Posts written by Rawcat

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    Dopo la vicenda di Mara e Maria la mia vita è trascorsa per un anno nella normalità per l'esistenza che conducevo e per l'epoca che vivevo, passai alle superiori e mi feci il secondo anno. Le mie scappatelle con Matteo frenarono bruscamente perché mi trasferii di casa, lo incontravo solo quando andavo dai nonni o in treno la mattina per andare a scuola se lui stava dal padre, beh non era il caso di dare sfogo alle nostre pulsioni lì, anche se ogni tanto i bagni dei convogli avrebbero potuto raccontarne delle belle...

    Quel periodo però i miei si riavvicinarono a parenti con cui avevano discusso in passato e un cugino di mia madre iniziò a frequentare la nostra vita. Questi aveva quattro figli di cui un ragazzino molto più piccolo di me, Alessia mia coetanea, sua sorella Elisa più grande di tre anni e davvero figa e un fratello troppo più vecchio perché io me lo ricordi come un amico.
    Alessia invece era una scappata di casa. Letteralmente visto che una decina di volte dovettero andarla a recuperare qui e li.
    Mia madre non poteva vederla e la copriva di merda quando ne parlava: è maschiaccio, è maliziosa, fuma, beve col padre, è sboccata... Come se a me interessasse qualcosa...

    Non ci frequentavamo, ci vedevamo solo con i genitori rispettivi e per quanto fosse una "selvaggia" non avevamo mai approfondito la nostra conoscenza. Di Alessia ricordo gli sguardi penetranti e fissi e le mutandine che non si vergognava a mostrare sotto la gonna che per mia madre era sempre troppo troppo corta.
    L'estate però era alle porte e si annusava nell'aria che saremmo stati con loro al mare e in montagna e questo cambiava molto le carte in tavola. A luglio quindi andammo in montagna da loro e io fui relegato al letto a castello in camera sua, lei avrebbe dormito sotto e io sopra. Suo padre scherzoso e malizioso come sempre mi rassicurò che Alessia non mi avrebbe molestato mentre dormivo e che però potevo guardarla nuda. Mio padre rise, mia madre no. Poco importa perché i primi giorni furono scanzonati, bicicletta, sala giochi, pranzi e cene.
    Poi un giorno eravamo in bicicletta lungo il fiume e ci fermammo per rimettere la catena alla sua. Me la ricordo in calzoncini e canotta, sedeva sui sassi dopo essersi tolta quelle scarpe con la suola di corda.
    -Dà- mi chiamò -Ma te c'hai la ragazza?-
    Io la guardai. Ricordo bene quell'evento perché mi diedi una sgrugnata alle dita con la corona del cambio.
    -No- gli risposi -Sono stato con una ma ci siamo lasciati prima dell'estate-
    -Strano- disse lei -Quindi devo farti proprio schifo-
    La guardai interrogativo.
    -Eh?-
    -Tutti i figli degli amici di Dario (il padre, si lo chiamava per nome) mi guardano, mi spiano, io ti sono entrata in camera solo con le mutande e tu nemmeno ti sei girato per vedere chi era- e sinceramente nemmeno me ne accorsi davvero.
    -Dormivo- dissi probabilmente la verità.
    -Dormivi- ripetè sollevando un sopraciglio
    -Eh-
    -Tu stai in camera da solo con una e dormi? Non sei minimamente curioso?-
    -Si beh, certo che lo sono-
    -Oppure sei gay-
    -No, non lo sono Ale-
    Lei sembrò pensierosa mentre infilavo la catena.
    -Che ci hai fatto con la ragazza?-
    -Eh?- chiesi temporeggiando. A ripensarci ora mi sento come Proietti quando aspetta le battute di Spartaco.
    -Cosa hai fatto con la ragazza ho detto-
    -Cose normali- risposi.
    -Ti ha fatto una sega?-
    -Eh?- chiesi col cuore in tumulto. Non mi ero mai approcciato a mie coetanee in tal senso e modo.
    -Sei diventato viola- disse lei serissima -Mi hai capita-
    -No, che vai pensando-
    -È tu l'hai tastata?- chiese curiosa.
    -Si certo- risposi io. Beh, ci lasciammo proprio per quello in effetti.
    -Bah, e lei non ha fatto nulla, che palle queste-
    Gli ridiedi la bicicletta e tornammo a casa. Cena e letto. Quella sera ero molto nervoso. Troppo.
    Andai a letto e lei mi seguì. La porta era socchiusa e nella stanza si stagliava la lama di luce del corridoio. Da fuori le voci dei miei e i suoi che ridevano e scherzavano. Il chiasso diventava sempre meno, poi il rumore delle porte e infine il buio.
    Il silenzio.
    -Dà- mi chiamò a bassa voce. -Dormi?-
    -Se ti ho risposto...-
    Ridacchiammo. Lei si alzò e a passetti socchiuse la porta tornando da me, si affacciò sul letto che occupavo.
    -Ma mentre sei stato qui, in questi giorni ti sei mai fatto una sega?- chiese.
    Mi divenne di marmo.
    Mi girai a pancia sotto fingendo di farlo per guardarla meglio.
    Ero a un palmo dal suo naso a patata, sentivo l'odore del suo caschetto biondo.
    -No- gli risposi-
    -Serio?-
    -Serio- risposi.
    -Senti, io mi tocco, mi viene troppo voglia se penso al film di prima.- vedemmo Conan il barbaro.
    Il mio cuore andava a mille.
    -Quindi se ti va puoi guardarmi o potremmo farlo insieme- mi propose.
    Risi, in parte incredulo.
    -Te ridi si- disse lei con uno sguardo di sufficienza e si sedette sul letto sfilandosi la canotta e i pantaloncini senza pensarci minimamente. Rimase nuda e poco dopo si girò verso di me. Era magrissima, veramente senza curve.
    Non scherzava affatto, mi aveva appena fatto esplodere il cuore, lo avevo in bocca.

