Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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    Se Cleo temeva che dal suo compagno avrebbe potuto ricevere un rifiuto, prontamente questo si sarebbe preoccupato di abbattere immediatamente tale preoccupazione, repentinamente rispondendo alle sue parole e rompendo il silenzio, ma non prima di premiare l'audacia della sciacalla sfruttando la mano già alle sue orecchie per piuttosto carezzare e gentilmente coccolare il suo capo, strofinandolo. C'era ben poco da dire, ormai: nonostante tutte le sue assurde richieste, l'ibrida sembrava pienamente intenzionata a seguirlo a prescindere di qualsiasi cosa. Non poteva sperare di riuscire a negarle un riconoscimento, purtroppo a discapito del suo lavoro e passato, non aveva sviluppato un cuore abbastanza di pietra per rinnegare ciò che provava.
    "Ci daremo da fare, allora."
    Ciònonostante, pronunciare quelle parole gli provocò non poca... stranezza. Non se ne pentiva, eppure qualcosa dentro di lui gli stava suggerendo che ciò che aveva appena fatto fosse sbagliato. Era una sensazione strana, alla quale non era sicuramente abituato, ed era innegabile che sicuramente un pò sapeva che il suo disagio era causato probabilmente dalla sua natura. Non si era mai legato a qualcuna, men che meno ad una giovane incontrata da poco e che si era gettata fra le sue braccia con il pretesto di diventare essenzialmente la sua cagnolina. Tutta quella situazione ripensandoci era parecchio bizzarra, ma non volle negare a Cleopatra la soddisfazione del potersi sentire legata in un modo già più profondo a lui. Sapeva che lei ne avrebbe tratto una felicità immensa, e nonostante il loro rapporto, sicuramente non pensava neppure lontanamente di davvero trattarla unicamente come una cagna. Sarebbe stato disumano e umiliante, almeno secondo il suo punto di vista, e non aveva motivo di farle patire simili cattiverie. Forse era stata la genuinità di lei a renderlo più docile e bendisposto nei suo confronti, o forse ancora il fatto che avesse i suoi giganteschi membri eccitati e pulsanti dentro di lei, vittime delle carni strette e invitanti. Molto più probabilmente, una combinazione delle due cose. Fatto sta che l'innocenza la quale Cleo continuava a dimostrare lo teneva di buon umore, la sincerità della giovane avendolo stregato più di qualsiasi seno o culo ben formato, anche se di certo questi all'egiziana non mancavano, anzi.
    "Sei troppo buona per questo mondo, piccolina. Ogni tua parola mi sorprende sempre più."
    Cosa c'era di depravato nel fare l'amore con lui, effettivamente? Per quanto potesse sembrare sciocca, in realtà quella domanda era molto più complessa da rispondere di quanto possa sembrare. Nella sua mente, pensava a tutte le pratiche che poteva mettere in atto, le posizioni, le situazioni... ma alla fine dei conti, effettivamente, per una cagnolina devota la quale aveva espressamente detto di voler essere tutto ciò che lui desiderava, cosa cambiava? Cleo non si vergognava, non aveva il pudore che poteva avere una ragazza normale; a testimoniarlo vi era il fatto che ormai non temeva neppure più l'idea di essere vista, in pubblico, scopata da un enorme lupo mannaro. Avrebbe potuto cercare di spiegarlielo - che ciò che stavano facendo in realtà era già di per sé parecchio perverso - in parte l'eccitazione del mannaro derivava anche da questo. Ma sapeva che con ogni probabilità, sarebbe stato inutile, e francamente in quegli attimi l'idea di mettersi a discutere della psicologia umana era qualcosa di sciocco a dir poco. Davanti a sé aveva una voluttuosa e lasciva cagnetta che voleva essere amata e presa, filosofeggiare non rientrava nelle sue priorità.
    "... hai ragione, non c'è nulla di depravato in tutto questo."
