Solo un morso

x Raven

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    Il fuoco non purifica, annerisce.

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    Non di rado gli insegnanti della Justice Gakuen organizzano delle lezioni con "classi allargate", ovvero prendendo più ragazzi senza preoccuparsi troppo del periodo di iscrizione o la fascia di età, solo per farli interagire tra di loro il più possibile e suscitare rivalità o più semplicemente organizzare una lezione stimolante nel vero senso della parola. Tutti alla Gakuen sanno che questo genere di eventi finiscono quasi sempre con lo scoppio di un confronto diretto, che può spaziare dallo scontro tra due studenti a una vera e propria battaglia campale tra due se non più squadre. Probabilmente, quando la professoressa Hachi si era presentata con questa notizia davanti al gruppo di Gabriel, l'idea di tutti era stata proprio questa: entrare in palestra come un gruppo unito, pronti a fare squadra per poter imporre la propria supremazia sopra alla classe che si sarebbero ritrovati davanti. Forse in un certo senso non stimolava solo la rivalità, ma anche il gioco di squadra. Non era poi così negativo da immaginare.
    Niente dimostrazioni di forza eccessive... non voglio vedere nessuno andare in berserk o iniziare ad ammazzarsi solo per infliggere qualche danno all'altro. Le ferite trascurabili sono concesse, ma se dovete iniziare a tagliare tendini e braccia solo per una lezione di sparring vi porterò in isolamento. Prima della forza serve la disciplina...
    La professoressa Hachi sembrava severa ma per quanto tentasse di dimostrarsi distaccata, era ovvio che in realtà stava imponendo quelle limitazioni per proteggere i ragazzi senza darlo a vedere. Ne aveva visti di scontri come quelli e non voleva che la situazione degenerasse per qualche scaramuccia troppo infiammata. Elencava regole e nozioni mentre muoveva lunghi passi su quel corridoio che portava verso la palestra designata a quella lezione, Hachi era una donna altissima con il collo lungo e le forme tanto sinuose quanto slanciate, più che sufficienti per mettere in soggezione chiunque si trovasse alle sue spalle. Il suo discorso però non fece altro che accendere ancora di più gli animi di tutti i presenti, determinati a mettere la prima tacca sulla loro pietra delle vittorie. Quando le porte della palestra si spalancarono, però, lo spettacolo che si ritrovarono davanti fu decisamente diverso da ciò che ci si aspettava. La palestra non era particolarmente grande, era una di quelle stanze contenute dedite unicamente a fare da punto di simulazione per un combattimento. Niente armi, niente equipaggiamenti particolari, solo un tetto alto e molto spazio sopra al pavimento rinforzato. Sulla parete opposta a quella di entrata c'era una discreta pila di ragazzi svenuti accatastati uno sull'altro intenti a formare una sorta di panca umana, non erano feriti gravemente ma risultavano malconci, come se qualcuno li avesse pestati senza pietà. L'intera classe "avversaria" era stata messa KO prima ancora di iniziare la lezione, lasciando tutti basiti, con l'eccezione di una persona soltanto ovviamente. L'artefice di quel massacro.
    K-kaguya... ma...? Ma che hai combinato?
    Su quella pila di giovani guerrieri sconfitti, troneggiava una figura femminile dall'aria annoiata che sembrava intenta a riposarsi pacificamente usando quell'insolito materasso umano come sedia e la parete alle sue spalle come schienale. La ragazza aveva una carnagione scura e l'aria rilassata, nonostante apparisse tutt'altro che minacciosa e pericolosa sfoggiava un corpo estremamente allenato, questo era evidente dalle lunghe gambe muscolose completamente nude, e le fasce rosse che stringevano le braccia definite delicatamente adagiate sul suo ventre. Indossava una camicia bianca sbottonata all'altezza del petto che quasi scopriva del tutto il suo armonioso seno, ma che tenuta in quel modo era abbastanza lunga da arrivarle fino ai fianchi, scoprendole quella parte del corpo che sembrava altrimenti nuda. Sulle spalle portava una giacca bianca che appariva qualche taglia più grande del normale, e nascondeva il volto assonnato dietro la visiera di un cappello a due punte, tirato in avanti per non farsi infastidire dalla luce artificiale sopra di lei. Appena la nuova classe arrivò, Kaguya alzò lentamente il capo per osservare la situazione, dandosi un piccolo colpetto alla visiera con l'indice. I suoi occhi erano di un rosso sanguigno, sembravano mossi da una forte sete e una discreta sufficienza. Si soffermarono su tutti i presenti ma senza cambiare minimamente espressione.
    I miei compagni hanno deciso di farmi uno scherzo... mi hanno strappato le mutandine. Non credo di averlo capito, ma poi è stato divertente in effetti.
    Con un tono di voce molto basso, Kaguya aveva riassunto molto bene ciò che era successo pochi attimi prima. Questo spiegava anche come mai quella camicetta bianca era indossata in maniera tanto strana e provocante: con un solo movimento di troppo avrebbe potuto rivelare le grazie nascoste sotto le sue gambe incrociate, oppure far saltare fuori il suo giovane e morbido seno dalla parte alta della camicia, ma per il momento era pressoché del tutto coperta. La lezione stava per prendere una piega insolita.
     