    Era visibile illuminata dalla luce che entrava dalla finestra e i suoi occhi azzurri mi fissavano fermi.
    -Scendi?- chiese.
    Ed io... Scesi.
    Mi guardava mentre mi toglievo i pantaloni del pigiama e sorrise guardando il mio sesso eretto.
    Restammo uno davanti all'altra, era la prima ragazza mia coetanea con cui condividevo qualcosa di intimo.
    Avrei dato l'anima per farglielo mettere in bocca come faceva Matteo. Era così vicina che sarebbe stato un attimo.
    Invece si sdraiò e iniziò a menarsela a gne socchiuse. Era eccitante da morire guardarla mentre si mordeva il labbro inferiore. Mi appoggiai al suo letto e iniziai a segarmi anche io. Verso di lei.
    Mi guardava ansimante. La guardavo eccitato alla follia.
    Si girò verso di me con tutto il corpo.
    Era davanti a me, a gambe aperte mentre si masturbava con due dita infilate dentro.
    Era pazzesco, solo l'anno prima avevo fatto sesso con Maria ma Alessia... Alessia era lì e più vicina a me di quanto non fosse la mia "Maestra".
    -Lo vuoi appoggiare?- chiese lei a occhi strabuzzati.
    -Si- dissi e facendomi sopra di lei gli veci sentire la cappella sulla sua soffice, bollente e madida carne. Le si dipinse in faccia un grosso sorriso mentre muovevo il mio glande su di lei. Lo feci sgusciare dentro e la guardai fissa.
    Lei mi fissava tesissima.
    Lo spinsi ancora.
    Lei trattenne il fiato guardandosi.
    Ancora due millimetri. Lentissimo.
    Emise un flebile lamento e io...
    Lo cacciai fuori con uno scatto fulmineo mentre godevo mugugnando.
    Spruzzi di seme violentissimi le inondarono la pancia, il petto, il pube, restai in piedi con la fronte appoggiata al letto sopra di lei mentre colavo sul pavimento con il sesso pulsante come non mai.
    Ci fissammo a lungo
    Lei bestemmiò a bassa voce.
    Si toccò il seme e se lo portò al naso.
    Bestemmiò ancora.
    Se lo spalmò co una unica manata sul petto.
    Bestemmiò nuovamente.
    -Non hai schizzato anche dentro vero?- chiese. Ed io scossi la testa.
    Bestemmiò ancora mentre la guardavo. Aveva il sorriso stampato in faccia. Era fomentatissima.
    Non si pulì, ci mise sopra il pigiama, non dicemmo una parola ma ci infilammo a letto. Passarono due minuti e stavo per prendere sonno quando qualcuno si affacciò nella stanza.
    Nessuno si mosse.
    Non ho mai saputo chi fosse.

    Il giorno dopo trascorse normalmente, ma qualcosa si era sbloccato tra di noi, eravamo diventati grandi amici e ci divertimmo tutto il giorno nei prati e al fiume combattendo con spade improvvisate di legno.

    La sera tornammo a letto ma lei mi raggiunse molto dopo impegnata con uno dei nostri cugini al Nintendo in salotto.

    Mi svegliarono le sue mani. Da oltre la sponda del letto mi aveva tirato fuori l'uccello e intimandomi il silenzio mi segava rapida rapida. Non era per nulla piacevole, non era come Matteo, Matteo era un maestro. Alessia era imprecisa, rude, sbadata e quando venni fu quasi un sollievo. Era come se andasse di fretta. Sorrideva.
    Io ansimavo.
    -Tocca a te- mi disse. Il mio cuore esplose.
    Scesi dal letto dopo essermi pulito con dei fazzolettini che tenevo li e mi fece segno di raggiungerla sul suo. Si sfilò calzoncini e slip, allargò le gambe e io non usai certamente le mani.
    Affondai la faccia in lei.
    Non fu piacevole.
    Era come leccare e succhiare una saponetta. Amara, acida, dal forte odore di Marsiglia. In breve però me ne dimenticai perché lei era letteralmente impazzita. Soffocava i gemiti col cuscino e si agitava tutta. Quando venne si tirò dritta e mi baciò con grande violenza, tanto da scheggiarmi un incisivo.
    Di nuovo non dicemmo una parola e ci coricammo ma lei di tanto in tanto ridacchiava.
    Il giorno dopo restai da solo perché lei andò con gli altri zii e io con i miei da una zia del paese vicino. Ogni volta che ci ripensavo mi diventava di marmo, era assurdo, nessuno ci avrebbe mai creduto se lo avessi raccontato.
    La sera tornammo che lei era già a letto. Russava addirittura.
    Mi misi a letto sperando che mi svegliasse ma non fu così.
    Il giorno dopo ripartimmo come al solito, la mattina giocammo col Nintendo ma io non riuscivo a non fissarle il seno, il pube, iniziavo a desiderarla un po' troppo. Lo notò bene e ridacchiò quando ci incrociammo con lo sguardo.
    Il pomeriggio i miei e i suoi andarono al fiume a prendere il sole ma decisero di lasciarci in pace dato che giocavamo a Monopoli con la sorella più grande. Inutile dire che tipo sei secondi dopo che partirono Elisa si alzò.
    -Bon- disse -Io vado- fece alla sorella -facciamo come al solito- Alessia fece segno di ok e la guardò uscire. Poco dopo partì con il motorino e in me salì l'ansia.
    -Dove va- chiesi
    -Dal moroso- disse Alessia -Di solito vengono qui e vanno giù alla serra ma oggi starà da lui-
    Io tirai i dadi.
    -Ieri con Alfonso- nostro cugino -Abbiamo quasi scopato- mi disse mentre in me il respiro si strozzava -Ma è venuto subito- mi disse mettendosi una mano in tasca e mostrando un preservativo -Me ne sono fatta regalare uno- spiegò -Staremo insieme due mesi praticamente. Ti va?-

    Mi alzai e andando da lei iniziammo a pomiciare durissimo. Non ricordo in che modo ma ci ritrovammo nudi per terra, sul tappeto a masturbarci l'un l'altro. Non usammo il preservativo, venimmo in contemporanea poco prima di sentire il motorino di Elisa rientrare. Ci rivestimmo di tutta fretta e feci una pessima figura quando mentre svagavamo tantissimo davanti la TV Elisa mi mise in mano il preservativo che Alessia aveva dimenticato sul tavolo. Lo fece ridendo ma io lo feci in modo molto nervoso.
    La sera fuori a pizzerie con le famiglie.
    Ci coricammo ma non facemmo nulla.