    L'avrebbe rassicurata, confermando il suo discorso sorridente in modo chiaramente malizioso mentre portava una mano sul fianco della cagnolina, facendola scivolare lungo di esso e arrivando alle natiche rotonde e sode, l'altra continuando a viziare le sue particolarità animalesche. Le sue forme abbondanti lavavano via qualsiasi pensiero razionale presente nella mente del mannaro: ne voleva ancora, voleva prenderla ancora, scoparla in tutte le posizioni e situazioni possibili ed immaginabili. Voleva continuare, la sua mente avendo iniziato già a ideare perversi piani, ma proprio mentre si stava passando la lingua lungo il muso, impaziente di darsi da fare, avrebbe notato a malincuore che il cielo stava cominciando ad oscurarsi, coperto dalle nuvole. Dava l'idea che di lì a poco avrebbe iniziato a piovere, mentre l'aria stava facendosi fredda. Non un problema sicuramente per lui che aveva una pelliccia folta per la neve, ma non voleva che Cleo ne soffrisse gli effetti.
    "Beh... è un peccato, ma per ora sembra che ci dobbiamo fermare. O meglio, ci dobbiamo spostare. Sei pronta a visitare la tua nuova casa con me, Cleo?"
    Contrariato, ma pienamente intenzionato a mantenere la propria parola, si sarebbe preoccupato di assicurarsi che Cleo rimanesse in salute, più del proprio divertimento. Attendeva la risposta e la reazione della cagnolina, prima di procedere: era certo che vista la sua devozione avrebbe anch'ella accettato seppur controvoglia, ma non dava per scontato la sua fiducia, né probabilmente mai lo avrebbe fatto. Poteva avvertire nitidamente le ombre che lo avvolgevano mutare e ondeggiare profondamente deluse da quella decisione, cercando di minare la sua ragione per spingerlo ad abusare ulteriormente di quella voluttuosa cagnetta e trattarla come ciò che diceva di essere... ma no. Non avrebbe lasciato che le sue voglie consumassero e bruciassero ogni cosa buona che si parava dinanzi a lui.

     
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    Cleo pensato
    Cleo parlato
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    Un uggiolio deliziato risalì le labbra della sciacalla, che socchiuse silenziosamente gli occhi nel sentire la mano del suo padrone accarezzarle lentamente il capo.
    Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che qualcuno le aveva concesso simili attenzioni, e la cagnolina non poté trattenersi dall'iniziare a scodinzolare genuinamente soddisfatta mentre strusciava languidamente il capo contro l'imponente mano di lui quasi a incitarlo ad andare avanti ... e vista così, con gli occhi socchiusi e le labbra arricciate in un'espressione di puro compiacimento, non sarebbe stato poi così difficile confonderla con una cucciola a tutti gli effetti.
    Si stava ancora godendo, tutta scodinzolante, gli amorevoli grattini del proprio padrone quando la sua risposta non la spinse ad aprire un occhio, osservandolo attenta. Dischiuse la bocca, in una O perfetta nel momento in cui, infine, sentì quel preziosissimo "ci" uscire anche dalle labbra di lui: un "ci" apparentemente privo di significato, ma che per la cagnolina segnava l'inizio di un nuovo percorso finalmente al fianco di qualcuno che potesse realmente amarla e apprezzarla per ciò che era. La gioia di Cleo si palesò fulminea, e non solo in quella coda ormai irrefrenabilmente impegnata a scodinzolare o in quelle labbra teneramente aperte dalla sorpresa ma anche negli occhi di lei: in meno di pochi istanti le fosse color cioccolato si illuminarono dei colori del tramonto, luccicando palesemente devote mentre con un uggiolio entusiasta gli gettava le braccia al collo. Cercò di ribaltare le loro posizioni, spingendolo a mettersi sotto di lei mentre affondava il volto nell' avvolgente tepore della pelliccia di lui, iniziando a strusciarvisi felicemente contro e inalandone a pieni polmoni l'aroma virile e selvatico.
    Era ancora felicemente impegnata a dimostrargli tutto il proprio affetto, quando un odore diverso e più umido non la spinse ad alzare silenziosamente il capo. Arricciò il naso, osservando palesemente ostile quel cielo che, per qualche motivo a lei ignoto, aveva deciso di oscurarsi proprio mentre era impegnata a coccolare il proprio padrone: arricciò le labbra, palesemente imbronciata, sbuffando.