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    La giornata non era iniziata nei migliori dei modi, non per Gabriel almeno. Aveva già appurato di avere qualche sorta di maledizione addosso, che andava a provocare qualche brutta situazione. Spesso però lo chiamava semplicemente “sfiga colossale”. Ovviamente tale sfortuna è cominciata con una colazione non soddisfacente- siccome era arrivata in ritardo alla bancarella che dava le sue crepes preferite- e come se non bastasse- ebbe la grandissima sfiga di dover comprimere in 40 minuti l’allenamento che aveva quasi saltato con Gin. Non ne era esausta- fortunatamente ci erano andati leggeri visto che era mattina- ma sapeva che la lezione seguente- nei giorni seguenti- sarebbe stata massacrante. Per questo arrivò in ritardo alla spiegazione della lezione, e per questo adesso era estremamente confusa- anche perché dal dietro non riusciva esattamente a vedere che diamine succedeva nella classe, vista la sua misera altezza. Cercando di apparire il più calma possibile- e come se non fosse arrivata giusto nel momento in cui la professoressa parlava, chiedendo cosa fosse successo- Gabriel si sarebbe asciugata la guancia velocemente- ascoltando il leggero vociare. “Piccoletta con le braccia incrociate” era il nomignolo che stava venendo detto in giro- solo che, come di consueto, non si era minimamente informata su chi potesse essere. Tentò di allungare il collo per vedere oltre le spalle dei suoi compagni- ma come riusciva la professoressa ad avere un collo così lungo? Aveva qualche affiliazione ai rettiloidi? Oppure era solo il suo corpo così- si stava distraendo! Forse anche in modo involontario- Gabriel andava a spiccare tra la massa. I colori autunnali, i capelli brillanti di un colore biondo- la facevano spiccare come una lampadina in mezzo a una stanza buia. Indossava dei pantaloni lunghi- tipici di una tuta d’allenamento molto stretta- ma sopra d’essa erano stati messi dei pantaloni di lino dal colore rosso scuro- Mentre attorno torso, una maglia abbastanza larga che nascondeva le sue forme dal colore nerastro- e sopra di esso un haori dal colore grigiastro che sfumava verso l'arancione verso le maniche, indossato però per metà- con la manica e il lato sinistro che cadeva in modo casuale lungo la sua figura. Una fascia intorno ai fianchi sempre dal colore rossastro scuro. Intorno agli occhi- un trucco leggero dal colore rossastro- mentre attorno le orecchie erano presenti diversi piercing di diverso tipo, così come la sua spada era ben fissa intorno la vita. Probabilmente a un primo sguardo sarebbe pure potuta passare per uomo- visto come la maglia e l’haori non andavano minimamente a dare giustizia al suo corpo- ma non era mai stata così tanto famosa per la sua capacità del vestire. Anzi- si stava facendo una certa nomea per via dei suoi allenamenti con Gin, le sue uscite con Rengoku - con cui era amica, per giunta! Che cosa assurda- e per non parlare di tutte le cazzate che faceva e che la portavano in infermeria. Fatto sta che quando fece per infilarsi meglio nel gruppo- si infilò quasi come un ratto- o un serpente? per come sinuosamente si muoveva tra i vari corpi- fino ad arrivare quasi in prima fila- e osservare. I suoi occhi andavano quasi a penetrare ogni singolo punto della stanza- per poi concentrarsi su di Kaguya.
    Beh- se mi permette di dire- non ha torto. Alla fine non è che siano messi così gravemente- alla fine se la sono cercati loro nel fare una cosa simile- ma piuttosto- uuuh… Professoressa, sono arrivata in ritardo e ho mancato completamente la sua spiegazione iniziale- però se dobbiamo fare una lezione di gruppo come possiamo farla quando ci sta una disparità numerica così grande tra due classi?
    Forse non avrebbe dovuto parlare- far finta di essere sorpresa o rimanere con la bocca aperta come tutti- ma in verità non le interessava granché- anzi, se la lezione saltava era ancora meglio! Alla fine era capitato anche a lei di essere molestata- e quindi poteva comprendere le azioni di Kaguya. Anzi, forse ci era andata anche un po’ troppo leggera. Se la lezione saltava, magari poteva parlarle? Fatto sta- che come suo solito- non riusciva a tenere la bocca chiusa e una volta aperta finiva per parlare come una macchinetta del caffé. In ogni caso, con la mano sinistra alzata come ad aspettare di venir scelta per parlare- e parlando nel mentre- forse dava un po’ troppo nell’occhio. Eppure nonostante ciò il suo sguardo in verità era più attirato dalla figura di Kaguya- che sopra le carcasse di coloro che hanno tentato di rubare un tesoro sono finiti per perire miseramente- sembrava aspettarli. Perché la cosa andava a provocarle un certo entusiasmo? Forse, in verità, solo la presenza di Gabriel poteva portare caos all'interno di una lezione. E al momento, nella scuola, solo un professore era riuscito a contenerla abbastanza a lungo per permettere delle lezioni normali. Almeno, in quelle di pratica.
     
