La volpe e il cameriere.

Per Exo <3

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    PG: Kainé
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    Se doveva dirla tutta non sapeva dire come fosse finita a quella festa. Era stata invitata per chissà quale motivo da un tizio che aveva innumerevoli nomi di cui zero che lei conoscesse, e aveva accettato perché... non sapeva dirsi nemmeno quello. La verità era che ultimamente voleva stare il più possibile lontano da scuola, il ché per lei non aveva alcun senso. Si sentiva stressata, forse. Ciò che sapeva per certo era che le serviva una distrazione... e probabilmente per questo aveva deciso di recarsi lì.
    Ora però se ne stava pentendo. Non c'era nemmeno UNA persona là dentro che conoscesse, UNA persona con cui si sentisse di intavolare una conversazione... UN motivo per cui essere vestita in quel modo, di tutto punto, con simpatiche orecchie pelose che le ornavano i capelli argentei, elegantemente raccolti in una pettinatura articolata.
    Ricordava ancora Tyrann che la sfotteva mentre si dava un'occhiata allo specchio di camera sua, poco prima di uscire. ''Dove te ne vai così agghindata, raggio di luna?'' aveva chiesto... e ora era lei a chiedersi dove fosse.
    Era una festa così ben organizzata che un enorme rinfresco giaceva su un lunghissimo tavolo a pochi metri da lei; camerieri vestiti di tutto punto giravano di invitato a invitato con vassoi colmi di prelibatezze; uomini e donne elegantemente vestite ballavano stringendosi stretti. E lei, in tutto questo... era completamente sola. Se ne stava là, col suo bellissimo kimono elegante, la maschera da volpe sul viso e un bicchiere di champagne tra le dita della mano destra, in piedi al fianco del tavolo del buffet a... non fare essenzialmente nulla se non guardarsi intorno.

    Aveva resistito così per una buona mezzora, prima di decidere...
    Al diavolo... andiamocene.
    A quel punto aveva levato la maschera, scostandola e posandosela sulla testa, del tutto decisa ad allontanarsi da quel macello e farsi strada tra la folla per... sgattaiolare via, sicuro.
    Se le lasciassi fare a me queste cose, di certo saprei come divertirmi in una serata simile...
    Se non vuoi che ti spacchi la faccia... taci.
    Seh, vorrei proprio vederti a prenderti a pugni da sola.
    Fanculo.
    Ed era così alterata e ''scazzata'' al contempo che i pensieri l'erano sfuggiti sotto forma di parole. Non che con quel casino avesse importanza...
    O sì?

    Edited by = Midori.no.Neko = - 21/2/2014, 02:15
     
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    Per sopravvivere in un mondo così impervio ormai Hannibal stava vendendo il suo corpo e la sua forza nelle maniere più disparate, più sporche, perverse e disgustose... fare lo spazzino per le strade e svuotare i cassonetti della spazzatura per qualche spicciolo rientravano nella descrizione precedente se li si faceva per più di una settimana di seguito ma anche un tipo tosto come lui ad un certo punto arrivava a dire no a certe porcate, aveva una dignità, doveva puntare più in alto, posti di lavoro più remunerativi, doveva diventare ricco, avere tanti di quei misteriosi soldi che raramente vedeva e che per lui erano come una reliquia in una tomba azteca che una volta sollevata fa scattare la palla di roccia rotolante quindi gli servivano posti di lavoro più altolocati ma durante i suoi film non aveva di certo pensato di dover fare da cameriere ad una festa di bevi-champagne e mangia-caviale in maschera. Doveva essere lui quello ricco non doveva servire i ricchi, forse il fato aveva capito male i suoi pensieri o forse stava ascoltando la musica con... come si chiamavano? cellulari, o una roba simile. Eppure nel presentargli quel lavoro erano stati molto altisonanti come se dalla buona riuscita di ciò ne fosse derivata la salvezza dell'universo, purtroppo non sapeva che a parlare era il papà della festeggiata, un tipo diciamo un po'... di parte. Era ovvio che avesse ingigantito la questione ed era altrettanto ovvio che lui per l'ennesima volta era cascato in un lavoro noioso e che poi non gli avrebbe fatto guadagnare chissà che. Girava tra la folla in maschera, vestito di tutto punto da vero cameriere/maggiordomo con completo nero, giacca bianca e cravatta nera. I capelli gli erano stati legati in una coda dietro la testa che non li faceva cadere davanti al suo volto tranne per qualche sporadico ciuffo qui e lì. Sembrava un damerino ma effettivamente era la prima volta che non portava dei vestiti mezzi strappati o vecchiotti e rovinati e quel completo gli dava una vera aria nobile tanto che se si fosse mischiato alla folle probabilmente lo avrebbero scambiato per un ospite e non un cameriere. Non l'avesse mai pensato, detto fatto, gli bastò arraffare la maschera di qualcuno che in quell'istante aveva avuto la brutta idea di lasciarla poggiata da qualche parte, una maschera molto strana, completamente bianca, fatta eccezione per qualche decorazione argentata munita di un prolungamento simile ad un becco. La indossò velocemente per poi abbandonare il suo vassoio e mischiarsi nella folla. Maschere, maschere dappertutto, e nessuno sembrava intenzionato a dargli attenzioni, gente che ballava, gente che chiacchierava, tutti erano impegnati in qualcosa che gli impediva di inserirsi. Sembravano gelosi dei loro discorsi o balli. Fu in quel momento, all'apice dello stress, che la vide. Una ragazza in kimono isolata dal resto della festa che sembrava parlare da sola. Mosse qualche passo verso di lei ma una volta in procinto di avvicinarsi una violenta imprecazione lo investì. Rimase un po' stupito per poi sollevare le braccia vicino al volto in segno di resa.
    Ma io in realtà non avrei fatto ancora nulla.
    Sicuro fosse indirizzato a lui quel "fanculo" Hannibal prese seriamente in considerazione l'idea di lasciar perdere, forse era nervosa, forse non le andava che qualcuno la infastidisse e tanto meno a lui andava di mettersi a litigare col rischio che qualcuno lo scoprisse e lo licenziasse.
    Devo andarmene?
    Chiese, guardandola ma indicando dietro di lui.
     
