[MISSIONE] Gotterdammerung

x Hina & Amy

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    Allontanarsi da Despia fu esattamente come tornare a respirare, come svegliarsi da un incubo che sembrava infinito. Subito i corpi smisero di essere martoriati dalla fatica e dalle maledizioni, e lo stress accumulato si trasformò in un fortissimo senso di sonno che investì un pò tutti, perfino Kain che venne rimesso "in piedi" dall'unica che sembrava ancora avere forze, ovvero Elimona che lo prese per le corna indirizzandolo nella giusta destinazione. Il terrificante castello alle loro spalle continuò ad incrinarsi senza però mai distruggersi completamente, restando come una sorta di monito impresso a fuoco nelle loro menti. Ma per stavolta, come se quella vittoria fosse un grido di speranza e di forza di volontà, avevano dimostrato di non essere delle semplici vittime nel cosmico disegno di chissà quale divinità crudele. Per stavolta, niente incubi, solo un meritato e lungo riposo.

    Epilogo



    Dunque... le mie informazioni ti sono state utili?
    L'ombra oscura di Vidocq, nascosto dal lacero manto viola e con la maschera a specchio sul volto, emerse dalle tenebre che avvolgevano Iwan, mentre quest'ultimo si fissava allo specchio, cercando di notare cambiamenti nelle molecole che componevano il suo corpo. Oramai era diventato abile nel capire anche i suoi stessi "meccanismi", e voleva essere certo di non riportare con sé qualche strano scherzo dal labirinto. L'apparizione di Vidocq non lo spaventò, ma si portò una mano sul petto dove aveva incastonato la gemma infuocata di Thestalos, per proteggerla. L'uomo delle molte lanterne però, non fissò neanche per un momento il premio di Nyarlathotep, più interessato alla sua esperienza che non a ciò che aveva riportato.
    Non importa se non hai il pugnale, a me serviva solo che tornasse nel Labirinto, non dovevi darlo a me. E non mi importa neanche della gemma. O meglio, non mi importa chi la possiede.
    Quale è il tuo scopo, Vidocq?
    Iwan lo minacciò con lo sguardo, fissandolo attraverso il riflesso dello specchio, senza però incrociare lo sguardo con lui.
    Posso darti molte risposte diverse, ma quello reale... non lo saprai mai. Diciamo che per ora posso dirmi soddisfatto... manca solo la tua parte.
    A quel punto Vidocq prese un'ampolla simile ad una piccola fiala allungata, dal contenuto piuttosto oscuro e saturo di energia. Era caratterizzato da alcune macchie verdi chiarissime, che lo contaminavano come se del buon caffè fosse stato mescolato col petrolio o qualcosa del genere. Iwan prese la fiala e utilizzando le sue abilità, strappò via dal fluido tutta la contaminazione, gettandola nel lavello davanti a lui come se fosse un liquido qualsiasi. Lo fissò con aria pensierosa, forse capendo che non era una buona idea gettarlo via in quel modo, ma non esitò minimamente pensando che le conseguenze sarebbero state utili. Una volta purificata la fiala, la restituì a Vidocq. Non era contento di aiutarlo, ma sapeva che doveva tenerselo buono per evitare guai.
    Molto obbligato. Posso chiederti cosa ne pensi? So che lo hai visto... non sarai uno di quelli che crede nel caso, no?
    Io non credo nel caso... io VEDO il caso. Ogni cosa è fatta di eventi casuali, quindi non credo in nessuna volontà superiore. Ma ammetto che vedere i riflessi dei monarchi... o meglio del loro potere, su quel rosone. Direi che è stato curioso.
    Il Labirinto non controlla ogni cosa, anzi scoprirai che è molto meno influente di quello che i suoi abitanti vorrebbero farti credere. Ma è un paziente osservatore, e le creature più scaltre e curiose prestano attenzione ad ogni ciclo che si ripete. Il Grande Buio interessa anche a loro, e sappi che... io faccio il tifo per voi. La tua padrona sarà felice di avere un obbiettivo chiaro. Posso consigliarti di iniziare... dalla più debole?
    Ben conscio che Iwan aveva capito perfettamente di costa stesse parlando, Vidocq lanciò nel lavandino davanti a lui una foto di famiglia che ritraeva un momento molto particolare: un selfie fatto da Gil Poltergeist in compagnia di sua sorella poco dopo che aveva partorito sua figlia. Stige Poltergeist aveva in qualche modo assorbito il potere di Raiza dopo che lo aveva sconfitto, e portava con sé qualcosa di prezioso tanto quanto la gemma che ora stava incastonata nel petto di Iwan. C'erano molti modi per ottenere quei poteri, dunque...

