L'iniziazione

x Demi

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    Circe fissava un biglietto particolare fra le mani, sembrava una sorta di polaroid o una cartolina che emanava energia magica. L'espressione della stregha aveva il naso arricciato in una espressione infastidita mentre guardava le immagini ritratte sul foglio che si animavano. Sul foglio c'era una piccola scena di Ariel che si avvicinava ad un Seiichi addormentato e gli carezzava i capelli inquadrando poi il suo fisico allenato senza però ovviamente immortalare le parti più scabrose. Da quello che vedeva era chiaro come il sole che Ariel volesse sottolineare quanto gli piacesse l'uomo che stava guardando, ed ovviamente visto che dormiva nudo lasciava intendere benissimo che avevano passato insieme la notte in modi molto piacevoli. L'immagine poi si spostava su Tami dormiente sul letto e poi su Ariel in lingerie che le faceva l'occhiolino mentre sul foglio appariva il suo messaggio: "Abbiamo un nuovo adepto, questo bel lupacchiotto diventerà il mio bel schiavetto personale, spero che a Blaziken non dispiaccia. Prepara il dono del clan presto verrà alla Oxford per ufficializzare tutto quanto." La scena poi cambiava con Ariel più seria e preoccupata che guardava Tami dormiente mentre apparivano altre scritte: "E' successo qualcosa di strano, non era la solita corruzione di oscurità tipica della magia di umbra, era diverso, c'era qualcosa di diverso in lei, dobbiamo farla analizzare da una principessa." A quel punto l'espressione infastidita di Circe si stemperò in una più seria e preoccupata. Quando il messaggio magico terminò la cartolina prese fuoco con una fiamma oscura consumandosi senza arrecare alcun dato alle dita di Circe. Mandarle il messaggio tramite cellulare sarebbe stato molto più semplice, ma ormai avevano preso l'abitudine di comunicare in quel modo per assicurarsi di lasciare tutto segreto e non rintracciabile, oltre che per il fatto che i messaggi magici trasmettevano anche le emozioni di chi li mandava, rendendo quindi il messaggio molto più suggestivo di un semplice filmato o vocale. La strega sospirò poi si sedette pesantemente sulla sedia nell'ufficio che le avevano assegnato alla Oxford. Aveva sperato di distrarre quell'uomo con le indagini sulla scomparsa di alcuni studenti, così da poter sviare le sue attenzioni sulle stranezze che potessero rivelargli la natura del clan, invece Ariel l'aveva praticamente imboccato nel clan stesso rovinando i suoi piani di depistaggio. Non aveva idea di cosa fosse successo per aver spinto Ariel a chiedere a quel lupo di far parte del clan. Di sicuro si era fatto valere altrimenti Ariel non avrebbe pensato di sfruttarlo, o forse si era davvero invaghita di Seiichi. Infondo quando le aveva mostrato il corpo dell'uomo aveva sentito una felicità fastidiosa provenire da lei. Di sicuro la scelta di rivelargli il suo segreto era influenzato anche dal suo interesse personale, e non le andava molto a genio. La cosa che però la infastidiva di più era che Ariel aveva trovato vari pretesti per girarle attorno tornando di nuovo a farle discorsi sulle parentele e pregarla di darle la possibilità di essere una famiglia. C'erano vari motivi per cui rifiutava la vicinanza di Ariel e di concretizzare il loro legame di sangue, ma iniziò a pensare che forse, con Seiichi che le stava accanto poteva stare un pizzico più tranquilla e magari darle una possibilità? Quel'idea le diede una profonda ansia, anche se desiderava lasciarsi andare ed accettare i sentimenti di Ariel, sapeva di non poterlo fare a cuor leggero. Infondo lei non era una strega come le altre, ed i suoi doveri la portavano alla solitudine, a non avere legami che potessero usare contro di lei. La faceva sentire frustrata difatti si lamentò infilandosi le mani nei capelli per sfogare lo stress accumulato. Era lì in ufficio perché doveva ricevere Seiichi e farlo iniziare a frequentare la scuola come avevano pattuito, non avrebbe mai immaginato che si erano aggiunte altre incombenze come il fatto che era stato messo al corrente dell'esistenza del loro clan e che doveva anche pensare anche al suo ingresso e magari anche alla sua iniziazzione a cui in realtà sperava ci avesse pensato Ariel. Blaziken sonnecchiava beatamente sdraiata sul divano con un piede poggiato a terra, un braccio penzoloni e l'altro poggiato contro il ventre. Sembrava così spensierata e Circe invidiò tantissimo la sua serenità. Era sicura che Blaziken sarebbe stata felice di scoprire che Seiichi avrebbe fatto parte del clan. Chissà però se quell'uomo sapesse a cosa andava incontro? Pensò ad Ariel e sospirò di nuovo frustrata dando per scontato che non gli aveva spiegato proprio tutto quanto. Irritata da quel pensiero mandò un messaggio sul cellulare della sorella invitandola a raggiungerla a scuola il prima possibile che doveva spiegarle molte cose. Non restava quindi che attendere che Seiichi si facesse vivo alla scuola così da iniziare quel percorso. La donna indossava pantaloni neri aderenti, un paio di stivali corti, un top comodo che le lasciava scoperto l'ombelico di un colore rosso scuro ed un coprispalle di cotone che le copriva le braccia e le spalle.
     
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    Credeva che una bella doccia calda e un pò di riposo sarebbero riusciti a portargli consiglio, ma la convocazione ricevuta in realtà lo teneva leggermente a disagio. Rimorso? Ripensamenti? No: le parole rivolte alla strega erano state sincere, probabilmente una delle poche occasioni dove si era rivolto a qualcuno senza nessuna maschera a fare da filtro per i suoi pensieri. Ma allora di cosa si trattava? Paura, principalmente. Le cose si stavano muovendo velocemente, molto rapidamente per uno come lui che nemmeno qualche giorno prima si limitava a svolgere lavori di poco conto per la malavita. Davanti a sé aveva l'ignoto, non sapeva cosa aspettarsi. Si stava cimentando in un mondo a lui completamente estraneo, e se ne stava rendendo davvero conto solamente ora. In un certo senso sentiva di star rivivendo il proprio passato, quando dai piccoli crimini come tagliaborse passò a veri e propri omicidi. L'ansia era la stessa, il salto forse più importante. Arrivato davanti la Oxford durante quella giornata di gelo e neve tipico di Londra, attivò il blocco schermo sul cellulare fissando per qualche attimo lo schermo nero, osservando il proprio volto riflesso su di esso mentre la mente viaggiava ripensando a ciò che era accaduto la sera precedente, in particolare a quei due estranei che lo avevano costretto alla ritirata. Chi erano? Facevano parte dei saggi di lumen che aveva menzionato Ariel? Erano tutti così forti? I pensieri iniziarono a farsi più confusi accatastandosi l'uno sull'altro, fermandosi solamente quando il licantropo fece mente locale, facendo un profondo respiro per concentrare piuttosto la sua attenzione sulla scuola davanti a lui. Indossante un trench sopra un gilet che a sua volta copriva una camicia bianca a maniche lunghe accompagnata da cravatta, a completare il tutto vi erano dei pantaloni piuttosto sobri che sfociavano in delle scarpe oxford. Un completo sicuramente formale ma che rispecchiava abbondantemente la cittadinanza inglese, nonostante le orgini del mannaro non fossero affatto collegate a Londra. Depositando il cellulare nella tasca destra dell'impermeabile, dalla sinistra ricacciò la foto che ritraeva Circe con il gruppo di uomini che aveva trovato, dandole un ultimo sguardo mentre si incamminava verso l'ingresso della facoltà, prima di rimettere anch'essa a posto e concentrarsi solo sul rumore dei suoi passi che affondavano nella neve. Giunto alle porte dell'università si fermò, arrivò con una mano alla cravatta e controllò un'ultima volta che non fosse fuori posto. Solo allora entrò, raggiungendo in pochi attimi la porta dell'ufficio dove aveva discusso con Circe e Blaziken circa le ragazze scomparse. Non aveva iniziato proprio col piede giusto con Circe, l'aveva rapidamente inquadrata come una viziata, ma le recenti scoperte gli avevano dato molto da pensare su di lei. La rabbia e foga del momento lo avevano spinto a commettere un grave errore di giudizio, uno sbaglio che ora collaborava assieme all'insicurezza riguardo ciò che lo aspettava per tormentarlo e tentare di spingerlo a indugiare, ma nonostante lo stress e il timore non vi fu esitazione nei movimenti di Seiichi: una volta davanti l'ufficio bussò con fermezza alla porta, mentre teneva l'altra mano sulla maniglia in attesa di poterla aprire. I capelli neri, uniti in una lunga e folta coda di cavallo, ondeggiavano lievemente ad ogni minima percossa dell'ingresso. Aveva già affrontato lo stress e la paura che lo stavano invadendo, d'altronde il coraggio derivava proprio dalla capacità di saper affrontare i propri timori: lui di audacia ne aveva fin troppa, e la sicurezza era sempre stata per lui un lusso che mai si era potuto permettere. Attese che dall'interno gli venisse concesso il permesso di farsi avanti, solo allora aprendo l'ingresso per poi entrare.
    "Buongiorno."
    Conservando quindi la propria lucidità anche sotto stress, non si sarebbe impedito di salutare subito una volta entrato, chiudendo la porta dietro di sé. Nonostante la situazione si sarebbe presentato sorridente, mantenendo un volto amichevole e allegro, rifiutandosi di lasciare che la maleducazione avesse la meglio su di lui. Dopotutto, se per lui era difficile, sicuramente lo era anche per Circe, se non di più.

