lei a tenere le redini della loro unione e che per quanto fosse assoggettata a quelle sensazioni non era lei la schiava fra i due ma quella che generava quelle stesse sensazioni. In quella posizione, poi, poteva vederlo chiaramente. Poteva vedere senza problemi quella carne venosa e spietata apparire per un breve attimo solamente per essere schiantata e martellata verso il basso subito dopo, facendolo sussultare e squittire di piacere come una qualunque donnicciola di poca esperienza e ciò non fece che peggiorare quando Hilda sollevò il suo bacino ancora di più. Sussultò sorpreso nel vedersi sollevare ulteriormente e ammirare la vampira posizionarsi in modo tale da martellare la sua verga perfettamente in verticale. Fu sufficiente il primo affondo profondo e spietato per farlo gridare e ansimare disperatamente e quando fu chiaro che Hilda era decisa a trasformarsi in una vera e propria belva affamata di sesso, Edmond non potè fare altro che arrendersi a quella furia, cercando inutilmente di sfogarsi continuando a masturbare tristemente il proprio cazzo floscio gemendo ormai preda delle ondate di piacere che gli annebbiavano una mente ormai già estremamente compromessa. Riusciva solamente a biascicare suppliche di essere fottuto con maggior forza, ringraziamenti verso la sua padrona o signora per il piacere che gli stava donando e per la passione con cui scopava il suo culo ormai dilatato e abusato oltre ogni limite. Di tanto in tanto, quando il cazzo di Hilda si abbatteva sulla prostata del Cacciatore, i suoi testicoli trovavano la dolorante spinta a spremere fuori dall'uretra del suo membro a riposo timidi getti di pre-sperma che andavano ad imbrattargli il torace con quel liquido cristallino.
    Venga dentro padrona! La prego!
    Riusciva a sentirlo, quel cazzo, pulsare dentro le sue strette interiora fino a gonfiarsi e aumentare le sue dimensioni e dal modo in cui la vampira aveva intensificato l'amplesso fino a renderlo più simile all'accoppiamento tra due bestie impazzite era piuttosto ovvio che stesse raggiungendo l'apice del piacere. Una sensazione di orgoglio gli scaldò il petto oscurando totalmente il suo bisogno di venire. Non era lui che doveva sfogarsi ma Hilda e nulla l'avrebbe reso più felice di vederla svuotarsi le palle direttamente nel suo culo. Spalancò la bocca, gemendo a perdifiato mentre la donna dava sfogo ad ogni briciolo di passione e lussuria, portandolo letteralmente a gridare e piagnucolare disperato mentre il bruciore della sua corolla dilatata si trasformava in inebriante piacere. Le gridò di venire, di riempirlo, la supplicò di fargli sentire quella sborra calda riversarsi nel suo corpo e nel farlo non smise un attimo di masturbare il proprio deludente cazzo che non sembrava essere in grado di fare altro se non schizzare patetici nastrini di seme sul divano o contro la sua stessa pelle. Quando Hilda affondò l'ultima volta, Edmond strabuzzò gli occhi vedendo le stelle mentre il suo culo si contraeva così da poter letteralmente mungere ogni goccia di quell'orgasmo dai testicoli della donna e mentre la vampira veniva, ogni volta che un fiotto di sperma gli scaldava il ventre, il suo cazzo floscio pulsava e rigurgitava una mediocre quantità di seme provocandogli un intenso dolore testicolare come un tubetto di dentifricio che viene spremuto per estrarne le sue ultime rimanenze sul fondo. Mugolò come un gattino quando Hilda martellò di nuovo il suo cazzo dentro di lui solamente per riempirlo sempre di più con quella sborra dalle proprietà quasi afrodisiache e ben presto il Cacciatore smise di pensare ai galloni che la donna stava riversando nel suo ventre ormai gonfio, beandosi solamente della sensazione di pienezza che lo faceva sentire al settimo cielo. Non ci volle molto prima che gli addominali scolpiti assumessero delle fattezze molto più rotonde e morbide e che il Cacciatore squittisse debolmente ogni volta che Hilda depositava un nuovo carico di sperma direttamente nel suo stomaco. Rimase docilmente in quell'umiliante posizione a gambe sollevate, attendendo con un espressione beata che Hilda scaricasse ogni singola goccia del suo orgasmo.
    Lo voglio... p-padrona... voglio che mi renda suo... tutto suo...
    La vampira non era l'unica stordita da quell'esplosivo piacere ed Edmond non pensò a fondo alle implicazioni di quelle affermazioni. Non aveva idea di che cosa significasse essere "tutto per lei" e francamente non gliene fregava niente. Sporco sul torace e sul viso del suo stesso sperma schizzato debolmente dal suo membro che continuò lentamente a masturbare con entrambe le mani, il Cacciatore farfugliò quelle parole desiderando solamente che Hilda lo trasformasse nella sua puttana nella maniera più aggressiva e umiliante possibile.



    Edited by Exogenesis - 27/4/2023, 22:02
     
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    Quella voce spezzata dal piacere era una goduria immensa, quando lo sentiva gemere in modo osceno, le punte delle sue orecchie vibravano inebriate dal suono. L'unica piccola distrazione fu venire a sapere che in effetti Mario non gli aveva rivelato il suo nome. Non aveva motivo di non credergli, sotto il suo influsso le menzogne sarebbero state molto molto facili da riconoscere. Fu una buona notizia poiché poteva usare quell'informazione per giocare con lui ancora a lungo. Vederlo così disponibile per lei, sentire che piegava il suo volto per permetterle di arrivargli al collo, le suscitava una voglia insana di tormentarlo, di giocarci ancora ed ancora alla ricerca dei suoi limiti. Capì che ormai Edmond era preda della sua stessa lussuria, non aveva mai visto un uomo abbracciare in quel modo sincero l'oscenità ed il piacere passivo. Doveva essere già di base molto sicuro della propria sessualità, poiché nei suoi occhi non vedeva vergogne, non vedeva esitazioni. La assecondava e si beava di ciò che gli stava facendo, e come dargli torto dopotutto? Grazie al suo potere anche le stille di dolore erano fonte di immenso piacere. Era sicura che non avrebbe mai potuto godere allo stesso modo con nessun'altra/o, a meno che non avesse incontrato un altro componente delle lanterne che usava l'eromanzia. Fu uno spettacolo unico per lei vederlo che cercava di masturbarsi per sfogare il piacere che lo stava tormentando, dio quanto risultava osceno, sexy. Hilda si sentiva sempre più ammaliata da lui, dalla sua bellezza, ed era davvero buffo che lo trovasse affascinante nonostante il modo umiliante in cui lo stava scopando, ma non poteva farci nulla. Hilda non aveva mai sofferto di limiti nella sessualità, anche un uomo poteva risultare arrapante quando si offriva in quel modo osceno a qualcuno. Non poteva resistere a lungo, non quando lui la implorava di farlo suo, di riempirlo di sperma. Lo stava usando per i proprio capricci, ma la realtà era che ne stava venendo sedotta, esattamente come una bellissima donna seduceva un uomo con balli sinuosi. Cosa poteva fare se non fargli sentire quanto l'aveva irretita? Riversando in lui fluidi in abbondanza, pulsando furiosamente mentre i suoi gemiti facevano vibrare le pareti di quella stanza. Tornò a guardarlo con la vista leggermente annebbiata dal piacere che le aveva reso gli occhi più lucidi, e si beò della visione di Edmond sporco di sperma, il volto languido, mentre continuava ancora a venire e scaricare altre piccole stille di sperma che scemarono gradualmente. Infine quelle parole: "voglio che mi renda suo", dette fra i fumi della lussuria, le fecero sbarrare gli occhi di una cupidigia oscura e intensa. Si sarebbe gettata di nuovo su di lui per leccarlo sul volto e raccogliere il suo seme e poi farglielo saggiare con un bacio, ma si frenò, sia per aumentare la propria fame, sia per cercare quel pizzico di lucidità che le serviva per capire quanto fosse davvero succube del piacere e del desiderio. Rimase un momento a fissarlo mentre lui si masturbava con entrambe le mani, notò che aveva il ventre leggermente gonfio, i suoi occhi la supplicavano di dargli altro piacere. Si morse il labbro inferiore, lasciandosi andare ad una piccola e compiaciuta risatina sexy.
    Sei stato bravo, guarda...
    Uscì dal suo retto lentamente, indugiando un solo momento con la punta sul confine delle sue carni, e poi lo tirò fuori. L'erezione svettò verso l'alto con ancora un rivolo di seme che gocciolò perversamente su di lui. Si lasciò ammirare, facendolo apposta, poiché voleva che notasse che non era floscio come avrebbe dovuto essere. Dopotutto il principio dell'eccitazione nel suo caso non era di natura maschile ma di natura femminile, fin quando era eccitata quell'affare non sarebbe sparito. Anzi a guardarlo bene, sembrava perfino più duro e grosso di prima. Lo lasciò di nuovo sul divano e si spostò più avanti, quasi gattonando su di lui, con le ginocchia che si poggiavano ai suoi lati, sul morbido divano. Arrivò con le ginocchia ai lati delle sue spalle, per portare l'erezione davanti alla faccia del cacciatore. Da quella angolazione, avrebbe potuto vedere non solo il suo apparato "maschile" ma anche le sue labbra vaginali che aveva gustato prima. Erano arrossate e umide, con i petali di carne leggermente socchiusi poiché era pronta per accogliere un compagno, un delizioso invito per qualsiasi uomo.