    Dovetti aspettare parecchio prima di consumare seriamente. Due settimane di pomiciate selvagge, seghe e ditalini con Alessia. Mi diede anche un paio di baci sul glande ma no. Nulla più. Ebbe le sue cose quindi tutto divenne tabù e infine ci trovammo al mare dove iniziò a frequentare uno dello stabilimento dove stavamo, molto più grande di lei. Ci usciva tutte le sere e una sera la seguii anche, mosso da sincera gelosia e la guardai scopare sulle sdraio.
    Fu meccanico e freddo.
    Arrivarono li, si baciarono, lei si sdraiò, lui gli si fece sopra e bim bum bam fine.
    Mi segai guardandoli solo perché mi ero eccitato da morire. Si separarono abbracciandosi e fine. Me ne andai mogio in sala giochi. Cambiai 2000 lire e mi dedicai ad Altered Beast e sapete chi mi comparve alle spalle poco dopo?
    Elisa.
    Aveva un fisico più slanciato della sorella, più morbido e definito, i capelli castani mossi e gli occhi bruni. Il seno era alto, sostenuto, a punta, piacevole e credo intorno alla terza.
    -Doppio?- mi chiese
    Sorrisi e iniziammo.
    Finimmo il gioco esultando, ci abbracciammo galvanizzati. Passammo a Toki e non riuscendo più di tanto uscimmo.
    -Torniamo in pensione?- chiesi.
    -Si, facciamoci una passeggiata- mi disse andando verso il lungo mare. Camminavamo sul bagnasciuga parlando di videogiochi.
    Ad un certo punto lei si sedette in terra, sulla sabbia.
    Io le feci compagnia.
    -Dà, ma alla fine hai fatto con Alessia?- ridendo.
    -No- risposi.
    -Ci credo- mi disse -Ha iniziato a uscire con Alfonso, che stronza-
    -Ma no- gli dissi -Si vede che gli piace-
    Elisa rise.
    -No fidati, so solo soldi e poi si, sarà figo ma in due settimane gli ha regalato un orologio, il braccialetto, una cavigliera... Capito no?-

    Risi io scuotendo la testa e lei mi baciò. Era dolcissima, calda, passionale, ebbe un sussulto quando affondai la mani sul suo seno, mi riempiva la mano, mi accolse su di sé, tra le sue gambe, le scoprii il seno, le massaggiai il sesso da sopra gli slip di pizzo. Si muoveva ritmica gemendo mentre io mi lasciavo trasportare.
    -Lo facciamo?- chiesi.
    -Lo hai con te?- chiese
    Io annuii e lei lo fece a sua volta.
    Indossai il mio primo preservativo senza troppe difficoltà, il Control ovale con la carta bianca. Non ci spogliammo. Certo, lei fini di scoprirsi il seno restando a petto nudo e sfilandosi gli slip da sotto la minigonna di jeans ma io praticamente restai vestito calando solo i pantaloni.
    Mi feci sopra di lei e lei mi guidò con una mano.
    Aveva il seno venoso, duro, con capezzoli piccoli e scuri.
    Entrai in lei con una facilità disarmante e inizialmente non sentivo assolutamente nulla, era troppo eccitata, si lasciava trasportare gemendo, a lei stava piacendo, a me un po' meno.
    Continuavo a pensare ad Alessia.
    Credo che venne ad un certo punto perché si strinse a me gorgogliando e iniziò a stringersi, iniziando a fare sentire qualcosa anche a me.
    Rideva cristallina mentre le stringevo i glutei.
    -Madò che stallone- mi diceva ridendo. Ci credo... Ero già venuto un'oretta prima, ora stavo a cannone. Volevo godere pure io ma lei era così bagnata che pareva impossibile.
    Mi passò sopra rotolandoci, mi cavalcò mentre le strizzavo il seno e giocando con i capezzoli duri ed eretti.
    Venne di nuovo e mentre mi si faceva addosso stringendomi iniziai a sgroppare io trattenendola per i fianchi. Stavo per venire anche io...
    Urlacchiò quando venni e iniziammo a ridere.
    -Alessia si è persa tanta roba- mi sussurrò.

    Non ricordo cosa facemmo dopo ma pochi giorni dopo tornammo a casa.
    Ci credete che ho buttato la carta di quel preservativo pochi mesi fa? Lo avevo tenuto.
    Col nuovo anno scolastico, il terzo anno, sarei entrato in un giro molto torbido.
    E non vedo l'ora di raccontarvelo.
  2. .
    Maria è una storia che se fosse successa oggi avrebbe fatto scandalo, sarebbe finita su tutti i giornali, avrebbe riempito tg e giornalacci da parrucchiera perchè di ragazzini che finiscono con donne adulte la stampa ne è ghiotta.
    Insomma, Maria è la madre di una delle mie amiche estive, quando andavo in montagna dai nonni andavo spesso a casa sua per stare con la figlia Mara, eravamo molto legati e a me Mara piaceva molto essendo per altro un clone maschiaccio della madre. Perché mi piaceva? Faceva il maschio, non gli interessava se con la canotta si vedeva una tetta o se dai calzoncini facevano capolino gli slip, era una selvaggia ribelle e a me faceva impazzire.

    Maria era rimasta vedova quattro anni prima, sposata a diciotto anni aveva una figlia di sedici, più grande di me, lei come donna era un fiore nei suoi 40 anni, sempre con il sorriso sulle labbra, sempre allegra. Con i capelli mossi biondi tendenti al rossiccio, gli occhi grandi e verdi, le lentiggini sul viso, aveva un bel seno tondo perchè leggermente sovrappeso e i fianchi larghi.
    Molto spesso usciva con noi in famiglia e appena l'anno prima avevo avuto modo di vederla in costume da bagno intero e per qualche mese divenne il mio frutto proibito, ispirazione per mille seghe, e non avrei mai immaginato che l'anno seguente sarebbe stata la mia "Maestra".

