Lo zucchero delle fate

x Ludmilla

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    Quando la globalizzazione prende il sopravvento, l'interesse della maggior parte delle persone si sposta verso attrazioni più grandi e pubblicizzate. Non deve essere necessariamente qualcosa di rinomato o unico, basta che sia sulla bocca di tutti e si riempiono le strade delle città, i corridoi di giganteschi capannoni e soprattutto le casse di chi organizza simili festività. Ma quantità e fama non sono sinonimo di qualità. Il grande festival della cioccolata e la fiera dei dolci che si sono tenuti nello stesso anno prima a Roma e poi a Kurayami non erano poi niente di speciale. Uno come Lotor non si sarebbe mai accontentato della mediocrità di simili eventi per potersi dire soddisfatto, e iniziò presto a pensare che se voleva davvero partecipare ad una festa dove il suo palato pazzo per i dolci sarebbe stato in estasi, avrebbe dovuto scavare a fondo. Decise di affidarsi allora alle fiere più piccole, quelle circoscritte e meno famose, dove si appellavano più alle leggende e alle tradizioni che non ai nomi gonfiati e ridondanti degli invitati alle feste. Nella periferia di Londra, un piccolo paese rurale pubblicizzava senza grandi slogano una festa che portava il nome di "Zucchero delle Fate", una tradizione popolare che voleva festeggiare una ricorrenza in cui molti bambini poveri e senza speranza ricevettero la visita di un gruppo di fate che rese dolce tutto il loro cibo, anche le cose che normalmente non erano commestibili. La premessa era interessante, e bastava farsi strada per le strade del borgo per avere immediatamente un assaggio di quanto in realtà fosse interessante la fiera: intere bancarelle piene di dolci dalle forme più strane e curiose, alcuni sostituivano le porte delle loro abitazioni con tavole di cioccolata o zucchero cristallizzato modellati ad arte per somigliare a dei passaggi. Alcuni esponevano perfino delle piccole abitazioni completamente commestibili, e si vendeva di tutto in modo che fosse mangiabile, anche le cose più strane. In confronto ad un festival delle grandi città, sia le dimensioni che l'affluenza erano decisamente più ristretti, ma questo non significava che non fosse una grande festa, dato che occupava praticamente metà della piccola cittadina.
    Lotor era giunto lì al calare del sole, dove le luci della festa avrebbero reso molto più facile individuare i dolci più scadenti, ma rimase immediatamente affascinato dall'odore che riempiva le strade, e che gli fece capire di essere nel giusto luogo. Un odore dolce, ma non fastidioso, capace di incuriosire la sua bocca ma non di disgustarla. Era anche un bel modo per uscire dalla pesantezza di una grande metropoli, facendo quasi un salto nel passato, dove tempi e tecniche più semplici rendevano la vita meno monotona. Per l'occasione, Lotor aveva cambiato il suo vestiario usuale mettendosi addosso qualcosa di meno adatto al combattimento ma rimanendo comunque elegante: una giacca scura con motivi più chiari e la pelliccia rossa intorno al collo, una maglia e pantaloni abbinati di un nero molto scuro, seguiti da stivali del medesimo colore estremamente comodi. Portava al fianco una borsa a tracolla mezza vuota, dove si era ripromesso di custodire i dolci più interessanti per poterli portare con sé e scoprire dove poterne trovare altri una volta tornato a casa. Al suo fianco, ovviamente, c'era il fedele Rakhna che per certi versi era anche più eccitato di lui. L'oscuro passeggero di Lotor non era un fan dei dolciumi, ma non disprezzava di certo i sapori forti, e ben conscio che nessuno poteva vederlo in una situazione del genere avrebbe leccato volentieri ogni singolo dolce in mano ai passanti per poterne assaggiare tanto la dolcezza quanto il sapore della loro saliva. Anche Rakhna, a modo suo, sapeva essere un gran pervertito.
    Lotor avanzava a passo lento tra le bancarelle facendosi largo tra le strade del piccolo paese in periferia, prestando particolare attenzione a quelle che non si limitavano ad offrire il pasto, ma anche un servizio: non erano pochi infatti quelli che mettevano in palio i loro dolci per qualche gioco che sfidasse i più golosi e intrattenesse il pubblico, e l'apprendista stregone non si sarebbe di certo tirato indietro se avesse avuto l'occasione di cimentarsi in una sfida dove conquistare il suo premio con l'astuzia e ovviamente imbrogliando assieme a Rakhna.
     