    Sono ancora piena di desiderio per te, Edmond. Sei così bello che non riesco a calmarmi...
    Si abbassò con i fianchi, per poggiare la sua erezione proprio contro la sua faccia, premendo contro la sua guancia e coprendogli un occhio con la sua mole. Edmond avrebbe sentito che aveva un aroma particolare, era un odore femminile, afrodisiaco. Calda e durissima, sembrava proprio che quella prima sessione di sesso fosse stata solo un antipasto per la vampira.

    E tu? Mi vuoi ancora? Fammi vedere quanto mi desideri.
    Strofinò l'erezione contro la sua faccia, quasi dispettosamente, poiché voleva vedere se si fosse girato lui per leccarla.
     
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    Gemeva e ansimava rumorosamente quanto lei ad ogni prepotente pulsazione di quell'abnorme cazzo eretto nel suo didietro beandosi del calore di ogni schizzo di sperma che non faceva altro che ingrandire il gonfiore del suo ventre cercando di sfogare la sua perversa frustrazione sul proprio membro semi-floscio con entrambe le mani. Non aveva la forza di spalancare gli occhi ancora pesanti e socchiusi o sollevare il capo abbandonato sul poggiolo del divano alle spalle del Cacciatore quindi gli fu impossibile rendersi conto degli effetti che stava avendo sulla vampira stessa. La vedeva solamente come la sua dominatrice, la sua signora e padrona, di conseguenza la sua mente si rifiutava di pensare che lei potesse star venendo addirittura sedotta dalla sua sottomissione totale. Ogni sua azione, ogni sua parola non erano dettati dal bisogno di essere sexy o arrapante ai suoi occhi ma dalla necessità e l'obbligo di compiacerla come il bravo beta che era e che la sua testa gli imponeva di essere. Quello era il suo posto, sotto Hilda pronto ad aprire le cosce in qualunque momento lei lo avesse ordinato o avesse avuto anche solo la minima voglia di sfogarsi dopo una giornata grigia o solo per il piacere di farlo... come poteva anche solo immaginare di rifiutarsi? Se solo avesse trovato una remota motivazione, essa sarebbe svanita nell'istante in cui l'uomo aprì debolmente gli occhi, stringendo i denti e mugugnando di piacere quando l'ultimo fiotto di seme invase le sue interiora, riuscendo finalmente ad ammirare la donna sopra di lui in tutta calma. Piegato in quella maniera, con i fianchi verso l'alto, Hilda torreggiava su di lui ancora più minacciosamente come fosse stata alta diversi metri in più facendolo sembrare incredibilmente piccolo e indifeso. Il cervello del Cacciatore sembrava non stufarsi mai di memorizzare quei momenti e di ricordargli quanto fosse forte e bella come un amazzone la sua padrona, generosa sia nelle forme femminili che in quelle maschili che riusciva a percepire perfettamente mentre tenevano dilatata la sua povera corolla di carne pulsante e arrossata. Voleva baciarla ancora, voleva sentirla contro il suo corpo dopo quell'orgasmo e perdersi di nuovo nella morbidezza di quelle labbra e nella pericolosità di quelle zanne affilate. Si leccò le proprie, di labbra, diverse volte, raccogliendo inconsapevolmente piccoli residui del suo stesso sperma che gli insozzava torace e parte del viso e desiderò gustare il suo stesso seme attraverso la sua padrona ma... non successe. Hilda lo guardò compiaciuta e rise in un modo che fece vibrare di eccitazione i suoi testicoli. Lei sapeva benissimo cosa stesse immaginando il Cacciatore e volutamente lo stava privando di esso.
    P-Piano, padrona...!
    Hilda fece effettivamente molto piano ma Edmond realizzò molto rapidamente che non fu l'idea migliore. Il solo gesto di cominciare l'estrazione di quella mostruosità fu sufficiente a mungere nuove cristalline gocce di pre-sperma dall'uretra dell'uomo che gettò il capo all'indietro, strizzando gli occhi mentre la bocca, al contrario, andò a spalancarsi così da liberare gemiti e lamenti degni di una puttanella di prim'ordine e le sue mani si strinsero intorno al proprio fallo. Ansimò selvaggiamente percependo, grazie alla corolla di carne del suo stretto ano martoriata, rossa e sensibile, ogni venatura e ogni leggero gonfiore o imperfezione lungo tutta la superficie di quel meraviglioso cazzo degno di una dominatrice. Velocemente una sensazione di vuoto si impadronì del suo corpo ma Hilda fu molto abile a sopprimerla indugiando con quel gonfio glande dentro di lui, tenendo dilatato il suo buchino il tempo necessario a scoccare vere e proprie scariche di piacere fin dentro le sue sinapsi che dimenticarono in pochi secondi l'assenza della vampira.
    Padrona... il suo cazzo... padrona...! Biascicò debolmente per tutto il tempo tra versi indecenti e umilianti finché un urletto più acuto non anticipò l'attimo in cui le carni della sua corolla non furono più in grado di trattenere la virilità di Hilda che saettò verso l'alto come provvista di un potente meccanismo a molla mentre il suo intero corpo si adagiò sul divano, ansante. Riusciva a sentire il suo ano ancora dilatato pulsare furiosamente ma ogni pizzico di dolore si trasformava velocemente in piacere e calore per le sue membra stanche. Se Hilda avesse desiderato essere ammirata ci sarebbe riuscita senza il minimo sforzo perchè gli occhi di Edmond non ci pensarono due volte a posarsi su quel possente cazzo ancora eretto come se fino a quel momento non fosse stato impegnato a possedere il suo culo e venire copiosamente in esso. Non c'era traccia di stanchezza o di esitazione, la vampira non si era nemmeno scaldata e lui invece già si sentiva uno straccio, schiavo totale di una lussuria che desiderava provare ancora ma che non era più tanto sicuro di poter sopportare. Deglutì, intimorito dal vigore intoccato della sua signora che ad un esame più attento sembrò essere addirittura cresciuto e aumentato e non riuscì a spiccicare mezza parola mentre la donna si riposizionava sopra di lui, salendo con il bacino fino a che il Cacciatore non si ritrovò quella stessa verga sospesa proprio sopra la sua faccia.
    Siete così bella mia signora... così possente...
    Poteva vedere tutto di lei, anche la sua parte femminile che aveva avuto il piacere di gustare poco prima e che ora sembrava pronta ad accogliere la carne dura di un vero stallone. Fece stridere i denti sotto le labbra serrate come se un primordiale desiderio fosse tornato a galla. Una voce nel profondo della sua testa che gli intimava di ribaltare la situazione, gli gridava di prendere quella maledetta puttana e scoparla fino a spezzarle il cervello in due. Inghiottì densi grumi di saliva cercando di ignorare quei pensieri ma gli fu impossibile non figurarsi nella sua testa la sua padrona gridare il proprio nome mentre era il suo cazzo a riempirle quelle dolci e gonfie labbra invece del contrario. Gridava e gridava a squarciagola da un angolo buio e lontano della sua testa e forse... forse avrebbe dovuto ascoltarla? Forse ora aveva abbastanza energia da metterla sotto e fotterla fino a farla svenire? Quando Hilda abbassò improvvisamente i fianchi non seppe di aver appena soppresso di nuovo la lucidità di Edmond interrompendo così un incombente disastro. Non appena il Cacciatore sentì il peso e il calore di quel palo di carne duro come se Hilda lo avesse appena sfoggiato, la voce nella sua testa venne brutalmente azzittita e, com'era successo anche alla donna poco prima, le pupille dei suoi occhi assunsero "metaforicamente" la forma di due cuoricini. Quel cazzo era così duro, così grosso che dubitò di essere appena riuscito a prenderlo nel culo completamente e, inconsapevolmente, si ritrovò ad annusarlo docilmente, inebriandosi degli odori dolci e femminili emanati da esso. L'energia che scorreva dentro quella mazza turgida era così intensa e calda che iniziò a pensare che la loro prima sessione di sesso non fosse mai avvenuta, che fosse stata solamente un sogno come lo era il bruciore del suo didietro e la galoppante eccitazione nel suo petto. La sua signora non era minimamente provata segno che poteva scoparlo e possederlo ancora per diverso tempo... si sentì arrapato e intimorito allo stesso tempo.
    La voglio ancora padrona... voglio questo potente cazzo dentro di me ancora e ancora...
    La lingua dell'uomo scivolò timidamente fuori le sue labbra non appena Hilda iniziò a strofinare il suo membro contro la pelle nivea del suo viso zozza di seme e non ci pensò due volte a rispondere a quei movimenti con piene lappate atte a spingere l'intera superficie carnosa di quell'appendice contro la pelle dura e calda del sesso della sua padrona. Cercava di arrivare dove fosse possibile, cercava di gustare ogni angolo della sua virilità, soffermandosi soprattutto sul glande gonfio e sulle sue palle se Hilda gliene avesse dato la possibilità mentre con entrambe le mani riprendeva a masturbare furiosamente alle spalle della vampira il suo povero membro ancora totalmente ignorato.
    E' ancora così duro e caldo... eppure mi ha scopato così duramente mia signora... è venuta così tanto...
    La sua voce languida ed eccitata veniva fuori tra un bacio e l'altro, tra una leccata e l'altra contro quel cazzo traboccante di potere combattendo anche contro i lamenti provocati dalla furia che stava mettendo nella masturbazione. Era genuinamente stupito del vigore di Hilda ma questo non gli impediva di servire e coccolare il suo cazzo come il bravo schiavo che era.