    Quasi sempre quando arrivavo a casa di Maria la figlia non c'era. Avrei potuto andare a prenderla direttamente dalla nonna ma quella vecchia mi metteva una paura pazzesca in quella vecchia casa isolata fuori dal paese e quindi Maria divenne presto una costante nei miei pomeriggi.

    Arrivavo li una mezz'ora prima perchè era solita offrirmi orzata, latte e menta, qualche ghiacciolo. Mentre consumavo le bevande restava li con me a braccia conserte nei suoi vestiti interi a fiori con il grembiule colorato, sempre con quel bel sorriso, mi chiedeva della figlia, che facevamo, dove andassimo, come era la mia amicizia con lei e via dicendo.
    La trovavo molto piacevole, mi piaceva un sacco Maria, iniziai ad andare da lei molto prima del solito dopo che scoprii in casa sua statuette egizie e idoli pagani, erano così misteriosi e feci caso solo allora che lei di crocefissi in casa non ne aveva nemmeno l'ombra. Il colpo di grazia fu il fatto che disegnasse e io amo disegnare, era una gran disegnatrice e sui suoi fogli vergava figure sinuose di animali, donne nude senza viso e strani paesaggi dai profili morbidi, dagli orizzonti lineari e senza confini.

    Un giorno appena arrivato da lei mi disse che Mara non sarebbe tornata a casa perchè andata dai nonni paterni e che se avessi voluto mi sarei potuto fermare lo stesso, come sempre. Faceva caldo dopotutto, mi sarei potuto riposare un po'.
    Lo feci e come sempre chiacchierammo di disegno, mi insegnava cose e mi chiese se io e Mara stessimo insieme e che non mi sarei dovuto preoccupare se era così perchè l'amore è una cosa meravigliosa e Mara mi voleva un sacco di bene. La rassicurai che non era così, che eravamo solo amici.
    Mara era solo simpatica e mi divertivo un sacco con lei.

    Così fu per quattro giorni.
    Il quinto fu importante perchè mi si avvicinò.
    Il quinto Maria varcò il confine del proibito e mi fece conoscere il sesso.

    Quel giorno c'era un arsura incredibile e arrivai a casa sua che francamente stava un po' giù di corda, lo notai subito. Parlammo delle solite cose e inforcò poco dopo la mia cedrata un discorso che poteva portare solo in una direzione.
    -Sai come nasce l'amore tra due persone?- mi chiese.
    -No- risposi io -Credo dal fatto che stiano bene insieme- ipotizzai.
    Lei fu lieta di sentirmelo dire e mi ricordò che ero maturo e intelligente.
    -Daniele...Io- disse incerta e fissandomi intensamente negli occhi -Sono sicura di amarti e di volerti rendere, almeno nella nostra piccola vita, solo per pochi giorni, il mio uomo- era immobile davanti a me, seduta al tavolo del soggiorno, con la luce del giorno a filtrare dalle tende bianche alle sue spalle. Il cuore che nel mio petto stava impazzendo, esplodeva ad ogni battito e sentivo tremori alle gambe dal nervoso. -Non voglio...- continuò -Che gli altri lo sappiano, non devi dirlo a nessuno questa cosa che ti ho detto, se vuoi posso darti anche dei soldi se vuoi ma, non...- non le feci finire la frase, il suo tono dolce e comprensivo, materno fu interrotto dalla mia voce.
    -Non voglio soldi- dissi con il respiro pesante -Io, noi...- Ci misi una vita a dirlo -Mi piacerebbe, lo vorrei anche io.-

    Maria sorrise in modo molto tenero e si sedette vicina a me, composta, ricordo le molle del divano che scricchiolarono, alla mente mi torna anche la carta da parati, carta da zucchero con i fiori, qui e li sparsi. La guardai negli occhi -Quando vengo qui, sto bene- gli dissi.
    -Anche io quando ci sei tu- rispose lei -Avrai anche quindici anni ma sei più maturo di molti della mia età- mi disse -Ma ti piaccio almeno un po'?-
    Io sorrisi -Moltissimo- le risposi.
    -E cosa ti piace di più di me?- chiese.
    -Le lentiggini- risposi e lei rise di gusto e io la seguii.
    Ammetto che anche quelle enormi tette mi piacevano un mondo e il modo in cui i capezzoli tiravano la stoffa del costume mi faceva uscire di testa, evitai di dirglielo però...
    -Beh se stiamo insieme...- chiese lei timidamente -Per questi pochi giorni, come me lo chiederesti te?-
    Io mi alzai, le andai davanti. Le presi il viso tra le mani e la baciai, era un copione di sicuro successo, mi ero messo con due ragazze proprio così e si sa, squadra vincente non si cambia.

    Aveva le labbra secche, un po' ruvide ma mi accolse morbidamente, subito, il bacio fu condotto da lei, trasformò il mio bacio da una forzatura imprecisa in una cosa morbida e voluttuosa, carnosa e calda, mi afferrò i fianchi e mi trascinò con lei sul divano. Ci baciammo moltissimo, mi baciava il viso, il collo, il petto, le mani, mi carezzava la schiena, la testa, le spalle. Trattenne il fiato con forza e rumorosamente quando feci scorrere le mani sul grosso seno, era incredibile, duro ma soffice, il suo viso si colorò di rosso, sorrideva splendidamente e ancora il bacio che continuava, le mie mani sul suo corpo e le sue sul mio, sulla schiena fino ai glutei e infine...

    La sua mano sul mio sesso.

    Mi irrigidii e lei se ne accorse e si fermò.
    -Sto correndo troppo? Ho esagerato?- chiese ritirando la mano. Io scossi la testa. -No. e' che... Sei la prima che...-
    -Ho capito- sorrise lei tirandosi seduta mentre io la guardavo. Mi si inginocchiò davanti, mi slacciò i pantaloni lentamente, fissandomi ogni tanto, me li calò insieme agli slip e guardò il mio sesso con un visetto furbo e sornione.
    -Lascia che ti faccia un po' di piacere, vuoi?- chiese dolcemente.

    Io annuii.