     
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    Circe si stava perdendo in pensieri sempre più neri: aveva accettato di tenersi al fianco Blaziken solo perché aveva avuto l'imprinting con lei alla sua nascita ed alla fine si era rivelata utile per le sue tecniche di assassinio, era brava a combattere, ma Ariel non sapeva nemmeno tenere un coltello in mano. Sarebbe diventata una zavorra, non poteva collaborare con lei, anche se era abile con la magia sarebbe stata continuamente in pericolo e già doveva pensare a Blaziken. Ecco perché cercava di tenerla lontana e di non instaurare un rapporto con lei, anche se infondo non le sarebbe dispiaciuto sapere cosa si provasse ad avere una sorella al proprio fianco. Al momento quindi Ariel doveva accontentarsi di far parte dello stesso clan. I suoi pensieri vennero interrotti dall'arrivo di Seiichi che bussò educatamente alla porta. Circe si alzò dalla sedia e con un sbrigativo "avanti" lasciò che entrasse l'uomo nel suo ufficio. Rimase piacevolmente colpita dal suo abbigliamento elegante e formale. Nella sua forma umana faceva una gran figura, era affascinante stava bene e si ritrovò a fissarlo per un momento interessata prima di abbassare lo sguardo e indicare la sedia davanti alla scrivania con una mano.
    Buongiorno anche a te, prego accomodati. affermò senza alcun slancio particolare, non sorrise perché non era proprio abituata a farlo, ma non era ostile, anzi sembrava particolarmente tranquilla. Dopo aver indicato la sedia al suo ospite si sdette nuovamente alla sua sedia. Blaziken continuava a sonnecchiare beatamente e profondamente, sembrava in quella fase Rem in cui non la svegliavano nemmeno le cannonate.
    Ho saputo da Ariel che ti ha parlato del nostro clan e ti ha chiesto di far parte di noi non è così? iniziò senza tanti giri di parole. Dopotutto Circe non era una gran chiacchierona e andava sempre dritta al punto.
    Ti dispiacerebbe ragguagliarmi su cosa hai saputo del clan e se Ariel ti ha spiegato cosa comporta far parte di umbra? gli chiese serenamente incrociando le mani sul ventre mentre poggiò i gomiti sui braccioli della sua sedia. Puntò gli occhi dritti in quelli di Seiichi, lasciando intendere che era una tipa molto diretta e decisa. I suoi occhi dalle sclere dorate rendevano il suo sguardo magnetico al punto che quando guardava il prossimo in quel modo sembrava in grado di leggere nell'animo. Aveva notato nel tempo che da quando la sua pelle era cambiata metteva una certa soggezione nel prossimo quando era così seria. Seiichi però non sembrava il tipo da temere un semplice sguardo. Si ritrovò di nuovo ad osservarlo attentamente, notando i suoi occhi simili ai suoi che venivano risaltati dai suoi capelli neri. Notò che aveva dei bei lineamenti che ricordavano vagamente il fascino di un lupo e capì perché Ariel si era sentita così attratta da lui.
     
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    Varcato l'ingresso dell'ufficio, il benvenuto che Seiichi ricevette fu alquanto inaspettato. Credeva che ad attenderlo avrebbe trovato ostilità, aperta diffidenza o vere e proprie minacce: vedendo Circe senza Ariel e con Blaziken occupata a riposare pensò subito al peggio, ed invece la donna si dimostrò cordiale, ricambiando il suo saluto e invitandolo ad accomodarsi. Il lupo non si fece problemi ad approfittare di tale tranquillità anche se essa un poco lo confondeva, troppo abituato ad ambienti e 'occasioni lavorative' ben più ostiche e meno amichevoli. Annuì in risposta, e mentre si avvicinava per mettersi a sedere ricambiò lo sguardo di Circe, lui stesso a sua volta cogliendo l'occasione per deliziare i suoi occhi con la figura slanciata e snella di lei. Che li avesse scelti volutamente o meno, i suoi vestiti mettevano in risalto la sua forma allenata, una particolarità che non molti sapevano apprezzare ma che invece il mannaro non ignorava affatto, e che anzi la rendeva particolarmente interessante ai suoi occhi. Nonostante il suo interesse, tuttavia, non si soffermò sulle sue forme o sul corpo della donna troppo a lungo, deciso a dimostrarsi diverso rispetto al suo lato più selvaggio e meno controllato. Arrivato al proprio posto si mise a sedere: composto, con la caviglia di una gamba poggiata poco sopra il ginocchio dell'altra. La schiena dritta e poggiata sullo schienale, le mani unite incrociando le dita riposando poggiate vicino al bacino. Mimava vagamente in un certo senso la posizione della sua interlocutrice.
    "È così."
    Confermò le parole della donna immediatamente non appena iniziò a parlare, condividendo la sua schiettezza. Lo sguardo di Circe incontrò quello di Seiichi, perché anche lui portò i suoi occhi su quelli di lei. Condividevano degli occhi molto simili, ma se lei possedeva un guardo a dir poco inquisitorio, quello del lupo invece era l'esatto opposto, totalmente rilassato e imperscrutabile, degno del miglior giocatore di poker. Sul suo volto rimaneva il sorriso, inalterato da quel muto contrasto. Il visetto grazioso della strega lo affascinava, sembrava a dir poco perfetto e quasi gli rendeva difficile rimanere concentrato solo sui suoi occhi. L'intera figura di Circe era magnetica, e l'aura di serietà che emanava ogni singolo attimo non faceva altro che ampliare il suo fascino. Nonostante la piacevole distrazione, però, si fece trovare pronto non appena la donna gli chiese effettivamente un sunto di cosa gli fosse stato detto.
    "Siete un clan matriarcale che sta risorgendo. I vostri nemici - i saggi di Lumen - vogliono distruggervi e avete bisogno di servi per aiutarvi a riunire le forze e affrontarli. In quanto servo dovrei sottostare agli ordini senza fiatare... il che renderebbe la mia condotta passata sicuramente inaccettabile, dunque le innanzitutto chiedo venia."
    Dandole del lei, cambiando registro e ponendosi in maniera molto più servile, Seiichi adottò in pochi attimi una maschera completamente diversa, rivelando la professionalità che lo aveva aiutato ad arrivare fino a dove si trovava. Certo, in quell'occasione non si stava parlando di alcun effettivo contratto, e il mannaro aveva la vaga impressione che legarsi ad una setta come quella di Umbra fosse qualcosa di molto più personale, ma se era vero che con Ariel si era potuto permettere un approccio più intimo e diretto, le poche interazioni che aveva avuto con Circe gli avevano dato modo di capire che lei al contrario era tutta un'altra storia. Voleva anche lei, voleva riuscire ad avvicinare anche quella strega che sembrava così gelida, e sapeva benissimo che per farlo non poteva sperare di assaltarla e cambiarla in un giorno. Prima doveva creare un ponte, un legame, ed è esattamente ciò che voleva fare. Sul volto del lupo si fece largo una lieve smorfia di chi non sa come continuare, la mano destra staccandosi brevemente dalla sinistra per alzarsi a palmo aperto verso l'alto, scuotendo il capo mentre gli occhi andavano a fissare momentaneamente un punto vuoto.
    "Purtroppo, oltre a questo, non molto. So che sono il primo esterno, ma lady Ariel non mi ha detto altro. Non la biasimo, v'era poco tempo."
    Fu allora che riportò tutto com'era prima, riunendo le mani e poggiando di nuovo il guardo sugli occhi di Circe, rimanendo in silenzio in attesa delle prossime parole della donna e pendendo dalle sue labbra. Una parte di sé voleva alzarsi per raggiungere Blaziken, avendola vista solamente di sfuggita durante l'entrata, per salutarla e riunirsi a lei, ma il mannaro si sforzò di rimanere concentrato interamente sull'ammaliante assassina. Doveva far capire a Circe che era dalla sua parte.

