[Awards] The Wolfs of Rome

Midori ed Exo

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    PG: Leben
    Tipo di rapporto con Hannibal: Nessuno.
    Potere: Manipolazione del corpo tramite l'oscurità. Il potere bellico di Leben prevede una trasformazione tramite la quale la zombie può spalancare fauci su tutto il corpo, munite di denti affilati adatti a strappare carne e quant'altro. Nelle giocate hentai, l'utilizzo di queste bocche e dell'oscurità può essere ovviamente ben diverso...


    Scuola, sesso, cibo, scuola, sesso, cibo, scuola, cibo, sesso... da quando Leben aveva riscoperto le sensazioni carnali la sua vita si era - ironicamente - fatta piuttosto monotona. Non che ciò potesse in qualche modo dispiacerle, in verità - anzi - la costanza con cui aveva ormai modo di soddisfare le proprie voglie la rendeva piuttosto soddisfatta... Tuttavia, sentiva come qualcosa mancarle. Una strana sensazione di vuoto che ogni tanto la coglieva tormentandola per giorni... giorni che, data l'impossibilità di dormire, si sentivano come non mai.
    Aveva pensato che potesse essere colpa della scuola. In fondo stare sempre chiusa là dentro era sì, divertente, ma alla lunga poteva annoiare. E lei era sempre stata piuttosto sensibile alla noia, come del resto era sempre stata curiosa di scoprire nuove cose, ansiosa di conoscerne altre, e via dicendo... Per tutti questi motivi, e altri che non stiamo qui a elencare, quel giorno aveva deciso - incredibilmente - di partecipare a quella gita scolastica. Aveva così indossato il suo solito travestimento, mischiandosi agli alunni di una quarta e una terza, delle quali ovviamente non ricordava la sezione. Certo, era difficile nascondere i seni prosperosi, che minacciavano di far saltare il bottone del gilè da un momento all'altro, ma a parte questo non aveva avuto alcun problema a salire nel bus e partire. Destinazione? Una famosa quanto meravigliosa spiaggia che decenni prima era diventata conosciuta per il ritrovamento di alcuni resti di una vecchia imbarcazione riemersi dalla sabbia... Ovviamente a lei di quei resti non importava niente, finché non si trattava di creature vive era davvero poco propensa a studiare, ma non riusciva a ricordare niente del mare, né di quando (e se) ci fosse andata quand'era in vita... e questo sì che le interessava. Curiosa e divertita dall'idea dei suoi alunni mezzo nudi, ignari che in mezzo a loro vi fosse una folle zombie perversa che - tra le altre cose - era proprio la loro Preside, curiosa di vedere come fossero messi a pacco e, ancora, speranzosa di beccarne qualcuno intento ad allontanarsi dal gruppo per imboscarsi da qualche parte in segreto e magari rimediare una bella sveltina in spiaggia... a cui certo lei si sarebbe unita più che volentieri.

    Ed eccola lì, infine, i piedi nudi e delicati sulla sabbia bruna, le cicatrici coperte da uno spesso strato di cerone, i vestiti che pian piano finivano a terra rivelando un seno maturo per una diciassettenne, accompagnato da un bel paio di signore natiche che i ragazzini che la circondavano non si fecero troppe premure a notare immediatamente, il tutto coperto a malapena da un bikini che di casto e adatto a una scolaretta non aveva un bel niente. Per la prima volta da quando aveva iniziato a calarsi nei panni di quella ragazzina ''strana'', cupa, e sempre in disparte... i suoi alunni parvero notarla e non avere più occhi per altre. Ma a lei in quel momento non importava, era troppo estasiata da ciò che vedeva, e sentiva: i raggi del sole sulla pelle, la sensazione di incredibile calore, la sabbia sotto le dita che - per una che sino a pochi mesi prima aveva dimenticato cosa fosse il tatto - era incredibile, e la visione di un'immensa distesa d'acqua che sembrava non fare altro che chiamarla.
    Come sarebbe stato tuffarcisi dentro? Non vedeva l'ora di scoprirlo e, per tal motivo, cominciò subito a dirigersi verso essa, solo lontanamente conscia di aver dimenticato di doversi fingere una tenera ragazzina, e aver così ripreso la camminata ancheggiante e assurdamente sensuale che la caratterizzava praticamente sempre quando si muoveva.