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    Quando Gabriel si fece avanti per chiedere cosa stesse succedendo, tutti i suoi compagni fecero un passo indietro, ammucchiandosi sulla porta d'entrata facendosi quanto più piccoli possibile. Dal loro punto di vista quella "differenza di numero" non significava niente, dato che vedevano chiaramente quanta gente era finita priva di sensi sotto gli attacchi di Kaguya, e lei era a malapena annoiata dalla cosa. Gabriel si ritrovò quindi davanti a tutti, con di fianco la professoressa Hachi che sospirò rumorosamente, portandosi una mano sulla fronte con aria frustrata. Era evidente che nessuno di quei ragazzi voleva affrontare una testa calda come Kaguya, eccezion fatta forse per quella novellina che non aveva neanche capito cosa stava per succedere. La reazione più curiosa però fu proprio quella di Kaguya: non aveva visto fino a quel momento Gabriel, nessuno dei suoi compagni aveva attirato la sua attenzione lasciandola praticamente indifferente a sonnecchiare su quella pila di corpi svenuti. Ma quando l'angioletta si fece avanti, i sensi di Kaguya si fecero molto, molto più attenti: era piuttosto raro vedere una creatura dal sangue così puro tra le mura della Gakuen e la vampira ne sentì l'odore immediatamente. I suoi occhi si sgranarono e si accesero di un bagliore sanguigno, fortunatamente aveva metà del cappello sullo sguardo, altrimenti tutti avrebbero notato quel cambiamento di espressione. Durò solo un attimo e riuscì a mantenere la sua aria indifferente, ma un brivido sulla schiena e gorgoglio nelle viscere gli avevano acceso la fame. Anzi, per essere più precisi la sete. Con un movimento rapidissimo e fluido, Kaguya scivolò dal suo indegno trono per mettersi finalmente in piedi, tenendo lo sguardo relativamente basso e la visiera del cappello ancora bassa sugli occhi, sempre per nascondere quella mostruosa pulsione che si era accesa dentro di lei.
    Sembra che qui non voglia combattere nessuno con me. Me ne vado, prof, così magari mi cambio anche.
    Iniziò a camminare, ma quando arrivò al centro dell'arena Hachi si piantò di fianco a lei, piazzandole una mano a palmo aperto all'altezza del volto. La differenza di altezza era notevole quindi Kaguya risultava in svantaggio, almeno in apparenza. Kaguya digrignò i denti, lasciandosi sfuggire un rumoroso "tsk!". Non aveva paura di combattere, anzi non le dispiaceva affatto l'idea, ma sentire l'odore di un sangue così delizioso l'aveva risvegliata e Kaguya odiava profondamente cedere alla sete, non voleva finire col picchiare qualcuno solo per poterlo mordere mentre era debole, per questo voleva andarsene. Ma la professoressa dal lungo collo non era affatto d'accordo.
    Toglietevi dalla testa l'idea di saltare la mia lezione. Finché non combattete, resterete bloccati qui.
    Kaguya alzò finalmente lo sguardo, scoprendo gli occhi dalla visiera e fulminando tutti, compresa Gabriel. I ragazzi sulla porta fecero un ulteriore passo indietro, terrorizzati, mentre al di fuori di Hachi Kaguya e Gabriel restavano praticamente da sole, una davanti all'altra. La camicia di Kaguya copriva a stento le sue vergogne, ma lo faceva abbastanza bene da non lasciar vedere né la sua femminilità né i suoi capezzoli in un delicatissimo equilibrio aiutato anche e soprattutto dalla giacca sulle sue spalle.
    Vogliono proprio farci combattere a tutti i costi. Non ti dirò di farti da parte ma sappi questo... io mordo.
    Il tono di voce di Kaguya era rimasto basso e quasi atono per tutto il discorso, ma si poteva percepire una velata minaccia in quelle parole, anzi per essere più precisi si trattava a tutti gli effetti di una promessa.
     
