[Hentai Tales 2019] Notte di luna piena

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    Nome utente: Pixelchan
    Personaggio scelto: Blume e Basura
    Titolo dell'opera: Notte di luna piena


    Sentivo uno strano dolore alle braccia e alle gambe, un fastidioso brusio mi riempiva le orecchie. Pensai di aver lasciato accesa la televisione, proprio sul canale in cui mostravano gli scontri fra i gladiatori di New Vegas. Ogni tanto li guardavo nella speranza di trovarci quel bastardo di mio padre fra di loro a dare spettacolo, infondo erano famosi per la loro crudezza, non mi avrebbe sorpreso trovarcelo, ma ogni volta era una delusione totale. Avevo gli occhi pesanti come se non riuscissi a svegliarmi, come dopo una brutta sbronza. Un brivido di freddo attraversò la schiena e spalancai gli occhi spaventandomi. Non ero sul mio letto ed il brusio non era della televisione. Mentre i miei sensi uscivano da uno strano torpore mi accorsi che ero legata contro un piano inclinato, non ero sdraiata ma in diagonale, i polsi e le caviglie bloccate da anelli di metallo. Mi agitai non capendo che diamine stava succedendo e guardandomi attorno notai che c’era un sacco di gente attorno a me, urlavano dei nomi, tifavano, non ci capivo niente, ma l’unica cosa che riuscì a capire era che ero in una specie di arena, vestita come se dovessi far parte di uno spettacolo teatrale. Uno porno probabilmente dato che avevo una fascia striminzita attorno al seno che mi copriva a malapena, da cui si allungavano veli bianchi fin troppo trasparente per i miei gusti, si intrecciavano in modo da somigliare ad una tunica antica romana, le gambe ed i piedi erano nudi e a coprire le mie vergogne un perizoma sottile. Anche se non aveva niente al vento mi sentivo nuda, in pericolo e cercai qualcuno vicino a cui rivolgermi. Aprii la bocca per urlare ma la bocca sembrava incollata, la mia voce non usciva dalla gola. Mi sentivo debole, non riuscivo nemmeno ad attivare il mio potere. Sicuramente mi avevano drogata, altrimenti non avrei potuto spiegare perché non riuscissi a liberarmi o a parlare. Con le mie fiamme avrei potuto far esplodere quei anelli di metallo, ma il corpo non rispondeva bene. Alle narici mi arrivò improvvisamente odore di sangue, e voltandomi vidi un uomo muscoloso che cadeva a terra con il ventre squarciato, davanti a lui c’era un lupo antropomorfo bianco dal manto intervallato da linee nere qua e là. Cercai di mettere a fuoco l’immagine e quando ci riusci lo riconobbi! Era Basura, lo stesso lupo che aveva incontrato notti prima e con cui avevo passato una notte di passione. Provai a chiamarlo ma la voce non usciva, solo una specie di rantolo espirato: che diamine mi avevano fatto? Provai a strattonare le braccia per fare rumore ed attirare la sua attenzione. Lui però si voltò verso il pubblico sollevando le mani verso l’alto. La folla lo incitava, a quel punto vidi i suoi artigli insanguinati il suo sorriso feroce e fiero di sé, i suoi occhi ferini. Indossava solo un paio di pantaloni neri e ai polsi aveva ancora qualche resto di quello che probabilmente era una camicia. Nonostante il manto peloso si vedevano chiaramente i suoi muscoli allenati, i suoi artigli brillavano sotto la luce dei riflettori puntati su di lui. Sorrideva soddisfatto, mentre si godeva gli applausi del pubblico. Poco dopo un oblò di luce mi puntò, il frastuono si calmò e sembrò alzarsi una strana attesa nel pubblico. Basura si leccò gli artigli sporchi di sangue girandosi verso di me. Non me lo ricordavo così affascinante, c’era qualcosa in lui di selvaggio e primordiale, era una magnifica creatura dalla bellezza unica. Aveva pensato di essersi sentita attratta da lui per via delle circostanze in cui si erano incontrati, in quel momento invece capii che era bellissimo, che mi piaceva davvero. Provai a chiamarlo a chiedergli aiuto almeno con lo sguardo visto che la bocca biascicava solo strani lamenti. Si incamminò avvicinandosi verso di me, e per un solo momento sperai che venisse a liberarmi, invece quando mi fu vicino si fermò un momento per guardarmi. Sentivo i suoi occhi vagare sul mio corpo, si leccò le fauci e poi mi sorrise, catturandomi con il suo sguardo profondo e magnetico. Mi agitai per mostrargli i polsi bloccati e cercai la sua complicità per liberarmi. Lui però mi si avvicinò, mi annusò sul collo, poi dietro l’orecchio.