    Edited by = Midori.no.Neko = - 4/4/2014, 00:54
     
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    "Salve, mi presento, il mio nome è Hannibal Chau e da questa mattina la mia vita è cambiata. Ero come al solito a fare la mia passeggiata mattutina visto che non avendo una casa non mi conviene mai rimanere fermo in un punto, insomma, ho sentito che fanno robe terribili ai barboni che se la prendono troppo comoda. Non che io tema questo, s'intende, è che vorrei evitare di dover spezzare più ossa del dovuto. E mentre svolto un angolo cosa trovo a terra? Un portafoglio. Ora non fate i moralisti o i puri di cuore perchè se foste dei poveracci costretti a vivere per strada non ci avreste pensato due volte a mettervelo in tasca soprattutto nel constatare l'ingente quantità di soldi al suo interno tanto da renderlo più spesso della mia coscia. Sapete cosa ho fatto invece io? Si, me lo sono proprio messo in tasca e ora sono fottutamente ricco, sono un uomo nuovo, sono un uomo completo e voglio comprarmi una di quelle robe che gli umani chiamano barche, ma di quelle veloci perchè mi sembrano parecchio costose. Ma che dico, cosa è costoso in fondo quando hai tutti quei soldi?"

    L'acquisto era stato veloce, senza troppe chiacchiere e in contanti. In fondo Hannibal non poteva di certo far insospettire qualcuno. Se solo si fossero ritrovati a sbirciare in quel portafogli si sarebbe subito resi conto che non era roba sua ma era bastato far sventolare qualche bigliettone solo i loro nasi per renderli tutti dei cagnolini docili. Per una attimo si era chiesto come avrebbero reagito se lui avesse lanciato una di quelle banconote lontano. Magari gliel'avrebbero riportata. Si trattenne dal compiere quel gesto e una volta terminata la transazione, nella zona del porto, l'uomo gli consegnò immediatamente le chiavi mostrandogli rapidamente come funzionava il tutto. Non aveva idea di come far muovere un'auto, figurarsi quella specie di astronave. Gli venne spiegato come accenderla, come fermarla, come accelerare e tutto ciò che poteva servirgli, in fondo il mare era grande, anche se non fosse stato un asso al volante quante possibilità c'erano di schiantarsi su qualcun'altro? Hannibal ringraziò l'uomo una volta terminata la "lezione" saltando a bordo senza pensarci due volte ad accendere il motore un po' per godersi il suo nuovo acquisto, un po' per tagliare la corda ancora in ansia di trovarsi vicino a persone mentre era in possesso di una patata bollente come quella. Rombava che era una bellezza e seguendo le istruzioni che gli erano state date non fu difficile farla muovere e partire a manetta senza una meta precisa. Non si poteva dire non attirasse l'attenzione anche in su quella distesa d'acqua: l'imbarcazione possedeva addirittura una radio e la musica che ne venne fuori pareva proprio perfetta per quella situazione, lui, a seguito del fortunato ritrovamento, si era comprato un bel paio di jeans blu corti, nuovi di zecca, ai piedi non mancavano le solite infradito, camicia rossa accesa hawaiana, occhiali da sole e un vistoso tatuaggio maori sul braccio sinistro. Quello era stato un errore. Pensava di essere capace di sopportare qualunque dolore ma quello proveniva dritto dall'Inferno e non aveva idea nemmeno di ciò che stava facendo solo che passando davanti a quel locale era rimasto incuriosito dalla moltitudine di persone che entravano e da quelle che uscivano sfoggiando "disegni" sulla loro pelle. Aveva un pacco di soldi da spendere, quindi perchè non provare? E quello era stato il risultato. Guidò e guidò tra le acque, cantando e accelerando sempre di più alla ricerca di un posto dove fermarsi, dove godersi tranquillamente la spiaggia e lo trovò diverse centiana di metri più avanti dove la spiaggia, popolata da un gran numero di persone, veniva interrotta da una "costruzione" di scogli per poi continuare, deserta e irraggiungibile a meno che non ci si fosse arrivati dal mare o si fosse attraversata la barriera di scogli. Nessuno pareva interessato a farlo e quello lo allietava non poco. Virò con la sua imbarcazione, diretto verso terra, musica a palla e rombo rendevano impossibile non attirare l'attenzione e sicuramente qualcuno si sarebbe accorto dell'arrivo di un bizzarro figuro per poi vederselo sfuggire allo sguardo a causa delle rocce. Hannibal si sarebbe avvicinato il più possibile alla terra per poi calare in acqua e trascinare (data la sua forza) l'imbarcazione fino alla riva, adagiandola sulla sabbia per impedire che se ne andasse chissà dove, gettandosi poi a terra su quel tappetto morbido e caldo di granellini rocciosi. Il frastuono si percepiva ancora ma era così rilassato, così concentrato da essere quasi in grado di isolarlo e far sembrare quel posto unico nel mondo.
     