    "Uffi ... mai io volevo accoppiarmi col mio padrone!", disse, abbassando le orecchie contrita.
    Tuttavia, le bastò sentirlo parlare della sua casa, o meglio ... della LORO casa, che tornò immediatamente a sorridere, scodinzolando felicemente per poi annuire con convinzione: "Q-quindi ... posso vederla già da ora?", chiese, con gli occhi lucidi di genuina aspettativa, "Certo! Non vedo l'ora ... e poi ... magari ... potremmo fare il bagnetto assieme e giocare e accoppiarci di nuovo. Padrone, sono così felice! Non credo potrei più farne a meno."", disse, avvinghiandosi nuovamente contro di lui e annuendo convinta.
     
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    Vedere Cleo divenire terribilmente entusiasta e gioiosa non poté far altro che strappare un sorriso di sincero divertimento a Seiichi, che contagiato dalla sua felicità si lasciò spingere contro la panchina accogliendo con piacere l'affetto della cagnolina, godendosi la sensazione di percepirla struciarsi contro il suo pelo. Stringendola a sé, l'avrebbe lasciata allontanarsi solamente quando venne brevemente distratta dal cielo. A quanto pare non le piaceva per nulla l'idea di dover fermare il loro rapporto, un complimento implicito che il Kinoshita accettò volentieri, silenziosamente, ma provò ancora più gaudio nel vedere la ragazza esplodere dalla gioia semplicemente all'idea di poter vedere già da subito la loro nuova casa.
    "Ovvio che sì, sciocchina."
    Le avrebbe subito risposto, portando un braccio attorno a lei per tenerla vicina mentre si alzava, sollevandola assieme a sé ed ascoltando divertito tutte le proposte e idee della giovane, udendola ritornare all'idea di giocare e amarsi. Gli era chiaro ormai che quella dell'ibrida era una mente fin troppo innocente e semplice, ma la cosa non gli dava né noia né dispiaceva, per nulla. Anzi, forse un'affettuosa cagnolina era proprio ciò che gli serviva per distogliere la mente dalle preoccupazioni che la affliggevano quando si metteva a riflettere troppo tempo, in solitudine.
    "Non dovrai farne a meno, cucciola... vivremo assieme per un motivo."
    Subito rassicurandola con una chiara aria di malizia, l'avrebbe premuta a lui per farle sentire ancora le sue aste di carne bollenti, sorridendole. Le avrebbe lanciato un ultimo sguardo languido, quasi come se stesse per in realtà di nuovo rimetterla in posizione per prenderla ancora... ma gli affari del mannaro svanirono, avvolti dall'oscurità del licantropo, lasciando spazio agli addominali marmorei ma morbidi ricoperti dalla pelliccia. Cingendo Cleo a sé con una mano, nell'altra il Kinoshita avrebbe fatto apparire un accappatoio, richiamandolo sfruttando il ninjutsu. Grosso, dava l'idea di essere per la taglia che aveva lui attualmente, quindi esagerato per l'ibrida nonostante la sua stazza da cavallona che di certo non aveva da invidiare nulla alle modelle più rinomate.
    "Ora però pensiamo ad andarcene a casa: il viaggio è lungo e non voglio che ti ammali. Non sono di Roma, abito a Londra."
    Portando la punta del suo muso alla fronte della ragazza, le avrebbe dato piccole lappate con la lingua come a voler simulare un bacio, prima di lasciarle raggiungere pienamente terra con i suoi piedi, porgendole poi l'accappatoio.
    "Asciugati, poi vestiti. Ce ne andremo non appena avrai fatto... a meno che tu non abbia altre idee ovviamente, piccolina."
