Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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  1. Demi
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    Le parole e i dubbi di Cleopatra non avrebbero minimamente avuto alcun impatto su Seiichi: nessun cambiamento si sarebbe manifestato sul suo volto. Nessun disgusto, nessun dubbio, nessun timore. Manteneva inalterato quel sorriso malizioso nel sentire la cagnolina perdersi così dolcemente e felicemente in quel momento, e anzi, difatti non le avrebbe neppure concesso di terminare la sua frase riguardante il suo ermafroditismo che le avrebbe tappato la bocca con l'ennesimo bacio, mentre lui stesso, con la mano che le reggeva il sedere, iniziava ad assicurarsi di accompagnare i movimenti d'ella sopra di lui, strusciandola lui stesso contro la sua ormai evidente erezione, che nitidamente ora sarebbe stata possibile percepire anche attraverso i pantaloni, la sua dimensione accrescendo chiaramente assieme al desiderio del licantropo. Solamente dopo averla baciata di nuovo, con più voglia di prima, lasciando che le loro lingue rimanessero unite solamente dalla loro saliva, si sarebbe staccato dalle sue labbra, fissandola sicuro negli occhi, i propri dorati ricolmi e pienamente comunicanti la fame che aveva di lei.
    "Dispiacermi?"
    Avrebbe ghignato, raggiungendole poi il collo per baciarla e morderla, intento sin da subito a lasciarle il proprio marchio e ricambiare il favore, così come lei aveva fatto con lui.
    "Dovrebbe dispiacermi che hai qualcosa di aggiuntivo?"
    La mano sui suoi seni, fino a quel momento rimasta esclusivamente a torturarle i capezzoli, giocando con essi, strizzandoli, tirandoli attraverso i vestiti e divertendosi interamente a godersi la loro eccitante durezza accompagnata dalla contrastante morbidezza delle sue invitanti tette, tale mano sarebbe scesa verso il basso, raggiungendo proprio il bozzo che si stava formando sull'inguine della sciacalla. Senza alcun tipo di vergogna, sarebbe con un dito andato a tastare proprio suddetto bozzo, prima solo tastandolo, poi iniziando pian piano a strusciare tale dito contro, sù e giù, mentre il licantropo osservava con attenzione e divertimento il volto di quella che sarebbe stata la sua femmina, sorridendo diabolicamente. Avvicinandosi di nuovo al suo orecchio, le avrebbe sussurrato ancora una volta, questa volta la sua voce carica palesemente di puro desiderio, il suo fiato pesante e quasi bollente, suggerendo che probabilmente anche lui doveva avere a che fare con i propri istinti più bassi e naturali.
    "Ti voglio rendere mia, Cleo, e non sarà di certo questo a fermarmi. Non potrei mai permettere ad un ostacolino simile di mettersi fra me e una cagnolina bisognosa come te, non credi?"
    Per l'appunto, conclusa quella frase avrebbe ancora ricambiato il favore, arrivando a leccarle di nuovo il morbido orecchio ma questa volta con percepibilmente più enfasi, prendendosela con calma per quasi gustarsi il suo pelo, prima di baciarlo e mordicchiarlo. Sarebbe stato a questo punto che il licantropo avrebbe smesso di tentare di controllarsi, piuttosto lasciandosi andare ai propri istinti primordiali e cedendo così al contempo anche alla propria forma bestiale. Uno strato di oscurità verdastra avrebbe iniziato a cirocondarlo mentre Cleo avrebbe avuto modo di udire il suono di vestiti strapparsi, il respiro del suo compagno affannarsi ancora di più raggiungendo pian piano quello quasi a tutti gli effetti di un vero e proprio lupo. Sotto e davanti a lei, la figura di Seiichi si sarebbe completamente ingigantirsi, divenendo più imponente a vista d'occhio, i suoi muscoli ingrossandosi, le spalle allargandosi. Il volto e i capelli dell'uomo sarebbero stati completamente sostituiti da quella che a tutti gli effetti sarebbe potuta sembrare una testa canina corazzata, la bocca tuttavia chiaramente larga e contente una lingua disumanamente lunga e piena, già salivante. Le unghie divennero affilati artigli che già senza spingere procedettore nel bucare e strappare la parte posteriore e frontale dei pantaloncini con i quali erano a contatto. Quello che ora la bellissima egiziana avrebbe potuto percepire davanti a lei, sia con le proprie mani che con i propri occhi, sarebbe stato un licantropo pienamente trasformato e cambiato, ogni singolo muscolo e fibra del suo corpo definito e gonfio, ma non per questo deforme o orrendo, anzi. Con la mano poggiata fra di loro, sarebbe stata capace