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    Cassandra non era solita recarsi nei luoghi di festa dove accorrevano persone da ogni parte del globo, preferendo invece atmosfere più ristrette e particolareggiate, come aveva scoperto per la fiera di dolciumi in cui aveva deciso di recarsi. In realtà non era nemmeno grande amante dei dolci, li apprezzava, certo, ma essendo una ragazza teneva molto di più alla linea, quindi ci andava cauta. Il motivo principale per cui era lì era perchè aveva sentito che in una delle bancarelle era stata messa in palio una fiala contenente il leggendario "Zucchero di fata", capace di donare sapore a qualunque genere di materiale. Le interessava impossessarsene per poter creare un abito unico nella sartoria in cui lavorava, un abito edibile, ossia consumabile dall'acquirente. Molti potrebbero pensare che era una idea stupida e ridicola, ma quanti al mondo pagavano fior fior di quattrini per avere qualcosa di unico, anche se inutile? Un abito come quello poteva valere una fortuna e Cassandra non si sarebbe quindi lasciata sfuggire quell'occasione. Stava girando tra le bancarelle indossando un outfit abbastanza classico: una gonna lunga marrone chiaro, un maglioncino a maniche larghe di colore nero ed una borsetta in pelle rossa. Le gambe erano coperte da delle calze nere mentre ai piedi portava degli stivaletti di pelle. I capelli erano raccolti nelle due classiche trecce che la caratterizzavano, che spunatavano ai lati del cappello che la accompagnava, il Gardenium. Appena individuata la bancarella in cui era stata messa in palio la fiala, Cassandra non si sarebbe fatta attendere, precipitandosi verso di essa. Stranamente non era molto affollata, forse perchè la sfida per accaparrarsi il premio era troppo difficile? Possibile, dopotutto non era un ingrediente semplice da ottenere e probabilmente solo pochi al mondo sapevano realmente come poterne entrare in possesso. Cassandra si sarebbe informata sulla sfida, ottenendo informazioni precise e dettagliate, cosa che le faceva sperare di poter ottenere l'ambito premio, granzia anche all'aiuto del proprio cappello. Il gioco era semplice, a dirsi: sparare con un pistola a pallini contro delle sagome luminescenti a forma di fata che si trovavano vicino ad una parete distante circa 5 metri. Le sagome si muovevano in modo casuale e non troppo rapido, quindi la ragazza era più che speranzosa di potervi riuscire. Avrebbe quindi pagato la somma dovuta per avere 5 colpi, preparandosi subito per sparare il primo, scoprendo solo a quel punto l'arcano. La sagoma mirata sembrava quasi viva e appena prima che il proiettile la colpisse si sarebbe mossa di scatto con una rapidità impressionante, facendo fallire la ragazza, la quale sarebbe rimasta a bocca aperta. Probabilmente vi era un meccanismo dietro la parete che faceva muovere le sagome più rapidamente quando qualcosa di avvicinava a loro, rendendo in questo modo la vittoria praticamente impossibile. Una truffa bella e buona in poche parole. Ma fortunatamente Cassandra aveva le sue armi a disposizione e fortunatamente aveva ancora 4 colpi in canna. Poteva batterla solo un avventore capace di colpire 5 colpi su 5, ma nessuno ne sarebbe stato in grado a parte lei. Sicuramente aveva la vittoria in pugno.
     
