La prima volta non si scorda mai

Yaoi - real - teen

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    La mia prima esperienza sessuale (se così vogliamo
    chiamarla) fu per mano e volontà di un amico, maschio si. Insolito non trovate? Non dico che ci fosse qualcosa di male ma... Non avrei voluto che andasse cosi, non che mi sia dispiaciuto sia chiaro ma ne fui così sconvolto che mi diede non pochi problemi con me stesso e una paura sconsiderata di essere giudicato e di non riconoscermi più in quello che ero.
    Dio cosa mi procura ripensarci...
    L'inizio di tutto. TUTTO.
    Parliamo di quando ancora studiavo, si andava a scuola, all'epoca, e come tutti avevo
    alcuni amici migliori rispetto agli altri, a quell'età è un classico, ci sono sempre quelli legatissimi, quelli fidati ed io ne avevo tre, due che abitavano sulla mia via e uno che frequentava la mia stessa classe ma che ci raggiungeva nei pomeriggi che passavamo assieme, avevamo molti posti in cui passare il tempo e no, ragazzi all'epoca non esistevano cellulari e nessun internet, al massimo il famicon, il sega, l'amiga, ma per lo più si passava il tempo nel cortile della
    mia palazzina, il campetto in fondo alla strada se non giocavano gli adulti e tutto un prato molto ampio che costeggiava un fianco della strada principale e che, in fondo allo stesso mostrava un
    grande casale di una fattoria, coltivavano grano in quei campi e noi d'estate ci andavamo a bagnare con gli
    irrigatori che creavano una bella e fresca pioggia, li alla fine diventavamo anche venti tra ragazzi e ragazze,
    si passava il tempo a tirarci gavettoni, giocare a palla, acchiapparella, tana libera tutti e altri giochi che presumo siano spariti dalle strade.

    Noi quattro però avevamo anche delle vite segrete che nascondevamo agli altri. Io e matteo, matteo e mirko,
    matteo e jessica, io e jessica, jessica e mirko, jessica e fabrizio e fabrizio e me.
    Ma non pensate male.
    Non sempre almeno.
    Poi i genitori di Matteo comprarono una piscina per evitare che venisse con noi in quei campi e considerando che a scuola era vessato iniziò a selezionare con molta cura chi invitare da lui.
    Eravamo sempre il solito gruppetto più Jessica, Geggia era una ragazza che mi abitava vicino, cavoli, se ci ripenso mi batte il cuore, adoravo Jessica, era pel di carota, piena di lentiggini e fu probabilmente la prima persona per cui provavo una fortissima attrazione sessuale, mi piaceva da impazzire.
    Comunque un pomeriggio come tanti altri eravamo solo io e Matteo, Fabrizio e Mirko, gli ultimi due ci avevano fatto
    compagnia per un po', poi la madre di Mirko era venuta a prenderli e restammo solo io e Mattteo da soli a goderci l'acqua fresca sotto la calura del pomeriggio.

    Beh alla fine uscimmo dalla piscina che, premetto sarà stata alta un metro e mezzo e larga sei, otto metri ma per quel che mi riguarda poteva essere anche più piccola, nei ricordi è tutto così falsato.

    Uscimmo e ci sedemmo sotto l'albero di fichi che aveva in giardino, su delle
    sedie di plastica, esausti ma felici.

    «Ma che ti piace Jessica?» Mi chiese Matteo
    «Tantissimo» gli risposi dopo una breve riflessione incrociandone lo sguardo. «Secondo me è molto
    più bella di Laura» prcisai.

    Laura era la ragazza più bella che frequentava la nostra scuola secondo il parare di tutti.

    «A me non piace molto, è rossa» rispose lui che per paradosso ne condivideva il sangue, i tratti e il colore di occhi e capelli.