    Lei quindi lo prese con ambo le mani, una saldamente sul corpo del sesso, l'altra avvolta attorno al glande, usava due mani muovendole con tempi diversi, velocità diverse, movimenti diversi, ma anche contemporaneamente, era incredibile e io abbandonato alle sue mani poggiavo con la schiena allo schienale del divano, rapito, perso. Certamente il mio compagno dei pomeriggi a casa mi aveva abituato bene ma lei ... Cavoli...

    La guardavo con trasporto, desiderio, La scollatura poco davanti al mio sesso era una specie di foglio bianco dove dipingere le mie pulsioni e poco dopo...

    Il mio mondo esplose.

    Calò con il suo viso, mi baciò la cappella, io sentii dei fremiti al bacino, lungo la schiena, inglobò lentamente la cupola violacea tra le labbra, poi in bocca accarezzandola con la lingua, infine fece scivolare l'asta massaggiandomi i testicoli, lo prese in bocca quasi tutto e iniziò quei dolci movimenti osservandomi sorridendo ogni tanto.

    Fu incredibile.

    Fui rumoroso.
    Gemetti fortissimo quando venni e lei mugolò appena senza estrarlo dalla bocca, attese che finissi mentre mi sorreggevo ai suoi capelli trattenendola, gemeva di tanto in tanto muovendo la testa, quando mi vide rilassarmi succhiò per altri pochi movimenti del capo e infine deglutì estraendolo dalle labbra.
    Sorrise.
    -Ti è piaciuto?- chiese.
    -E' stato fantastico Maria...-
    Lei sorrise, si pulì le labbra con un fazzoletto che portava in tasca e ci baciammo ancora anche se per poco.
    -Vai- mi disse -Tra poco è ora di cena. Ci vediamo domani-

    Ero di nuovo eccitato.

    La strinsi e mi avviai.
    La sera non serve dire che mi masturbai per lei. Era una specie di sogno a occhi aperti e nessuno dei miei amici mi avrebbe mai creduto se lo avessi raccontato.
    Il giorno dopo... Ovviamente tornai.
    Fu intenso come il giorno prima ma eravamo in camera sua, sul letto grande. I mobili di legno scuro e le rifiniture cromate, lo specchio tondo dai decori fumè sopra la cassettiera davanti al letto, appassionati ci baciavamo ancora e ancora, io la esploravo e le stavo sopra, lei muoveva il bacino sentendo il mio sesso gonfio sopra il suo, le scoprii il seno, quelle grosse tette un po' sciupate che stavano davanti a me abbandonate placidamente sul quel petto furono strizzate, baciate, leccate, lei mi spiegò bene come baciargli i capezzoli, come farle sentire maggior piacere, le aveva sensibilissime, le carezzavo il pube ogni tanto, sopra i pantaloni, la danza del piacere andò avanti per due ore prima che i nostri corpi alla fine nudi stessero uno accanto all'altro. Mi aveva già fatto venire con la bocca ed ero anche venuto grazie alle sue coccole con le tette, che strette attorno al mio sesso erano diventate delle culle fantastiche per il mio uccello.
    -C'è qualcosa che vorresti fare? Che colpisce la tua fantasia?- chiese lei.
    Annuii.
    -Quale?- chiese.
    E io scesi sul suo sesso con la mia bocca.
    Lei si irrigidì tutta, iniziai dalla parte più alta appena sotto l'ordinato ciuffo di peli biondicci, lambendo poi tutto il contorno senza intrufolarmi più in la. Piano piano iniziai a spingere di più con le mani e le labbra, era zuppa di umori e poco dopo che la mia lingua si fece strada in lei si tirò su col busto afferrandosi alle coperte con forza e strillò venendo. Sentii un flusso intenso di umori sul mio viso e lei ricadde sul materasso tutta inarcata tenendomi la testa sul suo sesso.
    Aveva gli occhi tutti aperti, con la pupilla dilatata..
    -Non lo hai mai fatto?- chiese.
    -No- risposi sedendomi sul letto
    -E' stato fantastico. Ti è piaciuto?- domandò.
    -Moltissimo- risposi -Lo rifarei subito-
    -Ti andrebbe davvero?-
    -Certo- dissi sorridendo.
    -Dai- esultò e dopo un lungo bacio ricominciai a prendermi cura di lei, sta volta seguendo i suoi consigli su come penetrarla con le dita, dentro di lei riuscivano ad entrare quattro dita e il palmo della mano fino al pollice, mi fece entrare tutto, così un paio di volte, volte in cui aveva grossi picchi di godimento, si concentrò sul dirmi quanto bastassero due, massimo tre dita per far raggiungere il godimento ad una donna.

    Venne di nuovo.
    Era al settimo cielo, aveva uno strumento perfetto per ricevere piacere, ubbidiente e preciso.

    Infine mi fece sdraiare.

    E accompagnò il mio sesso dentro di se.
    -Permettimi di guidarti- mi disse.
    Io annuii e lei mi condusse supino e mi montò a cavalcioni, teneva il sesso eretto con una mano mentre si poggiava la cappella alle proprie grazie, scivolò dentro come un ferro rovente nel burro e se lo infilò tutto prima di lasciarlo e guardarmi dall'alto mentre le sorreggevo il seno.
    -Con me puoi farlo così.- mi disse -Perchè prendo la pillola che mi impedisce di avere figli- spiegò -Ma se lo fai con altre femmine...- sorrise -Devi mettere per forza un preservativo o rischi di metterle in condizione, di fecondarle e farle avere dei figli.- spiegò per poi iniziare a muoversi.
    Per me fu il paradiso. Grazie alle sborrate precedenti durai un sacco e lei ebbe modo di divertirsi parecchio. Ebbi l'impressione che fosse venuta poco dopo la mia entrata in lei ma forse mi sbagliai ingannato dall'eccitazione del momento.

    Fu pazzesco e la aiutavo con colpi di reni finchè non si adagiò su di me stringendomi ed io iniziai a muovere il bacino possedendola ora grazie solo ai miei movimenti, il grosso seno schiacciato su di me, i glutei spaziosi stretti sotto le mie dita accompagnarono la mia terza eiaculazione. Andavo velocissimo mentre la scopava... Scopavo si, lo ripeteva anche lei, spesso.