     
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    Circe non aveva motivo di trattare male Seiichi, infondo aveva aiutato Ariel salvando anche Tami, non era di certo meritevole della sua crudeltà. Certo Circe poteva risultare poco gradevole dato che non socializzava volentieri e spesso preferiva starsene in totale solitudine, magari anche al buio, elemento che trovava più confortevole. Ma ciò non significava che era sempre scontrosa e maldisposta. Sapeva essere educata e ligia al dovere. Intanto Circe notò che Seiichi era più tranquillo rispetto la prima volta che si erano incontrati, il che rafforzava il fatto che la volta scorsa aveva davvero bisogno di sfogare i propri istinti. Anche se glielo aveva detto proprio lei che doveva ogni tanto assecondare i propri istinti, non immaginava che avrebbe dato corda a quelli sessuali da subito. Infondo lei aveva pensato alla sete di sangue, non ad altri appetiti, ma alla fine aveva capito che Blaziken aveva fatto la cosa giusta. Quando si trattava di sesso infondo Circe era sempre un poco diffidente verso gli uomini, ma era colpa delle sue esperienze passate che le avevano dato una grande sfiducia nei loro confronti. Cercò di concentrarsi su ciò che gli avrebbe rivelato Seiichi che confermò subito che aveva accettato di far parte del clan. Ascoltò in silenzio la sua spiegazione rimanendo impassibile per tutto il tempo, anzi rimase concentrata cercando di capire cosa avesse capito e quanto sapess del clan e quando finì la sua spiegazione Circe si portò le dita sul naso stringendo la zona fra gli occhi come se cercasse di scacciare un gran mal di testa, sospirò poi come se dovesse arrendersi all'idea che doveva fare una gran fatica. Borbottò pure qualcosa di incomprensibile, ma non era rivolto a lui bensì ad Ariel. Inspirò a fondo aria e portò le mani sul tavolo tornando a guardare verso l'uomo.
    Sì in effetti seguiamo una certa etichetta. Siamo un clan di streghe che usano prevalntemente l'oscurità per piegare al nostro volere la magia ed usarla. Siamo da sempre un clan matriarcale perché le donne sono molto più ben disposte verso la magia, in particolare quella di umbra, riescono a manipolarla con più facilità rispetto agli uomini, ecco perché di solito le donne diventano subito potenti nel clan e quindi si guadagnano il diritto di essere rispettate e servite. In passato ci siamo scontrati con i nostri nemici naturali i saggi del lumen, sono riusciti a decimare il nostro clan e ci stavamo per estinguere, ma fortunatamente siamo riuscite a salvare alcune di noi. Ci nascondiamo alla società proprio per non far finire il lavoro di epurazione che hanno iniziato i saggi del lumen. Quindi ti lascio immaginare perché sia di vitale importanza non far conoscere a nessuno l'esistenza del nostro clan e chi ne fa parte. E' un segreto che dovrai tenerti a costo della tua vita se servisse, ne va della vita di molte di noi. spiegò seria. Non sapeva effettivamente cosa Ariel gli avesse raccontato di preciso ma sentiva di dovergli spiegare meglio le cose.
    Il nostro scopo al momento è recuperare quanto più potere possibile, così da far accrescere la nostra magia, e tornare potenti come lo eravamo un tempo. Se vuoi far parte del nostro clan dovrai prometterci la tua totale devozione alla nostra causa, alla magia. Se vuoi far parte del clan dovrai dedicarti alla protezione di Ariel che ha deciso di essere tua padrona e responsabile. Da oggi in poi sarai nostro, non dovrà esserci niente all'infuori del clan per te. Dovrai rinunciare ad ogni tuo scopo personale ed egoistico, scegliendo la via oscura in cambio del potere delle streghe. Ecco cosa significa far parte del clan di umbra. spiegò fissando negli occhi Seiichi per cercare di capire se avesse avuto qualche ripensamento, se non gli piaceva l'idea che gli aveva appena esposto. Gli diede un momento per assimilare il concetto.
    Sapendo questo sei ancora sicuro di voler far parte di noi?
     
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    Sapeva che sarebbe arrivata prima o poi, quella domanda che si aspettava vista la segretezza e l'esitazione che Ariel aveva inizialmente dimostrato nel volergli rivelare informazioni sul suo clan. Seguì con attenzione il discorso di Circe, la sua attenzione solamente distratta in modo occasionale dalle forme della donna forse non prorompenti ma comunque invidiabili. Gli occhi aurei del mannaro non abbandonarono per un attimo la figura della strega, seguendola in ogni suo movimento e ricambiando i suoi sguardi diretti senza alcun tipo di timore. Non aveva nulla da nascondere dopotutto al di fuori di un passato poco legale, ma di quello Ariel ne era già al corrente e nonostante ciò il mannaro si trovava lì. Capì rapidamente tutta la situazione, Circe fu chiara e lui non era il tipo da aver bisogno di ripetizioni: avrebbe ottenuto l'accesso a quella magia che tanto aveva catturato la sua attenzione, ai segreti che il clan possedeva, e magari anche risposte riguardo la propria oscurità... ma non sarebbe stato altro che un pedone sacrificabile, per loro. Una pedina da sfruttare al meglio delle potenzialità per adempiere gli scopi delle streghe e nulla più. Certo, magari sarebbe riuscito a farle affezionare, forse quella era un'affermazione un po' troppo brutale, ma alla fine dei conti era così, e lui lo sapeva benissimo.
    "Dovrò mettere il clan e voi prima di tutto."
    Affermò con tono fermo senza smettere di fissare Circe, ripetendo in un certo senso le sue parole come se a volerle confermare di aver sentito chiaramente, per darle modo di capire che non avrebbe cercato di storpiare quel discorso a proprio favore ma, soprattutto, che aveva pienamente compreso ciò che gli aveva detto.
    "Sono certo della mia scelta."
    Stoico e irremovibile, non avrebbe dimostrato alcun tipo di tentennamento. Aveva trovato la risposta a quella fatidica domanda già la sera precedente. La sua vita era già esente da certezze o sicurezze, e la congrega ospitava non solo le risposte che cercava, ma anche alcune delle poche persone che gli avevano dimostrato un affetto che lui riteneva sincero, che a malapena aveva avuto il piacere di conoscere certo, ma che desiderava esplorare di più e, di conseguenza, sentiva di voler proteggere. Non aveva motivo di temere quella nuova identità da pedina, perché quasi identica alla sua vita attuale, se non più vantaggiosa. Almeno i suoi capi sarebbero stati delle donne avvenenti anziché dei vecchi ciccioni, e anziché costringersi a svolgere incarichi a danni di chi raramente aveva colpe, con le streghe avrebbe potuto mettersi al servizio di una causa forse più giusta. Non che la cosa importasse davvero, qualora gli fosse stato ordinato avrebbe ucciso anche bambini - la forza del Kinoshita era sempre stata nella propria volontà ferrea, tuttavia la sua sfortuna era non essere né una macchina né pazzo. Sapeva cosa fosse 'giusto' e cosa 'sbagliato', proprio grazie a questa sua distinzione d'altronde la sua risposta fu ancor più decisa e repentina. Davanti a sé, Circe non avrebbe trovato neppure l'ombra del ripensamento o dispiacere, bensì un uomo fermamente convinto della propria scelta che non temeva di dimostrarlo. Aveva delle domande - molte, in verità - ma le avrebbe poste a tempo debito. Prima di tutto voleva far capire a Circe che proprio come lei anche lui avrebbe avuto - anzi, già aveva - ad interesse il suo bene e quello delle sue sorelle.

