Scosse Profonde

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  1. †_†yun yun †_†
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    Quanti di voi riuscirebbero a resistere fuori dal proprio elemento naturale, sopprimendo i propri istinti per molti giorni di fila? Beh anche i più stoici alla fine hanno dei cedimenti. E così era successo a Lucien. Era quasi passata una settimana da quando aveva potuto muoversi nella sua vera forma per un discreto periodo di tempo, sicuramente superiore a quello impiegato per andare o tornare da lavoro. Così aveva atteso che la notte scendesse, aveva usato il suo varco speciale e in un attimo era tornato alle proprie sembianze naturali. Un piccolo fagotto legato dietro la schiena conteneva una delle sue felpe preferite e un costume da gara di nuoto, nero e viola. Era il massimo che riusciva a sopportare sulla terraferma. Reputava gli esseri umani degli sciocchi a nascondere le proprie forme. Anche se era pienamente convinto che certuni avrebbero dovuto indossare degli scafandri completi. Assaporò sulla pelle la salsedine marina. Subito decine e decine di pesci gli nuotarono intorno, fieri e contenti della sua presenza là. Le squame brillarono radiose alla luce filtrata della luna, rivelando un colore madreperlaceo. La sua pinna si sgranchiva, allungandosi e contorcendosi come se si fosse svegliata dopo un lungo sonno. La accarezzò carico di nostalgia. Poi guardò le profondità marine diventare sempre più scure e un guizzo di adrenalina lo sconvolse. Tanto domani non ho niente da fare, voglio nuotare finché non sbatterò il naso contro una terra" Si disse. Salutò i pesci colorati e nuotò come se non ci fosse un domani. Ecco la vera bellezza della vita. Ecco il motivo per cui ogni giorno valeva continuare a vivere e a cercare. Quell'immensità fredda e buia era più calda e lucente di un abbraccio del sole. Amava il mare, gli oceani e ogni altra fonte contenesse acqua. Tutto il resto non importava. Durante il suo girovagare incontrò un gruppo di delfini, gli animali a lui simili per la coda e fu un momento di gioia frenata. Si diedero alle danze acrobatiche e a canzoni allegre che causarono un'ilarità generale. Uno dei mammiferi si fermò, come se dovesse ascoltare un messaggio di una voce lontanissima. E così era. Tramite gli ultrasuoni vennero a sapere che non molto lontano da lì stava per accadere un forte terremoto. Ma a loro cosa importava? Sarebbero nuotati da un'altra parte. Lucien invece era affascinato. Durante la sua lunga vita aveva sentito diversi terremoti e alcuni tsunami. Si chiese se la scossa sismica sarebbe stata abbastanza potente da creare quelle onde meravigliose. Con una sferzata di pinna si mosse in direzione del rumore, sperando di poter arrivare in tempo.
    Vide la terraferma stagliarsi netta di fronte a lui, come una barriera. Concentrandosi un poco assunse la sua forma umana, non poteva avvicinarsi alla terra quando era un leviatano. Rimanendo sott'acqua si avvicinò lentamente alla battigia del porto di una città che non aveva mai visto. Chissà dove era arrivato...
    Mentre cercava un punto preciso dove emergere vide la figura di una bella donna che guardava in basso, verso di lui. "Che mi abbia visto?" Si domandò. Ma era notte, lui a circa 20 metri sott'acqua. Rimanendo in attesa per qualche istante, osservò la donna dalla corporatura nient'affatto esile della donna. Notò benissimo i lunghi capelli verdi e gli abiti succinti. Vide anche che aveva un'espressione molto serie: forse aveva paura dei terremoti. Lucien sghignazzò, aveva deciso che quella sera si sarebbe un po' divertito. Indossò al volo il costume e legò la felpa in vite e pian piano riemerse. Una volta che fosse arrivato quasi in superficie sarebbe riemerso con uno scatto, schizzando quasi sicuramente sulla donna. "Hai paura dei terremoti? Sai che se resti qui, rischi di beccarti la prima ondata dello tsunami?" Non ne aveva la certezza, ma era quello che più si augurava in quella nottata. Guardò la donna e ne osservò le reazioni.
     
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