    -Scopami...Scopami...- come un mantra.

    I miei gemiti crebbero con i suoi, lei venne prima di me e pochi affondi dopo, mentre si era abbandonata su di me piantai a fondo il sesso in lei e scaricai il mio seme. Mi fece quasi male dalla forza delle contrazioni.

    Uscii da quella casa alle sette di sera, quattro ore di sesso, doccia e poi dai nonni.
    Ci incontrammo così altre due volte, poi Mara tornò e noi potevamo solo farci pomiciate furtive, di nascosto.
    Tre anni dopo sarebbe toccato alla figlia ma prima accaddero molte cose importanti.
  3. .
    Vorrei essere importunato, molestato e abusato da un ragazzo sconosciuto.
  4. .
    La mia prima esperienza sessuale (se così vogliamo
    chiamarla) fu per mano e volontà di un amico, maschio si. Insolito non trovate? Non dico che ci fosse qualcosa di male ma... Non avrei voluto che andasse cosi, non che mi sia dispiaciuto sia chiaro ma ne fui così sconvolto che mi diede non pochi problemi con me stesso e una paura sconsiderata di essere giudicato e di non riconoscermi più in quello che ero.
    Dio cosa mi procura ripensarci...
    L'inizio di tutto. TUTTO.
    Parliamo di quando ancora studiavo, si andava a scuola, all'epoca, e come tutti avevo
    alcuni amici migliori rispetto agli altri, a quell'età è un classico, ci sono sempre quelli legatissimi, quelli fidati ed io ne avevo tre, due che abitavano sulla mia via e uno che frequentava la mia stessa classe ma che ci raggiungeva nei pomeriggi che passavamo assieme, avevamo molti posti in cui passare il tempo e no, ragazzi all'epoca non esistevano cellulari e nessun internet, al massimo il famicon, il sega, l'amiga, ma per lo più si passava il tempo nel cortile della
    mia palazzina, il campetto in fondo alla strada se non giocavano gli adulti e tutto un prato molto ampio che costeggiava un fianco della strada principale e che, in fondo allo stesso mostrava un
    grande casale di una fattoria, coltivavano grano in quei campi e noi d'estate ci andavamo a bagnare con gli
    irrigatori che creavano una bella e fresca pioggia, li alla fine diventavamo anche venti tra ragazzi e ragazze,
    si passava il tempo a tirarci gavettoni, giocare a palla, acchiapparella, tana libera tutti e altri giochi che presumo siano spariti dalle strade.

    Noi quattro però avevamo anche delle vite segrete che nascondevamo agli altri. Io e matteo, matteo e mirko,
    matteo e jessica, io e jessica, jessica e mirko, jessica e fabrizio e fabrizio e me.
    Ma non pensate male.
    Non sempre almeno.
    Poi i genitori di Matteo comprarono una piscina per evitare che venisse con noi in quei campi e considerando che a scuola era vessato iniziò a selezionare con molta cura chi invitare da lui.
    Eravamo sempre il solito gruppetto più Jessica, Geggia era una ragazza che mi abitava vicino, cavoli, se ci ripenso mi batte il cuore, adoravo Jessica, era pel di carota, piena di lentiggini e fu probabilmente la prima persona per cui provavo una fortissima attrazione sessuale, mi piaceva da impazzire.
    Comunque un pomeriggio come tanti altri eravamo solo io e Matteo, Fabrizio e Mirko, gli ultimi due ci avevano fatto
    compagnia per un po', poi la madre di Mirko era venuta a prenderli e restammo solo io e Mattteo da soli a goderci l'acqua fresca sotto la calura del pomeriggio.

    Beh alla fine uscimmo dalla piscina che, premetto sarà stata alta un metro e mezzo e larga sei, otto metri ma per quel che mi riguarda poteva essere anche più piccola, nei ricordi è tutto così falsato.

    Uscimmo e ci sedemmo sotto l'albero di fichi che aveva in giardino, su delle
    sedie di plastica, esausti ma felici.

    «Ma che ti piace Jessica?» Mi chiese Matteo
    «Tantissimo» gli risposi dopo una breve riflessione incrociandone lo sguardo. «Secondo me è molto
    più bella di Laura» prcisai.

    Laura era la ragazza più bella che frequentava la nostra scuola secondo il parare di tutti.

    «A me non piace molto, è rossa» rispose lui che per paradosso ne condivideva il sangue, i tratti e il colore di occhi e capelli.

    «Forse anche per quello mi piace» ribattei.
    «Ti ci fai le seghe pensandola? Te ne faresti fare una da lei?» chiese guardandomi in modo furbetto, risi fortissimo in modo non esattamente spontaneo e sentivo nel mio costume una erezione che si stava affacciando anche solo a pensarci. Non capisco ancora perché la domanda mi eccitò così improvvisamente, ma tant'è.
    Me le ero fatte per lei, me le ero fatte parecchie sopratutto spiando dalle persiane chiuse della mia stanza. Dato che spesso se ne stava in camera sua in intimo ignorando la mia presenza.
    «Sarebbe fantastico Mattè» risposi.
    «Ma te le fai o no?» chiese ancora.
    «Si, si...» non mi aveva mai fatto simili domande, a volte avevamo giocato, ci eravamo pungolati con argomenti sessuali, le solite cose per quell'età ma domande del genere... E poi... aveva una strana espressione sul viso. Sottilmente sorridente.
    «La baceresti?»
    «La bacerei un sacco Mattè»
    «Con la lingua?»
    «...Si...»
    «Hai mai baciato qualcuno?» chiese seduto osservandomi con aria superiore dalla sua sedia da giardino colorata. Accavallò le gambe magre e glabre cosparse di lentiggini.
    «No, mai.» gli risposi affranto «Tu?»
    «Si»
    Ebbi un sobbalzo e lo fissai curioso «Chi?»
    «Ehhh» disse lui «non si può dire...Però lo conosci»
    «lo conosco?» chiesi tra lo sconvolto e l'invidioso sottolineando il genere maschile del soggetto, non
    tanto perchè era qualcosa di estremamente proibito farlo con un altro maschio, ma perchè aveva baciato, era il gesto in se che mi rendeva combattuto tra l'invidioso e il geloso.