     
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    Seiichi non ebbe alcun momento di tentennamento, non abbassava mai lo sguardo davanti al suo, nemmeno quando Circe gli parlò di cosa significava far parte del clan sembrò titubare. Era quasi come se ormai si fosse messo il cuore in pace. Oppure che avesse trovato ciò che aveva sempre cercato. Forse poteva risultare un pizzico sospetto, ma se Ariel le assicurava che era un buon acquisto, doveva dargli una possibilità. Più che altro le faceva strano che un licantropo che solitamente erano creature fiere e indomabili, anche per via di possibili maledizioni, avesse accettato di mettersi al servizio di un clan di streghe. Era evidente che non lo conosceva affatto, e non poteva negare a se stessa che lo incuriosiva. In ogni caso se Seiichi si fosse rivelato un traditore non avrebbe esitato nemmeno un secondo per togliergli la vita, e lo avrebbe fatto con le proprie mani. Si chiese come mai avesse deciso di far parte del clan. Da canto suo Circe aveva deciso di accogliere le sue origini vere e di seguire il clan per ciò che avevano fatto per lei, perché le avevano dato la libertà e la verità. Salvandola non solo da una solitudine dolorosa, ma anche da una vita miserevole. Le avevano dato la magia, l'unica cosa che da bambina la rendeva felice ma che le era proibito. Doveva tutto al clan ecco perché per loro si sarebbe anche macchiata di terribili peccati se portava loro bene. Lui invece perché aveva deciso di accettare un patto così impegnativo?
    Bene, vedo che sei deciso a proseguire per questa strada.... Evidentemente Ariel era più convincente di quanto mi aspettassi. il commento su Ariel lo disse guardando in un punto vuoto e abbassando il tono di voce, come se effettivamente fosse un pensiero suo e non un vero e proprio commento che voleva condividere con l'uomo. Tornò subito dopo a guardare negli occhi Seiichi, tornando a sedersi comoda sulla sedia con la schiena poggiata contro lo schienale e le mani sui braccioli.
    Il tuo primo compito sarà aiutarci a scoprire cosa sia successo alle ragazze che sono sparite dalla scuola. Anche Tami era una di quelle ragazze che erano sparite per un poco di tempo, e l'avete ritrovata proprio a casa di uno dei nostri temibili nemici. Ho scoperto che il tizio che Tami ha assassinato era un saggio del Lumen, uno anche molto scomodo per noi. Quindi si può dire che sia stato un bene che l'abbia ucciso, ci ha aperto molte strade. Ci ha dato vari indizi che ci potrà far scovare altri possibili adepti dei saggi. Quindi non tutti i mali vengono per nuocere. La sparizione di Tami però è stata solo una coincidenza perché si era assentata per stalkerare quell'uomo per poi aggredirlo come hai potuto constatare anche tu. Invece ci sono altre ragazze di cui non abbiamo ancora notizie. Di queste fanciulle che mancano all'appello 2 sono figlie del clan, e altre 2 invece sono normalissime studentesse. gli spiegò per poi aprire un cassetto della scrivania e prendere alcuni fascicoli che posò sul tavolo per poi porgerli al licantropo. Erano i fascicoli delle 4 ragazze in cui vi erano i dati anagrafici e scolastici con tutti i recapiti su cui poteva iniziare ad indagare. Aprendo i fascicoli non sarebbe stato difficile per Seiichi capire chi faceva parte del clan. Le due ragazze normali avevano un aspetto abbastanza banale ed anche poco attraente mentre le altre due ragazze erano molto più carine e particolari. Una di loro si chiamava Paya Sheika, l'altra si chiamava Rose Khepri. Circe però fece un piccolo segno sul fascicolo delle due streghe per far capire a Seiichi quale delle due fossero streghe, disegnò in modo molto stilizzato la faccina di Blaziken, per un ulteriore conferma Circe picchiettò il dito sui fogli per indicargli le due consorelle. Glieli lasciò studiare tranquillamente, poi avrebbe con un gesto della mano di cortesia chiesto:
    Hai domande sul caso o in generale sul clan?
     
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    Rimanendo a orecchie ritte, ascoltate le parole di Circe l'attimo che ella gli presentò i fascicoli il mannaro immediatamente piegò in avanti il proprio busto per avvicinarsi al tavolo, repentinamente arrivando con le mani ad afferrare le schede delle due streghe ancor prima che l'assassina avesse modo di segnarle o indicargliele. Non era affatto difficile riconoscerle, spiccavano per diversi fattori, ma nonostante la bellezza fosse ovviamente per il lupo molto importante, non fu essa a motivare la sua scelta bensì proprio la particolarità del loro aspetto. Aprì entrambe, tenendole una per mano e iniziando subito a leggerle e consumarne il contenuto, rimanendo silente e immerso, neppure notando il gesto cortese della mano della strega concentrato al suo studio. Sarebbe potuto sembrare totalmente assorto, ma non appena Circe gli chiese se aveva domande, la risposta non tardò ad arrivare.
    "Tante... ma non voglio recarle troppo disturbo, quindi mi limiterò a queste due: primo, chi è Umbra? Secondo, sarebbe possibile avere qualcosa da annusare delle studentesse scomparse?"
    Due domande sicuramente molto distinte, distaccate, ma d'altronde erano due domande che il lupo fece immerso nei fascicoli. I suoi occhi balzavano rapidamente da un angolo all'altro leggendo rapidamente le righe, tentando di estrapolare quante più informazioni nel minor tempo possibile. Non si rese conto che la sua seconda domanda poteva essere fraintesa molto facilmente, devoto com'era alla lettura. Degna di un pervertito, specialmente considerando l'aspetto delle ragazze e la fame che aveva dimostrato in precedenza, forse Circe avrebbe interpretato male le sue parole.
    Purtroppo il lato accademico del mannaro non andava esattamente a braccetto con la galanteria, specialmente quando esso si sposava con il lavoro. Non considerava i sentimenti o la pacatezza delle sue parole semplicemente perché era già totalmente concentrato sul risolvere quel caso: scherzi o battute di cattivo gusto o meno non gli sfioravano neppure minimamente il cervello. Anche perché se non fosse stato completamente devoto alla risoluzione di quel problema, allora avrebbe avuto molto più da distrarsi con ciò che aveva fra le mani e davanti a sé, anziché con i pensieri. Era un bene che avesse preso davvero a cuore la causa, perché altrimenti non avrebbe avuto distrazioni ad impedirgli di fantasticare riguardo quelle ragazze e le presenti nell'ufficio. Quando e semmai sarebbe riuscito ininterrotto a finire di leggere i due fascicoli delle streghe, li avrebbe posati con cura da un lato per poi comunque prendere e leggere quelli delle altre due ragazze normali, peccanti magari in bellezza ma comunque rapite, soprattutto alla ricerca di punti in comune con le altre due. A discapito del suo deficit momentaneo in eleganza, Seiichi comunque rimaneva attento alle parole di Circe, curioso specialmente riguardo l'identità di questa fantomatica Umbra. Una dea? La prima delle streghe? Entrambe? C'erano molte cose che non sapeva riguardo quel culto, difatti non era a conoscenza di praticamente nulla, ed era solo logico che se davvero voleva capirlo appieno, era necessario partire dalle fondamenta.