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    Immerso nella ricerca dell'aroma giusto, Lotor prestò pochissima attenzione alle persone che lo circondavano, ben conscio che in caso di pericolo Rakhna lo avrebbe protetto senza fallo, permettendogli quindi di concentrarsi sulla sua personalissima missione. Il sibilo dell'oscuro passeggero però, non suggerì la presenza di un pericolo all'apprendista stregone, bensì qualcosa di molto più interessante. Alzando lo sguardo verso la spada dimensionale, Lotor si rese conto che Rakhna non era più intorno a lui, e si stava invece dirigendo verso una bancarella dal profumo particolarmente intenso. I sensi del ragazzo si fecero molto più affilati, tanto che involontariamente si ritrovò a muovere le orecchie a punta come se fossero delle antenne, un gesto automatico che quanto più spesso possibile tentava di nascondere dato che lo faceva sembrare stupido. Avvicinandosi mentre si faceva spazio tra la folla, Lotor iniziò a capire come mai c'era tanto interesse in quella direzione, e sbucato oltre i tizi più avanti nelle file, vide il suo fedele compagno orbitare intorno ad una figura femminile senza neanche sfiorarla, come se volesse metterla sotto lo sguardo di Lotor stesso. Gli occhi del giovane si fecero molto attenti, e cercò di capire cosa succedeva con i suoi sensi: vide il gioco, la facilità con cui poteva essere eseguito la banalità con cui veniva truccato. Per i sensi di un combattente era facile rivelare la truffa, ma molto più interessante sconfiggerla che non condannarla. Ed evidentemente anche la giocatrice sul palco la pensava esattamente come lui: piuttosto che arrendersi o infuriarsi con la partita, aveva deciso di truccare il gioco a sua volta, chiaramente era un'abile guerriera in incognito oppure una fattucchiera che sapeva il fatto suo, ma Lotor era un genio e per di più un adepto di Umbra, non si sarebbe lasciato impressionare con così poco. Anche perché, per quale motivo avrebbe dovuto impegnarsi? Certo era un bello spettacolo ma non vide nessuna ragione per intromettersi, anzi quella non era proprio la giornata di attirare l'attenzione su di sé. pronto ad andarsene, Lotor sentì di nuovo il sibilo di Rakhna che lo costrinse a prestare maggiore attenzione. Perché il suo oscuro passeggero lo stava indirizzando verso il premio? Quando la ragazza iniziò a esplodere i colpi della sua vittoria, Lotor capì: erano lì esattamente per lo stesso motivo.
    Parteciperò anche io.
    La sua voce ruppe il silenzio, si affiancò alla contendente originale impugnando la pistola giocattolo, voltandosi lentamente verso di lei per lanciarle un sorrisetto di sfida. Un classico: voleva farla innervosire con la sua proverbiale sbruffonaggine. E se la fattucchiera si sarebbe lasciata incantare da quello sguardo dannato, sarebbe stato molto più difficile rendersi conto di cosa stava per succedere. Il piano di Lotor era infatti molto più subdolo di quanto ci si potesse immaginare: fare un punteggio superiore a quello della ragazza rischiava di destare sospetti, quindi preferiva di gran lunga eguagliarlo. E come avere la meglio? Molto semplice: la ragazza poteva anche scoprire gli infantili trucchetti di un giostraio troppo furbo, ma non poteva né vedere né percepire Rakhna, l'arma segreta di Lotor. Mentre il ragazzo totalizzava i punti vincenti, Rakhna avrebbe agito come al suo solito, vibrando un preciso colpo di spada nella sua totale invisibilità, deviando l'ultimo colpo della sua avversaria in modo da condannarla ad avere un punto in meno, e perdere. La fattucchiera sarebbe stata perfettamente in grado di capire che la sua sconfitta non era stata determinata dalla furbizia del giostraio, né da un suo errore madornale. Sarebbe stato ovvio ai suoi sensi che qualcosa era intervenuto, ma non sarebbe stata capace di identificarlo chiaramente. L'unica spiegazione era dare la colpa al suo nuovo avversario, che avrebbe trovato nuovament erivolto verso di lei con un sorrisetto enigmatico stampato sul volto.
     