    «Si»
    «Perchè?»
    «Perchè ci ha provato lui una sera che stavamo a letto e io l'ho lasciato fare, diceva che era per insegnarmi, lui
    si bacia con la fidanzata e fa pure altro, te lo dico io»
    «Allora perchè ha baciato te?»
    «Perchè gli piaccio ha detto e voleva insegnarmi, ma sei il solo a saperlo, non deve saperlo nessuno è chiaro?» «Si» risposi io con il fiatone e il battito accellerato.

    Calò un pesante silenzio tra noi due mentre io
    fissavo la piscina.
    «Ti ho sconvolto?» chiese lui ridendo di gusto.
    «Si» dissi «Perchè hai baciato qualcuno e perchè era un maschio»
    «E allora?»
    «Non...» non sapevo che dire, mi sentivo in colpa anche solo a dire che era sbagliato, poi Matteo era il
    mio migliore amico e già era tartassato a scuola, se lo avessi fatto anche io sarei diventato come quei ragazzi, ingiusti e barbari. Ci pensò lui a spezzare la mia incertezza.

    «Ti è diventato duro» mi fece notare con un candore sconcertante scuotendomi dal mio viaggio mentale. Rise con le mani sul proprio viso.

    Rideva di gusto, di cuore.

    Questa sua osservazione mi raggelò e mi guardai, oh era eccitato anche lui, si vedeva sotto il costume, proprio come me, anche se io era dal discorso su Jessica che mi si era indurito inesorabilmente. Lo fissai negli occhi e lui sostenne lo sguardo, sorrise e mi diede un bacio sulla guancia, di botto, senza preavviso.
    Non ebbi reazioni.
    «Ti piacerebbe se ti baciassi?» mi domandò
    «No, solo che... Vorrei che fosse Jessica» risposi.
    «Possiamo fare finta che io sia Jessica» mi disse alzandosi in piedi e indicando il capanno degli attrezzi del nonno
    «Vieni?» chiese prendendomi per mano e facendomi alzare.

    Lo seguii lasciandogli la mano poco dopo e in breve ci trovammo nel capanno degli attrezzi, c'era di tutto li dentro, odorava di umido e polvere, di vino raffermo e faceva caldo, faceva dannatamente caldo li dentro e quando stetti per dire qualcosa mi baciò.

    Senza premesse.

    Sentii le sue labbra sulle mie e la sua lingua dentro la mia bocca, sulla mia lingua, curiosa guizzava dentro di me e restai impalato finchè non intervenne davvero la fantasia e chiusi gli occhi imitando i suoi gesti, lui mi strinse le spalle e ci baciammo con crescente intensità, io me ne stavo fermo come uno stoccafisso. Passarono diversi minuti, sbavavamo, poi fu molto diverso quando invece sentii la sua mano sul mio sesso.
    Mi esplose il cuore e la testa.
    Cercai di divincolarmi e mi trovai con le spalle al muro, lo urtai così forte da far ballare tutto quello che c'era appeso.
    «Che fai?» chiesi con il fiatone staccandomi con prepotenza da lui che nel frattempo mi era invece rimasto incollato addosso dopo il mio tentativo di resistenza.

    Piangevo, stavo piangendo.

    «Perchè piangi? Non ti piace?» domandò lasciandomi.
    «E'....» non sapevo cosa fosse ma mi uscì «E' l'emozione, io non avevo mai pensato a questo.»
    «E non ti piace?» aveva ripreso a carezzare il mio
    sesso con due dita della mano, ancora da sopra il
    costume percorrendone la lunghezza anche se, ormai il glande era sgusciato fuori
    dall'elastico degli slip facendo capolino dalla pelle.
    «E'.... bello» dissi, lo pensavo davvero e tutto sommato Matteo assomigliava un pò alla cugina e ragione per cui era vessato dai compagni di scuola.
    «Lo hai già fatto a qualcuno?» chiesi osservando i suoi movimenti su di me e luicome risposta annuì iniziando ad usare la mano per intero.

    Era abile, bravo, veloce. La pressione ideale. Lo aveva
    ormai fatto sgusciare fuori per metà e giocava con la punta avvolta ancora in parte nella propria pelle.

    «Mi ha insegnato sempre il mio amico, sono bravo vero?» domandò ed io feci segno affermativo col capo. «E ne ho fatte anche a Mirko sai?»
    «M...Mirko? » chiesi esitante «Si, gli era diventato duro mentre giocavamo e gli ho
    chiesto... E lui... Sai... Quindi io...»

    Io mi piegai in avanti, in una contrazione di piacere, lui rallento leggermente e mi sorride teneramente.
    «Posso tirarlo fuori?» domandò ed io feci ancora un gesto di assenso con la testa a occhi chiusi, lui non se lo fece ripetere due volte, mi abbassò gli slip del costume
    e iniziò a farmi una sega appoggiandosi con una mano alla parete alle mie spalle, completa, veloce, era
    bravo davvero, ed ero rapito dal fatto che non fossi io a
    farmela, lui mi guardava e sorrideva divertito dandomi bacetti sparsi sul viso.
    «Lo avete proprio diverso...» sussurrò, ed io aprii gli
    occhi respirando affannosamente «Il pisello dico... Il suo è più lungo e ha la punta più piccola...»
    Non sapevo che dire.
    «A te piace farle?» chiesi e lui rispose affermativamente solo con un gesto del capo
    aumentando però la velocità della mano.

    Mi appoggiai meglio al muro con la schiena e i glutei contraendosi con un gemito intenso che zittì con un bacio e...

    Venni, feci uno schizzo incredibile a tre riprese e una colata copiosa. Una sensazione incredibilmente intensa, nuova e profonda.
    Mi morso il labbro inferiore guardando verso il basso.