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    In parte concordava con Kaguya. Se lei si allontanava, forse poteva parlarle da sola e cercare di ingaggiare in qualche discussione interessante- forse in un modo molesto visto come era lei- ma meglio di niente! L’attenzione dell’angioletta era interamente presa dalla professoressa e da Kaguya, così tanto che non si accorse di come i suoi compagni sembravano aver deciso di fare alcuni passi all’indietro- allontanarsi e metterla quasi in “mostra”. L’unica cosa che sembrò contrariare in quel momento la piccoletta, fu come la professoressa sembrava intenzionata nel farli combattere- al che avrebbe corrugato le sopracciglia in modo accigliato e confuso. Abbassando lentamente la mano- che fino a quel momento aveva tenuto su, rivolse lo sguardo verso di vampira- e alle sue parole- guardando di scatto dietro di lei.
    Eh- Che codardi-!
    La vocina di Gabriel sarebbe stata un verso soffocato- vedere i propri compagni terrorizzati e che lasciavano lei di fronte- una novizia- ma chi prendeva in giro. Era meglio così. Sbuffando, rivolse il suo sguardo un’ultima volta verso la professoressa- ed in seguito verso di Kaguya- e senza una reale esitazione o paura rivolgersi verso di lei. Dentro lo sguardo della biondina si poteva intravedere una certa esaltazione, come se non vedesse l’ora di darle- e di prenderle.
    Mordere? Non sapevo avessi queste perversioni, ma le accetto volentieri. Potrebbe essere divertente.”
    Non senza una provocazione, ovviamente. Non sapeva cosa esattamente Kaguya fosse, ma la sua presenza oscura tirava i fili giusti dentro il suo corpo e la sua mente- chiedendo e ordinandole di affrontarla. E chi era lei per bloccare tali desideri? I brividi lungo la schiena non terminavano, ma non per questo era una bruta.
    Quali sono le regole, professoressa? Possiamo usare armi? Abilità?
    Fremeva dal partire- nel non ascoltare e divertirsi. Era palese come le regole non le piacessero, che se avesse potuto le avrebbe rotte- ma che probabilmente grazie alle lezioni con uno specifico professore aveva ridotto le proprie scorribande e aveva cominciato ad ascoltare di più. Anche se non lo dava molto a vedere per come i suoi occhi danzavano sulla figura di Kaguya- la curiosità che la divorava. Cosa poteva andare storto, dopotutto?
     