    «Forse anche per quello mi piace» ribattei.
    «Ti ci fai le seghe pensandola? Te ne faresti fare una da lei?» chiese guardandomi in modo furbetto, risi fortissimo in modo non esattamente spontaneo e sentivo nel mio costume una erezione che si stava affacciando anche solo a pensarci. Non capisco ancora perché la domanda mi eccitò così improvvisamente, ma tant'è.
    Me le ero fatte per lei, me le ero fatte parecchie sopratutto spiando dalle persiane chiuse della mia stanza. Dato che spesso se ne stava in camera sua in intimo ignorando la mia presenza.
    «Sarebbe fantastico Mattè» risposi.
    «Ma te le fai o no?» chiese ancora.
    «Si, si...» non mi aveva mai fatto simili domande, a volte avevamo giocato, ci eravamo pungolati con argomenti sessuali, le solite cose per quell'età ma domande del genere... E poi... aveva una strana espressione sul viso. Sottilmente sorridente.
    «La baceresti?»
    «La bacerei un sacco Mattè»
    «Con la lingua?»
    «...Si...»
    «Hai mai baciato qualcuno?» chiese seduto osservandomi con aria superiore dalla sua sedia da giardino colorata. Accavallò le gambe magre e glabre cosparse di lentiggini.
    «No, mai.» gli risposi affranto «Tu?»
    «Si»
    Ebbi un sobbalzo e lo fissai curioso «Chi?»
    «Ehhh» disse lui «non si può dire...Però lo conosci»
    «lo conosco?» chiesi tra lo sconvolto e l'invidioso sottolineando il genere maschile del soggetto, non
    tanto perchè era qualcosa di estremamente proibito farlo con un altro maschio, ma perchè aveva baciato, era il gesto in se che mi rendeva combattuto tra l'invidioso e il geloso.

    «Si»
    «Perchè?»
    «Perchè ci ha provato lui una sera che stavamo a letto e io l'ho lasciato fare, diceva che era per insegnarmi, lui
    si bacia con la fidanzata e fa pure altro, te lo dico io»
    «Allora perchè ha baciato te?»
    «Perchè gli piaccio ha detto e voleva insegnarmi, ma sei il solo a saperlo, non deve saperlo nessuno è chiaro?» «Si» risposi io con il fiatone e il battito accellerato.

    Calò un pesante silenzio tra noi due mentre io
    fissavo la piscina.
    «Ti ho sconvolto?» chiese lui ridendo di gusto.
    «Si» dissi «Perchè hai baciato qualcuno e perchè era un maschio»
    «E allora?»
    «Non...» non sapevo che dire, mi sentivo in colpa anche solo a dire che era sbagliato, poi Matteo era il
    mio migliore amico e già era tartassato a scuola, se lo avessi fatto anche io sarei diventato come quei ragazzi, ingiusti e barbari. Ci pensò lui a spezzare la mia incertezza.

    «Ti è diventato duro» mi fece notare con un candore sconcertante scuotendomi dal mio viaggio mentale. Rise con le mani sul proprio viso.

    Rideva di gusto, di cuore.

    Questa sua osservazione mi raggelò e mi guardai, oh era eccitato anche lui, si vedeva sotto il costume, proprio come me, anche se io era dal discorso su Jessica che mi si era indurito inesorabilmente. Lo fissai negli occhi e lui sostenne lo sguardo, sorrise e mi diede un bacio sulla guancia, di botto, senza preavviso.
    Non ebbi reazioni.
    «Ti piacerebbe se ti baciassi?» mi domandò
    «No, solo che... Vorrei che fosse Jessica» risposi.
    «Possiamo fare finta che io sia Jessica» mi disse alzandosi in piedi e indicando il capanno degli attrezzi del nonno
    «Vieni?» chiese prendendomi per mano e facendomi alzare.

    Lo seguii lasciandogli la mano poco dopo e in breve ci trovammo nel capanno degli attrezzi, c'era di tutto li dentro, odorava di umido e polvere, di vino raffermo e faceva caldo, faceva dannatamente caldo li dentro e quando stetti per dire qualcosa mi baciò.

