[Hentai Tales 2019] Late Bloomer

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    Nome utente (con link al profilo): Demi
    Personaggio scelto (con link alla scheda scelta): Seiichi Kinoshita
    Titolo dell'opera: Late Bloomer

    Kurayami, molto tempo fa.

    Con una mano a reggersi il volto oscurando metà del suo viso, Seiichi se ne stava seduto su uno sgabello vicino al bancone, appena destatosi da un blackout totale della mente mentre sentiva il cervello pulsargli come se fosse in procinto di esplodere da un momento all'altro. Si sentiva uno schifo, le uniche cosa che percepiva erano le orecchie che gli fischiavano e il puzzo di fumo e alcol per lui che aveva un olfatto ipersensibile era qualcosa di tremendamente insopportabile, come un paio di punte aguzze che ripetutamente gli risalivano lungo il setto nasale per pugnalarlo incessantemente. Chino in avanti quasi sdraiato su quella superficie di legno che ormai gli sembrava fin troppo comoda, il suo unico salvatore era stato proprio il liquore che aveva almeno ridotto l'agonia che i suoi sensi stavano sopportando. Gli doveva molto, anche il fatto di essersi totalmente dimenticato il motivo per cui si trovava lì dentro. Aspetta, lì dentro dove? Mentre i frammenti del suo cervello cominciavano a ricomporsi, un fastidiosissimo frastuono di una qualche melodia totalmente rovinata da quello che poteva solamente essere un coro di corvi gracchianti penetrò le sue orecchie, totalmente sovrastando quel fischiare a confronto angelico. Istintivamente il ragazzo tentò di portare le proprie mani alle orecchie mentre si voltava verso la fonte di quel suono, ma il corpo non rispondeva ai suoi comandi e nel farlo finì per cadere a terra come il peggiore degli ubriaconi. Il suono dell’asse sotto di lui che scricchiolava fu un suono di allarme per lui che lo convinse a non muoversi, complice anche l’incredibile fiacchezza che lo pervadeva. Ora che era a terra però avrebbe potuto guardarsi attorno: si trovava in una sorta di saloon, di quelli tipici da vecchi film western. Pieno di gente, tutti vestiti proprio come se fossero nel vecchio west, lui compreso. Stordito oltre ogni modo, sentì la testa farsi più leggera mentre poco a poco almeno il dolore ad essa sembrava scomparire, per qualche motivo. Vagando con lo sguardo mentre avvertiva gli occhi farsi più pesanti, l’ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stata la televisione, sulla quale appariva un biondo con occhiali da sole che vagamente sembrava parlottare qualcosa riguardo la creazione di un ombrello. Un’ultima visione che decisamente non avrebbe portato bene al suo sogno, ma che fu salvata proprio all’ultimo quando la ripresa avrebbe inquadrato una ragazza che lo affiancava, decisamente una bella gnocca, abbastanza alta e con delle forme più che generose. Non che lui potesse saperne nulla di forme, dato che ancora di figa non ne aveva neppure avuto un assaggio, ma sicuramente meglio lei che lui. Esausto, chiuse gli occhi, poco a poco svanendo anche quel terribile frastuono che lo aveva gettato in quella situazione.
    Buio.
    Non ci fu nessun sogno, nessun incubo: fu un sonno quieto, tranquillo. Quando finalmente rinvenne, riaprendo gli occhi, gli sembrò di vedere di nuovo la stessa figura che lo aveva accompagnato nell’oscurità, una sagoma femminile, questa volta però accompagnata anche da una voce altrettanto candida, e incredibilmente gentile.
    Sei sveglio? Ci sei?
    Poco a poco la vista si affinò, cessando di essere sfocata, e tornata nel pieno delle sue capacità, finalmente Seiichi sarebbe stato in grado di vedere la proprietaria di quella voce così splendida: una donna dalla chioma rossa, dall’aspetto maturo, ma non per questo meno attraente. Indossava un’uniforme da infermiera fin troppo attillata, mettendo bene in evidenza il seno fin troppo abbondante, il quale spingeva contro di esso come se stesse disperatamente tentando di sfuggire a quella prigione. Il ragazzo rimase interdetto per qualche attimo di fronte a tale vista, fissandole spudoratamente quel ben di Dio con gli occhi spalancati, tant’è che non si era neppure ancora reso conto di trovarsi in un letto d’ospedale.