     
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    Anche se non era riuscita a cibarsi del suo sangue quanto avrebbe voluto, la sua malia aveva attecchito meglio di quanto avesse immaginato. Sentirsi chiamare "padrona" era afrodisiaco per Hilda, le faceva venire voglia di sconvolgerlo totalmente. Per quale motivo avrebbe dovuto dirgli il suo nome se al suo posto la chiamava "padrona" e "mia signora"? Era molto più appagante, aveva fatto bene a decidere di rivelarglielo solo alla fine. Si morse il labbro inferiore per frenare la voglia di insultarlo, di chiamarlo "troietta" o "puttanella" e se non lo faceva c'era un motivo. Non era ancora arrivato il momento, quando tutto sarebbe finito e lucido l'avrebbe accusata di essersi approfittato di lui, gli avrebbe fatto presente che si erano divertiti che era stata solo una bella scopata. Gli avrebbe fatto notare che lei non aveva fatto nulla per inculcargli l'idea di essere la sua puttanella, e che era stato lui a volerlo essere, dato che lei non aveva mai suggerito niente per farglielo dire. Quello sì che sarebbe stato molto umiliante per un animo orgoglioso come il suo. Anche in quel momento che torreggiava con la sua erezione sulla sua faccia, gli avrebbe ricordato che non lo aveva costretto a leccarla, che era stato lui a farlo di sua spontanea iniziativa. La vampira attese pazientemente, godendosi ogni lode del suo nuovo amante. Fissava le sue labbra e quando li vide socchiudersi per tirare fuori la lingua, dentro di lei nella sua mente una risata sguaiata riempiva la sua testa, ma il cacciatore avrebbe solo sentito un sospiro leggero di piacere. Pulsò ancora nel sentirlo lambire con la lingua la sua carne, lui non poteva nemmeno avere idea di quanto la eccitasse vedere un uomo che desiderava succhiare il suo cazzo.
    Te l'ho detto, sei tu che mi rendi così, non potrei mai accontentarmi di una toccata e fuga con te. Sei un dono della mia dea, voglio ringraziarla spremendo tutto il nostro piacere ed offrirlo a lei.
    La voce di Hilda era spezzata dal piacere, i suoi fianchi continuavano ad ancheggiare, così che potesse sfregare tutta la lunghezza contro la bocca del cacciatore. Godendosi le sue espressioni oscene, le sue labbra che si arrossavano e diventavano lucide per la saliva. Cercò un momento di debolezza in cui lui aprì la bocca per dedicarsi al glande, e si intrufolò in essa, inarcando la schiena ed emettendo un profondo gemito di piacere. Allungò poi le mani verso i polsi del cacciatore e lo costrinse a mollare ciò che stava facendo per tenergli le braccia bloccate contro il divano, ai fianchi della sua testa. Voleva che si eccitasse, che gli tornasse durissimo proprio perché non poteva darsi sollievo. Alimentando il suo desiderio avrebbe sicuramente reso la bocca del cacciatore affamata e servile. Lo verificò spingendosi ancora un altro poco nella sua bocca, soffocandolo con il suo cazzo durissimo, gonfio e bollente.
    Aaah, oddio non hai idea di quanto sei arrapante con il mio cazzo in bocca Edmond. Fammi godere tesoro, e ti premierò con qualcosa di speciale.
    Il cazzo di Hilda era irrorato di energia mista fra eromanzia e quella della sua lanterna, essendo così vicino al cervello, Edmond si sarebbe sentito ubriacare, avrebbe percepito quel pezzo di carne farlo sentire meglio a livello fisico, e sempre più perso nella lussuria. Sembrava una perversa bacchetta magica che serviva per scopare all'infinito.
     
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    Successivamente, quando tutto quello fosse finito, avrebbe rimuginato sulle parole di Hilda e su quella bizzarra affermazione riguardante una "dea" che lei avrebbe dovuto ringraziare per quel dono come farebbe un vero e proprio accolito o fedele di qualche stramba setta ma la situazione lo vedeva totalmente impossibilitato a dare attenzione o a comporre riflessioni a tutto ciò che non fosse stato un complimento della sua signora per la propria performance. Quelle furono le uniche parole che arrivarono solide e chiare alle sue orecchie senza perdersi nella nebbia della sua mente, scaldandogli il petto di un orgoglio bruciante ma anche di un inaspettato stupore. Davvero il vigore incontenibile della sua padrona era tutto merito suo? Erano stati i suoi versi e il calore del suo stretto culo ad eccitarla così tanto da sfoggiare quell'enorme cazzo eretto davanti al suo volto anche dopo averlo riempito con quell'orgasmo così pregno di potere? Il suo intero corpo sembrò reagire alla gioia nel suo cuore rilassandosi accettando il suo posto sotto di lei mentre il suo ano pulsò dolorosamente ricordandogli la foga con cui Hilda lo aveva posseduto poco prima. Soppresse un gemito infastidito allungando il più possibile la lingua contro la verga che la sua signora strofinava senza nessuna pietà contro il suo viso dandogli così la possibilità di dare la giusta attenzione anche ai suoi testicoli che cercava di non lasciarsi sfuggire mai ogni qual volta arrivavano a tiro della sua bocca: spalancava le labbra per poterli accogliere tra di esse, succhiandoli teneramente, cercando di assimilare ogni briciolo di calore ed energia che quelle due sfere emanavano senza nessun freno. Ogni leccata e bacio sulle palle di Hilda appesantiva ancora di più la sua già debole lucidità come se il diretto contatto con i suoi genitali così vicini al suo cervello fosse molto più efficace per il suo controllo mentale di una crudele sodomizzazione. Sicuramente un dettaglio estremamente pericoloso che ad Edmond non interessò minimamente. Mugolò triste quando per l'ennesima volta Hilda ancheggiò verso il basso allontanando i suoi testicoli, obbligandolo rapidamente a tornare a leccare voracemente la sua intera verga senza perdersi nessuna vena gonfia su di essa almeno finché, all'estremità opposta, non fece di nuovo capolino il glande gonfio e umido di seme che il Cacciatore non esitò a baciare, uscendo la lingua per poterla far vorticare intorno ad esso, usando la punta per stimolare e stuzzicare proprio l'uretra.
    La mia unica dea è lei mia signora... solo una dea potrebbe avere un cazzo così pieno di potere...
    Non aveva idea, a quel punto, dello stato in cui si trovasse il suo viso e di come le sue labbra si fossero arrossate e gonfiate proprio a causa della foga e della passione con cui donava tutto il suo amore alla verga della vampira ma era assolutamente certo che non ce l'avrebbe fatta senza sfogarsi rabbiosamente contro il suo di povero membro ancora semi floscio, stretto in una presa ferrea da entrambe le mani che lo torturavano masturbandolo energicamente. Più sentiva quella carne marmorea strofinarsi contro il suo viso, più sentiva la voce di Hilda spezzarsi dal piacere che lui stesso le stava donando e più la sua mente e il suo ano tenevano viva la memoria di come la sua signora lo aveva scopato brutalmente, più i muscoli delle braccia imprimevano forza ai suoi movimenti col rischio concreto che Edmond finisse per scuoiarlo del tutto... ma quanto poteva durare? Non aveva mai ricevuto il permesso della padrona per un simile gesto e la sua coscienza deviata e corrotta non smetteva di ricordarglielo tentando invano di fermare quel suo patetico e umiliante tentativo di sfogare un piacere insostenibile che divenne ancora più intenso quando Hilda iniziò a spingere il proprio glande contro le sue labbra schiuse. Mugolò prima sorpreso ma la vampira non avrebbe percepito la minima resistenza all'ingresso del gonfio glande che venne, invece, accolto dalla pressione delle labbra calde dell'uomo e dalla stessa lingua che lo carezzò dolcemente come a volergli augurare un buon ritorno a casa. Edmond si preoccupò di aggiustare immediatamente la posizione del collo mentre le sue palpebre vibravano estasiate alla penetrazione, centimetro dopo centimetro, quella possente verga di carne. Poteva farcela, poteva sopportarlo finché Hilda gli lasciava la possibilità di masturbarsi...
    HM?! Squittì a bocca piena, sgranando gli occhi quando le mani della vampira gli afferrarono i polsi. Stavolta fece resistenza, inconsciamente e Hilda si sarebbe resa conto da quel semplice battibecco tra le sue mani e quelle di Edmond, di quanto fosse davvero forte quell'uomo e di quanto, probabilmente, si stesse trattenendo proprio a causa dell'indottrinamento alla sottomissione che lei stessa gli aveva inflitto. I suoi muscoli per un attimo si gonfiarono ma più il cazzo della donna gli entrava in gola più l'eromanzia e l'energia della lanterna influenzavano i suoi pensieri e la sua eccitazione. Più quel cazzo lo riempiva e soffocava più Hilda diveniva bella, forte e lui piccino e debole al punto che per la donna non sarebbe stato per nulla difficile strappare la presa dal membro del Cacciatore e schiacciargli i polsi ai lati del capo. Sospirò lamentoso sotto di lei e ben presto gli stessi fianchi dell'uomo iniziarono ad ancheggiare delicatamente verso il nulla mentre il suo membro tornava a pulsare e indurirsi lentamente proprio a causa di quell'improvvisa privazione. Doveva trovare un'altra valvola di sfogo, doveva saziare quel bisogno in qualche altra maniera e proprio come Hilda aveva sperato, furono proprio la sua bocca e la sua gola a farsi più aggressive ed esigenti soprattutto quando la vampira spinse i fianchi ulteriormente in avanti. Edmond inarcò il collo per facilitarle l'ingresso circondando l'intera mole dell'asta con quelle labbra ormai gonfie come quelle di una vera puttanella succhiacazzi mentre la sua gola abbracciava la turgida presenza in essa come a volerla invitare a farsi avanti, trascinandola lui stesso verso il fondo e più lo faceva più il suo membro alle spalle di Hilda si sollevava pulsando con tale forza da mandare vere e proprie scariche di piacere direttamente al suo cervello invaso dai fumi dell'eromanzia e della lussuria. I suoi occhi iniziarono a rivoltarsi verso l'alto e cristalline lacrime gli solcarono le guance proprio a causa dello sforzo e della confusione nella sua povera testa che ormai gli suggeriva solamente di accogliere sempre di più il cazzo della sua padrona in gola perché non solo lei lo trovava arrapante ma anche perchè ci sarebbe stato un premio speciale per lui. Cercò di aprire gli occhi devastati dalla lussuria e il suo sguardo supplichevole tentò di incrociarsi con quello di Hilda che avrebbe letto in essi soltanto il bisogno incontenibile di essere nuovamente posseduto da lei.

