Tutto in famiglia

Real-Teen- etero

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    Dopo la vicenda di Mara e Maria la mia vita è trascorsa per un anno nella normalità per l'esistenza che conducevo e per l'epoca che vivevo, passai alle superiori e mi feci il secondo anno. Le mie scappatelle con Matteo frenarono bruscamente perché mi trasferii di casa, lo incontravo solo quando andavo dai nonni o in treno la mattina per andare a scuola se lui stava dal padre, beh non era il caso di dare sfogo alle nostre pulsioni lì, anche se ogni tanto i bagni dei convogli avrebbero potuto raccontarne delle belle...

    Quel periodo però i miei si riavvicinarono a parenti con cui avevano discusso in passato e un cugino di mia madre iniziò a frequentare la nostra vita. Questi aveva quattro figli di cui un ragazzino molto più piccolo di me, Alessia mia coetanea, sua sorella Elisa più grande di tre anni e davvero figa e un fratello troppo più vecchio perché io me lo ricordi come un amico.
    Alessia invece era una scappata di casa. Letteralmente visto che una decina di volte dovettero andarla a recuperare qui e li.
    Mia madre non poteva vederla e la copriva di merda quando ne parlava: è maschiaccio, è maliziosa, fuma, beve col padre, è sboccata... Come se a me interessasse qualcosa...

    Non ci frequentavamo, ci vedevamo solo con i genitori rispettivi e per quanto fosse una "selvaggia" non avevamo mai approfondito la nostra conoscenza. Di Alessia ricordo gli sguardi penetranti e fissi e le mutandine che non si vergognava a mostrare sotto la gonna che per mia madre era sempre troppo troppo corta.
    L'estate però era alle porte e si annusava nell'aria che saremmo stati con loro al mare e in montagna e questo cambiava molto le carte in tavola. A luglio quindi andammo in montagna da loro e io fui relegato al letto a castello in camera sua, lei avrebbe dormito sotto e io sopra. Suo padre scherzoso e malizioso come sempre mi rassicurò che Alessia non mi avrebbe molestato mentre dormivo e che però potevo guardarla nuda. Mio padre rise, mia madre no. Poco importa perché i primi giorni furono scanzonati, bicicletta, sala giochi, pranzi e cene.
    Poi un giorno eravamo in bicicletta lungo il fiume e ci fermammo per rimettere la catena alla sua. Me la ricordo in calzoncini e canotta, sedeva sui sassi dopo essersi tolta quelle scarpe con la suola di corda.
    -Dà- mi chiamò -Ma te c'hai la ragazza?-
    Io la guardai. Ricordo bene quell'evento perché mi diedi una sgrugnata alle dita con la corona del cambio.
    -No- gli risposi -Sono stato con una ma ci siamo lasciati prima dell'estate-
    -Strano- disse lei -Quindi devo farti proprio schifo-
    La guardai interrogativo.
    -Eh?-
    -Tutti i figli degli amici di Dario (il padre, si lo chiamava per nome) mi guardano, mi spiano, io ti sono entrata in camera solo con le mutande e tu nemmeno ti sei girato per vedere chi era- e sinceramente nemmeno me ne accorsi davvero.
    -Dormivo- dissi probabilmente la verità.
    -Dormivi- ripetè sollevando un sopraciglio
    -Eh-
    -Tu stai in camera da solo con una e dormi? Non sei minimamente curioso?-
    -Si beh, certo che lo sono-
    -Oppure sei gay-
    -No, non lo sono Ale-
    Lei sembrò pensierosa mentre infilavo la catena.
    -Che ci hai fatto con la ragazza?-
    -Eh?- chiesi temporeggiando. A ripensarci ora mi sento come Proietti quando aspetta le battute di Spartaco.
    -Cosa hai fatto con la ragazza ho detto-
    -Cose normali- risposi.
    -Ti ha fatto una sega?-
    -Eh?- chiesi col cuore in tumulto. Non mi ero mai approcciato a mie coetanee in tal senso e modo.
    -Sei diventato viola- disse lei serissima -Mi hai capita-
    -No, che vai pensando-
    -È tu l'hai tastata?- chiese curiosa.
    -Si certo- risposi io. Beh, ci lasciammo proprio per quello in effetti.
    -Bah, e lei non ha fatto nulla, che palle queste-
    Gli ridiedi la bicicletta e tornammo a casa. Cena e letto. Quella sera ero molto nervoso. Troppo.
    Andai a letto e lei mi seguì. La porta era socchiusa e nella stanza si stagliava la lama di luce del corridoio. Da fuori le voci dei miei e i suoi che ridevano e scherzavano. Il chiasso diventava sempre meno, poi il rumore delle porte e infine il buio.
    Il silenzio.
    -Dà- mi chiamò a bassa voce. -Dormi?-
    -Se ti ho risposto...-
    Ridacchiammo. Lei si alzò e a passetti socchiuse la porta tornando da me, si affacciò sul letto che occupavo.
    -Ma mentre sei stato qui, in questi giorni ti sei mai fatto una sega?- chiese.
    Mi divenne di marmo.
    Mi girai a pancia sotto fingendo di farlo per guardarla meglio.
    Ero a un palmo dal suo naso a patata, sentivo l'odore del suo caschetto biondo.
    -No- gli risposi-
    -Serio?-
    -Serio- risposi.
    -Senti, io mi tocco, mi viene troppo voglia se penso al film di prima.- vedemmo Conan il barbaro.
    Il mio cuore andava a mille.
    -Quindi se ti va puoi guardarmi o potremmo farlo insieme- mi propose.
    Risi, in parte incredulo.
    -Te ridi si- disse lei con uno sguardo di sufficienza e si sedette sul letto sfilandosi la canotta e i pantaloncini senza pensarci minimamente. Rimase nuda e poco dopo si girò verso di me. Era magrissima, veramente senza curve.
    Non scherzava affatto, mi aveva appena fatto esplodere il cuore, lo avevo in bocca.