    Evocato un completo di vestiti fra cui felpa e pantaloni pesanti ovviamente apparteneti a lui, sicuramente a lei sarebbero stati larghi, ma l'importante era che rimanesse al caldo: aveva già visto le forme splendide e abbondanti di Cleopatra dopotutto, non gli serviva di certo una visione per ricordare il suo fisico mozzafiato, e anzi geloso e territoriale com'era, meno vedevano gli altri meglio era. Rimettendosi a sedere avrebbe aspettato che finisse, guardandola senza vergogna mentre si preparava ad andare, ovviamente anche in attesa che gli rispondesse: se la sua cagnolina voleva fare altro, lui non era il genere di padrone da tenere il guinzaglio stretto a meno che non ve ne fosse davvero il bisogno. Era aperto ai suoi capricci o desideri, e non aveva paura di farglielo capire. Rimaneva nella sua forma di licantropo, l'oscurità che lo ammantava sembrando averlo quasi pulito dagli umori e liquidi che avevano invaso il suo pelo. Il cielo nel mentre si faceva più scuro, ma non sembrava minimamente turbato per sé, il suo sguardo totalmente concentrato sulla sciacalla.

     
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    Cleo pensato
    Cleo parlato
    Narrazione

    Dire che Cleo era ormai partita per la tangente sarebbe stato un ben misero eufemismo.
    Era così genuinamente contenta all'idea di poter vedere la propria nuova casa, quella in cui avrebbe trascorso molti e innumerevoli momenti col proprio amato padrone, che riusciva a malapena a tenere a freno la propria non certo scarsa immaginazione. Ovviamente, la prima cosa che avrebbe fatto una volta giunta a destinazione sarebbe stato trascinare il proprio padrone sul letto ... anzi no, si sarebbe felicemente accontentata di qualsiasi superficie a disposizione, perché non le piaceva proprio per niente l'idea di lasciare le cose a metà a causa del temporale imminente e voleva assolutamente assicurarsi di soddisfarlo per bene. Poi, da brava cagnolina, si sarebbe assicurata di imparare per bene tutti i suoi gusti culinari ... non aveva idea del motivo, ma sin dalla sua trasformazione era stata sempre molto portata per le arti culinarie, e no voleva far mancare nulla al proprio padrone. E poi avrebbero potuto giocare, parlare, uscire ... insomma, la mente della cucciolina era tutto un subbiglio di propositi apparentemente infiniti e disordinati, ma che agli occhi di lei apparivano chiari come il sole.
    Sorrise divertita alle parole di lui, leccandogli affettuosamente il muso mentre quello si alzava per far comparire, quindi, un accappatoio sotto gli occhi palesemente ammirati di lei.
    Nonostante avesse sentito spesso parlare di persone con abilità così eccezionali, era la primissima volta che si trovava di fronte a un combattente e il vedere apparire l'oggetto dal nulla ebbe su di lei un effetto tale da spingerla ad aprire silenziosamente la bocca, sorpresa.
    Guardò prima l'oggetto, poi il proprio padrone, poi di nuovo l'oggetto ... quindi gli saltò nuovamente addosso, avvinghiandolo in una abbraccio morbido e per alcuni letale mentre diceva, entusiasta: "Lo sapevo che il mio padrone era speciale, ma non credevo facesse anche magie simili! Sei il migliore Seishiii ...", fece, strusciandosi ancora contro di lui per poi allontanarsi, anche se non senza una smorfia di dispiacere, e prendere l'accappatoio. Lo osservò curiosa, annusandolo per un istante, quindi si affrettò ad annuire e asciugarsi ... non le ci volle molto, era così ansiosa di arrivare a destinazione e risaltare addosso al suo padrone che in meno di pochi minuti si era già asciugata e rivestita (anche se ovviamente durante il processo non si trattenne dal dargli le spalle, alzando la coda per permettergli di osservare chiaramente il suo fondoschiena ancora dilatato mentre si vestiva).
    Quando finalmente ebbe finito, si voltò sorridendo, avvicinandosi a lui e posandogli un leggero bacio a fior di labbra: "Non importa padrone, io vi seguirò ovunque ... anche in un'altra città. Non ho nulla che mi trattenga qui, voi siete il primo, oltre ai miei cuccioli, con cui sono riuscita ad avere un'intesa simile ... quindi andiamo a casa. Potremmo fare il bagno assieme, divertirci un po' e poi vi cucinerò la migliore fiorentina che abbiate mai assaggiato!", sventolò le braccia in aria, per poi bloccarsi, osservandolo, "Non siete vegetariano, vero?", chiese, arricciando il naso. Per la verità, non le sarebbe importato poi molto ... il suo padrone era sempre il suo padrone, ma voleva assolutamente sfoggiare le sue doti nel cuocere la carne!