    S-sì… sì, sono sveglio.
    Balbettò inizialmente, la sua voce ancora incredula ma soprattutto il suo sguardo del tutto catturato da quella vista. Solo poi il suo cervello tornò a funzionargli, e si accorse di ciò che stava facendo.
    Eh- AH! Scu-
    In un impeto di imbarazzo fece scattare gli occhi verso l’alto, alla ricerca di quelli dell’estranea, convinto che ad accoglierlo avrebbe trovato uno sguardo iracondo, ma così non fu. Ad attenderlo c’era un sorriso, compassione. Un volto che lo rassicurava, l’unico per la prima volta negli ultimi sei anni, da quando aveva iniziato quel percorso di criminalità. Ripensando proprio a tale percorso, balzò sull’attenti alzandosi tentando di guardarsi attorno, ma nel farlo sentì nitidamente un dolore lancinante pervadergli la testa, accorgendosi solo ora della fascia che gli avvolgeva il capo, portatosi in fretta una mano ad esso. La sua ascesa era stata fermata prontamente dalla mano della donna, portata al petto nudo di lui, già piazzato e definito come uno dei più grandi atleti. Il suo corpo era bollente, e quel tocco per quanto forse minimo non fece altro che accenderlo ancora di più. La pelle di lei era liscia e perfetta, più accogliente delle coperte del letto che lo ospitava. Rimase gelato sul posto come una statua, incerto riguardo cosa dovesse fare mentre il dolore che prima lo invadeva passava del tutto in secondo piano.
    Fa’ attenzione Seiichi. Non vorrai mica rovinare tutto, vero?
    A quella frase seguì una risatina colma di malizia, qualcosa di così semplice che però mandò una scarica di eccitazione lungo tutta la spina dorsale del ragazzo. La mano della sconosciuta prese a scivolargli lentamente verso l’alto, attraversando gli spaziosi pettorali per arrivare sino al mento, dove si sarebbe fermata per limitarsi a portare un indice sulle sue labbra, mentre con le gambe si portava sopra di lui, sul suo bacino, bloccandolo come una pantera e rivelando i reggicalze e una minigonna che non riusciva neppure per sbaglio a nascondere una lingerie nera tutt’altro che adatta ad una semplice infermiera. C’era solo silenzio ad accompagnare quei movimenti, e forse era proprio quello che li scandiva e rendeva schifosamente irresistibili, ma qualcosa non quadrava. Lo sguardo fino a quel momento rimasto incollato su di lei sfrecciò attorno a sé: era in un ospedale, poco ma sicuro, ma non c’era nessun’altro lì dentro con loro. Fece allora per guardare verso l’ingresso di quella stanza totalmente vuota e bianca, ma prima che avesse modo di buttarci l’occhio, la mano al suo mento l’avrebbe bloccato, arrivandogli alla guancia per tenergli ancorato di nuovo il volto verso quello della fantomatica infermiera. Senza che potesse accorgersene, si era fatta incredibilmente vicina, le sue labbra rosse e carnose schiuse ancora in quel sorriso che si avvicinavano sempre più.
    Rilassati, rilassati. Sono qui per aiutarti, nulla di più. Non avere paura.
    Il suo affare ormai era turgido ed eccitato come la pietra, in un rapido movimento ella tirò giù i suoi pantaloni in un modo fin troppo esperto, di chi lo aveva fatto fin troppe volte, per poi senza troppi complimenti bloccarlo non appena affondò la sua femminilità sulla sua verga bisognosa e pulsante. Per un attimo il cuore del licantropo si fermò nel capire cos’era appena successo, la sua verginità sparita, gli occhi sgranandosi mentre sentiva un piacere disumano invaderlo partendo dal suo bassoventre. Un’estasi incontrollabile, una passione incontenibile che sino a quel momento solo nelle sue perversioni era riuscito ad immaginare. Ma non è tutto oro ciò che luccica, e mentre quel piacere lo invadeva, sentiva anche qualcos’altro abbandonarlo. Energie, forze, qualcosa di più intimo. Fu allora che lo sguardo raggiunse la porta, e si accorse di una sedia a bloccarla. La donna lo fissava con macabra perversione ma anche diletto, il suo sguardo ora non più amorevole ma diabolico, e allora fu tutto più chiaro. Ruggì, di nuovo un totale nero nella sua vista, mentre l’oscurità lo avvolgeva.
    Il suo ultimo ricordo di tale evento, solamente un immondo piacere, e un'importante lezione.
     
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