Una passeggiata nel parco

x Ellaria

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  1. Demi
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    Una piacevole, soleggiata e tranquilla mattinata a Roma. Era questo quello che Seiichi sperava di ottenere, prendendosi la briga di attraversare un'assurda distanza per viaggiare in aereo ed arrivare fino a tale luogo, partendo da Londra. Certo, alcuni avrebbero potuto tranquillamente suggerire o insinuare che magari percorrere un tale distacco per una mera passeggiata non fosse questa grande idea... ma suddette persone non avrebbero mai potuto capire cosa significasse la quiete per il Kinoshita. Quanto questa fosse importante per lui. Non la quiete intesa come il silenzio, ma piuttosto la semplice pace, tranquillità: il tipo di tranquillità che si trova in un parco. L'assenza di problemi. Alla fine, era passato tanto, troppo tempo da quando il licantropo aveva potuto fermarsi a semplicemente rilassarsi e riflettere. Dodici anni spesi nella malavita non sono esattamente dodici anni spesi nella sicurezza. Ma alla fine, non c'era nessuno ad effettivamente contestare questi pensieri; il mannaro era solo, lo era stato da tempo ormai, e aveva imparato a farci l'abitudine... era pur sempre umano - almeno in parte - tuttavia, e si sa che gli umani sono creature sociali.
    Spero solo che almeno non inizi a piovere.
    Avrebbe pensato nella sua mente, mentre a piedi il mannaro, sceso dall'autobus che aveva preso dopo che era giunto all'aereporto, si dirigeva Villa Borghese, il parco più vicino. Un grande parco che prometteva sia sistemazioni all'italiana che ampie aree di stile inglese, perfetto per uno straniero come lui. Camminava con entrambe le mani in tasca, come suo solito, intento a concentrarsi sul paesaggio che lo circondava ed immergersi, ora che poteva, nella bellezza per la quale l'Italia pareva essere tanto rinomata, e d'altronde non poteva dar torto a chi affermava ciò in recensioni e simili. Anche i cittadini del luogo parevano essere incredibilmente amichevoli, salutandolo e accogliendolo con una familiarità che non si aspettava né riceveva da tempo, e che faceva fatica a ricambiare, abituato com'era alla freddezza di Londra, sia della nazione che dei suoi cittadini. Dopo circa venti minuti spesi a passeggiare, finalmente sarebbe giunto a destinazione: davanti a lui, superato l'imponente e monumentale ingresso, si sarebbe presentato un immenso parco ripieno delle più svariate locazioni, laghi, piccole radure: vi era ben poco che il luogo lasciasse all'immaginazione, riempiendo la mente di Seiichi con fantastici spettacoli naturali dei quali i suoi occhi da tempo non potevano godere. Parlando di radure, avrebbe raggiunto proprio una panchina in assi di legno all'interno di una di queste, vuota, mettendosi poi a sedere e portando la caviglia di una gamba sopra il ginocchio dell'altra. La fortuna doveva essere stata dalla sua, perché pareva aver trovato un luogo indisturbato, spoglio di persone se non lui stesso. Non che il rumore di bambini o gente che chiacchierava o quant'altro gli desse fastidio... non era un vecchio scorbutico, ma potendosi immergere di più nella pace che lo circondava, si sarebbe concentrato sul cinguettio degli uccelli e i raggi solari che lo raggiungevano, dandogli un piacevole calore che di inverno, e specialmente a Londra, gli era mancato, i quali fra l'altro andavano a quasi far brillare i suoi occhi dorati, al tempo stesso scaldando lunghi capelli castani. Indossante una semplice camicia bianca scollata,rivelando i suoi pettorali perfettamente scolpiti. Un orologio da polso dorato e delle oxford nere ai piedi completavano il tutto. Avrebbe dato una rapida occhiata in giro prima di, senza esitazione, togliersi le scarpe per rimanere a piedi scalzi, raggiungendo poi all'interno della sua tasca sinistra dei pantaloni una scatoletta di sigari assieme a dei fiammiferi, accendendosene uno e poi, spento il fiammifero con la mano, facendo attenzione a rinfilarsi il tutto in tasca, fiammifero spento compreso: non voleva contaminare la natura che lo circondava. Portatosi il sigaro in bocca, sorridente, avrebbe sia goduto del fumo con la bocca che dell'aria pura con il naso, i suoi sensi sviluppati concedendogli di godere particolarmente di quel contrasto che trovava bizzarramente affascinante.
    "Questa sì che è vita."
    Avrebbe sussurrato, non nascondendo il proprio apprezzamento per il momento, lasciandosi andare più comodamente sullo schienale della panchina e portando entrambe le braccia dietro di essa, quasi chiudendo gli occhi per completamente farsi travolgere da tutte le sensazioni che stava sperimentando. Potere o meno, alla fine, la vita era fatta anche di quelle piccole cose, e Seiichi sapeva riconoscerlo.



    Edited by Starliege / Demi - 6/1/2019, 03:15
     
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