di sentire letteralmente ogni singolo dettaglio. Anche lei, poi, ovviamente, era stata investita da quell'oscurità, seppur in parte, e tutto ciò che sarebbe stata capace di sentire sarebbe stato inizialmente una carezza. Consistenza. Come se ciò che la stesse sfiorando non fosse solo buio, ma vera e propria carne, ma eterea. Poi, però una sensazione innaturale di caccia. Divorare, squartare, mutilare. Rabbia, cieco abbandono ai propri istinti... poi nulla, e così come tutto l'aveva invasa, tutte quelle sensazioni sarebbero terminate, e davanti a lei non aveva più un umano, ma un maschio che trepidava dal desiderio di scoparla. E questo non lo avrebbe potuto capire semplicemente dal fatto che la guardava, dall'alto verso il basso, con una bocca semi aperta e una lingua che penzolava, passandosela poi lungo le labbra proprio come un cane affamato che aveva trovato una succulenta bistecca - no. Lo avrebbe potuto capire dal mastodontico e caldo affare che eccitato, partiva dalla sua intimità e attraversava tutto il suo ventre, superandolo per raggiungerle i seni, al punto tale che si sarebbe infilato già fra di loro, se non fosse stato per i vestiti che la cagnolina portava. Il suo membro era completamente nero, proprio come lo strato di buio che lo avvolgeva e aveva trasformato; e proprio come esso, anche il suo sesso era contornato da verdi venature che lo attraversavano e riempivano di energia. Verso l'inizio di esso, un lieve rigonfiamento che dava l'idea di potersi ulteriormente ingrandire, e che Cleo probabilmente conosceva fin troppo bene, se sapeva con cosa stava avendo a che fare.
    "Bene, piccolina..."
    La sua voce sarebbe stata ora gutturale, abissale quasi, riecheggiante come se a parlare fossero due voci, non una. La mano artigliato del mannaro, che prima provocava l'erezione di Cleo, sarebbe risalita ancora una volta verso l'alto, ma questa volta non si sarebbe limitata ad andare a toccare qualcosa. No, questa volta, risalendo, si sarebbe preoccupato di lacerare via, con il proprio artiglio, i vestiti che coprivano la parte superiore della ragazza, aprendoli a metà davanti, in modo da liberare i suoi prosperosi seni, e ovviamente quindi permettendo al suo ora felice ma comunque impazientemnete eccitato cazzo di infilarcisi in mezzo. Senza dubbio, sarebbe sparito dentro a quel ben di Dio se non fosse stato per la sua mostruosa dimensione. A tal punto, la mano avrebbe continuato verso l'alto, fermandosi sul capo d'ella senza ovviamente andare a tagliarla o farle male, piuttosto poggiando la grossa mano su di esso, prendendo con il pollice a vezzeggiarle le orecchie, proprio come prima, seppur ora lo stesse facendo chiaramente con un intento palesemente più padroneggiante e autoritario.
    "... sarò più che felice di scoparti come meriti - anzi, non vedo l'ora, ma prima, da buon lupo gustaio quale sono, voglio godermi queste tue bellissime... particolarità."
    Si sarebbe avvicinato con il volto, chinandosi su di lei e quindi avvicinandosele anche con i duri ed evidenti pettorali, al petto d'ella, arrivando poi con l'assurdamente lunga lingua a leccarle un capezzolo, lasciandosi sfuggire un simil gemito chiaramente di apprezzamento, prima di allontanarsi a malincuore. Non era ancora arrivato il momento di violarla e possederla senza risparmiare un angolo, doveva gustarla poco a poco, come i piatti più raffinati. Era il minimo che potesse fare per una cagnolina tanto brava, dolce ed educata come Cleopatra.
    "Quindi... che ne dici di mostrarmi quanto sei brava? Coraggio, cagnolina."
    Le carezze sul suo capo e alle sue orecchie si sarebbero fatte più presenti, come a volerla già premiare da subito, al contempo però insistendo implicitamente sul volerla abbassare, invitandola a poggiarsi e farsi avanti, esplorando con la bocca e la lingua la gonfia, e già grondante liquido preseminale, cappella verdastra del suo mastdontico affare. Ad accogliere i sensi di Cleo non ci sarebbe stato più un vago odore di maschio pronto a dominarla, ma ormai veri e propri feromoni che, così come quelli d'ella avevano invitato lui a farsi avanti, ora quelli del maschio avrebbero invitato lei a dimostrare di essere la compagna più adatta e migliore per lui, e soprattutto, l'avrebbero invitata a dare il via al banchetto e all'accoppiamento, perché ormai sarebbe stato chiaro che lui aveva tutta l'intenzione di farla regredire al suo stato più primordiale.

     
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