     
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    Avendo un potere basato sulla manipolazione del sangue, in realtà Hilda avrebbe potuto benissimo rendere il suo cazzo durissimo a comando, ma in quel caso, assieme ad Edmond, non serviva usare il proprio potere per farlo, era eccitata da morire. Il suo entusiasmo aveva reso quella verga marmorea, dopotutto i suoi momenti di refrattarietà duravano davvero pochissimo, poiché seguivano i sintomi di un corpo femminile. Adorò sfregargli sulla faccia tutto il suo apparato, e la eccitava da impazzire vedere che il suo compagno la accoglieva languido, succhiandole perfino i suoi testicoli. Una meraviglia! Con quell'uomo poteva assaporare ed esplorare ogni sfaccettatura sessuale, anche le più proibite e impensabili. Come poteva perdere un grammo di eccitazione se pensava di aver trovato un compagno perfetto da letto? Come se non bastasse Edmond era pure un adulatore, facendole pensare che avesse numerosi amanti al mondo.
    La tua dea? Oh Edmond, se continui così mi farai innamorare.
    Affermò con tono malizioso, complice e divertito che si concluse con una piccola risatina sensualissima, interrotta da un gemito di piacere, poiché le abilità della sua bocca si rivelarono altissime. Il suo membro pulsava di incontenibile piacere, e piccolissime gocce di presperma avrebbero condito quella pratica perversa. Pulsò più forte quando si rese conto che Edmond aveva fatto resistenza quando gli afferrò i polsi, rivelandole la sua reale forza di cui era capace, ma che aveva già intuito benissimo. Averne una conferma però la infiammò ancora di più e fu un piacere maggiore riuscire a bloccargli le braccia contro il divano. I gemiti di Hilda iniziarono a diventare più rumorosi, non si era aspettata che sarebbe stato lui stesso a ingoiare il suo cazzo in profondità, facendole sentire la sua gola che si stringeva attorno alla sua cappella, strappandole un acuto sospiro di piacere. Hilda sentiva che non sarebbe durata a lungo, non poteva farci niente, vederlo così perso per lei la mandava in estasi. Poteva riempirgli lo stomaco di altro caldo sperma, ma non era quello il suo piano. Ciò che voleva fare era arrivare quasi sul punto di venire, così che la sua verga diventasse durissima, gonfia e parecchio sensibile. Lui stesso si sarebbe accorto che ad un certo punto la soffocava e faceva fatica a farlo scivolare in gola. Eppure ciò che la compiaceva di più era vedere i suoi occhi girarsi verso l'alto, il desiderio diventare sempre più feroce anche nei suoi occhi che diventava una richiesta, poi una tacita supplica. Solo a quel punto smise di muoversi e si ritirò da ciò che stava facendo. Quando il suo cazzo uscì del tutto dalla sua bocca, lo avrebbe visto impennarsi verso l'alto durissimo e ricoperto di saliva che aveva ancora dei rivoli incollati alle labbra del cacciatore. Hilda si voltò leggermente e vide che il cazzo di Edmond era di nuovo durissimo, goloso, che la chiamava. Le venne un idea malsana, un idea che non aveva mai praticato con nessuno, ma che in quel momento le martellava in testa continuamente.

    Sono quasi venuta, sei stato bravissimo, adesso ti do una ricompensa molto preziosa.
    Si spostò di nuovo andando verso il basso, e nel frattempo raccolse le cosce del cacciatore per incrociarle con le sue, ricordando una posizione che si assumeva per fare del sesso saffico. Hilda si morse il labbro inferiore, afferrando la verga di Edmond premendogliela contro la sua, masturbandoli entrambi giusto per qualche momento, come se avesse voluto riprendere quel pizzico di vigore perso durante la sua discesa. Si intrecciò con lui, dandogli quasi le spalle, indirizzò il proprio pene di nuovo contro la corolla di carne di Edmond, mentre la cappella di lui picchiettò le sue labbra vaginali. Fu una posizione forse un pizzico scomoda, ma che avrebbe dato il massimo del piacere ad entrambi. Hilda non poteva resistere, la sua figa era affamata almeno quanto il suo cazzo, e non poteva continuare a ignorarla, soprattutto se lì c'era un erezione che competeva con la propria ed avrebbe permesso di esaudire quella perversa idea di penetrarlo e sentirsi penetrare a sua volta. Una volta che furono posizionati alla perfezione, Hilda si spinse dentro di lui, tremando e trattenendo a stento dei rumorosi gemiti di piacere. La sua cappella avrebbe di nuovo varcato quello stretto anfratto, senza troppe difficoltà visto che era ancora zuppa di saliva e umori, e lo stesso valeva per Edmond, che avrebbe trovato le carni di Hilda calde e fradicie di umori. Non sarebbe stato facile o un movimento agile, ma avrebbe comunque fatto godere ad entrambi quella doppia penetrazione, centimetro per centimetro. Fin quando i loro testicoli non si premettero quasi dolorosamente uno contro l'altro, pulsando di estremo piacere.

    Aaah, Edmond! Lo adoro! Adoro questa sensazione! Voglio scoparti fino a svenire!
    La sua voce era più aspirata e tremolante, quella doppia stimolazione era davvero intensa per lei, soprattutto adesso che era sensibilissima.
     
