Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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  1. EllariaSand
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    Cleo pensato
    Cleo parlato
    Narrazione

    Ovviamente, l'ibrida sembrava non essersi resa minimamente conto di quanto buffa e assurda avrebbe potuto sembrare quella situazione a un occhio esterno. Persino i suoi compagni di caccia osservavano la scena inclinando il capo perplessi: era la prima volta che vedevano la loro capobranco avvicinarsi tanto a un umano, o meglio ... era la prima volta che lei si avvicinava tanto a un umano senza rischiare di guadagnarsi qualche occhiata strana o peggio ancora rischiando di farlo battere in ritirata a gambe levate.
    Cleo, dal canto suo, era troppo impegnata a scodinzolare come non mai e ad ascoltare il giovane con gli occhi sgranati (dopotutto per l'ex cagnolina conoscere nuove persone aveva lo stesso fascino che avrebbe sortito un quadro d'autore a un collezionista d'arte) le parole del giovane ... parole al termine delle quali inclinò leggermente il capo. Era la prima volta che sentiva un nome così insolito, fino ad allora aveva vissuto sempre in Egitto o in Italia, quindi fu con tono decisamente tentennante che alla fine rispose: "Seiii ... shii Kino ... Kinoshuta?", chiese, sbagliando tanto innocentemente quanto clamorosamente il nome del mannaro per poi farsi pensierosa, "Mi piace! E' un bel nome. Loro invece sono Astolfo, Ronaldo e Gaetano.", disse, indicando i tre dobermann che abbassarono tristemente il capo, mentre l'ibrida non la smetteva di sorridere fieramente ... forse convinta di aver regalato ai suoi tre cuccioli dei nomi di tutto rispetto. Peccato che tale convinzione non sembrasse altrettanto condivisa dai poveri canidi che, con le orecchie abbassate, guairono piano prima di ritirarsi demoralizzati ai piedi dell'albero, probabilmente nella speranza di rivedere il povero scoiattolo.
    La giovane sorrise divertita, riprendendo: "Comunque si, hai ragione ... io sono di origine egiziana. Sono venuta a Roma per imparare gli usi e i costumi degli umani.", annuì fieramente, quasi stesse parlando di un vero e proprio viaggio universitario, o di un qualche tipo di scambio culturale, "Gli umani a volte sono strani, ma fanno degli hot dog buonissimi, e poi hanno inventato i freesbee. I freesbee sono belli.", concluse, con aria un pelo sognante. Semplice e lineare, non sembrava troppo complicato comprendere cosa passasse per la mente della cagnolina, che non appena sentì la mano di lui accarezzarle dolcemente il capo per poi passare alle orecchie non poté non farsi sfuggire un uggiolio di pura delizia. Scodinzolò entusiasta, spingendo dolcemente il capo contro la sua mano e accomodandosi quindi sulle sue ginocchia, sconfitta da quell'arma letale che sono i grattini dietro le orecchie e di fronte alla quale nessun cane che si rispetti potrebbe mai resistere.
    Era ancora palesemente immersa in quel dolce mondo di coccole e grattini tanto gentilmente offertole dal suo nuovo amico quanto sentì quelle ultime parole che la spinsero a osservarlo con aria genuinamente offesa. Arricciò il naso, alzando le mani e muovendolo con forza mentre, con l'entusiasmo di un bambino che afferma con convinzione di essere ormai grande, protestava: "Ehi, non darmi della cucciolotta. Io sono una bravissima e impeccabile cagnolina da caccia ...", arrossisce appena, abbandonando altrettanto velocemente l'atteggiamento offeso per farsi quindi perplessa, "... o almeno, lo ero prima di diventare così. Comunque sappi che assieme al mio branco non ho paura di nessuno!", eccola a tornare alla carica, mentre lo osservava con palese determinazione.
    Avvicinò tutta seria il volto a quello di lui, quindi sorrise, con tutta la dolcezza del mondo: "Prometto che se ti rimangi quello che hai detto, poi ti darò una mano con il tuo problemino.", disse, indicando in basso laddove, essendo ormai lei praticamente a cavalcioni su di lui, aveva già iniziato a notare un lieve rigonfiamento andare a premere proprio contro il suo stesso corpo. Sorrise, palesemente soddisfatta e, forse, convinta di averlo messo alle corde.
     
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