    Era visibile illuminata dalla luce che entrava dalla finestra e i suoi occhi azzurri mi fissavano fermi.
    -Scendi?- chiese.
    Ed io... Scesi.
    Mi guardava mentre mi toglievo i pantaloni del pigiama e sorrise guardando il mio sesso eretto.
    Restammo uno davanti all'altra, era la prima ragazza mia coetanea con cui condividevo qualcosa di intimo.
    Avrei dato l'anima per farglielo mettere in bocca come faceva Matteo. Era così vicina che sarebbe stato un attimo.
    Invece si sdraiò e iniziò a menarsela a gne socchiuse. Era eccitante da morire guardarla mentre si mordeva il labbro inferiore. Mi appoggiai al suo letto e iniziai a segarmi anche io. Verso di lei.
    Mi guardava ansimante. La guardavo eccitato alla follia.
    Si girò verso di me con tutto il corpo.
    Era davanti a me, a gambe aperte mentre si masturbava con due dita infilate dentro.
    Era pazzesco, solo l'anno prima avevo fatto sesso con Maria ma Alessia... Alessia era lì e più vicina a me di quanto non fosse la mia "Maestra".
    -Lo vuoi appoggiare?- chiese lei a occhi strabuzzati.
    -Si- dissi e facendomi sopra di lei gli veci sentire la cappella sulla sua soffice, bollente e madida carne. Le si dipinse in faccia un grosso sorriso mentre muovevo il mio glande su di lei. Lo feci sgusciare dentro e la guardai fissa.
    Lei mi fissava tesissima.
    Lo spinsi ancora.
    Lei trattenne il fiato guardandosi.
    Ancora due millimetri. Lentissimo.
    Emise un flebile lamento e io...
    Lo cacciai fuori con uno scatto fulmineo mentre godevo mugugnando.
    Spruzzi di seme violentissimi le inondarono la pancia, il petto, il pube, restai in piedi con la fronte appoggiata al letto sopra di lei mentre colavo sul pavimento con il sesso pulsante come non mai.
    Ci fissammo a lungo
    Lei bestemmiò a bassa voce.
    Si toccò il seme e se lo portò al naso.
    Bestemmiò ancora.
    Se lo spalmò co una unica manata sul petto.
    Bestemmiò nuovamente.
    -Non hai schizzato anche dentro vero?- chiese. Ed io scossi la testa.
    Bestemmiò ancora mentre la guardavo. Aveva il sorriso stampato in faccia. Era fomentatissima.
    Non si pulì, ci mise sopra il pigiama, non dicemmo una parola ma ci infilammo a letto. Passarono due minuti e stavo per prendere sonno quando qualcuno si affacciò nella stanza.
    Nessuno si mosse.
    Non ho mai saputo chi fosse.