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    Si era appena voltata quando una voce alle sue spalle la bloccò sul posto. Ce l'aveva con lei? E il suo proprietario doveva proprio arrivare mentre le sfuggiva dalle labbra quell'insulto ben poco femminile riservato a Tyrann che - agli occhi altrui - non era altro se non una presenza invisibile? Un dannatissimo amico immaginario che l'avrebbe fatta passare per pazza?
    Kainé arrossì, abbassandosi subito la maschera sul viso per evitare che l'uomo potesse accorgersene. Solo allora si voltò verso di lui, sperando vivamente che non si trattasse di un invitato importante, o ancora dello sconosciuto stesso che aveva organizzato quella festa invitando per qualche arcano motivo anche lei.
    No, mi scusi, non ce l'avevo con... E a quel punto le parole le morirono in gola.
    Per un attimo quei capelli bianchi le fecero pensare potesse trattarsi di lui... e a pensarci non aveva alcun senso perché era passato talmente tanto tempo da quel loro incontro che le seccava un sacco ammettere con se stessa di pensarci ancora. E tanto. Troppo.
    Il fisico dell'uomo davanti a lei era imponente almeno quanto il suo, se non di più. L'altezza la sovrastava costringendola ad alzare il viso per guardarlo in faccia... che ovviamente era coperta da una maschera. Solo la lunghezza dei capelli era troppa rispetto a quella che ricordava, e se solo fosse riuscita a pensare si sarebbe di certo accorta che anche la voce non era quella che ricordava - sebbene in modo tanto vago.
    E' proprio vero che la prima volta non si dimentica mai. Ci pensi ancora? Pff...
    Non gli rispose. Si ricordò in quello stesso momento di aver interrotto la propria frase a metà, sia grazie a quella voce irritante dentro la sua testa, sia grazie alla voce profonda che apparteneva a quello - ora poteva dirlo - sconosciuto.
    ... con lei.
    Era passato troppo tempo tra l'inizio della frase e la sua conclusione? Non sapeva dirlo, ma ad ogni modo cercò di riprendersi prontamente, aiutata anche (e soprattutto) dal fatto che avesse rimesso la maschera in viso.
    Posso fare qualcosa per lei?
    Chiese, sentendosi incredibilmente stupida per il proprio comportamento.
    Fai almeno che non sia un tipo importante...
    Kfufufufu. Rasserenati, anche se lo fosse, nessuno potrebbe prendersela con una bellezza come te.
    Passiamo ai complimenti, adesso? Cos'è, ti sei stancato di sfottere?
    No, ma sai... pensavo che ricordarti a chi hai pensato poco fa fosse troppo crudele... Lui e le sue copie devono averti fottuta proprio bene per restarti in testa così. E com'è che lo definivi all'inizio? Uno stupro di gruppo? Ahahah!
    Avrebbe preferito essersene andata prima... decisamente, avrebbe preferito essersene andata prima.
     