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    Il suo briciolo di lucidità sopravvissuto negli oscuri meandri della sua mente corrotta dalla malia di Hilda odiò profondamente l'eccitazione insostenibile che ogni fibra del corpo di Edmond stava provando man mano che la vampira, centimetro dopo centimetro, spingeva senza pietà il suo mastodontico cazzo eretto nella gola dell'uomo ormai in apnea totale. Avrebbe dovuto cercare di divincolarsi e impedirle almeno di asfissiarlo ma l'inquietante realtà era che il terribile bruciore ai polmoni che avrebbe dovuto percepire a causa della mancanza d'aria non era altro che una delle tante ragioni per cui la sua verga pulsava rabbiosamente tra le sue gambe, di nuovo pregna del vigore perduto. Sentiva la testa leggera e il petto pesante ma nessuno di quei sintomi era per lui fonte di dolore o paura a causa dell'energia della lanterna e dell'eromanzia insinuatesi direttamente tra le pieghe del suo cervello. La nausea diveniva piacere, il bruciore al torace si trasformava in godimento e la necessità di sopravvivere diventava solamente un impedimento al raggiungimento dell'estasi massima. Doveva accogliere quel tronco turgido fin nel profondo, doveva inebriare il suo udito con i gemiti e i sospiri sempre più forti della sua padrona che non stava facendo altro che prendersi ciò che era suo di diritto. Era suo dovere aiutarla, mugugnando a bocca piena, mentre sforzava la propria bocca e il suo stretto collo a succhiare e trascinare dentro di lui l'intera asta di Hilda memorizzandone ogni gonfia venatura e ogni bellissima imperfezione. Ben presto la forza nelle braccia svanì e le dita delle mani si arricciarono per lo sforzo mentre gli occhi di Edmond si rivoltavano sempre di più sotto le palpebre tremolanti percependo la virilità della sua signora gonfiarsi e pulsare come in procinto di esplodere in un nuovo torrenziale orgasmo. Il suo cazzo pulsò di nuovo al semplice pensiero di essere nuovamente riempito dal suo seme e quasi venne a sua volta quando l'intera lunghezza della sua signora fu dentro di lui fino alla base tanto da riuscire a percepire i suoi testicoli caldi contro il suo mento.
    Hmmmmm... Riuscì solamente a mugugnare, totalmente in estasi, aggiustando di nuovo la posizione del collo quando Hilda tirò indietro i fianchi per estrarre lentamente il suo membro dalla gola del Cacciatore. Fu sicuro di doversi preparare ad un crudele e poderoso affondo che avrebbe sancito l'assoluta proprietà della vampira sulla sua gola rimanendo stupito invece nel percepire il glande gonfio e bollente contro le labbra un attimo prima che la virilità della sua padrona abbandonasse il calore del suo corpo permettendo di nuovo all'aria di scorrere liberamente. Il suo petto si gonfiò in risposta riempiendosi di ossigeno e il Cacciatore rimase buffamente imbambolato, con la bocca aperta e la lingua penzolante, gli occhi rapiti dalla vista di quel cazzo lucido della sua stessa saliva che ancora lo collegava alle sue labbra umide e gonfie. Era ancora più grande di prima, ancora più duro ed eccitato segno che la libido di quella donna rischiava, potenzialmente, di non avere un limite.
    M-mia... signora...? Era estasiato, si, ma anche fortemente confuso da quel gesto che gli fece temere di aver commesso un qualsiasi errore. L'aveva sentita gemere e compiacersi della sua prestazione quindi perchè ora si tirava indietro? Il dubbio di Edmond venne rapidamente accantonato dalle parole di Hilda e di nuovo un profondo orgoglio scaldò il suo basso ventre che sembrò quasi pulsare di gioia davanti agli occhi della sua padrona. Puntò le mani, finalmente libere, sulla superficie del divano nel tentativo di sollevare e muovere il suo povero busto indolenzito dalla lunga immobilità, ammirando la sua meravigliosa signora scivolare di nuovo verso il basso. Voleva di nuovo fottere il suo povero e sensibile ano? Quel pensiero fece sussultare il suo stretto buchino ancora arrossato ma quando la vide armeggiare con le sue gambe per incrociarle alle sue cercò di comprendere dove volesse andare a parare finendo irrimediabilmente con il dover abbandonare quella missione impossibile nell'istante in cui le dita di Hilda si strinsero intorno al proprio cazzo. Strinse i denti, inspirando rumorosamente, rischiando pericolosamente di venire solamente per quel gesto.
    P-Padrona cosa sta cercando di f-aaaaahhhh...
    Il dubbio, la confusione e la perplessità vennero brutalmente assassinate dal contatto tra il membro della vampira ed il proprio e quando Hilda cominciò a masturbare entrambe le verghe contemporaneamente, il Cacciatore non potè fare altro che aggrapparsi con una mano allo schienale del divano e con l'altra al poggiolo dietro di lui, spalancando la bocca dopo un vano tentativo della sua dentatura di rimanere chiusa e serrata. Sospirò languido, gemendo subito dopo senza il minimo ritegno, accennando un leggero movimento dei fianchi per accentuare lo strofinio dei due falli uno contro l'altro. Quello era il suo premio? Poter venire insieme alla sua signora uno di fronte all'altro? Di nuovo quest'ultima lo stupì, interrompendo bruscamente quella piacevole masturbazione per poter ruotare il corpo dandogli quasi del tutto le spalle solamente per avventarsi di nuovo contro di lui e più precisamente contro la sua corolla di carne abusata. Da quella saffica posizione, per quanto scomoda, però, mentre il cazzo della vampira tornava a bussare alle porte del suo culo lo stesso sarebbe successo al proprio glande, che il Cacciatore, sfruttando una mano libera, andò ad indirizzare contro le umide labbra della donna afferrando saldamente il suo fallo a metà della sua lunghezza. A quel punto fu totalmente chiaro all'uomo quale fosse il piano della sua amante e un brivido gli scivolò lungo la spina dorsale... poteva finalmente riempire quella dolce figa che aveva avuto il piacere di servire con la sua bocca poco prima mentre la sua signora lo possedeva con quel magnifico cazzo? Spalancò la bocca, ansante, quando il corpo di Hilda, allineate le due verghe, iniziò ad avvicinarsi a quello del Cacciatore sconvolgendo in pieno la capacità di concentrazione dell'uomo. Non riusciva a decidere quale delle due penetrazioni lo facesse godere di più, non riusciva a fissarsi sulle sensazioni di una senza finire travolto dal piacere dell'altra. Non appena il membro della vampira dilatò il suo povero ano, lo stesso fece il suo glande umido di pre-sperma contro le labbra della donna obbligandolo ad irrigidire ogni muscolo del suo corpo in risposta a quella doppia penetrazione e più Hilda si faceva avanti più ai suoi gemiti si mescolavano i lamenti del suo schiavo che ben presto dovette lasciar andare il proprio fallo per potersi mordere il suo stesso dito indice in un vano tentativo di non risultare più rumoroso di quanto già non fosse.
    Nnnnnggghhh...! Di più padrona! Più a fondo! La sua figa e il suo cazzo sono meravigliosi!
    Ogni secondo che passava sentiva il suo ano riempirsi e il suo cazzo venire avvolto dalle bollenti carni della sua signora e non ci volle molto prima che le sue membra mollicce ritrovassero il vigore rubato dall'assalto di Hilda. Aprì i denti quanto bastava a liberare il suo dito e tutta la mano e mentre una ancora rimaneva ancorata allo schienale del divano, quella libera osò agire di testa propria andando ad aggrapparsi saldamente ad una natica della donna, strizzandola con tutta la tensione e la passione del momento mentre Edmond raccoglieva le forze per muovere i propri fianchi verso quelli della vampira aiutandola a congiungere i loro corpi, chiudendo gli ultimi centimetri con un guizzo in avanti che fece impattare i loro testicoli gli uni con gli altri con tale forza da fargli vedere piccoli lumini davanti agli occhi a causa del dolore.
    Non posso aspettare! Inizio a muovermi mia signora!
    Credette che l'affondo fosse stata l'unica parte faticosa ma quando cercò di tirarsi indietro per dividersi da lei si rese conto che avrebbe dovuto fare appello ad ogni briciolo di possanza. Se Hilda si fosse voltata per guardarlo avrebbe potuto ammirare la sua intera muscolatura tesa al punto da far temere che la pelle potesse strapparsi da un momento all'altro. Il Cacciatore, con i denti stretti per lo sforzo, avrebbe ripercorso all'indietro il viaggio del fallo di Hilda nel suo culo e del suo membro nel fiore della sua padrona, prendendo un'iniziativa che forse la vampira avrebbe apprezzato. Si tirò indietro per metà della loro lunghezza, ansimando in preda al piacere, per poi raccogliere il coraggio e martellare la sua nerchia marmorea in quella dolce figa, sodomizzandosi da solo col membro della vampira impegnandosi al massimo per far scontrare di nuovo i loro testicoli venendo travolto da un dolore che l'energia della lanterna avrebbe trasformato rapidamente in inebriante e perverso piacere.
    P-Padrona voglio essere io a farla godere stavolta! Ngh! Voglio sentire la sua voce mentre il mio culo massaggia il suo grosso cazzo e... Ah! ... la mia nerchia riempie la sua calda figa!
    Si sarebbe adattato al fatto che per servire Hilda, prima, si era dovuto dimostrare sottomesso e accondiscendente ma ora, paradossalmente, doveva essere lui a prendere le redini della loro unione per mostrare alla sua padrona la sua fedeltà e se la prima volta quel movimento era risultato faticoso anche a causa della scomodità della posizione, Edmond avrebbe dimostrato ad Hilda la sua abilità, riuscendo ben presto ad accelerare il loro amplesso senza dover sacrificare l'intensità di ogni affondo che sarebbe terminato sempre con il sonoro SLAP! dell'impatto dei loro testicoli.