    - Sei il mio dolcissimo premio, non agitarti, goditi il momento. - mi disse gettandomi in confusione. Volevo protestare, fare domande ma la bocca era pesante, sembrava serrata da uno strano incantesimo. La lingua bollente di Basura si posò contro la mia guancia, un brivido mi attraversò la colonna vertebrale. Il suo odore lo ricordavo benissimo, quello di maschio piacevole che mi riempì le narici. Il suo manto morbidissimo e setoso mi carezzava la pelle, facendomi sentire una bellissima sensazione rassicurante, anche se la situazione non lo era per niente. La sua lingua si spostò dal volto al collo, mentre le sue mani iniziarono a carezzarmi sulle cosce, facendomi sentire i suoi artigli senza però ferirmi, solo per farmi venire altri brividi lungo tutto il corpo. Continuò a leccarmi scendendo sullo sterno, spostò con il muso la fascia che mi copriva i seni spingendolo verso il basso, scoprendomi i seni. Riuscii a fare un mugugno di dissenso che si trasformò in un gemito aspirato quando la lingua arrivò sui capezzoli. Non era una lingua umana quindi riusciva a coprire del tutto il capezzolo e la mia aureola. Era così calda che per un momento ho sentito il mio corpo venirne contagiato. Intuii perfettamente cosa stava per fare e non potevo crederci: voleva prendermi lì davanti a tutti? Per dare spettacolo? Mi agitai ma non servì a niente, Basura allargò le fauci e cercò di mordermi il seno, un leggerissimo morso per potersi godere la consistenza del mio seno fra i suoi denti, lo capii perfettamente dai suoi occhi e da come la lingua spazzolava su di esso famelico. Era diverso dall’ultima volta che ci eravamo incontrati, leggevo un desiderio irrefrenabile nei suoi occhi, e non era solo il desiderio di sfogarsi e basta, no, lui voleva me, lo capivo da come le sue mani stringevano i miei fianchi, da come la sua erezione pulsava contro la mia coscia. Spostò con un artiglio la stoffa che copriva la mia fighetta e sospirai sorpresa nello scoprire che ero fradicia. Non potevo crederci! Mi ero eccitata con così poco. Ero nuda davanti a tutta quella gente, ma le attenzioni di Basura mi rapivano, mi alienavano da tutti quanti, costringendomi a prestare la mia totale attenzione su di lui. Volevo stringere le cosce per coprirmi ma le caviglie legate me lo impedivano, poi lo sentii, bollente e durissimo, il cazzo di Basura scivolò contro di me, senza penetrarmi limitandosi a strusciarsi contro di me per tentarmi, o per lubrificarsi chi lo sa, ma stava di fatto che quella sensazione mi fece sentire le vertigini.
    - Blume.- la sua voce roca che mi chiamava mi fece eccitare, non so perché, forse perché mi sentivo osservata, forse perché mi sentivo desiderata da lui, o forse perché infondo ero solo una gran pervertita, mi ritrovai a desiderare di essere scopata. Forse era un incantesimo, forse una maledizione, ma iniziai a mugugnare di voglia mentre lui sfregava il suo cazzo fra le mie labbra vaginali sempre più bagnate. Volevo dirgli di scoparmi, di smettere di torturarmi, ma riuscivo solo a gemere, mi accontentò senza che gli dicessi niente, fece scivolare la punta cambiandogli posizione, divertendosi però prima a picchiettare il suo enorme cazzo contro la mia clitoride indurita di eccitazione, aspirai aria gemendo e poi finalmente cercò la mia fessura e mi penetrò, prima lentamente poi quando fu a metà con un movimento brusco mi riempì totalmente. Le sue fauci lasciarono il mio seno per fare una piccola risata roca e soddisfatta. La mia fighetta si contorse attorno a lui perché lo trovai incredibilmente arrapante il modo in cui mi guardava. Non iniziò subito a muoversi, portando uno dei suoi artigli contro le mie labbra, forse in quel momento avevo un espressione oscena di piacere perché lo avevo sentito pulsare e farsi più duro dentro di me. L’artiglio scivolò lentamente dentro la bocca indugiando sui denti e sulla punta della lingua, non si stava imponendo, stava aspettando, i suoi occhi sembravano dirmi “avanti piccola sai cosa voglio”. Addentai il suo artiglio e poi lo guidai dentro la bocca succhiandogli il dito, quando lo feci lui sembrò felice, pulsò più forte dentro di me e poi iniziò a scoparmi. Movimenti decisi, forti, ogni spinta mi sollevava un poco contro quel piano di legno ed io godevo. Ero così bagnata che la posizione non fu un problema, le sue dimensioni non avevano difficoltà a spalancarmi. Decise di farmi impazzire perché fece quella strana cosa con il suo cazzo che sembrava girare dentro di me facendomi urlare di piacere. La mia voce era tornata finalmente ma non avevo la forza di pensare, succhiavo il suo dito e allargavo le cosce quanto più potevo per farmi scopare da lui. L’unica cosa che potevo fare era curvare la mia coda e avvolgerla attorno alla sua coscia invitandolo a dare il peggio di sé, e lo fece. Mi scopò con forza, il piacere divenne così intenso che arrivai ad un primo orgasmo, poi un altro subito dopo alla fine si fermò impalandomi con il suo enorme cazzo, facendomi sentire la cappella mostruosa che pulsava contro il mio utero, e poi il calore del suo sperma che mi riempiva, i suoi versi animaleschi nel mio orecchio, io che venivo ancora. Dopo qualche momento lo tirò fuori e gli ultimi schizzi mi finirono sul ventre, sui seni, sulla faccia. I nostri occhi si incrociarono ed infine mi svegliai di soprassalto. Sudata, bagnata di umori fra le mie cosce. Mi guardai attorno e delusa sospirai lasciandomi cadere sul letto.
    - Era solo un sogno.- mormorai sollevata.
     
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