     
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    Sentirsi lodato e addirittura definito speciale gli faceva uno strano effetto. Lui le proprie abilità le aveva sempre date per scontate, non aveva mai dato loro il peso che invece Cleo sembrava evidenziare. Udire la voce energica della sciacalla ovviamete non gli dispiaceva, specialmente se era per complimentarlo, ma non era abituato a venir congratulato, se non per il suo aspetto umano. Anche per questo probabilmente diede molto più peso del normale alle parole dell'ibrida, portando i propri occhi alle sue stesse mani come se a controllare che fossero rimaste le stesse.
    "È solo un'arte magica, Cleo... molto basilare, poi."
    Non riusciva a resistere dal dare voce alla propria opinione, realista e contrastante con l'indole della cagnolina. Sebbene non tentò in nessun modo di dissuaderla dall'annusarlo o allontanarla, non si riteneva affatto speciale, si credeva solo uno dei tanti, e anzi ai suoi occhi quella ad essere davvero speciale era lei. Lei, che riusciva ad entusiasmarsi anche per qualcosa di semplice come il visitare una casa, che riusciva ad affezionarsi, fidarsi e decidere di affidarsi ad uno sconosciuto incontrato sì e no una mezz'ora prima. Invidiava l'ignoranza di Cleopatra, perché nella sua semplicità era capace di godersi la vita molto più di lui, e in un certo senso questo la rendeva una figura da imitare per lui che ormai cercava ogni giorno di pensare meno a sopravvivere e di più a vivere. Accolse con piacere il bacio d'ella quando finì di rivestirsi, e mentre sarebbe stata occupata porgli la sua ultima domanda riguardo che tipo di dieta seguisse, avrebbe tentato di prenderla in braccio, portando una mano sotto le sue gambe e l'altra sulla sua schiena, sollevandola prima di leccarle la fronte, un sorriso lieve ma presente sul suo muso.
    "Sono un lupo cagnolina mia, non un coniglio. Se proprio vuoi cucinarmi qualcosa, pretendo carne."
    Vegetariano? Lui che aveva assaggiato e si era completamente perso nella delizia delle carni perfino umanoidi? Il pensiero lo divertiva, ma non quanto la sincera gioia contagiosa che Cleopatra sprizzava da tutti i pori. Continuando a trasportarla in quel modo, portandola in braccio proprio come una cagnetta di piccola taglia nonostante fosse una ragazza formosa e di statura tutt'altro che irrilevante, iniziò a dirigersi verso l'uscita del parco, pensieroso.
    "Ora che ci penso però dovrò prendere una dimora fissa... non potrò continuare a muovermi di nascondiglio in nascondiglio."
    Quasi sussurrò, più borbottando fra sé e sé che altro. Adesso avrebbe avuto a carico non solo Cleo, ma di certo anche i suoi cuccioli. Era strano, aveva sempre pensato che quello di diventare padre sarebbe stato un momento che lo avrebbe totalmente sovrastato, eppure... adesso che il sangue stava iniziando lentamente a tornare al cervello, la sua coscienza cominciava ad elaborare tutto ciò che era appena accaduto. I suoi occhi fissavano un punto vuoto mentre camminava. Aveva messo incinta e praticamente preso una ragazza per portarla a vivere con sé. La cosa sarebbe dovuta sembrargli scandalosa, assurda per le morali umane sicuramente. Lo era! Eppure a lui non interessava minimamente. Voleva quella bellissima cagnolina e se l'era presa, lei stessa aveva scelto di seguirlo. Che male c'era? Scosse la testa, tentando di allontanare tutti quei pensieri, certo che sarebbero tornati a perseguitarlo. Riportando la propria attenzione a chi era dovuta, e cioè la sciacalla interessata, fece un profondo respiro, gonfiando gli enormi pettorali per poi espirare lentamente.