     
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    A Circe fece piacere vedere che si era interessato al caso, il modo in cui leggeva assorto le informazioni sulle ragazze le fece capire che forse potevano puntare sul cavallo giusto per vincere quella corsa. Quando lo invitò a farle le domande, la prima lasciò parecchio perplessa Circe che non si aspettava una curiosità del genere, ma non le sembrò poi inadeguata o strana. Se Ariel non gli aveva dato le basi era normale che volesse sapere cose di quel genere, partendo appunto dalla radice di tutto. La seconda domanda invece le sembrò molto pertinente alla sua natura al contrario di come invece si aspettava lui. Infondo era un licantropo, e Circe sapeva che creature del genere potevano vantare sensi molto sensibili e molto più sviluppati degli umani. Non le sembrò strano che un lupo potesse cercare tracce tramite l'olfatto, poteva essere utile. Dopotutto lei aveva avuto a che fare con Blaziken che aveva abitudini e comportamenti abbastanza animalesci, quindi poteva capire perfettamente una richiesta del genere.
    Certo, mi farò consegnare qualche loro oggetto o indumento per darti una traccia odorosa. Per l'altra domanda invece... Umbra non è una persona, non è una entità è un modo per chiamare la magia che si basa sull'oscurità sul metodo che abbiamo. E' un nome che indica il nostro clan, un clan che è devoto alla luna e all'oscurità. spiegò nel modo più diretto e semplice possibile.
    Tuttavia abbiamo qualcuno che veneriamo se è quello che intendevi. Una dea che ha originato la nostra magia. Le streghe di alto rango che padroneggiano bene la magia di umbra, hanno detto di averla sentita, di aver avuto sogni in cui la nostra dea comunicava con loro. Non pronunciamo mai il suo nome, non la invochiamo inutilmente per concetti magici che ti verranno poi spiegati con calma, dirti tutto adesso sarebbe controproducente per l'assimilazione dei concetti di magia e di usanze del clan. Tu avendo un potere particolare originato dall'oscurità potrai usufruire della magia di umbra, e per farlo dovrai sottoporti ad un semplice rito assieme ad Ariel che dovrebbe arrivare a momenti. Intanto visto che dicevi di avere molte domande, c'era altro che volevi chiedermi? Circe era ben disposta a dargli altre spiegazioni e rispondere alle sue domande, si sentiva come se potesse sistemare il disordine che aveva lasciato sua sorella.
     
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    "Capisco..."
    Fu tutto ciò che usci dalla bocca dell'uomo mentre finiva di leggere il materiale che Circe gli aveva fornito, non appena ella finì di spiegargli. Difficile forse dire a cosa si stesse riferendo dato che non staccava neppure per un attimo gli occhi dalla lettura, ma invero era riferito sia a ciò che gli aveva detto la strega che ai fascicoli. Chiusa anche l'ultima scheda dopo averne terminato lo studio, il suo sguardo si alzò finalmente dalle pagine per posarsi su un punto vuoto. Aveva molte informazioni da elaborare, e ancora più domande da porre, inerenti e non al caso. Attimo dopo attimo come flash improvvisi gli invadevano la mente in numero sempre maggiore... fece un profondo respiro, chiudendo gli occhi per concentrarsi. Non poteva preoccuparsi di tutto in una sola volta, non avrebbe concluso nulla. Doveva dare priorità a quel caso e alle ragazze sparite, approfittare di quell'occasione assieme a Circe per guadagnare quante più informazioni possibili: si sarebbe preoccupato più tardi dei propri affari, anche se sentirla parlare anche solo in piccola parte della storia del clan aveva già enormemente stuzzicato il suo interesse.
    "Ieri mattina aveva detto che le ragazze sparite erano tre... scomparse dopo la fine dei corsi e mentre erano occupate a fare ritorno alle loro case. Deduco che la quarta sia svanita ieri pomeriggio? Se sì, chi è fra queste? Dopo il rito potrei mettermi immediatamente sulle sue tracce, sicuramente aumenterebbe le mie possibilità di trovare qualcosa."
    Anche se non dava a dimostrarlo la memoria del mannaro era assai ottima, specialmente quando si trattava di rimembrare dettagli. Batteva lievemente la propria mano chiusa a pugno contro la fronte mentre ripensava al discorso passato con Circe, tenendo stretta la scheda chiusa fra l'indice e il medio, tentando di richiamare a sé ogni singola parola per assicurarsi di non lasciarsi sfuggire nulla. Quando però fu certo che non vi fosse altro da aggiungere, riaprì gli occhi poggiando anche quell'ultimo fascicolo sul tavolo assieme agli altri, solamente poi tornando a guardarla. Non sapeva nulla di magia e non aveva idea di chi fossero i saggi di lumen se non nemici, ma era perfettamente a conoscenza di quanto fosse vitale battere il ferro finché caldo quando si trattava di rintracciare qualcuno. Ogni attimo che passava le tracce diventavano sempre meno fresche e preziosi particolari rischiavano di venire persi: detestava quando gli veniva messa fretta ma sapeva riconoscere quando non poteva permettersi di prendersela con calma. Nonostante tutto, però, non riusciva proprio a togliersi dalla mente quella pulce costante che la foto di Circe trovata nell'ufficio di quel saggio morto gli aveva messo nell'orecchio. Senza dubbio, il suo vizio peggiore era la curiosità che lo contraddistingueva, ma d'altronde non si sarebbe mai immischiato con le streghe se non fosse stato per essa. Aspettava con impazienza un'ennesima risposta da parte della donna, gli occhi dorati osservandola impazienti mentre iniziava ad alzare e abbassare il tallone del piede sinistro ripetutamente seppur lentamente, comunicando ulteriormente la sua irrequietezza. Non era neppure stato ancora ricompensato per il lavoro svolto la sera appena passata, ma voleva già mettersi all'opera sul nuovo caso, per un semplicissimo discorso di efficienza e necessità. Forse si stava facendo prendere troppo la mano, magari era troppo ansioso di darsi da fare, ma c'era da biasimarlo? Se doveva davvero proteggere quell'ordine era opportuno iniziare a farlo sin da subito, e quelle studentesse di certo non sarebbero ricomparse da sole dal nulla.