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    Si trattenne dal ridere nel vederla girarsi in quel modo, molto preoccupata tanto da abbassarsi la maschera sul volto probabilmente per nascondere la vergogna o il rossore cercando di fargli capire come quell'insulto non fosse indirizzato a lui. E per chi era? Da quando si trovava nel mondo umano aveva notato come la maggior parte delle persone non fosse proprio normale e gli era oscura la motivazione dietro ciò quindi non mostrò eccessivo stupore nel constatare che probabilmente quella ragazza stava parlando con qualcuno che non poteva vedere o qualcuno nella sua testa (che comunque non poteva vedere). Ciò che lo stupì fu l'improvvisa interruzione della sua frase seguita dagli occhi di quella ragazza che lo squadrarono da capo a piedi come se fosse rimasta estasiata dalla sua bellezza o Hannibal le ricordasse qualcuno di particolare. C'era davvero qualcuno bello come lui su quel pianeta? Avrebbe proprio voluto conoscerlo. Passò qualche secondo di silenzio in cui il ragazzo inclinò leggermente il busto in avanti, sollevando di poco il braccio sinistro eseguendo un gesto con la mano come a volerla invitare a continuare la frase. Non dovette attendere molto per le ultime due parole che conclusero ciò che già lui aveva capito. Quindi quel fanculo non era rivolto a lui, molto bene, non doveva temere nulla allora o comunque avrebbe dovuto evitare di darle un motivo per dedicare un'imprecazione anche a lui. Quella piccola pausa gli diede la possibilità di osservarla meglio ma siccome aveva nuovamente abbassato la maschera non poteva dire se fosse veramente una bellezza, anche se la parte del volto visibile glielo suggeriva. Il suo corpo era decisamente attraente, molto più della media delle invitate in quel posto dato che una loro coscia era larga quanto un seno di quella tipa ma ciò che lo incuriosì più di tutti fu l'odore che emanava, molto femminile ma con una piccola imperfezione. Aveva sentito raramente quell'odore provenire da una donna e non aveva mai avuto la possibilità di controllare quale fosse il motivo.
    Quando mi hanno detto che i ricconi erano delle persone proprio strane non immaginavo fino al punto di lasciare una ragazza come te tutta sola. Posso approfittarne io o vuoi rimanere sola?
    Le porse una mano come aveva visto fare a qualcuno durante il tragitto cercando di risultare il più galante possibile. Non era nel suo stile ma tanto aveva una maschera addosso, poteva essere chi voleva senza doversi preoccupare delle conseguenze.
    Io non so ballare per niente ma vedo che oscillano e basta quindi non deve essere poi così difficile, mi fai compagnia?
    Non era un esperto del ballo e meno che mai potè rendersi conto che tutte quelle persone stavano "oscillando" e basta perchè era un lento e i lenti prevedevano che i due partner stessero molto molto molto vicini tra di loro, quasi attaccati. Ma in fondo non poteva saperlo e non si sarebbe di certo imbarazzato per una cosa simile, non era per niente il tipo.
     
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    Kainé sospirò mentalmente di sollievo nel sentire l'uomo parlare così. Definire ''ricconi'' gli altri invitati, proprio come del resto avrebbe fatto lei, significava che certo non era uno di loro... non uno di quelli importanti, quindi l'era andata bene almeno su quello. Altrettanto non si poteva dire del resto... perché quello sconosciuto che le aveva ricordato Apollion in un primo momento, facendo sì che ovviamente si sentisse alquanto nervosa, adesso la stava invitando a ballare. E da quando lei sapeva ballare? Ma da mai ovviamente. Inoltre aveva solo voglia di sgattaiolare via senza farsi notare... non certo di finire avvinghiata e fin troppo vicina a un tipo così attraente. Non aveva proprio bisogno di ricordarsi di essere non più in astinenza da una vita ma certo in astinenza da mesi, che era anche peggio.
    Era più forte di lei pensare che, se fosse stata una ragazza comune, accettare di strusciarsi sopra uno sconosciuto l'avrebbe certo portata ad avvinghiarsi con esso in men altro ambito, poco dopo. Ma lei non era una ragazza normale, e per questo - invece - avrebbe finito probabilmente col fare una figuraccia bella e buona nel pestargli i piedi più volte, come minimo.
    Oh, andiamo... datti una possibilità. Sei sempre così rigida!
    Ma poteva limitarsi al consiglio? Ovviamente no. Quel bastardo le fece fare un passo alzando la gamba sinistra, che non essendo seguito in alcun modo dalla destra le fece perdere in men che non si dica l'equilibrio, facendola ''inciampare'', e finire per istinto con l'afferrare la mano che l'era appena stata offerta. Ovviamente si riprese subito poiché Tyrann smise di intralciarla, ma nel rialzarsi si accorse di avere ancora la mano del suo interlocutore sotto la sua... e a quel punto semplicemente le sarebbe sembrato troppo imbarazzante cercare (e trovare) una scusa per rifiutare.
    Arrossì, benché lui non potesse vederlo, raddrizzandosi subito cercando di apparire quanto più possibile fredda e distaccata.
    Va bene... ma temo di fargli compagnia anche nell'inettitudine in fatto di danze, dunque andiamoci piano.
    E poi venne la parte più difficile: la posizione. Dovette osservare gli altri per capire cosa dovesse fare, e una volta compreso si pentì immediatamente d'aver accettato quel ballo. Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro, però.
    Seguì l'esempio degli invitati intorno a lei, imitando la posizione presa dalle donne, quindi portò le mani intorno alla nuca di quello sconosciuto e fece il possibile per evitare che i suoi seni gli si schiacciassero contro... non riuscendoci troppo.
    Avrebbe atteso che lui gli mettesse le mani in fondo alla schiena (sperando che none esagerasse con il ''in fondo'') per poi seguirlo nell'oscillare, premurandosi quasi subito di distogliere lo sguardo e cercare di non pensare a quella situazione assurda.
     