    "Dimmi... cosa ti piacerebbe avere a casa, piccolina?"
    Se doveva comprare una casa essenzialmente per poter stare con lei, tanto valeva arredarla e inserire al suo interno tutto ciò che sapeva ella avrebbe potuto desiderare. Quella dell'egiziana sarebbe potuta essere una lista anche molto lunga: il tragitto per arrivare a Londra sicuramente le avrebbe fornito il tempo necessario.

     
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    Cleo pensato
    Cleo parlato
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    Ormai era ufficiale.
    Seichi, quell'esemplare di licantropo dannatamente virile e forte che aveva incontrato si e no una mezz'ora prima, era tutto ciò che una giovane e semplice cagnolina come lei avrebbe mai potuto desiderare come partner. Non solo, infatti, si era dimostrato dolce e affettuoso nei suoi confronti ma era persino, proprio come la sciacalla, un elevatissimo intenditore di cucina a base di carne! L'ibrida non avrebbe potuto essere più felice: la sua mente semplice e tutt'altro che pretenziosa si era ormai avviata nella costruzione di un fiorito quadretto, che per la precisione li vedeva protagonisti nel giardino di casa (che in quanto proprietà di due lupi, doveva essere rigorosamente grande e spazioso) con una marea di cuccioli a saltare loro attorno mentre lei si destreggiava abilmente di fronte a una griglia gigantesca intenta a mostrare al proprio padrone le sue abilità culinarie.
    Cleo non poté quindi che annuire, palesemente soddisfatta della risposta: "Perfetto! Sono un'ottima cuoca, sapete? Potrei prepararvi la fiorentina, o le costolette di agnello, oppure le costine di maiale ... preferite la salsa barbeque o quella piccante? Io le so preparare in casa tutte e due, e sono brava anche a fare contorni di verdure in tempura e patatine fritte, o verdure alla griglia. I nostri cuccioli avranno un'ottima dieta e diventeranno dei fantastici cacciatori, proprio come il loro papà.", disse, per poi scoppiare a ridere divertita nel sentirlo cingerle la vita e sollevarla senza alcuno sforzo.
    Scodinzolò felice, accoccolandosi sorridente al petto ampio e forte del proprio padrone per poi ascoltarlo attenta.
    Inclinò il capo, pensierosa.
    Che casetta le sarebbe piaciuto avere?
    Per la verità non ci aveva ancora pensato, forse perché alla fin fine la sola cosa che desiderava era poter rimanere al fianco del proprio padrone ... poco importava dove e come. Le ci volle quindi un po' per pensarci su, e alla fine disse, sorridendo: "Beh ... stavo pensando a un posticino tranquillo. Col tempo mi sono abituata alle città, ma sarei più felice se i nostri cuccioli potessero vivere maggiormente a contatto con la natura ... non dico di trovare un posto all'interno di una foresta, ma una tranquilla zona di periferia non sarebbe male. Non sono un'intenditrice in termini di de ... de ...", arricciò il naso, mentre i canidi neuroni cercavano quel termine a lei così ignoto, "... desssigne? Ecco, si ... non sono un'esperta di arredamento, ma mi piace lo stile rustico. E sarebbe bello poter avere anche un giardino, così quando c'è il sole potremmo anche organizzare delle belle grigliate e ... divertirci all'aperto, non mi dispiace il letto, ma a volte sento il bisogno di ritornare alla natura.", sorrise, candida e pura.
    Dopotutto lo avevano appena fatto in un parco pubblico, quale sarebbe stata la differenza?
    Annuì, per poi accoccolarsi felicemente al petto del proprio padrone, iniziando a chiacchierare del più e del meno e avviando un'accurata indagine sui suoi gusti in fatto di carne. Avevano tutto il tempo del mondo a loro disposizione, e ne avrebbe certamente approfittato.

    Grazie mille per la role!
    Prossimamente aggiornerò il potere di Cleo, così quando potremo organizzeremo la role Sele-Seichi-Cleo.
     
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