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    Nome partecipanti: Kaguya VS Seraphine Nagai
    Livello partecipanti: 2
    Energia partecipanti: Master VS BErserker
    Numero di partecipanti: 2
    Livello del Potere: 2
    Abilità Fisiche G1: Tutte al 3
    Abilità Fisiche G2: Tutte al 4
    Tecniche Personali G1: Punishing Lash, Gnawing Blood, Vermillion Call, Dastardly Hunt, Ravenous Bolt, Gnawing Blood Ex, Vampire Gantlet, Defiant Mirror, Scorpion Feast, Step on you.
    Tecniche Personali G2: Surudoi hikari, Shinto no kyoka, Hikaru dātsu, Mekakushi, Kaeri, Intermissionis, Disperge, Energia Interrupit, Madens Sanguine.
    Arti Magiche/Occulte G1: Ninjutsu #2,7,9,10 - Rinjutsu #1,2,5,8,9 - Aitromanzia #1,4,9,10,11,15,20
    Arti Magiche/Occulte G2: Ninjutsu da 1 a 20 - Rinjutsu da 1 a 20 - Juinjutsu da 1 a 20
    Armi & Equipaggiamento G1: Kamen: Phantom Pain, Kageryu: Calamity Breakers.
    Armi & Equipaggiamento G2: Cruel Oath.
    Luogo: Palestra da allenamento: un quadrato di 10 metri per lato con un'altezza di 5 metri. L'illuminazione viene da una fila di finestre artificiali che circonda la parte più alta della stanza, in particolare gli ultimi 60 cm di altezza prima del soffitto. Sono costruiti in modo da proiettare luce naturale, ma sono artificiali. La parete sud ha un grosso portone d'entrata alto e largo 2 metri, completamente occupato dalla folla, la parete nord è invece occupata in parte da una catasta di ragazzi tramortiti. Le pareti est e ovest sono coperte da delle scaffalature in materiale resistente simili a delle scale, ottime per appendersi, ma arrivano solo ad un'altezza di 3 metri. Il quadrato del pavimento è diviso in 3 parti: una zona esterne spessa solo due metri che finge da "limite" dall'area del combattimento, tutti sanno che uscire dalla zona principale e finire qui si traduce in una sconfitta. Infine la parte centrale, un disco di solo mezzo metro al centro del quadrato di battaglia, dove si trova Kaguya.

    Kaguya inclinò il capo da un lato nel sentirla parlare di "perversioni", evidentemente non aveva capito a cosa la sua potenziale avversaria stesse alludendo, ma non importava. Al momento la cosa che più le premeva era dare un senso a quel confronto forzato a cui Hachi le stava sottoponendo, quindi appena la professoressa si preparò a rispondere alla domanda di Gabriel, Kaguya alzò la voce quel tanto che bastava per zittire tutti gli altri.
    Le regole le decido io.
    Un sibilo frustrato scivolò dalle labbra serrate a forza della professoressa, Kaguya sapeva come farsi rispettare anche dagli insegnanti, ma più che altro Hachi sapeva che se continuava a farle problemi di sicuro avrebbe smesso in ogni caso di darle ascolto, quindi rimase in silenzio. Kaguya quindi si voltò verso il mucchio di ex sfidanti storditi, rovistando tra di loro alla ricerca di qualcosa di utile.
    Niente armi letali, solo da allenamento. Poteri e arti magiche ammessi, ma con una limitazione...
    Kaguya si voltò verso Gabriel, lanciandole contro una spada da allenamento in materiale duro, più simile ad un manganello che ad una lama, ma perfetta per allenarsi. Lunga solo un metro e mezzo, guardia a croce, punta tonda. Ne prese due, una per entrambe, e con gli occhi fissi sulla sua avversaria iniziò a raggiungere il centro dell'arena.
    Una sola tecnica per colpo subito. Finché non sei in difficoltà, non puoi attivare tecniche. La prima che attiva 4 tecniche, che finisce fuori dal quadrato o che rimane a terra perde la sfida.
    aggiunto il centro, Kaguya incrociò le braccia al petto, se non fosse stato per la spada finta che faceva capolino dal suo seno, la giacca bianca sulle sue spalle l'avrebbe ricoperta quasi del tutto come un mantello. Era rimasta seria e imperturbabile per tutto il tempo, ma adesso che aveva definito le regole di quella sfida c'era uno strano bagliore nel suo sguardo. Una scintilla eccitata che forse Gabriel sarebbe riuscita a comprendere meglio di chiunque altro.