    Il giorno dopo trascorse normalmente, ma qualcosa si era sbloccato tra di noi, eravamo diventati grandi amici e ci divertimmo tutto il giorno nei prati e al fiume combattendo con spade improvvisate di legno.

    La sera tornammo a letto ma lei mi raggiunse molto dopo impegnata con uno dei nostri cugini al Nintendo in salotto.

    Mi svegliarono le sue mani. Da oltre la sponda del letto mi aveva tirato fuori l'uccello e intimandomi il silenzio mi segava rapida rapida. Non era per nulla piacevole, non era come Matteo, Matteo era un maestro. Alessia era imprecisa, rude, sbadata e quando venni fu quasi un sollievo. Era come se andasse di fretta. Sorrideva.
    Io ansimavo.
    -Tocca a te- mi disse. Il mio cuore esplose.
    Scesi dal letto dopo essermi pulito con dei fazzolettini che tenevo li e mi fece segno di raggiungerla sul suo. Si sfilò calzoncini e slip, allargò le gambe e io non usai certamente le mani.
    Affondai la faccia in lei.
    Non fu piacevole.
    Era come leccare e succhiare una saponetta. Amara, acida, dal forte odore di Marsiglia. In breve però me ne dimenticai perché lei era letteralmente impazzita. Soffocava i gemiti col cuscino e si agitava tutta. Quando venne si tirò dritta e mi baciò con grande violenza, tanto da scheggiarmi un incisivo.
    Di nuovo non dicemmo una parola e ci coricammo ma lei di tanto in tanto ridacchiava.
    Il giorno dopo restai da solo perché lei andò con gli altri zii e io con i miei da una zia del paese vicino. Ogni volta che ci ripensavo mi diventava di marmo, era assurdo, nessuno ci avrebbe mai creduto se lo avessi raccontato.
    La sera tornammo che lei era già a letto. Russava addirittura.
    Mi misi a letto sperando che mi svegliasse ma non fu così.
    Il giorno dopo ripartimmo come al solito, la mattina giocammo col Nintendo ma io non riuscivo a non fissarle il seno, il pube, iniziavo a desiderarla un po' troppo. Lo notò bene e ridacchiò quando ci incrociammo con lo sguardo.
    Il pomeriggio i miei e i suoi andarono al fiume a prendere il sole ma decisero di lasciarci in pace dato che giocavamo a Monopoli con la sorella più grande. Inutile dire che tipo sei secondi dopo che partirono Elisa si alzò.
    -Bon- disse -Io vado- fece alla sorella -facciamo come al solito- Alessia fece segno di ok e la guardò uscire. Poco dopo partì con il motorino e in me salì l'ansia.
    -Dove va- chiesi
    -Dal moroso- disse Alessia -Di solito vengono qui e vanno giù alla serra ma oggi starà da lui-
    Io tirai i dadi.
    -Ieri con Alfonso- nostro cugino -Abbiamo quasi scopato- mi disse mentre in me il respiro si strozzava -Ma è venuto subito- mi disse mettendosi una mano in tasca e mostrando un preservativo -Me ne sono fatta regalare uno- spiegò -Staremo insieme due mesi praticamente. Ti va?-

    Mi alzai e andando da lei iniziammo a pomiciare durissimo. Non ricordo in che modo ma ci ritrovammo nudi per terra, sul tappeto a masturbarci l'un l'altro. Non usammo il preservativo, venimmo in contemporanea poco prima di sentire il motorino di Elisa rientrare. Ci rivestimmo di tutta fretta e feci una pessima figura quando mentre svagavamo tantissimo davanti la TV Elisa mi mise in mano il preservativo che Alessia aveva dimenticato sul tavolo. Lo fece ridendo ma io lo feci in modo molto nervoso.
    La sera fuori a pizzerie con le famiglie.
    Ci coricammo ma non facemmo nulla.