    Poco tempo dopo, tra le mura di Despia...



    Le grida disperate e blasfeme di quell'essere si allargavano per tutto il palazzo, trasformando la scalinata in cui si era sdraiato a terra in una sorta di orrenda fontana fatta di sangue. Il liquido sgorgava direttamente dalle sue orbite, così abbondantemente che sembravano quasi vuote. Era uno spettacolo raccapricciante da guardare, ma non ispirava tristezza, solo un dolore profondo, umiliato e ferito. A calpestare lo stesso sangue che sgorgava dai suoi occhi c'era Aluber, in ginocchio e prostrato a terra, sofferente e sconfitto, mentre lunghe spinte rosse si staccavano dalla sua schiena. Aveva tenuto dentro di sé il potere della lancia per troppo tempo, e ora ne stava pagando le conseguenze. Ma quel dolore non era niente al senso di umiliazione che Nariko e Syndra gli avevano fatto provare. Poi, improvvisamente, uno scalpiccio familiare lo fece rinsavire. Ma Aluber non poteva sentire, a renderlo all'erta fu quell'energia inconfondibile che usciva dalla lanterna verde dell'uomo che si avvicinava a lui.
    Perché... perché... perché mi hai abbandonato?! Perché non ti sei schierato??? Ho fatto di tutto per costringerti a scegliere ma tu... tu non hai fatto niente! A tal punto mi disprezzi?
    Sapeva di non poter sentire la sua risposta, quindi afferro con forza e quasi violenza la lanterna, per poter entrare in contatto con lui, macchiando quel metallo nero con il suo sangue, serrando e digrignando i denti, quasi ruggendo a bocca serrata, rivolto verso quella figura che ora, in maniera spirituale, prendeva "forma" davanti a lui.
    Mi credi troppo spietato se pensi che sarei capace di una scelta del genere, Aluber. Non avrei mai potuto scegliere, e non lo farò mai. Vi amo tutti, allo stesso modo. E amo la tua ambizione tanto quanto quella di Lotor. Ma non era compito mio interferire.
    Era per proteggere Syndra allora... non è così?! E' lei la tua preferita ora?! Rispondimi voglio sentirlo dalla tua voce! Dimmi la verità!
    L'energia di Thresh si fece così intensa da zittire non solo la voce di Aluber ma anche i suoi pensieri. Un modo per dirgli che adesso stava a lui parlare.
    Avevi un piano... avevi un disegno... quanto sarei stato crudele se fossi riuscito a prendermi anche solo una goccia del merito che cercavi? Non hai forse fatto tutto questo anche per impressionare me? Saresti stato davvero soddisfatto se a farti vincere fossi stato io? Oh Aluber... lo sento questo dolore, non posso essere furioso con te. Tu non sei arrabbiato con me... ma con te stesso. Hai fatto di tutto per raggiungere questo punto. Sei stato la puttana del Re Impiccato per tutto questo tempo... hai usato quel poco di umanità che ti era rimasta per brandire la lancia, andando contro tutto ciò che hai imparato, che volevi diventare, pur di ascendere. Ma tutto quello che hai ottenuto... è stato trovare un altro orfano, proprio come te. Un orfano dimenticato dal tempo, prezioso è vero... ma solo un orfano. Credo che tu abbia imparato la lezione Aluber. Il marchio che ti ha lasciato la strega di nome Nariko è un monito importante. Non lo dimenticare mai.
    Appena sentì il legame farsi più debole, Aluber si aggrappò con più forza alla lanterna, per tenerlo vicino a sé.
    Padre aspetta! Allora... allora se non sono destinato a diventare un Dio, significa che questo non è il mio posto...
    Aluber... a differenza dei tuoi fratelli, tu non sei né metà umano, né un Cenobita. Tu sei un nobile, come tutti loro. Questo non è il tuo posto, è vero... ma è la tua prigione. Dovrai fare molto di più che supplicare...
    A quel punto il legame si interruppe e Aluber tornò in ginocchio a ricoprire le sue stesse lacrime di sangue. Si era già sentito in quel modo, in passato... nelle stesse identiche condizioni. Abbandonato. Ma dal punto di vista di Thresh, anche scegliere di essere un nobile, pensando di essere sopra a tutti gli altri, era un modo per abbandonare. La storia di Aluber, e di come si sarebbe ricongiunto ai suoi fratellastri, non era ancora finita.
     
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