    CITAZIONE
    Status Fisico: Illesa.
    Status Psicologico: Calma, intrigata.
    Energia: 80/80
    Tecniche usate: /
    Potere: Inattivo
    Note:
    - Spada da allenamento impugnata
     
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    Alzando un sopracciglio nel vedere la professoressa zittita- un ghigno si sarebbe presentato sul volto di Gabriel- che nell’ascoltare Kaguya andò a slacciarsi la cintura a cui era attaccata la propria spada- sapeva che se si esaltava troppo l’avrebbe usata, quindi toglierla era la scelta migliore- Infatti l’avrebbe tolta insieme all’haori e la maglia, rimanendo così solo con la tuta aderente superiore e i pantaloni di lino. Lanciandole in seguito vicino al muro alla sua destra, lontano da se stessa- e dai studenti dietro di lei. Avrebbe però preso al volo la spada lanciatale da Kaguya con la mano sinistra, sentendo tra le dita la pesantezza di essa e il come poteva muoverla.
    Capisco. Per me va bene. Non fare commenti sulla tuta, non è stata una mia scelta.
    Avrebbe detto, un sorriso che andava ad aprirsi sul suo volto nel mentre che anche lei si avvicinava al centro dell’arena- mettendosi di fronte a Kaguya e alzando giusto la testa per poterla guardare direttamente negli occhi. Con i loro sguardi che si incrociavano- un intenso brivido andò lungo la schiena di Gabriel- eccitazione nel suo sguardo. Per chi aveva un attento sguardo- poteva notare anche come la tuta stretta che indossava- per quanto comoda- mostrava la forma del suo seno e il vago disegno dei capezzoli. Il brivido della battaglia che incombeva, che stupendo!
    Non ti conosco ma tutti sembrano essere spaventati da te. La cosa non fa altro che elettrizzarmi. Colpiscimi come più ti aggrada.”
    E se da una parte quella parola poteva sembrare arrogante… non lo era. Lo sguardo di Gabriel era ben chiaro. Voleva vedere quanto la ragazza di fronte a lei fosse forte, e mettere al limite le proprie di capacità. Si mise però in guardia- non sembrava voler essere la prima a fare la prima mossa. Sembrava più interessata a vedere come Kaguya avrebbe agito. Mettendo solo la gamba dietro di lei- così da darsi supporto- e quasi offrendo di poco il fianco destro a Kaguya- rimanendo a poco più di mezzo metro distante da lei. La spada nella mano sinistra, l'elsa stretta forse più del necessario e con la punta di essa rivolta verso l'esterno. La mano destra invece presentava il palmo aperto, con le dita che sembravano fremere dall'essere mosse.







    Status fisico
    Illesa

    Status Psicologico
    Eccitata

    Energia
    100/100

    Tecniche attivate questo turno
    ///

    Tecniche attive
    ///

    Potere
    Non attivo

    Note
    - Cruel Oath vicino al muro a east.
    - Spada da allenamento impugnata nella mano sinistra.




     
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    Quando Gabriel si mise in mostra con la sua bella tutina aderente, Kaguya non cambiò espressione ma nei suoi occhi si vide chiaramente una certa pulsione. Una sete difficile da controllare che quel corpicino all'apparenza fragile e minuto aveva stuzzicato in maniera più che chiara. In quel momento sembravano proprio due lati della stessa medaglia: lei perfettamente coperta, ma del tutto aderente, e Kaguya invece con roba vistosamente fuori misura e mezza nuda, ma per ora non ancora rivelata. Finché teneva le gambe relativamente strette, la camicia avrebbe coperto anche la parte inferiore del suo corpo, rimasta nuda. E non sembrava avere intenzione di cambiare la cosa. Kaguya infatti attese che la sua avversaria si mettesse in posizione e, visto che erano così vicine, non provò nemmeno ad attaccarla: utilizzò la spada di legno che aveva in mano come una sorta di bacchetta, tenendola stretta tra le dita e con l'indice morbido verso la guardia, sollevandola col preciso scopo di piantarne la punta sopra al capezzolo di Gabriel, quello alla destra di Kaguya. Aveva intenzione di pungerlo e spingerlo così da strapparle un gemito o una reazione più vistosa, restando immobile e col corpo chiaramente rilassato, dava l'idea che non si stesse preoccupando minimamente di un possibile attacco in arrivo, voleva solo provocarla senza dire assolutamente nulla. Perfino lo sguardo distante e neutro di Kaguya non era rivolto verso Gabriel, ma fissava quei capezzoli tesi in bella vista sotto la sua tuta attillatissima, con aria vagamente dispettosa.

    CITAZIONE
    Status Fisico: Illesa.
    Status Psicologico: Curiosa.
    Energia: 80/80
    Tecniche usate: /
    Potere: Inattivo
    Note:
    - Spada da allenamento impugnata
     
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