     
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    Circe iniziava a pensare che non si fidasse di lei, aveva dichiarato di avere tantissime domande, ma se li teneva per sé, come se pensasse che fosse troppo presto porgerle. Non riusciva a decifrarlo, non riusciva a capire se fosse perché non aveva idea di dove iniziare o se avrebbe preferito chiacchierarne con Ariel, sicuramente una compagnia molto più apprezzabile di lei. Circe non avrebbe insistito, si limitò a sollevare un sopraciglio perplessa quando lui rispose con un semplice "capisco". Troncando in quel modo un possibile studio del clan con altre domande. Le chiese invece poco dopo altre informazioni riguardo alle ragazze sparite.
    Bravo, sei stato attento. In effetti l'ultima che è sparita è Paya. Lei è una delle studentesse più ordinate e precise, non si assenterebbe mai senza avvisare. L'ultima volta l'hanno vista uscire dall'istituto per andare a fare delle piccole spese ma non è più tornata. Di solito quando esce dall'istituto per questo tipo di mansioni è per andare a prendere dei croccantini per il suo gatto. affermò, così da dargli quindi una pista iniziale in cui indagare. Vicino la scuola vi era un negozio per animali non sarebbe stato difficile trovarlo e fare delle domande. Circe poi fissò a lungo il ragazzo aspettando che si facesse avanti per qualche altra domanda, ma non avrebbe avuto il tempo di farla dato che sarebbe stato interrotto da un vivace bussare alla porta. Circe diede il permesso di entrare e fece capolino Ariel, con un sorriso solare che salutò con un "buongiorno" rumoroso che svegliò anche Blaziken. Fra le mani reggeva un libro spesso, sembrava molto anonimo ma curiosamente robusto nella sua copertina di metallo. La copertina era totalmente liscia, come se fosse una base su cui dover lavorare. Lei invece indossava un vestito elegante come al suo solito, ma più contenuto rispetto al suo solito abito lungo. Blaziken un poco stordita si alzò mettendosi seduta sul divano per poi stiracchiarsi e arruffare le penne del suo manto. Quando Ariel vide Seiichi seduto alla scrivania gli si avvicinò allegra posando una mano sulla sua spalla per richiamare la sua attenzione. Gli fece un occhiolino complice salutandolo poi con un bacio sulle labbra. Un piccolo schiocco sulle labbra che attirò l'attenzione di Blaziken che li guardò incuriosita, poi si avvicinò anche lei a Seiichi facendo un piccolo verso allegro per salutarlo, dandogli una piccola lappata di lingua sulla guancia. Circe sospirò sapendo che con quelle due presenti la pace e la tranquillità avrebbe abbandonato la stanza. Adorava Blaziken, ma quando stava con Ariel diventavano come due ragazzine pestifere e vivaci e toccava sempre a lei tenerle a bada.
    Oh come sei elegante Seiichi, volevi fare colpo? chiese Ariel per poi ridacchiare divertita. Infine si avvicinò alla scrivania e posò il libro su di esso davanti al mannaro.
    Gruuuh libro magia! fece allegra Blaziken avvicinandosi ad esso per annusarlo curiosa. Ariel si spostò leggermente per permettere a Seiichi di osservare i libro sul tavolo e da come era posizionata, ovvero con una mano su di esso e rivolta verso di lui sembrava proprio che quell'oggetto fosse portato proprio per Seiichi.
    Questo qui è il dono che facciamo a chi entra a far parte del nostro clan. iniziò Ariel con gli occhi che le brillavano di entusiasmo.
    Oh non pensare male, è così bruttino perché non ha ancora ricevuto la tua energia. Infatti se lo apri... Ariel aprì il libro davanti agli occhi di Seiichi mostrandogli che era totalmente bianco. Ogni pagina di quel libro era vuoto, sembrava uno strumento grezzo che doveva essere ancora stampato, in ambiti moderni poteva sembrare una specie di campione per mostrare dei materiali.
    ... è vuoto come vedi. Questo libro conterrà gli incantesimi di umbra che potrai imparare e studiare. Se la magia di umbra ti riterrà degno allora si paleserà a te. Le pagine si riempiranno di incantesimi, forumle e sarà in una lingua comprensibile a te. fece la donna per poi richiudere delicatamente il libro sul tavolo. A quel punto sia Blaziken che Ariel guardavano Seiichi con occhi pieni di entusiasmo, erano in piedi ai suoi fianchi e Circe di fronte invece se ne stava ancora seduta con le braccia conserte.
    Faremo un rito, consideralo una specie di rito da iniziazzione. spiegò Circe, poi con calma si alzò in piedi anche lei.
    Hai delle domande? Se ti senti pronto, iniziamo?
     
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    L'arrivo di Ariel ebbe a dir poco un tempismo perfetto, perché con l'ultima delucidazione da parte di Circe Seiichi ottenne tutte le informazioni necessarie per iniziare quell'investigazione. La strega era stata molto utile e chiara, doti che il lupo apprezzava senza dubbio, al punto che si ritrovò a sorriderle chinando lievemente il capo in avanti, in un cenno di muto ringraziamento. Per un attimo si gettò nuovamente nella propria mente per finire sovrappensiero fissando il pavimento, ma l'arrivo appunto preciso di Ariel lo fece balzare sull'attenti, rimettendosi dritto con la schiena per girarsi verso di lei e accogliere con piacere il suo bacio, l'entrata dell'incantevole donna dai capelli argentati non facendo altro che portargli ancor più gaudio, che assieme al risveglio e saluto anche di Blaziken lo mise a tutti gli effetti di buon umore, il mannaro salutandola appena sentì la sua lingua, portando una mano al suo capo per immergerla nelle sue morbidissime penne e carezzarla.
    "Cerco di piacere."
    Giustificò il suo vestiario prontamente, non nascondendo che sì, voleva e tentava ogni volta di fare colpo. Come d'altronde lei lo aveva fatto su di lui. Prima che ebbe tempo di soffermarsi troppo sull'abito splendido di Ariel, la sua attenzione venne prontamente rapita dal tomo che si era portata dietro, ancor più incuriosito poi dalla reazione di Blaziken. Sembrava incredibilmente blando per essere qualcosa di magico, possibile che si stesse sbagliando? Decisamente no, a detta della stessa che lo aveva portato fin lì, tant'è che glie ne diede dimostrazione mostrandogli le pagine vuote. Ascoltò affascinato ciò che Ariel ebbe da dirgli, chinandosi in avanti per avvicinarsi. Era certo delle proprie capacità e sicuro che la magia lo avrebbe accettato, non aveva nulla da temere. Ciò nonostante, non poteva negare che al di là di tutta la sua sicurezza, la teatralità e l'entusiasmo che le streghe stavano dimostrando gli facevano capire che quel rito aveva molta più importanza di quanto lui gli concedesse. Effettivamente quel libro gli avrebbe garantito l'accesso, a detta loro perlomeno, a praticamente un intero mondo di incantesimi e sortilegi del quale lui sino a quel momento neppure sapeva l'esistenza.
    "Va bene allora."
    Con le mani sulle ginocchia si destò dalla sedia per mettersi in piedi, portando poi le mani sui fianchi incerto sul da farsi ma impaziente di scoprirlo.
    "Iniziamo. Cosa devo fare?"
    Annuì in direzione di Ariel per poi porre quella domanda rivolta a tutte e tre le presenti, lanciando un occhiata alle presenti in attesa che una iniziasse a spiegargli per soffermarsi su di lei. Da come gli avevano spiegato, la sua mente semplice credeva che fosse sufficiente andare davanti a quel tomo, poggiarci sopra la mano e impregnarlo dell'energia oscura che risiedeva dentro di lui, ma era pienamente conscio della propria ignoranza in materia, e dubitava fosse così semplice. In un certo senso, era anche lui entusiasta dello scoprire cosa doveva accadere o sarebbe successo: stava esplorando qualcosa di totalmente nuovo e non poteva nascondere che la cosa lo elettrizzava terribilmente. Ripensandoci, doveva ritenersi fortunato e dare a quella cerimonia tutto il tempo necessario. Non ci sarebbe stata una seconda prima volta, dopotutto.

