Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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  1. Demi
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    Quasi dispiacque a Seiichi di aver portato a galla l'argomento padrone, non appena egli notò come Cleo passò in quanto atteggiamento da cagnolina in calore partita in quinta a cucciola eccitata ma ricolma di rammarico. Ascoltò con attenzione il licantropo, in silenzio, le parole della sciacalla, i suoi occhi voraci perennemente fissi sul suo dolce musetto ogni volta che le sue labbra si muovevano per far fuoriuscire una parola. La piccolina non aveva un padrone, quello che aveva era morto, e lei ne stava cercando un altro. Una storia che avrebbe sicuramente toccato nel profondo qualsiasi creatura un minimo empatica, persino il mannaro dopotutto avrebbe percepito dentro di lui un pò di dispiacere, ma tale sensazione comunque non sarebbe stata neppure lontanamente abbastanza per sostituire la sua eccitazione, specialmente visto che durante tale storiella Cleo non aveva cessato di dare la giusta attenzione al suo affare, e ancor di più quando avrebbe appoggiato i suoi invitanti seni sul suo petto statuario. L'aveva lasciata tranquillamente leccarlo e morderlo, accogliendo quelle richieste implicite di attenzioni e accontentandole, andando a insistere con le dita dentro di lei mentre le dita sul suo capo tornavano a porre più attenzione alle orecchie morbide della cagnolina, grattandole e vezzeggiandole, chiaramente volendola premiare. Per cosa? Molto semplice: essersi aperta. Nonostante la natura tutt'altro che innocente di Seiichi, uno degli aspetti più terrificanti di lui era proprio che non aveva perso la sua capacità di empatia, e poteva benissimo capire quanto potesse sentirsi vulnerabile Cleo in quel momento. Un ghigno divertito avrebbe lasciato le zanne del licantropo, all'affermazione e dimostrazione inaspettata di possessività della sciacalla. La presa, anche decisa, non avrebbe disturbato la sua verga entusiasta e non avrebbe neppure turbato il lupo stesso, anzi, non appena ella avrebbe fatto ciò lui non avrebbe esitato nel prima leccarle il collo, per poi infilare la ora lunga ed enorme lingua fra le sue labbra, in un chiaro tentativo di rubarle un altro bacio nonostante la forma ormai feralmente canina.
    "Stai per caso cercando di insinuare qualcosa, Cleo?"
    Le avrebbe chiesto, per ora in un tentativo più subdolo, sorridendo e mostrando visibilmente le sue fauci, prima di cessare momentaneamente la stimolazione della cagnolina per andare ad afferrarla con entrambe le mani per i fianchi e, senza timore di dimostrarle la sua forza, alzarla per voltarla e rimetterla infine sopra di lui, in modo che ora si trovasse con la schiena poggiata sui suoi muscoli d'acciaio ma ricoperti dal pelo, formando un morbido e perfetto tappeto. Il suo membro era ancora davanti a lei, ma ora si sarebbe sicuramente trovato anche a strusciare contro le labbra della sua intimità - intimità che ora si sarebbe ritrovata tormentata non solo dalla calda asta che lui stesso avrebbe preso a muovere, facendole fare su e giù e provocandola, ma anche dalle dita che sarebbero tornate prontamente a masturbarla. E mentre quelle di una si dedicavano alla fighetta bagnata di lei, quelle dell'altra mano le avrebbero raggiunto il seno, il licantropo ora effettivamente avvolgendo con entrambe le braccia Cleopatra, andando a giocare con i suoi seni, afferrando con indice e pollice il suo capezzolo destro, tirandolo lievemente, spingendolo e strusciandosi contro di esso, mentre con il palmo della mano premeva contro il suo petto e lo massaggiava.
    "Non hai un padrone, vorresti tenermi ben stretto..."
    Accennò, ancora, arrivandole con il muso vicino alle orecchie per farle sentire il suo respiro caldo, affannato ma soprattutto voglioso, sussurrante, prima di leccarle ancora tale orecchio. Le dita del licantropo all'interno delle bollenti carni della sciacalla cercavano non semplicemente di allargarla in preparazione, ma ogni suo punto debole, e appena ne trovavano uno, non esitavano a ripetutamente stuzzicarla senza pietà. La sua preda era vulnerabile tra le sue braccia, e ormai lui aveva già deciso cosa sarebbe dovuto accadere.
    "Vuoi diventare la mia cagnolina, Cleo? Sappi che te lo sto chiedendo più per formalità, che altro."
    Sì, la decisione era già stata presa, il suo mostruoso membro già trepidava ai pensieri futuri, e Seiichi stesso ormai aveva iniziato a già pensare ai futuri piani. La mano che stringeva le splendide tette di Cleopatra si sarebbe fatta più possessiva, afferrando saldamente e stringendo follemente ora il suo capezzolo.
    "Voglio che tu sia mia. Vivrai con me. Soddisferò ogni tuo bisogno."
    Le dita sul suo clitoride si sarebbero strette su di esso, mentre ora arrivava a leccarle il collo. Il suo corpo ormai era caldo anche più di un fuoco acceso, e il suo cazzo fremeva dall'impazienza.
    "Ogni. Bisogno."
    Seiichi non era più lì per semplicemente godersi un paesaggio. Ora stava cacciando, e Cleo si era praticamente arresa a lui di propria spontanea volontà. Aveva dimostrato un'innocenza, gentilezza e dolcezza che la rendeva un tesoro unico tanto quanto il suo aspetto splendido. Lei era la preda che di certo da ormai molti anni si era dimostrata più succulenta, e non avrebbe permesso a nulla e nessuno di togliergliela. La bramava, e l'avrebbe avuta.

     
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