Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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  1. Demi
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    Persino la forma più bestiale di Seiichi non riusciva a non dimostrare un certo apprezzamento per l'innocente, quasi mal riposta, determinazione di Cleopatra. Lui la provocava, stimolava e invitava a farsi più impavida quasi per gioco, non differentemente da come avrebbe fatto in altri casi, ma se normalmente una donna avrebbe visto in tali provocazioni null'altro che battute prive di significato, lei invece sembrava prendere ogni singola parola come un vero e proprio dettame. Cleo era adorabile, unica rispetto a tutte le altre che aveva incontrato sino a quel punto, e la sua assurda obbedienza agli occhi del mannaro appariva come null'altro che l'ennesima, anzi, la ragione definitiva per desiderarla ancora di più. Desiderio che si sarebbe riversato egregiamente sul suo già mastodontico affare, facendolo pulsare con voglia ancora di più ogni volta che percepiva la morbida pelle e piene forme della giovane avvolgerlo, gonfiandosi fieramente ad ogni stimolo come se a voler marchiare la cagnolina in modo da render chiaro a chi ella appartenesse.
    "A proposito di appartenenza..."
    I pensieri di Seiichi si sarebbero, incredibilmente, per un istante concentrati su qualcosa che non fosse il corpo lascivo e voluttuoso di Cleopatra, i suoi occhi rimanendo tuttavia concentrati su di lei, voraci. La mano sul capo di lei accompagnava la sua testolina ogni volta che la muoveva per andare a lappare o in qualche modo stimolare il suo mostruoso membro, ovviamente più che felice di godersi le attenzioni e il piacere che la sua boccuccia offriva, in compagnia dei suoi deliziosi e immensi seni.
    "Dimmi, piccolina... chi è il folle che ti lascia a piede libero, incustodita? Come può non desiderare di tenerti tutta per sé? Per caso non gli piacciono le femmine?"
    Ormai era chiaro che Cleo non era un'ibrida normale, ma una vera e propria cagnolina divenuta tale, ma allora chi era il suo padrone, e dov'era? Trovava ridicola l'idea che qualcuno sano di mente permettesse a una simil bellezza di semplicemente andarsene a zonzo spensierata. Fosse stato lui non avrebbe esitato nel soddisfare ogni sua singola voglia ogni volta che le veniva! E lei dava proprio l'idea di una cucciolotta che non veniva vezzeggiata da tempo, vedendo come si fosse praticamente gettata addosso al primo che glie l'aveva offerto. Forse era proprio tale padrone a cui faceva riferimento, quando gli aveva detto che non a tutti piaceva il suo ermafroditismo? Qualunque fosse stata la sua risposta, la sua mente non avrebbe impiegato molto per subdolamente riempirsi con l'idea di strapparla a tale padrone e convincerla a stare con lui. Il sorriso già malizioso del lupo si sarebbe fatto ancora più malefico se possibile, mentre tale idea si cementificava all'interno dei suoi pensieri e diventava non più una visione astratta ma un vero e proprio obiettivo. E Seiichi portava sempre a termine i propri obiettivi. La sua fame, voglia e perversione fortificata e rinvigorita da quell'idea così perfidamente splendida, la stretta delle mani immense del licantropo si sarebbe fatta più decisa. In particolare, la mano artigilata sulle natiche di lei avrebbe stretto con passione il culetto pieno della cagnolina, prima di quasi scuoterlo lievemente come a voler testare quella morbidezza, utilizzando poi l'indice e il medio per farlo insinuare in mezzo alle gambe di lei, raggiungendo l'entrata della sua fighetta e andando a verificare con il tatto quanto fosse bagnata. Lei gli stava facendo sperimentare decisamente una fantastica sensazione con le sue morbide labbra e calda lingua, avvolgendo il suo affare. Sarebbe stato solamente corretto, a tal punto, mentre era occupato a respirare ormai come una vera bestia, affannata, ricambiare il favore. Proprio perciò gli artigli sulle dita della mano in mezzo alle gambe d'ella sarebbero spariti, e mentre l'indice e il pollice di tale mano sarebbero andati ad afferrare il clitoride di lei, stuzzicandolo, sfregandolo e provocandolo, il resto delle dita avrebbe prima stimolato le labbra della vagina, massaggiandole, per poi infilarsi all'interno e iniziare a penetrarla con gusto, per nulla disgustato ma anzi eccitato dai suoi umori e dall'odore di cagna in calore che Cleo emanava. La gonfia cappella presente sul suo affare ormai pulsava ritmicamente e diveniva sempre più bollente, l'affetto e le attenzioni che la sciacalla stava dimostrando nei suoi confronti sarebbero state presto ricompensate, e a giudicare dall'enormità non solo della mazza di carne della quale il licantropo vantava, ma anche i suoi testicoli, tale ricompensa sarebbe stata molto, molto copiosa.

     
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