     
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    Circe guardò interrogativa Seiichi quando rispose ad Ariel dicendole che in effetti cercava di piacere. Per un solo attimo si ritrovò a pensare che probabilmente lo aveva fatto per guardagnare qualche punto in favore ai suoi occhi? Dopotutto Circe era l'unica del gruppo che non lo aveva elogiato e non aveva mai detto niente riguardo al fatto che potesse piacergli o meno il ragazzo. Dopotutto Blaziken e Ariel glielo avevano detto ampiamente anche quando non era in ghingheri. Ovviamente Circe non gli avrebbe detto niente, anche se aveva apprezzato la sua figura elegante e affascinante non lo avrebbe mai detto ad alta voce ed ancora meno davanti a qualche consorella. Lei aveva sempre preferito esternare il suo apprezzamento in modo diverso, le parole per lei non contavano niente, dato che per lei erano solo state un cumulo di menzogne nella sua vita, invece i gesti pratici erano ciò che avrebbe reso reale ciò che serviva. Le streghe attesero che il mannaro si sentisse pronto ed una volta in piedi le ragazze annuirono per iniziare a darsi da fare. Circe andò a spostare il tappeto davanti alla scrivania, rivelando che sotto di esso vi era disegnato un cerchio magico direttamente sul parquet. Il simbolo aveva come perno centrare quello che sembrava un occhio senza pupille. Scortarono l'uomo proprio su quel punto e quando fu su di esso, Blaziken ed Ariel si scambiarono uno sguardo complice e malizioso. Circe se ne accorse e sbuffò rigirando gli occhi verso l'alto come se stesse pensando che quelle due fossero incorregibili. Poco dopo iniziarono a spogliare Seiichi togliendogli la giacca di dosso. Mentre Circe portò i libro posizionandolo davanti ai piedi del mannaro.
    Per prima cosa dobbiamo togliere i vestiti, devi sapere che la stoffa ostacola la percezione dei nostri circuiti magici. Consideralo un pochino come quando metti un drappo di stoffa sopra ad una lampada, la sua luce si affievolisce. Allo stesso modo la stoffa potrebbe influenzare la tua energia ecco perché noi streghe come primissimo incantesimo impariamo la vestizione dei capelli. Quello che vedi addosso a noi non sono vestiti veri e propri, sono abiti costruiti con la magia, con l'intreccio dei nostri stessi capelli incantati. Blaziken ovviamente è fortunata perché ha il manto di piume che la "veste" e certe cose non le servono. Presto imparerai anche tu a costruirti abiti su misura con gli incantesimi. mentre spiegava gli sbottonava i bottonci della camicia ad uno ad uno, mentre Blaziken gli slacciò i pantaloni e glieli abbassò senza fretta, gli tolse anche le scarpe ed i calzini. Una volta tolta anche la camicia ci pensò Ariel a togliergli i boxer lasciandolo totalmente nudo. Ariel ovviamente si gustò lo spettacolo che aveva davanti, sorridendo maliziosa all'uomo. Blaziken giocò picchiettando un dito contro la sua natica muscolosa ridacchiando divertita, mentre Circe fingeva apatia, ma di tanto in tanto lo guardava, stando attenta a distolgliere lo sguardo se Seiichi guardava nella sua direzione.
    Siediti sul cerchio centrale per favore, e mi raccomando segui le nostre istruzioni e rimani concentrato. aggiunse Circe spostandosi per posizionarsi su uno dei due cerchi accanto all'occhio. Ariel si posizionò sull'altro mentre Blaziken si posizionò di fronte all'uomo. Le streghe allargarono le braccia prendendosi per mano così da formare una sorta di triangolo con le loro braccia con alla base Seiichi. Chiusero gli occhi ed iniziarono a recitare una bassa litania in una lingua che Seiichi non conosceva. Il cerchio magico sotto di loro si illuminò di una luce violacea e sul cerchio su cui era posizionato Seiichi apparve una specie di pupilla verticale. L'uomo avrebbe sentito il suo corpo reagire a quel fenomeno, si sarebbe sentito invadere da un calore piacevole che partiva dai suoi piedi e si espandeva in tutto il corpo concentrandosi nel suo cuore. Mentre le streghe recitavano la litania i loro vestiti si assottigliarono sempre di più come se la stoffa si sfilacciasse via filo per filo fino a diventare lunghi capelli che coprivano a malapena le loro vergogne. Seiichi poteva vedere la differenza fra le due sorelle: Ariel era morbida, sensuale seni abbondanti fianchi larghi, cosce piene. Circe era snella, atletica, seni più piccoli ma perfetti nella loro forma, addome scolpito, cosce toniche e leggermente muscolose. Il libro dal pavimento iniziò a sollevarsi in aria come se fosse sospinto da una forza misteriosa. Si aprì davanti agli occhi di Seiichi mostrandogli le pagine bianche.
    Seiichi, usa il tuo potere, materializza l'oscurità sul tuo corpo... gli disse Circe a bassa voce senza mai lasciare le mani dalle sue compagne.
    Concentranti sull'energia del tuo corpo, cerca di visualizzare nella tua mente i tuoi circuiti energetici, tutti noi ne siamo dotati. Dovresti percepirli chiaramente adesso. aggiunse Ariel rimanendo concentrata sul rito che stavano portando avanti. Attesero che Seiichi facesse la sua parte per poter andare avanti.
     
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    Fu impossibile per Seiichi non rimanere intrigato dall'apparenza del cerchio magico che Circe rivelò sotto il tappeto. Gli occhi del licantropo quasi brillarono in risposta allo strano simbolo, immediatamente notando una incredibile somiglianza con la rappresentazione dello yin-yang. Per lui che aveva passato molto, moltissimo tempo a meditare in solitudine, fu impossibile non accorgersi di una tale somiglianza. L'attenzione dell'uomo venne distolta da quel particolare solamente quando Ariel e Blaziken lo scortarono più o meno al centro: le vide scambiarsi un'occhiata furbesca, che istintivamente gli provocò un ghigno divertito nonostante non avesse idea di cosa stessero per fare. Aveva la guardia abbassata e sentiva di potersi fidare, ragion per la quale non oppose minimamente resistenza neanche quando iniziarono a denudarlo e anzi, anche se l'idea di lasciarsi spogliare da delle ragazze bellissime come quelle che lo circondavano non era affatto male, la sua educazione non poteva certo permettergli di lasciar fare loro tutto il lavoro, assistendole come meglio poteva mentre ascoltava le parole di Ariel. Aveva notato nel mentre che Circe si stava ovviamente prestando in modo meno diretto alla preparazione, ma nonostante questo suo apparente disinteresse lui al contrario non esitava dal posare il suo sguardo su di lei, senza vergogna o paura di incontrare il suo sguardo ma anzi speranzosamente cercandolo in un muto tentativo di creare anche con lei un collegamento. Non aveva timore di ritrovarsi nudo, si vantava anzi del proprio fisico. Non per nulla quando finalmente non ebbe più nulla addosso, i muscoli e il corpo allenato del mannaro poterono si palesarono fieri alla vista delle presenti. Anche da umano, il fisico dell'uomo era scolpito alla perfezione, che al contrario della sua controparte ferale però univa ai muscoli una certa eleganza, la quale veniva abbandonata durante la sua trasformazione in favore di una muscolatura più massiccia. Bicipiti gonfi, spalle larghe, pettorali e addominali definiti, gambe allenate, persino il sedere sembrava di marmo. Non presentava neppure un filo di grasso, la pelle era immacolata grazie al fattore rigenerante della sua razza, e incredibilmente possedeva molta meno peluria di quel che ci si potrebbe aspettare da uno della sua specie, quasi zero. Lasciata libera anche la virilità del lupo, la fortuna fu che Seiichi sapeva contenersi al di là dell'occasionale sfogo incontestabile, perché vista la grandezza di certo il suo affare avrebbe altrimenti provocato problemi nelle fasi successive, anche se il sorriso malizioso di Ariel fu abbastanza per un attimo invitarlo a deconcentrarsi: bastava poco per metterlo in moto, e lei sapeva spingere i tasti giusti.
    "Crearmi i miei stessi abiti dal nulla? Sarò sincero, è già di per sé qualcosa di immensamente potente..."
    Rispose alla malizia della donna con quella che poteva sembrare una battuta, ma in realtà possedeva una sincerità immensa: per un licantropo che perdeva i vestiti ad ogni occasione, specialmente qualcuno che come il Kinoshita voleva tentare di conservare una certa immagine e pudore, un sortilegio del genere significava una soluzione ad un immenso problema che sino a quel giorno non era riuscito a risolvere. Balzò per un istante ad orecchie ritte quando sentì il dito di Blaziken toccargli il sedere, voltandosi verso di lei brevemente con un sorriso giocoso condividendo l'entusiasmo della fenice, ma alla fine portò gli occhi su di Circe per poi annuire. Con una certa compostezza seguì l'ordine della strega, sedendosi nel cerchio centrale a gambe incrociate, tenendo le mani chiuse a pugno sulle proprie cosce. Osservò poi in silenzio le altre posizionarsi attorno a lui, dando il via al rituale. Le seguì con attenzione, rimanendo muto quando iniziarono a recitare una qualche sorta di nenia, ma meravigliato da ciò che stava accadendo non riuscì a non socchiudere lievemente la bocca l'attimo che sentì un calore invadergli il corpo. La cosa più curiosa era che tale calore non gli era completamente estraneo, lo aveva già percepito in passato ma non era certo di quando o come. Mentre rifletteva gli occhi inevitabilmente si posarono sui corpi delle streghe che con ogni attimo si rivelavano sempre più, le loro forme irresistibili suggerendogli perversi pensieri e maliziosi sussurri che però teneva distanti, accantonati e pronti da esplorare quando più opportuno. Circe non aveva nulla da invidiare ad Ariel, entrambe le sorelle erano delle bellezze a loro modo, due fiori che il mannaro voleva cogliere per sé nonostante così diverse, e che percepiva, chiaramente, avrebbero entrambe giovato dell'unione. Prima che avesse modo di farsi film mentali e ripensare ad altro, tuttavia, il libro portato da Ariel prese a fluttuargli davanti, spalancandosi e rivelando le proprie pagine vuote. Fu chiaro a tal punto al mannaro, sia tramite le direzioni delle due menzionate sorelle, sia attraverso le sensazioni che stava percependo, cosa doveva fare. Mantenendo la posizione unì le sue mani intrecciando le dita tranne i pollici, lasciando invece che questi ultimi si toccassero con le punte, per poi chiudere gli occhi, mentre abbandonava la vista per portare la propria concentrazione all'interno di sé. Le spiegazioni di Ariel erano state esaustive, chiare e coincise, ma la comprensione che il lupo aveva dimostrato per i concetti da lei illustrati non era dovuta solamente alla bravura dell'insegnante. Ciò che lei aveva illustrato, i circuiti energetici, era un'idea che in verità il mannaro aveva esplorato già da tempo seppure in modi differenti, attraverso la meditazione in solitudine. Attraverso respiri profondi, iniziò a visualizzare dentro di sé ciò che i libri e gli insegnamenti passati, forse errati, gli avevano insegnato a chiamare Ci, la sua energia, ciò che costituiva a tutti gli effetti la sua forza vitale. Radici che partivano dal suo cuore e si espandevano lungo tutto il suo corpo, diramando ancora e ancora fino a coprire ogni singola fibra del suo essere. I suoi circuiti energetici. Il calore che percepiva proveniva da essi, come una lieve fiamma che riscaldava un'enorme corpo d'acqua tanto quanto bastava da renderla tiepida. Pacatamente prese ad espandere tale calore, nutrendolo poco a poco concentrandosi sul proprio cuore per espandere la sua energia partendo da lì. Il suo cuore ospitava anche il suo potere, e il suo potere faceva da dimora a forze che lottavano attivamente contro il suo autocontrollo, ma ormai il lupo non le temeva più, e proprio come la sua energia aveva imparato a controllarle. Dal centro del suo petto si prese ad esternare un manto di buio, radici di una sostanza che non differiva in colore dalla pece ma che non possedeva la sua stessa consistenza. Prima di non molto, filamenti neri avrebbero cosparso per intero il fisico dell'uomo, fibre che differivano dai filati delle streghe perché più consistenti, spesse, sembravano unite alla sua carne, quasi attaccate.
    "Ci sono."
    La sua voce era calma, così come la sua mente. Non aveva paura di quel rituale, ma di certo più tempo avrebbe speso ad attingere dal proprio potere, più inevitabilmente sarebbe divenuto difficile resistere alla sua corruzione, e di questo rischio ne era pienamente al corrente, così come probabilmente lo erano anche le sue amate streghe.