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    La sensazione dell'acqua sulla pelle era qualcosa che non avrebbe più dimenticato. Una persona comune l'avrebbe probabilmente descritta in modo poetico, la freschezza in una giornata di caldo come quella, la pelle d'oca, la sensazione del corpo circondato dall'acqua come stesse ricevendo un piacevole massaggio simultaneo... Ma Leben non era una persona normale. Come del resto non era una comune alunna, e come ''non-tale'' se la stava godendo senza alcuna ripercussione, perché il professore che aveva accompagnato la sua classe in quella spiaggia sapeva bene chi fosse, e l'aveva dunque lasciata fare senza osare dir nulla nonostante le protesta generali. E da alunna anormale, zombie perversa qual era, tutto ciò che riusciva a provare stando nell'acqua era piacere. E non piacere inteso come una semplice sensazione di benessere, ma piacere dovuto a pensieri fantasiosi su cosa quell'acqua potesse rappresentare. Saliva, umori, lingue su tutto il suo corpo, mani che l'avvolgevano...
    Prima che quella barca le sfrecciasse davanti, all'orizzonte - ad esempio - l'acqua nella sua mente aveva preso la forma e la consistenza di un'orgia numerosa, composta da uomini e donne privi di un volto, che la toccavano e la leccavano ovunque... e a quel punto era stato quasi naturale far scendere la mano lungo la pelle pallida e bagnata, incurante dei bagnanti sulla spiaggia o in acqua, a qualche metro da lei... come anche dei bambini intenti a giocare tra schiamazzi e schizzi d'acqua salata.
    Gli occhi si erano chiusi, le labbra schiuse in un sorriso presto serrato sotto denti perfetti, infranti su un labbro inferiore turgido. E le mani erano scese sui seni prosperosi dai capezzoli eccitati, che le dita non avevano esitato a stringere con gusto. Infine giù, lungo l'addome piatto e il monte di venere pronunciato, ornato da una rada e morbida peluria argentea, sino a raggiungere il centro delle grandi labbra piene per...
    Solo a quel punto il rombo di un motore scalpitante l'aveva destata e sottratta alle sue fantasie, e lei aveva aperto gli occhi alzando un sopracciglio bianco, incuriosita. Un peccato per la voglia appena nata, che passò in secondo piano nell'osservare il mezzo di trasporto che spariva dietro un gruppo di scogli.
    Aveva intravisto una lunga chioma bianca almeno quanto la sua sventolare, una camicia dai colori sgargianti e la fantasia di dubbio gusto e nient'altro, cose che - normalmente - da sole non sarebbero certo bastate per risvegliare la sua curiosità. Ma vuoi la stranezza di un mezzo così lussuoso in una comunissima spiaggia come quella, vuoi il fatto che quella breve apparizione aveva distratto abbastanza il suo seguito di alunni e insegnanti da darle via libera, decise di dirigersi anche lei verso gli scogli per vedere cosa ci fosse di tanto interessante al di là di essi.
    Un gioco da ragazzi sparire tra le acque per lei che poteva evitare di respirare per parecchio tempo prima di risentirne. Altrettanto facile nuotare e raggiungere velocemente la destinazione fissata; arrampicarsi sugli scogli e notare immediatamente l'imbarcazione precedentemente avvistata, trainata da...