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    Si guardò intorno un paio di volte mentre attendeva, con il braccio teso la risposta della ragazza. Certo che se la stava prendendo comoda a pensare, chissà cosa le stava frullando in quel cervellino in seguito alla sua richiesta. Magari già lo riteneva una specie di maniaco sessuale, in fondo era difficile non pensare male di qualcuno in maschera ad una festa a cui non era stato invitato che subito tenta di abbordare una ragazza sola o forse quelli erano solo suoi pensieri catastrofici, anche troppo. Insomma, in realtà non aveva motivo di rifiutare no? Aveva avuto la possibilità di rendersi conto che l'aspetto umano che possedeva, in quel mondo, riscuoteva un certo successo con le donne e per quanto lo imbarazzasse fare il galante in quel modo con una maschera addosso era tutto più facile. Un tipo bello e galante, le possibilità che potesse rifiutare scendevano quasi a zero. Nei successivi secondi di silenzio ci mise poco a dubitare di ciò che aveva pensato poco prima e al suo movimento nervoso con gli occhi si aggiunse anche un ritmico battito col piede sinistro, appena percettibile ma facilmente visibile se si abbassava lo sguardo. Non era nervoso o infastidito, semplicemente era così curioso della risposta che quel silenzio lo stava stressando. La sua attenzione tornò tutta su di lei quando parve quasi cadergli addosso, con l'unico risultato che le loro mani entrarono a contatto, un gesto che doveva sicuramente indicare una risposta positiva ma che agli occhi di Hannibal parve sospetta. Non potè ignorare il fatto che la ragazza aveva reagito al movimento quasi con stupore, come se non fosse stata lei ad ordinarlo e soprattutto, durante il gesto, il suo odore era cambiato diventando un pizzico più sgradevole tornando poi alla normalità subito dopo. Come poteva spiegare una cosa simile? Non ebbe il tempo di farlo dato che la ragazza cercò subito di rompere il silenzio accettando la sua proposta, facendogli poi notare che sarebbero stati in due a non saper ballare. Rise, inclinando la testa come a voler dire "cominciamo bene allora" per poi afferrare la sua mano in modo leggermente più saldo, accompagnandola tra gli altri invitati, insinuandosi tra di essi prima di prendere la posizione. Non era poi così difficile, bastava cingerle la vita senza scendere troppo in basso e lei avrebbe dovuto abbracciarlo all'altezza del collo e fu in quel momento che sentì il suo autocontrollo vacillare. Era impossibile non notare i seni della ragazza premuti sul suo petto ed era impossibile non ritenere quella sensazione più che gradevole. Dovette perdersi nel suo sguardo e abbassare leggermente il volto per riprendere la concentrazione. Aveva le iridi dorate, un colore di certo non comune tra gli esseri umani, sempre che lei lo fosse stata, se ne sarebbe ricordato di certo. Come era possibile dimenticare degli occhi simili?
    Volpe, ce l'ha un nome per caso?
    Spezzò il ghiaccio nel mezzo di quel lento danzare parlandole con un tono di voce tale da essere sicuro di essere sentito solo da lei e sicuramente Kainè sarebbe stata molto stupita dal fatto che Hannibal non stava assolutamente allungando le mani da nessuna parte, anzi, la presa sui fianchi si sarebbe fatta via via più salda, possessiva e virile come se, involontariamente o forse no, l'avesse ritenuta già sua.
     