    Senza premesse.

    Sentii le sue labbra sulle mie e la sua lingua dentro la mia bocca, sulla mia lingua, curiosa guizzava dentro di me e restai impalato finchè non intervenne davvero la fantasia e chiusi gli occhi imitando i suoi gesti, lui mi strinse le spalle e ci baciammo con crescente intensità, io me ne stavo fermo come uno stoccafisso. Passarono diversi minuti, sbavavamo, poi fu molto diverso quando invece sentii la sua mano sul mio sesso.
    Mi esplose il cuore e la testa.
    Cercai di divincolarmi e mi trovai con le spalle al muro, lo urtai così forte da far ballare tutto quello che c'era appeso.
    «Che fai?» chiesi con il fiatone staccandomi con prepotenza da lui che nel frattempo mi era invece rimasto incollato addosso dopo il mio tentativo di resistenza.

    Piangevo, stavo piangendo.

    «Perchè piangi? Non ti piace?» domandò lasciandomi.
    «E'....» non sapevo cosa fosse ma mi uscì «E' l'emozione, io non avevo mai pensato a questo.»
    «E non ti piace?» aveva ripreso a carezzare il mio
    sesso con due dita della mano, ancora da sopra il
    costume percorrendone la lunghezza anche se, ormai il glande era sgusciato fuori
    dall'elastico degli slip facendo capolino dalla pelle.
    «E'.... bello» dissi, lo pensavo davvero e tutto sommato Matteo assomigliava un pò alla cugina e ragione per cui era vessato dai compagni di scuola.
    «Lo hai già fatto a qualcuno?» chiesi osservando i suoi movimenti su di me e luicome risposta annuì iniziando ad usare la mano per intero.

    Era abile, bravo, veloce. La pressione ideale. Lo aveva
    ormai fatto sgusciare fuori per metà e giocava con la punta avvolta ancora in parte nella propria pelle.

    «Mi ha insegnato sempre il mio amico, sono bravo vero?» domandò ed io feci segno affermativo col capo. «E ne ho fatte anche a Mirko sai?»
    «M...Mirko? » chiesi esitante «Si, gli era diventato duro mentre giocavamo e gli ho
    chiesto... E lui... Sai... Quindi io...»

    Io mi piegai in avanti, in una contrazione di piacere, lui rallento leggermente e mi sorride teneramente.
    «Posso tirarlo fuori?» domandò ed io feci ancora un gesto di assenso con la testa a occhi chiusi, lui non se lo fece ripetere due volte, mi abbassò gli slip del costume
    e iniziò a farmi una sega appoggiandosi con una mano alla parete alle mie spalle, completa, veloce, era
    bravo davvero, ed ero rapito dal fatto che non fossi io a
    farmela, lui mi guardava e sorrideva divertito dandomi bacetti sparsi sul viso.
    «Lo avete proprio diverso...» sussurrò, ed io aprii gli
    occhi respirando affannosamente «Il pisello dico... Il suo è più lungo e ha la punta più piccola...»
    Non sapevo che dire.
    «A te piace farle?» chiesi e lui rispose affermativamente solo con un gesto del capo
    aumentando però la velocità della mano.

    Mi appoggiai meglio al muro con la schiena e i glutei contraendosi con un gemito intenso che zittì con un bacio e...

    Venni, feci uno schizzo incredibile a tre riprese e una colata copiosa. Una sensazione incredibilmente intensa, nuova e profonda.
    Mi morso il labbro inferiore guardando verso il basso.

    Gli avevo schizzato sulla pancia, gli avevo volato sulla manina delicata, lui mi lasciò l'uccello poco dopo con molta calma dandomi ancora due o tre colpetti vestendo e snudando il glande, sorridendo e senza pulirsi si tirò fuori il suo e iniziò a masturbarsi a sua volta, io ero immobile a fissarlo mentre se lo menava con le mani sporche del mio seme.
    Il mio seme era su di lui, lo fissavo intensamente. Bianco,
    denso, che lentamente colava.
    Se lo segava con le gambe leggermente piegate, in silenzio sospiri a parte e si rizzò dritto solo quando venne.
    Venne in aria, verso la parete di legno e rise felice in modo strozzato, ridemmo.