     
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    Seiichi seguì le loro istruzioni fiducioso permettendo alle ragazze di concentrarsi sul rito. Seiichi avrebbe iniziato a sentire qualcosa di particolare dentro di sé, era come se riuscisse ad avere un controllo ancora più forte sui propri poteri, sulla propria energia. Si sarebbe sentito molto più connesso con il proprio corpo, la propria spiritualità. Le ragazze percepirono a loro volta Seeichi che rispondeva al richiamo del simbolo, osservarono l'oscurità che lo circondava sul corpo, a quel punto le ragazze separarono le loro mani per unirle in preghiera. Chiusero gli occhi ed anche loro iniziarono a far fluire la loro energia verso l'esterno. Seiichi difatti avrebbe visto il cerchio magico sotto di lui illuminarsi più intensamente, poi avrebbe percepito le ragazze in modo molto più chiaro: avrebbe sentito la loro particolare energia magica, era come se oltre a vederle riuscisse a percepire la loro presenza dentro di lui, come se si fossero connessi. A quel punto Seiichi avrebbe potuto capire quanto fosse grande il potere di umbra, quello che aveva visto non era che la punta dell'iceberg di un oscuro potere dalle enormi potenzialità. Sembrava quasi che percependole in quel modo si fosse aperto una sorta di canale verso un mondo sconosciuto ed immenso. Avrebbe poi percepito lontanissima una forza sconosciuta, una voce che non aveva suono e forma, ma la percepiva che lo carezzava come una mano materna.
    Seiichi, sei entrato in possesso di un grande segreto, hai deciso dunque di far parte del nostro casato. Giura qui al cospetto della magia di umbra... iniziò Circe mentre Blaziken si chinò per poter guidare una mano di Seiichi sopra al libro.
    Giura di essere fedele al nostro casato, di non rivelare a nessuno dell'esistenza delle Streghe di Umbra, dei loro scopi e dei loro incantesimi. Giura di votarti completamente alla causa di Umbra dimenticando ogni scopo personale ed egoistico, scegliendo la via oscura in cambio del potere delle streghe. la voce di Circe era forte e chiara ed ogni parola che pronunciava sembrava avere un effetto su ognuno di loro, era come se non fosse semplicemente un giuramento fine a se stesso ma era come se stesse mettendo in moto un incantesimo. Difatti sopra il dorso della mano di Seiichi iniziò a materializzarsi una sorta di simbolo di energia che si staccò dalla sua pelle per fluttuare in aria sopra la mano del licantropo.
    Giura e la magia di umbra ti accoglierà! Giura e poi pronuncia le parole "Vereor Nox"! dopo quelle parole, Seiichi si sentì invadere da una forte energia che si dipanava in tutto il suo corpo. Nella mano destra di Circe si formò un grumo di oscurità che prese sempre più forma divenendo un vero e proprio pugnale cerimoniale. Lo impungò con solennità ed attese che Seiichi pronunciasse il giuramento. Quando avrebbe pronunciato le parole "vereor nox" Circe saettò con il pugnale sulla mano di Seiichi poggiata sul libro. Non infilzò però subito la carne il pugnale infilzò il simbolo energetico che aleggiava sopra di essa. Seiichi avrebbe sentito chiaramente un dolore lancinante come se avesse pugnalato la mano da parte a parte. La sua natura di licantropo non avrebbe alleviato quel dolore, dopotutto quel pugnale non stava ferendo solo la sua carne, ma il suo circuito magico che mandò in tutto il corpo come una sorta di scossa dolorosa che lo avrebbe fatto tremare. Il circuito si sarebbe spezzato e la lama finì per infilzare anche la carne di Seiichi facendo gocciolare il sangue sulle pagine del libro. Il simbolo si sciolse sulla mano come una sorta di colata di inchiostro gocciolò sulle pagine del libro dove si unì al sangue. La sostanza che si era mischiata si allargò sulle pagine del libro inondandolo di energia, dando forma a simboli, disegni e parole. Poi dalle pagine del libro esplose un lampo di luce abbacinante che inondò la stanza accecando per un momento i presenti. In quel minuscolo lasso di tempo Seiichi sarebbe stato invaso dall'energia di umbra saldandosi ai suoi circuiti magici dandogli una sensazione di profondo benessere, simile ad un orgasmo che attraversava il corpo, la mente ed i circuiti energetici del suo corpo. Infine il libro si chiuse sul suolo prendendo una nuova forma....
     
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