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    Era davvero una sensazione strana ritrovarsi così vicina a un uomo appena incontrato. Il suo viso era così rosso mentre oscillavano che Kainé ringraziò mentalmente il fato per aver fatto sì, perlomeno, che quella fosse una festa in maschera e che per questo in quel momento lui non potesse guardarle il viso. Sembrava fissare i suoi occhi, però, tanto che più di una volta aveva dovuto distogliere lo sguardo da lui per puntarlo altrove, vergognandosene immensamente.
    Cosa cavolo ci faceva lì continuava a chiederselo con sempre più cadenza a ogni minuto che passava, eppure il contatto con quello sconosciuto riusciva a distoglierla fin troppo dall'idea di scusarsi e - semplicemente - andarsene come invece avrebbe dovuto fare da tempo.
    Aveva un buon odore, il suo torace le premeva contro i seni senza che potesse impedirlo, e in più la presa sui suoi fianchi - inizialmente incredibilmente leggera - quasi come se potesse leggere i suoi pensieri si era fatta più stretta man mano che il tempo passava, tanto da spaventarla ma - al contempo - procurarle una strana sensazione di piacere che l'aveva attraversata in toto.
    Era così distratta da quella strana sensazione, che sussultò al suono della sua voce, quasi fosse stata colta in fallo in chissà quale imbarazzante performance mentre invece era ovvio che lui non potesse neppure immaginare ciò a cui lei stava pensando.
    La verità è che probabilmente si stava tramutando in un'idiota patentata, ecco tutto, e la prima azione da idiota che aveva fatto quel giorno era stata di certo recarsi a quella festa, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
    Sono Kainé... disse, la voce leggermente distorta dalla sorpresa iniziale. E tu, invece, uomo mascherato?
     
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    Ora sorgeva un enorme problema, qualcosa a cui non aveva pensato fino a quel momento. Si era elegante, era figo, aveva la maschera e i capelli lunghi e argentati ma fino a quel momento si era solo divertito ad improvvisare. Non era nella sua natura comportarsi in quel modo ma chiunque poteva farlo se il suo volto non veniva scoperto, se la sua identità rimaneva nell'ombra, insomma anche quello contribuiva ad accentuare il fascino della persona ma quanto poteva campare ancora con quella speranza? Sicuramente Kainè si sarebbe stufata prima o poi di intrattenersi con qualcuno che non le diceva ne il suo nome ne le mostrava il suo volto ma se l'avesse accontentata con entrambe le cose si sarebbe giocato tutto quell'alone di mistero. In fondo lei non lo conosceva, non sapeva nemmeno quale fosse il suo vero nome quindi perchè non bluffare? Purtroppo quel pensiero nacque troppo lentamente e le parole presero a fluire prima che potesse concluderlo.
    Il mio nome è Han...s.
    Riuscì a salvarsi in calcio d'angolo senza nemmeno storpiare troppo il tono. Anche se fosse stato, molto probabilmente l'atmosfera, la musica di sottofondo e il chiacchiericcio avrebbero nascosto quel piccolo sfarfallio nella voce che in condizioni normali l'avrebbe potuto facilmente tradire. Quindi era Hans, certo, non poteva inventarsi niente di meglio, non sapeva nemmeno se quello era un nome vero, non aveva una grande cultura di nomi terrestri e ciò non giocava a suo favore. Kainè ci sarebbe cascata? Fece schizzare lo sguardo dietro di lei, osservando altre coppie ballare, notandone una in cui l'uomo sollevò il braccio della sua partner, facendole fare una lenta e sensuale piroetta. Quale modo migliore per impedire alla ragazza di pensare troppo al suo tentennamento? Lo fece in modo estremamente naturale, interrompendo quel lento ondeggiare per permettere a Kainè, una volta liberato il collo e sollevatole il braccio, di poter girare su se stessa, lentamente per poi tornare tra le braccia dell'uomo che le cinse la vita con uno, tenendole la mano al lato opposto. Quello era un gesto figo, non c'erano dubbi, insomma, nella coppia che aveva spiato poco prima la ragazza pareva aver gradito molto quella movenza. Non stava andando poi così male nella parte del tizio elegante e senza volto. Incrociò lo sguardo con quello di Kainè, ancora una volta.
    Non distorglielo ti prego, hai degli occhi belliss...
    Hei! Ma quella maschera è la mia!
    Una voce risuonò acuta e fastidiosa. La voce di un ragazzotto secco e dai capelli unti, il classico figlio di papà che non è capace di farsi i fatti suoi soprattutto quando vengono toccate le sue cose. Hannibal in un primo istante tentò quasi di non farci troppo caso nonostante avesse interrotto bruscamente la frase e il suo sguardo si spostasse da uno all'altro degli invitati sperando, invano, di non essere stato lui il bersaglio di quell'accusa. Purtroppo dovette ricredersi, insomma, quanti lì erano così pezzenti da dover rubare una maschera?
    Sicurezza! SICUREZZA! Al ladro!
    Un brivido lo percorse.
    Oh merda. Via!
    Non seppe perchè lo fece, forse fu un gesto incondizionato o dettato dal suo profondo istinto animale. Prese Kainè in braccio in modo alquanto brusco per poi correre via a gambe levate. Corse e corse mentre le voci delle guardie alle sue spalle lo intimavano di fermarsi. Corse fino a raggiungere una piccola macchia di alberi e approfittando della tarda ora, prendendo un forte slancio, spiccò un salto sul primo albero che gli si parò davanti, poggiando il piede sul tronco per poi darsi una nuova spinta, atterrando tra gli alberi e sedendosi su di essi con ancora Kainè addosso. Respirò profondamente, passandosi anche la mano sulla fronte tirando un sospiro di sollievo e solo in quel momento si rese conto dell'imprevedibile compagnia.
    Perchè mi hai seguito?
    Fu la sua unica, e alquanto stupida, domanda.
     