     
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    Edmond ormai stava recuperando le sue forze, ma Hilda non sembrò temerlo, forse perché aveva visto i suoi occhi totalmente ammaliati da lei. Perché sentiva con il contatto fisico che in realtà lui la voleva ancora. Era suo ormai, e quella notte avrebbero potuto dare sfogo a tutti loro appetiti sessuali. Sentirlo ricambiare era decisamente più eccitante del avere una mera bambola di carne da abusare. In effetti fu un bene dato che quella difficile posizione fu agevolata da Edmond che la assecondò per arrivare ad una penetrazione intensa. Hilda considerava quella pratica il massimo del erotismo, poteva godere sia nel suo sesso femminile che con quello maschile. Penetrare ed essere penetrati, due sensazioni totalmente differenti che si mischiavano nella zona del bacino e risalivano verso il cervello annebbiandoli del tutto. Lo sentiva pulsare dentro di lei, ma lei stessa pulsava in profondità nel culo di Edmond, al punto che non riusciva più a capire chi stesse pulsando più forte, poiché si diramava tutto nel loro corpo ubriacando i loro sensi. Edmond ne era entusiasta, lo sentiva dalla sua voce, dal modo in cui la afferrò, facendola sussultare e rabbrividire. La sua vena masochistica fu tentata di lasciarli briglia sciolta per farsi devastare da lui, ma se per orgoglio si fosse ritirato sul più bello sarebbe stato un enorme peccato verso la sua dea. No, dovevano godere ancora ed ancora, fin quando non si sarebbero sentiti sazi, o fin quando non sarebbero svenuti sfiniti. Quando i loro testicoli si scontrarono dolorosamente, Hilda aspirò aria avidamente, gemendo rumorosamente. Il dolore non aveva fatto altro che rendere più intensa la loro penetrazione. Anche lei si aggrappò alle natiche dell'uomo, stringendole con entrambe le mani così che avrebbe potuto indirizzarlo per bene.
    Sì... aaah sìì, fallo! Muoviti, scopami, e fatti scopare! La voce di Hilda era rotta dal piacere, ma non avrebbe lasciato tutta la fatica al suo amante, perché anche lei avrebbe assecondato i movimenti, affondando a sua volta dentro di lui, mentre lui arrivava in profondità dentro di lei. L'energia delle lanterne avrebbe reso ogni fatica ed ogni stilla di dolore un piacere unico, intenso. Hilda ogni tanto guardava verso di lui, per bearsi non solo del suo fisico che si scolpiva ad ogni movimento, ma anche per vedere il suo volto sempre più stravolto, la passione che avrebbe iniziato a galoppare in entrambi. Ci volle solo qualche momento, ma quando riuscirono a capire che tipo di movimento fare con i fianchi, Hilda iniziò ad accelerare con il ritmo, gemendo ogni volta che sentiva la cappella di Edmond arrivare in profondità, ogni volta che la corolla di carne si contorceva attorno al suo membro. Era faticoso, ma il piacere che ne riuscivano a guadagnare ne valeva la pena.
    Sei così duro... e così caldo. Non fermarti, continua, più forte! La fica di Hilda continuava a rilasciare caldissimi umori che avrebbe lubrificato entrambi, rendendo il suono di quell'amplesso a dir poco osceno. Essendo entrambi glabri poi, sgusciavano ben bene fra di loro, rendendo ogni movimento perfetto. Hilda sentiva già i primi sintomi di un orgasmo, e la cosa meravigliosa fu che entrambe le parti erano stimolate al meglio. Continuò ancora ed ancora ad assecondare i movimenti di Edmond. Pulsava sempre più forte dentro di lui, mentre la sua cervice si stringeva in spasmi incontrollati come se avesse voluto intrappolare dentro di lei il cacciatore.
    Aaah sììì, veniamo insieme... voglio sentirlo dentro di me! Continuò ancora, fino a sentire il cervello alleggerirsi, seguì gli impulsi del proprio corpo, pulsava sempre più furiosamente, diventando ancora più dura. Avrebbe però resistito, non voleva arrivare all'apice da sola, voleva farlo insieme a lui, voleva generare qualcosa di profondamente perverso, che era sicura Edmond non avrebbe dimenticato facilmente.
     