    Un sorriso malizioso di quelli capaci di risucchiarti l'anima, come solo lei sapeva farne, si dipinse sul suo volto nell'osservare il "bizzarro figuro". Bicipiti gonfi, lunghi capelli dal colore innaturale e un odore che di umano aveva ben poco... non le serviva altro per dire che quello che vedeva le piaceva eccome, incuriosendola, e che era stata di certo una qualche divinità dall'umorismo nero almeno quanto il suo a far finire una preda del genere tutta sola in una spiaggia semi deserta. Perché questo era: niente di particolarmente interessante dietro quegli scogli se non un posto meno affollato di quello precedente. Certo, c'erano buon probabilità che di lì a poco si riempisse di una folla di curiosi, ma quello non era di certo un problema, perché Leben aveva già deciso di andare dritta a importunare quello sconosciuto, e prima lo faceva, prima forse avrebbe potuto dargli un morso.
    Come dite? Correva troppo, forse? Eppure era sempre stato più forte di lei - da quando era ''rinata'' - voler ad ogni costo importunare il prossimo, soprattutto se così sfortunato da incuriosirla, per qualsiasi motivo, anche il più insulso. La fame era la naturale conseguenza del suo stato di ''non-morta'', invece.
    Insomma, destare la curiosità (o la l'appetito) di Leben significava non staccarsela di dosso facilmente finché questa non fosse stata soddisfatta, e il nostro impavido(?) e ignaro eroe(?) se ne sarebbe ben presto accorto.

    Un bel posticino appartato per un altrettanto bel mezzo, dalle notevoli dimensioni... ma non sarebbe molto più divertente condividerlo?
    Una sorriso smagliante quanto malizioso accompagnò quell'entrata in scena sfacciata e priva di logica come poche. Del resto, il suo umorismo era così strano da essere comprensibile solo a lei, la maggior parte delle volte. E forse nemmeno il prestante sconosciuto avrebbe colto il doppio senso racchiuso nelle sue parole... in fondo, chi lo avrebbe fatto? Una sconosciuta dal bikini succinto e il corpo mozzafiato che sbuca dal nulla per abbordare il primo passante senza troppi complimenti... Una situazione molto improbabile, se non impossibile sotto ogni aspetto...
    Ma ehi, quella era Roma del 2108, dove trovare un portafoglio colmo di bigliettoni in mezzo alla strada non era altro che routine, e trastullarsi con dolci donzelle super gnocche il pane quotidiano di ogni uomo.


    Edited by = Midori.no.Neko = - 30/4/2014, 00:59
     
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    Spirava una leggera brezza dal mare in grado di mitigare perfettamente il forte caldo che il contatto con la sabbia gli stava provocando generando così un mix perfetto di caldo freddo che portò, inevitabilmente, al sopraggiungimento della così detta "cecagna" o "abbiocco" come si diceva in quel lato particolare del globo, Roma. Chiuse lentamente gli occhi, respirando con estrema tranquillità e la sua mente, inebriata dal pensiero di quel portafogli pieno, prese a viaggiare in mondi che fino a quel giorno non sarebbe stato capace nemmeno di immaginare. Era lì, sulla cima di una montagna fatta di soldi, più alta di qualunque montagna presente sulla Terra e su di essa un trono d'oro e d'avorio su cui sedeva trionfante osservando tutti coloro che possedevano meno soldi di lui e solo puntando il dito su di loro era capace di disintegrarli in monetine da un centesimo che andavano a penetrare nel terreno facendo crescere rigogliose piante di soldi. Poteva essere una fantasia forse troppo esagerata ma per Hannibal era la prima volta che si ritrovava con così tanto denaro in tasca quindi non era poi così strano che le sue fantasie fossero un po' troppo eccessive e a tratti anche un po' infantili. E proprio nel momento in cui, alzatosi dal suo trono, stava per ordinare a cavalieri su cavalli di diamante di andare a raccogliere i soldi dagli alberi, una voce lo fece rinsavire. Aprì l'occhio sinistro, strizzando il destro mentre puntava una mano sulla sabbia, sollevandosi di fianco, abbassandosi gli occhiali e voltando lo sguardo nella direzione da cui era provenuta. La proprietaria sembrava un piacevole esemplare di femmina umana con addosso qualcosa che poteva essere facilmente levata anche con un semplice soffio. E tale femmina pareva molto interessata alla sua enorme imbarcazione. Con un sorriso da ebete, classico di coloro che non hanno compreso un evidente doppio senso, si mise a sedere sulla sabbia a gambe incrociate, indicando fiero il suo mezzo parcheggiato sulla riva.
    Quel tipo non mentiva quando diceva che non sarei passato inosservato con quello. Comunque se sei brava a manovrare quel bestione puoi pure farci un giro, io non sono molto capace.
    Con un altrettanto sorriso ebete di colui che non si è reso conto di aver risposto ad un doppiosenso evidente con un altro doppiosenso ancora più evidente, dandosi una spinta Hannibal si sollevò in piedi, dandosi qualche colpetto sulla camicia e sui pantaloncini per far cadere la sabbia, per poi tendere la mano sinistra alla sua improvvisa compagnia e fu in quel momento, per un attimo impercettibile, che il suo naso si storse nel sentire un odore di morte provenire da lei. Un odore che mai aveva sentito in un semplice umano. L'unica soluzione era che non fosse affatto umana. Sorrise ugualmente.
    Piacere di fare la tua conoscenza, il mio nome è Hannibal. Con chi ho il piacere di parlare?
    Rimase comunque sull'attenti, tutti i suoi sensi pronti a reagire. In fondo era il normale istinto di un animale che lo guidava e gli permetteva di sopravvivere.
     