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    Hans... un bel nome, anche se nel sentirlo aveva avuto la strana sensazione che fosse stato pronunciato con una punta di incertezza, quasi la risposta non fosse venuta spontanea a quel misterioso uomo mascherato. Certo, con quella musica e il vociferare che li circondava non poteva esserne certa, dunque i pensieri si soffermarono per poco su quell'argomento, presto sostituiti dall'inizio di una frase che le fece sgranare gli occhi e - successivamente - arrossire da capo a piedi, tanto che persino l'ampia scollatura del suo kimono, mostrò il rossore di collo e seni. Rossore che, per fortuna, Hans non dovette aver modo di notare, poiché subito la sua attenzione venne catturata da altro. Per la precisione, da un tizio che sbraitava indicandolo e gridando al ladro.
    Kainé subito guardò prima l'uomo e poi Hans, perplessa, giusto in tempo per vedere la sua espressione passare da ''noncurante'' a ''oh merda''... imprecazione che nemmeno a farlo apposta gli fuoriuscì dalle labbra poco dopo. A quel punto la ragazza non poteva fare molto, le venne naturale far per staccarsi prevedendo che il misterioso sconosciuto avrebbe iniziato una fuga in cui decisamente non voleva venir trascinata... ma non fece in tempo a muovere un passo che con un gridolino di sorpresa si ritrovò tra le sue braccia, costretta a stringersi forte a quelle spalle allenate per evitare di cadere, vista l'enorme velocità con cui l'uomo si muoveva.
    E tra le sue braccia, come le succedeva sempre quando si sentiva minacciata, la freddezza l'abbandonò sostituita da volgarità che esplose tutta in una volta.
    Si può sapere che cazzo stai facendo?! Mettici subito giù, dannato troglodita!
    Ma le sue parole si infransero al vento, totalmente ignorate, e così Kainé si ritrovò nella spiacevole situazione di ripetere lo stesso pensiero più volte in una sera... Perché diavolo non se n'era rimasta a casa? Seguito da ben altre domande: che diavolo voleva Hans? Ammesso che poi si chiamasse Hans. E perché cavolo l'aveva portata con sé?! Era forse un rapimento? A che pro?
    Domande lecite che nel momento in cui si fermarono stava già per riversare (in modo ben meno lecito) sull'uomo, prima che le parole le morissero in gola.
    L'espressione si fece perplessa, gli occhioni dorati lo fissarono basiti...
    Sei pazzo o cosa? Ma non ce la faceva a contenersi, proprio no. Sei stato tu a trascinarmi con te, dannato idiota che non sei altro! E...
    Ed erano sopra un dannatissimo albero, la maschera l'era appena caduta poiché il filo doveva essersi dannaggiato, lei si stava agitando e aveva staccato le mani da lui prendendo a gesticolare, aveva guardato la maschera mentre cadeva e... si era ricordata di soffrire di dannate vertigini.
    Inutile dire che con un grido tornò a stringersi a lui benché non ne avesse intenzione, chiudendo gli occhi totalmente dimentica dell'aria da dura che si presumeva dovesse mantenere.
    P-perché diavolo siamo su un dannato albero, si può sapere? aveva domandato infine, con un filo di voce.
     