    Mi venne da ridere.
    Rise anche lui.

    «Che dici ce lo facciamo un bagno?» domandò come se nulla fosse. «Mi hai tutto sporcato.» chiese come se fosse una cosa normale.

    Prima che me ne andassi mi chiese imbarazzato se poteva essere una cosa che fosse restata tra noi.

    E cosi fu.

    Tornammo nella piscina e continuammo a fare cose normali, come se non fosse successo nulla.
    Quella sera a letto immaginai che il mio pisello fosse il suo e mi masturbai ancora, lo feci due volte perchè pensando a Matteo pensai a Jessica e mi piaceva troppo perchè non fosse la mia amante anche quella notte.

    Quella comunque non fu l'unica volta in cui ci divertiamo insieme, cercavo sempre di attardarmi con lui il pomeriggio e se mi andava bene finivamo in camera sua o in cantina o in camera mia
    per una sega, più avanti gliene feci una anche io e me
    lo ricordo con molta intensità, mi emoziona ricordarlo.
    Quell'anno fu il gradino della mia bisessualità. Il grande salto nel vuoto. Come già detto a volte si pomiciava con Matteo e sempre, fisso mi masturbava. In due occasioni ci trovammo nudi come vermi sul mio lettone a strusciarci addosso
    in un impeto selvaggio di pomiciate compulsive. In una occasione a forza di starmi sopra a strusciarci mi venne addosso e non mi dispiacque affatto e fu proprio in quell'occasione che lo masturbai anche io, subito dopo.
    Eccitato da quell' evento.
    Ricordo che si levò dritto emozionato e ansimante quando accadde, il suo sesso pulsava ed era sudicio di seme, il suo che era sparso con impeto sul mio ventre.
    «Caaazzo... cazzo che ho fatto! Scusa porca troia,
    scuuuusaaa....» con le mani sul viso, paonazzo.
    Senza sapere che fare.
    Io mi fissavo in silenzio la pancia. Avevo schizzi sul
    basso ventre, sul sesso e fin sopra, sul petto e lui stava
    li sulle mie gambe. In ginocchio, ancora eccitato ma con la cappella esposta e sporca di sperma.
    «Non fa niente Mattè. Pulisciti dai » era scosso e
    tremante, emozionatissimo e mentre io mi pulivo lui si lavò con delle salviette umidificate che avevo nello zaino, iniziò a rivestirsi tremante.
    Qui scattò qualcosa in me.
    Io mi misi seduto sul letto e di slancio lo fermai. Lo
    accompagnai sdraiato e lo baciai. Era emozionatissimo
    e in quel bacio che mossi per la prima volta la mano su
    quel sesso, su un cazzo non mio.
    Gemette fortissimo mentre iniziava a cercarmi con le mani, febbricitante. Era come se lui non fosse abituato a quelle attenzioni, era strano, era così svegliato e pratico nel donarsi agli altri ma così inesperto a ricevere.
    Interrompemmo il bacio segandoci a vicenda. Rumorosamente.
    Veloci, ogni volta che le
    mani arrivavano alla base schioccavano sulla pelle.
    Ansimando entrambi in silenzio.
    Io non venni, lui si.
    Venne soffocandosi con le mani e il guizzo fu liquido e a spruzzo.
    Venne molto presto.
    Io dovetti masturbarmi da me per venire, ero troppo teso. Dovetti impegnarmi sotto il
    suo sguardo inebetito dopo essermi sdraiato.

    Ci ripensai molte volte e ogni volta mi piacque un sacco. Ma era solo l'inizio.
     
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