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    Leben alzò un sopracciglio bianco, squadrando l'uomo in tutta la sua figura, visibilmente divertita dalla sua uscita. Ci mise qualche secondo a comprendere che stava effettivamente parlando della barca, e che quindi non aveva affatto recepito il doppiosenso racchiuso nella sua domanda, ma ci mise altrettanto poco a decidere che la cosa non le importava, e anzi, rendeva tutto ancora più divertente. Per questo, ridacchiò senza apparente motivo delle sue parole, incamminandosi lentamente nella sua direzione, prestando ben attenzione a scandire ogni passo con un ancheggiare ipnotico, quasi si stesse improvvisando in una sfilata solo per lui.
    Nel frattempo, dalla spiaggia adiacente a quell'angolo di pace cominciavano a farsi sentire i primi schiamazzi, segno che i curiosi si stavano già facendo strada per giungere ad ammirare l'imbarcazione del bel sconosciuto. E infatti, un gruppo di giovani ragazzi era già poco più in là alle spalle della zombie, e fissava da lontano il mezzo, lasciandosi sfuggire numerosi commenti e versi ammirati.
    Lei non vi prestò attenzione, notò piuttosto i muscoli di ''Hannbal'' tendersi, poiché lo osservava nel dettaglio, e allora il suo sorriso si allargò, mentre guardava tutto di lui eccetto la barca che teoricamente doveva essere soggetta alle sue attenzioni.
    Sembrava guardingo... e Leben si chiese perché. Possibile avesse intuito -nonostante il cerone che le copriva tutte le cicatrici- la sua natura non umana? Lei, del resto, sentiva fin troppo bene il suo odore, e più si avvicinava, più diventava sicura che non si trattasse affatto dell'odore di un umano, sebbene non l'avesse mai sentito prima.
    La situazione si faceva sempre più interessante... e bizzarra.

    Leben... rispose una volta giunta a destinazione, guardandolo dal basso (era molto più alto di lei) mentre stringeva la mano che le veniva offerta, una stretta che subito mutò in una lenta carezza verso il suo avambraccio. Provò poi a posargli l'altra mano sul petto, portando il corpo sinuoso contro il suo, gli occhi pregni di malizia almeno quanto il sorriso bianco perla.
    E se non ti dispiace... preferirei di gran lunga fare un giro su di te.
    Eccola là, infine. Con i doppi sensi il bel "Hannibal" non si era dimostrato molto pronto... quindi come se la sarebbe cavata con un po' di "sana" e oscena schiettezza?


    Edited by = Midori.no.Neko = - 30/4/2014, 02:02
     
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