Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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  1. Demi
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    Il licantropo non avrebbe rifiutato nulla di Cleopatra. Ogni singolo tentativo che lei avrebbe fatto di avvicinaris a lui o navigare il suo corpo con le braccia sarebbe stato accolto da solamente collaborazione, mentre il mannaro continuava a darle quello che ormai era chiaro che lei desiderasse, e cioè vezzeggiamenti e carezze. Sorrise non appena ella menzionò il suo odore, 'l'odore di un maschio forte', non nascondendo un genuino senso di superbia soddisfazione nel sentirsi adulato. L'attimo che poi la cagnolina avrebbe risposto alla sua domanda, rivelandogli ciò che voleva, il Kinoshita avrebbe sfruttato la vicinanza fra i loro volti che lei aveva creato per spingere il proprio viso quel poco che bastava in avanti, andando a tentare di baciarla dopo aver ascoltato la sua sincera risposta. Non sarebbe stato un semplice bacio, anzi, sin da subito il mannaro avrebbe reso chiaro quanto la desiderasse, unendo le loro labbra, affamato, per poi subito staccarle un istante e ricollegarle di nuovo, semplicemente per risperimentare l'inizio di quel contatto saporito. La mano sul capo di lei sarebbe andata rapidamente al petto per arrivare a tastarle con foga gli erotici seni, andando ad attraverso la maglietta afferrarle i capezzoli con possessività, mentre quella sulla sua schiena sarebbe scivolata di nuovo verso il basso per raggiungere la base della coda e il sedere pieno e sodo della splendida egiziana, andando prima a sfregare con gusto l'inizio della canina coda, e poi a gustare con la mano le curve voluttuose della sua forma. Nel mentre, Seiichi non avrebbe esitato nel invadere con la propria lingua la bocca di Cleo, andando a cercare proprio la lingua della cagnolina per intrecciarla con la propria, sempre più affamato di tutto ciò che l'ibrida poteva offrirgli, ogni attimo divenendo più e più simile a ciò che era primordialmente, e cioè un lupo vorace. Non aveva paura di essere visto, né da eventuali passati né dal branco di Cleopatra, anzi, tanto meglio se guardavano e vedevano chiaramente chi fosse il cane più grosso. Nel frattempo, sotto di lei la cagnolina da caccia avrebbe potuto più che percepibilmente sentire come il bozzo già gonfio da prima sotto di lei fosse divenuto ancora più grosso, ovviamente compiaciuto da quel contatto, quelle proposte, ma soprattutto, la sincerità con cui erano state fatte. Non per nulla, dopo aver speso un buon minuto a semplicemente assaporare - fortunatamente per lei, non per divorarla - Cleo, Seiichi avrebbe separato le loro labbra, ma non si sarebbe allonatato da lei, quasi per nulla; i loro nasi sarebbero rimasti a contatto.
    "Mi fanno impazzire le cagnoline sincere e dolci come te, Cleo. Sarò più che felice di soddisfare ogni tuo desiderio, ma ti avverto..."
    Le mani che ancora invadevano ed esploravano il corpo dell'ibrida non avrebbero smesso di farlo, e anzi, con quella sospensione avrebbero afferrato saldamente proprio i punti che stavano esplorando in quell'istante, e cioè la chiappa sinistra e il seno destro della sciacalla, sprofondando con piacere nella loro carne, piena e abbondante, quasi ancorandosi, come un predatore che teneva ben salda la preda appena catturata.
    "Non sono un licantropo normale."
    A tal punto, le avrebbe leccato le labbra, senza andare a subito cercare un bacio, mentre però continuava a tenerla saldamente. Dal suo odore, sarebbe stato facile ora per Cleo sentire chiaramente un mannaro maschio eccitato e desideroso di trovare una femmina per possederla e renderla sua... fortunatamente, nel caso di Seiichi, l'aveva già trovata, e ora non gli restava altro da fare che prendere Cleo e ricordarle cosa significhi essere una cagna. Nonostante il chiaro sentimento del licantropo, però, eccetto continuare a carezzare e tastare ogni angolo del suo corpo, non sembrava star ancora prendendo l'iniziativa... non perché non ne fosse capace o non volesse, anzi, voleva farlo terribilmente- ma sembrava starsi trattenendo, come se stesse aspettando qualcosa. Per l'appunto, stava proprio aspettando un... qualcosa, da parte di Cleo. Forse una risposta, o magari semplicemente un'approvazione. La verità era che Seiichi attendeva che la cagnolina si preparasse mentalmente e considerasse seriamente le sue parole, perché l'attimo che avrebbe abbandonato il suo aspetto umano per fare largo alla sua licantropia, le avrebbe dato modo di vedere una forma decisamente diversa da ciò che ci si aspetta dal classico lupo mannaro, e l'ultima cosa che voleva fare, in quell'istante, era terrorizzare o spaventare la sua compagna, che si era dimostrata tanto dolce, innocente e sincera. Il suo atteggiamento andava premiato e amato, non di certo punito.

     
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