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    Vista la difficoltà ed il fatto che non vi fossero altri partecipanti, Cassandra sentiva già la vittoria in pugno. Dal cappello aveva fatto crescere una radice molto sottile, quasi invisibile ad un occhio non attento, facendole percorrere l'interno del proprio abito per poi farle pecorrere il terreno sino a dietro il meccanismo su cui si muovevano le sagome. La radice fungeva semplicemente da blocco per gli ingranaggi che muovevano quello stupido giochetto, impedendo che le sagome si muovessereo di scatto al momento opportuno. Tutto sembrava filare liscio, se non per un nuovo avventore pronto a partecipare a quella sfida. Inizialmente la ragazza non si sarebbe preoccupata molto, conscia del fatto che il suo avversario non avrebbe potuto fare molto. Ma quando lo vide colpire senza difficoltà la prima sagoma, lo sguardo di Cassandra si sarebbe appoggiato sulla figura appena arrivata, studiandolo con estrema attenzione. Non era una persona qualunque, era chiaro, e sicuramente stava imbrogliando anche lui, esattamente come stava facendo lei. Ma non riusciva a capire come lo stesse facendo. Da lì a poco la situazione sarebbe precipitata e la vittoria certa si sarebbe trasformata in una sconfitta inevitabile. Lo sguardo inizialmente curioso si sarebbe trasformato in pura rabbia e con passo deciso Cassandra si sarebbe avvicinata al suo avversario, battendogli l'indice destro sul petto.
    Hai imbrogliato! Non meriti di vincere questo premio, vattene via!
    Non si rendeva minimamente conto con chi aveva a che fare o chi stesse provocando, ne che in tutta quella situazione vi fosse una creatura invisibile tra loro intenta ad osservarla. Voleva quella polvere, doveva essere sua e non le importava cercare uno scontro o coinvolgere il presunto vincitore in una nuova sfida. Non si sarebbe arresa alla prima difficoltà, non in quel caso. Nel mentre il proprieterio della bancarella, intento a trattenere le lacrime, dato che il suo gioco era stato inevitabilmente rovinato, porgeva la boccetta della polvere di fate verso Lotor, il quale ora poteva ben decidere cosa farne e come controbattere all'accusa della sconosciuta.
     
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    Piantando l'indice sul petto del ragazzo, Cassandra avrebbe potuto notare come il corpo del giovane non si sarebbe mosso neanche di un centimetro, e anzi i suoi muscoli scolpiti risultavano evidenti al tatto, piacevoli anche solo da sfiorare. Un tocco che Lotor non fece nulla per impedire e anzi, si gustò come una sorta di ricompensa aggiuntiva per la sua vittoria, che lo portò ad allargare ulteriormente il suo sorriso. Sapeva che quella ragazza non poteva vedere Rakhna, ma il fatto che fosse riuscita comunque a capire che qualcosa non andava la faceva apparire molto sveglia, più che sufficiente per attirare l'attenzione di Lotor. Forse aveva trovato qualcosa di molto più interessante della polvere di Fata.
    Non so di che stai parlando...
    Commentò ad alta voce, facendo finta di nulla, mentre lentamente si avvicinava a lei per bisbigliarle qualcosa all'orecchio.
    In questo genere di giochi, vince chi imbroglia meglio...
    Disse sottovoce, in modo che lo sentisse solamente lei, per farle capire a sua volta che aveva intuito l'inganno, e che entrambi non erano persone normali. A quel punto Lotor tornò al suo posto, afferrando con decisione e fare arrogante la boccetta con dentro il suo premio. La rigirò tra le dita, fissandola soddisfatto, assicurandosi con una rapida occhiata che lo zucchero fosse autentico. Sorprendentemente, era davvero qualcosa di magico e fatato, non poté quindi fare a meno di chiedersi cosa cercasse una ragazza del genere da un simile tesoro. La risposta a quella domanda lo incuriosiva più di qualsiasi altra cosa, e mentre la scrutava dalla testa ai piedi con aria meditabonda, Cassandra avrebbe avuto la netta sensazione che quel giovane misterioso dalle orecchie a punta stesse esaminando con minuziosa attenzione. A quel punto la maggior parte del pubblico era tornata ai festeggiamenti e non si curava più dei campioni della bancarella, permettendo quindi a Lotor di assumere un tono normale assicurandosi di avere su di sé tutta l'attenzione della ragazza.
    Ma io sono uno a cui piacciono i giochi... quindi se ci tieni tanto: che ne pensi di alzare la posta in gioco? Solo io e te... il vincitore si porta a casa lo zucchero... e qualcosa in più.
    Non aspettò una risposta della ragazza, fece un passo all'indietro per staccarsi dal suo dito, senza però interrompere il contatto visivo. Le sventolò la boccetta davanti agli occhi per poi infilarla nella sua borsa, camminando prima all'indietro, voltandosi solo dopo qualche passo così da far vedere alla ragazza dove stava andando. Voleva allontanarsi dalla folla, prima di proporle il suo gioco. Non nascose lo sguardo malizioso e l'aura minacciosa mentre le parlava, per farle capire che aveva a che fare con qualcuno di potenzialmente pericoloso. Fidarsi di un tipo del genere era chiaramente l'ennesima prova di coraggio alla quale Lotor voleva sottoporla.
     
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4 replies since 7/11/2023, 06:50   41 views
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