    Gli avevo schizzato sulla pancia, gli avevo volato sulla manina delicata, lui mi lasciò l'uccello poco dopo con molta calma dandomi ancora due o tre colpetti vestendo e snudando il glande, sorridendo e senza pulirsi si tirò fuori il suo e iniziò a masturbarsi a sua volta, io ero immobile a fissarlo mentre se lo menava con le mani sporche del mio seme.
    Il mio seme era su di lui, lo fissavo intensamente. Bianco,
    denso, che lentamente colava.
    Se lo segava con le gambe leggermente piegate, in silenzio sospiri a parte e si rizzò dritto solo quando venne.
    Venne in aria, verso la parete di legno e rise felice in modo strozzato, ridemmo.

    Mi venne da ridere.
    Rise anche lui.

    «Che dici ce lo facciamo un bagno?» domandò come se nulla fosse. «Mi hai tutto sporcato.» chiese come se fosse una cosa normale.

    Prima che me ne andassi mi chiese imbarazzato se poteva essere una cosa che fosse restata tra noi.

    E cosi fu.

    Tornammo nella piscina e continuammo a fare cose normali, come se non fosse successo nulla.
    Quella sera a letto immaginai che il mio pisello fosse il suo e mi masturbai ancora, lo feci due volte perchè pensando a Matteo pensai a Jessica e mi piaceva troppo perchè non fosse la mia amante anche quella notte.

    Quella comunque non fu l'unica volta in cui ci divertiamo insieme, cercavo sempre di attardarmi con lui il pomeriggio e se mi andava bene finivamo in camera sua o in cantina o in camera mia
    per una sega, più avanti gliene feci una anche io e me
    lo ricordo con molta intensità, mi emoziona ricordarlo.
    Quell'anno fu il gradino della mia bisessualità. Il grande salto nel vuoto. Come già detto a volte si pomiciava con Matteo e sempre, fisso mi masturbava. In due occasioni ci trovammo nudi come vermi sul mio lettone a strusciarci addosso
    in un impeto selvaggio di pomiciate compulsive. In una occasione a forza di starmi sopra a strusciarci mi venne addosso e non mi dispiacque affatto e fu proprio in quell'occasione che lo masturbai anche io, subito dopo.
    Eccitato da quell' evento.
    Ricordo che si levò dritto emozionato e ansimante quando accadde, il suo sesso pulsava ed era sudicio di seme, il suo che era sparso con impeto sul mio ventre.
    «Caaazzo... cazzo che ho fatto! Scusa porca troia,
    scuuuusaaa....» con le mani sul viso, paonazzo.
    Senza sapere che fare.
    Io mi fissavo in silenzio la pancia. Avevo schizzi sul
    basso ventre, sul sesso e fin sopra, sul petto e lui stava
    li sulle mie gambe. In ginocchio, ancora eccitato ma con la cappella esposta e sporca di sperma.
    «Non fa niente Mattè. Pulisciti dai » era scosso e
    tremante, emozionatissimo e mentre io mi pulivo lui si lavò con delle salviette umidificate che avevo nello zaino, iniziò a rivestirsi tremante.
    Qui scattò qualcosa in me.
    Io mi misi seduto sul letto e di slancio lo fermai. Lo
    accompagnai sdraiato e lo baciai. Era emozionatissimo
    e in quel bacio che mossi per la prima volta la mano su
    quel sesso, su un cazzo non mio.
    Gemette fortissimo mentre iniziava a cercarmi con le mani, febbricitante. Era come se lui non fosse abituato a quelle attenzioni, era strano, era così svegliato e pratico nel donarsi agli altri ma così inesperto a ricevere.
    Interrompemmo il bacio segandoci a vicenda. Rumorosamente.
    Veloci, ogni volta che le
    mani arrivavano alla base schioccavano sulla pelle.
    Ansimando entrambi in silenzio.
    Io non venni, lui si.
    Venne soffocandosi con le mani e il guizzo fu liquido e a spruzzo.
    Venne molto presto.
    Io dovetti masturbarmi da me per venire, ero troppo teso. Dovetti impegnarmi sotto il
    suo sguardo inebetito dopo essermi sdraiato.

    Ci ripensai molte volte e ogni volta mi piacque un sacco. Ma era solo l'inizio.
  5. .
    Masturbare o succhiarlo a qualcuno che me lo offra senza motivo.
  6. .
    Non so se qualcuno ha già mai aperto una simile discussione ma: quale è il vostro orientamento sessuale? Ma sopratutto: come incide questo con i vostri gusti in fatto di Hentai?

    Inizio ovviamente io:

    Bsx (scoperto alle medie)

    Tendenze insolite:
    Exophilo e Teratophilo
    Per chi non lo sapesse è l'attrazione fisica per creature extraterrestri e mostri.

    Tutto sto carosello si riflette mettendo in top ten hentai con futanari, Monster girls (e boy, ma son rari) e similari ma amo molto anche gli yaoi diciamocelo.

    E voi?
  7. .
    A casa mia è tipico che mentre gioco vengo... Hum... "Molestato" dalla mia lei. Le piace in modo particolare se indosso cuffie e sono in party.
  8. .
    Ho scoperto la mia bisessualità alle medie e non ho mai smesso di apprezzare questo mio lato.
  9. .
    Dipende.
    Da bsx vi dico che si, ho praticato e mi piace un casino. È un apoteosi, una esplosione di sensazioni ed emozioni carnali e profonde.

    Con la mia compagna, essendo una coppia aperta se capita lo facciamo,le piace essere presa mentre si diletta con il sesso orale.
  10. .
    Vorrei solo masturbarmi, mi sono ipereccitate ma non posso. Sto guidando e lo farò per un altro bel po'
  11. .
    Dipende in realtà ma per lo più hentai, furry e 3D
  12. .
    Il mio è vecchio, vecchissimo, non sono giovanissimo nemmeno io in realtà. Lo ricordo come ieri:
    Era la versione hentai di Gun Smith cats.

    Nascosto in casa per mesi e mesi.

    Edited by Rawcat - 22/6/2021, 09:33
  13. .
    Cercando hentai text game ed hentai forum in realtà, cercavo proprio qualcosa di inerente e... Voilà, siete sbucati voi.
  14. .
    Salve gente, sono nuovo e beh, si direi che ovviamente adoro gli hentai, altrimenti non sarei qui. Spero di conoscere gente nuova, fare qualche giocata e farvi conoscere le mie art quanto prima!
14 replies since 9/6/2021
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