    Dovetti aspettare parecchio prima di consumare seriamente. Due settimane di pomiciate selvagge, seghe e ditalini con Alessia. Mi diede anche un paio di baci sul glande ma no. Nulla più. Ebbe le sue cose quindi tutto divenne tabù e infine ci trovammo al mare dove iniziò a frequentare uno dello stabilimento dove stavamo, molto più grande di lei. Ci usciva tutte le sere e una sera la seguii anche, mosso da sincera gelosia e la guardai scopare sulle sdraio.
    Fu meccanico e freddo.
    Arrivarono li, si baciarono, lei si sdraiò, lui gli si fece sopra e bim bum bam fine.
    Mi segai guardandoli solo perché mi ero eccitato da morire. Si separarono abbracciandosi e fine. Me ne andai mogio in sala giochi. Cambiai 2000 lire e mi dedicai ad Altered Beast e sapete chi mi comparve alle spalle poco dopo?
    Elisa.
    Aveva un fisico più slanciato della sorella, più morbido e definito, i capelli castani mossi e gli occhi bruni. Il seno era alto, sostenuto, a punta, piacevole e credo intorno alla terza.
    -Doppio?- mi chiese
    Sorrisi e iniziammo.
    Finimmo il gioco esultando, ci abbracciammo galvanizzati. Passammo a Toki e non riuscendo più di tanto uscimmo.
    -Torniamo in pensione?- chiesi.
    -Si, facciamoci una passeggiata- mi disse andando verso il lungo mare. Camminavamo sul bagnasciuga parlando di videogiochi.
    Ad un certo punto lei si sedette in terra, sulla sabbia.
    Io le feci compagnia.
    -Dà, ma alla fine hai fatto con Alessia?- ridendo.
    -No- risposi.
    -Ci credo- mi disse -Ha iniziato a uscire con Alfonso, che stronza-
    -Ma no- gli dissi -Si vede che gli piace-
    Elisa rise.
    -No fidati, so solo soldi e poi si, sarà figo ma in due settimane gli ha regalato un orologio, il braccialetto, una cavigliera... Capito no?-

    Risi io scuotendo la testa e lei mi baciò. Era dolcissima, calda, passionale, ebbe un sussulto quando affondai la mani sul suo seno, mi riempiva la mano, mi accolse su di sé, tra le sue gambe, le scoprii il seno, le massaggiai il sesso da sopra gli slip di pizzo. Si muoveva ritmica gemendo mentre io mi lasciavo trasportare.
    -Lo facciamo?- chiesi.
    -Lo hai con te?- chiese
    Io annuii e lei lo fece a sua volta.
    Indossai il mio primo preservativo senza troppe difficoltà, il Control ovale con la carta bianca. Non ci spogliammo. Certo, lei fini di scoprirsi il seno restando a petto nudo e sfilandosi gli slip da sotto la minigonna di jeans ma io praticamente restai vestito calando solo i pantaloni.
    Mi feci sopra di lei e lei mi guidò con una mano.
    Aveva il seno venoso, duro, con capezzoli piccoli e scuri.
    Entrai in lei con una facilità disarmante e inizialmente non sentivo assolutamente nulla, era troppo eccitata, si lasciava trasportare gemendo, a lei stava piacendo, a me un po' meno.
    Continuavo a pensare ad Alessia.
    Credo che venne ad un certo punto perché si strinse a me gorgogliando e iniziò a stringersi, iniziando a fare sentire qualcosa anche a me.
    Rideva cristallina mentre le stringevo i glutei.
    -Madò che stallone- mi diceva ridendo. Ci credo... Ero già venuto un'oretta prima, ora stavo a cannone. Volevo godere pure io ma lei era così bagnata che pareva impossibile.
    Mi passò sopra rotolandoci, mi cavalcò mentre le strizzavo il seno e giocando con i capezzoli duri ed eretti.
    Venne di nuovo e mentre mi si faceva addosso stringendomi iniziai a sgroppare io trattenendola per i fianchi. Stavo per venire anche io...
    Urlacchiò quando venni e iniziammo a ridere.
    -Alessia si è persa tanta roba- mi sussurrò.

    Non ricordo cosa facemmo dopo ma pochi giorni dopo tornammo a casa.
    Ci credete che ho buttato la carta di quel preservativo pochi mesi fa? Lo avevo tenuto.
    Col nuovo anno scolastico, il terzo anno, sarei entrato in un giro molto torbido.
    E non vedo l'ora di raccontarvelo.
     
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    Molto bello
     
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