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    Non sentiva più nulla nella sua testa, nessuna voce della ragione che tentava di riportarlo alla lucidità, nessuna voce rabbiosa che gli intimava di riprendere il controllo della situazione e se anche fossero state ancora presenti, i gemiti e i lamenti estasiati e perversi della sua padrona le eclissavano al punto da poterle facilmente considerare inesistenti. Hilda aveva letteralmente scopato via ogni goccia del vecchio Edmond sostituendo la sua personalità con quella di un uomo molto più che semplicemente ammaliato da lei, molto più che semplicemente "suo". I suoi occhi la vedevano come una vera e assoluta Dea da venerare e compiacere e il suo cervello gli ordinava di sottomettersi a lei senza fiatare mentre il suo corpo diveniva sempre più sensibile così da poter godere sempre più del piacere che la vampira gli stava donando. Un piacere che mai aveva provato e di cui mai aveva goduto così intensamente e così profondamente. Aveva smesso di chiedersi se ci fosse qualcosa sotto, se Hilda fosse capace di influenzare la percezione di ogni singola sensazione del loro amplesso selvaggio limitandosi ad accettare che la sua signora fosse l'unica con cui poteva sperimentare un livello di lussuria così elevato da rendere perfino l'erezione del suo membro così intensa da risultare perversamente dolorosa. Il suo ano e le sue interiora, totalmente arrese, si stavano lasciando servilmente modellare dalla possente virilità della sua padrona e anche il proprio cazzo aveva deciso di fare la sua parte per soddisfare quegli ordini indecenti ma che scaldavano il suo petto di orgoglio. Gli sembrava stesse per esplodere come un palloncino ad ogni pulsazione come se quel grosso organo stesse cercando di superare i propri limiti autonomamente senza preoccuparsi delle scariche di doloroso piacere che potevano scaturire da esso espandendosi poi in tutto il corpo di Edmond e fin nel profondo del suo povero cervello martoriato ormai pateticamente incapace perfino di controllare le reazioni delle sue zone più intime. Il suo cazzo e il suo ano rispondevano solamente ai desideri di Hilda e lui aveva un solo ruolo: darsi da fare e spingere con tutte le sue forze.
    P-Padrona! E' così... intenso! La sua fica calda... il suo cazzo grosso e duro... non riesco a concentrarmi su nessuno dei due!
    L'unica valvola di sfogo che aveva il povero Cacciatore era quell'apparentemente indistruttibile schienale del divano che stava accogliendo quella peccaminosa unione e che ora vedeva la sua mano stretta con tale forza su di esso che fu incredibile non sentirlo neanche incrinarsi o peggio ancora spezzarsi come un cracker mentre l'altra mano giaceva ancora sulla natica di cioccolato morbida e accogliente di Hilda che l'uomo strizzava al punto da far sparire le dita in quelle carni simili ad un gustoso budino. Non era in grado di focalizzare una delle due stimolazioni rimanendo quindi intrappolato in quel vortice di sensazioni che si accavallavano l'una sull'altra sotterrandolo secondo dopo secondo sempre di più. Se da una parte godeva e gemeva come una puttana ogni volta che la verga della vampira lo riempiva fino alla base con affondi secchi e passionali dall'altra parte stringeva i denti e grugniva nel percepire le interiora calde e strette della sua padrona avvolgere il suo cazzo trascinandolo in profondità. Non stava solamente venendo scopato e non stava solamente scopando quella donna. Ogni affondo, ogni loro unione era un mix di entrambe le sensazioni che invece di perdersi l'una nell'altra non facevano altro che amplificarsi e intensificarsi invogliando il Cacciatore a non esitare, a non lasciarsi dominare da quel piacere ma tutt'altro. Ne voleva sempre di più e soprattutto voleva che la sua signora potesse godere e godere, gemere e gridare nelle sue orecchie perché non c'era altro che desiderasse di più in quel momento insieme al semplice continuare a guardarla.
    Siete bella come una divinità mentre godete mia signora!
    Nonostante la confusione del loro amplesso e nella sua testa a causa di quelle travolgenti sensazioni non aveva mai smesso di guardarla, non aveva mai smesso di far viaggiare il suo sguardo lungo quelle curve distorte e vibranti a causa della violenza e dell'aggressività con cui impattava i suoi fianchi su quelli della sua padrona senza più preoccuparsi del sistematico pizzico di dolore causato dallo scontro dei loro testicoli. Ogni volta che spingeva dentro di lei la vedeva sussultare, vedeva quei grossi seni dondolare ad ogni impatto e quello non faceva altro che farlo eccitare sovrascrivendo la fatica della scomoda posizione con un'energia che non aveva idea da dove tirasse fuori. Più la scopava, più veniva scopato e più si sentiva rinvigorire, più sentiva i suoi muscoli gonfi ed energici e perfettamente in grado di proseguire a fotterla e lasciarsi sodomizzare da lei.
    E' solo merito suo padrona se sono così duro! E' così... arrapante... nnngggh!
    Strinse di nuovo i denti ma stavolta fu per un motivo ben preciso. Una pulsazione più forte delle altre, forte al punto da infliggergli una vera e propria coltellata nel basso ventre tanto che anche il suo ano rispose istintivamente, stringendo intorno alla verga ancora più grossa e gonfia della sua padrona. Non rallentò e, al contrario, cercò di aggrapparsi più saldamente allo schienale del divano per assecondare i movimenti di Hilda alla perfezione riuscendo a sovrastare qualunque difficoltà li avesse trattenuti all'inizio del loro amplesso in quella scomoda posizione così che i loro corpi potessero risuonare in un perverso e indecente concerto di umidi impatti fra le loro membra bagnate di ogni tipo di liquido intimo. Quella coltellata era una sensazione fin troppo familiare e da come il cazzo della vampira si era ingrossato sembrava che entrambi stessero raggiungendo la fine della corsa... e entrambi stavano facendo di tutto per evitarlo o più semplicemente controllarlo ma quando Hilda gridò quelle parole... per Edmond divenne molto difficile continuare a trattenersi.
    P-Padrona...! Ngh! E' così difficile resistere! Sto per... sto per sborrare!
    Entrambe le estremità della sua bocca si ripiegarono verso il basso in una smorfia di puro dolore e sforzo mentre l'uomo faceva di tutto per scaricare ogni briciolo di forza che quelle stesse pulsazioni gli stavano donando contro la sua padrona, agitando i suoi fianchi il più selvaggiamente possibile senza più curarsi neanche se quella foga avesse rischiato di far cadere lui, lei o entrambi dal divano. Doveva scoparla il più forte possibile, doveva scoparla con la stessa furia che avrebbe riservato ad una povera preda tra le sue grinfie e allo stesso tempo desiderava che la nerchia della sua signora allargasse sempre di più la sua corolla di carne e lo riempisse rudemente e più quelle voglie crescevano più cresceva la passionale energia con cui si stava avventando contro la donna ma più la sua passione bruciava intensamente più il fuoco che gli ardeva dentro lo trascinò sempre più vicino al limite... sempre più vicino al punto di non ritorno.
    Vengo padrona! Veniamo insieme!
    Si concesse un ultimo rush prima di spingersi verso di lei facendo sprofondare i cazzi di entrambi nei rispettivi orifizi, premendo con tale trasporto da far sembrare di voler spremere dentro di lei perfino le sue palle che irrimediabilmente finirono schiacciate contro quelle di Hilda, contraendosi con forza e dolore immediatamente prima che il primo denso fiotto dilatasse la sua uretra per venir espulso nelle interiora della sua signora. Edmond gettò la testa all'indietro dapprima mozzicando ferocemente il labbro inferiore con l'intera arcata di denti superiore per poi cedere quasi immediatamente al perverso bisogno di spalancare la bocca, gemendo e gridando in bilico fra piacere e intenso dolore mentre quel mostruoso orgasmo sembrava venir spremuto forzatamente dal suo corpo obbligandolo a tendersi come una corda di violino in procinto di spezzarsi. Venne e venne senza il minimo ritegno, senza la preoccupazione di risultare terribilmente patetico mentre versi simili a quelli di una vera puttanella fluivano fuori dalle sue labbra carnose e più sborrava più il suo ano si contraeva finché la sua stessa prostata schiacciata sotto il cazzo della sua padrona non iniziò a bruciare e a fargli vedere letteralmente le stelle.
    Vengo mia signora! Il suo cazzo divino mi sta facendo venire anche dal culo! Questo... questo è il mio primo orgasmo anale!
    Non aveva più filtri o più semplicemente non sembrava più preoccuparsi di averne, non mentre ad ogni contrazione della sua corolla di carne, il proprio cazzo sprizzava sperma come un idrante andato in pezzi. C'era solo una cosa che voleva più di venire dentro di lei ed era sentire di nuovo il seme caldo della sua dea invadergli le interiora pulsanti e supplicanti per l'ennesima volta.

     
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    La sua serata era iniziata con il piano di acciuffare un assassino e fargliela pagare in molti modi diversi e crudeli, mai si sarebbe immaginata di finire a fare del sesso così libero e sincero con un cacciatore! Quello che in teoria dovrebbe essere il suo nemico naturale, la sua naturale nemesi, stava godendo insieme a lei. Erano intrecciati profondamente, con qualcuno di meno dotato non si sarebbe potuto fare, ma con quell'uomo aveva potuto finalmente godersi la perversione liberamente, senza preoccuparsi se a lui piacesse o meno. E come se non bastasse, Edmond diventava sempre più seducente, le sue parole sincere la eccitavano tantissimo. Perché sapeva che lo diceva con l'istinto, e quello era la parte più sincera a parlare. Il giorno dopo forse si sarebbe pentito, si sarebbe infuriato con se stesso, ma in quel momento era felice, e lei lo era ancora di più.
    Aaah, non serve.. goditeli... entrambe le cose.. come sto godendo io... aaah.
    La faceva impazzire sentirlo spingere dentro di lei, impalarsi contro il suo cazzo sempre più duro che pulsava sempre più di frequente. Hilda pian piano perse le facoltà di parlare, gemeva rumorosamente, e si spingeva contro di lui, assecondando un amplesso che divenne sempre più veloce, più feroce. Lo afferrava anche lei sui fianchi, sulle cosce, così da tirarlo verso di lei, mentre con i gomiti poggiati sul divano si aiutava a spingere. Il mobile scricchiolava e cigolava tantissimo, ma loro due non riuscirono a fermarsi. Hilda sentiva che non riusciva a resistere ancora a lungo, anche se si ostinava a volersi controllare, la verità era che il piacere non aveva fatto altro che crescere sempre di più, ed alla fine quando percepì la verga del cacciatore pulsare così forte, quando lo sentì dire che stava venendo, si lasciò andare a sua volta. Le mani di Hilda si ancorarono a lui per tenerlo saldo contro di lei, entrambi profondamente uno nell'altro, mentre le loro verghe eruttarono seme in quantità, bollente. I gemiti della vampira divennero molto più acuti e strascicati, la sua cervice si contorceva in spasmi incontrollati sulla verga del cacciatore stringendolo come se avesse voluto bloccarlo dentro di lei per sempre. Il suo cazzo invece veniva massaggiato allo stesso modo dal culo di Edmon, facendola schizzare ancora altro bollente succo dentro di lui. Fu una sensazione unica, inebriante, due tipi di piacere che si mescolarono e si intensificarono a vicenda. I suoi canini si affilarono ed allungarono brillando fiocamente, le sue pupille si assottigliarono mentre l'energia perversa di Hilda alimentò entrambi, rendendo quell'orgasmo irripetibile, unico e devastante. Hilda venne abbondantemente e continuò a venire ancora ed ancora, spruzzando anche fluidi dal suo apparato femminile. Durò un lungo momento tremando e sussultando con il corpo, ed alla fine quando il momento più intenso si placò allentò la presa, rilassandosi totalmente sul divano, lasciando che i loro corpi ancora uniti si afflosciassero con dolcezza. Ansava e sorrideva estasiata, ringraziando la sua dolce dea che le aveva fatto un dono tanto prezioso.
     