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    Dovette fare appello a tutto il suo equilibrio per evitare che la sfuriata di Kainè li facesse cadere entrambi e nonostante un leggero tremolìo e una breve sensazione di caduta da parte del ragazzo, Hannibal riuscì ugualmente ad aggrapparsi ai rami più vicini evitando di finire di sotto. Solo quando la situazione fu sotto controllo Hannibal si concesse un paio di secondi per pensare al fatto che effettivamente non era possibile che lei lo avesse seguito ma non si ricordava nemmeno di come fosse arrivato su quell'albero. Era difficile da dire ma probabilmente il suo istinto animale lo aveva sovrastato così tanto da farlo agire in modo quasi incondizionato permettendo alla ragione di tornare solo in quel preciso istante. Fu per quel motivo che il ragazzo fissò incredulo Kainè, guardandosi intorno perplesso come se lei le avesse detto chissà quale verità universale. Hannibal l'aveva davvero presa al volo in braccio, aveva schizzato una corsa a perdifiato, aveva raggiunto un albero e ci era saltato sopra con un'agilità fuori dal comune ma essendo un soggetto molto animalesco il tutto poteva essere giustificato dal semplice e puro istinto. L'istinto di proteggere una femmina, l'istinto di salvarsi la pelle e di rifugiarsi in un luogo rialzato.
    Provò a parlare, a rispondere qualcosa ma una serie di eventi lo costrinsero a prolungare il suo silenzio, primo tra tutti la maschera mancante di Kainè e quindi il suo volto libero di mostrarsi agli occhi di Hannibal. Si stupì di quanto fosse bella ma il suo intuito lo aveva supposto già quando i loro occhi si erano incontrati, solo una creatura bellissima poteva possedere degli occhi altrettanto belli eppure era capace di comportarsi in modo tanto volgare e fastidioso, erano davvero strani gli umani. Il secondo motivo del suo silenzio fu che nell'istante in cui Kainè si rese conto di dove effettivamente si trovassero si strinse nuovamente addosso a lui, cercando una sorta di riparo, gridando fin troppo forte rischiando quasi di farli scoprire. Hannibal le diede il tempo di completare la sua domanda ma non le offrì la cortesia di una risposta, portandole una mano alla bocca e una sulla nuca, allontanando il volto di lei dal suo in modo tale che i loro occhi potessero incontrarsi di nuovo e fu in quel momento che il ragazzo le intimò di fare silenzio, emettendo un leggero fischio, gesto classico della loro razza. Passò qualche secondo prima che un piccolo gruppo di agenti della sicurezza, inviati molto probabilmente da colui che aveva subito il furto, transitò sotto l'albero, molto probabilmente alla ricerca del ladro, cioè lui. Non notarono le due figure tra i rami proseguendo la loro strada per poi sparire tra la boscaglia, cosa non si faceva per una lauta ricompensa. Hannibal avrebbe allontanato qualche minuto dopo la mano dalla bocca di Kainè, parlando a bassa voce.
    Siamo su un albero perchè è il miglior modo per fuggire da un predatore, salire su un punto rialzato o almeno così... ehm... fanno gli animali. L'ho visto su un documentario... si, un documentario sugli animali.
    Ottima mossa Hannibal. Il miglior modo per non sembrare ancora più strano. Il ragazzo si rilassò, poggiando la schiena sul ramo alle sue spalle, sbuffando senza però levarsi la maschera.
    Certo che per cercarla con tanto fervore questa maschera deve valere un bel po' di soldi. Magari potrei venderla a qualcuno. Non è che tu la vuoi? Te la vendo a buon prezzo.
    Il suo tono era diventato improvvisamente amichevole e nel farle quella proposta si era addirittura messo a sorridere, sollevando di poco il busto indicando con la maschera con entrambe le mani.
     
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    Si ritrovò con le sue enormi mani intorno al viso e la cosa non le piacque per nulla, tanto che cominciò a chiedersi se non fosse incappata in un malintenzionato camuffato da belloccio che aveva voluto rapirla per fare chissà cosa con lei... Questo almeno finché la vista non le ricordò che, anche se fosse stato un malintenzionato, di certo il suo aspetto non era un camuffamento dal momento che lei stessa era testimone di quanto quei muscoli guizzanti sotto il suo completo sembrassero del tutto veri anche al tatto. Un pensiero che di certo non bastava a rincuorarla e che si sentì piuttosto stupida a fare...
    Cosa diavolo poteva volere quel tipo da lei? Senza contare che balzare su un albero in quel modo risultava decisamente strano per qualsiasi umano comune, e che nell'intimarle di fare silenzio un sibilo decisamente inusuale gli sfuggì dalle labbra facendole sgranare gli occhi. Non sembrava affatto umano, era più qualcosa di... bestiale?
    Nella testa di Kainé le domande si sprecavano e secondo dopo secondo che passava la situazione non faceva che peggiorare. Eppure, nonostante questo e il naturale timore verso quell'individuo tanto strano, il suo istinto e la paura le fecero continuare a tenere le mani ben vicine al suo corpo, sebbene l'imbarazzo l'avesse portata -dopo il primo momento di panico- a levare le braccia dal suo collo per limitarsi a stringergli giacca e camicia all'altezza dei pettorali. Così sembrava meno imbarazzante... tecnicamente non stava nemmeno toccando lui ma il suo vestito, quindi quel gesto non poteva neppure sembrare sospetto o colmo di secondi fini. E tutto ciò lei continuò a ripeterselo per evitare di mollare immediatamente la presa su di lui rischiando di cadere rovinosamente al suolo.
    Sentì le voci dei "loro" inseguitori ai suoi piedi, poi i loro passi concitati che superavano l'albero sopra al quale si trovavano e via via si allontanavano. A quel punto non seppe se tirare un sospiro di sollievo o rammaricarsi per aver perso gli unici possibili aiuti qualora la situazione si fosse messa davvero male, e lei avesse sentito il bisogno di gridare per cercare aiuto...
    Poi si ricordò di non avere più la maschera addosso, e quando finalmente le mani dell'uomo si tolsero dal suo viso, il suo rossore fu tale da spingerla a desiderare che vi tornassero, così da nasconderla almeno un po'. Ebbe la stranissima sensazione di sentirsi improvvisamente vulnerabile, quasi fosse stata appena denudata o spogliata di una protezione, così si costrinse a concentrarsi sulla sua rabbia per evitare di fare la figura della stupida (più di quanto non stesse facendo già).
    La sua spiegazione sull'accaduto le sembrò decisamente assurda, e ricordandosi dei pensieri che lei stessa aveva fatto su quell'uomo si chiese se magari non appartenesse a qualcuna delle mostruose razze che popolavano Roma come il resto del mondo... Se così fosse stato probabilmente sarebbe finita nella pancia di un mostro orribile entro la fine della giornata, e quel pensiero non aiutò certamente a tranquillizzarla, facendola anzi rabbrividire, e spingendola a staccare le mani da lui per tentare invano di tenersi in equilibrio da sola. Era una cosa incredibilmente difficile.
    Stava per l'appunto iniziando a dire qualche frase minacciosa e rabbiosa che potesse farlo desistere dai suoi probabili loschi intenti, quando il ragazzo parlò di nuovo rendendo la sua espressione piuttosto sorpresa, poi subito perplessa. Che razza di problema aveva? Ora cominciava a credere che più che una bestia che l'avrebbe divorata, quello fosse solo e semplicemente un idiota. Un idiota decisamente attraente... ma doveva piantarla di pensarci.
    Cosa vuoi che me ne faccia di una cosa del genere? La mia esperienza in fatto di feste in maschera è iniziata e si è conclusa oggi stesso, perché certo non mi è piaciuta. Non ho bisogno di quella stupida cosa di cartapesta e anzi, ti consiglierei visto che la stanno cercando con tanto ardore di gettarla sotto l'albero così possiamo scendere da qui. Non mi sento decisamente a mio agio in altezze del genere...
    E infatti nel parlare gesticolando lievemente il ramo tremolò abbastanza da spingerla ad afferrare nuovamente i vestiti dell'uomo, arrossendo di nuovo decisa tuttavia a mantenere la presa finché si fosse trovata tra quelle dannatissime fronde. Infine la raggiunse il pensiero che se davvero fosse stato un malintenzionato, un dannato ramo non sarebbe stato il posto più comodo per consumare un delitto... così si rilassò un minimo. Alla fine dei conti la supposizione del semplice idiota era la più probabile.
    Hai... Hai intenzione di farmi scendere?
    E non aveva detto "io ho intenzione di scendere", perché più abbassava lo sguardo per guardare ai loro piedi, più si rendeva conto di quanto dannatamente alto fosse quell'albero e di quanto non avesse la minima idea di come fare per toccare nuovamente terra senza fratturarsi qualcosa. Sul serio, quel tipo non poteva essere umano per aver fatto un balzo del genere... ed ecco le supposizioni sul mostro mutante riaffiorare.
    Dannata giornata, dannatissima giornata.
    Se può tranquillizzarti un minimo, per me l'unica mira di questo ragazzone nei tuoi confronti è quella di finire a rotolarsi con te. Non che lo dia a vedere, certo, ma a meno che non appartenga all'altra sponda, se già non ha notato che ti si è leggermente aperto il kimono sul davanti, allora di certo lo farà a breve e a quel punto non credo che...
    Ed è inutile dire che, prima ancora che quel dannato potesse finire il proprio commento, Kainé era arrossita del tutto sgranando gli occhioni dorati e abbassando immediatamente lo sguardo per accertarsi che dicesse il vero, cercando prontamente di riunire i due lembi di stoffa nell'accorgersi che decisamente non mentiva. La scollatura già ampia del kimono si era infatti effettivamente fatta ancora più profonda, e stava anzi per aprirsi del tutto, colpa dell'obi che con tutti quei movimenti bruschi si era allentato. Per stringerlo nuovamente avrebbe dovuto slacciarlo e riallacciarlo come poteva... ma non c'era modo che potesse farlo in quella situazione e così si ritrovò costretta a doverlo tener chiuso manualmente, senza potersi al contempo tenere salda all'uomo... e all'albero. Decisamente una situazione "scomoda", in tutti i sensi.
     
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