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    Credeva di essere pronto. Credeva che preparare il suo corpo all'impatto del proprio orgasmo sarebbe stato sufficiente ad incassare anche quello della sua padrona, ingenuamente convinto che la situazione non sarebbe potuta peggiorare più di così. Era riuscito a godere di quella doppia penetrazione al punto da riuscire ad amalgamare le diverse sensazioni che fottere ed essere fottuto gli stavano donando e ora non riusciva quasi più a distinguere la differenza. Scoparla e sentirsi riempire fino all'orlo dal cazzo della sua padrona coesistevano docilmente nel suo cervello allo stesso livello... quindi sopportare due orgasmi nello stesso istante non sarebbe stato poi così difficile, no?
    Quando giunse al limite dovette spingere la sua virilità dentro di lei con ogni goccia di forza rimanente e con quelle stesse gocce si ritrovò ad aggrapparsi alle carni delle sue natiche con una mano, terrorizzato dall'irreale possibilità che uno spasmo del suo corpo potesse dividerli. Sopportò quella sensazione esplosiva, sopportò quando il primo fiotto dilatò la sua uretra ma dimenticò di fare i conti col fatto che tutto quel piacere lo portò, inconsapevolmente, a stritolare il membro di Hilda dentro di lui mungendolo con una tale foga che anche per la sua padrona venne il momento di vedere la luce. E lui non fu per niente pronto ad accoglierla.
    Padronaaaaaahhh...
    Un solo grido strozzato si fece strada nella sua gola nel percepire prima la mostruosa virilità di Hilda gonfiarsi e poi, sempre quest'ultima, pompare nelle sue interiora un denso grumo di sperma che fu sufficiente a scaldargli perfino l'anima. Erano uniti insieme in quel perverso climax ed Edmond si ritrovò nuovamente a dover fare i conti con due sensazioni irrimediabilmente opposte che andarono a mescolarsi forzatamente nel suo cervello. Da una parte era lui a riempirla ma dall'altra non riusciva a smettere di godere e godere nel sentire Hilda gemere ogni volta che i testicoli della sua dea si contraevano per depositare il suo seme dominante nel suo sottomesso ventre. Inarcò la schiena e cercò una posizione che permettesse alla virilità della vampira di sprofondare il più possibile e nel farlo la sua bocca spalancata non riuscì a trattenere altrettanti lamentosi gemiti da puttanella mentre il proprio, di pene, continuò imperterrito a scaricare senza ritegno o freno il suo orgasmo. Venne e venne e ogni volta che credeva di aver terminato era sufficiente una pulsazione del cazzo di Hilda seguita da sborra calda nel suo culo per strizzare fuori ulteriore seme dai suoi testicoli fino a che essi non cominciarono a far male. Ma più facevano male più la malia della donna dava i suoi frutti e il dolore mutava in lussurioso godimento portando l'uomo a pregarla in preda alla follia di riempirlo fino all'orlo... ciò che Hilda fece senza apparente fatica. Quando l'ultimo apparente e patetico schizzo di seme imbrattò le interiora della sua padrona, Edmond non era nello stato mentale necessario a rendersi conto dell'umiliante condizione in cui versava: gettato sul divano come uno straccio usato il Cacciatore presentava, dove prima erano presenti possenti e marmorei addominali, una bizzarra rotondità segno di una pienezza che era difficile da attribuire ad un membro del suo sesso. Appariva buffamente gravido dell'invidiabile capacità spermatica delle palle di Hilda e mentre una mano rimase sempre ancorata ad una chiappa della donna, l'altro braccio andò a coprirgli la parte superiore del volto arrossato e imbarazzato lasciando scoperte solo le gonfie labbra socchiuse.
    E'... è stato meraviglioso... padrona... Riuscì a biascicare a causa del fiatone, cercando di rilassarsi allo stesso modo di Hilda trovando però una maggiore difficoltà. Sentiva le membra pesanti e stranamente... sensibili. Ogni piccolo movimento era pericoloso, soprattutto se comprendeva la parte inferiore del suo corpo, ma doveva ringraziarla e non solo a parole. Non era il ruolo di un sottomesso quello di oziare subito dopo un orgasmo.
    ... lasciate che ringrazi... il vostro bellissimo... c-cazzo...
    Mugugnò per lo sforzo e fu terribile dover abbandonare la morbidezza della pelle scura della sua amante per puntare entrambe le mani sul divano e tirarsi dalla parte opposta così che i loro bacini potessero dividersi. Nonostante la posizione precaria rese inaspettatamente facile la fuoriuscita del suo membro dalle carni della vampira, quel semplice gesto massaggiò sia l'intera lunghezza del suo pene, sia di nuovo il caldo interno del suo ano che carezzò, come un amante infastidito da quella divisione, la virilità di Hilda centimetro per centimetro fino ad abbandonarla. La sua voce sviolinò in un indecente lamento femmineo non appena il suo ano eruttò delicatamente parte dello sperma che la vampira aveva depositato in lui, segno che la donna non ci era andata per nulla leggera. Come un gatto, Edmond cambiò posizione, fino a ritrovarsi accucciato proprio come un animaletto tra le cosce della sua padrona, viso pericolosamente vicino alle sue palle che l'uomo leccò golosamente senza pensarci due volte mentre con la sinistra afferrava tra le dita il suo cazzo.
    Padrona... ve ne sarete sicuramente accorta ma... non siamo più soli. Sussurrò il Cacciatore prima che le sue labbra tornassero a baciare e succhiare la fonte del seme che ora gli pesava nelle viscere, prendendo a masturbarla con lentezza e sottomissione. La sua voce era ferma e convinta ma non più convinta della mano che cercava di donare nuovo vigore a quel cazzo o che semplicemente desiderava coccolarlo mentre il proprio gaceva floscio sulla superficie del divano, indegno di ricevere le medesime attenzioni. Se Hilda avesse affinato i suoi sensi avrebbe percepito una presenza fuori dalla finestra, nascosta dietro la parete che li osservava e che ancora non aveva fatto la sua mossa ma Edmond non le avrebbe reso la vita facile perchè se da un lato era in grado di rimanere vigile anche in una situazione simile, dall'altro era troppo sottomesso a lei per smettere di donarle piacere.

     
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    Fu semplicemente meraviglioso per Hilda. Aveva iniziato con l'intenzione di umiliarlo e di divertirsi, ma non avrebbe immaginato che poteva diventare la scopata migliore della sua vita. Se ne stava lì ancora ansante, i loro corpi ancora intrecciati in profondità, pensando che non le sarebbe dispiaciuto rimanere ancora così, a sentire il suo cazzo dentro di lei, ed il proprio stretto nel culo del cacciatore. Lui prese l'iniziativa, spostandosi e facendo sfilare via i due membri dai reciproci corpi. Mugugnò infastidita dal non sentire più il calore del suo amante, ma si beò della visuale del suo ano dilatato che perdeva il seme che aveva riversato in lui. Ghignò malefica, non dando peso al fatto che in realtà anche la sua fica grondava di bollente seme sul divano. Stava per dire qualcosa di ironico per punzecchiarlo, riuscendo a malapena a pronunciare qualche sillaba interrotta dal fiatone, si zittì però del tutto quando lui si posizionò fra le sue cosce, servile e ormai soggiogato totalmente dalla sua malia. Una pulsazione attraversò il suo membro nel vedere quel volto ancora colmo di una fame insaziabile. Lo lasciò fare rabbrividendo al suo fiato bollente contro i testicoli. Edmond avrebbe potuto sentire che il membro stava riprendendo vigore sotto al suo tocco. Nemmeno la notizia che qualcuno li stava spiando scoraggiò la sua carne perversa, tornando in pochissimo tempo turgida e lucida. Gli carezzò la testa, infilando le mani fra i suoi capelli, schiacciandoli il viso contro il proprio sesso. Avrebbe voluto violare di nuovo la sua gola, fargli leccare la propria fica ancora sporca di seme, ma la presenza oltre la finestra la distraeva, la infastidiva. Non poteva semplicemente ignorarla, poteva essere quel dannato vampiro che stava cercando.
    Aah maledizione! Non mi sono mai piaciuti i guardoni. O per lo meno non quando sono io a volermi mostrare. Spinse via la testa di Edmond, in modo rude, infastidita, scivolò via da lui in un attimo, tornando in piedi. Non si preoccupò di nascondere le sue nudità, avanzò fiera verso quella finestra, con l'erezione che svettava come una perversa bandiera. Aprì la finestra con uno scatto nervoso.
    Non vuoi unirti alla festa, invece che guardare? Una mossa rischiosa o forse azzardata, ma era sicura che se quella presenza avrebbe voluto farle del male, avrebbe potuto sfruttare proprio il momento in cui era totalmente distratta e assente durante il suo orgasmo.
     
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